woho21 ha scritto: Michele Forni ha scritto: In quarta categoria ho visto più gente che rispondeva bene (soprattutto con pallonetti orbitali) che gente che serviva e faceva colpi al volo bene e definitivi....
beh, è impossibile darti torto
Certo che è così, ciò non è in discussione, il punto è un'altro.
Tanti giocatori, diciamo amatoriali, giocano così perchè non è possibile giocare diversamente, questo è effettivamente ritenuto a ragion veduta, come si dice, il gioco più redditizio, o si sono abituati nel tempo a giocare così, più per spirito emulativo che per convinzione?
Fare un passante vincente non è proprio un colpo che si possa improvvisare, necessita di un bel percorso di pratica che permetta al giocatore di acquisire e automatizzare la necessaria sensibilità e pacatezza. Anche fare un pallonetto che non sia troppo corto, ma nenche troppo lungo ed in risposta ad un buon servizio non è proprio il gesto più semplice da fare per un amatore.
Quindi, fino alla fine degli anni '60 si giocava in un certo modo perchè la leva emulativa portava tutti i giocatori di tennis, amatoriali o meno, a rifarsi al solo modo di giocare conosciuto che aveva il principale obiettivo di avvicinarsi prima dell'avversario alla rete per chiudere lo scambio con un colpo al volo. A partire dagli anni '70/'75, cominciarono, via, via, a primeggiare giocatori che si caraterizzavano da una maggiore, a volte ostinata, permanenza a fondo campo, giocatori con particolari ed uniche doti agonistiche grazie alle quali si fregiarono di un numero elevato di trofei e vittorie che, però, furono mediaticamente abbinate più a quello che emergeva in maniera evidente al pubblico indistinto, cioè il loro diverso modo di giocare a tennis, spesso completamente avulso dal prendere la rete e giocare colpi al volo, piuttosto che al fatto che si trattava di campioni animati da un furore agonistico tale che avrebbero, probabilmente, vinto anche con un manico di scopa al posto della raccheta. Pensiamo solo alle tante debacle a cui andò incontro per anni un certo Lendl in quel di Wimbledon per non saper approcciare con efficacia la rete, torneo che non seppe anche per questo mai vincere, ma ciò non gli fece, sostqanzialmente, cambiare stile di gioco. Piuttosto che al monumento di Borg che con il suo gioco da fondo fece man bassa di tornei su tutte le superfici esistenti e come loro due, così, tanti altri rappresentarono un modello per quegli anni e, ancor più, con l'avvento delle racchette moderne che esaltarono ancor più queste caratteristiche di gioco. In conclusione, sono convinto che si giochi più da pallettari solo perchè ci si sia convinti che sia più facile farlo, più che perchè lo sia effettivamente e cambiare la tendenza ora è cosa difficile, ancor più in assenza di modelli a cui ispirarsi.