Donnari Massimo ha scritto: Avevo smesso di leggere da un po', e trovo invece altre due pagine, be discussione molto interessante, se non fosse per il fatto che spesso una ragione precisa ce l'hanno tutti,
nel senso che il tennis amatoriale vede alcuni modi e atteggiamenti, poi si sale verso gli agonisti non professionisti e si ha un'osservazione diversa, fino ad arrivare al tennis agonistico professionale e li si hanno parametri totalmente diversi.
Noi siamo abituati a ragionare su incontri da agonisti non professionisti o addirittura su incontri da quarta categoria o giocatori di club, e quando qualcuno ci parla di un tennis di un livello più alto, si fa difficoltà a capire. Il fatto è che il tennis vero parte dalla seconda categoria in su, ed è difficile immedesimarsi a questi livelli per chi come noi non ci è mai arrivato.
Forse la tua
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] è l'analisi più concreta, realistica e diretta che rende l'idea di quello che è il tennis nelle varie dimensioni dove si passa dal sano agonismo amatoriale da pizza e birra a quello vero (serie C, serie B, Serie A). Noi se tutto va bene siamo quelli della serie D (per utilizzare un metro fit) esattamente.
Ma il succo è uno solo, il tennis è uno solo con le sue regole, lo possiamo interpretare come vogliamo, ma lui sempre quello resta, ed è quello di
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Nel dettaglio.
Quanti qua dentro sono autodidatti? Tanti! Vuol dire che sono scarsi? No. Sono scarso se non mi alleno.
E come mi alleno? Provando i colpi e acquisendone padronanza.
Non solo. Io stesso ho difficoltà a trovare qualcuno che voglia allenare i colpi palleggiando. Dicono che si scocciano mentre la realtà è che al terzo colpo sbagliano o non sono realmente in grado di indirizzare la palla dove vogliono o dovrebbe andare... Eppure basta poco.
Ho postato il video di makiwa per fare capire che anche con uno stile originale, autodidatta ma allenandosi sodo si cresce, si vince e si diventa solidi.
La partitella non basta a far crescere il nostro tennis.
Ieri parlavo di questo con un amico che si sta approcciando al tennis ma viene da un altro sport, la pallavolo, quindi abituato alla preparazione ed all'allenamento.
Bene lui gioca sempre quando può e fa cesti e cesti con maestro e cresce di giorno in giorno, ma lui ha scelto questo percorso perché viene da uno sport in cui si seguivano i dettami ed i consigli del mister.
Quindi vorremmo essere padroni di uno scambio o eseguire altri colpì senza saper reggere il palleggio (sembra).
Puoi chiamare uno a rete se conosci la contromossa e il tuo colpo di attacco è efficace sennò è come mandare giù i birilli col tuo pallino.
Qui non c'è da dire chi ha torto o chi ha ragione.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] è un Maestro, noi siamo tennisti amatoriali, se io che ho fatto scuola tennis non mi alleno come devo, resto un tennista amatoriale, ossia vince chi sbaglia di meno e non chi fa punto (che è diverso). Nessuno condanna nessuno però resta il fatto, come già accaduto in passato, che capirsi da uno scritto non è come giocare in campo e vedere se realmente ed in modo inconfutabile si fa o no la cosa giusta. Ho visto tanti makiwa battere dei giocatori stilisticamente ineccepibili perché non è lo stile che vince ma l'incisività del colpo.
Secondo me se ci si vede dal vivo, molte posizioni cambierebbero.
Io resto dell'idea che hanno ragione tutti e nessuno.
Ma io resto dalla parte di
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] (non come fazione, non come buoni e cattivi) perché io vengo da una scuola tennis e per mia forma mentis il miglioramento passa dall'allenamento con il maestro, dall'allenamento con i compagni di squadra per acquisire sempre più padronanza dei colpi.