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Dilemma psicologico - Meglio essere dei Roger, Rafa o Nole in campo.

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TheSainT
bornstuborn
Giiio
alain proust
alba77
9 partecipanti

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Tempo fa avevo aperto il [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], spontaneamente o volutamente.

Ora invece pongo la domanda al contrario - è meglio per noi stessi esaltarci e esultare sui punti più belli o rimanere impassibili?
La domanda mi è sorta dopo aver visto la semi tra Nole e Roger. Il serbo dopo quel diritto ha esultato si è caricato è ha giocato brillantemente.
Poi parlandone in famiglia è uscito fuori che forse se si esulta ci si carica davvero come se ci dessimo del kers o nitro o nos, volendo usare un termine automobilistico.

Come si fa a caricarsi e ricevere quella spinta di energie?
E' davvero così?

Nel titolo ho scelto 3 tipologie di giocatore - Quello calmo (sempre apparentemente), quello che si carica a ogni punto che conta e quello che si rimprovera severamente come anche esulta anche esageratamente.

Io mi trovo nella 1ª categoria. Se sbaglio clamorosamente magari mando stizzita la palla a rete ma finisce lì senza imprecazioni, al massimo mi dico di stare più attenta o più veloce di gambe e non mi porto dietro l'errore. Il punto dopo lo gioco da 0.
Se vinco uno scambio prolungato e spettacolare non esulto, ne faccio gesti. Al massimo un sorriso, ma non è che ne derivi una carica del tipo KERS. E lo stesso succede dopo aver conquistato dei punti chiave importantissimi che contano il doppio.

Dopo quei ragionamenti non ho giocato partite combattute ma mi è capitato di esultare in allenamento quando facciamo la partitella punto a punto, dopo aver realizzato delle "magie" sempre rapportate al basso livello di gioco che ho ed effettivamente è stato un po' come spingere sull'acceleratore e ho giocato meglio anche i punti dopo.

Può essere utile cominciare a usare questo sistema per ottenere di più in partita e rimanere più concentrata e reattiva? Question study

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questione difficile e forse irrisolvibile, essendo strettamente collegata alla personalità e alla formazione tennistica di ognuno.
dal canto mio, per indole (per eccesso di autocritica e mancanza di indulgenza verso me stesso) se dovessi mollare i freni in partita tenderei a lanciare insulti contro me stesso ad ogni errore , imprecherei e mi incazzerei e, se non fosse per il costo, sfascerei una racchetta per ogni set. questo se dovessi seguire la mia indole così "tranquilla".
ma so trattenermi e in campo, soprattutto se sono in partita di torneo, divento un nordico e mi tengo tutto dentro, cercando di far trasparire il meno possibile, sia esultanza, sia incazzamento. e mi son reso conto che più sto calmo e concentrato e pulisco la mente dopo ogni punto, vinto o perso che sia, meglio gioco.
non ti so dire se può funzionare l'autoincitamento come spinta ulteriore, perchè anche sui miei più bei punti, non esulto mai. è più facile che mi vedi imprecare sugli errori, se proprio devo esternare.

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Io credo che nel tennis la "testa" conti più del braccio e delle gambe, soprattutto a livelli amatoriali, talvolta anche tra i professionisti. Quindi se pensi che caricarti (stile kers di formula 1) possa migliorare il tuo tennis, fallo senza indugi. Qualsiasi cosa possa aiutare la "testa" va sfruttata se è davvero efficace Wink

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Non voglio mettere bocca in ogni tread ma le questioni psicologiche mi interessano.
Allora, la questione esultare si o no è interessante ma sarebbe da trattarla con il suo nome che è "motivazione". Questo turbo di cui si parlava è la conseguenza di un'alto livello di motivazione e ognuno si motiva come meglio crede, per alcuni c'è bisogno di auto insultarsi per altri di esultare ad alcuni basta il dialogo interiore, o un sorriso e via così. Per fare un esempio io quando faccio un bel colpo (ovviamente per me è bello ma come valore assoluto è una mozzarella anche scaduta Smile ) mi dico Bravo ad alta voce.....addirittura a volte me lo dico a metà scambio quando cambio l'inerzia o faccio un recuperone, non è corretto infatti sto cercando di modificare questa cosa, in ogni caso questo mi aiuta a giocare meglio, sicuramente ci sono altre cose che mi motiverebbero maggiormente come scoprirle? provando.....al momento non ci presto attenzione perchè la mia priorità ora è acquisire le basi tecniche (tra 2 giorni la mia prima lezione non vedo l'ora!!) ma se dovessi imparare in fretta o dovessi partecipare un torneo ci impiegherei tempo. Sperimentare per scoprire come motivarsi è importantissimo nello sport....musica, tifosi particolari, urli, riti, vale tutto l'importante è provare.....

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Giiio mi hai anticipato al fotofinsh Very Happy

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bornstuborn ha scritto:
Non voglio mettere bocca in ogni tread ma le questioni psicologiche mi interessano.

Ora sto spegnendo, ma ho aperto il 3d ispirata dalla tua presenza professionale tra noi Smile
Se rimango impassibile com'è il mio solito non accendo il turbo, se la cosa mi può aiutare allora proverò con l'auto incitamento e ne riparliamo approfondendo l'argomento. Rimproverarmi o insultarmi sarebbe controproducente per come sono io. A volte lo faccio dopo un errore tattico commentando: "che ca***ata"... ma senza rabbia e finisce lì Smile

Che al mio livello i colpi belli e le "magie" sono delle mozzarelle blu tedesche si capisce, come ho scritto sopra, ma sono il segno di un miglioramento tecnico Smile

A volte vinco dei punti con delle autenche mozzarelle che mi schifano e non sono per niiente soddisfatta, ma ahimé cmq esserne consapevoli è una motivazione per non commetterli. E magari hai l'avversaria inesperta che ti dice brava in buona fede Very Happy La rabbia è doppia - pure la beffa...

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Ottimo.....fammi sapere come va allora Cool

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Dai - domani allenamento e forse venerdì giocherò contro l'avversaria storica. E probabilemnte sul cemento che amo. Una motivazione in più per fare meglio e spingere di più. Proverò se mi ricordo. Very Happy

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Forza Alba, in bocca al lupo...e pensa che nel pugnetto che farai dopo un bel punto ci sono tutti gli amici di passionetennis che ti sostengono...VAAMMMOOOOSSSSSS!!!!

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Secondo me sei tu che devi capire, in base al momento tuo e del match(e dell'avversario Razz ) qdo e come è il caso di caricarsi! Qdo giochi sei tu l'attore principale, la scena è tua e DEVI sentirti protagonista per dare il massimo. Ognuno sente la cosa a modo suo Wink

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Edberg.

Punto.

Sempre concentrato, mai una imprecazione, determinato e silente.

Pochissimi momenti di celebrazione di un colpo vincente e di solito contenuti.

Quello a mio parere è il modello a cui ispirarsi senza sbagliare modello, va da se che ognuno è fatto alla propria maniera e quindi non si possono fare i conti senza l'oste ovvero se stessi.

Penso altresì che un approccio "univoco" lasci un pò il tempo che trova, voglio dire lungi da me il suggerimento di fare le "banderuole" ma certo che se gridi "vamos" ad ogni vincente il giorno che ne fai giusto un paio perchè l'avversario ti sta mandando a casa 6/1 6/1 mi sa che su quei due "vamos" fai ammazzare di risate lui e gli eventuali spettatori.

Personalmente cerco innanzitutto di "non arrabbiarmi senza però addormentarmi". Arrabbiarsi specie dopo un errore su un colpo non forzato è un bonus che all'avversario, anche il meno forte, non può essere regalato.

Il non addormentarsi è l'altra faccia della medaglia del non arrabbiarsi, personalmente devo lavorare ancora molto sulla "centratura" (v. Zen&Tennis) perchè non mi viene ancora da fare automaticamente ed allora la mente spaccia per "rilassatezza" quella che invece è solo abulia, e ci si ritrova 2/6 in un amen........

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Andras ha scritto:
Edberg.

ed allora la mente spaccia per "rilassatezza" quella che invece è solo abulia, e ci si ritrova 2/6 in un amen........


Il concetto importante, nello sport ma non solo, è "ascoltarsi". Abituarsi a sentire sè stessi. La mente manda i segnali ma spesso siamo distratti e non li ascoltiamo (se poi i segnali sono relativi ad un problema grosso si passa al settore "disturbi psicosomatici" ma stò già divagando). Quando giochiamo oltre e concentrarsi sul gioco dobbiamo trovare energie per sentire noi stessi, prestare attenzione alle nostre sensazioni e capiremo in anticipo se stiamo per "uscire dalla partita". Ovvio ci vuole tempo, impareremo piano piano a capire cosa sentiamo prima di un calo di prestazione o di concentrazione e sapremo quindi quando è ora di intervenire e cambiare il trend che stiamo seguendo. C'entra poco con la motivazione? non direi. Restando vigili su noi stessi capiremo anche quando è ora di darsi una scossa perchè stiamo "uscendo dalla partita"....ovvio se sparo un "vamos" sullo 0-5 (e non sono Peter Korda) l'altro ride ma il problema è che io mi sono "ascoltato" troppo poco durante i punti precedenti.

Lo so sembra molto mistica come cosa ma provando piano piano viene naturale e col tempo riusciremo a gestirci sempre meglio. In fondo ascoltiamo un pò tutto e tutti nella vita e finisce che non ascoltiamo noi stessi!

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Oggi qualche game contro l'avversaria sopra citata dopo l'allenamento - tenevamo continuamente la risposta, gioco da parte mia brillante e bello a sprazzi, offuscato dalle tante difficoltà essendo tornata a giocare con la mia 6.1 Team dopo il test della Fischer vacuum pro e la blx 6.1 tour.
Non trovavo la palla all'impatto e la sentivo davvero poco. La cosa mi ha talmente tanto innervosita che non riuscivo a giocare in sicurezza e con tranquillità. Sad Nonostante tutto in allenamento ho saputo contenere. Nel doppio dopo abbiamo vinto con un duplice 6-2 e poi i game a game con l'avversaria storica.

magazzie ha scritto:
Secondo me sei tu che devi capire, in base al momento tuo e del match(e dell'avversario Razz ) quando e come è il caso di caricarsi! Qdo giochi sei tu l'attore principale, la scena è tua e DEVI sentirti protagonista per dare il massimo. Ognuno sente la cosa a modo suo Wink

Eeeh sì - questo è indubbiamente così. Ma fatto sta che se non si prova non si può sapere cosa ci sarebbe più funzionale. E qui il consiglio di una figura esperta è ben accetto....
Andras ha scritto:
Edberg.

Punto.

Sempre concentrato, mai una imprecazione, determinato e silente.

Pochissimi momenti di celebrazione di un colpo vincente e di solito contenuti.

Un po' come faccio io. Non impreco mai, ma come scritto sopra se non esulto, anche se con ritegno non vorrei che le energie e la grinta messa in pratica rimanessero sempre allo stesso livello, invece l'autincitamento può inalzarli.
bornstuborn ha scritto:
Andras ha scritto:
Edberg.

ed allora la mente spaccia per "rilassatezza" quella che invece è solo abulia, e ci si ritrova 2/6 in un amen........


Il concetto importante, nello sport ma non solo, è "ascoltarsi". Abituarsi a sentire sè stessi. La mente manda i segnali ma spesso siamo distratti e non li ascoltiamo (se poi i segnali sono relativi ad un problema grosso si passa al settore "disturbi psicosomatici" ma stò già divagando). Quando giochiamo oltre e concentrarsi sul gioco dobbiamo trovare energie per sentire noi stessi, prestare attenzione alle nostre sensazioni e capiremo in anticipo se stiamo per "uscire dalla partita". Ovvio ci vuole tempo, impareremo piano piano a capire cosa sentiamo prima di un calo di prestazione o di concentrazione e sapremo quindi quando è ora di intervenire e cambiare il trend che stiamo seguendo. C'entra poco con la motivazione? non direi. Restando vigili su noi stessi capiremo anche quando è ora di darsi una scossa perchè stiamo "uscendo dalla partita"....ovvio se sparo un "vamos" sullo 0-5 (e non sono Peter Korda) l'altro ride ma il problema è che io mi sono "ascoltato" troppo poco durante i punti precedenti.

Lo so sembra molto mistica come cosa ma provando piano piano viene naturale e col tempo riusciremo a gestirci sempre meglio. In fondo ascoltiamo un pò tutto e tutti nella vita e finisce che non ascoltiamo noi stessi!

Questo è un argomento davvero interessante e sicuramente va approfondito.
In questo anno e mezzo ho imparato ad "ascoltare" le esigenze fisiche del mio corpo e gli so dare il giusto riposo, rallentando i ritmi, quando ne ha bisogno.
Però sapersi ascoltare come dici tu credo sia un passo successivo e ovviamente se lo sai, puoi prestarci più attenzione...
Grazie del lumi. Smile

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Andras ha scritto:
Edberg.


Non posso che quotarti. un esempio di comportamento e atteggiamento perfetto.

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alain proust ha scritto:
Andras ha scritto:
Edberg.


Non posso che quotarti. un esempio di comportamento e atteggiamento perfetto.


Ti ringrazio ed ovviamente condivido.

Solo un perfetto ignorante come Galeazzi poteva chiamarlo "tacchino freddo".

Parliamo di un giocatore che anche quando era numero 1 al mondo ogni volta che sbagliava un colpo non solo non mostrava segni di insofferenza ma aveva l'umiltà di mimare immediatamente il colpo appena sbagliato come a volerne correggere l'esecuzione in vista del successivo.

Senza contare che 20 anni fa giocava il tennis più aggressivo che era possibile vedere e lo faceva con una tale carica/convinzione interiore che da fuori tutto quel che si vedeva era la perfezione del suo gesto tecnico e del suo stile nello stare in campo.

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[quote="Andras"]
alain proust ha scritto:
Andras ha scritto:
Edberg.


Non posso che quotarti. un esempio di comportamento e atteggiamento perfetto.


Beh - atteggiamento anche adottato da un certo Sampras e ora Federer.
L'unico difetto di Federer è che quando si innervosisce diventa polemico coi giudici Very Happy

Andras ha scritto:

Parliamo di un giocatore che anche quando era numero 1 al mondo ogni volta che sbagliava un colpo non solo non mostrava segni di insofferenza ma aveva l'umiltà di mimare immediatamente il colpo appena sbagliato come a volerne correggere l'esecuzione in vista del successivo.


Mimare il colpo dopo l'errore aiuta a non ricaderci più. Mimarlo in risposta aiuta molto a impattare più agressivo e con maggiore tecnica e precisione...

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alba77 ha scritto:


Beh - atteggiamento anche adottato da un certo Sampras e ora Federer.
L'unico difetto di Federer è che quando si innervosisce diventa polemico coi giudici Dilemma psicologico - Meglio essere dei Roger, Rafa o Nole in campo. 97171



Atteggiamento simile ma solo lontanamente paragonabile allo stile di Stefanello.

Specie parlando di quel che hai detto su Federer, mi ricordo ancora la calma di Edberg in finale a Parigi 1989 quando col match in bilico un giudice di linea gli chiamò fuori una palla clamorosamente dentro e Stefan con estrema educazione chiese al giudice di sedia di andare a controllare.

Altra classe, altra categoria

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Andras ha scritto:
alba77 ha scritto:


Beh - atteggiamento anche adottato da un certo Sampras e ora Federer.
L'unico difetto di Federer è che quando si innervosisce diventa polemico coi giudici Dilemma psicologico - Meglio essere dei Roger, Rafa o Nole in campo. 97171



Atteggiamento simile ma solo lontanamente paragonabile allo stile di Stefanello.

Specie parlando di quel che hai detto su Federer, mi ricordo ancora la calma di Edberg in finale a Parigi 1989 quando col match in bilico un giudice di linea gli chiamò fuori una palla clamorosamente dentro e Stefan con estrema educazione chiese al giudice di sedia di andare a controllare.

Altra classe, altra categoria


Io non l'ho potuto seguire -sia per l'età che per mancanza di infrastruttire hi teach.

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bornstuborn ha scritto:
Lo so sembra molto mistica come cosa ma provando piano piano viene naturale e col tempo riusciremo a gestirci sempre meglio. In fondo ascoltiamo un pò tutto e tutti nella vita e finisce che non ascoltiamo noi stessi!

Questa è la cosa che mi convince di più: l'ascoltarsi.
E' l'inizio e la fine (intesa come obbiettivo) di tutto, i nostri sforzi sul campo sono la somma di un numero di variabili talmente elevato che solo l'ascolto ci può dare una risposta.

La reazione è poi personale e anche per lo stesso individuo può variare a seconda del momento.

Io sono uno che quando sbaglia un colpo (e sono tanti) si sfoga contro se stesso (anche ad alta voce) ma la cosa dura il tempo di andare a ricevere o servire per il punto successivo, lì ricomincia tutto da capo come non fosse successo nulla.
Allo stesso modo mi carico dicendomi "bravo" se eseguo un bel colpo sempre tornando a zero pronto per il punto successivo.

Insomma non riesco ad essere come Edberg (l'ho sempre ammirato tantissimo) ma di norma gioco punto dopo punto mai sconfitto in partenza e non mollando neppure sotto 0-6 0-5 e 0-40 Wink

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alba77 ha scritto:
Andras ha scritto:
alba77 ha scritto:


Beh - atteggiamento anche adottato da un certo Sampras e ora Federer.
L'unico difetto di Federer è che quando si innervosisce diventa polemico coi giudici Dilemma psicologico - Meglio essere dei Roger, Rafa o Nole in campo. 97171



Atteggiamento simile ma solo lontanamente paragonabile allo stile di Stefanello.

Specie parlando di quel che hai detto su Federer, mi ricordo ancora la calma di Edberg in finale a Parigi 1989 quando col match in bilico un giudice di linea gli chiamò fuori una palla clamorosamente dentro e Stefan con estrema educazione chiese al giudice di sedia di andare a controllare.

Altra classe, altra categoria


Io non l'ho potuto seguire -sia per l'età che per mancanza di infrastruttire hi teach.


Oggi come oggi basta il pc con cui posti qui su passionetennis per farti una larghissima cultura tennistica su Edberg targata youtube!

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Indubbiamente, ma ho talmente tante partite da vedere che non so quando ne uscirò spettatrice di tutto. Prima o poi... Dopo i masters mi dedico alle partite che ho sul pc - 2-300gb affraid

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A mio personalissimo modo di vedere (ok ok arrivo tardissimo, perdonatemi se son cose già dette) durante la partita si dovrebbe essere più possibile a proprio agio; ciò comporta eliminare al massimo le tensioni e i pensieri relativi ai punti precedenti, o agli errori fatti, e se per fare ciò devi esultare/gridare rabbia beh, secondo me conviene farlo!!! Poi sul "quanto" potremmo discuterne per mesi, perchè è assolutamente soggettiva come cosa... quindi puoi trovare l'avversario che alla prima tua esultanza ti critica, come quello che ti fa "il pugnetto" anche sui tuoi doppi falli. Come sempre, secondo me "in medio stat virtus"... quindi magari accumulare un po' di felicità/rabbia e scaricarla ad intervalli regolari Smile
io personalmente dopo punti particolarmente spettacolari mi carico, a volte urlando con me stesso, a volte facendo una super faccia compiaciuta, mentre è raro che mi arrabbi per un punto perso (eccezion fatta per i doppi falli: quanto mi fanno innervosire!)
Quindi, in definitiva il mio consiglio è: esulta pure se te la senti, senza diventare fastidiosa, magari chiedi prima all'avversaria di turno se può darle fastidio questo tuo comportamento, io faccio così con i punti, avverto prima che se sbaglio punteggio a mio favore è perchè mi dimentico e non perchè voglio ladrare Smile

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archery57 ha scritto:


Io sono uno che quando sbaglia un colpo (e sono tanti) si sfoga contro se stesso (anche ad alta voce) ma la cosa dura il tempo di andare a ricevere o servire per il punto successivo, lì ricomincia tutto da capo come non fosse successo nulla.
Allo stesso modo mi carico dicendomi "bravo" se eseguo un bel colpo sempre tornando a zero pronto per il punto successivo.

Insomma non riesco ad essere come Edberg (l'ho sempre ammirato tantissimo) ma di norma gioco punto dopo punto mai sconfitto in partenza e non mollando neppure sotto 0-6 0-5 e 0-40 Wink


Ecco io sono come te, preciso proprio! però non è che ammiro o meno altri che hanno altre reazioni come si diceva è personale e soprattutto è frutto di ricerca interiore. Io ad esempio prima o poi proverò a giocare tenendo tutto dentro, anche i "bravo" o i vari insulti che mi indirizzo (che non riporto per non offendere nessuno). Quella sarà una partita in cui mi "ascolterò" molto per capire come sto reagendo, tenermi tutto dentro mi sta innervosendo e gioco peggio? oppure mi sta caricando a fare meglio? mi tengo dentro tutto e lo sfogo sulla palla? in maniera positiva o negativa sparacchiando a caso? faccio bene all'inizio e dopo un pò se non sfogo peggioro? e via così a domande e risposte. Stessa prova esultando ad ogni punto e tutte le vie di mezzo possibili (sempre nel rispetto del gioco e dell'avversario)........anche questo in fondo è allenamento e molto meno inutile di quanto viene da pensare ad un primo approccio Smile

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Bornstuborn, hai centrato quello che intendo fare io.
So che insultarmi non mi serve. Dopo l'errore cerco solo di capirne il perché - se è indotto, o puramente tecnico, passaggio a vuoto o tattico. Poi stop. Dopo un diritto sbagliato se mimo il gesto tendo a rigiocarlo meglio. Sul rovescio non serve - quello va da se.

Proverò ad incitarm icon ritegno e "studiarne" le conseguenze sui punti successivi, la continuità, agressività ed incisività di gioco...

Sicuramente un "SI'" o "DAIII!" proninciati che ho provato a fare sui punti davvero belli mi hanno caricata di più che dirmelo solo con me.
Tante volte non mi viene, proprio perrispetto dell'avversaria, ma proverò con più continuita, magari come diceva B52, avvisandola prima di giocare Laughing

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Oggi ho giocato un 1° set partendo bene e facendomi togliere sicurezza dalla mia avversaria. Ero nervosa e borbottavo una parolaccia sotto voce dopo ogni errore o punto subito. La cosa non ha fatto che nuocermi. alla fine dopo un tie brek duro vinto a 13, annullando 5 set point consecutivi mi sono lasciata andre in un bel DAAAIII!!! (il c'mon fa ridere Very Happy)
Sembra che dopo aver cominciato a liberare un po' le emozioni positive la cosa venga da sè Laughing
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