Ciao a tutti.
Abitualmente non frequento i forum, anche se saltuariamente li leggo per capire di cosa si parla in giro.
Leggendo sia @@@@@@@@@@ sia Passionetennis, ho rilevato dei topic che riguardano l’attività svolta da ERSA in Italia e di conseguenza mi toccano personalmente poiché sono referente per tale associazione internazionale.
Avendo rilevato delle inesattezze oltre ad informazioni del tutto prive di fondamento, ho deciso di intervenire per chiarire le cose.
Chiedo scusa sin da ora per la lunghezza del post, che però è doverosa per far chiarezza.
Non rispondo a nessuno in particolare di questo forum, anche se questo servirà a correggere alcune inesattezze presenti anche in questo topic.
Mi limito perciò a fare un cross-post modificato di quello pubblicato su TT.
Di questo mi scuso con gli Amministratori e i moderatori, vogliate intenderlo come un comunicato.Venendo alle considerazioni sulle attività ERSA in Italia…
Credo che si stia facendo molta confusione e soprattutto che vengano fornite informazioni da persone poco informate dei fatti.
- L’ERSA ([Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] è un’associazione Europea
- Le attività ERSA in Italia sono rappresentate da un responsabile delegato dalla Presidenza dell’ERSA (ERSA Italy Manager) che nella fattispecie e nel momento attuale sono io. Le attività sono palesate tramite il sito [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] L’ERSA in Italia NON è quindi un’associazione.
- Le attività ERSA in Italia sono svolte (per ora) unicamente presso la mia sede professionale, quindi La Bottega del Tennis s.r.l. di Milano, la quale mettendo a disposizione location, macchine, materiale (tutto) e il tempo (il mio), ovviamente richiede un compenso per il quale rilascia regolare fattura. Quindi il costo richiesto per i workshop è perfettamente regolare da un punto di vista fiscale ed etico.
- Per quanto riguarda le regole credo ce ne siano in tutte le realtà, poi sta a chi deve viverle di accettarle oppure no; l’ERSA richiede per svolgere le attività di tester o manager che non si debba avere una propria organizzazione operante nel medesimo comparto (formazione e organizzazione di corsi di medesima natura); la cosa mi pare semplice: la accetti oppure no, questo a prescindere che sia spinta da interessi personali oppure no, questi restano affari del singolo individuo e non capisco quale possa essere il problema.
Ora considerando che si continua a parlare di “passione” per le incordature, la cosa diventa ancora più bizzarra.
Ma cosa vuole dire essere appassionati d’incordature? Incordare è una professione, in particolar modo quando si ambisce ad un livello superiore per svolgere tale attività.
Spendere per dei corsi di formazione e l’acquisto di una macchina con relativi accessori e materiale di consumo, difficilmente giustifica “solo una passione”, ci sono sempre motivi “terzi” più o meno condivisibili (le incordo per me, le incordo perché voglio avviare una professione, le incordo perché lavoro in nero e arrotondo).
Se così non fosse gli appassionati del “bricolage tennistico” si accontenterebbero di impratichirsi il sufficiente per incordarsi le proprie racchette e non continuerebbero a parlare di partecipazione ai tornei o di servizio clienti: questo è lavoro, non passione.
Si può lavorare con passione, ma smettiamola di prenderci per i fondelli: chi desidera imparare ad incordare ad un livello superiore nella stragrande maggioranza dei casi lo fa perché ci vede uno sbocco professionale, delle volte del tutto legale se ti apri una regolare partita iva e fai l’artigiano o il negoziante, molte altre per fare il “garagista in nero”; ma questo NON è un problema delle associazioni (tutte) che non possono vigilare sull’operato dei singoli (parlo in termini etici e fiscali).
Tutti parlate di Maslowski come se aveste avuto un rapporto diretto con lui.
Tolto Stefano che in ogni caso non so quanto conosca Mark, qualcun altro di voi ci ha parlato o l’ha conosciuto di persona? Qualcuno ha avuto modo di chiedergli spiegazioni in merito alle scelte dell’ERSA in Italia o nei miei confronti o nei confronti dell’IRSA? Oppure vi basate su info reperite in giro? Chiedo, è solo una domanda.
Io lo conosco di persona e fatto salvo che non con tutti si può avere lo stesso feeling per centomila motivi, non posso dire le medesime cose che molti di voi asseriscono e ai quali non chiedo di certo la fonte delle loro informazioni: buone per voi, buone per tutti!
Io richieste di far guadagnare Maslowski facendo il suo tirapiedi non le ho mai ricevute, quindi mi dispiace se ciò è successo con qualcun altro, se sarà così anche con me in futuro, sarà mia premura tutelarmi.
Anch’io avevo delle idee su come gestire le attività ERSA in Italia che però differivano dalle linee guida dell’ERSA nel resto dei paesi Europei, e quindi ho dovuto adeguarmi al modus operandi comunitario: non si possono avere regole diverse a seconda dei paesi, ci sono delle regole, punto.
Non ti piace la cucina? Cambi ristorante! Qual è il problema?
Per quanto riguarda questo morboso attaccamento ai soldi anche in questo caso io non l’ho rilevato e non capisco questo accanimento.
C’è un’associazione (ERSA, IRSA o altro), ti piace o ti interessa, paghi e ti iscrivi. Punto.
Vuoi fare un corso/esame per certificarti, ti piace o ti interessa, paghi e ti iscrivi. Punto.
Si organizzano corsi, ti piace o ti interessa, paghi e ti iscrivi. Punto.
Le stesse cose le fanno entrambe le associazioni/società, non vedo dove stia il problema.
L’IRSA organizza corsi e certifica i suoi iscritti, per questo chiede dei soldi che poi riutilizza come meglio crede, qual è il problema? Nessuno!
L’ERSA chiede iscrizioni per la membership e per gli esami ai suoi iscritti? Qual è il problema? Nessuno!
La Bottega del Tennis organizza eventi per il quale chiede un compenso e assolve gli opportuni adempimenti fiscali? Qual è il problema? Nessuno!
Ma perché farsi tutti questi viaggi pindarici? Ma sopra tutto, perché continuare a sputare sentenze sull’etica altrui, quando poi tutti fanno ciò che vogliono?
C’è posto per tutti e per quel che mi riguarda non ho problemi con nessuno, non ne ho mai avuti e conto di non averne in futuro.
Nonostante si possa pensare che io sia uno sprovveduto sempliciotto, fortunatamente non vado in perdita con l’ERSA.
Il mio core business è il negozio da quasi tre decenni e non le attività ERSA che sono invece una conseguenza complementare della mia professione, utili a migliorare la qualità del servizio al cliente.
Pur avendo una discreta esperienza nel settore (28 anni), baso la mia vita sull’essere umile e quindi non mi metto mai in cattedra, c’è sempre da imparare da tutti quindi vedo un corso come un momento di condivisione, dove anche il tutor impara qualche cosa, diversamente sarebbe un po’ presuntuoso; che poi il mio tempo sia remunerato unitamente al noleggio delle attrezzature che metto a disposizione e del materiale di consumo, mi pare abbastanza logico, se qualcuno lo vuole fare per la gloria o per farsi nuovi discepoli/promozione è una sua scelta che non mi permetto di contestare, ci mancherebbe!
Detto questo, auguro a tutti di poter sempre esprimere liberamente le proprie opinioni com’è giusto che sia, ma invito a parlare con un po’ più di cognizione di causa o quantomeno per esperienza in prima persona e non per sentito dire, soprattutto quando si parla di temi delicati.
I “rumors” sono il carburante delle community, ma vanno sempre ben ponderati prima di giudicare l’etica altrui e prima di renderli pubblici.
Se volete informazioni su quel che riguarda l’ERSA in Italia contattatemi, sarò felice di darvele, ma per cortesia non inventatevele da soli o per sentito dire, grazie.
Last but not least…L’ERSA non è contro l’IRSA, e voglio sperare, ma ne sono sicuro, che la cosa sia reciproca.
Personalmente non ho nulla contro l’IRSA, tant’è che appena nata li avevo contattati perché interessato alle loro attività che ancora oggi ritengo valide.
Del resto la medesima cosa vale per l’IRSA nei confronti dell’ERSA: se non avessero ritenuto utile e valido ottenere una certificazione internazionale, non avrebbero sottoposto agli esami ERSA MRT parte dei loro iscritti.
In buona sostanza, per quel che mi riguarda, ERSA e IRSA non sono nemiche, non sono sorelle, ma certamente potrebbero essere cugine, pur mantenendosi indipendenti e con le proprie finalità.
C’è posto per tutti e non servono “ultras” sostenitori di una fazione o dell’altra, questo crea solamente situazioni “fastidiose” e infantili.
Buon lavoro (o buona passione, per chi preferisce) a tutti.