Non credo che nel caso di Federer si tratti di stravolgere le abitudini unendo l'indoor all'Australia o rinunciando alla terra per dedicarsi interamente all'erba, per il semplice fatto che, nel caso di Federer, non si tratta di quali e quanti tornei giocare. A parte quest'anno, in cui tutto è stato scombussolato dai problemi fisici, e che lo hanno costretto ad apparizioni che forse andavano evitate, la programmazione di Federer negli anni è sempre stata perfetta, con pochi e giusti tornei. Lo sarà ancora di più in futuro se continuerà a rinunciare a Miami, Monte Carlo e a ridurre al minimo le presenze in Coppa Davis.
Con una programmazione "alla Federer" si hanno:
- 4 Slam
- Atp finals
- 7-8 Masters 1000 (oltre a Miami potrebbe rinunciare a Bercy)
- 3 500 (Dubai, Rotterdam, Basilea)
- 2 250 (Doha, Halle)
Quindi 17-18 tornei (o anche 16 se rinunciasse a Canada o Cincinnati), un numero che, affrontato con programmi di allenamento completi e senza contrattempi, Federer può affrontare tranquillamente, anche a 32 anni.
Il discorso (e se ne è parlato a dismisura) va fatto sulle motivazioni, sugli stimoli, sulla fiducia. Il resto è una conseguenza.