giulioz3 ha scritto: in tal caso ti taccerei di pallettaro doc :-) per carità è uno stile di gioco che frutti punti e vittorie, molte, ma che non diverte nè l'avversario (e di questo chissene..) ma nemmeno chi lo utilizza ( e su questo ci rifletterei) e che dimostra una codardia, passami il termine, nell'affrontare la partita, ovvero sia l'atteggiamento di chi non si espone, di chi non intende primeggiare per meriti propri, di chi preferisce "appoggiarsi" sull'errore altrui senza dimostrare la minima iniziativa in campo. Questo a mio modo di vedere è l'aspetto più deprecabile del pallettaro, il fatto di vincere sugli errori altrui e non di vincere e basta un match. Una partita di tennis infatti la si può perdere per bravura dell'avversario o la si può perdere per colpa propria (troppi errori). Potrai replicare che chi sbaglia meno è cmq più bravo...e vabbè...in effetti parlare di pallettari e non è come un cane che si morde la coda, non se ne esce, o si amano o si odiano :-)
magari fossi un pallettaro doc, per farlo serve esser dotati di pazienza e quando Dio la distribuiva io ero in fondo alla fila quindi ne era rimasta davvero poca........
wbtit ha scritto: Portate pazienza, non voglio essere nè scortese, nè offensivo ma solo un po' ironico ma... :
che fretta avete? Dovete dovete andare?
Siete nel campo, la pallina sta volando in aria (e la vedete bene perché avete occhio SOLO per lei), a breve rimbalzerà e verrà verso di voi, siete in stance, i muscoli si caricano come una molla e... plac!, la pallina riparte in una nuvola d'oro fatta di pulviscolo di panno che si sperde nell'aria e viaggia profonda verso l'angolo più lontano... e il tempo rallenta e non esiste niente altro.
Volete uscire da tutto questo ben di Dio?, volete tornare in coda al semaforo?, davanti alla TV, ad un piatto di polpette della suocera?
se giochi rischiando i colpi più di chi te li ribatte al sesto dritto pesante che tiri nei pressi della riga di fondo e ancora non fai il punto o sei Gandhi o ti fumano i gioielli di famiglia, garantito........
alain proust ha scritto: fiumi di parole, cantavano quei maestri della musica leggera i jalisse (chi si ricorda questa meteora?).
sono quelli che son stati scritti qui pallettari, sulla chi lo sia e chi no, se è giusto o no esserlo, se hanno tecnica o no ecc.
ci sono dei 3d infiniti qui e in altri forum.
non si arriverà mai ad una soluzione condivisa.
tuttavia, immagina la partita di torneo, palleggi, non dico di fare campanili, ma palleggiare in sicurezza, leggero top, diagonale, e via così. il tuo avversario tiene la diagonale, non ti dà palle attaccabili, tu giustamente non attacchi e non ti sposti dalla diagonale. puntualmente, dopo cinque scambi, lui stecca, manda fuori, manda a rete, gli vien fretta e attacca a testa bassa mandano fuori. ecco, se vedi che è così, che fai, cambi tattica, ti metti a fare serve and volley, attacchi sulla seconda palla che ti arriva? pur sapendo che al quinto colpo l'altro va in fuori giri?
ecco, saresti un pallettaro? no, secondo me. saresti uno che sa giocare a tennis, sa tenere la diagonale, sa quando è il momento e quando no di attaccare ecc. E' il tuo avversario che non sa giocare, perchè non sa tenere lo scambio e, se lo tiene, non sa aspettare.
e anche quelli che ti fanno i campanili per tenerla dentro e disturbarti, forse che fanno qualcosa di male? se non riesci a contrastarli, sei tu (tu è generico, non parlo a nessuno nello specifico) che hai carenze tecniche, non loro. che poi magari li si chiama pallettari, ma alla fine portano a casa la partita perchè non sbagliano e sfruttano il fatto che sono più solidi di te, e allora è colpa loro se tu dopo qualche scambio sbagli e gli regali i punti?!
il pallettaro (e qui cito i maestri, parlo purtroppo solo per teoria che non so applicare) si batte con la maggiore tecnica e maggiore solidità. se sono solido, lo premo in diagonale in sicurezza, lui potrà ribattere, ma o è molto bravo a tenere senza accorciare (ma allora non è un pallettaro, ma un bravo giocatore), oppure prima o poi accorcerà e io potrò attaccare e chiudere. oppure cercherà di uscire dalla diagonale con un lungolinea che, se non sarà profondissimo, mi darà angolo per chiudere sul suo rovescio. in teoria tutto facile...
quoto nuovamente un tuo post. Sono un sostenitore della tesi che chi vince è sempre il più forte, perlomeno in quella occasione. Non sta nè in cielo nè in terra a mio parere perdere ed uscire dal campo commentando con gli amici "però gioco meglio io" o, pure peggio, "però son più forte io"
silvio72 ha scritto: ciao a tutti,,, non vuole assolutamente essere una provocazione la mia,,non ne sono il tipo e tantomeno lo farei un un bell'ambiente come questo ma:
non e' che la cosa del "perdere contro un pallettaro" e' solo un alibi di chi e' talmente debole atleticamente che non sopporta + di 3 scambi???
perche' capisco forzare x disperazione dopo 15 scambi,,ma dopo 3 mi sembra eccessivo.
il tennis agisnistico sara' pure per gente che corre piuttosto che gente in sovrappeso no?
ho visto un game tra nole e nadal in finale (non certo 2 pallettari) che e' durato + di un quarto d'ora con diversi scambi.
e poi secondo me il + forte vince sempre,,,come si fa a dire: mi ha battuto perche' e' un pallettaro nonostante sia + scarso di me!!!!
chiuedo dicendo invece che i pallettari quelli veri (solo palle alte e 0 rischi) danno fastidio,,ma poco poco di fondamentali in + di loro e poco poco di fiato non si puo' perdere secondo me.
son 194cm per 81kg, oggettivamente non ho un filo di grasso addosso. Il mio problema, ad esempio, non è atletico bensì legato alle mie leve lunghe. Spostati di qua spostati di là dovrei essere un mago ad avere il footwork di un mio pari livello alto 20 e passa cm di meno. Più a lungo mi sposto meno controllo lo scambio, da lì la necessità di guadagnare campo per controllare lo scambio e prendermi il punto (volesse Iddio che ci riesco!). Per guadagnare campo devo prendermi un rischio appena son messo bene tirando un dritto come Dio comanda. Tutto là
Frantz ha scritto: alain proust ha scritto: ....palleggiare in sicurezza, leggero top, diagonale, e via così... ....non ti sposti dalla diagonale....dopo cinque scambi, lui stecca, manda fuori ....che fai, cambi tattica, ti metti a fare serve and volley ...ecco, saresti un pallettaro? no, secondo me. saresti uno che sa giocare a tennis, ...E' il tuo avversario che non sa giocare, perchè non sa tenere lo scambio......
Ottimo Alain! hai detto una grande verità,
i pallettari non esistono esistono giocatori bravi e giocatori meno bravi In partita i giocatori bravi se la giocano sempre giocano sui punti deboli dell'avversario o sui loro punti di forza, alcuni
forzano il servizio, altri
forzano la risposta, altri
tirano molti vincenti o vanno spesso a rete; se giocano meglio degli avversari vincono, se giocano peggio perdono, ma se la giocano sempre. Quelli meno bravi invece
provano a vincere con i mezzi loro disposizione, alcuni
provano a forzare il servizio, altri
provano risposte vincenti, altri ancora
provano vincenti da fondo campo o
provano a fare il punto a rete...e regolarmente
perdono!
I giocatori bravi sanno di esser bravi, tutti, e giocano al loro livello, molti giocatori meno bravi
provano ad esser giocatori bravi, ma non essendolo perdono.
Una sotto categoria dei giocatori meno bravi è quella a cui appartengono quelli che
non provano ad essere bravi, ma, consci della categoria cui appartengono,
tirano come sono capaci, e qualche partita la vincono, ovviamente con quelli che
provano ad esser bravi.
Ergo
non esistono i pallettari, esistono solo quelli che
tirano , più o meno bravi, e quelli che
provano a tirare.
Ovviamente io appartengo alla seconda categoria, i blu....
provo il servizio di Roddick, provo il rovescio di Federer, provo il dritto di Nadal provo l'anticipo di Djokovic e provo l'estro di Dolgopolov......provo provo provo ....
Alla mia età sarebbe intelligente smettere di provare e iniziare a tirare....piano, corto e male, ma tirare.
l'ultima parte del tuo post a mio parere è esemplificativa del fatto che al netto delle ispirazioni che possiamo avere sui fondamentali è invece cosa buona e giusta sdoganare un proprio stile sugli stessi al fine di avere dei precisi punti di riferimento in partita, specie nei momenti in cui le cose non girano per il verso giusto
alain proust ha scritto: esempio pratico derivante da un partita di torneo sociale, vista ieri.
due miei amici, un 4.1 bravo, impostato, bel giocatore.
l'altro, un 4.4 fai-da-te, mai presa una lezione, fiato da vendere, dritto, rovescio e servizio inguardabili. percentuale di errori gratuiti e di doppi falli pari a zero assoluto.
ebbene, dopo un primo set senza storia (61) il secondo è stato sì vinto anch'esso dal 4.1, ma è stato inaspettatamente combattuto (64, infatti). il "pallettaro" correva come un matto, prendeva ogni cosa, rimetteva di là palle sporche, con effetti che nemmeno lui voleva imprimere, per ogni punto, il 4.1 doveva non solo ridurre a zero la percentuale di gratuiti, ma non poteva neanche permettersi di giochicchiare, doveva mettere pressione, spingere, con ciò aumentando i rischi di errore.
insomma, due giocatori agli antipodi, ma nel secondo set la partita c'è stata e non si può che togliersi il cappello di fronte al 4.4 "pallettaro" che, con la SUA tecnica personale, ha saputo massimizzare il proprio rendimento tennistico e azzerare ogni possibile errore non provocato.
c'è n'è uno così dove mi alleno io, al CUS Ferrara.
Inguardabile ma un vero e proprio incubo per chi ci gioca contro.
Palle senza peso lunghe ed angolate e fiato da vendere, colpi stilisticamente atroci.
I suoi avversari spaccano mediamente una racchetta a partita........