Flushing Meadows – NY - , USADay 13 Nole e Rafa N. Djokovic (Srb)
d.
R. Federer (Sui)
67(79) - 46 - 63 - 62 - 75
Una partita incredibile, di una rivalità straordinaria che si arricchisce dell'ennesimo epico episodio, molto, tropp simile ad uno dei migliori di sempre.
Bisogna parlare di un Federer favoloso per due set, perfetto con il servizio, non tanto in termini di potenza, quanto in termini di piazzamento e di variazioni. Un kick letale che buttava costantemente fuori dal campo Djokovic, costringendolo a rispondere corto e a partire in difesa. Un rovescio sontuoso, colpo letale sia in incrociato che in lungolinea (soprattutto). Un modo di aggredire la palla che non ha lasciato scampo a Djokovic.
Poi il black-out, il calo fisiologico che con il passare dei game diventa rottura prolungata. Djokovic che di contro sale esponenzialmente, iniziando a macinare da fondo come nei giorni migliori, a ritmi forsennati, insostenibili, che lo portano a riconquistare la parità in troppo poco tempo.
Ed infine l'ultimo set, il migliore, giocato alla grande da entrambi, molto simile per intensità allo straordinario parziale decisivo del 2010, con Federer ancora ad un passo dal trionfo, ancora svanito sul più bello. C'è stato tutto questo, in mezzo alle quattro ore di duello andate in scena sul centrale del centro sportivo Billie Jane King, ma forse sono meglio poche righe per descrivere un capolavoro, di tennis, ma anche di crudeltà sportiva.
Su un Arthur Ashee adornato da una scritta commemorativa dell'11 settembre 2001, i due fenomeni partivano contratti, probabilmente tesi vista l'importanza della posta in palio. L'equilibrio era assoluto per l'intera frazione, che andava avanti velocemente fino al tiebreak, senza scossoni degni di nota. In soccorso degli spettatori, che per l'intero primo set non avevano vissuto quasi nessuna emozione, arrivava un gioco di spareggio da batticuore, che Federer provava ad indirizzare verso i binari più favorevoli, prima con un gran rovescio lungolinea e successivamente sfruttando un doppio fallo di Nole. Avanti 5-2, Roger restituiva il favore, commettendo a suo volta un doppio errore in battuta, ma conquistava tre palle set con una prima vincente. Djokovic le annullava tutte alzando non poco il livello del suo tennis: prima un servizio vincente, poi un diritto a sventaglio su una palla aggiustata dal nastro al termine dello scambio più lungo e bello del parziale, quindi per raggiungere la parità una progressione impressionante di diritto chiusa con il vincente. Federer sciupava un quarto set point in risposta, ma chiudeva la frazione in grande stile, prima con un contropiede di diritto e poi ancora con il rovescio lungolinea, colpo chiave dell'intero incontro.
Nel secondo set facevano la loro comparsa nella semifinale i break. Era Federer il primo a rompere il servizio avversario: il solito fantastico rovescio lungolinea regalava allo svizzero le prime palle di rottura dell'incontro, ma Nole teneva botta con classe. Un'intelligente risposta in back causava l'errore di rovescio serbo, con conseguente terza palla break, concretizzata in grande stile, grazie ad un diritto anomalo, propedeutico al contropiede vincente finale. Conquistato il vantaggio l'elvetico accusava un piccolo passaggio a vuoto, una stecca due errori e Djokovic impattava sul 3-3. Come se nulla fosse, Federer aggrediva immediatamente in risposta, si procurava tre palle break con l'ennesimo rovescio lungolinea e brekkava a zero con il solito back corto che induceva Nole all'errore. Questa volta il servizio funzionava a dovere, ace, seconde in kick letali, variazioni continue e due set a zero.
La terza partita si apriva con un calo netto di Federer, molto meno efficace da fondo e leggermente balbettante al servizio. Djokovic conquistava un break di vantaggio al termine del game più lungo dell'incontro, in cui lo svizzero sprecava ben tre palle per chiudere, prima di perdere la battuta dopo un rovescio colpito male, atterrato appena oltre la linea di fondo. Il vantaggio reggeva senza troppi problemi fino alla fine del set, tremando soltanto quando Nole serviva per il set e si ritrovava 15-30, prima di risalire la corrente grazie alla prima di servizio ed ad una stecca di Federer.
Il calo dello svizzero assumeva connotati molto più allarmanti in avvio di quarta frazione, mentre Djokovic prendeva sempre più fiducia, iniziando a prendere in mano con maggior facilità le redini dello scambio, cosa quasi mai accaduta nelle prime due partite. Un pessimo gioco d'apertura, pieno di stecche, consentiva al serbo di partire subito avanti di un turno di battuta. Federer con il passare dei game perdeva sempre più la sua solita brillantezza e continuava a sbagliare in maniera costante. Di contro Djokovic toccava picchi di rendimento incredibili con la battuta. Un rovescio affossato a metà rete consegnava a Djokovic un doppio break di vantaggio, dal forte sapore di quinto set. Federer salvava due palle set sull'1-5, ritardando di poco l'inevitabile quinto set.
All'alba della partita decisiva, la memoria non poteva che andare all'epico quinto set del 2011, uno dei migliori dell'intera storia del tennis, sicuramente uno dei più intensi. Anche i due protagonisti in campo devono aver rimembrato quell'epico precedente, visto che fin da subito entrambi alzavano moltissimo il volume del loro gioco. Federer tornava su livelli altissimi, come risvegliato dopo un lungo sonno, Djokovic alzava ulteriolmente il livello e la partita si infiammava. Colpi spettacolari in serie, botta e risposta continui, filo dell'equilibrio sottilissimo, ma resistente fino al 4-3 per lo svizzero, senza l'ombra di una palla break. Nell'ottavo gioco Djokovic disputava un game orribile, sbagliava due diritto e commetteva un doppio fallo, break a zero! Finita? Nemmeno per sogno! Federer conquistava due match point, Nole annullava la prima con una risposta super (Clicca qui per il video!), il nastro mandava out un diritto di Roger, che poi sbagliava sempre con il suo colpo migliore. Lo svizzero piazzava un ace sulla palla break, ma non serviva, dato che alla seconda occasione lo svizzero incappava incredibilmente in un doppio fallo, sinonimo di controbreak. L'aver sfiorato la fine, come l'anno scorso, trasformava Nole in una macchina spietata, gli errori sparivano ed i colpi da fondo si facevano sempre più violenti, Federer smarriva la prima ed era costretto a subire. Ancora un break, quello decisivo! GAME, SET & MATCH DJOKOVIC! Sembra incredibile, ma quando vedi l'inferno, poi diventi imbattibile.
Balla a fine partita Novak Djokovic, che oggi ha rimontato due set di svantaggio per la seconda volta in carriera. Federer invece perde per il secondo slam consecutivo, dopo essere stato avanti 2 set a zero(con Tsonga a Wimbledon la prima volta in assoluto nei major) . Lunedì Nole avrà la possibilità di alzare il terzo trofeo Slam stagionale, in finale contro il vincente della sfida tra Murray e Nadal. da TWI (n.d.r.)
Rafael Nadal (Esp)
d.
A. Murray (Gbr)
64 – 62 – 36 – 62
Rafael Nadal si impone su Andy Murray in 3 ore e 24 minuti di gioco e conferma l'eccezionale e inatteso ritrovato stato di forma, oltre ad un cinismo fuori dal comune. Andy esce di scena ancora una volta sul più bello, ma con l'onore delle armi.
Rafa sfodera la migliore condizione dell'anno e rimanda al mittente le buone intenzioni dello scozzese, aggressivo a più riprese; dall'opportunità a metà primo set, alle cruciali 3 palle break mancate ad inizio secondo set, alla riapertura del fronte nel terzo set e al tentativo di impresa (dopo un game lungo 8 minuti) nell'ultimo parziale, ma inerme di fronte allo strapotere atletico dell'avversario, ed umano (LUI) nel calo fisico.
Le chances Andy le ha quindi avute in tutti e 2 i primi parziali, complice una prima di servizio di Rafa non spesso nel quadrato, ma anche quando tutto sembrava volgere finalmente a suo favore ha stentato a cogliere le occasioni che gli si prospettavano, iniziando una rimonta impossibile e tardiva. Un Murray sprecone che verrà probabilmente per l'ennesima volta subissato dalle critiche in patria, ma comunque mai arrendevole a differenza di tante altre volte (se non a fine secondo set), e quindi assolutamente da assolvere.
Nadal affronta per la sesta volta in finale quest'anno Djokovic, e questa volta non sembra affatto lo sfavorito.
da TWI (n.d.r.)
da Y/Eurosport (n.d.r.)
Rafael Nadal c'è e lo dimostra nella semifinale dello Us Open: il maiorchino impiega quattro set per archiviare la partita con Andy Murray,e ora si riaprono le porte della finalissima, la stessa dello scorso anno, contro Novak Djokovic.
Lo spagnolo, testa di serie numero due, è stato fantastico dalla linea di fondocampo e a rete: troppo concreta la sua prova contro un Murray che, di fronte a tale preparazione, fisica e mentale dell'avversario, si è lasciato andare spesso a escandescenze e urla, rivolte solo alla propria persona, però. Soprattutto nei primi due set, le cose non sono praticamente girate mai nel verso giusto per il britannico, che solamente nel terzo parziale ha avuto la presenza di spirito di approfittare di qualche piccola defaiance di Nadal. Nel quarto, però, il sinistro di Manacor torna sui suoi livelli e mette la parola finel al match.
E Nadal ora si prepara alla "solita" battaglia con Djokovic, con il quale, soprattutto quest'anno ha un conto aperto e in negativo: nella scorsa edizione della finale dello Us Open fu Nadal a sorridere, ma il serbo quest'anno è stato in grado di vincere la bellezza di cinque volte quando in palio c'era un titolo, Wimbledon compreso.
"Quest'anno non ho avuto molta fortuna contro di lui - conferma Nadal - Ho giocato cinque finale e lo ho perse tutte. Spero che New York questa volta mi aiuti", ha detto il maiorchino alla gente che affollava l'Arthur Ashe.
Delusione per Murray, che sta cercando in tutti i modi di mettere fine alla striscia non vincente di britannici in uno Slam (74 anni). Ma dopo tre finali raggiunte e perse, questa volta non c'è nemmeno la chance di confrontarsi con l'ulimo atto. 44 vincenti, 13 più di Nadal, ma anche 55 errori non forzati nella sua partita(photos by USO2011 off site)[/center]