Come nota di colore a pié di pagina, quotidiani online e siti generalisti di "giù" pare non abbiano trovato di meglio che ironizzare sull'"italianità" di Jannik.
Ora, che tale "monito" arrivi da una nazione che annovera tra le sue fila, tennisticamente parlando ed in ordine di ranking il figlio di un uruguagio ed una spagnola (De Minaur), un russo (Popyrin), due sudafricani (Ebden e Polmans), un montenegrino (Vukic), due greci (Kokkinakis e Kyrgios), un giapponese (Hijikata), due cinesi (Kubler e Li Tu)....ignorando
pro pietas Schoolkate, Sekulic (nato a
Subiaco, caxxo...
), Tomic e quant'altri...non so se fa più ridere od incaxxare, ma preferisco la prima per diplomazia.
Non che siano stati più "carini" i cugini d'oltralpe che hanno vinto due mondiali di calcio con sei e nove undicesimi della squadra titolare magrebini od africani, oppure quei canadesi che, limitandosi solo al tennis, schierano Aliassime, Shapovalov, Diallo, Pospisil, Galarneau e Diez a faccia di cu*o non scherzano.
E in Italia c'è chi ha criticato l'altoatesino per aver usato due volte l termine "rollercoaster" anzichè "montagne russe" nelle interviste post-match.
Intanto, grazie soprattutto a lui il tricolore ha svettato nel punto più alto del podio.
N.H.P. (Non Ho Parole)