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Promemoria primo messaggio :

Veterano ha scritto:
Agam Bernardini dice:


ciao ragazzi, vedo che vi siete dati da fare a discutere sui vari aspetti del tennis. Avete detto tutti delle cose molto giuste, ma vi chiedo una cosa? Riuscite ad entrare in campo e ricordarvi tutte quelle parole e quelle idee? Se io dovessi pensare anche a un centesima parte di tutto quello che è stato detto resterei paralizzato a pensare quale è quella giusta e quella sbagliata. Capisco la necessità di entrare in campo con le idee chiare e la voglia di sapere cosa fare. Quello che io propongo è di mettere tutta la vostra attenzione sulle tecniche di centratura e di attenzione, perché quando ci riuscite, contattate il vostro centro e allora saprete in ogni momento esattamente cosa fare, quale colpo eseguire, se attaccare o difendervi. Insomma cadrà ogni dubbio e saprete da "dentro" la cosa giusta da fare. Credo che ognuno di voi abbia provato almeno una volta quella sensazione, ha giocato la partita perfetta. Chiamiamo quella sensazione essere "In the zone" "stare nella zona". Se l'avete provata anche una sola volta vuol dire che l'avete dentro di voi e dovete solo ricontattarla facendo gli esercizi e le tecniche di centratura e di attenzione e darete il meglio di voi senza pensare. La mente è la prima nemica del tennista. Dobbiamo giocare con il corpo, non pensare, ma stare centrati, rilassati, attenti e presenti e giocheremo il nostro miglior tennis e ci divertiremo moltissimo e usciremo dal campo sempre soddisfatti e felici.
Un'ultima cosa, con un gruppo di amici stiamo cercando un posto dove creare "L'Accademia dello Zennis". Se sapete di qualche Circolo di tennis in vendita o in gestione, per favore fatemelo sapere, ciao a tutti e a presto, Agam Bernardini


Ciao ragazzi, scusate se ve lo dico, ma siete andati totalmente nella testa e nella mente. Nello zen la mente viene definita come un meccanismo nato per risolvere i problemi pratici, il guaio è che quando non ci sono problemi reali se ne inventa di inesistenti per mantenere il controllo su di noi.
L'altra cosa importante da ricordare è che il tennis si gioca con il corpo e non con la mente visto che come riconoscono anche gli scienziati moderni, la mente è molto più lenta del corpo nel decidere cosa fare quando arriva una pallina a tutta velocità. Il corpo risponde istintivamente e quasi sempre molto saggiamente, la mente si domanda:"Faccio così o il contrario di così?" e arriva l'errore. A mio avviso la cosa è molto semplice: se sono attento e centrato gioco bene, se non sono attento e centrato gioco male. Oppure si può discutere all'infinito di cose teoriche che secondo me non sono di nessun aiuto quando si è in campo. In attesa di sapere cosa ne pensate, buon gioco e buon divertimento, ciao Agam



Oggi ho giocato con un socio del mio club con cui non avevo mai giocato e so che gioca bene e tutti mi dicevano, stai attento è molto difficile giocarci contro. In palleggio non ho notato nessun punto debole, sbagliava poco o niente e non capivo se aveva meglio il dritto o il rovescio. Allora mi sono detto, quale migliore occasione per mettere tutta la mia attenzione sulla palla, guardarla fino a che tocca le corde e vedere cosa succede: ho giocato una partita quasi perfetta e ho vinto 6-1 3-1 senza nessuna fatica e nessuna tensione. Viva l'attenzione e lo Zen, ciao a tutti, Agam.



Comunque voglio condividere una mia esperienza. Ieri ho giocato con un mio amico veterano come me anche lui maestro di tennis. Fra noi c'è una bella rivalità e non ci piace perdere quando giochiamo insieme. Lui ha una bella battuta e un gran dritto con cui fa molti punti da fondo, per cui il mio pensiero fisso era:" Non giocargli sul dritto" e con mia grande sorpresa e frustrazione i miei colpi andavano tutti verso il suo dritto. Eravamo 2-0 per lui e palla del 3-0 quando mi sono fermato e mi sono chiesto: "cosa stai facendo? Stai giocando lui, la tua attenzione è tutta su di lui. Torna a giocare la palla e a guardarla fino a che tocca le corde!!!!" E' finita 6-3 3-1 per me.

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Questo è il lavoro principale da fare: appena vediamo che la nostra attenzione si sposta su un qualunque elemento esterno, torniamo a fare l'esercizio di attenzione che abbiamo scelto e che possiamo cambiare a piacimento a seconda della situazione che stiamo affrontando. L'attenzione va allenata continuamente, anche quando non giochiamo: mentre camminiamo mettiamo l'attenzione sul camminare ecc. ecc.

Ciao e a presto e attendo altri contributi, Agam



Non mi interessa fare polemiche che sia ben chiaro a tutti..... ne di fare guerre tra forum.....non ho bisogno di nessuna conferma sui contenuti che scrivo......sulla forma a volte si.....son quasi trenta anni che sono fuori dall' italia e parlo per la maggior parte Inglese e Spagnolo anche in casa, non ho la tv italiana e leggo poco niente in italiano, percio' a volte quando scrivo in italiano mi possono venire dei dubbi sulle parole usate, ma non sui contenuti.
Non ho mai voluto offendere nessuno e parlo sempre in generale, anche perche' se non lo facessi la patente dell' idiota me la darei da solo.
Dopo aver chiarito questo se  per qualche motivo qualcuno si puo' essere sentito chiamato in causa per qualche motivo, il problema e' solo suo, e a me non interessa proprio.
Mi sono anche scusato prima di lasciare la discussione, e se questo non basta, lascio il campo libero a qualsiasi tipo di insinuazione nei miei confronti,che scivola sui binari della mia indifferenza senza colpirmi benche' minimamente.
Se tutta la questione e' nata dal fatto che  per qualcuno io dicessi che la mente a livello di " attenzione" non conta nulla, dovrebbe andare a rileggersi per bene cosa dico,perche' non ho mai fatto un affermazione simile.
Comunque per quello che mi riguarda la questione si era gia' conclusa credo almeno 25 post fa.
Ho postato i messaggi di Bernardini l'autore di Lo Zen E l'arte di giocare a Tennis perche' trovo che sia un buon libro per chi a problemi di concentrazione, non parla molto di tecnica e tattica ma e' molto interessante per quello che riguarda l'aspetto mentale inteso come attenzione.
Saluti a tutti e veramente senza rancore per nessuno.
Buon proseguimento
Vet.

Ciao veterano, mi fa piacere che sei tornato a scrivere qui, veramente. Quello che ho evidenziato in grassetto, è esattamente, quello che mi è riuscito di fare per quasi un anno intero, ed esattamente quello che non riesco a rifare. Nel 2015, ho avuto il mio anno magico e grazie ai risultati raggiunti, passai in terza categoria. Ricordo che anche prima di entrare in campo, avevo piena consapevolezza di quello che sapevo fare, ed in partita, riuscivo a mettere in pratica il 90% di quello che mi proponevo di fare. Purtroppo, a tutt'oggi, non sono più riuscito a richiamare quella condizione mentale se non per brevi periodi, 3-4 partite al massimo, poi ritorno a giocare in maniera insicura.
Io intendevo proprio una cosa come questa, quando insistevo che la mente influisce sulla prestazione....poi, hai ragione tu, a dire che più sei allenato e meno rischi di cadere in questa condizione, ma comunque, il rischio che un qualche stato di ansia ti prenda, anche se sei un grande professionista, esiste sempre....a maggior ragione, a livelli più bassi, dove la scarsa consapevolezza tecnica, mette nella testa dei "poveri" giocatori, i dubbi delle proprie capacità.....
Questo è un campo, dove non esiste la ragione assoluta.....troppe variabili......e come dici tu, la discussione si poteva considerare finita già parecchie pagine fa...ci siamo intestarditi in parecchi, ma alcune cose utili, ne sono uscite fuori comunque....
Ciao e buon tennis e buon lavoro alla tua accademia..... Wink Wink

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Caro Vander, anche esplicitando che non ha senso se si parla di tennis di 4° citare i pro, tu pensi subito a Camila e a Maria. 

E vorrei davvero capire meglio: Per me uno schema tipo in risposta potrebbe essere: risposta back sul rovescio, inizia lo scambio incrociato di rovesci, se riesco a far accorciare il mio avversario o a farlo andare più centrale spingo con lo sventaglio di dritto sempre sul suo rovescio, palla successiva, verosimilmente più corta spingo ancora sul rovescio e seguo a chiudere a rete. Se ho molti polmoni e sono meglio allenato atleticamente posso decidere di rischiare meno in aggressività e anziché attaccare sul rovescio, muoverlo incrociando magari con uno stretto sul suo diritto tenendo ancora lo scambio dove a quel punto se sono il più forte di dritto dovrei fare punto mentre se sono il più debole, pur essendo in vantaggio nello scambio di rovescio potrei andarlo a perdere.
Una delle due situazioni è più aggressiva dell'altra, ma nessuna delle due è tennis vario. Se gioco un drop shot da metà campo con il mio avversario che è 2 metri fuori dalla linea di fondo non è tennis vario,  può essere un rischio se io non ho una buona sensibilità e la palla mi va lunga, ma l'idea nello schema è corretta.  non stiamo parlando di tennis attendistico ma della ricerca del punto con un tennis aggressivo ma logico, paziente e che rispetti la geometria. L'estemporaneità è nemica del punteggio. Come reagirò ad una palla corta o come giocherò lo sventaglio lo devo sapere prima che succeda, se dovrò deciderlo durante il gioco sarò sicuramente messo male con i piedi e il mio timing non sarà quello giusto e magari avrò quelle indecisioni da "cambiamento di idea" che si sentono sempre nel tennis di 4°.  Su palle veloci si gioca bene perché non si pensa e su palle fiacche iniziamo a mettere i flag sull'opportunità di un colpo anziché un altro e la "consistenza" del nostro gioco si scioglie come neve al sole.

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ripeto ancora una volta che si fanno nomi famosi perchè se parlassimo di osvaldo persichetti
o giuseppe brambilla o basilio diotallevi non li conoscerebbe nessuno e la gente penserebbe 
ma che cavolo sta dicendo questo ? tu invece hai il dono di pensare al contrario, preferisci 
diotallevi !  nelle dovute proporzioni, il concetto di base è lo stesso. barty ha un gioco vario
perchè riesce a modulare rotazioni e traiettorie, può accelerare o rallentare i ritmi, camila 
giorgi no. e sono cose universalmente riconosciute da chi ne parla e ha esperienza tecnica. 
ripeto anche, sempre ancora una volta, che l'estemporaneità è un concetto che io non ho 
mai introdotto in questa discussione, ho parlato di altre cose, che sinceramente non ho 
più voglia e tempo di continuare a spiegare.

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Bene vuoi parlare della Barty,
La Barty (la mia tennista preferita) è cicciottella, si muove molto bene per qualità ma davvero con poca quantità. Porta i colpi in modo molto maschile ed ha un controllo del gioco di volo davvero da ATP, altro che WTA.
Ha un eccellente dritto, sensibilissimo e con cui sa giocare tutte le rotazioni e un rovescio con cui regge lo scambio solo con il back.  
Gioca un tennis molto aggressivo e tende a chiudere i punti in massimo 3 colpi.
I problemi li ha quando trova giocatrici in forma che mettono grande pressione da fondo, vedi Pliskova, Osaka, Kenin  (vi entrerebbe anche la Giorgi) per citarne alcune. Non avendo grande tenuta atletica rispetto alle antagoniste citate, si trova a dover accorciare lo scambio anche quando è in difficoltà sulla diagonale di rovescio. Grazie alla precisione con cui riesce a gestire il side spin del suo rovescio è capace di uscire dalla diagonale di rovescio con soluzioni limite che hanno successo perché le sue capacità sono importanti. Se accettasse la diagonale di rovescio perderebbe da tutte le randellatrici del circuito invece ha imparato ad uscire da quella diagonale con palle spesso diverse per rendere più difficile la chiusura dell'avversaria. 
Ma tutto questo con il tennis di 4° non c'entra una beata mazza. I pro si allenano 6 ore al giorno, allenano colpi e situazioni, si videoanalizzano e dedicano il 100% del loro tempo lavorativo al tennis. Noi amatori, giochiamo a tennis con quello che abbiamo magari una sola volta a settimana e credo che sia più semplice in queste condizioni, trovare una costanza di rendimento nello scambio da fondo. Poi come già detto e ripetuto, se il punteggio ed il vincere non sono obiettivi primari, allora vale tutto. Non intendo certo discutere di cosa sia più divertente e rispetto la soggettività.

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Ogni tanto leggo la frase "non ho più voglia (o tempo) di continuare a discutere", anche a me è capitato....poi....
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un saluto a tutti

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hai detto bene, giochiamo a tennis con quello che abbiamo, io ho questo. che non significa assolutamente che sono più bravo di altri che non ce l'hanno. l'ho suggerito perché secondo me potrebbe essere utile contro molti giocatori di quarta amatoriale. punto !

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Su palle veloci si gioca bene perché non si pensa e su palle fiacche iniziamo a mettere i flag sull'opportunità di un colpo anziché un altro e la "consistenza" del nostro gioco si scioglie come neve al sole.

la parte mentale può essere importante,ma credo che la difficoltà su palle fiacche sia nella maggior parte una questione di problemi di tecnica,problemi che su palle più rapide spesso sono meno penalizzati

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Iron ha scritto:
Su palle veloci si gioca bene perché non si pensa e su palle fiacche iniziamo a mettere i flag sull'opportunità di un colpo anziché un altro e la "consistenza" del nostro gioco si scioglie come neve al sole.

la parte mentale può essere importante,ma credo che la difficoltà su palle fiacche sia nella maggior parte una questione di problemi di tecnica,problemi che su palle più rapide spesso sono meno penalizzati

Su palle veloci sfrutti la velocità ed hai tempo di reazione pari a zero. Sulle palle senza peso devi spingere tu e devi avere tecnica per farlo. Diciamo che le palle lente mettono in evidenza i nostri limiti tecnici.
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Bèh è più facile appoggiarsi ad un colpo piuttosto che spingere... Identifica i punti deboli del tuo avversario - Pagina 6 810504

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framan ha scritto:
Iron ha scritto:
Su palle veloci si gioca bene perché non si pensa e su palle fiacche iniziamo a mettere i flag sull'opportunità di un colpo anziché un altro e la "consistenza" del nostro gioco si scioglie come neve al sole.



Forse mi son perso qualcosa, chi l'ha inventata 'sta cosa ?

È neurofisiologia, se Drichichi pensa al sistema piramidale ed extrapiramidale converrà con me che per giocare a tennis è bene essere ignoranti come l' acqua. 
Devi allenare le situazioni in allenamento perché usare il pensiero cosciente (sistema piramidale) durante un complicato gesto tennistico che deve essere acquisito ed automatico (sistema extrapiramidale) crea un' interferenza per cui penserai la cosa giusta ma la farai sbagliata Very Happy Very Happy Very Happy

Ultima modifica di Riki66 il Gio 11 Giu 2020 - 13:10 - modificato 1 volta.
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Appunto, quindi dove sta il problema? scratch

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pensate che entro ferragosto si riuscirà a chiudere questa discussione ? ma soprattutto....a cosa serve ? tanto ognuno è partito con un'idea e non la cambia neanche morto. dialogare dovrebbe servire ad allargare gli orizzonti, altrimenti non è dialogare, è soltanto cercare rogna
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ma non è meglio ascoltare foxtrot dei Genesis ?
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No, mi permetta. No, io... scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribàcchi confaldina? Come antifurto, per esempio.
Cit Conte Mascetti
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Mi consenta...

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"Su palle veloci si gioca bene perché non si pensa e su palle fiacche iniziamo a mettere i flag sull'opportunità di un colpo anziché un altro e la "consistenza" del nostro gioco si scioglie come neve al sole."
Perchè mi sono convinto che le palle senza peso siano abbordabili con maggiore capacità di controllo colpendo in underspin ... o, al massimo, con un bel piattone ... è solo una convinzione condizionata dal mio escursus tennistico e priva di raziocinio o ha un suo fondamento tecnico?
Che ne pensate?
Voi come le affrontate?

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Dipende da dove sono ste palle fiacche....a fondo campo? Zero problemi. (o comunque meno che nell'alternativa sotto..)
A metà campo? Problemissimi, che nascono prevalentemente dal fatto che di palle a fondo campo ne colpisci migliaia, palle mosce a metà campo (e magari provando a chiudere) molte molte meno...secondo me!

Questo unito al fatto che inizi a pensare a come affrontarle, proprio perchè non sei completamente a tuo agio..

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Dagoberto ha scritto:
"Su palle veloci si gioca bene perché non si pensa e su palle fiacche iniziamo a mettere i flag sull'opportunità di un colpo anziché un altro e la "consistenza" del nostro gioco si scioglie come neve al sole."
Perchè mi sono convinto che le palle senza peso siano abbordabili con maggiore capacità di controllo colpendo in underspin ... o, al massimo, con un bel piattone ... è solo una convinzione condizionata dal mio escursus tennistico e priva di raziocinio o ha un suo fondamento tecnico?
Che ne pensate?
Voi come le affrontate?


Anche per me stessa cosa!

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piccolit ha scritto:
Dipende da dove sono ste palle fiacche....a fondo campo? Zero problemi. (o comunque meno che nell'alternativa sotto..)
A metà campo? Problemissimi, che nascono prevalentemente dal fatto che di palle a fondo campo ne colpisci migliaia, palle mosce a metà campo (e magari provando a chiudere) molte molte meno...secondo me!

Questo unito al fatto che inizi a pensare a come affrontarle, proprio perchè non sei completamente a tuo agio..

si, ok, tutto chiaro, ma come le colpisci, non hai un tuo standard, una sorta di protocollo, decidi di volta in volta? Io se ricevo una palla con rimbalzo verticale vado con il pilota in automatico di back, sia di diritto, sia di rovescio, al massimo, se ritengo necessario un po' più di spinta, completo bene lo swing spingendo di piatto, come ad accompagnare ... trovo il colpo in topspin meno confidente. Non ho ben chiaro se sia un mio vezzo o se ci possa essere una qualche logica tecnica, fatico a decidermi in merito ... Question

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Ma vuoi sapere cosa farebbe la Barty o la Giorgi? 
Da dove la vuoi giocare la palla senza peso, perché se sei a metà campo è una cosa, ma dalla linea di fondo è ben diversa… altezza del rimbalzo? 

Scherzi a parte, la palla senza peso si gioca di diritto, colpendo in fase ascendente o all'apice. Nel momento in cui la lasciamo scendere perdiamo il vantaggio e diminuiamo le possibilità di accelerazione.

Se ne siamo capaci possiamo giocare il drop shot da metà campo. Se siamo in una fase atletica tonica, possiamo pensare anche allo schiaffone al volo.

Da fondo invece si dovrebbe anticipare per riportare il nostro avversario ad una situazione di pressione. 

Dette così sembran cose con dietro dei grandi pensieri. Così non è, ci si muove e si colpisce come abbiamo deciso di fare nei nostri allenamenti, nelle nostre esperienze precedenti. non ci si chiede che cosa fare durante il gioco. Lo si fa.

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No, no, il quesito è molto più semplice. Non è in dubbio la soluzione da adottare, quella dipende da altro, nostre capacità, situazione di gioco, esperienza, ecc., tutto chiaro. Il punto è, a mio avviso, che una palla con modesta energià orizzontale sia più controllabile andandola ad aggredire da sotto, impattando con il piatto corde che finira sotto la palla. Ciò può essere adottato sia colpendo la palla quando ormai sta scendendo perchè, magari, non si è riusciti ad arrivare in tempo a seguito di un imprevisto rimbalzo in prossimità del net, ma anche se si vuole anticipare colpendo la palla in ascesa ben sopra il net, per esempio con un choppone di diritto ... Però, non mi è chiaro se sia solo una mia convinzione o se ci siano fondamenti tecnici, diciamo scientifici (?) che giustiifichino questa opzione ... per inciso, se colpisco al volo il problema non si pone ...

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Col choppone di dritto puoi aspirare ad una profondità di palla interessante ma non certo ad una accelerazione importante. Ti faccio un esempio che forse può calzare: 

Quando alleno mio figlio e mi gioca una scamorza a metà campo lo attacco con un back, profondo perché voglio che giochi il passante, voglio che tiri dove deve tirare senza pensare a dove è meglio tirare = lo faccio giocare.

Se gioco in un torneo, e ricevo la stessa palla, faccio esplodere la pallina con una sassata, la sbrano, le salto sopra…la palla non deve tornare. Un back lo giocherei solamente per far giocare l'avversario se fosse palesemente più debole.
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