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Promemoria primo messaggio :

Veterano ha scritto:
Agam Bernardini dice:


ciao ragazzi, vedo che vi siete dati da fare a discutere sui vari aspetti del tennis. Avete detto tutti delle cose molto giuste, ma vi chiedo una cosa? Riuscite ad entrare in campo e ricordarvi tutte quelle parole e quelle idee? Se io dovessi pensare anche a un centesima parte di tutto quello che è stato detto resterei paralizzato a pensare quale è quella giusta e quella sbagliata. Capisco la necessità di entrare in campo con le idee chiare e la voglia di sapere cosa fare. Quello che io propongo è di mettere tutta la vostra attenzione sulle tecniche di centratura e di attenzione, perché quando ci riuscite, contattate il vostro centro e allora saprete in ogni momento esattamente cosa fare, quale colpo eseguire, se attaccare o difendervi. Insomma cadrà ogni dubbio e saprete da "dentro" la cosa giusta da fare. Credo che ognuno di voi abbia provato almeno una volta quella sensazione, ha giocato la partita perfetta. Chiamiamo quella sensazione essere "In the zone" "stare nella zona". Se l'avete provata anche una sola volta vuol dire che l'avete dentro di voi e dovete solo ricontattarla facendo gli esercizi e le tecniche di centratura e di attenzione e darete il meglio di voi senza pensare. La mente è la prima nemica del tennista. Dobbiamo giocare con il corpo, non pensare, ma stare centrati, rilassati, attenti e presenti e giocheremo il nostro miglior tennis e ci divertiremo moltissimo e usciremo dal campo sempre soddisfatti e felici.
Un'ultima cosa, con un gruppo di amici stiamo cercando un posto dove creare "L'Accademia dello Zennis". Se sapete di qualche Circolo di tennis in vendita o in gestione, per favore fatemelo sapere, ciao a tutti e a presto, Agam Bernardini


Ciao ragazzi, scusate se ve lo dico, ma siete andati totalmente nella testa e nella mente. Nello zen la mente viene definita come un meccanismo nato per risolvere i problemi pratici, il guaio è che quando non ci sono problemi reali se ne inventa di inesistenti per mantenere il controllo su di noi.
L'altra cosa importante da ricordare è che il tennis si gioca con il corpo e non con la mente visto che come riconoscono anche gli scienziati moderni, la mente è molto più lenta del corpo nel decidere cosa fare quando arriva una pallina a tutta velocità. Il corpo risponde istintivamente e quasi sempre molto saggiamente, la mente si domanda:"Faccio così o il contrario di così?" e arriva l'errore. A mio avviso la cosa è molto semplice: se sono attento e centrato gioco bene, se non sono attento e centrato gioco male. Oppure si può discutere all'infinito di cose teoriche che secondo me non sono di nessun aiuto quando si è in campo. In attesa di sapere cosa ne pensate, buon gioco e buon divertimento, ciao Agam



Oggi ho giocato con un socio del mio club con cui non avevo mai giocato e so che gioca bene e tutti mi dicevano, stai attento è molto difficile giocarci contro. In palleggio non ho notato nessun punto debole, sbagliava poco o niente e non capivo se aveva meglio il dritto o il rovescio. Allora mi sono detto, quale migliore occasione per mettere tutta la mia attenzione sulla palla, guardarla fino a che tocca le corde e vedere cosa succede: ho giocato una partita quasi perfetta e ho vinto 6-1 3-1 senza nessuna fatica e nessuna tensione. Viva l'attenzione e lo Zen, ciao a tutti, Agam.



Comunque voglio condividere una mia esperienza. Ieri ho giocato con un mio amico veterano come me anche lui maestro di tennis. Fra noi c'è una bella rivalità e non ci piace perdere quando giochiamo insieme. Lui ha una bella battuta e un gran dritto con cui fa molti punti da fondo, per cui il mio pensiero fisso era:" Non giocargli sul dritto" e con mia grande sorpresa e frustrazione i miei colpi andavano tutti verso il suo dritto. Eravamo 2-0 per lui e palla del 3-0 quando mi sono fermato e mi sono chiesto: "cosa stai facendo? Stai giocando lui, la tua attenzione è tutta su di lui. Torna a giocare la palla e a guardarla fino a che tocca le corde!!!!" E' finita 6-3 3-1 per me.

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Questo è il lavoro principale da fare: appena vediamo che la nostra attenzione si sposta su un qualunque elemento esterno, torniamo a fare l'esercizio di attenzione che abbiamo scelto e che possiamo cambiare a piacimento a seconda della situazione che stiamo affrontando. L'attenzione va allenata continuamente, anche quando non giochiamo: mentre camminiamo mettiamo l'attenzione sul camminare ecc. ecc.

Ciao e a presto e attendo altri contributi, Agam



Non mi interessa fare polemiche che sia ben chiaro a tutti..... ne di fare guerre tra forum.....non ho bisogno di nessuna conferma sui contenuti che scrivo......sulla forma a volte si.....son quasi trenta anni che sono fuori dall' italia e parlo per la maggior parte Inglese e Spagnolo anche in casa, non ho la tv italiana e leggo poco niente in italiano, percio' a volte quando scrivo in italiano mi possono venire dei dubbi sulle parole usate, ma non sui contenuti.
Non ho mai voluto offendere nessuno e parlo sempre in generale, anche perche' se non lo facessi la patente dell' idiota me la darei da solo.
Dopo aver chiarito questo se  per qualche motivo qualcuno si puo' essere sentito chiamato in causa per qualche motivo, il problema e' solo suo, e a me non interessa proprio.
Mi sono anche scusato prima di lasciare la discussione, e se questo non basta, lascio il campo libero a qualsiasi tipo di insinuazione nei miei confronti,che scivola sui binari della mia indifferenza senza colpirmi benche' minimamente.
Se tutta la questione e' nata dal fatto che  per qualcuno io dicessi che la mente a livello di " attenzione" non conta nulla, dovrebbe andare a rileggersi per bene cosa dico,perche' non ho mai fatto un affermazione simile.
Comunque per quello che mi riguarda la questione si era gia' conclusa credo almeno 25 post fa.
Ho postato i messaggi di Bernardini l'autore di Lo Zen E l'arte di giocare a Tennis perche' trovo che sia un buon libro per chi a problemi di concentrazione, non parla molto di tecnica e tattica ma e' molto interessante per quello che riguarda l'aspetto mentale inteso come attenzione.
Saluti a tutti e veramente senza rancore per nessuno.
Buon proseguimento
Vet.

Ciao veterano, mi fa piacere che sei tornato a scrivere qui, veramente. Quello che ho evidenziato in grassetto, è esattamente, quello che mi è riuscito di fare per quasi un anno intero, ed esattamente quello che non riesco a rifare. Nel 2015, ho avuto il mio anno magico e grazie ai risultati raggiunti, passai in terza categoria. Ricordo che anche prima di entrare in campo, avevo piena consapevolezza di quello che sapevo fare, ed in partita, riuscivo a mettere in pratica il 90% di quello che mi proponevo di fare. Purtroppo, a tutt'oggi, non sono più riuscito a richiamare quella condizione mentale se non per brevi periodi, 3-4 partite al massimo, poi ritorno a giocare in maniera insicura.
Io intendevo proprio una cosa come questa, quando insistevo che la mente influisce sulla prestazione....poi, hai ragione tu, a dire che più sei allenato e meno rischi di cadere in questa condizione, ma comunque, il rischio che un qualche stato di ansia ti prenda, anche se sei un grande professionista, esiste sempre....a maggior ragione, a livelli più bassi, dove la scarsa consapevolezza tecnica, mette nella testa dei "poveri" giocatori, i dubbi delle proprie capacità.....
Questo è un campo, dove non esiste la ragione assoluta.....troppe variabili......e come dici tu, la discussione si poteva considerare finita già parecchie pagine fa...ci siamo intestarditi in parecchi, ma alcune cose utili, ne sono uscite fuori comunque....
Ciao e buon tennis e buon lavoro alla tua accademia..... Wink Wink

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Personalmente ho provato a usare in campo i consigli di taglia e veterano e devo dire che funzionano. 
Meno si incasina la testa e meglio si gioca. 
Alla fine cerco di giocare semplice e spingo solo quando sono in condizione di farlo.. Vario solo raramente, se sono almeno 2 quindici avanti, per usare l' effetto sorpresa e togliere riferimenti. 
Cerco di limitare gli errori, chiedendomi perché ho sbagliato e mi immagino subito il colpo corretto. 
Questo consente di finire un match senza andare in confusione, che è la cosa più importante.

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Riki66 ha scritto:

Meno si incasina la testa e meglio si gioca. 
Alla fine cerco di giocare semplice e spingo solo quando sono in condizione di farlo.. Vario solo raramente, se sono almeno 2 quindici avanti, per usare l' effetto sorpresa e togliere riferimenti. 
Cerco di limitare gli errori, chiedendomi perché ho sbagliato e mi immagino subito il colpo corretto. 
Questo consente di finire un match senza andare in confusione, che è la cosa più importante.

Ottimo
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framan ha scritto:
Riki66 ha scritto:
Personalmente ho provato a usare in campo i consigli di taglia e veterano e devo dire che funzionano. 
Meno si incasina la testa e meglio si gioca. 
Alla fine cerco di giocare semplice e spingo solo quando sono in condizione di farlo.. Vario solo raramente, se sono almeno 2 quindici avanti, per usare l' effetto sorpresa e togliere riferimenti. 
Cerco di limitare gli errori, chiedendomi perché ho sbagliato e mi immagino subito il colpo corretto. 
Questo consente di finire un match senza andare in confusione, che è la cosa più importante.

La cosa più curiosa è
Che taglia e veterano son li a parlare di tattica, esattamente quella che non bisogna usare
E che nessuno parla di tattiche astruse, non si sa bene chi le abbia tirate fuori, se non i sopracitati per tentare non si sa' bene cosa. Se uno si mette nelle cose astruse è il non uso del cervello, non l'uso del cervello.
E visto che nei fatti semplicemente stanno confermado ciò che inizialmente, prima dell'arrivo di veterano, stavamo dicendo, ne si deduce che i due ci stanno dando ragione, ed hanno semplicemente agito per partito preso.
Non vado a cercarti i post, son tutti li, basta leggerli.

Dici? scratch
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Ok

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I
Perchè abbia deciso d’intervenire, francamente, non me lo so spiegare ... tanto sono sicuro di come andrá a finire ... forse per semplice onestá intellettuale e dimostrare una volta di più le mie perplessitá nell’avviare un confronto sereno senza che qualcuno dall’alto di presunte maggiori competenze acquisite sul campo, pretenderebbe di poter pontificare le proprie convinzioni come fossero dettami accademici indissolubili. Ho cercato di sottolineare nel mio primo intervento come la storia del tennis ci illustri tutt’alto che uno sport monolitico e, anzi, spesso i più grandi si sono distinti proprio per essere dei precursori, introducendo metodologie e pratiche tennistiche innovative se non dissacranti rispetto il loro più immediato passato, ma la cosa, oltre che non essere nota ai più é, evidentemente, sfuggita. Credo, in fondo, non ci si voglia capire o, forse, semplicemente ascoltare ... perché? Perché, credo, si sia più focalizzati nell’emergere, imponendo un ruolo che si vorrebbe essere riconosciuto come autorevole nella comunitá, anche se spesso scivola, magari inconsapevolmente,  nell’essere più che altro autoritario. Veniamo al dunque, sottolineando che, peraltro, il post era orientato a ben altro e forse più interessante tema ... ergo si é da un po’ di pagine OT ... Comunque, il dunque, infine, é, a mio modo di vedere, la consistenza, quindi giocare un tennis poco falloso. La domanda, quindi, é, o dovrebbe essere: come giocare un tennis consistente, quindi sbagliare poco?
Che colpire la palla per indirizzarla sulla diagonale comporti dei vantaggi balistici indiscutibili é noto a tutti i tennisti che praticano questa disciplina da un po’ ... campo più lungo, traiettoria che incrocia il net dov’é più basso e, aggiungo, biodinamica dello swing più naturale considerato che con l’energia trasmessa all’arto nel colpire una palla profonda l’inerzia del movimento trova in una chiusura ampia una sua ideale conclusione rispetto a un lungo linea dove, al di lá di un diverso punto d’impatto con la palla, leggermente un po’ più arretrato, lo swing tende a frenarsi un po’ nella fase di chiusura. Ciò per sottolineare, se fosse necessario ancora, che se si vuole eseguire un colpo un po’ più sicuro conviene optare per un cross. Ora, la diatriba innescatasi che si protrae, peraltro, da tempo immemore su queste pagine di PT é se puntando sul giocare in diagonale, quale principale soluzione tattica, sia più o meno conservativo rispetto ad altre soluzioni. Ovvietá, se so colpire in diagonale, profondo e carico di spin senza tentennamenti per almeno 5/6 scambi, sia di diritto, sia di rovescio ... beh, ho certamente un’arma importante, ma nella tanto vituperata 4a cat. siamo sicuri sia così comune trovare giocatori con questa qualitá? Intanto, il palleggio deve essere profondo, perché se non lo é e si accorcia la diagonale é aria fritta ... intanto la diagonale deve essere una diagonale e non una volta nell’angolo, una volta un po’ più verso il centro, la volta dopo, magari finisce in corridoio ... La 4a cat. é rappresentata per la stragrande maggioranza da tennisti che riescono a giocare max 2 volte settimana ... consolidare una diagonale sicura su entrambi i colpi per almeno 5/6 palleggi non é uno scherzo, significa aver dedicato ore e ore di training specifico e mantenere nel tempo questa sensibilitá. Sicuri che si tratti di tattica così facilmente abbordabile come spesso viene dipinta? Il giocare sulla diagonale quale principale soluzione tattica vincente é farina del sacco della più recente scuola spagnola che anche grazie a ciò ha riempito gli almanacchi degli ultimi 20 anni di loro giocatori, spesso nelle primissime posizioni del ranking. Ciò ha condizionato anche un po’ tutta la didattica di questo 3o millennio. Tutto ciò è anche coerente con la più recente attrezzatura che agevola ed esalta un tennis di potenza e, si sa, se si colpisce forte sulla diagonale si ha più campo per tenerla dentro ... ma stiamo sempre parlando di tennis intensivo, ai massimi livelli di espressione. Se torniamo alla nostra 4a cat. ... beh, le cose sono un po’ diverse. Faccio un esempio banale ... bisettrice ... quando si colpisce cross si suggerisce di non rientrare completamente al centro del campo, come si dovrebbe fare colpendo lungo linea o al centro del campo, ma di rimanere un po’ verso la metà del campo dove si é colpito, perché li coincide la bisettrice del triangolo virtuale costituita dalle due possibili estreme soluzioni del vostro avversario (per chi ha meno dimestichezza cercare su google bisettrice Tennis ...), ma se giocate in 4a e il vostro cross non sará poi così carico, come sará probabile, molto probabilmente il vostro avversario vedendo buona parte del campo sguarnito colpirá li, fregandomene beatamente dei dettami balistici suggeriti dalla tattica di gioco, ciò a sottolineare oltre all’inadeguatezza nella pratica di gioco, anche una certa ignoranza didattica.
Insomma, il tennis di 4a é sostanzialmente un altro tennis, per certi versi molto più complicato, c’é meno allenamento, meno sensibilitá tattica, meno freddezza e luciditá. Questo non significa che non si possa organizzare un’efficace strategia sulle diagonali al fine di far accorciare l’avversario per cercare di chiudere il punto, si, con il lungo linea, ma onestá intellettuale vuole che si sottolinei che non é per nulla semplice, tantomeno naturale, giocare così. Ecco perché in 4a é più facile trovare il palettaro che te la butta sempre di lá senza tanti fronzoli, piuttosto che quello, un po’ più evoluto, che cerca di farti fare il tergicristallo, magari con dei continui lungo linea ... Poi, non va dimenticata la componente ludica ... la scuola spagnola ha vinto tanto ... però non è che esalti proprio tutti, in quanto a spettacolarità, in particolare se trasferita a bassi livelli, non é il massimo, molto più divertente la verticalizzazione degli anni 70 e tra gli amatour non ci sono in palio denari. Poi, va anche detto che oramai da qualche anno vige la suddivisione del campo nelle 4 zone ABCD e su queste i maggiori Coach professionistici muovono le tattiche di gioco, più che sulle sole diagonali. Insomma, per concludere, forse un po’ più di apertura e considerazione dei diversi contesti che caratterizzano i PRO, o anche il tennis intensivo, rispetto il mondo degli amatour sarebbe più comprensibile, o no?
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Se abbiamo difficoltà a tenere 5 o 6 palleggi sulla diagonale, semplicemente vuol dire che non ci piace proprio farlo, quindi hai ragione tu, perché per noi lo scopo principale è il divertirsi, ed è giusto farlo come meglio si crede.
Se ci riesci anche a vincere parecchio, i miei più sinceri complimenti, ma ritengo improbabile che riusciamo ad essere meno fallosi con le variazioni... 
Sostengo che gli attrezzi moderni abbiano purtroppo ucciso il gioco vario.. l'interprete a mio avviso più bello è divertente del gioco vario è stato Laver, Ma questo è stato possibile dalla sua fisicità straordinaria, e dal fatto che la palla corresse meno.

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study

Ultima modifica di piccolit il Mar 9 Giu 2020 - 8:12 - modificato 1 volta. (Motivazione : non avevo visto che la discussione è stata modificata)
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E' verissimo che trovare la solidità sulle due diagonali richiede  un lavoro di ore e ore, non ci si inventa.

Ma ribaltando il discorso, se padroneggiare 2 colpi è difficile e richiede un sacco di allenamento, sarà ben più difficile giocare 50 colpi diversi bene e in campo, no?
E qui secondo me salta il banco : tecnicamente, allenare 50 colpi è 800 volte più difficile che allenarne 2, e richiede una quantità di tempo esponenziale.
Però...entrare in campo e tirare a caso è la cosa più facile del mondo , non richiede nessun allenamento e nessun impegno, nessuna "impostazione".

Hai detto bene Dagoberto, giocare a tennis non è una cosa che viene per niente naturale a chi sta imparando (tipo me)
La 4a categoria non è piena di gente che non padroneggia le diagonali, è piena di gente che non ha nessuna impostazione, non sa ancora giocare a tennis, sta imparando (si spera)
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drichichi ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] tu alla fine come ti regoleresti?
Provi a capire chi hai di fronte e giochi al meglio i tuoi colpi o giochi a ribattere ogni palla cercando di sbagliare poco e di non pensare?


Riki66 ha scritto:
Personalmente ho provato a usare in campo i consigli di taglia e veterano e devo dire che funzionano. 
Meno si incasina la testa e meglio si gioca. 
Alla fine cerco di giocare semplice e spingo solo quando sono in condizione di farlo.. Vario solo raramente, se sono almeno 2 quindici avanti, per usare l' effetto sorpresa e togliere riferimenti. 
Cerco di limitare gli errori, chiedendomi perché ho sbagliato e mi immagino subito il colpo corretto. 
Questo consente di finire un match senza andare in confusione, che è la cosa più importante.


[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: ha risposto [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] per mio conto  Laughing . In pratica avrei scritto le stesse cose.
Parto il più delle volte cercando di impostare l'incontro sulla base del mio gioco, del mio avversario, dei suoi e soprattutto miei punti deboli, e poi: condizione della giornata, mie condizioni fisiche e mentali...ecc. ecc. ecc. Alla fine il più delle volte mi rendo conto di essermi fatte troppe seghe mentali e, dopo i primi errori dettati da timidezza all'impatto della palla per cercare di sopravvivere in campo, libero la mente, reagisco con un bel "Ma vaff'a......" ed inizio a lasciar il braccio cercando di vedere la partita come un allenamento e non come lo scopo di portare a tutti i costi la partita a casa. I "a5" poi arrivano da se e senza troppa confusione mentale.
Credo che solo i big del tennis possano mettere insieme il tutto ed avere la preparazione fisica e mentale di mettere bene tutti i tasselli al loro posto.

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Dagoberto ha scritto:
I
Perchè abbia deciso d’intervenire, francamente, non me lo so spiegare ... tanto sono sicuro di come andrá a finire ... forse per semplice onestá intellettuale e dimostrare una volta di più le mie perplessitá nell’avviare un confronto sereno senza che qualcuno dall’alto di presunte maggiori competenze acquisite sul campo, pretenderebbe di poter pontificare le proprie convinzioni come fossero dettami accademici indissolubili. Ho cercato di sottolineare nel mio primo intervento come la storia del tennis ci illustri tutt’alto che uno sport monolitico e, anzi, spesso i più grandi si sono distinti proprio per essere dei precursori, introducendo metodologie e pratiche tennistiche innovative se non dissacranti rispetto il loro più immediato passato, ma la cosa, oltre che non essere nota ai più é, evidentemente, sfuggita. Credo, in fondo, non ci si voglia capire o, forse, semplicemente ascoltare ... perché? Perché, credo, si sia più focalizzati nell’emergere, imponendo un ruolo che si vorrebbe essere riconosciuto come autorevole nella comunitá, anche se spesso scivola, magari inconsapevolmente,  nell’essere più che altro autoritario. Veniamo al dunque, sottolineando che, peraltro, il post era orientato a ben altro e forse più interessante tema ... ergo si é da un po’ di pagine OT ... Comunque, il dunque, infine, é, a mio modo di vedere, la consistenza, quindi giocare un tennis poco falloso. La domanda, quindi, é, o dovrebbe essere: come giocare un tennis consistente, quindi sbagliare poco?
Che colpire la palla per indirizzarla sulla diagonale comporti dei vantaggi balistici indiscutibili é noto a tutti i tennisti che praticano questa disciplina da un po’ ... campo più lungo, traiettoria che incrocia il net dov’é più basso e, aggiungo, biodinamica dello swing più naturale considerato che con l’energia trasmessa all’arto nel colpire una palla profonda l’inerzia del movimento trova in una chiusura ampia una sua ideale conclusione rispetto a un lungo linea dove, al di lá di un diverso punto d’impatto con la palla, leggermente un po’ più arretrato, lo swing tende a frenarsi un po’ nella fase di chiusura. Ciò per sottolineare, se fosse necessario ancora, che se si vuole eseguire un colpo un po’ più sicuro conviene optare per un cross. Ora, la diatriba innescatasi che si protrae, peraltro, da tempo immemore su queste pagine di PT é se puntando sul giocare in diagonale, quale principale soluzione tattica, sia più o meno conservativo rispetto ad altre soluzioni. Ovvietá, se so colpire in diagonale, profondo e carico di spin senza tentennamenti per almeno 5/6 scambi, sia di diritto, sia di rovescio ... beh, ho certamente un’arma importante, ma nella tanto vituperata 4a cat. siamo sicuri sia così comune trovare giocatori con questa qualitá? Intanto, il palleggio deve essere profondo, perché se non lo é e si accorcia la diagonale é aria fritta ... intanto la diagonale deve essere una diagonale e non una volta nell’angolo, una volta un po’ più verso il centro, la volta dopo, magari finisce in corridoio ... La 4a cat. é rappresentata per la stragrande maggioranza da tennisti che riescono a giocare max 2 volte settimana ... consolidare una diagonale sicura su entrambi i colpi per almeno 5/6 palleggi non é uno scherzo, significa aver dedicato ore e ore di training specifico e mantenere nel tempo questa sensibilitá. Sicuri che si tratti di tattica così facilmente abbordabile come spesso viene dipinta? Il giocare sulla diagonale quale principale soluzione tattica vincente é farina del sacco della più recente scuola spagnola che anche grazie a ciò ha riempito gli almanacchi degli ultimi 20 anni di loro giocatori, spesso nelle primissime posizioni del ranking. Ciò ha condizionato anche un po’ tutta la didattica di questo 3o millennio. Tutto ciò è anche coerente con la più recente attrezzatura che agevola ed esalta un tennis di potenza e, si sa, se si colpisce forte sulla diagonale si ha più campo per tenerla dentro ... ma stiamo sempre parlando di tennis intensivo, ai massimi livelli di espressione. Se torniamo alla nostra 4a cat. ... beh, le cose sono un po’ diverse. Faccio un esempio banale ... bisettrice ... quando si colpisce cross si suggerisce di non rientrare completamente al centro del campo, come si dovrebbe fare colpendo lungo linea o al centro del campo, ma di rimanere un po’ verso la metà del campo dove si é colpito, perché li coincide la bisettrice del triangolo virtuale costituita dalle due possibili estreme soluzioni del vostro avversario (per chi ha meno dimestichezza cercare su google bisettrice Tennis ...), ma se giocate in 4a e il vostro cross non sará poi così carico, come sará probabile, molto probabilmente il vostro avversario vedendo buona parte del campo sguarnito colpirá li, fregandomene beatamente dei dettami balistici suggeriti dalla tattica di gioco, ciò a sottolineare oltre all’inadeguatezza nella pratica di gioco, anche una certa ignoranza didattica.
Insomma, il tennis di 4a é sostanzialmente un altro tennis, per certi versi molto più complicato, c’é meno allenamento, meno sensibilitá tattica, meno freddezza e luciditá. Questo non significa che non si possa organizzare un’efficace strategia sulle diagonali al fine di far accorciare l’avversario per cercare di chiudere il punto, si, con il lungo linea, ma onestá intellettuale vuole che si sottolinei che non é per nulla semplice, tantomeno naturale, giocare così. Ecco perché in 4a é più facile trovare il palettaro che te la butta sempre di lá senza tanti fronzoli, piuttosto che quello, un po’ più evoluto, che cerca di farti fare il tergicristallo, magari con dei continui lungo linea ... Poi, non va dimenticata la componente ludica ... la scuola spagnola ha vinto tanto ... però non è che esalti proprio tutti, in quanto a spettacolarità, in particolare se trasferita a bassi livelli, non é il massimo, molto più divertente la verticalizzazione degli anni 70 e tra gli amatour non ci sono in palio denari. Poi, va anche detto che oramai da qualche anno vige la suddivisione del campo nelle 4 zone ABCD e su queste i maggiori Coach professionistici muovono le tattiche di gioco, più che sulle sole diagonali. Insomma, per concludere, forse un po’ più di apertura e considerazione dei diversi contesti che caratterizzano i PRO, o anche il tennis intensivo, rispetto il mondo degli amatour sarebbe più comprensibile, o no?

Grazie per il contributo. Potrei affermare che sei riuscito a portare il tema da una condizione teorica ad una più pratica e realistica, perché dopo il secondo diritto incrociato quello non tira sulla mia diagonale, ma va sul lungolinea di diritto. Vero è anche che il nostro tennis non è il tennis moderno e dobbiamo adattarci. Vero è che il mondo dei quarta categoria è molto variegato e simpatico, vero è che ci dobbiamo divertire.
Farei serve & volley a vita ma il fisico non è più quello di una volta.... Ebbene sì, il tennis che hai descritto tu è il variegato mondo dei quarta categoria.

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Chissà se [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ci delizia di un po' della sua esperienza in merito...  Identifica i punti deboli del tuo avversario - Pagina 5 810504

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c'è una cosa che vedo che ancora non è stata focalizzata ed è alla base di tutti gli 
equivoci di questa discussione: quando drichichi chiedeva inizialmente come leggere 
il gioco dell'avversario e identificare i punti deboli, io gli ho suggerito una cosa ben 
precisa, di alternare partite con situazioni di allenamento mirato a prendere confidenza
con altre soluzioni di gioco, perchè dalle sue parole mi era sembrato di capire che 
era quello un pò il suo limite, che è un limite tipico nei livelli meno alti della quarta 
categoria, sempre intesa come non agonistica, ossia stabile senza un percorso che 
nel frattempo ambisce a scalare le classifiche. non gli ho detto nè di crescere tecnicamente,
nè di andare in campo allo sbaraglio provando cose che non hai mai fatto o ha fatto 
raramente. gli ho detto di provare ad avvicinarsi a un tennis fatto di più soluzioni 
rispetto a quelle attuali, che possono essere un maggior uso del back oppure alternare
traiettorie alte a traiettorie lineari o ancora uscire più spesso dalle diagonali e via 
dicendo. quando e se questo tipo di gioco sarà per lui naturale, istintivo, non si parlerà
più di impostare il proprio gioco in relazione all'avversario, perchè nel frattempo le 
sue possibilità di variare il gioco sono aumentate e sarà quello il suo gioco, a sua 
scelta e discrezione ovviamente nelle proporzioni e nell'opportunità di farlo spesso o 
meno. e questo tipo di gioco gli consentirà di trovare più facilmente punti deboli 
nell'avversario perchè non gli giocherà soltanto un top di media bassa velocità 
da fondo incrociato o centrale ma tante altri tipi di palla. è necessario fare questo 
a un livello tecnico più alto ? no ! perchè il solo fatto di avere la possibilità di 
inserire queste cose sarà un'arma in più rispetto a chi gioca nella stesso livello 
con soluzioni ridotte e non è abituato a gestire tipi di palle diverse oppure va in tilt
nel dover fronteggiare in poco tempo vari tipi di rimbalzo, traiettorie e profondità. 
ho anche sottolineato più volte che io faccio questo gioco da 35 anni perchè mi 
è stato insegnato così, mi piace giocare in questo modo e lo trovo anche spesso 
redditizio. quindi se si parla di invenzioni estemporanee, pensieri eccessivi, 
strategie assurde eccetera, significa che questo concetto non è stato ancora 
minimamente compreso. è normale che se mettiamo a confronto un giocatore 
che gioca sempre in un modo con uno che vuole provare altri modi senza nessuna
cognizione e senza mai aver inserito quegli altri modi nel suo gioco, risulterà 
sempre più redditizio il primo. ma è una visione molto ridotta e limitata di questo 
argomento. significa dare per scontato che si vuole ricorrere a soluzioni di cui 
non si ha la minima padronanza. sarebbe come a dire per vincere devi fare 30
back alla federer, essere acrobatico come monfils e avere il rovescio di wawrinka,
ma siccome tu queste cose non le puoi fare sei una pippa immensa ! e grazie 
al cavolo ! ma che cosa c'entra ?

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Mah!
Ogni volta che si cerca di definire un modo standard di giocare a tennis, parlando di diagonali e di come uscirne e quando, arrivano le obiezioni che in fondo si sta parlando di tennis di 4° magari bassa… citando sempre esempi di prof, chi la Barty, chi Djoko, chi Federer, arrivando addirittura a Mc Enroe e Borg.

Quando mi si chiede come giocare in 4° categoria, io rispondo che la vera differenza nell'agonismo di quarta la fa la capacità di tenere lo scambio sulla diagonale di rovescio. Questo è quello che penso io, da giocatore, da ex maestro e da amante di questo sport. Arrivare con l'obiezione del mancino significa portare un'eccezione per discutere una regola. 

Sulla testa, la mia posizione è sempre la stessa, ossia che la testa deve servire a mantenere il focus sul nostro gioco evitando di uscire dagli automatismi con improvvisazioni, divertenti ma poco ripetibili e quindi inefficaci.

Il tennis è uno sport faticoso, di quelli con la palla credo che sia il più faticoso in assoluto. E' normale che chi riesce meno ad affrontare le fatiche cerchi soluzioni più rapide, più varie. E' una naturale difesa di se stessi. Il massimo rispetto va a chi cerca di chiudere lo scambio in 3 colpi o meno, ma la consapevolezza dovrebbe portare a rendersi conto del perché lo si fa. 

Ribadisco poi che il tennis è geometria (come molti altri sport) e quindi non c'è moltissimo da inventare riguardo alle traiettorie. La rete è alta 91 cm al centro e il campo è lungo 23 metri e largo 8. Bastano una matita ed un righello per capire come si deve giocare ma ci vuole molto allenamento per riuscire a giocare in quel modo.

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taglia1964 ha scritto:
Mah!
Ogni volta che si cerca di definire un modo standard di giocare a tennis, parlando di diagonali e di come uscirne e quando, arrivano le obiezioni che in fondo si sta parlando di tennis di 4° magari bassa… citando sempre esempi di prof, chi la Barty, chi Djoko, chi Federer, arrivando addirittura a Mc Enroe e Borg.

Quando mi si chiede come giocare in 4° categoria, io rispondo che la vera differenza nell'agonismo di quarta la fa la capacità di tenere lo scambio sulla diagonale di rovescio. Questo è quello che penso io, da giocatore, da ex maestro e da amante di questo sport. Arrivare con l'obiezione del mancino significa portare un'eccezione per discutere una regola. 

Sulla testa, la mia posizione è sempre la stessa, ossia che la testa deve servire a mantenere il focus sul nostro gioco evitando di uscire dagli automatismi con improvvisazioni, divertenti ma poco ripetibili e quindi inefficaci.

Il tennis è uno sport faticoso, di quelli con la palla credo che sia il più faticoso in assoluto. E' normale che chi riesce meno ad affrontare le fatiche cerchi soluzioni più rapide, più varie. E' una naturale difesa di se stessi. Il massimo rispetto va a chi cerca di chiudere lo scambio in 3 colpi o meno, ma la consapevolezza dovrebbe portare a rendersi conto del perché lo si fa. 

Ribadisco poi che il tennis è geometria (come molti altri sport) e quindi non c'è moltissimo da inventare riguardo alle traiettorie. La rete è alta 91 cm al centro e il campo è lungo 23 metri e largo 8. Bastano una matita ed un righello per capire come si deve giocare ma ci vuole molto allenamento per riuscire a giocare in quel modo.


Questa è la cosa che ritengo più difficile in assoluto per uno che sta imparando...cioè uno come me, e che viene da tutti altri sport.
Entrare nella forma mentis di dire, ok, adesso gioco in questo modo, e continuare a farlo perdendo il punto 10 volte, 100 volte, 500 volte, avere la forza di rimanere concentrati sul fatto che una volta che tutti i tasselli andranno al loro posto, il punto lo vincerai in quel modo, invece che perderlo.
E' una sfida con se stessi lacerante!!  Sad

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che avere anche un'ottima tenuta sulla diagonale di rovescio sia una bella differenza non ci 
piove, ma hai evidenziato nell'agonismo di quarta categoria. noi non stiamo parlando di 
agonismo. ho appena ribadito che per variazioni non si intendono improvvisazioni difficilmente
ripetibili fatte solo per divertimento, ma gesti che fanno parte del modo di giocare, di cui 
si ha padronanza, altrimenti meglio lasciar perdere. nella storia del tennis ci sono sempre 
stati giocatori propensi a faticare da fondo e impostati sul rispetto rigoroso delle geometrie 
più conservative ma anche in quel caso, se la partita è tra due giocatori di quel tipo, non la 
vincono entrambi, la vince uno solo. gli scambi si possono concludere brevemente per vari 
motivi, che non sono necessariamente corrispondenti alla voglia di faticare poco: il servizio,
il colpo di chiusura dopo la risposta al proprio servizio, il serve and volley, ovviamente per 
chi lo pratica e in particolar modo sul veloce, l'attitudine a giocare a "tutta birra" vedi ad 
esempio camila giorgi o sharapova. sono scelte di modi di giocare. un mio amico gioca 
regolare da fondo con pochi schemi ma non lo fa perchè ha voglia di faticare, tuttaltro.

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piccolit ha scritto:

Questa è la cosa che ritengo più difficile in assoluto per uno che sta imparando...cioè uno come me, e che viene da tutti altri sport.
Entrare nella forma mentis di dire, ok, adesso gioco in questo modo, e continuare a farlo perdendo il punto 10 volte, 100 volte, 500 volte, avere la forza di rimanere concentrati sul fatto che una volta che tutti i tasselli andranno al loro posto, il punto lo vincerai in quel modo, invece che perderlo.
E' una sfida con se stessi lacerante!!  Sad

Però diventa un automatismo e poi il tutto forse verrà più naturale e spontaneo.

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Alla fine paga, esattamente come negli schemi che faccio in allenamento con il maestro per concentrarmi e focalizzare meglio i colpi.

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Caro Vander, anche esplicitando che non ha senso se si parla di tennis di 4° citare i pro, tu pensi subito a Camila e a Maria. 

E vorrei davvero capire meglio: Per me uno schema tipo in risposta potrebbe essere: risposta back sul rovescio, inizia lo scambio incrociato di rovesci, se riesco a far accorciare il mio avversario o a farlo andare più centrale spingo con lo sventaglio di dritto sempre sul suo rovescio, palla successiva, verosimilmente più corta spingo ancora sul rovescio e seguo a chiudere a rete. Se ho molti polmoni e sono meglio allenato atleticamente posso decidere di rischiare meno in aggressività e anziché attaccare sul rovescio, muoverlo incrociando magari con uno stretto sul suo diritto tenendo ancora lo scambio dove a quel punto se sono il più forte di dritto dovrei fare punto mentre se sono il più debole, pur essendo in vantaggio nello scambio di rovescio potrei andarlo a perdere.
Una delle due situazioni è più aggressiva dell'altra, ma nessuna delle due è tennis vario. Se gioco un drop shot da metà campo con il mio avversario che è 2 metri fuori dalla linea di fondo non è tennis vario,  può essere un rischio se io non ho una buona sensibilità e la palla mi va lunga, ma l'idea nello schema è corretta.  non stiamo parlando di tennis attendistico ma della ricerca del punto con un tennis aggressivo ma logico, paziente e che rispetti la geometria. L'estemporaneità è nemica del punteggio. Come reagirò ad una palla corta o come giocherò lo sventaglio lo devo sapere prima che succeda, se dovrò deciderlo durante il gioco sarò sicuramente messo male con i piedi e il mio timing non sarà quello giusto e magari avrò quelle indecisioni da "cambiamento di idea" che si sentono sempre nel tennis di 4°.  Su palle veloci si gioca bene perché non si pensa e su palle fiacche iniziamo a mettere i flag sull'opportunità di un colpo anziché un altro e la "consistenza" del nostro gioco si scioglie come neve al sole.
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