kingkongy ha scritto: VANDERGRAF ha scritto: se posso dire una cosa, serenamente, è che tu king hai il vizio (per me è un vizio) di mettere in ridicolo alcuni utenti in relazione al loro profilo lavorativo. lo hai fatto anche direttamente a voce con me nei confronti di Dagoberto. è giusto avere considerazione verso chi ha grandi competenze, è giusto anche evidenziare eventuali dimensioni tecniche e mentali diverse, anche solo come opinione personale o approfondita con altri maestri considerati bravi ed esperti. non è giusto che si mettano in posizione di inferiorità alcune persone solo perché non condiderate all'altezza fregandosene della loro sensibilità
In occasione della querelle con Dagoberto mi hai fatto la stessa osservazione e, con onestà, ci ho pensato a lungo. Anzi, visto che siamo ai saluti finali, probabilmente ho sbagliato qualcosa con Dagoberto però, secondo me, deve valere anche il principio di "reciprocità", ovvero tu non puoi mettere in discussione tutto solo perché è diventata una questione di orgoglio. Io con Dago ho pure provato a parlarci in privato. Il fatto che abbia accennato a riferimenti della sua professione è perché lui PER PRIMO li ha posti come "incipit": responsabile dei programmi di formazione di nota corporate...pertanto, per la proprietà transitiva, so tutto di tennis. Beh, questo mi sembrava un po' difficile da accettare.
Poi, per carità, nella foga abbiamo sbagliato entrambi: se potessi gli chiederei anche scusa, perché uno stupido non è. Magari ha un ego un po' ingombrante...però cercherei con più impegno di spiegargli "perché" - "secondo me" - lui prendesse delle cantonate epocali.
Detto questo, la questione con Framan ha inizio parecchi hanni fa quando ha postato la foto in b/n di Himmler che giocava a tennis (come suo avatar).
In privato abbiamo poi finito per litigare di tecnica visto che lui si è autodefinito Fisico e Ingegnere...e, sai com'è, quando negano i principi della Meccanica Fisica e robette tipo la Forza di Gravità...qualche problemino te lo poni!
Tutto qui.
Ribadisco: Framan può travestirsi anche da Priscilla, per me fa lo stesso: però c'è un limite alla presa in giro.
Si dice, non parlare di chi non può replicare … ma tant’è … un certo stile comportamentale appartiene ad un mondo sempre più lontano ...
Quindi, solo per chiarire a chi, evidentemente, sfugge o vuole sfuggire l’ovvio e per dignitoso rispetto verso chi ha saputo dimostrare equilibrio, ma anche coraggioso senso del bello e, in fondo, si, anche del giusto … Alessandro.
Ho abbandonato questa comunità, fondamentalmente, più perché format oramai anacronistico, per una gestione poco aperta, quindi, poco virtuosa … in altre parole, inutile sotto il profilo della crescita personale.
Uno degli aspetti fondamentali nello sviluppo di una persona è la consapevolezza.
Acquisire consapevolezza delle proprie conoscenze, abilità, ci permette di dedicarci ad altro alimentando un virtuoso miglioramento.
Uno dei meccanismi più efficaci per acquisire consapevolezza è il confronto; il neonato lo usa nelle sue avventurose prime esperienze, valuta i risultati dei suoi insuccessi, li confronta con le sue aspettative, osserva i suoi simili, i suoi genitori. In questa fase la prima cosa da evitare è l’inibizione … così da permettere il rimettersi in discussione.
Per l’uomo, la donna, in età adulta, in fondo, il meccanismo è analogo.
Un forum, una comunità di appassionati, rappresenta un contesto ideale per crescere, grazie alla possibilità di confrontare idee, convinzioni, condividere esperienze …
Su Passione Tennis, però, non è così.
Non è agevolata una reale sperimentazione, non è veramente possibile confrontarsi liberamente, esistono come delle griglie non scritte dalle quali, quando si esce, magari inconsapevolmente, si va incontro a probabili angherie. All’inizio ci si sorprende, non immaginando quanto grave possa essere il proprio contributo, poi, con il tempo, i più imparano, riconoscono i binari da rispettare, si adeguano, evitando di disturbare il manovratore … il manovratore … cioè
?
Chi è il manovratore?
Dentro un forum fatto di nick name anonimi, si consolidano svariate dinamiche.
Ci può essere una policy editoriale. Si possono consolidare filoni di pensiero ai quali molti si appoggiano per inseguire il bisogno ancestrale dell’appartenenza sociale. Si sviluppano interessi commerciali. Ci sono convincimenti sostenuti senza se, senza ma, magari in buona fede, da chi amministra la routinne quotidiana della comunità, convinto, così, di mettere ordine … tutto ciò rende la partecipazione molto faticosa e didatticamente poco interessante.
Parliamo di tennis.
Da sempre è sport creativo e fantasioso. Il primo Wimbledon fu vinto da chi seppe invertire il paradigma del del tempo, scendendo a rete e colpendo la palla prima del rimbalzo inventando, di fatto, la volèe.
L’era open, avviatasi mezzo secolo fa, si distinse per tennisti senza apparenti inibizioni, liberi da condizionamenti tecnici o tattici di quel loro presente, come Nastase, irriverente in campo, contestatore con gli arbitri, provocatore con gli avversari, complice con il pubblico; un Connors, contrariamente a ciò che si dice, primo a proporsi ad alti livelli con il rovescio bimane che introdusse forme esplicite di aggressività in campo, al limite della rissa fisica; Borg, il primo a proporre un tennis atletico e di resistenza senza possibilità di replica per molti; Mc Enroe che interpretò la tecnica più ortodossa con uno stile atipico, personalissimo, spesso antitetico ai dettami più rigorosi, ricercando quella semplicità del gesto che qualcuno sintetizzo con la racchetta quale prolungamento del braccio; Lendl introdusse l'antipatia quale strumento di competizione, anzi, di sopraffazione psicologica, forse il numero 1 meno amato della storia del tennis; Wilander, un ragioniere del tennis che fece della capacità di adattamento la sua arma migliore; Edberg, colui che seppe andare controcorrente, riproponendo un tennis d'antan quando ormai considerato non più efficace dai più; Becker associò l'esplosività, la potenza, al tennis che fu dei gesti bianchi; Courier che colpiva di rovescio prendendo a prestito uno swing da baseball; Agassi che seppe colpire con così tanto anticipo come nessuno aveva mai fatto prima.
E’ questo terzo millennio, purtroppo, che si caratterizza, invece, da un evidente appiattimento, da un tennis sempre più omologato, dove i pochi che cercano di distinguersi, di uscire dal gruppo, sono spesso relegati nell'interpretare il ruolo di gregari.
I tanti soldi in palio hanno, senza dubbio alcuno e non solo nel circuito dei PRO, stemperato l’ardire tipico del tennis pionieristico, come dei 100 anni che lo hanno caratterizzato nel ‘900, con un sempre più accentuato marcamento ad uomo, al solo scopo di evitare che qualcuno si possa avvantaggiare, come accade in una regata, dove le due barche per non rischiare di prendere la rotta sbagliata si affidano alla medesima, ma non certo perché i rispettivi skipper non siano capaci d’altro.
Su PT, poi, un’intransigenza tecnico tattica, all’insegna di una sorta di compiacenza massonica verso il nulla – alla fine quello che conta nel game è vincere il punto – ha ancor meno senso considerato che la comunità è rappresentata da tennisti da diporto che faticano, spesso, ad organizzare più di un paio di ore a settimana. Come poter pretendere da tale modello tennistico il rispetto di principi e metodologie d'allenamento che richiederebbero ore e ore di training, tempo e denari dedicati per drill specifici e lezioni senza fine?
Insomma, chi descrive il tennis come uno, o mente sapendo di mentire, o conosce il tennis solo per le tante letture fatte.
Tolgo il disturbo, augurando a tutti un buona continuazione destinato ad altro.
Ad maiora
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