Promemoria primo messaggio :
Ciao a tutti .Volevo illustrare una specie di “guida” per tutti coloro che hanno o avranno bisogno di leggere un’esperienza riguardante la rottura del lca (legamento crociato anteriore.) Partirò dall’inizio e cercherò di sintetizzare tutte le tappe che ho percorso fino ad adesso, a un mese dall’intervento.
-27 Novembre: cado durante una partita e sbatto violentemente il ginocchio sx. Mi applicano subito il ghiaccio e sto' a riposo cercando di non camminare molto perché il ginocchio non si piega quasi per nulla e fa abbastanza male.
-9 Dicembre: sotto consiglio di un amico dottore, eseguo una risonanza magnetica che evidenzia lo “sfilacciamento” del lca con segni di iperlassità.
-Agli inizi di gennaio mi faccio visitare gratuitamente da un nostro amico ortopedico che guardando la rm e visitandomi riscontra la rottura del legamento e che a meno che non faccia sport di contatto (tennis, calcio…) era sicuramente da operare. Trattandosi di una ragazza giovane che pratica sport mi ha vivamente consigliato la ricostruzione chirurgica, altrimenti mi sarei tenuta questo problema che col tempo sarebbe peggiorato evolvendosi in una precoce artrosi del ginocchio.
-Due settimane dopo mi faccio visitare da un ulteriore ortopedico, uno abbastanza famoso in Puglia che ha operato molti calciatori e atleti vari…Dopo 10 minuti di visita, praticandomi diverse manovre, riscontra anche lui la rottura parziale del lca, dovuto a quello sfilacciamento riscontrato dalla rm. Mi ha detto che col tempo un crociato lacerato non sarebbe mai potuto rimanere cosi o addirittura guarire, perché esso non guarisce assolutamente da solo col passare del tempo. Così dopo la visita fissiamo subito la data dell’intervento, a distanza di un mesetto.
La visita ci è costata 150 euro, mi hanno messo in lista d’attesa per l’intervento presso una clinica di Telese, in provincia di Benevento, perché altrimenti i tempi per un intervento in Puglia si sarebbe allungati troppo, nel periodo di Maggio. Il dottore mi ha detto che l’operazione sarebbe stata effettuata con il prelevamento del tendine semitendinoso e gracile poichè avrebbe lasciato una cicatrice molto meno evidente rispetto al prelevamento del tendine rotuleo, che avrebbe provocato una ferita molto lunga proprio al centro del ginocchio. Posto il neo legamento, esso sarebbe stato fissato con due viti, una nel femore e l’altra nella tibia.
NOTA:I tendini dei muscoli gracile e semitendinoso provengono dalla superficie posteriore della coscia, si portano anteriormente sulla superficie interna della tibia dove si inseriscono con il tendine di un terzo muscolo, il muscolo sartorio, formando quella che viene chiamata zampa d’oca per la particolare disposizione che questi tre tendini assumono.La funzione dei muscoli della zampa d’oca è quella di piegare il ginocchio e di ruotare la tibia.L’asportazione dei due tendini non compromette tuttavia in modo significativo tali funzioni.
Per quanto riguarda i costi, il mio intervento veniva circa 5000 euro, ovviamente tutto a carico del servizio sanitario nazionale. Esso prevedeva il ricovero il giorno prima dell’intervento, l’intervento in sè e la dimissione il mattino dopo l’intervento. Per il ricovero dovevo portare due stampelle, un tutore rigido a sei fasce, i vari documenti del medico curante e le prescrizioni del chirurgo oltre a pigiama, pantofole, spazzolino e robe varie (non tanta roba perché non serve).
28 Febbraio: arrivo alle 8 in clinica, attendo circa mezz’ora per l’accettazione e fanno accomodare me e altre 5-6 persone nel reparto di ortopedia per eseguire gli esami pre-operatori. Per primo mi è stato prelevato il sangue, mi hanno fatto alcune domande circa la mia salute, le mie abitudini alimentari e robe di questo tipo (per le donne, se prendete la pillola dovete smettere di assumerla circa un mese prima dell’intervento, in quanto una ragazza è dovuta ritornare a casa senza operarsi perché ne faceva regolare uso). Dopo qualche minuto mi hanno effettuato un elettrocardiogramma, dopodichè mi sono sistemata nella mia stanza alle ore 12 con altre due signore (una doveva operarsi alla spalla e l’altra alla schiena). Abbiamo regolarmente pranzato (alle 13) e cenato (alle 18) con piatti veramente buoni e sostanziosi…Alle 22 circa ci hanno chiamato dall’infermeria e a turno abbiamo avuto un breve colloquio con l’anestesista, il quale chiede sempre tutto il possibile e immaginabile riguardo la vostra salute, specialmente se assumete farmaci. A me come tutti gli “operandi” al ginocchio è stata prevista un’anestesia spinale selettiva (ossia vi addormentano soltanto la gamba interessata). Dopo tre minuti sono ritornata in camera a fare i fatti miei (potete usare cellulari, ipod, guardare tv…). Da mezzanotte in poi è obbligatorio il digiuno totale, quindi niente cibo e acqua.
1 Marzo: GIORNO DELL’INTERVENTO. Mi alzo, mi lavo, purtroppo non posso fare colazione e attendo con l’altra donna che ci chiamino. Mi rimetto a letto quando verso le 9 arriva un’infermiera che mi segna con un pennarello la gamba da operare e ci fa’ una puntura a scelta nella spalla o nella pancia (penso che fosse un anticoagulante, non glielo chiesi) abbastanza dolorosa. Dopo questi spiacevoli 5 minuti, ci consegnano i vestiti da indossare che consistono in una veste blu aperta sulla facciata anteriore (che rimarrà addosso durante l’operazione), una vestaglia verde per coprirsi nel tragitto verso la sala operatoria, una cuffietta per raccogliere i capelli e due calzini larghi che arrivano a metà gamba.
Verso le 12 mi chiamano e, tolti tutti i gioielli e fermagli, mi reco con i miei piedi nella sala pre-operatoria, dove mi tolgono le calze e la vestaglia e mi fanno mettere su un letto con una coperta calda sopra. Dopodichè entro nella sala operatoria e attendo in un angolo per circa 20 minuti. Dopo l’attesa, arriva un simpatico anestesista che mi mette a mio agio, mi domanda che sport faccio, come sono caduta, che voglio fare da grande e robe di questo tipo…Dopo la conoscenza, mi inserisce un catetere venoso periferico via endovena (nel braccio destro), ossia una flebo per mantenere l’idratazione, abbinato a un ago contenente un antidolorifico e rilassante, la morfina. Fatto cio’, mi fanno girare su di un lato e mi effettuano una punturina impercettibile nella schiena; subito dopo inseriscono un ago più grande per far penetrare l’ago nel midollo osseo (sinceramente non ho sentito assolutamente nulla, neanche la puntura antecedente). Mi rigirano e mi conducono nella vera e propria sala operatoria dove i simpatici chirurghi e anestesisti creano un ambiente sereno e disteso scambiandosi battute e parlando della loro giornata. Mi vengono posti sul torace delle clip per monitorare l’attività del cuore, mi alzano la gamba (che stentavo a credere fosse la mia, l’anestesia è spettacolare) e me la spennellano con un liquido giallo. Fatto questo, mi coprono la vista ponendo un telo verde davanti alla mia testa per non farmi vedere direttamente la gamba ma posso vedere perfettamente il monitor che trasmette le immagini provenienti dall’artroscopio.
Bene, dell’operazione non ho capito granchè perché i rilassanti hanno fatto passare il tempo molto in fretta. Comunque sentivo benissimo i rumori del trapano che perforava il ginocchio e vedevo nel monitor l’interno dell’articolazione : prima si vedeva un aspiratore che puliva tutte le rimanenze del legamento rotto e in seguito il nuovo legamento con dei fili viola alle estremità per essere fissato. Finito tutto, mi tolgono le clips dal torace, il telo verde dagli occhi e guardo subito la gamba, che è fasciata da metà coscia fin sotto al ginoccio, con un drenaggio (ossia un tubicino di circa un metro formato a un’estremità da due canne inserite molto in profondità nel ginocchio e all’altra estremità da una sacca di plastica pronta a raccogliere il sangue “sporco” e i liquidi rimanenti formatisi nel corso dell’intervento). L’intervento è durato circa un’ora e alle 13.20 sono di nuovo in camera, trasportata con una barella.
Arrivata nella stanza con la barella, le infermiere mi mettono a letto con flebo e drenaggio. Subito dopo arrivano i miei familiari che mi fanno compagnia fino all’ora di cena, alle 18. Vi serviranno una cena leggera, di solito un minestrone o della pastina in brodo. Finita la cena, entra in camera il chirurgo che mi ha operato, dicendomi che l'operazione è riuscita perfettamente e che il crociato che avevo in precedenza praticamente non esisteva più (perciò quando è sfilacciato è quasi inevitabile che vivendoci prima o poi peggiori). Dopo la visita, rimango nel letto cercando di ammazzare il tempo ascoltando musica e guardando la tv, impossibilitata purtroppo in ogni singolo movimento del corpo, visto che già verso le 20 l’effetto dell’anestesia andava diminuendo. Se nel giorno dell’intervento non ho sentito dolore lo dovevo soprattutto ai santi dolorifici, altrimenti mi sarei davvero messa a piangere per i dolori, perciò durante la degenza post operatoria i dolori non ci saranno per niente…Solo i fastidi dovuti al fatto di non poter muovere di un millimetro la gamba, fastidiosi soprattutto durante la notte (io mentre dormo mi giro sempre e non riesco ad addormentarmi se non di lato). Quindi durante la notte avro’ dormito si e no 2 ore ma come già detto, dolori zero.
2 Marzo: Mi sveglio verso le 6 (in ospedale si viene svegliati a quell’ora) e faccio colazione. Dopo mezz’ora vengono al mio letto due infermiere con il carrello per la medicazione. Mi tolgono la fascia e posso vedere finalmente il mio ginocchio martoriato. Non nascondo che la visione del drenaggio senza la fasciatura mi ha fatto un po’senso, dato che si vedevano due cannule inserite nel ginocchio: penso che in totale si siano raccolti circa 100 ml di liquido.C’erano due buchi e la ferita abbastanza grande e rialzata sotto al ginocchio (sede del prelevamento del semitendinoso e gracile).
Qui mi puliscono la ferita con del normale disinfettante e la parte più brutta del soggiorno arriva quando mi tolgono il drenaggio, perché nella rimozione si sente un dolore acuto dovuto al fatto che ti stanno togliendo a freddo due grossi aghi posti in profondità nei tessuti. Versate due lacrime, mi mettono delle garze sulle ferite e mi fasciano di nuovo la gamba con delle bende pulite. Fatto questo, verso le 12 arrivano i miei familiari e con il loro aiuto tento di rivestirmi e mettermi le scarpe per uscire dall’ospedale.
Nel tragitto in auto di circa tre ore non nascondo che ho provato molto dolore perché non ero più sotto effetto di antidolorifici e perciò a ogni minima buca e curva mi faceva molto male. Arrivati a casa mi metto sul divano con la gamba rialzata e metto del ghiaccio, l’unica nota positiva in quella giornata.
NELLA SETTIMANA SEGUENTE ALL’INTERVENTO non ho dormito granchè, con una media di due ore a notte, perché oltre al dolore c’era il problema dell’essere immobile e non poter trovare la posizione perfetta per dormire tranquilli. Per 7 giorni non sono andata a scuola perché non riuscivo a stare seduta o in piedi per 10 minuti di seguito, dovevo sempre alternare. Per 10 giorni ho assunto due pillole di antibiotico e per 14 giorni mi hanno fatto delle iniezioni di seleparina nella pancia (importantissima, anticoagulante), una fiala ogni sera. Un consiglio, quando fate le iniezioni di eparina o seleparina non strofinate la pelle ma premete senza muovere, perché la sostanza in questione essendo un anticoagulante fluidifica il sangue e muovendo la pelle si incappa sicuramente nell’insorgenza di ematomi antiestetici. Perciò sbagliata la prima settimana (ventre tutto viola) non ho avuto più problemi. Inutile dire che la prima settimana dopo l’operazione sembrerà impossibile, un po’ per i forti dolori, un po’ per il fatto che per vestirvi e per andare in bagno dovrete sempre chiedere aiuto a qualcuno, perciò se vivete da soli non operatevi, sinceramente…Una persona che vi aiuti è fondamentale i primi tempi.
Dal punto di vista estetico sarà sicuramente molto gonfio, circa il doppio di quello sano.
INIZIO DELLA FISIOTERAPIA: Io mi sono operata venerdì e lunedì mattina ho fatto la mia prima seduta di riabilitazione presso un centro specializzato. La cosa che vi diranno tutti è di iniziare il prima possibile la fisioterapia, che è importante tanto quanto l’operazione. I primi giorni sentirete abbastanza dolore perché dopo il “letargo” della gamba inizierete a muoverla forzatamente per recuperare il prima possibile i movimenti elementari (alzarla, stenderla e iniziare a piegarla). Per quanto mi riguarda la parentesi più brutta della fisioterapia che sto eseguendo e’ il piegamento passivo, ossia il fisioterapista che piega il tuo ginocchio mentre sei a pancia in giù sul lettino. Personalmente ogni volta che lo fanno, urlo come che mi stessero togliendo l’anima però queste azioni sono necessarie in quanto nel ginocchio operato si vanno a creare delle aderenze, ossia nuovi tessuti che nascono all’interno dell’articolazione che ne ostacolano il movimento: il fisioterapista ogni volta cercherà di rompere gradualmente queste aderenze, provocandone lo strappo (dolore lancinante). Passato il minuto infernale, vi sentirete assolutamente più liberi
Io ho tolto il tutore 7 giorni dopo e le stampelle dopo 15 giorni.
ADESSO siamo al primo aprile e dopo 31 giorni:
-stendo completamente la gamba
-sto recuperando i muscoli della gamba (quest’ultima è praticamente la metà dell’altra, il tono muscolare si perde eccome dopo l’intervento)
-cammino normalmente
-salgo le scale (a ritmo rallentato)
-sto iniziando poco a poco a scendere le scale
-faccio cyclette senza problemi per 20 minuti e più
-mi alleno sul tapis roulant anche accellerando e in salita per 10 minuti.
-piego (dopo tante sofferenze subite) il ginocchio a 130 gradi.
-il dolore è sparito a meno che non faccia cose strane (non posso di certo ballare, per intenderci…)
DAL PUNTO DI VISTA ESTETICO, la ferita da essere brutta e rialzata, adesso è piatta e si sta pian piano schiarendo (inizierà ad avere un aspetto migliore quando toglierete i punti, al 15° giorno). Lo stesso vale per i due buchi dell’artroscopia e per i due buchi del drenaggio, si stanno formando le crosticine.
Io continuerò ad aggiornare la mia “esperienza", magari ogni mese, per illustrare a tutti i miglioramenti…Mi sono dilungata troppo però ho voluto scrivere per fila e per segno tutto ciò che ho passato dato che quando si deve subire un’operazione è giusto conoscere in cosa si andrà in contro
Ciao a tutti .Volevo illustrare una specie di “guida” per tutti coloro che hanno o avranno bisogno di leggere un’esperienza riguardante la rottura del lca (legamento crociato anteriore.) Partirò dall’inizio e cercherò di sintetizzare tutte le tappe che ho percorso fino ad adesso, a un mese dall’intervento.
-27 Novembre: cado durante una partita e sbatto violentemente il ginocchio sx. Mi applicano subito il ghiaccio e sto' a riposo cercando di non camminare molto perché il ginocchio non si piega quasi per nulla e fa abbastanza male.
-9 Dicembre: sotto consiglio di un amico dottore, eseguo una risonanza magnetica che evidenzia lo “sfilacciamento” del lca con segni di iperlassità.
-Agli inizi di gennaio mi faccio visitare gratuitamente da un nostro amico ortopedico che guardando la rm e visitandomi riscontra la rottura del legamento e che a meno che non faccia sport di contatto (tennis, calcio…) era sicuramente da operare. Trattandosi di una ragazza giovane che pratica sport mi ha vivamente consigliato la ricostruzione chirurgica, altrimenti mi sarei tenuta questo problema che col tempo sarebbe peggiorato evolvendosi in una precoce artrosi del ginocchio.
-Due settimane dopo mi faccio visitare da un ulteriore ortopedico, uno abbastanza famoso in Puglia che ha operato molti calciatori e atleti vari…Dopo 10 minuti di visita, praticandomi diverse manovre, riscontra anche lui la rottura parziale del lca, dovuto a quello sfilacciamento riscontrato dalla rm. Mi ha detto che col tempo un crociato lacerato non sarebbe mai potuto rimanere cosi o addirittura guarire, perché esso non guarisce assolutamente da solo col passare del tempo. Così dopo la visita fissiamo subito la data dell’intervento, a distanza di un mesetto.
La visita ci è costata 150 euro, mi hanno messo in lista d’attesa per l’intervento presso una clinica di Telese, in provincia di Benevento, perché altrimenti i tempi per un intervento in Puglia si sarebbe allungati troppo, nel periodo di Maggio. Il dottore mi ha detto che l’operazione sarebbe stata effettuata con il prelevamento del tendine semitendinoso e gracile poichè avrebbe lasciato una cicatrice molto meno evidente rispetto al prelevamento del tendine rotuleo, che avrebbe provocato una ferita molto lunga proprio al centro del ginocchio. Posto il neo legamento, esso sarebbe stato fissato con due viti, una nel femore e l’altra nella tibia.
NOTA:I tendini dei muscoli gracile e semitendinoso provengono dalla superficie posteriore della coscia, si portano anteriormente sulla superficie interna della tibia dove si inseriscono con il tendine di un terzo muscolo, il muscolo sartorio, formando quella che viene chiamata zampa d’oca per la particolare disposizione che questi tre tendini assumono.La funzione dei muscoli della zampa d’oca è quella di piegare il ginocchio e di ruotare la tibia.L’asportazione dei due tendini non compromette tuttavia in modo significativo tali funzioni.
Per quanto riguarda i costi, il mio intervento veniva circa 5000 euro, ovviamente tutto a carico del servizio sanitario nazionale. Esso prevedeva il ricovero il giorno prima dell’intervento, l’intervento in sè e la dimissione il mattino dopo l’intervento. Per il ricovero dovevo portare due stampelle, un tutore rigido a sei fasce, i vari documenti del medico curante e le prescrizioni del chirurgo oltre a pigiama, pantofole, spazzolino e robe varie (non tanta roba perché non serve).
28 Febbraio: arrivo alle 8 in clinica, attendo circa mezz’ora per l’accettazione e fanno accomodare me e altre 5-6 persone nel reparto di ortopedia per eseguire gli esami pre-operatori. Per primo mi è stato prelevato il sangue, mi hanno fatto alcune domande circa la mia salute, le mie abitudini alimentari e robe di questo tipo (per le donne, se prendete la pillola dovete smettere di assumerla circa un mese prima dell’intervento, in quanto una ragazza è dovuta ritornare a casa senza operarsi perché ne faceva regolare uso). Dopo qualche minuto mi hanno effettuato un elettrocardiogramma, dopodichè mi sono sistemata nella mia stanza alle ore 12 con altre due signore (una doveva operarsi alla spalla e l’altra alla schiena). Abbiamo regolarmente pranzato (alle 13) e cenato (alle 18) con piatti veramente buoni e sostanziosi…Alle 22 circa ci hanno chiamato dall’infermeria e a turno abbiamo avuto un breve colloquio con l’anestesista, il quale chiede sempre tutto il possibile e immaginabile riguardo la vostra salute, specialmente se assumete farmaci. A me come tutti gli “operandi” al ginocchio è stata prevista un’anestesia spinale selettiva (ossia vi addormentano soltanto la gamba interessata). Dopo tre minuti sono ritornata in camera a fare i fatti miei (potete usare cellulari, ipod, guardare tv…). Da mezzanotte in poi è obbligatorio il digiuno totale, quindi niente cibo e acqua.
1 Marzo: GIORNO DELL’INTERVENTO. Mi alzo, mi lavo, purtroppo non posso fare colazione e attendo con l’altra donna che ci chiamino. Mi rimetto a letto quando verso le 9 arriva un’infermiera che mi segna con un pennarello la gamba da operare e ci fa’ una puntura a scelta nella spalla o nella pancia (penso che fosse un anticoagulante, non glielo chiesi) abbastanza dolorosa. Dopo questi spiacevoli 5 minuti, ci consegnano i vestiti da indossare che consistono in una veste blu aperta sulla facciata anteriore (che rimarrà addosso durante l’operazione), una vestaglia verde per coprirsi nel tragitto verso la sala operatoria, una cuffietta per raccogliere i capelli e due calzini larghi che arrivano a metà gamba.
Verso le 12 mi chiamano e, tolti tutti i gioielli e fermagli, mi reco con i miei piedi nella sala pre-operatoria, dove mi tolgono le calze e la vestaglia e mi fanno mettere su un letto con una coperta calda sopra. Dopodichè entro nella sala operatoria e attendo in un angolo per circa 20 minuti. Dopo l’attesa, arriva un simpatico anestesista che mi mette a mio agio, mi domanda che sport faccio, come sono caduta, che voglio fare da grande e robe di questo tipo…Dopo la conoscenza, mi inserisce un catetere venoso periferico via endovena (nel braccio destro), ossia una flebo per mantenere l’idratazione, abbinato a un ago contenente un antidolorifico e rilassante, la morfina. Fatto cio’, mi fanno girare su di un lato e mi effettuano una punturina impercettibile nella schiena; subito dopo inseriscono un ago più grande per far penetrare l’ago nel midollo osseo (sinceramente non ho sentito assolutamente nulla, neanche la puntura antecedente). Mi rigirano e mi conducono nella vera e propria sala operatoria dove i simpatici chirurghi e anestesisti creano un ambiente sereno e disteso scambiandosi battute e parlando della loro giornata. Mi vengono posti sul torace delle clip per monitorare l’attività del cuore, mi alzano la gamba (che stentavo a credere fosse la mia, l’anestesia è spettacolare) e me la spennellano con un liquido giallo. Fatto questo, mi coprono la vista ponendo un telo verde davanti alla mia testa per non farmi vedere direttamente la gamba ma posso vedere perfettamente il monitor che trasmette le immagini provenienti dall’artroscopio.
Bene, dell’operazione non ho capito granchè perché i rilassanti hanno fatto passare il tempo molto in fretta. Comunque sentivo benissimo i rumori del trapano che perforava il ginocchio e vedevo nel monitor l’interno dell’articolazione : prima si vedeva un aspiratore che puliva tutte le rimanenze del legamento rotto e in seguito il nuovo legamento con dei fili viola alle estremità per essere fissato. Finito tutto, mi tolgono le clips dal torace, il telo verde dagli occhi e guardo subito la gamba, che è fasciata da metà coscia fin sotto al ginoccio, con un drenaggio (ossia un tubicino di circa un metro formato a un’estremità da due canne inserite molto in profondità nel ginocchio e all’altra estremità da una sacca di plastica pronta a raccogliere il sangue “sporco” e i liquidi rimanenti formatisi nel corso dell’intervento). L’intervento è durato circa un’ora e alle 13.20 sono di nuovo in camera, trasportata con una barella.
Arrivata nella stanza con la barella, le infermiere mi mettono a letto con flebo e drenaggio. Subito dopo arrivano i miei familiari che mi fanno compagnia fino all’ora di cena, alle 18. Vi serviranno una cena leggera, di solito un minestrone o della pastina in brodo. Finita la cena, entra in camera il chirurgo che mi ha operato, dicendomi che l'operazione è riuscita perfettamente e che il crociato che avevo in precedenza praticamente non esisteva più (perciò quando è sfilacciato è quasi inevitabile che vivendoci prima o poi peggiori). Dopo la visita, rimango nel letto cercando di ammazzare il tempo ascoltando musica e guardando la tv, impossibilitata purtroppo in ogni singolo movimento del corpo, visto che già verso le 20 l’effetto dell’anestesia andava diminuendo. Se nel giorno dell’intervento non ho sentito dolore lo dovevo soprattutto ai santi dolorifici, altrimenti mi sarei davvero messa a piangere per i dolori, perciò durante la degenza post operatoria i dolori non ci saranno per niente…Solo i fastidi dovuti al fatto di non poter muovere di un millimetro la gamba, fastidiosi soprattutto durante la notte (io mentre dormo mi giro sempre e non riesco ad addormentarmi se non di lato). Quindi durante la notte avro’ dormito si e no 2 ore ma come già detto, dolori zero.
2 Marzo: Mi sveglio verso le 6 (in ospedale si viene svegliati a quell’ora) e faccio colazione. Dopo mezz’ora vengono al mio letto due infermiere con il carrello per la medicazione. Mi tolgono la fascia e posso vedere finalmente il mio ginocchio martoriato. Non nascondo che la visione del drenaggio senza la fasciatura mi ha fatto un po’senso, dato che si vedevano due cannule inserite nel ginocchio: penso che in totale si siano raccolti circa 100 ml di liquido.C’erano due buchi e la ferita abbastanza grande e rialzata sotto al ginocchio (sede del prelevamento del semitendinoso e gracile).
Qui mi puliscono la ferita con del normale disinfettante e la parte più brutta del soggiorno arriva quando mi tolgono il drenaggio, perché nella rimozione si sente un dolore acuto dovuto al fatto che ti stanno togliendo a freddo due grossi aghi posti in profondità nei tessuti. Versate due lacrime, mi mettono delle garze sulle ferite e mi fasciano di nuovo la gamba con delle bende pulite. Fatto questo, verso le 12 arrivano i miei familiari e con il loro aiuto tento di rivestirmi e mettermi le scarpe per uscire dall’ospedale.
Nel tragitto in auto di circa tre ore non nascondo che ho provato molto dolore perché non ero più sotto effetto di antidolorifici e perciò a ogni minima buca e curva mi faceva molto male. Arrivati a casa mi metto sul divano con la gamba rialzata e metto del ghiaccio, l’unica nota positiva in quella giornata.
NELLA SETTIMANA SEGUENTE ALL’INTERVENTO non ho dormito granchè, con una media di due ore a notte, perché oltre al dolore c’era il problema dell’essere immobile e non poter trovare la posizione perfetta per dormire tranquilli. Per 7 giorni non sono andata a scuola perché non riuscivo a stare seduta o in piedi per 10 minuti di seguito, dovevo sempre alternare. Per 10 giorni ho assunto due pillole di antibiotico e per 14 giorni mi hanno fatto delle iniezioni di seleparina nella pancia (importantissima, anticoagulante), una fiala ogni sera. Un consiglio, quando fate le iniezioni di eparina o seleparina non strofinate la pelle ma premete senza muovere, perché la sostanza in questione essendo un anticoagulante fluidifica il sangue e muovendo la pelle si incappa sicuramente nell’insorgenza di ematomi antiestetici. Perciò sbagliata la prima settimana (ventre tutto viola) non ho avuto più problemi. Inutile dire che la prima settimana dopo l’operazione sembrerà impossibile, un po’ per i forti dolori, un po’ per il fatto che per vestirvi e per andare in bagno dovrete sempre chiedere aiuto a qualcuno, perciò se vivete da soli non operatevi, sinceramente…Una persona che vi aiuti è fondamentale i primi tempi.
Dal punto di vista estetico sarà sicuramente molto gonfio, circa il doppio di quello sano.
INIZIO DELLA FISIOTERAPIA: Io mi sono operata venerdì e lunedì mattina ho fatto la mia prima seduta di riabilitazione presso un centro specializzato. La cosa che vi diranno tutti è di iniziare il prima possibile la fisioterapia, che è importante tanto quanto l’operazione. I primi giorni sentirete abbastanza dolore perché dopo il “letargo” della gamba inizierete a muoverla forzatamente per recuperare il prima possibile i movimenti elementari (alzarla, stenderla e iniziare a piegarla). Per quanto mi riguarda la parentesi più brutta della fisioterapia che sto eseguendo e’ il piegamento passivo, ossia il fisioterapista che piega il tuo ginocchio mentre sei a pancia in giù sul lettino. Personalmente ogni volta che lo fanno, urlo come che mi stessero togliendo l’anima però queste azioni sono necessarie in quanto nel ginocchio operato si vanno a creare delle aderenze, ossia nuovi tessuti che nascono all’interno dell’articolazione che ne ostacolano il movimento: il fisioterapista ogni volta cercherà di rompere gradualmente queste aderenze, provocandone lo strappo (dolore lancinante). Passato il minuto infernale, vi sentirete assolutamente più liberi
Io ho tolto il tutore 7 giorni dopo e le stampelle dopo 15 giorni.
ADESSO siamo al primo aprile e dopo 31 giorni:
-stendo completamente la gamba
-sto recuperando i muscoli della gamba (quest’ultima è praticamente la metà dell’altra, il tono muscolare si perde eccome dopo l’intervento)
-cammino normalmente
-salgo le scale (a ritmo rallentato)
-sto iniziando poco a poco a scendere le scale
-faccio cyclette senza problemi per 20 minuti e più
-mi alleno sul tapis roulant anche accellerando e in salita per 10 minuti.
-piego (dopo tante sofferenze subite) il ginocchio a 130 gradi.
-il dolore è sparito a meno che non faccia cose strane (non posso di certo ballare, per intenderci…)
DAL PUNTO DI VISTA ESTETICO, la ferita da essere brutta e rialzata, adesso è piatta e si sta pian piano schiarendo (inizierà ad avere un aspetto migliore quando toglierete i punti, al 15° giorno). Lo stesso vale per i due buchi dell’artroscopia e per i due buchi del drenaggio, si stanno formando le crosticine.
Io continuerò ad aggiornare la mia “esperienza", magari ogni mese, per illustrare a tutti i miglioramenti…Mi sono dilungata troppo però ho voluto scrivere per fila e per segno tutto ciò che ho passato dato che quando si deve subire un’operazione è giusto conoscere in cosa si andrà in contro