Una riflessione senza pretese, giusto come spunti di discussione, sulla quale avrei piacere conoscere altre opinioni.
Dopo la lettura di un suggerimento di Veterano riguardo ad un esercizio di decontrazione, che prevedeva lo swing tenendo la racchetta con tre dita, mi sono posto il problema dell'azione piu' o meno passiva del braccio ed in particolare dell'avambraccio.
Infatti, durante lo scambio, ad esempio di dritto, non ho mai la sensazione di totale decontrazione per tutto il colpo perchè al momento del contatto, aggiungo volontariamente un "accompagnamento" , sempre in velocita', di avambraccio che rende in modo evidente il colpo piu' controllato.
Di contro, provando il servizio, ho notato una maggiore pesantezza di palla tirando in totale decontrazione, anche sul contatto...e cosi' mi sono chiesto:
Perchè sul dritto non trovo vantaggi con una decontrazione totale e sul servizio si ?
Che differenza c'è' tra i due tipi di impatto ?
Sul servizio si colpisce una palla senza peso: per me questa è la differenza.
La spiegazione potrebbe stare nel fatto che una palla con inerzia minima non crea problemi di stabilita' dell'attrezzo, in quanto la massa della racchetta al contatto si presenta con una energia cinetica di gran lunga superiore a quella della pallina. Possiamo quindi decontrarre in misura maggiore puntando cosi' tutto sulla accelerazione e lasciando che il peso dell'attrezzo faccia il resto.
Una palla viva, in movimento, che arriva con buona velocita', si presenta invece con una notevole energia cinetica in opposizione a quella che andremo a produrre, causando notevoli problemi di stabilita' dell'attrezzo all'impatto. Questo fattore rende indispensabile l'uso attivo dell'avambraccio affinche esso "guidi", aggiunga "solidita'", aggiunga "massa impattante"... e renda piu stabile ( quindi piu' preciso) l'attrezzo. In questo caso si punta su una forza supplementare che vada ad aumentare la stabilita' e che certo, diminuira' la nostra capacita' di accelerazione, ma non necessariamente la velocita' finale.
Se questo ragionamento fosse valido, la necessita' di aggiungere compattezza con un uso attivo e consapevole dell'avambraccio risulterebbe tanto piu' necessaria quanto piu' l'attrezzo fosse leggero... di contro un attrezzo pesante potrebbe consentire, in teoria, la possibilita' di sbracciare con maggiore decontrazione anche contro una palla veloce.
Dopo la lettura di un suggerimento di Veterano riguardo ad un esercizio di decontrazione, che prevedeva lo swing tenendo la racchetta con tre dita, mi sono posto il problema dell'azione piu' o meno passiva del braccio ed in particolare dell'avambraccio.
Infatti, durante lo scambio, ad esempio di dritto, non ho mai la sensazione di totale decontrazione per tutto il colpo perchè al momento del contatto, aggiungo volontariamente un "accompagnamento" , sempre in velocita', di avambraccio che rende in modo evidente il colpo piu' controllato.
Di contro, provando il servizio, ho notato una maggiore pesantezza di palla tirando in totale decontrazione, anche sul contatto...e cosi' mi sono chiesto:
Perchè sul dritto non trovo vantaggi con una decontrazione totale e sul servizio si ?
Che differenza c'è' tra i due tipi di impatto ?
Sul servizio si colpisce una palla senza peso: per me questa è la differenza.
La spiegazione potrebbe stare nel fatto che una palla con inerzia minima non crea problemi di stabilita' dell'attrezzo, in quanto la massa della racchetta al contatto si presenta con una energia cinetica di gran lunga superiore a quella della pallina. Possiamo quindi decontrarre in misura maggiore puntando cosi' tutto sulla accelerazione e lasciando che il peso dell'attrezzo faccia il resto.
Una palla viva, in movimento, che arriva con buona velocita', si presenta invece con una notevole energia cinetica in opposizione a quella che andremo a produrre, causando notevoli problemi di stabilita' dell'attrezzo all'impatto. Questo fattore rende indispensabile l'uso attivo dell'avambraccio affinche esso "guidi", aggiunga "solidita'", aggiunga "massa impattante"... e renda piu stabile ( quindi piu' preciso) l'attrezzo. In questo caso si punta su una forza supplementare che vada ad aumentare la stabilita' e che certo, diminuira' la nostra capacita' di accelerazione, ma non necessariamente la velocita' finale.
Se questo ragionamento fosse valido, la necessita' di aggiungere compattezza con un uso attivo e consapevole dell'avambraccio risulterebbe tanto piu' necessaria quanto piu' l'attrezzo fosse leggero... di contro un attrezzo pesante potrebbe consentire, in teoria, la possibilita' di sbracciare con maggiore decontrazione anche contro una palla veloce.