"Giocare con legno (o altri materiali) su ovali piccoli e con corde "normali" era enormemente più complicato"@kingkongy Premesso che concordo sulla tesi di fondo e sui singoli aspetti non quotati (come concordo su quanto sostieni a proposito di Pietrangeli e del giornalismo in genere, per inciso), in merito al grassettato non c'è ombra di dubbio che
buttare la palla di là (cit.) con le racchette di legno fosse incommensurabilmente più difficile che farlo con quelle moderne (telaio più corde), è inutile perfino sottolinearlo; come è inutile sottolineare che, per quanto il corpo umano sia in continua evoluzione (i miei figli sono più alti di me, che sono più alto di mio padre), nel tennis è stata la tecnica di gioco a doversi adattare all'evoluzione tecnologica, e non viceversa.
Ma spesso c'è un fraintendimento di fondo che io contesto sempre (non a te, sono certo, prima che mi rispondi, che concordi con me, ho questa presunzione): il fatto che giocare con racchette del materiale e delle dimensioni di un battipanni fosse molto più difficile, NON significa affatto che i giocatori di una volta fossero
più bravi a giocare a tennis di quelli di adesso. Adesso, almeno a grandi livelli, per competere è indispensabile avere una completezza di bagaglio tecnico che i campioni di un tempo si sognavano; e la cosa, paradossalmente, si sta ancor più estremizzando, perché orami tirano tutti talmente forte, che oltre a non poter avere punti deboli, la differenza la puoi fare "solamente" con le variazioni (che infatti tutti i big e tutti i maestri delle giovani promesse stanno riscoprendo, a beneficio della bellezza anche estetica del gioco, effetto collaterale desiderato). Un tempo si poteva competere, perfino ad altissimi livelli, anche con un fondamentale relativamente debole, compensando con specificità di alto livello; adesso assolutamente no. Non ti è più concesso.
Altra cosa è sostenere che le tecnologie moderne hanno facilitato l'accesso al gioco; può giocare (a bassi livelli) anche chi un tempo avrebbe faticato a colpire la palla (non dico a rimandarla di là), e chi approccia il tennis, se ha un minimo di predisposizione, può "imparare" molto più in fretta (pensiamo ad esempio a chi viene da altri sport, come il calcio, come me...) di un tempo.
Ma a livello pro, per me (e sottolineo: per me) si gioca molto meglio oggi che nel passato; il livello medio (tra i big) è molto più alto, la competizione più serrata, emergere più difficile.
Che poi il sottoscritto preferisse dilettarsi di fronte al gioco di volo di Stefanello più di quanto si "diverta" ad assistere ad un match fra Zverev e Medvedev, è più una questione che ha a che fare con i gusti personali (soggettivi) e con l'estetica (che ha parametri abbastanza universali, per altro), che con la tecnica.
Ma se ho ben compreso, anche Maestro
@Veterano la pensa così, e cioè che i top di adesso possiedano un bagaglio tecnico più completo che i top delle epoche antecedenti.