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Identifica i punti deboli del tuo avversario

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Promemoria primo messaggio :

Ho trovato questo articolo che aiuta a identificare (o comprendere) i punti deboli del tuo avversario. 

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Questo articolo aiuta a "leggere" il servizio dell'avversario.

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Voi come riuscite di solito a "leggere" la partita e "studiare" l'avversario? 

Grazie

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VANDERGRAF ha scritto:
appunto !  io ho frequentato per una decina di anni un circolo dove insegna un maestro, anche lui
ex b3, che pensa esattamente le stesse cose che sto dicendo io. in questa discussione ci sono 
due insegnanti di cui uno dice che la testa serve sempre e l'altro no. che cosa voglio dire ? 
che sono tutti pazzi o uno è più competente dell'altro ? assolutamente no !  sto dicendo che non 
si può soltanto analizzare le cose in base alle proprie esperienze o al proprio modo di vedere 
o insegnare, si deve accettare anche che esistono varie realtà magari non direttamente sottomano
ma comunque esistono. se tu mi dici che quando io sono svogliato faccio meglio a starmene 
casa significa che non hai mai vissuto quel tipo di situazione, altrimenti capiresti al volo di cosa 
sto parlando. non posso prevedere il futuro, la svogliatezza la posso percepire quando sto sul 
campo, non quando sto ancora a casa o in ufficio. e se anche fosse prevedibile non è che posso 
annullare una prenotazione in base a come mi sveglio la mattina. ma se persino i pro che ci 
devono guadagnare il pane hanno periodi altalenanti a causa dello stato mentale, per quale 
assurdo motivo non dovrebbe influire anche sulla resa di un amatore ? c'e' stato un periodo 
di circa due mesi in cui lo stesso djokovic era addirittura irriconoscibile a causa di problemi 
di natura personale, poi ha ripreso in mano le redini ed è tornato forte come prima. 
non so voi ma a me capita almeno due volte al mese di avere giornate in cui facendo 
determinate attività mi rendo conto che non ho lo stato d'animo ideale per farle al meglio, 
come nel mio rendimento medio. è normalissimo. altrimenti tutti i giorni tutte le persone 
del mondo avrebbero la stessa voglia di scherzare, sorridere, fare sport e via dicendo.
ma non è così. e siccome nel tennis non basta guardare la palla (che gran suggerimento)
per giocare un'ora o due ore sempre nelle nostre condizioni medie di rendimento è
altrettanto normale che la coordinazione, la reattività e la lucidità per fronteggiare le 
varie situazioni sul campo siano influenzate dalle nostre capacità mentali in quel preciso 
momento.


Boh' Sarò strano io, ma non ricordo una volta - ma dico UNA - in cui io non abbia avuto voglia di giocare o che, al contrario, provassi noia, svogliatezza o indifferenza. Eppure ci sono stati periodi in cui giocavo tanto, mi allenavo tanto e odiavo anche qualche esercizio, ma, se avessi potuto, sarei entrato in campo 5 minuti prima e uscito 5 minuti dopo.
Sarà questo il "potere della mente" nel tennis, ovvero la "MOTIVAZIONE"?
Può essere. Non ho certezze, solo convinzioni personali delle quali dubito fortemente...E le convinzioni son meglio delle qualità! Questo per dire che, anche se non dubitassi di me stesso... non sarei in ATP ugualmente!
Very Happy  Very Happy  Very Happy

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Ah ah ah grande King .....mi sembra un po come diré son contento di moriré ma mi dispiace, mi dispiace di moriré ma son contento ah ah ah

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kingkongy ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
appunto !  io ho frequentato per una decina di anni un circolo dove insegna un maestro, anche lui
ex b3, che pensa esattamente le stesse cose che sto dicendo io. in questa discussione ci sono 
due insegnanti di cui uno dice che la testa serve sempre e l'altro no. che cosa voglio dire ? 
che sono tutti pazzi o uno è più competente dell'altro ? assolutamente no !  sto dicendo che non 
si può soltanto analizzare le cose in base alle proprie esperienze o al proprio modo di vedere 
o insegnare, si deve accettare anche che esistono varie realtà magari non direttamente sottomano
ma comunque esistono. se tu mi dici che quando io sono svogliato faccio meglio a starmene 
casa significa che non hai mai vissuto quel tipo di situazione, altrimenti capiresti al volo di cosa 
sto parlando. non posso prevedere il futuro, la svogliatezza la posso percepire quando sto sul 
campo, non quando sto ancora a casa o in ufficio. e se anche fosse prevedibile non è che posso 
annullare una prenotazione in base a come mi sveglio la mattina. ma se persino i pro che ci 
devono guadagnare il pane hanno periodi altalenanti a causa dello stato mentale, per quale 
assurdo motivo non dovrebbe influire anche sulla resa di un amatore ? c'e' stato un periodo 
di circa due mesi in cui lo stesso djokovic era addirittura irriconoscibile a causa di problemi 
di natura personale, poi ha ripreso in mano le redini ed è tornato forte come prima. 
non so voi ma a me capita almeno due volte al mese di avere giornate in cui facendo 
determinate attività mi rendo conto che non ho lo stato d'animo ideale per farle al meglio, 
come nel mio rendimento medio. è normalissimo. altrimenti tutti i giorni tutte le persone 
del mondo avrebbero la stessa voglia di scherzare, sorridere, fare sport e via dicendo.
ma non è così. e siccome nel tennis non basta guardare la palla (che gran suggerimento)
per giocare un'ora o due ore sempre nelle nostre condizioni medie di rendimento è
altrettanto normale che la coordinazione, la reattività e la lucidità per fronteggiare le 
varie situazioni sul campo siano influenzate dalle nostre capacità mentali in quel preciso 
momento.


Boh' Sarò strano io, ma non ricordo una volta - ma dico UNA - in cui io non abbia avuto voglia di giocare o che, al contrario, provassi noia, svogliatezza o indifferenza. Eppure ci sono stati periodi in cui giocavo tanto, mi allenavo tanto e odiavo anche qualche esercizio, ma, se avessi potuto, sarei entrato in campo 5 minuti prima e uscito 5 minuti dopo.
Sarà questo il "potere della mente" nel tennis, ovvero la "MOTIVAZIONE"?
Può essere. Non ho certezze, solo convinzioni personali delle quali dubito fortemente...E le convinzioni son meglio delle qualità! Questo per dire che, anche se non dubitassi di me stesso... non sarei in ATP ugualmente!
Very Happy  Very Happy  Very Happy


Magari Vand non parla di "voglia di entrare in campo" ma di voglia di impegnarsi a dare il 200% anche quando in campo le cose non vanno bene. E' umano non averla sempre...
Io in alcuni periodi mi alleno anche 5 o 6 volte a settimana, ho sempre voglia di entrare in campo, sempre.
Una volta in campo però , non sono sempre accetto che si possa sbagliare ed entro in un loop di frustrazione e di espressioni tipiche del nordest che non mi porta da nessuna parte...
Poi esco dal campo e 5 minuti dopo tornerei a giocare...
Forse parlava di quella voglia li, la voglia di sopportare il sacrificio che serve per migliorarsi...

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no, parlavo che mi capita, diciamo una volta su otto, che quando comicio a giocare come sempre, stesso avversario, stessa superficie e via dicendo, vedo nettamente che il mio stato mentale non è ottimale per giocare come vorrei e come sono in grado di fare. ma non è una forma di disamore momentanea verso il tennis, soltanto che mi succede ed è successo varie volte anche a miei amici. ci tengo a precisare che non sono scusanti sul rendimento ma proprio la causa effettiva

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Veterano ha scritto:
Ah ah ah grande King .....mi sembra un po come diré son contento di moriré ma mi dispiace, mi dispiace di moriré ma son contento ah ah ah


Ecco...proprio così... Però, sempre al 101%.
Very Happy

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piccolit ha scritto:
kingkongy ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
appunto !  io ho frequentato per una decina di anni un circolo dove insegna un maestro, anche lui
ex b3, che pensa esattamente le stesse cose che sto dicendo io. in questa discussione ci sono 
due insegnanti di cui uno dice che la testa serve sempre e l'altro no. che cosa voglio dire ? 
che sono tutti pazzi o uno è più competente dell'altro ? assolutamente no !  sto dicendo che non 
si può soltanto analizzare le cose in base alle proprie esperienze o al proprio modo di vedere 
o insegnare, si deve accettare anche che esistono varie realtà magari non direttamente sottomano
ma comunque esistono. se tu mi dici che quando io sono svogliato faccio meglio a starmene 
casa significa che non hai mai vissuto quel tipo di situazione, altrimenti capiresti al volo di cosa 
sto parlando. non posso prevedere il futuro, la svogliatezza la posso percepire quando sto sul 
campo, non quando sto ancora a casa o in ufficio. e se anche fosse prevedibile non è che posso 
annullare una prenotazione in base a come mi sveglio la mattina. ma se persino i pro che ci 
devono guadagnare il pane hanno periodi altalenanti a causa dello stato mentale, per quale 
assurdo motivo non dovrebbe influire anche sulla resa di un amatore ? c'e' stato un periodo 
di circa due mesi in cui lo stesso djokovic era addirittura irriconoscibile a causa di problemi 
di natura personale, poi ha ripreso in mano le redini ed è tornato forte come prima. 
non so voi ma a me capita almeno due volte al mese di avere giornate in cui facendo 
determinate attività mi rendo conto che non ho lo stato d'animo ideale per farle al meglio, 
come nel mio rendimento medio. è normalissimo. altrimenti tutti i giorni tutte le persone 
del mondo avrebbero la stessa voglia di scherzare, sorridere, fare sport e via dicendo.
ma non è così. e siccome nel tennis non basta guardare la palla (che gran suggerimento)
per giocare un'ora o due ore sempre nelle nostre condizioni medie di rendimento è
altrettanto normale che la coordinazione, la reattività e la lucidità per fronteggiare le 
varie situazioni sul campo siano influenzate dalle nostre capacità mentali in quel preciso 
momento.


Boh' Sarò strano io, ma non ricordo una volta - ma dico UNA - in cui io non abbia avuto voglia di giocare o che, al contrario, provassi noia, svogliatezza o indifferenza. Eppure ci sono stati periodi in cui giocavo tanto, mi allenavo tanto e odiavo anche qualche esercizio, ma, se avessi potuto, sarei entrato in campo 5 minuti prima e uscito 5 minuti dopo.
Sarà questo il "potere della mente" nel tennis, ovvero la "MOTIVAZIONE"?
Può essere. Non ho certezze, solo convinzioni personali delle quali dubito fortemente...E le convinzioni son meglio delle qualità! Questo per dire che, anche se non dubitassi di me stesso... non sarei in ATP ugualmente!
Very Happy  Very Happy  Very Happy


Magari Vand non parla di "voglia di entrare in campo" ma di voglia di impegnarsi a dare il 200% anche quando in campo le cose non vanno bene. E' umano non averla sempre...
Io in alcuni periodi mi alleno anche 5 o 6 volte a settimana, ho sempre voglia di entrare in campo, sempre.
Una volta in campo però , non sono sempre accetto che si possa sbagliare ed entro in un loop di frustrazione e di espressioni tipiche del nordest che non mi porta da nessuna parte...
Poi esco dal campo e 5 minuti dopo tornerei a giocare...
Forse parlava di quella voglia li, la voglia di sopportare il sacrificio che serve per migliorarsi...


Beh, calma...il terrore, il panico, la frustrazione sono una cosa, la "motivazione" è, secondo me, leggermente diversa.
Io ricordo un periodo in cui all'improvviso sono andato "fuori palla" di brutto. No capivo più nulla, sono pure scoppiato a piangere (avevo 15 anni)!
Mi ricordo che non ho mai avuto tanta stima e affetto per il mio maestro Giorgio! Si è seduto di fianco a me e con le sue manacce ruvide mi ha strofinato la testa e ha detto: "Dai, ci penso io! Due scambi e ritorna tutto".
Ci ho messo un mese...UN MESE!!! per ritrovare il timing. Andavo in campo come si può andare in pellegrinaggio a Lourdes. Non lo auguro a nessuno. Ma "non ho perso la fede" (hehehheheh). Scusate, non voglio sembrare blasfemo!!!
Però voglio ragionare su quello che dicono Vander e Piccolit. Magari mi sto auto-mitizzando, come un vecchio rinco nostalgico. Che patetico che sono!
Sorry!!!!

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Ok Piccolit, mi sta bene "fuga" e "ritorno".
Ci sta tutto. Ci sono le crisi e ci sono i momenti "no".
Però Veterano fa un discorso di approccio al Tennis un po' più ampio.
Quando io scrivevo, giorni fa e qualche decina di post sopra: "la tecnica determina la tattica, non il contrario"...intendevo proprio come le capacità tecniche ti danno il menù delle scelte. Più sei ricco tecnicamente e più il menù si amplia.
Ovvero, non esiste l'adattamento al gioco altrui: c'è la consapevolezza tecnica che ti dice "cosa" e "come".
Lo fai con attente e misurate considerazioni? "Manco per cavolo!", sostiene Veterano. E qui, ragazzi, io sto dalla sua parte.
Ritornando alla guida dell'auto, se compare all'improvviso un ostacolo (cane che attraversa la strada), un guidatore esperto frena e magari sterza. Il guidatore medio frena e si prende 5 minuti di tachicardia. Il principiante rischia di ribaltarsi perché reagisce nel panico.
Guidare è un insieme semi-consapevole di azioni (manovre). Il tennis è lo stesso. Chi è in ATP fa rally e F1, il principiante fa pratica di notte nel parcheggio del supermarket deserto.
Veterano, con cui chiacchierare fa bene alla salute e alla cultura tennistica, questi meccanismi automatici li vede, li insegna e li supera tutti i giorni come maestro e come coach. Quando dice "gioca senza pensare e non pensare al gioco" è perché non ci sono "alternative" su certe palle. Se le alternative le hai dentro...vuol dire che la tua tecnica è superiore a quel livello di "qualità di palla o di scambio".
Non credo sia un concetto difficilo o "inaccettabile". Anzi, mi sembra molto umile.

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come ho già spiegato, situazioni molto diverse dalla mia. e mi sembra strano che si fatica a individuare quello che sto descrivendo. esempio più esplicito. gioco oggi e va tutto bene, dinamismo, concentrazione, soddisfazione. gioco tra 4 giorni, stesso livello fisico e tecnico, stesso avversario. palleggi intensivi dove dobbiamo e vogliamo fare tutto quello che si può fare in partita ma senza punteggio. io ultimamente rinuncio al servizio per un problemino alla spalla. la testa è più pesante, non riesco a essere sempre ben coordinato ed incisivo e nei recuperi sono meno scattante del solito. esco dal campo felice di aver giocato ma meno soddisfatto per questa diversità imprevedibile e non ricollegabile a nulla di preciso
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Nessuno credo che abbia mai pensato nel senso de La Tattica ma semmai nel cercare una buona tattica tra le tante. Il problema è attuarla mentalmente, e torniamo all'inizio lettura del gioco avversario e concentrazione mentale.
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beh....adesso non è che siccome si è parlato dell'importanza mentale, ogni cosa necessita di un
supporto mentale particolare. ti arriva uno sventaglio (il discorso di esempio è impostato su due 
giocatori che usano la mano destra), tu cerchi di non ribattere sulla diagonale ma andando in 
lungolinea in modo tale che l'avversario dovrà necessariamente giocare un colpo in corsa 
incrociato (vista l'estrema improbabilità che ti ribatta in altro lungolinea) e quindi hai il vantaggio
di avere impostato uno schema di cui conosci lo sviluppo. lo conosce pure l'avversario ma deve 
correre di più, se la fase di scambio inizia con posizioni equilibrate. poi ovviamente bisogna vedere 
che tipo di sventaglio è, perchè se è stretto allora devi subito correre pure tu tagliando il campo in 
diagonale e avrai meno probabilità di controllo della situazione. comunque....volevo precisare 
ulteriormente che i miei discorsi non volevano mettere in dubbio la competenza e la bravura di 
nessuno; siccome ho esposto una mia situazione personale e non c'è stato il minimo tentativo 
di comprenderla, anzi sono stato stroncato come uno che farebbe meglio a stare a casa in quel 
tipo di casistica, ho avuto una reazione "forte" ma il tutto si limita al modo di interagire su aspetti 
particolari dell'argomento, non c'entra niente con il voler insegnare io qualcosa a qualcuno. si fanno 
delle valutazioni, degli approfondimenti, in relazione a quello che ci succede sul campo. niente di 
più. le parole aspre erano per il modo di esporre nell'affrontare una problematica dando per scontato
che fosse una cosa diversa da quello che è realmente.

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VANDERGRAF ha scritto:
beh....adesso non è che siccome si è parlato dell'importanza mentale, ogni cosa necessita di un
supporto mentale particolare. ti arriva uno sventaglio (il discorso di esempio è impostato su due 
giocatori che usano la mano destra), tu cerchi di non ribattere sulla diagonale ma andando in 
lungolinea in modo tale che l'avversario dovrà necessariamente giocare un colpo in corsa 
incrociato (vista l'estrema improbabilità che ti ribatta in altro lungolinea) e quindi hai il vantaggio
di avere impostato uno schema di cui conosci lo sviluppo. lo conosce pure l'avversario ma deve 
correre di più, se la fase di scambio inizia con posizioni equilibrate. poi ovviamente bisogna vedere 
che tipo di sventaglio è, perchè se è stretto allora devi subito correre pure tu tagliando il campo in 
diagonale e avrai meno probabilità di controllo della situazione. comunque....volevo precisare 
ulteriormente che i miei discorsi non volevano mettere in dubbio la competenza e la bravura di 
nessuno; siccome ho esposto una mia situazione personale e non c'è stato il minimo tentativo 
di comprenderla, anzi sono stato stroncato come uno che farebbe meglio a stare a casa in quel 
tipo di casistica, ho avuto una reazione "forte" ma il tutto si limita al modo di interagire su aspetti 
particolari dell'argomento, non c'entra niente con il voler insegnare io qualcosa a qualcuno. si fanno 
delle valutazioni, degli approfondimenti, in relazione a quello che ci succede sul campo. niente di 
più. le parole aspre erano per il modo di esporre nell'affrontare una problematica dando per scontato
che fosse una cosa diversa da quello che è realmente.

50/30/20 mente/fisico/tecnica.
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e a che serve stabilire delle proporzioni ?  un mio amico ha una tecnica che il maestro è rimasto 
sbalordito di come possa colpire il rovescio bimane con quel tipo di impugnatura, che sinceramente
ho visto solo a lui. ma ti assicuro che arrivano dei fendenti incrociati talmente angolati e tesi che 
l'unico modo per opporsi è choppare di rovescio a tentare una smorzata in recupero. secondo me 
la testa è più importante a livello generale che non sugli schemi da attuare, se hai lucidità e fai 
al meglio il tuo gioco hai trovato di conseguenza il punto debole del tuo avversario, sei tu !  
chiaramente devi avere una certa padronanza su vari tipi di colpi, inside in, back, inside out...
non tutti ce l'hanno in modo equilibrato. anche importante secondo me variare spesso l'altezza 
del rimbalzo e alternare colpi pesanti senza prendere troppi rischi con colpi più a schizzo, 
specialmente sul veloce.

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framan ha scritto:
No dirichirichi
Quelle percentuali son totalmente sballate, e qui do' ragione a Veterano, la cui estremizzazione era dedicata proprio alla sopravvalutazione del lato mentale dei quarta.

E tu che percentuali daresti?
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framan ha scritto:
drichichi ha scritto:
framan ha scritto:
No dirichirichi
Quelle percentuali son totalmente sballate, e qui do' ragione a Veterano, la cui estremizzazione era dedicata proprio alla sopravvalutazione del lato mentale dei quarta.

E tu che percentuali daresti?

50-50 tecnica físico, quando queste due sono stabili, sempre pero' in relazione al livello di gioco, entra una percentuale di cervello variabile ad hoc, ma che mai supera le singole  percentuali delle altre due.

Quindi la mente tiene in equilibrio le due metà?
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Perdonami, non ho capito... scratch
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Ok, capito.... Quindi visto che ultimamente il fisico è da rottamare ho piu  possibilità di vincere al forno italico piuttosto che al foro italico.  Laughing
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Ammazza quanto si è sviluppato sto thread... Very Happy poi quando ho un po' di tempo cerco di leggerlo tutto.

Per chi ha commentato il mio intervento, voglio fare un paio di precisazioni Wink :

1) A me piace imporre il mio gioco, assolutamente, non ho né l'attitudine né la capacità di costruirlo completamente in base ai punti deboli individuati nell'avversario. Però... se una volta non mi accorgevo nemmeno se l'avversario era destro o mancino, veloce o lento, uomo o donna Very Happy , adesso un occhio su come sia meglio giocarmi le mie carte (ma comunque le MIE carte) lo metto.

2) Non ho la pretesa di fare la TAC dell'avversario nei 5 minuti di riscaldamento, tanto meno lo uso per fargli impressione (anzi recentemente qualcuno dopo averci visto riscaldare, a fine partita si meravigliò del fatto che avevo vinto io - peraltro molto nettamente -"ah scusa ma mi sembrava più attrezzato l'altro" ), ma insomma è sempre un modo per raccogliere informazioni su chi stai per affrontare.

Discussione molto interessante comunque cheers

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framan ha scritto:
PORQUÉ EL MIEDO A LOS ERRORES NO FORZADOS...!!!  Brian Dabul (Ex jugador ATP # 80, jugó todos los Grand Slams en el cuadro principal. Ex No. 1 del mundo ITF Juniors. Entrenador de tenis de alto rendimiento de PTR en Miami)  @brian.dabul - Instagram  Facebook – Brian Dabul – Youtube  Voy a empezar contando una anécdota personal y rápidamente van a entender mi modo de pensar sobre los errores NO forzados.   En mi primer año de juniors terminé #3 del mundo y alcancé la final de Roland Garros, gané la Copa Bonfiglio y varios Grados 1, como Santa Croce, donde en cuartos de final me enfrente con un jugador muy alto y muy fuerte.   Le pegaba a la pelota extremadamente fuerte, tanto como nunca otro rival que yo había enfrentado, sus técnicas eran muy buenas tanto de piernas como de raqueta; sin embargo, el 50% o 60% de sus tiros iban afuera.   El partido lo gane 6-2 6-2 y lo único que tuve que hacer fue meter 1 bola de más por punto.   Cuando salí de la cancha le dije a mi coach :

 PERCHÉ LA PAURA DEGLI ERRORI NON FORZATI ... !!!  Brian Dabul (ex giocatore ATP n. 80, ha giocato tutti i Grand Slam nel sorteggio principale. L'ex allenatore di tennis ad alte prestazioni PTR ITF Juniors n. 1 a Miami)  @ brian.dabul - Instagram  Facebook - Brian Dabul - Youtube  Inizierò raccontando un aneddoto personale e capirai rapidamente il mio modo di pensare agli errori non forzati.  Nel mio primo anno di junior ho concluso al terzo posto nel mondo e ho raggiunto la finale del Roland Garros, ho vinto la Bonfiglio Cup e diversi gradi 1, come Santa Croce, dove nei quarti di finale ho affrontato un giocatore molto alto e molto forte.  Colpì la palla molto duramente, così come nessun altro avversario che avessi mai affrontato, le sue tecniche erano molto buone sia nelle gambe che nella racchetta; tuttavia, il 50% o il 60% dei loro colpi è andato fuori.  La partita è stata vinta 6-2 6-2 e tutto quello che dovevo fare era mettere 1 palla in più per punto.  Quando ho lasciato il campo ho detto al mio allenatore :


Un punto a favore di Veterano, se ho inteso bene il suo discorso

Si Fran hai capito bene.....ma mi e' piaciuto di piu' leggere in spagnolo che in italiano.... Very Happy Very Happy Very Happy
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