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Corso Istruttore I Livello

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Promemoria primo messaggio :

Ciao a tutti mi piacerebbe avere qualche informazione in piu sul corso da Istruttore di primo livello.
Qualcono del forum lo ha fatto di recente?
Mi incuriosiva sapere come fosse organizzato il corso, se fosse suddiviso in moduli e se alla fine ci sono degli esami e nel caso ci siano su cosa vertano.
Grazie mille

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aggiungo che altri magari giocano altrettanto bene ma preferiscono fare, soprattutto tra i giovanissimi, più sport e questo penalizza la classifica. Ma a quell'età (e non solo) l'importante è imparare a giocare bene, la classifica dovrebbe solo essere il naturale risultato del livello di gioco raggiunto

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albertprof ha scritto:
Il mio circolo è una top school ci sono due allievi che sono andati da mouratoglou e il loro livello non è migliorato rispetto a ragazzi della stessa eta' e pari classifica che sono rimasti da noi.

Appunto!
Se non hai cmq talento puoi andare anche da Bollettieri o palleggiare tutto il giorno con Djokovic ma lì rimani!

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albertprof ha scritto:
Se la media degli iscritti è under 12 4.1, under14 oscillano tra il 3.4 ed il 3.1, under 16 giocano in seconda la media non è buona è fenomenale.Vuol dire che tutti gli under 12 hanno classifica compresa tra 4.3 e 3.4 ecc...spero ti riferisci agli agonisti, o a tutti gli iscritti alla scuola tennis?

No Albert e' normale per chi fa un certo percorso agonistico........e dopo che ci si perde......

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Puo' essere normale se ti alleni 3/5 volte a settimana 3 ore al giorno (un ora atletica 2 tennis) e fai almeno 10/15 tornei l'anno piu' coppa a squadre.Non è normale se ti alleni 2 volte la settimana 2 ore al di'.

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Guardando ad esempio il tabellone finale del lemon bowl (torneo internazionale)2017 dove il livello è medio alto nel tab finale u12m sono tutti 4.1 e 3.5 il vincitore del torneo è un 3.5.
Nel tab finale u14 sono tutti 3.4 tranne un finalista 3.1 e il vincitore straniero  con classifica 1 (non so a cosa puo' essere paragonato).

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il discorso si sta un po' spostando, l'esempio che ho portato era per dire che un maestro per dirsi tale deve tirare fuori con continuità ragazzi che se fanno tornei raggiungono più o meno in fretta almeno il livello di buoni terza/seconda scarsi....da li in avanti poi cominciamo a parlare di "talento" , predisposizione o che so io...
e penso che uno che è stato solo quarta categoria in vita sua questo non è in grado di farlo...

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indubbio il fatto che per ragazzini e agonisti serva un buon maestro (ma buono sul serio!), ma sono certo che per uno come me che gioca da 3-4 anni, ha impugnato la racchetta ben oltre i 30, e magari ha il tempo di dedicare 1 o 2 ore alla settimana al tennis, il supporto di un buon 4a appassionato potrebbe essere più che sufficiente per divertirsi in questo sport!

ovvio che se ci fossero le possibilità, sarebbe preferibile intraprendere un percorso con Veterano (rappresentante di categoria "maestri"), ma altrettanto certo che, in mancanza di queste possibilità, essere seguito da Miguel (di cui leggo anche "di la" le gesta sportive (sono tuo tifoso  Smile )) porterebbe discreti frutti per i novizi come me.
ovviamente, mi riferisco a Veterano e Miguel come "figure" e non perchè li conosca personalmente.

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Il discorso sulle classiffiche per gli under lasciatelo perdere, per cortesia.

Non contano praticamente nulla a quell'età.

Un anno di distanza di età tra due ragazzini fa tutta la differenza del mondo, dipende i punti con chi li hai fatti, se li hai fatti in tornei under oppure open.

E' un sistema perverso e deviante per i ragazzini.

Sento bambini, perchè sono ancora bambini, di 12 anni, parlare solo di quello, negli spogliatoi uno di questi non mi ha chiesto chi sono, un consiglio, cosa faccio, ma mi ha chiesto: tu che classifica hai?

Ma pensate a giocare bene e divertirvi, voi e i vostri maestri a bordo campo che ad ogni cambio di campo vi danno consigli nascosti dietro una siepe o uno striscione pubblicitario.

Per non parlare dei genitori.

E' questo l'ambiente che ha creato la Federazione alimentato dai suoi nuovi maestri ed istruttori.

Come dice Veterano, poi da 16 anni in su si perdono, ed è questo il punto centrale di tutto.

Un mio amico con cui gioco regolarmente, che è stato seconda categoria ed ha anche provato l'attività internazionale prima di lasciare il tennis per noia, mi ha confessato che quando aveva 17 anni ha giocato contro uno di15 anni che già la FIT lo spacciava come fenomeno, era Gaudenzi, e lui l'ha piallato.

E mi diceva anche lui che a quell'età, un paio di anni di differenza cambiano tutto, ed infatti dice che lui nel giro di due anni ha abbandonato, mentre Gaudenzi due anni dopo ha vinto Wimbledon juniores.

Un altro, un B1, quando aveva 18 anni ha battuto Pat Cash nei tornei giovanili, poi lui è rimasto B1 e quello dopo un pò ha vinto Wimbledon.

Quindi tutte le classifiche del mondo ottenute a livello giovanile non contano veramente niente.

Altro esempio è Luca Vanni, che a 16 anni era 4.3

Smettetela di drogarvi di classifiche e lavorate sul campo con un altro obiettivo.
Le classifiche devono essere una conseguenza del percorso formativo, tecnico, tattico, fisico e mentale che si fa sul campo in una buona scuola, non devono essere la guida trainante di tutto il resto.

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Per capirci bisogna prima di tutto fare distinzione tra tennis amatoriale 4 categoria e tennis agonistico.Ragazzi pero' prima di parlare informiamoci la fit abilita gli istruttori ad insegnare il minitennis.Per il tennis agonistico ci sono i maestri e i tecnici nazionali.Nei circoli seri questa e' la regola.Capita spesso che un istruttore seconda categoria affianca il maestro (specie' se non giovanissimo) o fa da sparrig.Nel mio circolo ho sentito gente del corso adulti che si lamentava di un tecnico nazionale con punti atp giovane laureato in scenze motorie (uno che sta avanti)adesso fa il coach ad una giocatrice cinese tra le prime 100 del mondo per il troppo tecnicismo per trascurare troppo l'aspetto ludico ecc.Da noi la sat è fino alla classifica 4.5 4.4 qui c'e' un maestro che supervisiona 3 istruttori due laureati in scienze motorie.Poi si passa al perfezionamento e sono presenti solo maestri e cosi via.Bisogna seguire le linee guida della fit.Pochi anni fa a livello femminile avevamo molte giocatrici tra le prime 100, vittoria fed cup adesso gli stessi tecnici sono divente capre ma dai.

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Bravo Spalama il succo e proprio questo.
Anche per me le classifiche sino ad un certo  livello lasciano il tempo che trovano perche' condizionate da diversi fattori.
IL punto pero' e' quello che ha centrato Spalama,nel senso che si pensa troppo alle calssifiche ed ai risultati invece che alla crescita del giocatore,a me non importa niente della classifica dei miei ragazzi,quello che guardo e' il crescimento reale,li vedo giocare giorno dopo giorno e non ho bisogno di sapere se vincono piu o meno tornei per valorare il miglioramento,ovvio meglio se vincono,ma per me il punto fondamentale non e' a quell eta' e' dopo....cioe quello che mi interessa e' il poter vedere nel gruppo almeno qualche poteziale seconda alta,ne ho visti troppi di juniores strapompati dai genitori e dalla federazione che dopo i sedici anni o appena quando si affacciano ai tornei assoluti si perdono,oppure viaggiano in posizioni di classifica inproponibili dopo due o tre anni che ci provano.
il discorso dei risultati subito e' un discorso sbagliato a priori,i risultati arrivano da soli ,un conto e' insegnare a vincere adesso, un altro e' quello di insegnare a giocare per vincere quando e' importante vincere.
E sono due cose distinte,perche' quello che puo farti vincere adesso non e' detto che domani ti fara' vincere ancora,ci va un percorso tecnico ben fatto che aiuti a migliorare nel futuro il giocatore,senza curarsi troppo dei risultati attuali,come dicevo precedentemente se il percorso e' corretto i risultati prima o poi arrivano,ce chi tarda un po ce chi li ha sin da subito,ma arrivano.
IL ragazzo in campo deve trovare da solo le soluzioni per vincere e non deve aver bisogno del maestro che a fondo campo le suggerisce cosa fare,quello lo si fa in allenamento,ma mai in partita,in allenamento ti do tutti i suggerimenti che vuoi,ma poi in partita te la sbrogli da solo se non non imparerai mai a farlo.Poi per carita' se vedo la partita dopo se ne discute ma mai durante.....
Per gli adulti e' un discorso diverso per diversi motivi,ma anche li ce modo e modo di insegnare.
Bisogna insegnare un tennis facilmente riproducibile, non e' importante per un adulto di 40 anni che prende in mano la racchetta per la prima volta imparare la open stance o un presa western perche' questo e' il tennis moderno,i risultati da dulti si ottengono con delle basi solide,pochi fronzoli,aperture minime insomma un tennis piu' facile da giocare e da capire,e non ci va molto....e' piu importante il movimento e come si arriva sulla palla che come si colpisce....ma queste cose valle a far capire a certi pseudo maestri che vogliono insegnare il cosidetto tennis moderno,sono le basi che sono importanti......in terza ci arrivi anche senza per forza giocare in open stance, e senza saper tirare il dritto alla Nadal......non ce tennis moderno o tennis del passato ma ce il tennis...e non e' possibile usare per tutti lo stesso metro e le stesse misure....ma un senso logico partendo dalle basi che possa dare dei risultati a tutti..............

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: tu probabilmente vivi in un'isola felice.
Qui basta che sei istruttore di primo grado esponi la targa e vai in campo ad insegnare, dai lezioni private etc...
La FIT non controlla un bel niente.
Ti vorrei far notare che tutte le nostre bravissime campionesse di Fed Cup, Pennetta (Casal Sanchez), Errani (Valencia), Schiavone (Coach Argentini e Spagnoli), parlano prima lo spagnolo che l'italiano, bestemmiano pure in spagnolo sul campo se è per questo.
La Giorgi si è fatta da sola con coach papà.
L'unica Italica è la Vinci.

Quindi di cosa stiamo parlando?

E dopo di loro la Federazione chi ci sta proponendo?

Nel famoso circuito dei NEXTGEN mi dici quanti italiani ed italiane ci sono?

Chiaramente sfociati dalle linee guida della federazione tramite le sue accademie.

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ha ragione spalama, anche perchè queste fantomatiche top school sono considerate tali non sulla base dei giocatori sfornati negli anni ma dalle strutture che possiedono.
quindi se tu hai una bella foresteria, la palestra, campi in diverse superfici, un tecnico nazionale che attacca la sua targa sul muro sei una top school anche se magari in 10 anni hai creato solo dei terza categoria.... fortunatamente non è la regola ma succede più spesso di quanto si pensi

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A mio modo di vedere, in questa questione bisogna accettare quelli che sono i dati di fatto, quello che purtroppo e' e quello che andrebbe fatto.

Che i meccanismi di una qualsiasi Federezione italiana facciano acqua da tutti i punti di vista e' palese, i risultati sono pessimi e non c'e' investimento o lavoro vero sul futuro, conta solo politica ed economia.

Per la questione Maestri, e' assodato che piu' sono andati avanti con il lavoro su se stessi e piu' hanno esperienza diretta, poi pero' ci vuole la seconda componente di un buon maestro, la volonta' di imparare e migliorare la sua preparazione non solo tecnica, la terza ... la voglia di trasmettere e la capacita' di farlo e magari anche la quarta ... l'umilta' di mettere al centro dell'insegnamento l'allievo.

e vorrei concentrarmi magari andando leggermente OT sulla quarta, un insegnante bravo e quello che mette al centro della sua azione l'allievo... e nel tennis ogni allievo e' diverso:
all'inizio che sia bimbo o adulto gli si dovra' insegnare il Tennis... moderno vecchio cosa importa.
poi nella evoluzione dell'allievo cambieranno i requisiti, ci saranno agonisti e non che avranno necessita' diverse ma anche cose simili, and entrambi si dovra' insegnare a perdere, che conta di piu' del sapere vincere e anche la fatica, le cose e i miglioramenti non cadono dagli alberi.
Poi a chi gioca per divertirsi bisogna insegnare a farlo con il sorriso (purtroppo manca spesso)
Agli agonisti bisogna insegnare ad approfondire le basi, crescere tecnicamente avere un progetto per il futuro... e anche la tattica, l'alimentazione e la cura del proprio fisico.

Concordo con veterano quando dice che le troppe attenzioni al risultato in giovane eta' spesso producono  risultati immediati e pochissimi nel futuro prossimo, e sul fatto che un passo importante della crescita del tennista in campo sia lo staccarsi dal "baby sitting" quello che deve fare  lo deve sapere lui ...

vi lascio tornando nel topic, con una frase che sentii dire ad uno dei piu' bravi maestri giapponesi di arti marziali, ai suoi allievi di piu' alto grado... "Ricordate che il vostro livello non e' quello che sta scritto su un pezzo di carta o che avete ottenuto sul campo, il vostro livello e quello a cui porterete i vostri allievi e  quello a cui eleverete con il vostro comportamento quelli che praticano con voi"

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Spalama la scuola del mio circolo e' una top school non so se sia un isola felice....abbiamo molti u16 3 cat e qualche seconda, il compito principale di una scuola tennis è creare un certo numero di buoni seconda,sfornare giocatori professionisti non è come sfornare ciambelle...

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albertprof ha scritto:
Spalama la scuola del mio circolo e' una top school non so se sia un isola felice....abbiamo molti u16 3 cat e qualche seconda, il compito principale di una scuola tennis è creare un certo numero di buoni seconda,sfornare giocatori professionisti non è come sfornare ciambelle...

Bene gia sapendo che ci sono molti terza e qualche seconda u16 il livello della scuola dovrebbe essere buono.
IL diventare un professionista poi dipende da molti fattori,a volte la scuola per buona che sia centra ben poco,comunque con questi dati si puo gia' dire che sia di buon livello,almeno chi ci va sa che non manda i propri figli dal primo arrivato.

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Se la fit non ha nessun merito per la grande crescita del movimento tennistico femminile Pennetta, Errani, Schiavone,Giorgi, Vinci,ecc...Allora pero' non dobbiamo neanche mettergli la croce a dosso adesso che il movimento femminile si è un po' fermato.Come quando le cose vanno bene è tutto merito degli altri quando vanno male è tutta colpa della federazione.

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Infatti il problema è questo, lato FIT calma piatta sia quando le cose vanno bene che quando vanno male.
E continuano imperterriti su questo modello.
Prima il Centro di Riano, poi quello di Tirrenia, ora le accedemie federali ed è dal 1976 che non vinciamo uno slam a livello maschile, e gli internazionali d'italia.
E tolto Fognini, che pure lui si affida ad argentini e spagnoli per il suo percorso da professionista, abbiamo Seppi che è a fine carriera, e Lorenzi che pure lui è in dirittura d'arrivo, poi c'è il vuoto cosmico.
E l'unico dei tre ancora in grado di vincere qualche torneo è solo Fognini, quando però gli si allineano i pianeti.

I giovani under 16 della tua scuola, invece di mandarli all'accademia di Puglia della FIT, fareste meglio a mandarli alla Casal-Sanchez.

Tutto qui.

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l'under 16 del mio circolo va all'accademia della fit a spese completamente a carico della federazione.La Casal-sanchez vuole il pagamento della retta suppongo.

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Visti i risultati delle due accademie direi che la spesa vale l'impresa.

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Stiamo facendo, credo, un po' di confusione. 

Giocare a tennis è un hobby. Per una piccola percentuale di persone, specie tra i ragazzini, può essere una professione. Quanti tra questi vogliono fare i tennisti professionisti? Quanti tra questi, arrivati ai famosi 17 anni anni in cui si perdono, non hanno più voglia di allenarsi allo sfinimento e mangiare e respirare tennis? Non è un caso se i migliori giocatori del mondo vengono dai 4 angoli del pianeta (e diversi da posti dove il rigore ha ancora un valore nella società civile (vedi paesi dell'est, ex blocco sovietico): semplicemente è una vita dura, e richiede una chiarezza di intenti e di forza di volontà che è molto difficile trovare nei 17enni, che piaccia loro giocare a tennis o diventare veterinari. E al contrario di altre aspirazioni se non cominci entro una certa età e continui non potrai mai più farlo, non è che arrivi a 25 anni e decidi di diventare un giocatore professionista così come decidi che vuoi diventare scrittore o aprire un cocktail bar. Non ha torto chi diceva che i giocatori migliori debutano negli open quando sono ancora under18, ma che tipo di vita hai fatto fino a quel momento? che tipo di famiglia hai alle spalle? che tipo di preparazione fisica, psicologica e tecnica e che "supervisione medica" ti viene data? E la scuola? E casa tua? i videogiochi, l'altro sesso, le vacanze, il mare la montagna ecc. 

Vi lamentate del tennis, ma guardate l'involuzione del calcio in Italia. Se il calcio ha problemi, figurarsi il tennis.

Deve per forza esserci un insegnamento a due velocità, e non si può pensare di misurare il successo di un movimento sportivo dal numero di eccezioni che produce. In quanto Stato, non mi spiace che il sistema non incoraggi a sfornare grandi campioni, perchè molti grandi campioni hanno alle spalle delle gioventù disfunzionali. Meglio un Agassi metalmenccanico e felice che ricco (forse, improbabile ma possibile) e pieno di ferite nell'anima. Mi sta anche bene che ci sia un'industria di allenamento di grandi campioni, privata e reclusa, che sia in Spagna o Florida non cambia: possono essere ovunque, il luogo non lo trovo importante. Lì raccolgono il meglio che produce il mondo, a coloro che hanno la determinazione e i soldi per cercar fortuna viene dato il modo di provarci.

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Di confusione ne facciamo sempre anche quando non dovremmo.....ma va be dai all fine sono quattro chiacchere da bar tra appasionati.
Tornando in vece al discorso dei campioni e delle accademie ovviamente visto il numero ristretto dei partecipanti  rispetto ad altri sport la possibilita di sfornare un campione e' veramente minima.
Le accademie non sono per tutti e sono macchine da soldi per i propietari che sono ben consapevoli che probabilmente e' piu facile guadagnare giocando in borsa che tirare fuori un campione.
Cio non toglie che a prescindere di trovarne uno con la stoffa da campione, e considerato che lui sia disposto a fare i sacrifici per diventarlo, e abbia le disponibilita' econimiche necessarie,quando lo si ha davanti ci deve essere la capacita' e la professionalita' per farlo crescere.......e purtroppo in Italia questo manca un po.....il giovane lo fa crescere male nella maggior parte dei casi lo si pompa troppo e si cerca di tenerlo troppo a balia......a 16 anni si deve esser gia pronti per giocare gli assoluti se si vogliono vedere i risultati,non vedo logico continuare a fare i tornei juniores per portare a casa titoli illusori che servono a far crescere la popolarita' del maestro che e' a caccia di risultati adesso e subito ma che portano ben poca crescita nel futuro.....boooooo,palline punto verde,palline punto rosso,palline gialle e rosse.......ma cacchio adesso mi sembra che i bambini se non utilizzano le palline consigliate dalle case......che poi e solo questione di business, non possano piu imparare a giocare a tennis,oppure rischino di farsi male.........troppe menate.....e poca sostanza......

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Dunque, è veramente possibile programmare lo sviluppo di un campione in un contesto formativo di qualità, strutturato ed adeguato alle esigenze più evolute e può, una Federazione nazionale alimentare la nascita di simili organizzazioni?
Mi sembra sia un po' questa la domanda tra le righe.
Mi sono divertito con un giochetto banale, a cercare di focalizzare cosa sia successo finora, diciamo da quando c'è il ranking ATP, in termini di vertice dei rispettivi movimenti tennistici e se ciò potesse, apparentemente, dipendere da un movimento formativo strutturato o, più semplicemente, dal fato legato ad esperienze individuali e sporadiche, piuttosto che dall'inaspettata nascita del campione di turno.  
Bene, su 14 nazioni che hanno avuto al vertice del ranking mondiale un loro concittadino, solo per 5 nazioni si è registrata la presenza di almeno 2 giocatori e solo gli USA più di 3 giocatori a testimoniare la presenza di movimenti generalizzati ben strutturati o, piuttosto, proprio nel caso degli USA, anche una platea di praticanti notevolmente superiore agli altri paesi. Tra l'altro, alcuni di questi tennisti provengono da realtà formative del tutto private ed autonome rispetto alle organizzazioni istituzionali, ma tant'è, diamo per assodato che facciano parte integrante di un sistema nazionale.
Aggiungo, conoscendo un po' la loro storia, letta più volte per mia personale passione, che l'Australia dei forti giocatori degli anni 50/60/70 è caraterizzata da atleti che, per un motivo o per un altro, hanno lavorato con un certo Henry Hopman dopo il quale, guarda caso, la Federazione australiana non ha saputo più replicare una  analoga fertile sequele di giocatori.
In tutti gli altri casi si tratta di giocatori che solo singolarmente rappresentano il loro paese e si tratta di sistemi paese (Svizzera, Germania, Austria, Gran Bretagna) spesso presi a modello per efficacia ed efficienza programmatica.
La Francia, che è famosa per il suo sistema formativo in tutto lo sport, non è neanche rappresentata 1 volta!
Siamo veramente convinti che un campione si possa costruire in laboratorio?

John Newcombe (Australia)

Patrick Rafter (Australia)

Lleyton Hewitt (Australia)

Björn Borg (Svezia)

Mats Wilander (Svezia)

Stefan Edberg (Svezia)

Jimmy Connors (USA)

John McEnroe (USA)

Jim Courier (USA)

Pete Sampras (USA)

Andre Agassi (USA)

Andy Roddick (USA)

Carlos Moyá (Spagna)

Juan Carlos Ferrero (Spagna)

Rafael Nadal (Spagna)

Evgenij Kafel'nikov (Russia)

Marat Safin (Russia)

Ilie Năstase (Romania)

Ivan Lendl (Cecoslovacchia)

Boris Becker (Germania)

Thomas Muster (Austria)

Marcelo Ríos (Cile)

Gustavo Kuerten (Brasile)

Roger Federer (Svizzera)

Novak Doković (Serbia)

Andy Murray (Gran Bretagna – Scozia)

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,palline punto verde,palline punto rosso,palline gialle e rosse.......ma cacchio adesso mi sembra che i bambini se non utilizzano le palline consigliate dalle case......che poi e solo questione di business, non possano piu imparare a giocare a tennis,oppure rischino di farsi male.........troppe menate.....e poca sostanza......

giusto, torniamo alle racchette di legno, punto Very Happy

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,palline punto verde,palline punto rosso,palline gialle e rosse.......ma cacchio adesso mi sembra che i bambini se non utilizzano le palline consigliate dalle case......che poi e solo questione di business, non possano piu imparare a giocare a tennis,oppure rischino di farsi male.........troppe menate.....e poca sostanza......

giusto, torniamo alle racchette di legno, punto Very Happy

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Ma infatti non parliamo di campioni assoluti, parliamo semplicemente di buoni giocatori che siano in grado di rimanere stabilmente tra i primi 100 del mondo e di farsi onore centrando qualche buon risultato.
Ora non sappiamo dove arriverà Zvererv, ma nemmeno Medvedev, e nemmeno qualcun altro che sta emergendo, ma gli italiani next gen???
Mica stiamo dicendo che devono essere 1,2, o 3 del mondo.
Andò stanno???
E le italiane????

Il discorso è che a partire dalla base, in Italia, non esiste una organizzazione non solo non in grado di saper riconoscere il potenziale campione, ma nemmeno di costruire dei giocatori degni di questo nome, che col tennis riescono a campare, oltre quelli che vivacchiano in seconda categoria giocando la serie B o quella farsa della serie A.

Ho detto di mandarli alla Sanchez-Casal, ma poteva essere Valencia, ma anche Bollettieri, oppure mandateli ad allenarsi nei boschi ed a tagliare legna come Thiem.

Io sono convinto che quel testa di minchia di Federer ventenne che era irascibile e spaccava le racchette, se fosse stato italiano si sarebbe perso, o magari, a voler essere ottimisti, avrebbe fatto la carriera di un altro mezzo pazzo come Canè.

Magari Barazzutti in Davis gli avrebbe detto che il suo gioco era troppo rischioso, e che doveva variare il ritmo, palleggiare di più.

Ecco, ogni nazione ha i suoi guru del tennis che hanno fabbricato dei campioni, da Hopman, a Bollettieri, a Niki Pilic, Bergelin, Tiriac, Roche, etc..etc...e....e....e.......e sai che non mi viene in mente il nome di un guru italiano....forse si: Belardinelli.

Questo per dire che invece di spendere soldi per Formia, Tirrena, etc..etc..magari quando troviamo uno buono la federazione potrebbe contribuire a sue spese e mandarlo da Piatti, oppure in una delel accademie spagnole.
Sicuramente si risparmia e si ha la certezza che se è davvero buono qualcosa esce fuori.

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spalama ha scritto:

Ecco, ogni nazione ha i suoi guru del tennis che hanno fabbricato dei campioni, da Hopman, a Bollettieri, a Niki Pilic, Bergelin, Tiriac, Roche, etc..etc...e....e....e.......e sai che non mi viene in mente il nome di un guru italiano....forse si: Belardinelli.

Questo per dire che invece di spendere soldi per Formia, Tirrena, etc..etc..magari quando troviamo uno buono la federazione potrebbe contribuire a sue spese e mandarlo da Piatti ...

ecco, già questo discorso lo condivido di più.
ci sono stati e ci sono tecnici italiani emersi per capacità ed in questo, forse, la FIT non è stata sufficientemente brava a scrollarsi di dosso evidenti ingerenze ed aderenze interne, costringendo questi professionisti a cercarsi un altro sole sotto il quale poter lavorare, mentre uno come Hopman è stato ai tempi il vero valore aggiunto del movimento tennistico australiano e non solo, per la verità, essendosi trasferito poi negli USA. 
Bollettieri, nel libro OPEN di Agassi, è descritto proprio male, un maresciallo dell'esercito in congedo che fece del tennis il suo business senza avere le competenze tecniche adeguate.
Ne parla meglio come talent scout, forse perchè frequentò la sua Accademia gratuitamente o a costi ridotti con la promessa che gli avrebbe girato alcune royalty una volta diventato professionista Very Happy .
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