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Corso Istruttore I Livello

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Promemoria primo messaggio :

Ciao a tutti mi piacerebbe avere qualche informazione in piu sul corso da Istruttore di primo livello.
Qualcono del forum lo ha fatto di recente?
Mi incuriosiva sapere come fosse organizzato il corso, se fosse suddiviso in moduli e se alla fine ci sono degli esami e nel caso ci siano su cosa vertano.
Grazie mille

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giococlassico75 ha scritto:
miguel ha scritto:
mi spiace ma ti sbagli, se sei una persona normodotata e vai da un buon maestro non puoi non diventare terza categoria. Il tennis a questi livelli è semplice e non bisogna essere baciati da chiissà quale talento per raggiungerli. Certo bisogna avere uno che ti insegni le cose per bene e questo si chiama maestro, tutto il resto è molto meccanico ed una volta imparato non lo scordi più. Uno impostato bene lo riconosci dopo 3 scambi anche se sono 10 anni che non tocca racchetta...


il tennis sarà forse semplice in 4a, ma a livelli di 3a (reali) no...
lì devi avere qualcosa in più di un buon maestro e qualche lezione alle spalle...


è il tuo punto di vista e lo rispetto ma non è cosi, io da totale autodidatta sono arrivato C1 e ti assicuro che non ho nessun talento particolare

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: secondo me no, basta guardare cosa sta capitando a Quinzi ed alla stessa Giorgi.

Concordo con te sul discorso organizzativo e strutturale, è vero che i fenomeni magari non li costruisci in laboratorio, ma è anche vero che nessuno dei giocatori francesi tra i top 100 può considerarsi un "fenomeno".

Sono tutti ottimi giocatori, qualcuno con più pedigree degli altri, ma niente più.

Ci hanno lavorato bene sopra, li hanno sostenuti, ed eccoli li che a livello di Atp 250 e 500 ancora dicono la loro ed alla grande, e li troviamo molto avanti anche nei Master 1000.

Per non parlare degli spagnoli.

Avessimo almeno copiato uno dei due modelli in Italia.

Macchè troppo facile.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: hai ragione, prima del talento ci vogliono volontà, applicazione, tempo, sacrificio, allenamento, tanta testa oltre che tecnica e fisico.
Molta gente pensa invece che ci voglia la bacchetta magica per riuscire ed ottenere risultati in questo sport.

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IL talento a questi livelli ha poco che vedere.....si un minimo di predisposizione al gioco e' necessaria ma non fondamentale,ci va soltanto tanto lavoro e testa per capire come si deve giocare....e non parlo ne di tattica ne di tecnica....

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miguel ha scritto:
giococlassico75 ha scritto:
miguel ha scritto:
mi spiace ma ti sbagli, se sei una persona normodotata e vai da un buon maestro non puoi non diventare terza categoria. Il tennis a questi livelli è semplice e non bisogna essere baciati da chiissà quale talento per raggiungerli. Certo bisogna avere uno che ti insegni le cose per bene e questo si chiama maestro, tutto il resto è molto meccanico ed una volta imparato non lo scordi più. Uno impostato bene lo riconosci dopo 3 scambi anche se sono 10 anni che non tocca racchetta...


il tennis sarà forse semplice in 4a, ma a livelli di 3a (reali) no...
lì devi avere qualcosa in più di un buon maestro e qualche lezione alle spalle...


è il tuo punto di vista e lo rispetto ma non è cosi, io da totale autodidatta sono arrivato C1 e ti assicuro che non ho nessun talento particolare


mi sembra che stiate dicendo la stessa cosa.
affermi di non avere preso lezioni da maestri, ma ti sei costruito da solo con lo strumento più efficace in assoluto per migliorarsi, l'autodidattica.
credi non sia frutto di un qualche talento ciò?
pensi che tutti, indistintamente, avrebbero questa capacità?
forse pensi che per talento si intendano solo quelle capacità fisico/motorie, o riflessi particolarmente elevati o sensibilità maggiori  nel percepire l'impatto racchetta pallina, ma dimentichi che il miglior talento in assoluto è la capacità del nostro cervello di produrre concatenazioni razionali, riflessioni, analisi e farne un utilizzo focalizzato abbinandolo a determinazione e tenacia, altre caratteristiche tutt'altro che comuni.
tu, evidentemente, hai impiegato inconsciamente queste capacità per migliorare la tua tecnica pur in assenza di una visione critica esterna che potesse aiutarti nell'analisi del gesto tecnico al fine di individuare aree di miglioramento.
in questo sei proprio un esempio di come un campione possa diventare tale indipendentemente da dove si svolga il suo percorso formativo.

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tralasciando la questione talento non talento, ribadisco che un maestro che nella sua carriera non ha tirato fuori almeno un certo numero di terza-seconda non lo si puo' ritenere tale, chiamiamolo palleggiattore, aiuto allenatore o che so io ma un maestro è un'altra cosa...

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: allora diciamo che forse ho un talento naturale ma avendo fatto tutto da solo alla fine ho raggiunto gli stessi risultati di chi ne ha molto meno ma ha seguito una trafila corretta seguito da un buon maestro.
Giocare un buon servizio ed un diritto ed un rovescio solido è qualcosa che un buon maestro puo' insegnarti facilmente e non è difficile da apprendere, se hai questi tre colpi in terza categoria ci giochi alla grande.
io invece da autodidatta ci ho messo tantissimo tempo in più perchè ho dovuto procedere per tentativi spesso anche infruttuosi perchè andavano spesso a scontrarsi con automatismi errati, cosa che chi ha fatto le cose bene sin dal principio non ha dovuto affrontare..

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Dagoberto ha scritto:
miguel ha scritto:
giococlassico75 ha scritto:
miguel ha scritto:
mi spiace ma ti sbagli, se sei una persona normodotata e vai da un buon maestro non puoi non diventare terza categoria. Il tennis a questi livelli è semplice e non bisogna essere baciati da chiissà quale talento per raggiungerli. Certo bisogna avere uno che ti insegni le cose per bene e questo si chiama maestro, tutto il resto è molto meccanico ed una volta imparato non lo scordi più. Uno impostato bene lo riconosci dopo 3 scambi anche se sono 10 anni che non tocca racchetta...


il tennis sarà forse semplice in 4a, ma a livelli di 3a (reali) no...
lì devi avere qualcosa in più di un buon maestro e qualche lezione alle spalle...


è il tuo punto di vista e lo rispetto ma non è cosi, io da totale autodidatta sono arrivato C1 e ti assicuro che non ho nessun talento particolare


mi sembra che stiate dicendo la stessa cosa.
affermi di non avere preso lezioni da maestri, ma ti sei costruito da solo con lo strumento più efficace in assoluto per migliorarsi, l'autodidattica.
credi non sia frutto di un qualche talento ciò?
pensi che tutti, indistintamente, avrebbero questa capacità?
forse pensi che per talento si intendano solo quelle capacità fisico/motorie, o riflessi particolarmente elevati o sensibilità maggiori  nel percepire l'impatto racchetta pallina, ma dimentichi che il miglior talento in assoluto è la capacità del nostro cervello di produrre concatenazioni razionali, riflessioni, analisi e farne un utilizzo focalizzato abbinandolo a determinazione e tenacia, altre caratteristiche tutt'altro che comuni.
tu, evidentemente, hai impiegato inconsciamente queste capacità per migliorare la tua tecnica pur in assenza di una visione critica esterna che potesse aiutarti nell'analisi del gesto tecnico al fine di individuare aree di miglioramento.
in questo sei proprio un esempio di come un campione possa diventare tale indipendentemente da dove si svolga il suo percorso formativo.

Dago il talento a questi livelli sta nel capire l'essenza del gioco.......ci sono delle basi che anche senza un maestro si possono imparare da soli.....ma per farlo bisonga capire il gioco.......dicendola tutta e facndo un esempio con un giocatore del passato,puoi arrivare a giocare in terza con una tecnica alla Connors....se vi ricordate come giocava.....ovvio che poi per andare piu su ci va altro ma bastano poche cose semplici e ben fatte....il problema e' capirlo.......
Per quello che riguarda il campione e' che possa diventare tale indipendentemente da dove faccia il suo percorso formativo ho dei grandissimi dubbi......per dire questo bisognerebbe sapere bene come lavorano le differenti federazioni con i talenti.....e non solo.......e qcomunque Dago fare il tuo percorso formativo Alla Sanchez Casal non e' lo stesso che farlo con il maestro di Canicatti anche avendo a disposizione un gran talento,mi scuso con tutti i maestri di Canicatti,a volte si ha in mano una ferrari ma no si e' in grado di guidarla....

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spalama ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: secondo me no, basta guardare cosa sta capitando a Quinzi ed alla stessa Giorgi.
Questi due atleti, purtroppo, stanno patendo forti problemi emozionali che è molto difficile affrontare e su questo i macrosistemi possono fare molto poco. Quinzi temo abbia difficoltà a gestire la percezione delle forti aspettative che un po' tutti hanno su di lui dopo la vittoria a Wimbledon, successe anche ad un certo Nargiso che dopo la sua vittoria sui campi in erba a 17 anni divenne un buon giocatore, ma nulla di più. Carenza di sufficiente narcisismo che lo aiuterebbe a non sentirsi inadeguato nel recitare la parte dell'ombelico del mondo?
La Giorgi, forse anche per le drammatiche disavventure famigliari, ha maturato un'eccessiva rigidità caratteriale che l'ostacola nell'adattarsi con sufficiente velocità alle situazioni di gioco, ma mi sembra ci stia lavorando. Inoltre, dopo le tante opportunità buttate al vento, soffre, un po' di troppa insicurezza che emerge ogni volta che i fantasmi delle  brutte sconfitte subite in passato, quando tutto sembrava portarla a brillanti vittorie, riemergono.
Entrambi giocatori complessi, difficile possano diventare campioni, ma spero di sbagliarmi.

Concordo con te sul discorso organizzativo e strutturale, è vero che i fenomeni magari non li costruisci in laboratorio, ma è anche vero che nessuno dei giocatori francesi tra i top 100 può considerarsi un "fenomeno".

Sono tutti ottimi giocatori, qualcuno con più pedigree degli altri, ma niente più.

Ci hanno lavorato bene sopra, li hanno sostenuti, ed eccoli li che a livello di Atp 250 e 500 ancora dicono la loro ed alla grande, e li troviamo molto avanti anche nei Master 1000.
Mi sembra che dicendo ciò conforti proprio la mia tesi Laughing

Per non parlare degli spagnoli.
Guarda caso il miglior spagnolo degli ultimi 15 anni è cresciuto in una bolla di vetro rappresentata, sostanzialmente, dalla famiglia Nadal e poco ha avuto a che fare il sistema formativo nazionale
Vogliamo parlare di Del Potro, ti sembra che il suo tennis sia rapresentativo del modello argentino?
Che dire, infine, del sistema formativo USA, anche lui poco performante con i College e le Università che finanziano i migliori atleti fino al termine del piano di studi? Eppure di campioni non se ne vede da un bel po'. Tra l'altro l'accademia più famosa degli ultimi anni, Bollettieri Accademy, si è sostanzialmente governata in completa autonomia, svincolata da ogni sistema  formativo federale che, peraltro, non sono così certo esista.

Avessimo almeno copiato uno dei due modelli in Italia.

Macchè troppo facile.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: hai ragione, prima del talento ci vogliono volontà, applicazione, tempo, sacrificio, allenamento, tanta testa oltre che tecnica e fisico.
Molta gente pensa invece che ci voglia la bacchetta magica per riuscire ed ottenere risultati in questo sport.

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Veterano ha scritto:
Dagoberto ha scritto:
miguel ha scritto:
giococlassico75 ha scritto:
miguel ha scritto:
mi spiace ma ti sbagli, se sei una persona normodotata e vai da un buon maestro non puoi non diventare terza categoria. Il tennis a questi livelli è semplice e non bisogna essere baciati da chiissà quale talento per raggiungerli. Certo bisogna avere uno che ti insegni le cose per bene e questo si chiama maestro, tutto il resto è molto meccanico ed una volta imparato non lo scordi più. Uno impostato bene lo riconosci dopo 3 scambi anche se sono 10 anni che non tocca racchetta...


il tennis sarà forse semplice in 4a, ma a livelli di 3a (reali) no...
lì devi avere qualcosa in più di un buon maestro e qualche lezione alle spalle...


è il tuo punto di vista e lo rispetto ma non è cosi, io da totale autodidatta sono arrivato C1 e ti assicuro che non ho nessun talento particolare


mi sembra che stiate dicendo la stessa cosa.
affermi di non avere preso lezioni da maestri, ma ti sei costruito da solo con lo strumento più efficace in assoluto per migliorarsi, l'autodidattica.
credi non sia frutto di un qualche talento ciò?
pensi che tutti, indistintamente, avrebbero questa capacità?
forse pensi che per talento si intendano solo quelle capacità fisico/motorie, o riflessi particolarmente elevati o sensibilità maggiori  nel percepire l'impatto racchetta pallina, ma dimentichi che il miglior talento in assoluto è la capacità del nostro cervello di produrre concatenazioni razionali, riflessioni, analisi e farne un utilizzo focalizzato abbinandolo a determinazione e tenacia, altre caratteristiche tutt'altro che comuni.
tu, evidentemente, hai impiegato inconsciamente queste capacità per migliorare la tua tecnica pur in assenza di una visione critica esterna che potesse aiutarti nell'analisi del gesto tecnico al fine di individuare aree di miglioramento.
in questo sei proprio un esempio di come un campione possa diventare tale indipendentemente da dove si svolga il suo percorso formativo.

Dago il talento a questi livelli sta nel capire l'essenza del gioco.......
Sono d'accordo, fondamentalmente è proprio quello che serve principalmente, quindi il talento trova ispirazione principalmente dal livello di intelligenza dell'individuo.

Per quello che riguarda il campione e' che possa diventare tale indipendentemente da dove faccia il suo percorso formativo ho dei grandissimi dubbi......per dire questo bisognerebbe sapere bene come lavorano le differenti federazioni con i talenti.....e non solo.......e qcomunque Dago fare il tuo percorso formativo Alla Sanchez Casal non e' lo stesso che farlo con il maestro di Canicatti anche avendo a disposizione un gran talento,mi scuso con tutti i maestri di Canicatti,a volte si ha in mano una ferrari ma no si e' in grado di guidarla....
Non voglio essere frainteso, un'Organizzazione efficace con persone competenti e capaci sarà sempre in grado di predisporre i presupposti migliori per lavorare al meglio in ogni settore, ma la nascita di un campione, in ogni settore o disciplina, è svincolata da aspetti di natura organizzativa e dipende, principalmente, dall'individuo e da quanto ha e trova dentro di se.
La storia c'è lo insegna, con esemi in ogni settore.
Einstein aveva problemi proprio con il professore di matematica e sappiamo tutti per cosa è diventato famoso, Nureyev, colui che diede per primo piena dignità al ruolo maschile nella danza, conosciuto anche da chi della danza non frega nulla, rischiò più volte di essere allontanato dall'Accademia Vaganova di San Pietroburgo perchè ritenuto inadeguato e spesso saltava le lezioni per andare ad assistere alle prove dei balletti che si svolgevano in teatro e nonostante ciò è tutt'ora un mito, Maradona ha imparato a giocare a calcio nelle strade delle favelas dei sottobiorghi argentini, eppure è associato a Pele come miglior giocatore di ogni epoca.
Insomma, il genio, il campione, l'eroe trova la sua strada comunque e per il tennis non credo possa essere diverso.

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Dagoberto ha scritto:
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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: secondo me no, basta guardare cosa sta capitando a Quinzi ed alla stessa Giorgi.
Questi due atleti, purtroppo, stanno patendo forti problemi emozionali che è molto difficile affrontare e su questo i macrosistemi possono fare molto poco. Quinzi temo abbia difficoltà a gestire la percezione delle forti aspettative che un po' tutti hanno su di lui dopo la vittoria a Wimbledon, successe anche ad un certo Nargiso che dopo la sua vittoria sui campi in erba a 17 anni divenne un buon giocatore, ma nulla di più. Carenza di sufficiente narcisismo che lo aiuterebbe a non sentirsi inadeguato nel recitare la parte dell'ombelico del mondo?
La Giorgi, forse anche per le drammatiche disavventure famigliari, ha maturato un'eccessiva rigidità caratteriale che l'ostacola nell'adattarsi con sufficiente velocità alle situazioni di gioco, ma mi sembra ci stia lavorando. Inoltre, dopo le tante opportunità buttate al vento, soffre, un po' di troppa insicurezza che emerge ogni volta che i fantasmi delle  brutte sconfitte subite in passato, quando tutto sembrava portarla a brillanti vittorie, riemergono.
Entrambi giocatori complessi, difficile possano diventare campioni, ma spero di sbagliarmi.

Concordo con te sul discorso organizzativo e strutturale, è vero che i fenomeni magari non li costruisci in laboratorio, ma è anche vero che nessuno dei giocatori francesi tra i top 100 può considerarsi un "fenomeno".

Sono tutti ottimi giocatori, qualcuno con più pedigree degli altri, ma niente più.

Ci hanno lavorato bene sopra, li hanno sostenuti, ed eccoli li che a livello di Atp 250 e 500 ancora dicono la loro ed alla grande, e li troviamo molto avanti anche nei Master 1000.
Mi sembra che dicendo ciò conforti proprio la mia tesi Laughing

Per non parlare degli spagnoli.
Guarda caso il miglior spagnolo degli ultimi 15 anni è cresciuto in una bolla di vetro rappresentata, sostanzialmente, dalla famiglia Nadal e poco ha avuto a che fare il sistema formativo nazionale
Vogliamo parlare di Del Potro, ti sembra che il suo tennis sia rapresentativo del modello argentino?
Che dire, infine, del sistema formativo USA, anche lui poco performante con i College e le Università che finanziano i migliori atleti fino al termine del piano di studi? Eppure di campioni non se ne vede da un bel po'. Tra l'altro l'accademia più famosa degli ultimi anni, Bollettieri Accademy, si è sostanzialmente governata in completa autonomia, svincolata da ogni sistema  formativo federale che, peraltro, non sono così certo esista.

Avessimo almeno copiato uno dei due modelli in Italia.

Macchè troppo facile.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: hai ragione, prima del talento ci vogliono volontà, applicazione, tempo, sacrificio, allenamento, tanta testa oltre che tecnica e fisico.
Molta gente pensa invece che ci voglia la bacchetta magica per riuscire ed ottenere risultati in questo sport.


Ciao Dago,
visto che ci sono state altre discussioni volevo premettere che intervengo solamente per dare il mio parere e non per contrariarti ogni volta,percio' partendo da questo presupposto spero che tu non te la prenda a male se ho un parare differente dal tuo.
Allora veniamo a GIorgi e Quinzi.
Quinzi lo ho seguito abbastanza quando era juniores e a mio parere non aveva le potenzialita' per aspirare a diventare un giocatore d' elite,sia fisiche che tecniche anche se e' un buon giocatore ,ma parlando di aspirare a diventare un Top Player a mio modesto parere non ne vedevo il potenziale anni addietro e continuo a non vederlo adesso,e non credo proprio che sia un problema a livello emozionale.
Giorgi:
E qui la questione si fa un po piu' complicata',ultimamente non ho seguito molto i suoi risultati,ma tutte le volte che ho visto una sua partita mi ha dato da pensare.
Onestamente anche li no credo che ci sia niente di mentale,lei entra in campo e tira tutto,se e' in giornata sono problemi per tutte ma se non lo e' i problemi sono suoi.
Percio' le cose sono due o sa solo giocare cosi' perche' ognuno ha una sua forma di giocare e tutti ha nno limiti e difetti,oppure le hanno insegnato a giocare cosi' e hanno esasperato troppo il concetto di anticipo costringendola ad un solo tipo di gioco con poche possibilita' di variazioni.
IL problema si potrebbe risolvere o idendificare se ci fosse un cambio di allenatore, ma da quello che mi risulta' e 'sempre il padre che la segue,percio' tutto il discorso diventa di difficile lettura,al meno per quello che mi riguarda.
Nadal.....la famiglia Nadal ha avuto molto a che fare con il sistema formativo nazionale...Rafa e stato seguito da fior fior di allenatori della federazione spagnola,anzi delle federazione Catalana, per poi affidarsi alle cure di Carlos Costa e di altri allenatori privati....
Gli americani......e bel problema.... gli americani preferiscono fare altri sport piu' reditizi, percio' i pochi talenti che potrebbero essere degli ottimi giocatori,preferiscono dedicarsi al Basket o al Baseball dove gli stipendi sono di diversi zero e dove ce molta piu' possibilita' di fare soldi facilmente rispetto al tennis.
Se parliamo della formazione in Usa ultimamente ci sono dei buoni giocatori,ma sedevo fare una critica alla scula americana,ultimamente promotrice del gioco a due colpi,Servizio e Dritto rispetto al passato a lasciato andare il lato del rovescio,tecnicamente molti americani sono forti al servizio e al dritto,ma tecnicamente quasi tutti hanno problemi dal lato del rovescio........Anche Roddick era un giocatore impostato cosi,ma tecnicamente il suo rovescio era funzionale e anche se non si poteva paragonare al dritto era un colpo che teneva.....ecco ora il rovescio di quasi tutti gli americani non tiene piu' e ha dei problemi  tecnici di base.......
Un saluto e buon tennis

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Dagoberto ha scritto:
Veterano ha scritto:
Dagoberto ha scritto:
miguel ha scritto:
giococlassico75 ha scritto:
miguel ha scritto:
mi spiace ma ti sbagli, se sei una persona normodotata e vai da un buon maestro non puoi non diventare terza categoria. Il tennis a questi livelli è semplice e non bisogna essere baciati da chiissà quale talento per raggiungerli. Certo bisogna avere uno che ti insegni le cose per bene e questo si chiama maestro, tutto il resto è molto meccanico ed una volta imparato non lo scordi più. Uno impostato bene lo riconosci dopo 3 scambi anche se sono 10 anni che non tocca racchetta...


il tennis sarà forse semplice in 4a, ma a livelli di 3a (reali) no...
lì devi avere qualcosa in più di un buon maestro e qualche lezione alle spalle...


è il tuo punto di vista e lo rispetto ma non è cosi, io da totale autodidatta sono arrivato C1 e ti assicuro che non ho nessun talento particolare


mi sembra che stiate dicendo la stessa cosa.
affermi di non avere preso lezioni da maestri, ma ti sei costruito da solo con lo strumento più efficace in assoluto per migliorarsi, l'autodidattica.
credi non sia frutto di un qualche talento ciò?
pensi che tutti, indistintamente, avrebbero questa capacità?
forse pensi che per talento si intendano solo quelle capacità fisico/motorie, o riflessi particolarmente elevati o sensibilità maggiori  nel percepire l'impatto racchetta pallina, ma dimentichi che il miglior talento in assoluto è la capacità del nostro cervello di produrre concatenazioni razionali, riflessioni, analisi e farne un utilizzo focalizzato abbinandolo a determinazione e tenacia, altre caratteristiche tutt'altro che comuni.
tu, evidentemente, hai impiegato inconsciamente queste capacità per migliorare la tua tecnica pur in assenza di una visione critica esterna che potesse aiutarti nell'analisi del gesto tecnico al fine di individuare aree di miglioramento.
in questo sei proprio un esempio di come un campione possa diventare tale indipendentemente da dove si svolga il suo percorso formativo.

Dago il talento a questi livelli sta nel capire l'essenza del gioco.......
Sono d'accordo, fondamentalmente è proprio quello che serve principalmente, quindi il talento trova ispirazione principalmente dal livello di intelligenza dell'individuo.

Per quello che riguarda il campione e' che possa diventare tale indipendentemente da dove faccia il suo percorso formativo ho dei grandissimi dubbi......per dire questo bisognerebbe sapere bene come lavorano le differenti federazioni con i talenti.....e non solo.......e qcomunque Dago fare il tuo percorso formativo Alla Sanchez Casal non e' lo stesso che farlo con il maestro di Canicatti anche avendo a disposizione un gran talento,mi scuso con tutti i maestri di Canicatti,a volte si ha in mano una ferrari ma no si e' in grado di guidarla....
Non voglio essere frainteso, un'Organizzazione efficace con persone competenti e capaci sarà sempre in grado di predisporre i presupposti migliori per lavorare al meglio in ogni settore, ma la nascita di un campione, in ogni settore o disciplina, è svincolata da aspetti di natura organizzativa e dipende, principalmente, dall'individuo e da quanto ha e trova dentro di se.
La storia c'è lo insegna, con esemi in ogni settore.
Einstein aveva problemi proprio con il professore di matematica e sappiamo tutti per cosa è diventato famoso, Nureyev, colui che diede per primo piena dignità al ruolo maschile nella danza, conosciuto anche da chi della danza non frega nulla, rischiò più volte di essere allontanato dall'Accademia Vaganova di San Pietroburgo perchè ritenuto inadeguato e spesso saltava le lezioni per andare ad assistere alle prove dei balletti che si svolgevano in teatro e nonostante ciò è tutt'ora un mito, Maradona ha imparato a giocare a calcio nelle strade delle favelas dei sottobiorghi argentini, eppure è associato a Pele come miglior giocatore di ogni epoca.
Insomma, il genio, il campione, l'eroe trova la sua strada comunque e per il tennis non credo possa essere diverso.



Attualmente il tennis e diventato molto piu complicato e molto piu' tecnico rispetto al passato,percio vedo molto improbabile che possa saltare fuori un nuovo Roswall che  ha fatto del suo rovescio i suo colpo migliore prendendo a pallate il muro del garage.
A differenza del calcio e della danza dove sono ovviamente importanti le doti tecniche attualmente nel tennis l'improvvisazione o estro non esistono praticamente piu'.Si il campione e sempre il campione qualunque sport esso faccia,ma mi risulta molto difficile che senza un percorso ben guidato nel tennis si possa vedere un nuovo campione come succede nel calcio,dove si vede palleggiare il ragazzino nella spiaggia di copa cabana e lo si trasforma in un campione, li ci vanno veramente doti innate dove la tecnica e l'estro sono collegati.....nel tennis si puo diventare campioni anche senza avere un estro particolarmente sviluppato.........insomma sempre di campioni si parla ma si parla anche di sport difficilmente paragonabili.

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Quinzi: l'ho visto giocare al Foro Italico contro Paire in un incontro delle qualificazioni.
Paire l'ha scherzato.
Sembrava di vedere un incontro tra un seconda categoria ed un quarta categoria.
Tutto ingobbito con i colpi che non camminavano per niente, soprattutto il dritto.
E la Fit ce lo aveva venduto come un fenomeno.
Da quando è tornato in Italia è sparito.
Io nno dico che deve diventare numero uno del mondo, ma con quelle premesse, in un altro ambiente, almeno tra i primi 50 ci doveva già stare.

Giorgi: ma se invece di dargli continuamente addosso, la Federazione l'avesse aiutata?
Io le auguro di trovarsi un coach straniero, come hanno fatto le altre italiane (Vinci a parte) che hanno vinto Slam, e di stabilirsi in una delle accademie spagnole.

Trovo che in entrambi i casi non siano problemi mentali a frenare la crescita di questi due tennisti.

Gaudenzi è dovuto andare da Leitgeb e Muster in Austria per diventare un giocatore degno di questo nome, fosse rimasto qui in Italia, sarebbe finito come tante altre promesse non mantenute.

Per rimanere a casa nostra, Fognini è la dimostrazione che col solo talento nel tennis ci fai poco, mentre la Errani è la dimostrazione che senza particolari doti fisiche e tecniche, si può diventare ottimi giocatori di tennis lo stesso se si è seguiti in maniera adeguata (non in Italia).

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] vero... l'Italia "distrugge" i suoi figli...

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Il talento o l'intelligenza motoria é la capacita' di risolvere un problema motorio nel piu breve tempo possibile, con il minor dispendio energetico ecc...Ci sono bambini di 10 anni talentuosi che ripetono un gesto motorio in maniera quasi perfetta sin dalla prima volta che lo vedono, altri neanche dopo mille volte.E' come a scuola c'è chi prende 10 e chi prende 6.Una persona competente capisce subito se ha di fronte un talento ho un normo dotato.Costruire un campione e diventare campione è pero' un altra cosa.Avere talento significa anche avere voglia di raggiungere un obiettivo a tutti i costi ,sacrificare la propria vita,allenarsi 8 ore al giorno, lottare su ogni palla e non mollare mai, ecc. Se vuoi insegnare ad alti livelli devi avere un buon passato agonistico,esperienza vicino ad un grande coach,tecnico nazionale,laurea in scienze motorie o Isef.,grande capacita' di leader empatia,motivazione,ecc...Insegnare alla sat tutto questo non serve per questo motivo la FIT abilita per gradi di insegnamento.I talenti vengono osservati dalla FIt facendo raduni mensili di macro area ecc...e affidati a tecnici di livello e allenati spesso a spese della federazioni.Nel mio circolo c'è un under 16 che si allena all'accademia in puglia a spese della Fit.

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Spesso chi prende 6 a scuola riesce meglio nella vita di chi prende 10.

E' proprio questo l'errore che si commette.

Il bravo maestro si giudica non da quanto cura i bambini che prendono 10 ma da quanto fa migliorare i bambini che prendono 6.

E certo se ad insegnargli ci metti gli istruttorini del corso fit di primo o secondo livello diventa difficile che allarghi la base.

Perchè magari di bambini talentuosi come dici tu in una SAT di 30-40 ragazzini ce ne saranno due o tre, e del resto che ci facciamo?

Per quanto riguarda l'allenamento mirato a costruire un campione siamo d'accordo, il problema è che a 16 anni lo mandi all'accademia pugliese (non so quale sia e non so nemmeno quanti campioni siano usciti da li) mentre Zverev a nemmeno 18 anni era già tra i primi 30 Atp, Becker a 16 anni vince Wimbledon, Chang il Roland Garros, e via discorrendo......

Ora è chiaro che quello che ho scritto sull'età è un enormità, ma dobbiamo chiederci veramente quanta gente è uscita da queste accademie della FIT, che cosa hanno prodotto, la domanda è: vale la pena farlo allenare li?

Forse la FIT dovrebbe fare una convenzione con la Casal Sanchez, oppure con Valencia, e mandare i più talentuosi a sue spese ad allenarsi li, a diventare giocatori di tennis, e poi magari vincolare i giocatori prendendosi una ritenuta percentuale sui guadagni qualora riuscissero a sfondare, piuttosto che spendere soldi a babbo morto nelle sue accademie.

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Veterano ha scritto:
Dagoberto ha scritto:
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miguel ha scritto:
mi spiace ma ti sbagli, se sei una persona normodotata e vai da un buon maestro non puoi non diventare terza categoria. Il tennis a questi livelli è semplice e non bisogna essere baciati da chiissà quale talento per raggiungerli. Certo bisogna avere uno che ti insegni le cose per bene e questo si chiama maestro, tutto il resto è molto meccanico ed una volta imparato non lo scordi più. Uno impostato bene lo riconosci dopo 3 scambi anche se sono 10 anni che non tocca racchetta...


il tennis sarà forse semplice in 4a, ma a livelli di 3a (reali) no...
lì devi avere qualcosa in più di un buon maestro e qualche lezione alle spalle...


è il tuo punto di vista e lo rispetto ma non è cosi, io da totale autodidatta sono arrivato C1 e ti assicuro che non ho nessun talento particolare


mi sembra che stiate dicendo la stessa cosa.
affermi di non avere preso lezioni da maestri, ma ti sei costruito da solo con lo strumento più efficace in assoluto per migliorarsi, l'autodidattica.
credi non sia frutto di un qualche talento ciò?
pensi che tutti, indistintamente, avrebbero questa capacità?
forse pensi che per talento si intendano solo quelle capacità fisico/motorie, o riflessi particolarmente elevati o sensibilità maggiori  nel percepire l'impatto racchetta pallina, ma dimentichi che il miglior talento in assoluto è la capacità del nostro cervello di produrre concatenazioni razionali, riflessioni, analisi e farne un utilizzo focalizzato abbinandolo a determinazione e tenacia, altre caratteristiche tutt'altro che comuni.
tu, evidentemente, hai impiegato inconsciamente queste capacità per migliorare la tua tecnica pur in assenza di una visione critica esterna che potesse aiutarti nell'analisi del gesto tecnico al fine di individuare aree di miglioramento.
in questo sei proprio un esempio di come un campione possa diventare tale indipendentemente da dove si svolga il suo percorso formativo.

Dago il talento a questi livelli sta nel capire l'essenza del gioco.......
Sono d'accordo, fondamentalmente è proprio quello che serve principalmente, quindi il talento trova ispirazione principalmente dal livello di intelligenza dell'individuo.

Per quello che riguarda il campione e' che possa diventare tale indipendentemente da dove faccia il suo percorso formativo ho dei grandissimi dubbi......per dire questo bisognerebbe sapere bene come lavorano le differenti federazioni con i talenti.....e non solo.......e qcomunque Dago fare il tuo percorso formativo Alla Sanchez Casal non e' lo stesso che farlo con il maestro di Canicatti anche avendo a disposizione un gran talento,mi scuso con tutti i maestri di Canicatti,a volte si ha in mano una ferrari ma no si e' in grado di guidarla....
Non voglio essere frainteso, un'Organizzazione efficace con persone competenti e capaci sarà sempre in grado di predisporre i presupposti migliori per lavorare al meglio in ogni settore, ma la nascita di un campione, in ogni settore o disciplina, è svincolata da aspetti di natura organizzativa e dipende, principalmente, dall'individuo e da quanto ha e trova dentro di se.
La storia c'è lo insegna, con esemi in ogni settore.
Einstein aveva problemi proprio con il professore di matematica e sappiamo tutti per cosa è diventato famoso, Nureyev, colui che diede per primo piena dignità al ruolo maschile nella danza, conosciuto anche da chi della danza non frega nulla, rischiò più volte di essere allontanato dall'Accademia Vaganova di San Pietroburgo perchè ritenuto inadeguato e spesso saltava le lezioni per andare ad assistere alle prove dei balletti che si svolgevano in teatro e nonostante ciò è tutt'ora un mito, Maradona ha imparato a giocare a calcio nelle strade delle favelas dei sottobiorghi argentini, eppure è associato a Pele come miglior giocatore di ogni epoca.
Insomma, il genio, il campione, l'eroe trova la sua strada comunque e per il tennis non credo possa essere diverso.



Attualmente il tennis e diventato molto piu complicato e molto piu' tecnico rispetto al passato,percio vedo molto improbabile che possa saltare fuori un nuovo Roswall che  ha fatto del suo rovescio i suo colpo migliore prendendo a pallate il muro del garage.
A differenza del calcio e della danza dove sono ovviamente importanti le doti tecniche attualmente nel tennis l'improvvisazione o estro non esistono praticamente piu'.Si il campione e sempre il campione qualunque sport esso faccia,ma mi risulta molto difficile che senza un percorso ben guidato nel tennis si possa vedere un nuovo campione come succede nel calcio,dove si vede palleggiare il ragazzino nella spiaggia di copa cabana e lo si trasforma in un campione, li ci vanno veramente doti innate dove la tecnica e l'estro sono collegati.....nel tennis si puo diventare campioni anche senza avere un estro particolarmente sviluppato.........insomma sempre di campioni si parla ma si parla anche di sport difficilmente paragonabili.

Come già detto, sulla formazione è inevitabile che si ingeneri un ginepraio di convinzioni, contesto troppo delicato e poco omologabile per trovare forti convergenze.
Rimaniamo delle nostre convinzioni Laughing .
Per quanto riguarda Rosewall, i testi sacrii su di lui e anche l'interessato, su esplicità domanda, ha focalizzato sul fatto di essere un mancino naturale indirizzato al gioco del tennis con la destra il motivo di essere riuscito a sviluppare  un rovescio particolarmente efficace, in quanto mentalmente lo ha sempre affrontato come se giocasse con un dritto, spingendosi nel tempo a tentare colpi che un destrorso naurale inconsciamente non avrebbe tentato. Questo quanto da lui affermato.
Anche perchè fosse bastato il muro del garage, mi risulta lo utilizzasse anche per allenare il diritto Very Happy .
Hasta luego ...

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io da autodidatta più qualche lezione...4.1/3.5...oltre no...probabilmente tu hai talento, non un talento stile Sampras o Federer, ma qualcosa hai. fidati.

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Veterano ha scritto:
Dagoberto ha scritto:
spalama ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: secondo me no, basta guardare cosa sta capitando a Quinzi ed alla stessa Giorgi.
Questi due atleti, purtroppo, stanno patendo forti problemi emozionali che è molto difficile affrontare e su questo i macrosistemi possono fare molto poco. Quinzi temo abbia difficoltà a gestire la percezione delle forti aspettative che un po' tutti hanno su di lui dopo la vittoria a Wimbledon, successe anche ad un certo Nargiso che dopo la sua vittoria sui campi in erba a 17 anni divenne un buon giocatore, ma nulla di più. Carenza di sufficiente narcisismo che lo aiuterebbe a non sentirsi inadeguato nel recitare la parte dell'ombelico del mondo?
La Giorgi, forse anche per le drammatiche disavventure famigliari, ha maturato un'eccessiva rigidità caratteriale che l'ostacola nell'adattarsi con sufficiente velocità alle situazioni di gioco, ma mi sembra ci stia lavorando. Inoltre, dopo le tante opportunità buttate al vento, soffre, un po' di troppa insicurezza che emerge ogni volta che i fantasmi delle  brutte sconfitte subite in passato, quando tutto sembrava portarla a brillanti vittorie, riemergono.
Entrambi giocatori complessi, difficile possano diventare campioni, ma spero di sbagliarmi.

Concordo con te sul discorso organizzativo e strutturale, è vero che i fenomeni magari non li costruisci in laboratorio, ma è anche vero che nessuno dei giocatori francesi tra i top 100 può considerarsi un "fenomeno".

Sono tutti ottimi giocatori, qualcuno con più pedigree degli altri, ma niente più.

Ci hanno lavorato bene sopra, li hanno sostenuti, ed eccoli li che a livello di Atp 250 e 500 ancora dicono la loro ed alla grande, e li troviamo molto avanti anche nei Master 1000.
Mi sembra che dicendo ciò conforti proprio la mia tesi Laughing

Per non parlare degli spagnoli.
Guarda caso il miglior spagnolo degli ultimi 15 anni è cresciuto in una bolla di vetro rappresentata, sostanzialmente, dalla famiglia Nadal e poco ha avuto a che fare il sistema formativo nazionale
Vogliamo parlare di Del Potro, ti sembra che il suo tennis sia rapresentativo del modello argentino?
Che dire, infine, del sistema formativo USA, anche lui poco performante con i College e le Università che finanziano i migliori atleti fino al termine del piano di studi? Eppure di campioni non se ne vede da un bel po'. Tra l'altro l'accademia più famosa degli ultimi anni, Bollettieri Accademy, si è sostanzialmente governata in completa autonomia, svincolata da ogni sistema  formativo federale che, peraltro, non sono così certo esista.

Avessimo almeno copiato uno dei due modelli in Italia.

Macchè troppo facile.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: hai ragione, prima del talento ci vogliono volontà, applicazione, tempo, sacrificio, allenamento, tanta testa oltre che tecnica e fisico.
Molta gente pensa invece che ci voglia la bacchetta magica per riuscire ed ottenere risultati in questo sport.


Ciao Dago,
visto che ci sono state altre discussioni volevo premettere che intervengo solamente per dare il mio parere e non per contrariarti ogni volta,percio' partendo da questo presupposto spero che tu non te la prenda a male se ho un parare differente dal tuo.
Allora veniamo a GIorgi e Quinzi.
Quinzi lo ho seguito abbastanza quando era juniores e a mio parere non aveva le potenzialita' per aspirare a diventare un giocatore d' elite,sia fisiche che tecniche anche se e' un buon giocatore ,ma parlando di aspirare a diventare un Top Player a mio modesto parere non ne vedevo il potenziale anni addietro e continuo a non vederlo adesso,e non credo proprio che sia un problema a livello emozionale.
Giorgi:
E qui la questione si fa un po piu' complicata',ultimamente non ho seguito molto i suoi risultati,ma tutte le volte che ho visto una sua partita mi ha dato da pensare.
Onestamente anche li no credo che ci sia niente di mentale,lei entra in campo e tira tutto,se e' in giornata sono problemi per tutte ma se non lo e' i problemi sono suoi.
Percio' le cose sono due o sa solo giocare cosi' perche' ognuno ha una sua forma di giocare e tutti ha nno limiti e difetti,oppure le hanno insegnato a giocare cosi' e hanno esasperato troppo il concetto di anticipo costringendola ad un solo tipo di gioco con poche possibilita' di variazioni.
IL problema si potrebbe risolvere o idendificare se ci fosse un cambio di allenatore, ma da quello che mi risulta' e 'sempre il padre che la segue,percio' tutto il discorso diventa di difficile lettura,al meno per quello che mi riguarda.
Nadal.....la famiglia Nadal ha avuto molto a che fare con il sistema formativo nazionale...Rafa e stato seguito da fior fior di allenatori della federazione spagnola,anzi delle federazione Catalana, per poi affidarsi alle cure di Carlos Costa e di altri allenatori privati....
Gli americani......e bel problema.... gli americani preferiscono fare altri sport piu' reditizi, percio' i pochi talenti che potrebbero essere degli ottimi giocatori,preferiscono dedicarsi al Basket o al Baseball dove gli stipendi sono di diversi zero e dove ce molta piu' possibilita' di fare soldi facilmente rispetto al tennis.
Se parliamo della formazione in Usa ultimamente ci sono dei buoni giocatori,ma sedevo fare una critica alla scula americana,ultimamente promotrice del gioco a due colpi,Servizio e Dritto rispetto al passato a lasciato andare il lato del rovescio,tecnicamente molti americani sono forti al servizio e al dritto,ma tecnicamente quasi tutti hanno problemi dal lato del rovescio........Anche Roddick era un giocatore impostato cosi,ma tecnicamente il suo rovescio era funzionale e anche se non si poteva paragonare al dritto era un colpo che teneva.....ecco ora il rovescio di quasi tutti gli americani non tiene piu' e ha dei problemi  tecnici di base.......
Un saluto e buon tennis


Su Quinzi c'è poco da dire non potendolo vedere in televisione.
Sulla Giorgi insisto sul problema mentale.
Ultimamente ha cambiato molti spunti del suo gioco.
Ha una seconda molto più lavorata e, soprattutto, per diretta conseguenza, molto più affidabile pur rimanendo molto efficace; fa meno doppi falli e riesce comunque a non essere attaccata sulla seconda.
Inoltre, sta evidenziando delle belle propensioni nel gioco di volo che sa giocare con uno stile anche molto classico, evitando il tanto brutto, quanto inutilmente rischoso, schiaffo al volo molto in voga in questo tennis di eccessi, benchè spesso denoti ancora una certa superficialità nel posizionamento e postura che assume, sfruttando i suoi colpi molto penetranti e seguendoli a rete per cercare di chiudere il punto sulle inevitabili palle alte e poco efficaci che le avversarie indotte sulla difensiva sono costrette a giocare.
Infine, spesso utilizza il cross di diritto stretto e meno profondo molto spinnato che alterna in alcune circostanze ai suoi colpi molto più piatti e profondi destabilizzando l'avversaria che aspetta fuori dal campo.
Insomma, la ragazza sta lavorando sul suo gioco e sui suoi fondamentali e questo, anche se un po' tardivamente, denota un'intelligenza tattico strategica generale da parte del suo staff e suo.
Agli Australian Open 2017, mi ha particolarmente impressionato, fintanto che è rimasta in lizza e, a mio avviso, se è uscita di scena non è per il suo gioco meno efficace dell'avversaria, ma per un calo di tensione  evidente appena mancate un paio di opportunità per prendere il largo (spesso dopo i molti break conquistati perde il turno di servizio), lo stesso accaduto la settimana successiva dove è approdata in finale a Shenzen con un tennis decisamente spumeggiante.
Che la FIT abbia, poi, fatto con lei una figura barbina è cosa fuori discussione, ma è altra cosa.

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miguel ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: allora diciamo che forse ho un talento naturale ma avendo fatto tutto da solo alla fine ho raggiunto gli stessi risultati di chi ne ha molto meno ma ha seguito una trafila corretta seguito da un buon maestro.
Giocare un buon servizio ed un diritto ed un rovescio solido è qualcosa che un buon maestro puo' insegnarti facilmente e non è difficile da apprendere, se hai questi tre colpi in terza categoria ci giochi alla grande.
io invece da autodidatta ci ho messo tantissimo tempo in più perchè ho dovuto procedere per tentativi spesso anche infruttuosi perchè andavano spesso a scontrarsi con automatismi errati, cosa che chi ha fatto le cose bene sin dal principio non ha dovuto affrontare..

Caro miguel, ecco, se mi posso permettere, forse leggendo un po' tra le righe, quello che ti potrebbe essere mancato è un po' più di sicurezza in te stesso, insomma maggiore amor propiro.
Ti posso assicurare, quello che hai fatto, se reale, non è cosa per tutti, ancor più se coltivata da autodidatta!
Un buon servizio, un diritto ed un rovescio solido non c'è l'hanno tutti,  anzi molti giocatori di livello, anche seconda cat, giocano in pressione quasi esclusivamente con il diritto, anche grazie a queste racchette che offrendo maggiori potenze ti stimolano a sfruttare maggiormente le diagonali anche dalla parte del rovescio naturale  con colpi di diritto in side out.
Anche tra molti PRO è possibile assistere a rovesci apatici e poco performanti, certo con le dovute proporzioni e rispetto al contesto di riferimento Laughing .

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@dago - sicuramente devi avere passione, ma ti assicuro che non ho fatto niente di speciale anche perchè conosco un po' di gente che ha fatto la stessa cosa e anche meglio. Sicuramente avessi avuto un buon maestro che mi dava i consigli giusti qualcosa di più avrei sicuramente fatto ma non è quello il discorso.
tu stesso dici che anche senza rovescio si puo' giocare in seconda, ed è vero ed è quello che sto sostenendo. Se vai da un maestro bravo e ti applichi con costanza terza/seconda scarso ci arrivi per forza...continui ad essere un signor nessuno fuori dal tuo circolo ma la palla la mandi di là con una certo logica e continuità.
Se uno si professa maestro e non riesce a tirar fuori almeno questo tipo di giocatore per me non è un maestro decente.
Dove gioco c'è un'ottima scuola tennis ed i ragazzini che fanno agonismo seguono con una certa continuità questa progressione: under 12 sono dei 4.1, under14 oscillano tra il 3.4 ed il 3.1, under 16 giocano in seconda e qusto è già un po' di anni che succede e succede perchè il maestro è bravo e non perchè è un circolo baciato da chissà quale benedizione. Poi all'interno di questi ragazzini ci sono quelli più o meno bravi e quindi puo' ballare qualche categoria ma la media è comunque buona

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In un corso sat di 30-40 bambini quelli talentuosi come Zverev sono 0.Per esperienza personale il tecnico nazionale messo nella sat è demotivato o molto avanti con gli anni.E' ovvio che il bravo maestro è quello che non lascia indietro mai nessuno ma e' anche vero che i meno dotati sono quelli che lasciano prima il tennis per ovvi motivi.Nel mio circolo si lavora anche nella sat a fasce di livello, i maestri sono gli stessi ma c'è chi impara prima chi impara dopo e chi non impara propio ma il tempo che i maestri dedicano è il medesimo e la preparazione del maestro o istruttore anche.Il mio circolo è una top school ci sono due allievi che sono andati da mouratoglou e il loro livello non è migliorato rispetto a ragazzi della stessa eta' e pari classifica che sono rimasti da noi.

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comunque da quello che mi ricordo la SAT è tennis per semplice divertimento, senza fini agonistici ... o no?

sul fatto dei maestri, se ne conoscete qualcuno bravo a Roma fatemi sapere dove stà  Wink

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Bravo Wetton76 la sat e' semplice divertimento il tecnicismo precoce sotto i 10 anni puo' inficiare lo sviluppo delle capacita' coordinative che si sviluppano tramite l'aumento delle esperienze motorie anche non specifiche.E' importante pero' rimanere all'interno del "canale della tecnica".

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Se la media degli iscritti è under 12 4.1, under14 oscillano tra il 3.4 ed il 3.1, under 16 giocano in seconda la media non è buona è fenomenale.Vuol dire che tutti gli under 12 hanno classifica compresa tra 4.3 e 3.4 ecc...spero ti riferisci agli agonisti, o a tutti gli iscritti alla scuola tennis?

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albertprof ha scritto:
Se la media degli iscritti è under 12 4.1, under14 oscillano tra il 3.4 ed il 3.1, under 16 giocano in seconda la media non è buona è fenomenale.Vuol dire che tutti gli under 12 hanno classifica compresa tra 4.3 e 3.4 ecc...spero ti riferisci agli agonisti, o a tutti gli iscritti alla scuola tennis?


parlo naturalmente di chi fa tornei, ma il punto che volevo evidenziare è che tutti gli anni escono con regolarità ragazzini che raggiungono quella classifica...segno della bontà del lavoro della scuola

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aggiungo che altri magari giocano altrettanto bene ma preferiscono fare, soprattutto tra i giovanissimi, più sport e questo penalizza la classifica. Ma a quell'età (e non solo) l'importante è imparare a giocare bene, la classifica dovrebbe solo essere il naturale risultato del livello di gioco raggiunto
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