Eiffel59 ha scritto: fabio77 ha scritto: in base al tuo livello, telaio, altitudine, tipo di superfice, coperto o all aperto, umidità, temperatura e laurea in fisica(che non ho).....non saprei cosa dirti.
Probabilmente voleva essere una battuta, ma è il normale modus operandi -laurea in fisica esclusa- di qualsiasi incordatore professionista, non solo con i top players ma anche e soprattutto con gli amatori.
Nello specifico del nostro caso, con la fortuna di avere un campo prova in negozio ed apparecchi di misurazione di alta gamma.
Per il resto aggiungo in calce una citazione di Gabriele Medri, ingegnere e progettista di una linea di macchinari specifici per la misurazione di telai e corde, nonchè estensore con i suoi soci in pro-T-one del più ampio database su corde e telai, ed incordatore professionista del più alto livello (ERSA Pro Tour Stringer).
pro-t-one ha scritto: Il prestrech non è mai causa della morte prematura della corda a meno che la corda non faccia veramente ca....re e comunque la aiuterebbe a vivere un po di più e più a lungo.
Uniche corde per cui non serve, in linea generale, multi di buona qualità, syntgut e budello (dato che viene prestirato a mano).
Io sono un pre-strecchista convinto..... ma a ragion di causa! (dati alla mano!)
Comprendo perfettamente le risposte date a Fabio, e le condivido...allo stesso tempo, tuttavia, sento forse di intuire alcune delle ragioni che possono aver indotto Fabio a scrivere quello che ha scritto.
Secondo me non era sua intenzione costruire alcuna polemica con Mario o con chiunque altro, ma leggendo tra le righe mi è sembrato di percepire un piccolo ed umanissimo desiderio di "sfogo", probabilmente indotto dalla attuale situazione degli incordatori in Italia: c'è poca trasparenza in questo settore, IRSA ed ERSA che sembrano si stiano da sempre sulle palle a vicenda, ad esempio una parte afferma che il Liam deforma i telai, esperimento fatto confrontando 2 telai identici incordati alla stessa tensione, 1 con Liam e l'altro con altro metodo, osservando e misurando i risultati su carta millimetrata; il problema è che l'altra parte afferma di aver fatto lo stesso ed il risultato è stato che la deformazione non c'era! Chi "mente"? O forse non mente nessuno, chi può saperlo? Io no di certo!
Chi è fautore del prestretch (per certi tipi di corde ed in determinate condizioni), come ad esempio Mario e Gabriele, chi dell'esatto contrario...
Chi propone un nodo di un tipo, chi altri, e tante altre questioni che forse rischiano di rimanere a lungo irrisolte.
Questa "confusione", questa Babele di mille informazioni, mille voci uguali e contrarie, genera in molti utenti, me compreso, mille dubbi ed il flusso della conoscenza finisce con l'interrompersi...questo determina infine ignoranza (non intesa come offesa, me semplicemente come "ignorare" o "non conoscere" la vera verità di un argomento).
Mario è un professionista del suo settore: un professionista "non sui generis", perché si sente benissimo leggendolo od ascoltandolo al telefono che è animato da una forte passione che spesso non si riscontra in molti operatori di questo "business".
Il fatto è che, operando appunto in questo settore, Mario si trova a dover incordare, consigliare materiali, tensioni ed incordature per un numero enorme di utenti/clienti dalle più disparate caratteristiche tecniche, fisiche, di attrezzatura, ed anagrafiche; è logico e naturale che un professionista abbia la necessità di avere alcune certezze oggettive, e per averle non può fare altro che adottare basi scientifiche e strumentali, ed è inizialmente "obbligato" a mettere in secondo piano quelle prettamente empiriche, perché in quanto tali opinabili da chiunque.
Comprendendo lui benissimo che ciò che può andar bene per una persona può rivelarsi non ottimale per un'altra, deve, per sua stessa professione e deontologia, basarsi prevalentemente su rilevazioni strumentali che, in quanto tali, siano oggettive ed intrinseche del materiale in esame.
Questi dati sono da considerarsi definitivi nell'ambito ristretto di un laboratorio, ma non definitivi nell'economia del gioco del Tennis. Pertanto, secondo me, il modo migliore in cui un utente può orientarsi tra le migliaia di offerte esistenti, è quello di utilizzare questi dati strumentali come una BASE DI PARTENZA, dalla quale successivamente verificare in modo empirico e personale l'efficacia o meno sul proprio gioco.
L'oggettivismo e l'empirismo non possono essere oggetto di contesa per decretare la supremazia di uno sull'altro, perché si basano su punti di partenza così distanti da non poter essere relazionati o messi in competizione.
Al contrario, possono invece integrarsi ed arricchirsi a vicenda, in modo da addivenire ad una scelta che sarà alla fine sempre soggettiva, come altrettanto individuale sarà la responsabilità del risultato.
Molte volte mi è capitato di ascoltare consigli e raccomandazioni da Mario per telefono, alcune volte gli ho dato retta, altre ho bellamente "disubbidito"; in alcuni casi reputo di aver fatto bene, in altri ho toppato clamorosamente...ma è stata una scelta comunque mia. Non ho mai conosciuto di persona Mario (ma mi riprometto un giorno di farlo sicuramente), lui non sa come gioco, come colpisco, non sa se impartisco lo spin con quali proporzioni percentuali di spazzolamento e "drive"...queste cose le so io, ed è MIA responsabilità, con tutti i limiti del mezzo telefonico, cercare di descriverglielo il più precisamente possibile, al fine di ricevere un consiglio/indicazione il più vicino possibile alle mie esigenze.
Per il resto del percorso però devo camminare con le mie gambe.
Quando uno dice a Mario "guarda, la corda taldeitali, calibro xxxx, tensione xx che mi hai consigliato sul telaio x non rende come speravo", lui non ti risponde "impossibile, ti sbagli", perché in quel momento si mette in posizione di ascolto e si "ciba" di empirismo, allo scopo di relazionarlo più efficacemente con l'oggettivismo di cui è padrone esperto...quindi lui per primo in quel momento dà l'esempio di integrazione tra "freddi dati" e "prova sul campo" (tenendo in debito conto l'attendibilità tecnico/tennistica del suo interlocutore del momento).
Se poi io, o qualsiasi altro praticante di questo sport, dovessi sentire un giorno l'esigenza di approfondire al massimo le mie conoscenze in materia di corde, materiali, caratteristiche fisiche e dinamiche, schemi di incordatura et similia, il passo successivo che farei sarebbe iscrivermi ad un corso SERIO di incordatura, perché ritengo che operare direttamente sul campo, la pratica, siano insostituibili...Ma ho paura a farlo, perché rischierei di avere un approccio forse ancor più "maniacale" (nel senso positivo del termine) di Mario...e magari a quest'ora tarda, invece che dormire o scrivere questo post, mi troverei a fare folli esperimenti di "Haribito" o schemi inediti "miei", ibridi a "6 nodi" su telai esotici, con porzioni di corde prestretchate ed altre non...
Per il momento preferisco solo giocare, che la vita è breve, "rubare" alla mia vita tutta la gioia che posso, e lasciare ai veri professionisti ciò che sanno fare meglio, ciò che compete loro, il loro mestiere...magari "rubando" a loro di tanto in tanto qualche "dritta", e soprattutto non dimenticandomi mai di RINGRAZIARE.
Buon tennis.
Davide