Ma che bel 3d.
Proprio quello che serve a me.
Cioè - io come indole e intenzioni tennistiche mi conosco bene e se sono in condizione di esprimere il mio tennis, quello che piace a me lo faccio.
Il braccio va (per modo di dire) nello stesso modo in palleggio, partitella d'allenamento o torneo, quest'ultimo tuttavia mi fa prendere qualche rischio di meno più che sulla velocità, sugli azzardi nelle traiettorie se vuoi, ricerca della rete se vuoi.
Purtroppo il livello è quello che è. Oggi non so quanto valgo perché i tornei cominciano a fine mese e non mi sono potuta confrontare in partite ufficiale ma nemmeno ho giocato tante partite in generale però mi sono allenata molto e nemmeno male, vedo dei progressi sul diritto che diventa sempre più "cattivo" (più che per indole che non manca, per tecnica). Il servizio dopo mesi di aggiustamenti graduali col maestro ed enormità di doppi falli comincia a viaggiare molto di più (la regolarità non mi preoccupa perché quella non mi manca quasi mai dopo che affino il gesto). Che dire, lo slice con la nuova impugnatura ed impostazione sempre più spesso fa una bella curva sia in aria che dopo il rimbalzo. Sul kick è da lavorare ma me lo rimando quando mi prenderò una pausa dai tornei. Il rovescio è sempre l'ancora di salvezza. Back, chop e slice vanno molto meglio di prima. Il problema più grande ora sono i piedi lenti e poco reattivi che non sono al livello del bracico, ma secondo me anche la capacità di reazione nel minor tempo possibile soprattutto su palle veloci in risposta al servizio. Tuttavia sento che posso migliorare molto di più e mi sento comunque scarsa.
Ora riesco a tenere 20-30 palleggi e cmq non mi basta, mi manca ancora la regolarità e la resistenza.
Tanto so che mi sentirò così anche se diventassi una 4.1 perché c'è sempre una palla che viaggia più della tua, alla quale no sei abituata e che ti impedisce di fare il tuo gioco.
marti ha scritto: Magari sono finta agnellino come il personaggio ddescritto da sonno
In realtà'l'anno scorso in campo mi sentivo un po' una RAGIONIERA SPIETATA
nelle partite degli ultimi mesi invece mi sembravo una ANALFABETA DI RITORNO
Resa l'idea?
Come no? Più andiamo avanti più succede così.
kingkongy ha scritto: Un colpo non chiuso è un mezzo punto regalato. Mezzo, più mezzo, più mezzo...hai perso il set.
A volte un po' di cattiveria fa la differenza.
Come hai ragione. A volte è la testa, a volte l'avversario che ti varia il gioco in modo inaspettato o ancora peggio il palle***ro.
Se non sappiamo chiudere vuol dire che siamo acerbi per battere quell'avversario e che ci manca il braccio e le gambe per spingere bene la palla.
Lui è abituato a tenere palle molto più veloci di quelle che noi gli proponiamo e quando il nostro gioco anche aggressivo e propositivo viene neutralizzato vuol dire sol oche è più bravo di noi. A me piace allenarmi con persone che non sbagliano mai o che alzano. L'obietivo e' allenare la regolarità e la resistenza e nel frattempo allenare la capacità di creasi le occasioni per sfondare.
Certo in torneo vedere che uno che "non fa niente" e vince è frustrante.
L'anno scorso ho buttato così una partita comunque persa cominciando a sparare con lo scopo di fare il punto a tutti i costi perché tanto lei se no ci arrivava. Remare non era il caso neanche perché nel pallone pressurizzato non mi bastava nemmeno l'aria che sentivo corta e pesante. Ero furiosa (per fortuna senza esternarlo, se no forse mi avrebbero espulsa dal torneo
), non avevo mai provato tanta rabbia su un campo da tennis. Quel giorno non vedevo l'ora che finisse davvero. Forse la colpa è della presunzione inconsapevole e la poca umiltà, forse la stanchezza mentale a fine stagione per noi che pur giocando poche partite tutto sommato le sentiamo.
kingkongy ha scritto:
Se hai bisogno di 3 minuti per ricapitolare le idee...gioca centrale: almeno vedi di recuperare un po' di profondità e osservi che fa l'avversario.
Questa è un'idea "mia". Vet, di certo, ne altre 523 e mezzo...
Cioè tu intendi fargli prendere l'iniziativa e farlo sbagliare e nel frattempo studiare una nuova tattica
kingkongy ha scritto: "Cattiveria": questa palla non la vedi manco se te la fai fotografare da uno scienziato pazzo perché le mie palle le vedi solo quando sono ancora nel tubo e pressurizzate poi, se vuoi, al cambio campo, te ne mostro un paio, poi basta perché i bambini piccoli vanno a letto dopo Carosello....
basta così?
Hehe - la cattiveria e rabbia agonistica che ti velocizzano il braccio in un modo anche oltre il tuo solito.
Peccato che a me venga troppo tardi. Cioè io comincio decontratta tennisticamente e rilassata di testa al punto che mi piace fare il gioco che mi piace fatto di traiettorie, vincenti e tutto il repertorio di colpi strani. Ma in tutto questo non c'è quel fuoco di rabbia agonistica. Poi ovviamente rischio di partire male e dover rincorrere.
Le poche volte che conoscevo anche poco l'avversaria e sono partita con l'intenzione di non farle vedere palla, sapendo che alla prima occasione sarebbe lei a cercare di invertire la tendenza ho giocato alla grande - dando il meglio tecnicamente sopratutto perché molto concentrata dall'inizio alla fine.
Come si fa appunto KK a partire sempre così cattivi ed "arrabbiati"?
Come lo si può impostare mentalmente?
kingkongy ha scritto:
Tu devi pensare al tiro che va lì, esattamente lì dove hai pensato, desiderato, fortissimamente voluto.
Poi arriva la palla e tu la mandi là, esattamente là. Non in zona, non sul suo dritto o rovescio! La mandì là.
Non ci sono pensieri paralleli. Questa è cattiveria. E vedrai che la palla comincia a viaggiare.
Questo quando sono motivata e attenta per fortuna mi riesce. Ancora prima della risposta so dove la voglio mandare sia nel caso mi serva sul diritto che sul rovescio e anche durante lo scambio sempre che l'avversario non mi stia asfissiando. Ovvio - l'errore ci sta ma sono più le volte che la cosa rende.
kingkongy ha scritto: Il problema è che tu stavi pensando a lei (ovvero alle conseguenze del tergicristallo) e non al TUO tennis, ovvero al colpo.
Manco Federer pensa al tergicristallo! Lui costruisce il SUO gioco con i SUOI colpi che hanno una conseguenza. A lui interessa la "conseguenza" non che l'avversario sia tutto preoccupato: "Oh, capperi, mi sta facendo fare il tergicristallo!".
Come avevo scritto sopra la frustrazione fa brutti scherzi, ma pur restando lucidi quando hai una che rimanda tutto vuoi o non vuoi ti condiziona.
Chiedere a Federer per conferma quando gioca contro Nadal. Spesso parte bene ma alla lunga il gioco di Ndal lo logora mentalmente e bastano pochi episodi per fargli scordare nome, cognome e come giocare per battere l'avversario. Eppure lui conosce benissimo i suoi punti deboli, mentre noi quelli dell'avversaria pallettara no.
Lo so che è sbagliato agire così ma ci vuole più solidità di gioco e di testa, uno senza l'altro non serve e la mancanza di uno influenza anche l'altro.
Dopo il pario sì, vorrei anch'io capire meglio come gestire tatticamente una partita - a parte saper leggere i punti deboli a livello di colpi, questo è facile: Mi fa male col diritto che non riesco a gestire e le cerco il rovescio, riesco a tenere il suo diritto e lo faccio poi chiudo sul colpo debole.
Provo a giocarle colpi tagliati e più arrotati per provare quello che soffre e ok lo uso per spezzarle il gioco e farla innervosire - anche quello quando la concentrazione è alta è facile.
Quello che è difficile secondo me è sapere in anticipo dove mi gioca e come contrastarla.
Premetto che io amo variare il servizio per non far abituare l'avversario. Esempio - servizio slice da destra molto a uscire - se è davvero buono e riesce a rispondere la palla sarà comunque corta probabilmente incrociata, quindi corro in avanti per gestire la chiusura del colpo sul suo rovescio se destrosa. Qui è facile.
E' facile anche quando sai che difficilmente ti giocherà il lungolinea perché con quel colpo non è capace.
Il guaio è che se il servizio non riesce angolatissimo o ci arriva bene e lei ha un buon diritto ha il lungolinea e l'incrociato stretto o lungo con la sua buona dose di top che comunque fa male.
Ecco - nella frazione quando hai capito come ti è uscito il servizio e la vedi che sta arrivando bene devi saper leggere il suo colpo e se non sai dove te la manda non c'è split-step che ti aiuti. Questo soprattuto a inizio partita - tanto quanto basta per perdere il 1° set.
Steso discorso se ha un buon rovescio sul servizio centrale e da destra te la gioca inside-in, cntrale forte o inside-out più o meno stretta e così via il discorso quando si serve a sinistra con le varianti di rovescio (prevalentemente incrociato e qui è facile) ma poi se ti si gira col diritto ha sempre 2 angoli micidiali e tu come una scema al centro che ti chiedi dove te la manda.
Ma poi tante altre cose di tattica per decidere quando è meglio cambiare diagonale, o per esempio l'importanza di giocare palle diverse quando si resta sulla diagonale e man mano variare in back o arrotare di più per impedire il cambio in lungolinea. Tanti segreti che noi nemmeno immaginiamo.