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Il problema non sono i pallettari...

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descriptionIl problema non sono i pallettari... - Pagina 5 EmptyIl problema non sono i pallettari...

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Promemoria primo messaggio :

Dopo la 4° sconfitta al primo turno su sei tornei giocati, tutte contro avversari di classifica pari o inferiore, ho capito che il problema non è l'avversario che io definivo "pallettaro" bensì io! Non sono loro ad essere pallettari ma sono io che non reggo con la testa più di un paio di punti ottenuti con una scambio relativamente prolungato (4/5 scambi)! E giustamente l'avversario si adegua, rimanda la palla nella mia metà campo, giocabilissima, senza particolari effetti o peso o angolazione, aspettando il punto gratis e io puntualmente sbaglio, perchè cerco il punto diretto dal momento che non riesco a rimanere con la testa nello scambio. Gioco con la speranza che sia l'avversario a regalarmi il punto (come faccio io) senza "sudarmelo"...in pratica il mio avversario ideale sarei io stesso! "Chi vive sperando, muore ca__ndo" diceva Abatantuono in un film! Ed è molto frustrante ripercorrere mentalmente la partita e capire che l'altro ha vinto senza fare (relativamente) niente...Praticamente i miei avversari giocano senza un minimo di pressione psicologica, vanno sul velluto: mi auto-sconfiggo. Ma come invertire questa tendenza? Come evitare di andare in vantaggio 3-0, 3-1, 4-2 e perdere puntualmente il set perchè inizio a pensare a 1000 cose? Perchè appena fatto il break vado al servizio pensando "ok, concentrati sul servizio e cerca di vincere il game" e puntualmente parto con due doppi falli? Bha...tecnicamente sono bravo ma basta che incontri uno con un minimo di "tenacia" nel giocare il punto, anche molto più scarso di me, che mi vince di sicuro! Saluti

descriptionIl problema non sono i pallettari... - Pagina 5 EmptyRe: Il problema non sono i pallettari...

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alain proust ha scritto:

vero. in partita amichevole posso provare qualche colpo azzardato e sperimentale che in torneo non farei mai.
ma è anche vero che non deve o dovrebbe esserci troppa differenza tra l'agonismo da torneo e quello da partitella. dato per scontato che l'allenamento tecnico, e quindi palleggi e cesti, sono la cosa preponderante come importanza al nostro livello, sono convinto che bisogna allenare anche l'agonismo, la concentrazione nel punto e tra i punti, che puoi allenare solo in partitella o anche con qualche game col maestro.
è vero che c'è il killer instinct innato e il fatto di essere naturalmente più o meno combattivo sul campo (come nella vita), ma allenare anche questo aspetto secondo me è possibile.
il che non significa fare partitelle con gli amici col coltello tra i denti, senza scambiar parole e guardandosi in cagnesco, ma un po' di sana cattiveria agonistica non guasta anche in amichevole.
detto questo, continuo ad essere convinto che l'essere pallettaro nel senso comune del termine sia l'atteggiamento di chi conosce i propri limiti tecnici e capisce i fondamenti di questo sport (metterla dentro le righe e oltre la rete, il meglio possibile) che applica in accordo con le sue spesso limitate capacità tecniche.
quello che mi pare sia emerso è che tanti sedicenti impostati tecnicamente (mi includo) sopravvalutino le proprie capacità e si addentrino in terreni non ancora alla loro portata, volendosi liberare del pallettaro con soluzioni tecnicamente difficili, palleggi tesi, grande pressione in ogni scambio, prime bomba, passanti a mille, con rischi enormi proprio per il gap ancora esistente tra colpo voluto e tecnica posseduta.


Tutto verissimo!!! Il problema è riuscire a mettere tutto in pratica... o volerlo fare!!! Dipende dalla personalissima idea che si ha del divertimento in generale... c'è chi si diverte solo vincendo ad ogni costo, chi invece pur di divertirsi perde 60 60 tirando colpi che non tenterebbe neanche un pro Smile .
Nel mio modo di vedere "la virtù sta nel mezzo" , quindi bisognerebbe cercare di impegnare l'avversario in palleggio entro i propri limiti tecnici, per poi sfoderare il nostro miglior colpo vincente al momento opportuno... poi tra il dire e il fare... a volte mi si "chiude la vena" e sparo colpi che a ripensarci... Suspect
Per quanto riguarda le partitelle... sì, bisogna impegnarsi a vincere, ma l'agonismo è mooooolto inferiore ad una partita di torneo!!! per esempio, se vedo che il mio avversario non mi prende mai la prima, cerco di rallentarla, a costo poi di perdere in palleggio...

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ah, sì, dimenticavo di dire che predico bene e razzolo male... Very Happy
in effetti un conto è concionare, un altro conto è applicare tutte le proprie belle teorie sul campo, con le gambe che bruciano, il sudore, il battito a mille e la vocina diabolica che ti suggerisce "colpisci, colpisci più forte, dai, spara questo lungolina sulla riga, ce la fai!!".

a parte questo, no, se il mio avversario in amichevole non prende la prima, son contento che posso gestirmi il servizio in tranquillità, magari fosse sempre così, ma forse mi chiamerei Raonic.
sempre che non ci sia un enorme divario tecnico e di allenamento (capitato già, prenoto un'ora per giocare con un amico che scopro non aver preso in mano la racca da anni. be', ha voluto far partita ma non potevo certo mettermi a tirare prima e seconda e non potevo perdere in palleggio neanche con le caviglie legate, ma questo è un caso estremo).

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Perfettamente daccordo con alain e b52... proprio ieri ho giocato un match con un amico che sa si tirare il dritto, ma sa anche quando tenere...quando? quando per esempio come nel primo set non ha visto palla sotto assedio dalle mie bombe di diritto che viaggiavano a 2 dita dalla linea di fondo campo ed inevitabilmente ha perso 6.3...mi sono detto, oggi sono in giornata di grazia...invece tutto ad un tratto mi sono trovato senza fiato con notevoli difficolta' nel tirare le palle e commettendo un bel po di errori proprio per l'apprensione di chiudere quanto prima il punto...
La mia personale morale e' che tu puoi essere si piu' forte dal punto di vista tecnico-tattico ma se ti manca il fiato vai in affanno e le partite le perdi comunque...e' finita 6.3 3.6 1.6 Ero cotto.
Mi sono ripromesso di imparare a dosare le forze siccome ho il fiato corto!

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Rimanendo sul discorso di sperimentare con quelli deboli.
Io due giorni prima del torneo mi sono messo a giocare con uno che non aveva quasi fatto lezioni perchè volevo provare un pò di colpi tagliati (NON lo farò MAI più!).
Finisce l' ora in cui tutto era andato benissimo.
Al torneo per un set (un set!!) continuo a giocare in back e slice sia di diritto che di rovescio che all' inizio gli dà molto fastidio ma poi impara a tirarli su.
Perdo il primo 6-1.
Nel secondo inizio a fare il mio gioco e magia 6-3. Poi il terzo.....
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Infatti a mio avviso il colpi vanno provati all' inizio con avversari deboli per fare pratica, ma poi si continua con quelli più bravi di noi fino a quando il colpo non è a livello degli altri. Nel mio caso... scarso quando il diritto Very Happy

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A proposito di pallettari e il diablolico sport del tennis da semi novizio mi è capitata una cosa che credo esemplificativa: SONO STATO BATTUTO DA UN PALLETTARO SENZA GIOCARCI NEMMENO CONTRO.
Mi spiego meglio: al mio primo torneo della mia vita dopo aver passato 5 turni con una certa soddisfazione mi sono ritrovato una sera a disputare il sesto per entrare nel tabellone finale. Purtroppo prima della mia partita si stava disputando un'estenuante match tra due pallettari doc (oltreututto classificati 4.2/4.3).
Qualcosa di veramente assurdo tipo 2 ore e 45 minuti per un set e mezzo di candelotti incredibili e cambi campo estenuanti.
Lo "spettacolo" mi ha talmente condizionato che sono entrato in campo (alle 10 di sera) con un fastidio incredibile e l'assurda volontà di dimostrare (ma a chi?) che io non gioco a quel modo. Risultato? Partita oscena, sparacchiando da tutte le parti, con avversario alla mia portata, 2-6 4-6 e tutti a casa. Però la "lezione" (?) mi è servita quando ieri sera al secondo mio secodno torneo e al turno millemila (mamma mia che formule) mi sono trovato davanti uno dei due pallettari. Tra mille patemi ma con pazienza e determinazione l'ho portata a casa con enorme soddisfazione!

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Il consiglio che mi sento di darti è di importi di salire a rete ALMENO 2 volte a Game (parlo di partite di allenamento ovviamente) e di allenare la volè col tuo maestro !



Umberto ha scritto:
Dopo la 4° sconfitta al primo turno su sei tornei giocati, tutte contro avversari di classifica pari o inferiore, ho capito che il problema non è l'avversario che io definivo "pallettaro" bensì io! Non sono loro ad essere pallettari ma sono io che non reggo con la testa più di un paio di punti ottenuti con una scambio relativamente prolungato (4/5 scambi)! E giustamente l'avversario si adegua, rimanda la palla nella mia metà campo, giocabilissima, senza particolari effetti o peso o angolazione, aspettando il punto gratis e io puntualmente sbaglio, perchè cerco il punto diretto dal momento che non riesco a rimanere con la testa nello scambio. Gioco con la speranza che sia l'avversario a regalarmi il punto (come faccio io) senza "sudarmelo"...in pratica il mio avversario ideale sarei io stesso! "Chi vive sperando, muore ca__ndo" diceva Abatantuono in un film! Ed è molto frustrante ripercorrere mentalmente la partita e capire che l'altro ha vinto senza fare (relativamente) niente...Praticamente i miei avversari giocano senza un minimo di pressione psicologica, vanno sul velluto: mi auto-sconfiggo. Ma come invertire questa tendenza? Come evitare di andare in vantaggio 3-0, 3-1, 4-2 e perdere puntualmente il set perchè inizio a pensare a 1000 cose? Perchè appena fatto il break vado al servizio pensando "ok, concentrati sul servizio e cerca di vincere il game" e puntualmente parto con due doppi falli? Bha...tecnicamente sono bravo ma basta che incontri uno con un minimo di "tenacia" nel giocare il punto, anche molto più scarso di me, che mi vince di sicuro! Saluti

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quoto daitarn III Wink
la voleè, come servizio e smash, sono i colpi più bistrattati del tennis, meno allenati, meno curati col maestro, almeno per la mia esperienza e per ciò che vedo.
mi sono convinto che , fatto salvo l'allenamento ovvio dei colpi fondamentali da fondo campo, sia necessario curare con particolare attenzione e tenacia il servizio, il quale già ti dovrebbe permettere di avere in pugno almeno 3 game a set, che non è poco.
e qualche sessione di allenamento full immersion in colpi al volo ogni tanto meglio col maestro ovviamente, è necessaria, altrimenti quando vai a rete ad ogni ogni morte di papa anche solo per chiudere un colpo d'attacco, ti senti come un pesce fuor d'acqua e rischi di sbagliare anche il colpo più banale.
magari anche qualche doppio ogni tanto è istruttivo per colpi al volo e risposta.

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alain proust ha scritto:
quoto daitarn III Wink
la voleè, come servizio e smash, sono i colpi più bistrattati del tennis, meno allenati, meno curati col maestro, almeno per la mia esperienza e per ciò che vedo.
mi sono convinto che , fatto salvo l'allenamento ovvio dei colpi fondamentali da fondo campo, sia necessario curare con particolare attenzione e tenacia il servizio, il quale già ti dovrebbe permettere di avere in pugno almeno 3 game a set, che non è poco.
e qualche sessione di allenamento full immersion in colpi al volo ogni tanto meglio col maestro ovviamente, è necessaria, altrimenti quando vai a rete ad ogni ogni morte di papa anche solo per chiudere un colpo d'attacco, ti senti come un pesce fuor d'acqua e rischi di sbagliare anche il colpo più banale.
magari anche qualche doppio ogni tanto è istruttivo per colpi al volo e risposta.


Ecco mi ero dimenticato la terza cosa !! Fare un doppietto almeno 2 volte al mese !! ;-)
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