LA SOLITA LAGNA
13:00
Massimo Reina
Che l'Inter sia tornata lo abbiamo notato subito, negli ultimi tempi, quando nel giro di un anno la società nerazzurra ha letteralmente cambiato tre allenatori e iniziato a fare un po' di confusione vecchia maniera sul mercato, come ai bei tempi che furono. Adesso ne abbiamo ulteriore prova dalle solite lagne, lamentele e lacrime di coccodrillo che puntualmente sono arrivate da Milano (e non solo), sponda nerazzurra, dal suo presidente e dai suoi sostenitori più famosi, in “risposta” alla relazione di Palazzi che conferma quanto emerso al processo di Napoli e quanto noi andiamo ripetendo da cinque anni a questa parte sulla non limpidezza dell'Inter e dei suoi dirigenti. La tattica interista è parsa la stessa di sempre: quando di fronte all'evidenza dei fatti non sanno che dire, anziché provare a giustificarsi con risposte sensate e documentate, via con i piagnistei, con le accuse di complotto e le vesti stracciate sulla pubblica piazza. Via al vittimismo insomma.
Lo abbiamo visto per anni, se ci pensate: inizialmente quando gli squadroni di Juventus (Lippi e Capello) e Milan (Ancelotti) dominavano in lungo e in largo grazie alla pletora di Fenomeni veri che schieravano, da Zidane a Weah, da Kakà a Nedved, e la seconda squadra di Milano con i suoi campionissimi Gilberto, Vampeta e Macellari arrancava dietro, accampando poi scuse patetiche per le sue sconfitte. Colpa di arbitri, palazzo, alieni, congiunture astrali negative (a cui nemmeno la maga di fiducia del buon Massimo, tale Clara di Potenza Picena, riusciva evidentemente a opporsi), il destino crudele, piuttosto che una rosa di giocatori tecnicamente mediocre adatta, con tutto il rispetto, per il quinto posto. Come confermato negli anni dalle continue eliminazioni in coppa UEFA o coppa Campioni subite da sconosciute squadre norvegesi o finlandesi. A meno di non considerare un complotto planetario teso a fermare la potenza interista pure in Europa (sigh!).
Poi, dopo Farsopoli, le stesse scuse le abbiamo sentite ogni qual volta le cose non andavano per il verso giusto, nonostante la farsa del 2006 avesse praticamente eliminato le dirette concorrenti allo scudetto, eccezion fatta per la Roma. Evidentemente all’Inter nemmeno provando a rubare, come amano dire loro degli altri, o giocando da soli, erano i grado di vincere. Così quando i giallorossi erano lì per lì pronti a soffiare il titolo agli indossatori di scudetti altrui, puntualmente incappavano in qualche strana decisione arbitrale che li penalizzava. Quasi sempre scaturita magari da qualche protesta settimanale degli interisti sui media, che facevano le vittime per qualche sciocchezza subita in precedenza.
Il delirio di pianto interista di questi giorni, non ha risparmiato comunque proprio nessuno, nemmeno gli alleati di sempre della Gazzetta dello Sport, dai tifosi di altre squadre ribattezzata ironicamente "Gazzetta dell'Inter", edita da quell’RCS che recentemente per bocca di Flavio Bondi, presidente di RCS Sport, si è definita interista in occasione dell’annuale workshop delle aziende partner dell’Inter a Santa Margherita Ligure. Comprensibile, quindi, la delusione fra i fedeli redattori nerazzurri per l’attacco subito dal loro amato Moratti.
Andrea Monti, direttore della Gazzetta, ha risposto oggi sconsolato, con un editoriale, al presidente della sua squadra del cuore, difendendo sé stesso e la sua redazione. Ma non è servito a molto. Adesso ci manca che Moratti attacchi Sky Sport 24, altro feudo di tifosi interisti prestati al giornalismo, e si è davvero toccato il fondo.