Luchino 67 ha scritto: Il mio personale punto di vista, è che sinceramente non capisco come si possa giocare una partita di tennis "ufficiale" senza essere mentalmente dentro la partita stessa, mi spiego: siete impegnati a fare il gesto tecnico, impattare la palla bene avanti, piegare le gambe, fare tutto quello che c'è da fare bene e magari non vi rendete conto, che quello dall'altra parte, è lì che se la ride e pensa :guarda quello lì.....si sta impegnando tantissimo e non si è neanche accorto che non mi fa neanche il solletico.....voglio dire, a un certo punto, bisogna rendersi conto che quello che si sta facendo non è produttivo e allora e lì che bisogna cominciare a osservare l'avversario, capirlo e poi come diceva l'autore del post, ai cambi campo,cominciare a pensare a qualcosa..... tra un punto e l'altro, analizzare quello che hai appena fatto che ti ha portato il punto.... il tennis inteso come, arriva la palla, apri ,piega bene le gambe ,chiudi gli occhi e tira..... secondo me il tennis è molto di più che questo.....
Allora il gesto tecnico lo stare bassi il colpire davanti al corpo non possono essere pensati ma vanno fatti,se pensati vuol dire che si hanno ancora delle carenze, che ovviamente portano ad insicurezze,e piu' si pensa all gesto tecnico e piu' ci si distoglie dal giocare e dallo stare in partita.
Sono automatismi che si danno per scontati come si dovrebbe dare per scontata una buona forma fisica,percio' togliendo i pensieri superflui la mia attenzione sara' rivolta' totalmente al gioco.
In partita il gesto tecnico e' quello che e',e non posso permettermi di distrarmi pensando al movimento di braccio per colpire, o allo stare basso se non sono abituato a farlo sempre, tanto per fare un esempio.
IL non pensare durante il game non significa spegnere assolutamente il cervello, ma togliendo tutti i dubbi tecnici che mi possono mandare fuori strada,posso mettere tutta la mia attenzione sul gioco.
Il gioco si vede in campo.....nel senso che se mi metto a fare a bastonate sulla diagonale di dirtto non posso non accorgermi che faccio il solletico al mio avversario.
Il gioco inteso come, ok cerco di imporre il mio di gioco,ma in campo vedo anche quello che succede e reagisco di conseguenza.
Il gioco e' anche fare attenzione al punteggio e alla situazione di gioco, per esempio : sono sul 5 pari vantaggio mio,con l'avversario al servizio che mi deve giocare una seconda.
Sul 5 pari ho gia' potuto valutare la seconda del mio avversario e so quanto posso cercare di spingere o limitarmi a tenerla dentro.
Bene immaginiamo che questa seconda sia abbastanza attaccabile, li si che devo pensare a cosa fare.
So che cerchera' il mio rovescio visto come si e' comportato durante tutto il set in una situazione di svantaggio,e a questo punto le soluzioni sono due.
Soluzione a :entro di dritto inside in e cerco il vincentino prendendomi tutti i rischi di sbagliare e ritornare nell'inferno dei vantaggi.
Oppure soluzione b entro con il dritto inside out e spingo per farlo giocare piu' corto e chiudere magari in due tre scambi.
Ora la decisione giusta per non correre rischi sarebbe la B anche perche' sul 5 pari e vantaggio mio il game me lo voglio portare a casa senza correre ulteriori rischi.
Stessa situazione ma sul 0-40 per me, bene senza ombra di dubbio cercherei la soluzione diretta, e anche se tiro una pallata alle stelle avrei sempre il tempo e la possibilita' di chiudere il game nei punti successivi senza correre troppi rischi.
Percio il poter concentrarsi sul gioco e' possibile solo se la testa e' libera da altri pensieri.
Ma per primo bisogna avere una base tecnica che mi permetta di pensare solo al gioco.
Se no ritornaimo punto a capo.
A e dimenticavo una consapevolezza delle mie possibilita' in campo.
Non vedo molti giocatori con Piano A e piano B .
Edberg non aveva nessun piano B ma e' stato numero uno al mondo sfruttando al masimo quello che aveva,ed il dritto di Edberg non era proprio un dritto che le permetteva di remare da fondo in caso il suo piano A non funzionasse.
IL piano A e' quello che deve funzionare ed e' quello che ci deve permettere di portare a casa la partita.
Altro esempio all' opposto Becker.
Becker oltre ad ad attacare poteva permettersi il lusso di mettersi a fare a pallate da fondo con tutti.
Ma non era il suo piano A.....ho visto Becker perdere partite mettendosi a fare a pallate da fondo per dimostrare che lui poteva battere cualsiasi giocatore come voleva.
Effettivamente poteva farlo ma non sempre le riusciva.
Perche' non era il suo tipo di gioco.
A livello pro non si perde molto tempo in questo senso, perche' non si puo' sprecare tempo.
Roddick altro numero uno aveva un rovescio modesto per un giocatore di quel livello,ma anche con quel rovescio sfruttando al massimo quello che aveva e' riuscito ad arrivare al numero uno.
Vedendolo giocare non vi e' mai venuto in mente che con un rovescio migliore Roddick potesse essere quasi ingiocabile....
A me si....ma conoscndo le dinamiche del giocatore so benissimo che un minimo cambio dalla parte del rovescio avrebbe potuto portargli piu' danni che benefici.....ritornando al discorso del non perdere tempo.....meglio cercare di migliorare quello che ce che perdere tempo in un tentativo che poi non si sa come si puo' evoluzionare,magari cambiando anche per forza di cose gli automatismi di gioco per non avere nessuna certezza.