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Allenamento mentale: un consiglio per giocatori di 4° e 3° cat

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Promemoria primo messaggio :

Allenamento Mentale:
un consiglio per tutti i giocatori di 4° e 3° categoria

Premessa:
- se siete persone che si allenano 1/2 volte a settimana
- se siete giocatori che fanno almeno una partitella a settimana (torneo o con amici)

Quando pensare e quando non pensare in partita
- pensare nella pausa fra un punto e l'altro a come voglio giocare il punto
- non pensare mentre si sta giocando. eseguire lo schema che vi siete prefissati.

Domanda:
- l'avete mai provato a fare per tutto un set?
- siete in grado di provarlo per almeno 2-3 game di fila?

attendo vostre risposte
buon divertimento

Marco
(Istruttore e allenatore mentale)

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Luchino 67 ha scritto:
Stiamo confondendo due argomenti: sono d'accordo che faccia male pensare a fare tutto bene tecnicamente, perché ti confonde, ti annebbia, ti fa anche arrivare in ritardo, ma io sto parlando dell'aspetto tattico.....come fai a giocare una partita se non hai idea di quello che sta succedendo dentro quel campo da tennis..... scratch scratch scratch

Ma allora parliamo di tattica.

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Certo..... ovvero, pensare a cosa c'è da fare....

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Luchino 67 ha scritto:
Il mio personale punto di vista, è che sinceramente non capisco come si possa giocare una partita di tennis "ufficiale" senza essere mentalmente dentro la partita stessa, mi spiego: siete impegnati a fare il gesto tecnico, impattare la palla bene avanti, piegare le gambe, fare tutto quello che c'è da fare bene e magari non vi rendete conto, che quello dall'altra parte, è lì che se la ride e pensa :guarda quello lì.....si sta impegnando tantissimo e non si è neanche accorto che non mi fa neanche il solletico.....voglio dire, a un certo  punto, bisogna rendersi conto che quello che si sta facendo non è produttivo e allora e lì che bisogna cominciare a osservare l'avversario, capirlo e poi come diceva l'autore del post, ai cambi campo,cominciare  a pensare a qualcosa..... tra un punto e l'altro, analizzare quello che hai appena fatto che ti ha portato il punto.... il tennis inteso come, arriva la palla, apri ,piega bene le gambe ,chiudi  gli occhi e tira..... secondo me il tennis è molto di più che questo.....


Io capisco il tuo punto di vista, e in qualche modo hai ragione, ma si scontra con quella che è la mia esperienza della realtà.

Io cerco di fare al meglio quello che so fare, se quello non basta, son caxxi e fine, perchè significa che lui fa meglio di me quello che io faccio bene.
A meno di voragini tecniche la vedo dura uscire da questo scenario.

Cioè mi sembra il discorso di quando perdo e mi dicono "eh....stasera hai sbagliato tanto"
Mi viene da rispondere "Dai?? ah ma non bisognava sbagliare? porca vacca la prossima volta allora le tiro tutte dentro!" 
Very Happy Very Happy
(Si fa per ridere ma per dire...)

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Il mental tennis, non c'entra nulla con il pensare a dove mettere la pallina.
Riguarda l'approccio mentale alla partita , riguarda la respirazione ,il concentrarsi sul piacere di giocare e qualcosa di molto  più alto di dove tiro la pallina
Se vi capita leggete  il libro di Luca Gasparini  "Sembrava un gioco "  c'è veramente molto da imparare

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Luchino 67 ha scritto:
Il mio personale punto di vista, è che sinceramente non capisco come si possa giocare una partita di tennis "ufficiale" senza essere mentalmente dentro la partita stessa, mi spiego: siete impegnati a fare il gesto tecnico, impattare la palla bene avanti, piegare le gambe, fare tutto quello che c'è da fare bene e magari non vi rendete conto, che quello dall'altra parte, è lì che se la ride e pensa :guarda quello lì.....si sta impegnando tantissimo e non si è neanche accorto che non mi fa neanche il solletico.....voglio dire, a un certo  punto, bisogna rendersi conto che quello che si sta facendo non è produttivo e allora e lì che bisogna cominciare a osservare l'avversario, capirlo e poi come diceva l'autore del post, ai cambi campo,cominciare  a pensare a qualcosa..... tra un punto e l'altro, analizzare quello che hai appena fatto che ti ha portato il punto.... il tennis inteso come, arriva la palla, apri ,piega bene le gambe ,chiudi  gli occhi e tira..... secondo me il tennis è molto di più che questo.....

Allora il gesto tecnico lo stare bassi il colpire davanti al corpo non possono essere pensati ma vanno fatti,se pensati vuol dire che si hanno ancora delle carenze, che ovviamente portano ad insicurezze,e piu' si pensa all gesto tecnico e piu' ci si distoglie dal giocare e dallo stare in partita.
Sono automatismi che si danno per scontati come si dovrebbe dare per scontata una buona forma fisica,percio' togliendo i pensieri superflui la mia attenzione sara' rivolta' totalmente al gioco.
In partita il gesto tecnico e' quello che e',e non posso permettermi di distrarmi pensando al movimento di braccio per colpire, o allo stare basso se non sono abituato a farlo sempre, tanto per fare un esempio.
IL non pensare durante il game non significa spegnere assolutamente il cervello, ma togliendo tutti i dubbi tecnici che mi possono mandare fuori strada,posso mettere tutta la mia attenzione sul gioco.
Il gioco si vede in campo.....nel senso che se mi metto a fare a bastonate sulla diagonale di dirtto non posso non accorgermi che  faccio il solletico al mio avversario.
Il gioco inteso come, ok cerco di imporre il mio di gioco,ma in campo vedo anche quello che succede e reagisco di conseguenza.
Il gioco e' anche fare attenzione al punteggio e alla situazione di gioco, per esempio : sono sul 5 pari vantaggio mio,con l'avversario al servizio che mi deve giocare una seconda.
Sul 5 pari ho gia' potuto valutare la seconda del mio avversario e so quanto posso cercare di spingere o limitarmi a tenerla dentro.
Bene immaginiamo che  questa seconda sia abbastanza attaccabile, li si che devo pensare a cosa fare.
So che  cerchera' il mio rovescio visto come si e' comportato durante tutto il set in una situazione di svantaggio,e a questo punto le soluzioni sono due.
Soluzione a :entro di dritto inside in e cerco il vincentino prendendomi tutti i rischi di sbagliare e ritornare nell'inferno dei vantaggi.
Oppure soluzione b entro con il dritto inside out e spingo per farlo giocare piu' corto e chiudere magari in due tre scambi.
Ora la decisione giusta per non correre rischi sarebbe la B anche perche' sul 5 pari e vantaggio mio il game me lo voglio portare a casa senza correre ulteriori rischi.
Stessa situazione ma sul 0-40 per me, bene senza ombra di dubbio cercherei la soluzione diretta, e anche se tiro una pallata alle stelle avrei sempre il tempo e la possibilita' di chiudere il game nei punti successivi senza correre troppi rischi.
Percio il poter concentrarsi sul gioco e' possibile solo se la testa e' libera da altri pensieri.
Ma per primo bisogna avere una base tecnica che  mi permetta di pensare solo al gioco.
Se no ritornaimo punto a capo.
A e dimenticavo una consapevolezza delle mie possibilita' in campo.
Non vedo molti giocatori con Piano A e piano B .
Edberg non aveva nessun piano B ma e' stato numero uno al mondo sfruttando al masimo quello che aveva,ed il dritto di Edberg non era proprio un dritto che  le permetteva di remare da fondo in caso il suo piano A non funzionasse.
IL piano A e' quello che deve funzionare ed e' quello che ci deve permettere di portare a casa la partita.
Altro esempio all' opposto Becker.
Becker oltre ad ad attacare poteva permettersi il lusso di mettersi a fare a pallate da fondo con tutti.
Ma non era il suo piano A.....ho visto Becker perdere partite mettendosi a fare a pallate da fondo per dimostrare che lui poteva battere cualsiasi giocatore come voleva.
Effettivamente poteva farlo ma non sempre le riusciva.
Perche' non era il suo tipo di gioco.
A livello pro non si perde molto tempo in questo senso, perche' non si puo' sprecare tempo.
Roddick altro numero uno aveva un rovescio modesto per un giocatore di quel livello,ma anche  con quel rovescio sfruttando al massimo quello che aveva e' riuscito ad arrivare al numero uno.
Vedendolo giocare non vi e' mai venuto in mente che con un rovescio migliore Roddick potesse essere quasi ingiocabile....
A me si....ma conoscndo le dinamiche  del giocatore so benissimo che un minimo cambio dalla parte del rovescio avrebbe potuto portargli piu' danni che  benefici.....ritornando al discorso del non perdere tempo.....meglio cercare di migliorare quello che ce che perdere tempo in un tentativo che poi non si sa come si puo' evoluzionare,magari cambiando anche  per forza di cose gli automatismi di gioco per non avere nessuna certezza.

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Scusate post doppio.

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Francesco Borrelli ha scritto:
Il mental tennis, non c'entra nulla con il pensare a dove mettere la pallina.
Riguarda l'approccio mentale alla partita , riguarda la respirazione ,il concentrarsi sul piacere di giocare e qualcosa di molto  più alto di dove tiro la pallina
Se vi capita leggete  il libro di Luca Gasparini  "Sembrava un gioco "  c'è veramente molto da imparare

Francesco il mental tennis ti serve a condizione che tu sia' gia' in posseso di una qualita' tecnica che  ti permetta di pensare solamente al gioco.
Il lato tecnico non puo' entrare a far parte dei tuoi pensieri quando giochi.
Purtroppo non essendo professionisti ed essendo giocatori di quarta o terza che sia credo che il miglioramento tecnico sia la base per costruire la mentalita' del giocatore.
A mia modesta opinione.

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Veterano ha scritto:
Francesco Borrelli ha scritto:
Il mental tennis, non c'entra nulla con il pensare a dove mettere la pallina.
Riguarda l'approccio mentale alla partita , riguarda la respirazione ,il concentrarsi sul piacere di giocare e qualcosa di molto  più alto di dove tiro la pallina
Se vi capita leggete  il libro di Luca Gasparini  "Sembrava un gioco "  c'è veramente molto da imparare

Francesco il mental tennis ti serve a condizione che tu sia' gia' in posseso di una qualita' tecnica che  ti permetta di pensare solamente al gioco.
Il lato tecnico non puo' entrare a far parte dei tuoi pensieri quando giochi.
Purtroppo non essendo professionisti ed essendo giocatori di quarta o terza che sia credo che il miglioramento tecnico sia la base per costruire la mentalita' del giocatore.
A mia modesta opinione.


Concordo, in partita ci si può permettere di pensare giusto alla tattica. Per la tecnica ci sono gli allenamenti. Pare una banalità ma è davvero una pietra angolare dell'approccio alla gara

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Stefano74 ha scritto:
Io vorrei anzi dovrei riuscire a non pensare anche perché quando gioco in automatico tutto ok, quando arriva una palla che mi dà un po' più di tempo per pensare cambio idea tre volte sul da farsi e al 99% finisce che sbaglio😭

Stefano pensa facile....nel senso che il tennis si gioca per l' 80 per cento incrociato e si cambia direzione quando si percepisce la possibilita' di poter spingere lungolinea per cercare di chiudere il punto.
Se vai in difficolta' tira' su ed incrocia.
Quando vedo che  puoi mettere i piedio dentro il campo allora gioca lungolinea.
Percio' se non sei sicuro di entrare per spingere lungolinea continua ad incrociare e aspetta il momento giusto per cercare di chiudere lo scambio.l

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Veterano ha scritto:
Francesco Borrelli ha scritto:
Il mental tennis, non c'entra nulla con il pensare a dove mettere la pallina.
Riguarda l'approccio mentale alla partita , riguarda la respirazione ,il concentrarsi sul piacere di giocare e qualcosa di molto  più alto di dove tiro la pallina
Se vi capita leggete  il libro di Luca Gasparini  "Sembrava un gioco "  c'è veramente molto da imparare

Francesco il mental tennis ti serve a condizione che tu sia' gia' in posseso di una qualita' tecnica che  ti permetta di pensare solamente al gioco.
Il lato tecnico non puo' entrare a far parte dei tuoi pensieri quando giochi.
Purtroppo non essendo professionisti ed essendo giocatori di quarta o terza che sia credo che il miglioramento tecnico sia la base per costruire la mentalita' del giocatore.
A mia modesta opinione.

Veterano certo che senza base tecnica non scendi nemmeno in campo, ma ti assicuro che l'approccio mentale cambia totalmente il modo di vivere il tennis, aumentando la goduria del gioco e permettendoti di aumentare la concentrazione con inevitabili benefici sul tuo gioco

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Straquoto quanto appena detto da Francesco ma anche il 90% di quanto scritto da veterano......ora sono al lavoro ma stasera appena arrivo a casa voglio scrivere un esempio che chiarisce abbastanza bene ciò che intendiamo sia io che veterano....

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Ho letto tutti i vostri messaggi e risposte varie. Giustamente ognuno ha il suo punto di vista sacrosanto. Ma c'è un concetto di base su cui vi invito a riflettere. Non è detto che la parte mentale debba essere approfondita solo se si possiede già una buona tecnica.
A questo proposito vi invito tutti quanti a partecipare alla sessione online GRATUITA che farò questo sabato alle ore 15. Se interessati (e mi sembra che lo siate 😁) lasciatemi il vostro numero whatsapp così vi metto in lista. Ripeto è gratuito!

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L'esempio che volevo portare, è una recente finale Slam ovvero, Nadal vs Medevedev..... Come tutti ricorderete, si è assistito ad un Nadal assai inedito, che nei 2 set finali, andava spesso a rete facendo pure serve&volley.....in questo caso, Nadal ha eseguito quel ragionare in campo che intendo io, che l'ha portato ad un drastico cambio del suo modo di giocare per poter cambiare il corso della partita.....ma lo ha potuto fare, in virtù di ciò che dice Veterano ossia, perchè era tecnicamente in grado di poter fare quel tipo di gioco ( per me Nadal gioca a rete in modo fantastico ). Si è reso conto che, se continuava a giocare nel suo solito modo ( piano A ), non ne veniva a capo.....
è vero che sia necessario consolidare prima la tecnica, ma io credo che, una volta assestati su una discreta padronanza dei 2 fondamentali, si debba cominciare ad aggiungere qualcosa in più al proprio consueto tennis e ad allenare le capacità di deduzione del gioco dell'avversario, anche se non ancora in possesso di una tecnica di base ben consolidata.....

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Si ma stiamo parlando di fenomeni....tu mi dirai ok, ma nemmeno il nostro avversario è un fenomeno....vero! ma uscire dalla comfort zone cercando soluzioni più "propositive" secondo me è il peggio che si può fare a tennis, almeno per me personalmente, se di solito sbaglio 100 finisco per sbagliare 300...
se poi la mettiamo sul fatto che perdere provando è meglio che perdere senza provarci, possiamo discuterne, ma a quel punto la partita diventa un allenamento, e "provi" a vedere cosa succede.
A me hanno sempre detto che in partita non si prova, a meno di voler mettere bene in conto la possibilità (alta) di perdere...

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Dopo aver scoperto l'acqua calda e nella consapevolezza che non tutto quello che scrivo è sbagliato mi limito ad un paio di note:

Portare ad esempio per i 3 e 4 categoria (rileggere il titolo del 3D caro Luchino) una finale tra 2 pro (e che pro!!) lo ritengo davvero fuori luogo. 
Qui si parla di "mental coaching" che non ha niente a che vedere con la strategia, o tattica o tecnica, e suggerire di pianificare un punto prima di giocarlo non è mental coaching è semplicemente decidere come si vuole giocare. Lo stesso Marco Catalano  usa il termine allenamento mentale in modo improprio nel suo post (poi sarà un grandissimo mental coach, ma la presentazione non è delle più azzeccate).

in parole banali, il mental coach nello sport è l'allenamento a non pensare in loop distraendosi dal gioco o dallo sforzo o dall'impegno. E' raggiungere la capacità di fare sempre quello che si sa fare nelle condizioni in cui lo si sa fare senza aggiungersi lo stress tipico del dirsi: dai, stai concentrato adesso… adesso è quella buona… non distrarti… o peggio: giocala lunga e molle... giocala back… spingila. non si può risolvere tutto in 4 parole, ma il concetto è che non si pensa e non ci si fanno menate continue. Per citare il caro Nadal, lui mette tutte le bottigliette in fila, si sistema i cerottini, si tocca dappertutto prima di servire o rispondere e pensa a fare tutte quelle cose perché non lo forzano a pensare al gioco. Non lo stressano. Ognuno trova i suoi rimedi per evitare di pensare in campo e limitarsi ad eseguire.

Sulla scelta del gioco da fare, be, se uno si allena e allena le situazioni, in automatico si difende o attacca in base alla palla che riceve ed in base alla tipologia dell'avversario. Luchino67 gioca un dritto quasi sempre back, sicuramente fastidioso se può colpire in campo ma assolutamente sterile se è costretto a muoversi fuori dal campo. Cerca la rete più per mancanza di solidità da fondo, che è sicuramente corretto e gli porta più punti che se stesse a fondo, ma finchè non imparerà a giocare in top e a far rimbalzare alta e profonda la palla perderà con tutti i giocatori in grado di muoverlo e di attaccarlo per primi.

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piccolit ha scritto:
Si ma stiamo parlando di fenomeni....tu mi dirai ok, ma nemmeno il nostro avversario è un fenomeno....vero! ma uscire dalla comfort zone cercando soluzioni più "propositive" secondo me è il peggio che si può fare a tennis, almeno per me personalmente, se di solito sbaglio 100 finisco per sbagliare 300...
se poi la mettiamo sul fatto che perdere provando è meglio che perdere senza provarci, possiamo discuterne, ma a quel punto la partita diventa un allenamento, e "provi" a vedere cosa succede.
A me hanno sempre detto che in partita non si prova, a meno di voler mettere bene in conto la possibilità (alta) di perdere...

Pure noi siamo fenomeni... A paragonarci a loro  Very Happy

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drichichi ha scritto:
piccolit ha scritto:
Si ma stiamo parlando di fenomeni....tu mi dirai ok, ma nemmeno il nostro avversario è un fenomeno....vero! ma uscire dalla comfort zone cercando soluzioni più "propositive" secondo me è il peggio che si può fare a tennis, almeno per me personalmente, se di solito sbaglio 100 finisco per sbagliare 300...
se poi la mettiamo sul fatto che perdere provando è meglio che perdere senza provarci, possiamo discuterne, ma a quel punto la partita diventa un allenamento, e "provi" a vedere cosa succede.
A me hanno sempre detto che in partita non si prova, a meno di voler mettere bene in conto la possibilità (alta) di perdere...

Pure noi siamo fenomeni... A paragonarci a loro  Very Happy


io ho una striscia di sconfitte che SFIDO CHIUNQUE  a battere  Very Happy

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Caspita, avete ragione tutti, che stupido che sono a citare come esempio una partita che hanno visto tutti quanti........avrei dovuto scrivere della partita fra Amilcare Golfi e Ugo Steccapolipi, che sicuramente tutti conoscete e sapete come giocano..... scratch

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Piccolit..... Non ti capita mai di fare una qualche partita amichevole con un tuo amico..... nel caso ti capitasse, sarebbe opportuno che le provassi lì le cose nuove che ti possono servire in una partita ufficiale..... Poi se vuoi solo pensare a giocare nella tua comfort zone, e accetti di buon grado di perdere spesso perché non hai imparato a fare altro, ok scelte tue.....

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Taglia..... Io vado a rete perché mi piace farlo e mi piace fare i punti...... non faccio una fuga in avanti come pensi tu.......ho vinto partite che sono andato a rete i primi 10 minuti e ho capito che non rendeva.... sono stato a fondo, ho variato molto il gioco e l'ho portata a casa...
E poi un ex maestro che mi dice che gioco spesso il dritto in back..... Per antonomasia, qualunque colpo definito back che sia dritto o rovescio è un colpo che parte dall'alto e finisce verso il basso.....se vuoi dire che è un diritto molto lineare e ben poco arrotato, non si discute che tu abbia ragione.....ma definirlo back  scratch

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Inoltre, io ho parlato dell'aspetto tattico perché nel post iniziale si parlava di pensare tra un punto e l'altro o tra un game e l'altro...... io questo lo faccio e conosco l'argomento, mentre il mental coaching di cui parli tu che è  molto molto importante, Io non so una mazza, per cui mi astengo....

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Luchino 67 ha scritto:
Piccolit..... Non ti capita mai di fare una qualche partita amichevole con un tuo amico..... nel caso ti capitasse, sarebbe opportuno che le provassi lì le cose nuove che ti possono servire in una partita ufficiale..... Poi se vuoi solo pensare a giocare nella tua comfort zone, e accetti di buon grado di perdere spesso perché non hai imparato a fare altro, ok scelte tue.....


Ciao Luchino si certo faccio partita 3 volte a settimana come minimo, sono sempre restio a provare cose che "non so fare" (altrimenti le farei, invece di provare a farle) perchè se perdo il punto mi girano i maroni, anche se è una semplice partitella tra amici...piuttosto provo col maestro.
Per quanto mi riguarda, nel tennis ogni mattoncino che metto insieme richiede ore e ore di allenamento e migliaia di palle, per quello la logica del "provo a cambiare" mi è un po estranea...non metto in dubbio che ad altri venga più facile!

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Luchino, questo è un video che hai pubblicato tu. La maggior parte delle volte vai a rete e sei costretto a giocare una demi-volée con risultati così così. Il diritto è quasi sempre giocato con mezza apertura e sfarfallata di polso con leggera rotazione indietro (back). 
il campo sembra veloce e un po' ti aiuta… ma consentimi di ipotizzare che se quello è l'unico diritto che sai giocare, da fondo con uno che spinga in top e magari sulla terra battuta non avresti molte speranze. in sostanza non sembri avere la padronanza tecnica per poter avere un piano B... e probabilmente poca anche per un piano A.

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Allora con tutto il rispetto per l'autore del post e per il suo lavoro, vorrei permettermi di trarre alcune opinioni personali sul discorso del mental coach.
Anni or sono quando io appresi a giocare non si parlava ne di psicologo ne di mental coach.
Epure i giocatori buoni venivano fuori lo stesso.
Detto questo non e' che  voglio dire che il lavoro del mental coach sia inutile anzi ha una grande utilita', ma a mio parere un bravo maestro o allenatore deve essere anche un mental coach.
Nel senso che come maestro ed allenatore non ti insegno solo a tirare la pallina da un lato al altro del campo ma ti insegno anche come si gioca e a come gestire mentalmente la partita.
Dico questo perche' nella mia carriera da allenatore di corsi con luminari del mental coach e psicologi sportivi ne ho fatti moltissimi.
Mi sono serviti ???? NO.
Perche' ho avuto la fortuna di avere dei buoni maestri che non curavano solo la parte tecnica ma tutti gli aspetti del gioco, incluso quella mentale.
In tutti i corsi che  ho fatto con psicologi e mental coach ho verificato che tutto quello che  mi dicevano lo sapevo e lo facevo gia'.
Per me erano semplici aspetti del gioco.
Lo stare in partita, il concentrarsi sul guardare la palla, il rilassarsi quando e' dovuto, il never give up, l'automotivarsi , il non pensare all' errore ma pensare al punto successivo, e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Ho avuto la fortuna ( per modo di dire ) di assistere ad un corso di uno dei piu' grandi motivatori del tennis e credetemi ho fatto fatica a non addormentarmi, perche' erano tutte cose che  mi erano state insegnate (e che  facevo) da dei maestri qualificati....
Ora purtroppo o per fortuna per alcuni, bisogna suddividere i compiti.
non basta piu' il maestro qualificato ma ci vuole anche il mental coach.
Piu che sul mental coach io mi farei una domanda sulla qualita' dei nuovi maestri ed istruttori .
Ci sono corsi che  in tre giorni ti danno la qualifica da istruttore senza neanche  avere uno straccio di classifica.
Una volta il limite minimo per diventare maestro era C1, ed un C1 di 30 anni fa sapeva come si doveva giocare a tennis, perche' tecnica a parte se mentalmente non sapevi come gestirti  C1 non lo diventavi neanche per sogno, ed il tutto senza l' aiuto del mental coach,ma con un buon maestro.
Ed il corso non durava solo tre giorni...... ma mesi....
Forse mi sono perso per strada, ma credo che sia molto triste doversi vendere come mental coach per poter lavorare quando in realta' non ce ne sarebbe il bisogno.
Al limite uno psicologo sportivo, cioe' un dottore che  puo verificare se il problema riscontrato nel campo puo' dipendere da fattori esterni al semplice gioco.
Bueno non me ne voglia l'autore del post, e non e' niente di personale nei suoi confronti, e probabilmente e' anche un buon maestro, ma personalmente trovo molto triste doversi vendere per qualcosa che  per un buon maestro od allenatore doverbbero essere scontati.

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Taglia...non capisco se mi vuoi provocare o cosa  scratch scratch demi-volée ce ne è una sbagliata di poco al secondo punto....tutte le altre volte che vado a rete tranne il primo punto ( passante lungo linea sulla riga ) faccio volee vincenti....ci sono 2 dritti in back (ciop) tra il minuto 1.25 e 1.36 entrambi in fase difensiva e due accelerazioni di dritto vincenti, una a sventaglio e l'altra incrociata.....sulla sfarfallata di polso sono d'accordo....meno che il mio dritto, spesso nel video in controbalzo, sia definibile un back, visto che la testa della racchetta finisce il suo movimento appena sotto la spalla......se trovo uno che sa arrotare bene, anche sul veloce sono fregato  pale pale sulla terra so remare senza pallettare, meglio di quanto credi ( sempre rimanendo in un ambito di quarta categoria ).....il piano A ( gioco di rete ) a quanto dicono gli altri, è piuttosto efficace.....

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Luchino se vuoi ti do la mia opinione ma solo se mi prometti che  non ti incazzi o la prendi sul personale, perche' sul forum le parole possono essere fraintese e il tutto puo essere preso come un attaco alla persona o a una presa per i fondelli,io do un parere in base a quello che  vedo e se venissi da me per allenarti ti direi le stesse cose che  ti posso dire qua.
Se vuoi anche in privato.
Saluti e buon tennis
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