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Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito

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Promemoria primo messaggio :

premetto che gioco da poco e ho una tecnica buona, ma oggi ho perso con un pallettaro che metteva tutto in campo, anche quando colpiva il telaio o la rete.
Di solito (per paura) gioco corto (3/4 di campo e il maestro mi dice che posso allungare ancora di un metro e mezzo).
Oggi giocando il primo torneo della mia vita, ho perso contro un pallettaro che nel riscaldamento non combinava molto e voleva addirittura abbandonare vedendomi scaldare teso e lungo.
In partita, forse a causa delle sue palle alte (minimo 2 metri sopra la rete) tiravo spesso lungo di un metro (quindi 2,5 metri rispetto al solito)

E' normale?
Sono incazzato come una bestia, perché anche lui pensava di non portare a casa un game.
(meritevole di aver corso veramente tanto, prendeva tutto)

Grazie a chi vorrà darmi due dritte

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kingkongy ha scritto:
... guarda a te stesso, non a quello che fa l'avversario!!!!
Se tu avessi guardato SOLO al suo gioco avresti perso di brutto, perché lo guardavi "complessivamente" e non "analiticamente". Appena hai "guardato alla tua diagonale di rovescio" (che sai fare) ...hai vinto!
...

C'è qualche cosa che non quadra scratch , allora dove devo guardare Suspect , che se guardo dalla parte sbagliata e mi arriva un TIR nel fondo schiena affraid ... ciao, ciao a tutti Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito - Pagina 6 113898 ?
Aspetta che mi aiuto un pochetto, dunque: guardo me stesso, non quello che fa l'avversario, perchè se guardo solo il suo gioco perdo, ma solo se lo guardo complessivamente, quindi se lo guardo analiticamente, invece .... Ricapitolando, se guardo la mia diagonale di rovescio, ergo ciò che so fare, vinco .... Rolling Eyes , ma non aveva abbandonato il gioco sulle diagonali?
Chiamate un interpreteeeeee
cheers.


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kingkongy ha scritto:
Attaccare profondo e centrale è da S&V nemmeno tanto brocco... Non barare Matteo! Hihihihi vai a fare il finto tonto altrove! Hahahahaha

P.s. È un complimento (per intenderci)
Smile Cool



...grazie, ma mi sopravaluti.... Very Happy

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kingkongy ha scritto:
Mandare la palla "lontano dall'avversario" potrebbe non essere una buona idea... le diagonali ci dicono che questa operazione, ovvero il "cambio", potrebbe portare degli svantaggi e non dei vantaggi.


Puoi essere più preciso, quali sono gli svantaggi?

Casco di banane pagato al bar!

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coccodrillo ha scritto:
grazie andreaing.

Però mi spiegami una cosa.
Quando io gioco cerco sempre di mandare la palla lontano dall'avversario: se rimando la palla nella stessa direzione da cui proviene, non facilito l'avversario?

Ciao Coccodrillo, ti dico la mia con un racconto che nella mia memoria considero ancora epico. Ero un ragazzotto pieno di me, tanti lumi fa, purtroppo, e giocavo un dignitoso tennis arrembante e nervoso, coraggio ed insicurezza tipica dei nostri primi anni di vita da adulti. Spesso portavo a casa entusiastici risultati, spesso prendevo scoppole devastanti, ma comunque ero tra quelli rispettati. Partecipai ad un torneo e andai avanti un paio di turni e insieme ad un mio compagno di sventure cominciavamo, galvanizati, a giocare a fare la conta di chi potessimo o meno incontrare, istigando le fortune/sfortune degli altri partecipanti analizandone il loro tabellone. Mettemmo subito a fuoco un vecchietto, per me questo era, ma avrà avuto l'attuale mia età, che battezzammo subito come nostra possibile cavia, considerata l'età, ma anche il tipo di gioco, semplice, quasi banale, privo di arzigogoli e voli pindalici. Già ci fregavamo le mani sperando di incontrarlo e la fortuna  No ci venne incontro. Prima tocco al mio amico, uno spilungone dalla battuta al fulmicotone ed un dritto in topspin alla Borg che faticavi a buttare dall'altra parte. Il vecchietto si mise in risposta a 2/3 metri dalla riga di fondo e ribatteva con apparente serenità tutte le sue prime di servizio e dal secondo palleggio incominciava un lento e soporifero palleggio alternando ora sul suo dritto, ora sul suo rovescio, senza mai cambiare. Sulle prime, il mio amico riusci a metterlo in difficoltà tutte le volte che gli rispondeva alla sua prima di servizio rimandando la palla sul suo dritto che gli giocava caricato di spin, ma con il tempo la prima di servizio incominciò a non entrare più, anche perchè costretto a forzarla perchè con la seconda non riusciva commandare il gioco, e piano piano incominciò a  trovarsi sempre più spesso a rincorrere la palla con risultati, inevitabilmente, nefasti.
Ne uscì con un bel secco 2 set a 0. Dopo un ulteriore turno che riusci a passare, toccò al sottoscritto che convinto di poter fare tesoro della negativa esperienza del mio socio, entrai in campo pieno di me, ma ne uscii con le ossa altrettanto rotte. Il vecchietto si dimostrò una vera macchina infernale, la sua  capacità di rimettere la palla sempre tesa e profonda e sempre negli angoli, pur non forzandola mai, era impressionante. Fu un triste 2 a 0 anche per me. Sono passati tanti anni, ma non ho mai imparato a giocare così, ma una cosa è certa, se riesci a piazzare anche solo un 2/3 palle alternativamente dx, sx, dx, o sx, dx, sx, non c'è diagonale che tenga Very Happy, il tuo avversario ne soffrirà.

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Dagoberto ha scritto:
coccodrillo ha scritto:
grazie andreaing.

Però mi spiegami una cosa.
Quando io gioco cerco sempre di mandare la palla lontano dall'avversario: se rimando la palla nella stessa direzione da cui proviene, non facilito l'avversario?

Ciao Coccodrillo, ti dico la mia con un racconto che nella mia memoria considero ancora epico. Ero un ragazzotto pieno di me, tanti lumi fa, purtroppo, e giocavo un dignitoso tennis arrembante e nervoso, coraggio ed insicurezza tipica dei nostri primi anni di vita da adulti. Spesso portavo a casa entusiastici risultati, spesso prendevo scoppole devastanti, ma comunque ero tra quelli rispettati. Partecipai ad un torneo e andai avanti un paio di turni e insieme ad un mio compagno di sventure cominciavamo, galvanizati, a giocare a fare la conta di chi potessimo o meno incontrare, istigando le fortune/sfortune degli altri partecipanti analizandone il loro tabellone. Mettemmo subito a fuoco un vecchietto, per me questo era, ma avrà avuto l'attuale mia età, che battezzammo subito come nostra possibile cavia, considerata l'età, ma anche il tipo di gioco, semplice, quasi banale, privo di arzigogoli e voli pindalici. Già ci fregavamo le mani sperando di incontrarlo e la fortuna  No ci venne incontro. Prima tocco al mio amico, uno spilungone dalla battuta al fulmicotone ed un dritto in topspin alla Borg che faticavi a buttare dall'altra parte. Il vecchietto si mise in risposta a 2/3 metri dalla riga di fondo e ribatteva con apparente serenità tutte le sue prime di servizio e dal secondo palleggio incominciava un lento e soporifero palleggio alternando ora sul suo dritto, ora sul suo rovescio, senza mai cambiare. Sulle prime, il mio amico riusci a metterlo in difficoltà tutte le volte che gli rispondeva alla sua prima di servizio rimandando la palla sul suo dritto che gli giocava caricato di spin, ma con il tempo la prima di servizio incominciò a non entrare più, anche perchè costretto a forzarla perchè con la seconda non riusciva commandare il gioco, e piano piano incominciò a  trovarsi sempre più spesso a rincorrere la palla con risultati, inevitabilmente, nefasti.
Ne uscì con un bel secco 2 set a 0. Dopo un ulteriore turno che riusci a passare, toccò al sottoscritto che convinto di poter fare tesoro della negativa esperienza del mio socio, entrai in campo pieno di me, ma ne uscii con le ossa altrettanto rotte. Il vecchietto si dimostrò una vera macchina infernale, la sua  capacità di rimettere la palla sempre tesa e profonda e sempre negli angoli, pur non forzandola mai, era impressionante. Fu un triste 2 a 0 anche per me. Sono passati tanti anni, ma non ho mai imparato a giocare così, ma una cosa è certa, se riesci a piazzare anche solo un 2/3 palle alternativamente dx, sx, dx, o sx, dx, sx, non c'è diagonale che tenga Very Happy, il tuo avversario ne soffrirà.

Dimenticavo un piccolo dettaglio, al cambio campo beveva the caldo che si era fatto portare in un bicchiere di vetro con tanto di piattino in ceramica e ci saranno stati 30° all'ombra, un mito Laughing

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Per fare il gioco del vecchietto ci vuole molto talento e coindizione atletica.
Io faccio un gioco più semplice: cerco il rovescio dell'avversario oppure di lanciargli la palla lontano da dove è.
Ma io perdo con i 4.6, quindi la mia tattica è sicuramente fallimentare.

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e sicuramente anche la tecnica...

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Penso, penso, che la logica delle diagonali sia semplice. Ma VET o KK ci potranno illuminare meglio.

Sulla diagonale il campo è più lungo, e la rete più bassa, quindi puoi forzare di più, aumentando velocità di palla e peso della stessa. Tra una palla e l'altra comunque si deve ritornare verso (verso perchè la geometria del campo cambia, sulla diagonale colpisci fuori dal campo, e di conseguenza hai meno angolo lungolinea), perchè se non lo si fa sia una palla corta che un colpo non forzato dal lato opposto sarebbero un punto perso. Comandando la diagonale, si attende che l'avversario inizi ad accorciare, aprendo così le altre soluzioni. Se uno accorci ala diagonale e quindi tu puoi colpire da dentro il campo, allora si che si è aperto il lungolinea per il vincente anche non forzandolo alla morte.

Gli svantaggi di cui parla KK , credo di aver inteso, sono che un cambio di direzione è ppiù difficile di un colpo che va nella stessa direzione dal quale è arrivato, e che se entri in lungolinea senza il giusto vantaggio e sopratutto in un modo non corretto (corto), ti esponi notevolmente al tuo avversario.

Non fa una grinza, se sei tu a comandare la diagonale...

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Elementare, ma sempre valido:

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coccodrillo ha scritto:
e sicuramente anche la tecnica...


Ci vuole soprattutto quella. Se riesci a trovarla, guarda la partita degli ultimi Internazionali di Roma tra Zverev e Federer. Federer era in evidente ritardo di condizione, soprattutto rispetto al 18enne avversario, e aveva anche qualche problema di schiena, ma a tratti lo ha tirato scemo facendogli fare il tergicristallo. Quando sei tecnicamente superiore al tuo avversario, e hai un minimo di contezza del gioco, riesci a impadronirti dello scambio e comandare l'esito del punto.

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Matteo1970 ha scritto:
Penso, penso, che la logica delle diagonali sia semplice. Ma VET o KK ci potranno illuminare meglio.

Sulla diagonale il campo è più lungo, e la rete più bassa, quindi puoi forzare di più, aumentando velocità di palla e peso della stessa. Tra una palla e l'altra comunque si deve ritornare verso (verso perchè la geometria del campo cambia, sulla diagonale colpisci fuori dal campo, e di conseguenza hai meno angolo lungolinea), perchè se non lo si fa sia una palla corta che un colpo non forzato dal lato opposto sarebbero un punto perso. Comandando la diagonale, si attende che l'avversario inizi ad accorciare, aprendo così le altre soluzioni. Se uno accorci ala diagonale e quindi tu puoi colpire da dentro il campo, allora si che si è aperto il lungolinea per il vincente anche non forzandolo alla morte.

Gli svantaggi di cui parla KK , credo di aver inteso, sono che un cambio di direzione è ppiù difficile di un colpo che va nella stessa direzione dal quale è arrivato, e che se entri in lungolinea senza il giusto vantaggio e sopratutto in un modo non corretto (corto), ti esponi notevolmente al tuo avversario.

Non fa una grinza, se sei tu a comandare la diagonale...

Matteo, hai sintetizzato, forse inavvertitamente,  quello che considero essere proprio il punto critico del gioco sulle diagonali. Intendiamoci, non sto teorizzando un gioco che si sviluppi solo con palle lungolinea Laughing , sono ben consapevole e cerco di sfruttare il vantaggio di giocare in cross, contando su una lunghezza del campo maggiore e su una minore altezza della rete, ma un reiterato gioco sulle diagonali ti imprigiona automaticamente complicando ad ogni scambio il cambio di direzione, più stai sulla diagonale e meno facile sarà uscirne.   Risulta inevitabile entrare in un braccio di ferro che potrai vincere solo se padroneggi veramente bene i tuoi fondamentali da fondo campo anche sotto forte pressione e spin sulla palla. In altre parole il gioco sviluppabile  sfruttando le diagonali non può che essere un gioco fisico e neanche, poi, molto atletico, semmai molta capacità di concentrazione, non serve fantasia, non serve intuizione, non serve tocco. Bisogna saper spingere, spingere, e spingere, almeno un pochino più del tuo avversario, punto. Se è questo il tennis che ti esalta è bene impadronirsi di queste capacità. Diversamente, la variazione prima la fai è meglio è. Intanto, potresti contare su un primo colpo del tuo avversario non particolarmente forzato e più gestibile, solitamente è dopo un paio di scambi che si trova maggiormante l'equilibrio per cercare di condizionare il gioco con un colpo più agressivo, a meno di non aver risposto ad una seconda di servizio. Inoltre, incominciando a spostare il tuo avversario sin dai primi scambi riduci la possibilità che organizzi colpi profondi, solitamente più facili se giochi fondamentali da fermo, e quindi sperare di comandare tu lo scambio. Si sarà capito, io sono per far muovere il mio avversario e, quindi, il gioco insistito sulle diagonali non mi appassiona e non mi convince.

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Bravo Matteo vedi che allafine e' logica e geometria...........un altro fattore che non e' stato elencato nel discorso delle diagonali e' la copertura campo che e' tanto quanto importante al aspettare il momento giusto per sferrare il colpo d'attacco. Sulla posizione di copertura campo ci si lavora molto, ci sono precise regole geometriche che indicano quale sia la posizione da assumere in base a dove si è piazzata la palla nel colpo precedente. E anche qui non sono istintive anzi, ad esempio il principiante quando va a rispondere al servizio si piazza a fondo campo in corrispondenza del centro del rettangolo di battuta dove sta per servire l'avversario, quando in realtà la posizione corretta è nei pressi della riga dell'out laterale.

Anche sulla capacità di leggere il colpo dell'avversario si lavora sia abituandosi ad analizzare quei dettagli tecnici che ci possono dare informazioni su dove il nostro avversario sta per indirizzare il colpo, sia riferendosi sempre alla direzione del nostro colpo precedente perchè se piazzo una palla in un punto del campo lavorandola in un certo modo poi l'avversario avrà opzioni di piazzamento limitate: se la mia palla è valida e ben piazzata non è che l'avversario possa a sua volta tirarla ovunque, quindi andrò ad assumere una posizione di copertura che tenga conto di queste opzioni.

Leggermente diverso è il discorso della posizione a rete, li essendoci tempi molto più limitati ci si deve affidare anche ad una certa dose di "istinto" ma il discorso sulle regole di copertura resta valido anche li, come resta fondamentale il come e il dove si è piazzato l'attacco.

Insomma anche in questo caso i giocatori di alto livello non improvvisano nulla, è tutto frutto di un preciso studio-lavoro-esercizio.

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mmm qui si rischia di entrare in un loop...in un circolo vizioso ricco di equivoci.
"Giocare sulle diagonali" non è un tipo di gioco come se fossero "Du spaghi alla carbonara"...è un modo di dire: da qui ci devi passare, poi, quello che hai nella cassetta degli attrezzi fa di te uno decente, bravino, bravissimo, campione o genio.
Vediamo se aiuto a capire con l'ausilio delle immagini.
Se due giocatori hanno solo colpi piatti, all'estremo, potremmo disegnare il loro scambio su di un foglio di carta, ovvero una serie di righe rette. In sostanza è un tennis "Bi-dimensionale".
Ok, ma è così? No, perché tutti noi, chi più e chi meno, sempre o talvolta, carica di spin le proprie palle (da tennis, intendo). Spin al 90% top e talvolta in back.
Lo scambio, pertanto, non è più "bi-dimensionale", ma, al contrario, "TRI-dimensionale". La differenza non mi pare banale!!!
Andiamo sempre per eccessi e per immagini, così ci capiamo meglio.
1.1) ricevo una palla piatta a 60 km/h in un'area di 1 mq posta a un metro dalla linea di fondo e a 2 metri dal corridoio dx. Voi ribattete appena dietro la linea di fondo. In pratica un facile palleggio di dritto, in grande relax.
Ora alternative:
a) Ritorno un dritto piatto alla stessa velocità.
Quanto campo ho a disposizione? Disegnate un po' e considerate che se la palla è piatta, tutta l'area di battuta del servizio NON LA VEDETE. Il lungolinea di dritto risulta davvero difficile: la palla è dritta e si abbassera solo per forza di gravità a 60 km/h. Diciamo che di lungolinea vedete un rettangolino di un metro di profondità.
Dove conviene? Centrale, la rete è più bassa e ho più angoli perché - in diagonale - il campo è più lungo e la palla può atterrare prima, in sicurezza, appena dopo il quadrante del servizio.
Ok, adesso introduciamo una variabile.
1.2 ) Ricevo una palla piatta a 80 km/h. Sempre nello stesso quadrato/posizione. Diciamo che il palleggio è appena più sostenuto. 80 km/h sono un palleggio da Quarta, tranquilli. Ok, ma per essere comodo, per ribattere, potrei anche decidere di arretrare. Il campo utile ora si rimpicciolisce e ho meno angoli in senso orizzontale. Beh, però, se la palla fa più strada, ed essendo piatta, la forza di gravità la porta ad abbassarsi... quindi ho un quadrato di spazio utile più "profondo". Ma questo significa perdere terreno e ribattere una palla non più a 80 km/h come quella ricevuta, anche perché ho perso 2 metri di terreno dalla linea di fondo.
Risultato: sono a 2 mt dallla linea di fondo, rimando una palla più lenta di quella ricevuta, vedo meno angoli (in orizzontale) e per giocare sicuro la palla rimbalza prima nel campo avversario risultando più corta.
Ovvero? Mi inchiodano sulla diagonale.

1.3 ) Ricevo una palla piatta a 80 km/h. Sempre nello stesso quadrato/posizione. Ma per non perdere terreno, decido di non arretrare.
Decido però di ribattere una palla più lenta, perché non vedo angoli e devo colpire con un certo anticipo (colpo più difficile).
Risultato: subisco la pressione dell'avversario e per giocare questo colpo difficile lo gioco dove c'è più terreno.
Ovvero? Gioco sulla diagonale con percentuali di rischio alte. Se giocassi in lungolinea, le percentuali di rischio crescono in maniera esponenziale: praticamente ci vuole la stessa precisione di prendere un tubo di palline posto sulla linea di fondo, per di più in controbalzo.

Ok, così non va, gioco in top spin.
Ragioniamo:
1) Con una palla avversaria a 60 km/h piatta quanto campo vedete, considerata la curvatura di caduta?
2) Con una palla avversaria piatta a 80 km/h piatta quanto campo vedete, considerata la curvatura di caduta?
Beh, nel Caso 1) voi potete pensare di caricare bene le gambe e tirare un cross e guadagnare tanti angoli.
Nel caso 2) insomma, diciamo che vi appoggiate alla palla avversaria e cercate di essere veloci con il braccio.
Ok, ok, adesso arriva Vet e vi fa una bella domandina (il solito scassamarroni...): "Bueno, companeros! Quanto minkias de overnet tienes???". Dove "overnet" è l'unica parola intelligente....
"Porque se vos otros, mezza segas, tenite un overnet muy sfigato...di campo ne vedete forse due tortillas quadrate....!!!!"
In pratica, il nonno, dice: PIU' LA PALLA CURVA IN ARIA...E PIU ANGOLI VEDETE. Ovvero il gioco non è più bi-dimensionale ma tri-dimensionale.

Ora, la capacità di generare un gioco variato e "creativo", con tante variazioni e uscite dalle diagonali...sta proprio nella gestione tridimensionale del gioco. La capacità di rispondere a palle sempre più complesse, profonde e poi orientarle altrove.

OK, Gringo, io tiengo muy overnet e muy attributos....pertanto non gioco sulla diagonale, dove ho più campo, e mi invento il lungolinea.

Veterano si strofina le mani e ridacchia. Bueno! Così tienes overnet..."Bravo pirla!" (gli è venuta in milanese...). Così la palla sta tanto tempo in aria e il tuo avversario si sposta tranquillo sul dritto e ti piazza uno sventaglio che a confronto Madama Butterfly sembrava il phon a pile della Barbie.

Ma tu tienes muy attributos e tiri con overnet e profondo.
Arriva nuovemente Veterano e serio dice (sempre in milanese): "Ueh, pirletta, non avevi detto che eri un Quarta? Perché questo è colpetto che si fa in Terza bassa, testina!".
Very Happy Very Happy Very Happy

Va meglio così????

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Ah ah ah te fumi bucce di banana libanesi eh eh eh.
Grande King.....

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Dagoberto ha scritto:
Si sarà capito, io sono per far muovere il mio avversario e, quindi, il gioco insistito sulle diagonali non mi appassiona e non mi convince.


Ma va... non si era capito... Very Happy

Io sono per "ogniuno fa ciò che riesce o gli piace".... a me ad esempio, per incapacità a fare qualsiasi cosa, piace mischiare un po' le carte, l'importante e ritrovarsi a rete.... e sperare di non essere impallinati.... affraid

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invece come si inserisce la diversità/variazione dei colpi nell'impostare il gioco sulle diagonali, cioè come e quando conviene applicarla?

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Andreaing ha scritto:
invece come si inserisce la diversità/variazione dei colpi nell'impostare il gioco sulle diagonali, cioè come e quando conviene applicarla?

mmmm in genere si fa quasi-sempre qualcosa quando se ne trae un vantaggio.
Uscire da una diagonale di dritto è "cosa buona e giusta" quando giochi con un avversario che esercita troppa (per te) pressione. Per uscirne bene, però, bisogna scegliere l'occasione giusta o quando ti rendi conto che l'avversario sta prendendo il ritmo sul tuo colpo. In questo caso, subito cambiare ritmo (anche se stai sulla stessa diagonale). In genere i rallentamenti e le accelerazioni disturbano un po' i regolaristi. Incrocia le dita, ovviamente.
Le diagonali contano poco sulle risposte al servizio se sei uno che sa giocare in anticipo (sopratutto sulla seconda avversaria). Però è un ragionamento per gente più tosta e tecnica.
Uscire da una diagonale di rovescio è talvolta più interessante perché lo si può fare in due modi, o con il lungolinea o con il dritto anomalo. Lo sventaglio è una mezza uscita...anzi, potrebbe essere anche una "grande uscita".

In tutto questo, PERO', c'è il fattore più "complesso": la tua posizione in campo e la tua capacità di recuperare le posizioni corrette in uscita dai colpi.

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kingkongy ha scritto:
mmm qui si rischia di entrare in un loop...in un circolo vizioso ricco di equivoci.
"Giocare sulle diagonali" non è un tipo di gioco come se fossero "Du spaghi alla carbonara"...è un modo di dire: da qui ci devi passare, poi, quello che hai nella cassetta degli attrezzi fa di te uno decente, bravino, bravissimo, campione o genio.
Vediamo se aiuto a capire con l'ausilio delle immagini.
Se due giocatori hanno solo colpi piatti, all'estremo, potremmo disegnare il loro scambio su di un foglio di carta, ovvero una serie di righe rette. In sostanza è un tennis "Bi-dimensionale".
Ok, ma è così? No, perché tutti noi, chi più e chi meno, sempre o talvolta, carica di spin le proprie palle (da tennis, intendo). Spin al 90% top e talvolta in back.
Lo scambio, pertanto, non è più "bi-dimensionale", ma, al contrario, "TRI-dimensionale". La differenza non mi pare banale!!!
Andiamo sempre per eccessi e per immagini, così ci capiamo meglio.
1.1) ricevo una palla piatta a 60 km/h in un'area di 1 mq posta a un metro dalla linea di fondo e a 2 metri dal corridoio dx. Voi ribattete appena dietro la linea di fondo. In pratica un facile palleggio di dritto, in grande relax.
Ora alternative:
a) Ritorno un dritto piatto alla stessa velocità.
Quanto campo ho a disposizione? Disegnate un po' e considerate che se la palla è piatta, tutta l'area di battuta del servizio NON LA VEDETE. Il lungolinea di dritto risulta davvero difficile: la palla è dritta e si abbassera solo per forza di gravità a 60 km/h. Diciamo che di lungolinea vedete un rettangolino di un metro di profondità.
Dove conviene? Centrale, la rete è più bassa e ho più angoli perché - in diagonale - il campo è più lungo e la palla può atterrare prima, in sicurezza, appena dopo il quadrante del servizio.
Ok, adesso introduciamo una variabile.
1.2 ) Ricevo una palla piatta a 80 km/h. Sempre nello stesso quadrato/posizione. Diciamo che il palleggio è appena più sostenuto. 80 km/h sono un palleggio da Quarta, tranquilli. Ok, ma per essere comodo, per ribattere, potrei anche decidere di arretrare. Il campo utile ora si rimpicciolisce e ho meno angoli in senso orizzontale. Beh, però, se la palla fa più strada, ed essendo piatta, la forza di gravità la porta ad abbassarsi... quindi ho un quadrato di spazio utile più "profondo". Ma questo significa perdere terreno e ribattere una palla non più a 80 km/h come quella ricevuta, anche perché ho perso 2 metri di terreno dalla linea di fondo.
Risultato: sono a 2 mt dallla linea di fondo, rimando una palla più lenta di quella ricevuta, vedo meno angoli (in orizzontale) e per giocare sicuro la palla rimbalza prima nel campo avversario risultando più corta.
Ovvero? Mi inchiodano sulla diagonale.

1.3 ) Ricevo una palla piatta a 80 km/h. Sempre nello stesso quadrato/posizione. Ma per non perdere terreno, decido di non arretrare.
Decido però di ribattere una palla più lenta, perché non vedo angoli e devo colpire con un certo anticipo (colpo più difficile).
Risultato: subisco la pressione dell'avversario e per giocare questo colpo difficile lo gioco dove c'è più terreno.
Ovvero? Gioco sulla diagonale con percentuali di rischio alte. Se giocassi in lungolinea, le percentuali di rischio crescono in maniera esponenziale: praticamente ci vuole la stessa precisione di prendere un tubo di palline posto sulla linea di fondo, per di più in controbalzo.

Ok, così non va, gioco in top spin.
Ragioniamo:
1) Con una palla avversaria a 60 km/h piatta quanto campo vedete, considerata la curvatura di caduta?
2) Con una palla avversaria piatta a 80 km/h piatta quanto campo vedete, considerata la curvatura di caduta?
Beh, nel Caso 1) voi potete pensare di caricare bene le gambe e tirare un cross e guadagnare tanti angoli.
Nel caso 2) insomma, diciamo che vi appoggiate alla palla avversaria e cercate di essere veloci con il braccio.
Ok, ok, adesso arriva Vet e vi fa una bella domandina (il solito scassamarroni...): "Bueno, companeros! Quanto minkias de overnet tienes???". Dove "overnet" è l'unica parola intelligente....
"Porque se vos otros, mezza segas, tenite un overnet muy sfigato...di campo ne vedete forse due tortillas quadrate....!!!!"
In pratica, il nonno, dice: PIU' LA PALLA CURVA IN ARIA...E PIU ANGOLI VEDETE. Ovvero il gioco non è più bi-dimensionale ma tri-dimensionale.

Ora, la capacità di generare un gioco variato e "creativo", con tante variazioni e uscite dalle diagonali...sta proprio nella gestione tridimensionale del gioco. La capacità di rispondere a palle sempre più complesse, profonde e poi orientarle altrove.

OK, Gringo, io tiengo muy overnet e muy attributos....pertanto non gioco sulla diagonale, dove ho più campo, e mi invento il lungolinea.

Veterano si strofina le mani e ridacchia. Bueno! Così tienes overnet..."Bravo pirla!" (gli è venuta in milanese...). Così la palla sta tanto tempo in aria e il tuo avversario si sposta tranquillo sul dritto e ti piazza uno sventaglio che a confronto Madama Butterfly sembrava il phon a pile della Barbie.

Ma tu tienes muy attributos e tiri con overnet e profondo.
Arriva nuovemente Veterano e serio dice (sempre in milanese): "Ueh, pirletta, non avevi detto che eri un Quarta? Perché questo è colpetto che si fa in Terza bassa, testina!".
Very Happy Very Happy Very Happy

Va meglio così????

Very Happy , ma insomma, mi sembra tutto molto virtuale questa descrizione. Giocare piatto è un modo di dire per sottolineare un'impostazione poco accentuata  nell'uso dello spin, in particolare con l'uso di certe impugnature molto skillate appunto per accentuare questa rotazione. In realtà credo nessuno colpisca  piatto, non per scelta, ma perchè è molto difficle che nell'impatto con la palla questa non assuma rotazioni. Connors era un giocatore i cui colpi erano definiti piatti, ma osservando attentamente il suo gesto ci si accorge che imprime sempre un po di back alla palla, sia di diritto che di rovescio, aspetto che rendeva molti suoi colpi delle vere e proprie rasoiate. Poi, mi sembra un falso problema, il colpo, tendenzialmente, deve essere fatto per tenere profonda la palla, a meno che non si voglia accorciare per specifiche finalità, quindi indipendetemente dal colpo che si farà, più o meno piatto, l'area ideale interessata al proprio colpo è comunque molto ristretta, alcuni centimetri quadrati, ancor di più se si fa un discorso rivolto a giocatori di più alto livello che si prefiggono come obiettivo dei propri colpi gli ultimissimi centimetri del campo. Di fatto un po' di spin si trasferisce sempre quando si colpisce di diritto, poi ci sono i colpi in back o chop, come chiamato il dritto con colpo dall'alto al basso e sempre meno presente nei campi da tennis dei pro, quelli in slice con il quale la curvatura verso il basso, benchè tenda ad uscire, è ancora più accentuata. Insomma, la pallina segue sempre una traiettoria a parabola e anche chi gioca molto piatto ha acquisito una sufficiente sensibilità da tener conto della caduta della palla anche solo grazie al venire meno della sua inerzia. Comunque, io non nego i vantaggi di un gioco insistito sulle diagonali, dico che è un tipo di gioco che esalta le sue efficienze se abbinato a molta forza e trasferimento di spin nell'intento di allontanare l'avversario dalla zona ideale del campo portandolo all'errore, accorciando, permettendo la chiusura con un colpo ancora più aggressivo, o non rimettendo in gioco la palla perchè uscita dal campo o finita in rete. Semplicemente non è un gioco che mi entusiasma (anzi, è proprio un tennis brutto, diciamo le cose come stanno, sara anche vincente, ma non è spettacolare Sleep ) e tra i pro non di scuola spagnola  sono in molti a riuscire ad essere performanti senza giocare come Ferrer, forse il giocatore più rappresentativo in questo stile di gioco. Poi, che  le diagonali siano una pietra migliare nel gioco del tennis, lo si è consolidato, probabilmente, già dai tempi di Jack Krammer, ma è aspetto diverso dall'incollarsi in un angolo del campo e non schiodarsi fino a che l'avversario non abbia esposto bandiera bianca.

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KK... mi muoro qui dopo il tuo post... mi fanno male anche i caplli dal ridere (quelli bianchi che mi sono rimasti)....

Ora...se voglia moridere ancora un po'....guardate il titolo del Topic... abbiamo divagato un pelo? Very Happy Very Happy Very Happy

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Matteo1970 ha scritto:
KK... mi muoro qui dopo il tuo post... mi fanno male anche i caplli dal ridere (quelli bianchi che mi sono rimasti)....

Ora...se voglia moridere ancora un po'....guardate il titolo del Topic... abbiamo divagato un pelo? Very Happy Very Happy Very Happy

... Rolling Eyes ... giusto ... come è andata con il pallettaro nella rivincità? bounce

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Matteo...abbiamo divagato giusto un pelo! hehheheheh

Dago, guarda che se c'era uno che giocava sulle diagonali questo era Connors...
Comunque, il "gioco piatto" era proprio per estremizzare (vedi premessa dichiarata). E il mio giocare con Vet e il top spin è proprio per cercare di spiegare perché è importante "saper fare" per "saper trasgredire".
Perché alla fine, ci piace cantare fuori dal coro.

p.s. il chop - proprio perché sono un monello e amo fare le birichinate - è un po' più complesso di come lo hai descritto... hehehheheheh

descriptionPerso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito - Pagina 6 Emptynon la penso così

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Sevenis ha scritto:
Secondo me gli amatoriali si distinguono in due categorie:

A) chi ha un approccio didattico, prende lezioni, punta a migliorarsi
B) chi gioca per divertirsi, non si cura dell'approccio didattico, non è interessato a migliorare ma esclusivamente a portare a casa il risultato.

che tu sia A o che tu sia B, all'inizio è normale e giusto avere un gioco speculare. In parole povere, chi sbaglia meno vince. Questa per me è la base. Consolidando, si migliora e viene naturale l'aumento di vivacità e intensità. 
Ma vedere federer e nadal in tv e poi dare per scontato di poter partire da quei livelli di gioco, sentire parlare di vincenti, di noia nel giocare con chi ti rimette semplicemente la palla in campo, di giocare aggressivo ma soprattutto di "buona tecnica" da un amatoriale che gioca da pochi mesi (ma anche anni) per me è abbastanza ...curioso.


Intanto io ho un approccio didattico, nonostante sia sempre autodidatta in prima battuta. Poi mi fermo, sono critico e capisco che serve un maestro. Quindi credo di essere del gruppo A
Era il primo torneo, quindi sono andato sereno, ho sbagliato perché non mi sono adeguato al gioco avversario. E ho sottovalutato che i pallettari mettono tutto in campo e sbagli prima tu.

Per buona tecnica, intendo che ascolto attentamente cosa dice il maestro, cerco di metterlo in pratica, faccio parecchi scambi, riconosco i miei limiti e so che sono troppo frontale e faccio scendere la palla un po' troppo...
Chi mi vede giocare non ci crede che gioco da pochi mesi, ed è stato il maestro a iscrivermi, io non ci avrei mai pensato.

ULTIMA COSA, NON CI CREDERAI MA NON HO MAI VISTO UNA PARTITA DI TENNIS IN TV PER PIU' DI 10 MINUTI.
(come un gran premio, ma adoro andare forte, come una motogp, ma faccio vacanze in moto da 15 anni da solo)

descriptionPerso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito - Pagina 6 EmptySECONDO INCONTRO

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Alla fine ho giocato il secondo incontro, con un po' di giorni di ritardo per pioggia.

Bene... dopo aver letto tutto quello che avete scritto in questa discussione e dopo aver letto tanti thread sulla psicologia, ma soprattutto dopo aver rifatto le corde, leggermente più tirate...

ho vinto 6-1 6-0

cheers

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Grande!!!!

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armandfederico ha scritto:
Alla fine ho giocato il secondo incontro, con un po' di giorni di ritardo per pioggia.

Bene... dopo aver letto tutto quello che avete scritto in questa discussione e dopo aver letto tanti thread sulla psicologia, ma soprattutto dopo aver rifatto le corde, leggermente più tirate...

ho vinto 6-1 6-0

cheers

WOW, complimenti, ma adesso, dopo tutto questo scrivere, illuminaci anche tu sulle strategie messe in campo per ottenere questo prestigioco risultato rispetto la sfida precedente Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito - Pagina 6 622327 .

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kingkongy ha scritto:
Matteo...abbiamo divagato giusto un pelo! hehheheheh

Dago, guarda che se c'era uno che giocava sulle diagonali questo era Connors...
Comunque, il "gioco piatto" era proprio per estremizzare (vedi premessa dichiarata). E il mio giocare con Vet e il top spin è proprio per cercare di spiegare perché è importante "saper fare" per "saper trasgredire".
Perché alla fine, ci piace cantare fuori dal coro.

p.s. il chop - proprio perché sono un monello e amo fare le birichinate - è un po' più complesso di come lo hai descritto... hehehheheheh

qui ci si trova il repertorio completo, chop compresi Very Happy

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