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Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito

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Promemoria primo messaggio :

premetto che gioco da poco e ho una tecnica buona, ma oggi ho perso con un pallettaro che metteva tutto in campo, anche quando colpiva il telaio o la rete.
Di solito (per paura) gioco corto (3/4 di campo e il maestro mi dice che posso allungare ancora di un metro e mezzo).
Oggi giocando il primo torneo della mia vita, ho perso contro un pallettaro che nel riscaldamento non combinava molto e voleva addirittura abbandonare vedendomi scaldare teso e lungo.
In partita, forse a causa delle sue palle alte (minimo 2 metri sopra la rete) tiravo spesso lungo di un metro (quindi 2,5 metri rispetto al solito)

E' normale?
Sono incazzato come una bestia, perché anche lui pensava di non portare a casa un game.
(meritevole di aver corso veramente tanto, prendeva tutto)

Grazie a chi vorrà darmi due dritte

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Bueno dal tuo punto di vista li hai fatti pensare,dal mio no,perche' almeno che non riesci ad uscire facilmente da quella diagonale e cercare di giocare una palla lungolinea che possa crearmi dei problemi a livello esecuzione,conoscendo le logiche del gioco ed avendo le capacita' tecniche adeguate,ma a cosa devo pensare.....se riesci a uscire facilmente dalla diagonale che ti propongo e' perche 'o io ti permetto di farlo o tu sei molto piu' bravo di me per riuscire a farlo.Perche' un giocatore maturo tecnicamente e tatticamente se esci dalla diagonale solo perche' non sai cosa fare o tanto per fare qualcosa di diverso con una palletta abordabile,visto che per farlo gli offri una parte di campo bella scoperta e dei begli angoli a disposizione quella palletta te la chiude senza problemi oopure ti mette a te in una condizione di difficolta superiore a quella che avevi prima.Percio¡ se sei riuscito a portare a casa il risultato giocando cosi',probailmente e' perche' il tuo avversario te lo ha permesso,o tu le sei ancora tecnicamente superiore....onestamente non capisco a cosa devi pensare il gioco e' quello e ci sono decisoni da prendere al momento giusto,che diventano evidenti o meno a seconda della conoscenza di gioco,ma non ci si puo basare sulla carenza dell altro per poter migliorare.......IL tuo gioco ed il gioco in generale ti devono essere ben chiari,e da li in avanti ci sono decisoni giuste o sbagliate,questo e' giocare a tennis ad un livello decente.Poi come ripeto se vedo che il mio avversario si muove male,o sbaglia il rovescio frequentemente o ha altre carenze ovviamente cerchero di approfittarne,ma stiamo parlando di livello amatoriale,cioe' un livello dove le carenze sono tantissime.Quello che voglio far capire e che con queste soluzioni dettate dal momento non costruisci un bel nulla e non migliori una cippa,si magari porti a casa qualche risultato,ma questo risultato di per se non ti servira' a niente,perche' non e' cosi che si imparara a giocare.Il tennis e' geometria e' logica, e' tecnica e 'tattica e stare bassi,e guardare la palla quando si colpisce se manca una di queste componenti non sto giocando a tennis ma correndo dietro la palla per cercare di colpirla......e se faccio questo ce poca possibilita' di miglioramento sotto tutti i punti di vista.......booo magari mi spiego male.....cioe il cervello in questo caso bisogna usarlo secondo le regole del tennis,cioe' imparando a conoscere il gioco,non secondo una logica che fuori dal campo da tennis potrebbe anche essere corretta,perche' sempre di una logica personale che non conoscendo bene il gioco lascia il tempo che trova.....e un po come quando io gioco a schacchi con i miei amici,o certi li batto anche perche' un minimo di conoscenza del gioco ce lo,ma con quelli bravi che conoscono bene il gioco non ricordo mai di aver vinto una partita.....se poi oltre all aspetto tattico pensi che nel tennis ci si mette anche la tecnica a contribuire a rendere questo sport veramente difficile,pensa un po cosa ne puoi ricavare se non impari a giocare con una certa logica di gioco.IL grande errore e che si pensa che quelli bravi pensino tanto,ma ti posso assicurare che ad un buo livello di gioco si pensa poco niente,si va in campo e si fa quello che si e' capaci di fare,la situazione la riconsci senza prolemi perche' ti sei allenato a a farlo e sai cosa sia meglio fare in una situazione al posto che in un altra,non ho mai visto Muster vincere una partita giocando Serve and volley,e tanto meno Agassi,anche se forse in base all avversario che avevano davanti sarebbe stata la tattica migliore........

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Veterano ha scritto:
Permettimi di non essere daccordo,non hai usato il cervello ma una tecnica migliore della loro che ti ha permesso ti farli correre....in quarta si sbaglia per errori non forzati su palle facili,ad alto livello di palle facili da rigiocare te ne arrivano ben poche e si sbaglia su delle forzature imposte...non credi  ci sia una bella differenza.......e ti direi io no corro piu' un tubo ma prova a farmi muovere dalla mia posizione se ci mettiamo a menarci sulla diagonale di dritto e a portarti a casa il punto....o io non corro piu' una cippa,e non ci va un cervello atomico a capire che basterebbe farmi correre da destra a sinistra per vincere la partita,ma ti dico prova a farlo....e vincere usando il cervello........

Credo sia un discorso trito e ritrito. Chiaro che se posseggo un buon top da fondo campo da poter giocare sulle diagonali sarebbe sciocco non sfruttarlo, ma in questo caso significherebbe aver dedicato tempo ed attenzione a questa modalità di gioco, apparterrò, quindi, molto probabilmente proprio alla famiglia dei regolaristi. Il punto è se non ho questa tipologia di colpi tra le mie armi proprio perchè non appassionandomi questo modo di interpretare il tennis, non l'ho mai allenato. Ecco, pertanto, lo scontro di visioni, da una parte il tennis ormai sempre più omologato che si vede anche in televisione caratterizzato da grande fisicità nel colpire sempre più forte la palla e che, evidentemente è sempre più spesso insegnato ai giovani che si avvicinano al tennis che tu, Veterano, evidentemente consideri l'unica o la più efficace chiave risolutiva per costruirsi un tennis vincente. Dall'altra un tennis sempre meno praticato, purtroppo anche grazie ai materiali che hanno reso sempre più facile trasferibile la potenza muscolare alla palla, che vorrebbe esaltare maggiormente la creatività e l'imprevedibilità individuale fuggendo da omologazioni che intristiscono, a mio avviso, la spettacolarità degli scambi; come esempio basta citare l'ultima finale degli internazionali di tennis di Roma, dove si è assistito a colpi tecnicamente ineccepibili, diagonali perfette con cambi in lungo linea altrettanto efficaci, potenza in abbondanza, ma una monotonia contrastata solo da qualche smorzata e dal punteggio fortunatamente in bilico, ma lo spettacolo nel gioco giocato è un'altra cosa!
Se non si hanno le diagonali solide nel DNA del nostro gioco, forse perchè è un tipo di gioco che non si ama e, quindi, invece di cercare di svilupparle perchè non considerare efficace allenare altre soluzioni? Io continuo a faticare nel comprendere per quale motivo per un 4° dovrebbe essere più facile consolidare efficaci colpi da fondo campo, magari in top, colpo tutt'altro che naturale, piuttosto che un gioco a tutto campo, per così dire, che permetta anche variazioni, giocare qualche volè e saper modulare profondità ed effetti impiegati, lasciando libera anche un po' la creatività del tennista permettendogli di distinguersi dagli altri. Ormai i tennisti sembrano tutti uguali, giocano un po' tutti alla stessa maniera, ma siccome non tutti possono vincere, evidentemente perdono anche quelli che fanno bene le diagonali!
Credo che questa evoluzione partita da lontano, con l'arrivo dei primi regolaristi negli anni '70, ed agevolata con l'arrivo dei materiali tecnologicamente più evoluti che hanno permesso di ampliare le dimensioni del piatto corde a parità di peso della racchetta, sia stata sviluppata da alcuni allenatori e manager che con la particolare fortuna dimostrata nel scegliere i cavalli giusti su cui puntare (Agassi, Currier, Chang, per citare alcuni) hanno fatto credere che questo sia l'unico modo di poter vincere nel tennis moderno e cambiare ora questo trend è molto difficile e i miseri tapini che popolano il mondo del tennis amatoriale (quello che foraggia tale business) non possono che subire l'effetto mediatico della macchina economica costruitasi su questo modello tennistico. Io che ho cominciato a giocare quando il tennis giocato era un altro e Borg e Connors rappresentavano dei marziani, continuo a pensare o illudermi  Rolling Eyes che si possa essere sufficientemente performanti anche se non si consuma la riga di fondo del campo e, nel mio piccolo, ci provo ancora. Ad maiora.

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Veterano ha scritto:
... IL grande errore e che si pensa che quelli bravi pensino tanto,ma ti posso assicurare che ad un buo livello di gioco si pensa poco niente,si va in campo e si fa quello che si e' capaci di fare,....

insomma ... questo passaggio non trova coerenza con il contenuto di un famoso libro scritto da un TOP TEN, certo Gilbert,  che esalta proprio la capacità di adattare il tuo gioco alle caratteristiche del tuo avversario e per fare ciò devi pensare prima, durante e dopo l'incontro. mi ripeto, c'è chi si focalizza sul proprio tennis e cerca di svilupparlo al meglio per essere vincente con tutti senza pensare di cambiarlo e chi usa le proprie capacità miscelandole come in una ricetta in funzione dell'avversario da incontrare Smile .

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No Vet, scusami, sono io che non riesco a spiegarmi. Io parlo di amatoriale, ovvero di chi si diletta a giocare quando può.
Gli altri non rientrano certo solo tra i professionisti, ma anche gli agonisti. Io parlo di tutta quella gente che si allena quando può, gioca quando può, si diverte e stop, non ha velleità di diventare pro. Come può uno come me che gioca un'oretta quando va bene a settimana pensare di poter fare un match contro uno che si allena 6 ore ? ci prova, e cerca di usare il cervello (almeno nel mio caso) altrimenti può stare a casa, io la sua tecnica l'avrò affinata tra 6 settimane (e lui nel frattempo sarà balzato avanti di 36 settimane). Far uscire dai suoi schemi un amatore, farlo pensare, è un'arma che io trovo molto efficace. Io non diventerò mai Agassi, ma qualche match me lo potrei portare a casa.

Agonisti, ragazzini delle scuole tennis o accademie, agonisti, professionisti sono un mondo che non conosco. E che non ci penso nemmeno a giudicare se non con "mi piace" "non mi piace" per puro gusto estetico.

So che per chi è del mestiere non è comprensibile, io stesso quando si parla degli sport che ho praticato agonisticamente, non comprendo chi lo fa a categorie medio/basse... Capisco il tuo punto di vista, se uno mi chiedesse "cosa devo fare per giocare a Beach Volley" gli parlerei di sensibilità del piede, dello spostamento, del caricamento per il salto ottimale, delle sedute di pesi, degliesercizi uno contro uno... senza pensare che se lo fa per divertirsi, basterebbe insegnagli a non fare fallo qundo tocca la palla, e per lui sarebbe già molto...

Mai paragonerò ciò che provo a fare io con quello che fanno realmente quelli bravi... sarei pazzo. In fondo io cerco solo di tenere basso il colesterolo... mentre mi diverto... Wink

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Ragazzi non vi capite semplicemente perchè da una parte si parla di tennis, dall'altra di tamburelli Very Happy

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Carissimo Dago capisco il tuo pensiero nostalgico,purtroppo cosa ti devo dire il tennis e' cambiato,come sono cambiati i materiali e la preparazione fisica degli atleti che scendono in campo,rispetto ai nostri beniamini di un tempo.Non ho mai detto che il tennis odierno e' quello che preferisco,solo che per forza di cose e' diverso da quello che si giocava un ventennio fa,o senza andare molto lontano nel tempo da una decina di anni a questa parte.Percio' o ci si adatta alle nuove "regole" oppure si rema....... che poi sia  questo un tipo di tennis che mi piace assolutamente no,preferivo molto di piu' il tennis con la racchetta di legno dove l'abilita' e la varieta' di gioco facevano la differenza dove si vedevano diversi stili di gioco in base alla superfice che si giocava,ora si menano solo botte da fondo......e questo e'.....

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Grandissimo Veterano le tue spiegazioni mi entusiasmano...
comunque trovarne di pallettari, a me fanno più male quelli con il back fatto bene perchè mi fanno piegare in continuazione a tirar su sta pallina e mi sembra di lavorare in risaia Sad

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Dagoberto ha scritto:
Veterano ha scritto:
... IL grande errore e che si pensa che quelli bravi pensino tanto,ma ti posso assicurare che ad un buo livello di gioco si pensa poco niente,si va in campo e si fa quello che si e' capaci di fare,....

insomma ... questo passaggio non trova coerenza con il contenuto di un famoso libro scritto da un TOP TEN, certo Gilbert,  che esalta proprio la capacità di adattare il tuo gioco alle caratteristiche del tuo avversario e per fare ciò devi pensare prima, durante e dopo l'incontro. mi ripeto, c'è chi si focalizza sul proprio tennis e cerca di svilupparlo al meglio per essere vincente con tutti senza pensare di cambiarlo e chi usa le proprie capacità miscelandole come in una ricetta in funzione dell'avversario da incontrare Smile .

Dago credimi il libro di Gilbert e' una genialata del tipo che vuole fare soldi vendendo delle idee empiriche cha lasciano il tempo che trovano,specialmente a basso livello.Giilbert a tennis ci sapeva giocare eccome,percio partendo da quel punto di vista la base ce.Che poi in una partita si usino degli stratagemmi sporchi o puliti per vincere o meno e' un altro discorso.Ma se Mac Enroe non fosse stato bravo tecnicamente e tatticamente,pensi che averbbe portato a casa tutti i trofei che ha a portato semplicemente cercando di mandare fuori di testa l'avversario e l'arbitro con le sue sceneggiate....io ho i miei dubbi...si a volte in certi momenti certi stratagemmi ti posono aiutare e togliere magari da una situazione fastidiosa, ma se sotto non ce la base ho i miei seri dubbi che i trucchetti elencati da Gilbert funzionino sistematicamente.

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Adolfo ha scritto:
Ragazzi non vi capite semplicemente perchè da una parte si parla di tennis, dall'altra di tamburelli Very Happy



Quando sono andato al negozio non ne avevano, mi hanno buggerato dicendomi che quell'attrezzo con le corde era uguale.... Very Happy

Io a parte non avere colpi tali che mi permettando di tenere una diagonale, piuttosto di giocare così smetto... mi annoia da bestia. Ma così come giocare 3 colpi di fila con la stessa velocità, o giocarne 6 di cui il 6 non è una volèe.

Sono scarso, ma lo sapevo...ora sono anche anacronistico ( lo sospettavo...ora ne ho la certezza.. Laughing )

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Matteo1970 ha scritto:
No Vet, scusami, sono io che non riesco a spiegarmi. Io parlo di amatoriale, ovvero di chi si diletta a giocare quando può.
Gli altri non rientrano certo solo tra i professionisti, ma anche gli agonisti. Io parlo di tutta quella gente che si allena quando può, gioca quando può, si diverte e stop, non ha velleità di diventare pro. Come può uno come me che gioca un'oretta quando va bene a settimana pensare di poter fare un match contro uno che si allena 6 ore ? ci prova, e cerca di usare il cervello (almeno nel mio caso) altrimenti può stare a casa, io la sua tecnica l'avrò affinata tra 6 settimane (e lui nel frattempo sarà balzato avanti di 36 settimane). Far uscire dai suoi schemi un amatore, farlo pensare, è un'arma che io trovo molto efficace. Io non diventerò mai Agassi, ma qualche match me lo potrei portare a casa.

Agonisti, ragazzini delle scuole tennis o accademie, agonisti, professionisti sono un mondo che non conosco. E che non ci penso nemmeno a giudicare se non con "mi piace" "non mi piace" per puro gusto estetico.

So che per chi è del mestiere non è comprensibile, io stesso quando si parla degli sport che ho praticato agonisticamente, non comprendo chi lo fa a categorie medio/basse... Capisco il tuo punto di vista, se uno mi chiedesse "cosa devo fare per giocare a Beach Volley" gli parlerei di sensibilità del piede, dello spostamento, del caricamento per il salto ottimale, delle sedute di pesi, degliesercizi uno contro uno... senza pensare che se lo fa per divertirsi, basterebbe insegnagli a non fare fallo qundo tocca la palla, e per lui sarebbe già molto...

Mai paragonerò ciò che provo a fare io con quello che fanno realmente quelli bravi... sarei pazzo. In fondo io cerco solo di tenere basso il colesterolo... mentre mi diverto... Wink

Probailmente e' come dice Adolfo....... Very Happy Very Happy Very Happy  nel senso che io vedo il tennis da un certo modo causa il mio lavoro ed il livello di gioco ottenuto,niente di che,ma che oviamente non puo essere lo stesso di uno che lo fa quando puo e per farsi una bella sudata.
Matteo stessa cosa, vale se ci metessimo a parlare io e te di beach volley,e non sapendo fare un bagher decente o un alzata passabile ti chiedessi di insegnarmi a servire in salto.........
Un abrazo.

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Esatto VEt, credo sia proprio quello.... chi come me e te conosce certi aspetti, difficilmente capisce l'amatore... se mi chiedessi del beach volley ti troveresti a fare delle cose per imparare che dopo 5 minuti ti fai la doccia e mi mandi a stendere.... Very Happy

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Adolfo ha scritto:
Ragazzi non vi capite semplicemente perchè da una parte si parla di tennis, dall'altra di tamburelli Very Happy

Mi sa che ha proprio ragione Very Happy

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, cioè
Veterano ha scritto:
Dagoberto ha scritto:
Veterano ha scritto:
... IL grande errore e che si pensa che quelli bravi pensino tanto,ma ti posso assicurare che ad un buo livello di gioco si pensa poco niente,si va in campo e si fa quello che si e' capaci di fare,....

insomma ... questo passaggio non trova coerenza con il contenuto di un famoso libro scritto da un TOP TEN, certo Gilbert,  che esalta proprio la capacità di adattare il tuo gioco alle caratteristiche del tuo avversario e per fare ciò devi pensare prima, durante e dopo l'incontro. mi ripeto, c'è chi si focalizza sul proprio tennis e cerca di svilupparlo al meglio per essere vincente con tutti senza pensare di cambiarlo e chi usa le proprie capacità miscelandole come in una ricetta in funzione dell'avversario da incontrare Smile .

Dago credimi il libro di Gilbert e' una genialata del tipo che vuole fare soldi vendendo delle idee empiriche cha lasciano il tempo che trovano,specialmente a basso livello.Giilbert a tennis ci sapeva giocare eccome,percio partendo da quel punto di vista la base ce.Che poi in una partita si usino degli stratagemmi sporchi o puliti per vincere o meno e' un altro discorso.Ma se Mac Enroe non fosse stato bravo tecnicamente e tatticamente,pensi che averbbe portato a casa tutti i trofei che ha a portato semplicemente cercando di mandare fuori di testa l'avversario e l'arbitro con le sue sceneggiate....io ho i miei dubbi...si a volte in certi momenti certi stratagemmi ti posono aiutare e togliere magari da una situazione fastidiosa, ma se sotto non ce la base ho i miei seri dubbi che i trucchetti elencati da Gilbert funzionino sistematicamente.

Che Gilbert sia un figlio di b............. probabilmente è vero, ma nel senso buono del termine (sia mai che frequenti anche lui il Forum Embarassed ), cioe ci sappia fare e abbia sfruttato la sua esperienza per metterla in vendità condita con tesi di facile presa ed il numero di copie vendute lo dimostrano. Però alcune sue idee personalmente le condividevo anche prima di leggere il suo librro, diciamo che mi considero un tennista pensante e mi spiego meglio. Tra le tante letture sul tennis (la migliore in assoluto Le Mie memorie di Rod Laver, grande ispirazione) ad un certo punto lessi anche il libro di Agam Bernardini, esattamente il contrario del pensiero Gilbert. Tutto focalizzato sul divertirsi, sul concentrarsi solo sul gesto tecnico, sulla respirazione ed altri artefici per distrarsi dalla preoccupazione di dover decidere, anzi pensare a cosa fare poi. Della serie gioca a tennis ora e non pensare a null'altro, quasi avessi dall'altra parte solo un muro! Bene, non solo non riuscivo più a giocare dopo aver cercato di applicare alcune tecniche lette nel libro di bernardini, ma per dimenticarne gli automatismi in un qualche modo misteriosamente consolidati in un batter d'occhio, ci misi mesi e mesi. Io ho bisogno di pianificare cosa fare, decidere la soluzione migliore, valutare il momento ed adeguarlo, se è il caso imnprovvisando. Non è detto che tutto ciò riesca a farlo al meglio o coincida con buone performance, ma è il mio modo di interpretare questo sport e non credo che mi sentirei a mio agio inchiodato su una diagonale per una dozzina di scambi No .

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Ah ah ah Dago sei un mito...........

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Scusa Vet, io e te veniamo dall'epoca del Tennis champagne (tu molto di più ... Cronologicamente Hihihi) ma ti ricordi forse di non aver dovuto fare un pacco industriale di diagonali e di "variazioni"????
Essere "creativi", "trasgressivi", "sorprendenti" significa - secondo la mia concezione di tennis - POTER scegliere. E uno è libero di scegliere quando sa fare. 
Veterano cerca di spiegare che tutti noi (soprattutto gli "anta") adoriamo il S&V e il tocco di classe... ma.... 1) per farlo, bisogna saperlo fare; 2) farlo bene non basta, deve essere perfetto perché se è appena "buono" ti appendono con la sparachiodi!!!
L'altro giorno vedevo mio figlio di 13 anni giocare una serie di bei rovesci lungo linea su una diagonale sostanzialmente conquistata. Allunga il rovescio...vince. Accorcia e viene inchiodato. Il livello? Nc perché non è ancora classificato ...ma gli do per simpatia 4.5. Al che lo prendo da parte e gli spiego che era geometria, semplice e implacabile: e non parlo di brutti rovesci...solo leggermente corti. 
Ora ha capito che è bello chiudere con un vincente...ma il cross stretto, quelli con la Burn o la Zozzolat e le corde nere o arancioni ...lo sanno fare. E lo fanno. Al 100 per cento! 
Adesso vuole imparare lo slice a uscire. Mi fa piacere perché non lo usa (ancora). Ora ha il 50% di probabilità di fare la  figura del cretino o del fiko.  Quando sarà pronto lo userà. Decide lui.

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kingkongy ha scritto:
...
Essere "creativi", "trasgressivi", "sorprendenti" significa - secondo la mia concezione di tennis - POTER scegliere. E uno è libero di scegliere quando sa fare. 
Veterano cerca di spiegare che tutti noi (soprattutto gli "anta") adoriamo il S&V e il tocco di classe... ma.... 1) per farlo, bisogna saperlo fare; 2) farlo bene non basta, deve essere perfetto perché se è appena "buono" ti appendono con la sparachiodi!!!
...



Vedi, per me ad esempio è molto semplice, NON sapendo fare nulla è un po' come saper fare tutto... puoi scegliere come più ti aggrada "come" essere appeso con al sparachiodi!!! 

Come "anta" io posso aspirare ad un po' più di solidità, per evitare di fare troppi grautiti e divertirmi di più. Per il resto devo affidarmi all'unica cosa buona che gli "anta" portano, ovvero un po' di cervello e meno irruenza. Se poi mi appendono, è già in conto, quindi le poche volte che non lo fanno sono un successo!!! Very Happy

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Matteo, ti giuro, ti capisco perfettamente, perché mi fa molto ridere fare IO, PROPRIO IO, la figura del saggio... ipocrita! mi vergogno!
Il problema è che io (e pure Vet, che lo ammetterà di certo...e tanti forumisti attempati), dalla fase "sperimento tutto" ci siam passati già.
E ci hanno steso....Alcune volte no, tante volte sì!!!
Giocare "per piacere" è più che legittimo, più che normale, divertente e appagante.
Però se si parla di "soluzioni" a 'sto kakkio di pallettaro (che ormai è diventato il mio eroe personale...), allora Vet sciorina tutta la filastrocca e non sbaglia di una virgola. Dura dargli torto.
Io non faccio S&V nemmeno con mio figlio che ha paura quando servo...perché ogni tanto gli passa la fifa e gioca passanti che 35 anni fa avrebbero fatto balzare in piedi una club house. Peccato che il suo passante lo sanno fare tutti i pistolini della scuola tennis e qualcuno anche con 20 Km/h in più di turbo.
L'intelligenza tattica o l'istinto darwiniano di sopravvivenza non premiano il più forte o il più "intelligente" (spettacolare???) bensì quello che si adatta più velocemente alle situazioni. E adattarsi significa stare su una diagonale, misurare l'avversario, la sua velocità di palla, la sua capacità di rispondere a palle lavorate e, con le variazioni, la sua capacità nello spostamento. Due game (uno in battuta e uno in risposta) e il quadretto lo hai.
Uno si conosce (DOVREBBE...) e sa se spingere o liftare, se cambiare o accelerare. Costruito il "tappeto" tattico della partita, dove devi mettere in conto i cali, i black out, le lasagne al forno e le pippe mentali....il gioco è il TUO ed è quello che fai (imponi).
Ti annoi? Vuoi divertirti? Ne sei certo? Ma proprio senza rimorsi? Ok vaff....o! Gioca quel cavolo di drop e pure la volée no look. Fallo, kakkio! Sei umano: ti devi perdonare e assolvere. Però son cavoli tuoi.
Non si tratta di sparigliare le carte e mandare fuori palla l'avversario. Ti giuro, ti capita due o tre volte nella vita di far perdere timing e lucidità all'avversario e non è manco detto che sia merito tuo!!!!! Vet ha ragione. Non è scaltrezza tattica ma solo "la cosa giusta"... Come diceva Spike Lee "Just do it!". Se dall'altra parte, bipede sotto il metro e un citofono o adulto attempato, non reggono un cambio di diagonale... mica è genio!!!!! E' incapacità tecnica palese.
Significa che il maestro dovrà prendere il soggetto (oppure il soggetto "prende se stesso") e si massacra di "Croce spagnola". Non è cattiveria od ottusa mania da maestro d'Accademia (Vet) ...ma la cruda realtà.
Abbracciun

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Scusate se intervengo nella discussione; non partecipo mai a questo forum, ma vi leggo sempre; mi spiegate cosa vuol dire giocare sulle diagonali, fare il cambio di diagonali etc.?
E' una cosa su cui discutete spesso, ma non ho mai letto un post che spiega in che consiste il giocare sulle diagonali.
Io non ho un maestro e sono autodidatta e su internet trovo solo spiegazioni in inglese...

Grazie

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Mi sfugge un pò il concetto di vet quando dice: "Guardo solo me e non guardo l'avversario."
Ieri partita con un avversario abbastanza tosto ecompleto: tigna, regolarità, se accorciavo chiudeva sia di dritto che di rovescio, buona voleè/smash e sulle palle profonde si metteva quando poteva con il dritto (normale o a sventaglio) e faceva abbastanza male.

Sal 5-1 per me primo set in cui lui non era ancora entrato in campo, lui inizia a giocare davvero bene,  riesco a portare a casa il primo per il rotto della cuffia (sfruttando il vantaggio iniziale) per 6-4, ma nel secondo continuando a giocare come avevo fatto fino a quel momento (e come faccio sempre) cioè sulla diagonale di dritto inizia a comandare lui e mi chiude quasi sempre il punto: perdo 6-3.

Super tie-break finale, mi fermo a raccogliere i pensieri e mi soffermo sull'unico punto più debole degli altri che gli trovo: il rovescio. Inizio a martellarlo li sia con il mio rovescio sia con il dritto, cercando di angolare per bene con una buona forza per non dargli il tempo di mettersi a sventaglio, lui regge, non fa gratuiti, ma inizia ad accorciare, ed io gli entro sistematicamente sul suo dritto chiudendo il punto: risultato 10-3 per me.

Se avessi continuato a guardare solo quello che sapevo fare io avrei probabilmente perso, guardando "anche" cosa non sapeva fare lui l'ho portata a casa... visto che non metto mai in dubbio quello che dice vet, dove sta l'inghippo?? Smile

PS: il livello del match era tra i 4.0 e i 4.5 itr (4.3/4.2 fit)

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giocare sulle diagonale si intende scambiare incrociato, se poi da una palla che ti arriva dall'incrociato (diagonale) tiri lungolinea hai fatto un cambio di direzione. Rimandare la palla da dove ti arriva è più semplice che farle cambiare direzione (es da incrociato a lungolinea) in quanto nel primo caso la palla arriva perpendicolare al piatto e ne esce sempre perpendicolare. Invece per fare un cambio di direzione la palla arriva da una certa angolazione ed esce dalla racchetta con un altra, e questa traiettoria di uscita dipende da ulteriori fattori come la velocità della palla, della racchetta e la solidità dell'insieme avambraccio-racchetta.

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L'inghippo e' che Vet dice un'altra cosa... Hihihi
In pratica hai fatto quello che diceva lui: sai giocare sul suo rovescio? Sai fare pressione? Sai chiudere quando accorcia? Bene, fallo, perché "tutto questo" lo sai fare. Ovvero - ecco il Vet pensiero - guarda a te stesso, non a quello che fa l'avversario!!!!
Se tu avessi guardato SOLO al suo gioco avresti perso di brutto, perché lo guardavi "complessivamente" e non "analiticamente". Appena hai "guardato alla tua diagonale di rovescio" (che sai fare) ...hai vinto!
Semplice semplice....

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Si si, va che io non torto a nessuno. Me ne guardo bene. Questo non è lambiente dove io possa esprimere certezza, posso solo esprimere opinioni. La mia opinione è unicamente che in certi casi usare il cervello mischiando le carte nel mio caso aiuta a sopperire alle innumerevoli carenze tecniche. Tutto qui. Io avrò afforntato solamente scarsoni, ne sono certo, NC , ragazzini appena classificati o qualche vecchio serie C quando facevo tornei 25 anni fa, e mi capita di vincere qualche volta sparigliando le carte ( e divertendomi), e non vincere mai facendo il gioco accademico. A mio avviso questo avviene perchè si esce dalle abitudini del giocatore avversario (sempre scarso, quelli di cui sopra), che oggi più di un tempo è abituato a menare fendenti su geometrie che più o meno son sempre quelle... mentre ad esempio un attacco centrale lo fa uscire dall'automatismo e gli fa accendere una scelta: destra, sinistra, lob ? questa scelta porta a una perdita di pochissimi istanti, a volte sufficienti per rendere meno efficace il colpo che andrà a giocare.

Per tornare in tema sul pallettaro, io lo attacco... cerco di capire se sa giocare i passanti e quindi avanzo di più o di meno di conseguenza, ma preferisco giocarmela a rete...

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Attaccare profondo e centrale è da S&V nemmeno tanto brocco... Non barare Matteo! Hihihihi vai a fare il finto tonto altrove! Hahahahaha

P.s. È un complimento (per intenderci)
Smile Cool

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grazie andreaing.

Però mi spiegami una cosa.
Quando io gioco cerco sempre di mandare la palla lontano dall'avversario: se rimando la palla nella stessa direzione da cui proviene, non facilito l'avversario?

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Mandare la palla "lontano dall'avversario" potrebbe non essere una buona idea... le diagonali ci dicono che questa operazione, ovvero il "cambio", potrebbe portare degli svantaggi e non dei vantaggi.

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kingkongy ha scritto:
... guarda a te stesso, non a quello che fa l'avversario!!!!
Se tu avessi guardato SOLO al suo gioco avresti perso di brutto, perché lo guardavi "complessivamente" e non "analiticamente". Appena hai "guardato alla tua diagonale di rovescio" (che sai fare) ...hai vinto!
...

C'è qualche cosa che non quadra scratch , allora dove devo guardare Suspect , che se guardo dalla parte sbagliata e mi arriva un TIR nel fondo schiena affraid ... ciao, ciao a tutti Perso contro pallettaro: tiravo più lungo del solito - Pagina 5 113898 ?
Aspetta che mi aiuto un pochetto, dunque: guardo me stesso, non quello che fa l'avversario, perchè se guardo solo il suo gioco perdo, ma solo se lo guardo complessivamente, quindi se lo guardo analiticamente, invece .... Ricapitolando, se guardo la mia diagonale di rovescio, ergo ciò che so fare, vinco .... Rolling Eyes , ma non aveva abbandonato il gioco sulle diagonali?
Chiamate un interpreteeeeee
cheers.


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