Allora, provo a dire la mia su quasi tutti gli argomenti toccati in queste pagine...
GRAPHENE O NON GRAPHENE NELLE RACCHETTE HEADIl graphene, al momento attuale, è un materiale troppo costoso per essere introdotto, in forma massiccia nelle racchette...né sarebbe consigliabile, perché renderebbe le racchette così rigide da non potersi flettere più (una graphene 100% di 300 gr., di profilo normale, sarebbe più rigida di una Yamaha SECRET 04 profilata di peso 360 gr.).
Un sottilissimo foglio basico di matrice di graphene è stato messo nel cuore della Radical per rinforzarla in quel punto: è stato fatto perché, per polarizzare la racchetta mantenendone lo stesso peso complessivo, si trattava di rimuovere una certa quantità di grafite dal cuore alleggerendolo, senza però pregiudicarne la resistenza, soprattutto quella torsionale.
Il brevetto che Head ha depositato riguarda NON una racchetta IN graphene, ma un semplice e generico utilizzo del graphene in attrezzature sportive (tra cui anche gli sci...).
Pertanto il graphene succede al titanio di 10/15 anni fa nella funzione di rinforzo del telaio.
DIMINUZIONE MEDIA DEL PESO DELLE RACCHETTE DEI PROAmmettiamo che questo sia vero, è spiegabile con i seguenti ragionamenti:
1) Nel periodo Sampras ed anche prima, il numero di tennisti giovani che popolavano i primi 100 posti del ranking mondiale era maggiore rispetto ad oggi; essi erano nel pieno della loro forza e resistenza muscolare, e non esistevano ancora le profilate leggere (le Hammer, seppur famosissime, erano ancora considerate racchette "tweener", per amatori o poco più...). Il processo da parte dei costruttori di "limare" sulla grafite era ancora all'inizio, dato che ancora diverse racchette erano graphite-braided, tipologia costruttiva che determina sempre un peso in origine più elevato della costruzione "cinese" a base di pre-preg.
Per tutte queste ragioni messe insieme, è logico che la media dei pesi fosse più elevata di quella odierna.
2) Oggi, invece, c'è meno penetrazione delle giovani leve nei piani alti delle classifiche mondiali, perché "i vecchi" ancora resistono...per cui il parco giocatori è composto da:
- fortissimi giocatori vicino ai 30 anni, legati alle loro "vecchie e pesanti" racchette, che magari hanno provveduto a polarizzare di più e ad alleggerire (di poco), a causa della loro età che avanza e ai loro primi importanti acciacchi fisici.
- le giovani leve, quasi tutte molto lontane dai piani altissimi delle classifiche, che sono nate e cresciute tennisticamente già con le racchette di nuova generazione, per definizione più leggere.
Per queste ragioni messe insieme, può essere altrettanto logico che la media dei pesi sia oggi un pò più bassa di quella passata.
AUMENTANDO IL PESO IN TESTA DELLA RACCHETTA, AUMENTA LA VELOCITA' DI SWINGQui parto citando la precisazione fatta da Framan: "1 oltre a non aver detto che aumentando il peso in testa di una racchetta aumenta la velocitá dello swing, ma aver detto ben altra cosa, che aumentando il peso in testa di una racchetta leggera e usando correttamente il gomito aumenta la velocitá dello swing, come ho detto ad altra persona leggersi un buon libro di biocinetica e in più aggiungo ora studiarsi in fisica il principio della molla".
Aumentando il peso in testa (non di un chilo, ma di alcuni grammi) di una racchetta LEGGERA, se si esegue il movimento più redditizio, quello di far partire il caricamento della racchetta con la testa BEN IN ALTO, quando si esegue il semicerchio completo, si sfrutta l'accelerazione di gravità della testa che cade + la forza centrifuga della testa prima dell'impatto + l'accumulazione di forza nella catena del polso flesso + il gomito spezzato + rotazione bacino e torso, il tutto mantenendo
la massima fluidità e continuità di movimento, si ottiene una forte e fluida "frustata", che produce una grande accelerazione della palla.
La polarizzazione in testa della racchetta facilita e favorisce il suddetto risultato (a patto però di colpire con il centro-alto dell'ovale) producendo grande forza di impatto (e anche nel servizio), e l'aumentata massa contribuisce inoltre (aspetto sì marginale, ma tutto serve nell'economia del colpo...) a limitare la resistenza aerodinamica dell'aria che si fende ("drag").
Il gesto si vede bene nel video di Agassi postato da Framan a pagina 15, meno su quello di Federer, per 2 motivi:
- perché in quel caso specifico Federer sta attaccando in lungolinea, e lo stallo è più prolungato perché la palla gli arriva in diagonale, e dovendo convertirla in attacco lungolinea (uno dei colpi più complicati), ha bisogno di "guidarla" maggiormente per cercare la precisione: allora sposta il peso del corpo un pò più avanti del solito, per "stare più sopra" alla palla, una sorta di "anticipo di corpo" ed evitare che gli esca troppo alta e larga dalla racchetta, e limita il solito saltello che abitualmente fa;
- perché, rispetto ad Agassi, usa un'impugnatura di diritto che è una via di mezzo tra una Eastern ed una Semi-Western (Agassi usa una impugnatura più aperta).
In generale, al giorno d'oggi, lo stallo o punto di fermo è largamente usato dai pro, perché simula e riproduce "in modo più veloce e compatto", un movimento più ampio e tradizionale, permettendo però di anticipare meglio e prima la palla, e permettendo di concentrarsi più velocemente sul posizionamento ed equilibrio del corpo; l'energia cinetica del salto di Federer appena prima dell'impatto contribuisce al poter colpire la palla più sopra e più in anticipo, e sostituisce parte del trasferimento di peso che, nel modo tradizionale, sarebbe meno rapido.
Oltretutto, questo modo di colpire, sfrutta una open stance, la quale permette di ridurre i colpi in ritardo, visto che essa risolve ogni problematica legata a quale sia l'occhio dominante di un tennista.
Tornando al discorso dell'aumento di peso, bisogna però considerare che ognuno di noi ha una sua personale "grammatura" dell'attrezzo in cui lo swing "entra in coppia" ed è massimamente efficiente, ossia il perfetto equilibrio personale di massa/accelerazione, ossia il punto in cui se aumenti appena la massa, diminuisce l'accelerazione, ma se diminuisci appena la massa, l'accelerazione cala un pò sia perché, sentendo meno la massa della racchetta, diminuisce la fluidità tra le varie segmentazioni del gesto tecnico, sia perché l'influenza del drag aerodinamico aumenta (in ogni caso il colpo ha meno massa ed è meno efficace e potente).
Per me magari l'ottimale è 350 grammi, per un altro invece 335...è una questione personale.
Aggiungo anche questo: chi ha tendenzialmente una velocità di braccio elevatissima, ma un avambraccio e polso non fortissimo (tipicamente i ragazzini...) potrà avere più difficoltà ad accelerare maggiormente una racchetta appesantita in testa, tanto più se esegue il diritto di concezione "moderna" (con le varie spezzature e lo stallo).
Io ad esempio, ho un braccio di solo buona velocità (dalla spalla al gomito), ma un avambraccio e polso velocissimi e molto forti, e nel mio caso la polarizzazione risulta più efficace e sicuramente più sopportabile.
In passato vi era il concetto di racchetta globalmente pesante, ma bilanciata al manico; poi si è passati al concetto "Hammer", racchetta leggera e pesantemente bilanciata in testa, che però non ha avuto successo tra i pro, già potenti di loro ed in cerca piuttosto di maggior controllo.
La polarizzazione testa + manico, è una via di mezzo tra le 2 precedenti, e in teoria dovrebbe garantire un buon equilibrio tra potenza e controllo, ma con il difetto, già espresso da me in un post precedente, di essere "scarica" di peso ad ore 3 e 9, e ciò presenta vari svantaggi che non starò a ripetere perché già detti.
I CONCETTI ESPRESSI DA WARREN BOSWORTH SONO ANCORA VALIDI OGGI?Secondo me saranno validi non solo ancora oggi, ma PER SEMPRE.
Una racchetta può essere bilanciata in testa, al manico, al cuore, o ultimamente polarizzata manico-testa, ma c'è una cosa che darà sempre gli stessi benefici: UNA MASSA IMPORTANTE (e comunque adeguata e calibrata sulle specifiche caratteristiche fisiche del tennista).
Essa:
- è determinante per ridurre le vibrazioni e gli infortuni, specialmente con elevata rigidità del telaio
- aumenta la precisione ed il controllo di palla
- aumenta il cosiddetto "plow-through", ossia aumenta il twistweight, la racchetta sfarfalla di meno ("wobbling") nei colpi fuori centro, quindi la testa decelera di meno durante l'impatto con la palla, dando la sensazione di totale dominio sulla palla
- favorisce una migliore gestione nei campi di direzione della palla (tipico esempio: ti arriva una palla forte in diagonale e la converti in attacco lungolinea)
- limita il "twisting" del manico durante i colpi fuori centro (specialmente se il manico è leggermente sottodimensionato per la propria mano
- conseguentemente, permette una presa più rilassata e favorisce il colpo in decontrazione muscolare, limitando eventuali problemi al gomito
Non esiste ovviamente una massa unica e buona per tutti, ma come regola base secondo me si dovrebbe seguire questa:
- utilizza una racchetta che abbia la massima massa possibile che riesci a gestire per almeno 3 set tirati e con velocità adeguata, che ti permetta di realizzare in campo ciò che il tuo cervello vuole.
PER RILEVARE PIU' EFFICACEMENTE UNA "TENDENZA TECNICA", MEGLIO CONSIDERARE SOLO I TOP 50 O TUTTI I GIOCATORI ATP?Senza dubbio meglio considerare solo i primi 50, per le seguenti ragioni:
1) La produzione di Head a Kennelbach di racchette "Pro-Room" e "Pro-Stock" si attestava fino a qualche anno fa sotto i 10.000 pezzi all'anno; ora questo numero è stato sensibilmente ridotto, per ragioni di costi/benefici: infatti chi "tira" il mercato (aggiudicandosi tutti gli Slam, i Masters/Atp Finals, tutti i Masters 1000 e 500, sono sempre i soliti primi 40/50 del ranking mondiale.
Oltretutto essi possono godere di servizi aggiuntivi quali forature di telai specifiche per le superfici su cui andranno a giocare.
Quindi è sufficiente dare solo a loro e pochi altri i telai "super", tanto le racchette retail si vendono esclusivamente per merito dei loro risultati e della loro immagine.
Tutti gli altri pro, se vogliono questi telai, se li devono PAGARE E BASTA...sì, d'accordo, hanno lo "sconto giocatore pro", ma comunque devono pagare.
2) L'età media dei primi 50, rispetto al passato, come detto è aumentata invece che diminuire; sembra abbastanza logico che questi pro, nel circuito da diversi anni, con l'esperienza maturata e conoscendo maggiormente il proprio corpo, abbiano affinato la loro capacità di analisi e selezione del materiale tecnico più adatto a loro.
E anche se così non fosse, anche se fossero "dei caproni" (ma pur sempre di talento...), ciò che guadagnano di prize-money + sponsorizzazioni, permettono loro di avere a disposizione uno staff dedicato, tra cui tecnici che propongono loro variazioni tecniche, di materiali, di setup corde, schemi di incordatura ed incordature, etc.
Per cui un buon indice di quale direzione stia prendendo la tecnologia dei materiali, delle masse e dei setup, sono le loro scelte tecniche... e se sono in cima al mondo è più difficile dar loro torto!
Considerazione a parte: certo che i top players hanno un bel vantaggio sulle "nuove leve": materiali super, uno staff che ti sbriga ogni faccenda e ti toglie ogni pensiero e preoccupazione, e ti lascia pensare solo a giocare al meglio.
Nutrizionisti, fisioterapisti, medici, una montagna di soldi...e soprattutto l'esperienza pluriennale della frequentazione dei tornei che contano, e magari di essere testa di serie e saltare il girone dantesco delle qualificazioni...
E un ragazzino di talento, non già ricco di suo, con i suoi bravi telai rigorosamente retail, senza alcuno staff dietro di sè (spesso è accompagnato dalla famiglia), dovrebbe riuscire a salire così tanto da insidiare i primi 50 posti, quando già parte sotto 10 a zero in partenza? MOOLTO DIFFICILE, ecco forse perché solo pochissimi ce la fanno, ecco forse perché, come hanno spesso denunciato Tursunov ed altri, è necessario che i montepremi dei tornei, specialmente quelli grossi e ricchi, siano "spalmati" più omogeneamente ed equamente verso il basso, per dare in pratica la possibilità a più tennisti di "vivere esclusivamente di tennis", e non doversi precocemente ritirare per scarsità di fondi.
Un esempio emblematico è quello di Jerzy Janowicz, il quale "esplose" globalmente nel Novembre 2012 conquistando la finale (poi persa contro Ferrer) al Masters 1000 Parigi-Bercy: egli dichiarò in un'intervista che quel torneo era la sua "ultima spiaggia", perché la sua famiglia aveva finito i soldi...se quel torneo non fosse andato bene, sarebbe stato costretto a smettere con la sua carriera da pro, e avrebbe dovuto cercarsi un lavoro.
MA GLI ATTREZZI DI OGGI SONO O NO SUPERIORI A QUELLI DEL PASSATO?La classica domanda da 1 milione di dollari, e la risposta non può essere troppo semplicistica...
Premetto che di telai "scarsi" ne è pieno sia il passato che il presente, tuttavia una cosa che i telai del passato sicuramente avevano, era una massa più elevata ed una grafite di qualità molto migliore (paragonabile, ed in alcuni casi ancor superiore a quella delle odierne racchette pro-stock).
In aggiunta, essendo spesso la costruzione in braided graphite, erano più resistenti e si sfibravano notevolmente più tardi (quest'ultimo un vantaggio intrinseco dell'alta massa e della costruzione braided rispetto a quella a base di strati di pre-preg tipicamente cinese), e potevano "sopportare" un numero maggiore di incordature rispetto ai telai odierni.
L'epoca, diciamo 1985-2000, era quella che coniugava un rapporto "ancora sano" tra marketing e vera innovazione e ricerca, fioccavano anche allora le novità, numerose ed eccitanti, alcune riuscite ed altre molto meno, però alla base anche della "cazzata" più solenne, c'era TANTA BUONA GRAFITE, che comunque assicurava un minimo garantito di performance.
Oggi la progettazione di forme e geometrie ha compiuto diversi progressi, ma il problema è che è andata di pari passo con un progressivo impoverimento della qualità e quantità dei materiali (molti produttori non ti danno neanche più il fodero...).
In pratica si fanno grosse economie di scala sui materiali (e verniciature...!!!), e si cerca di limitare i danni con l'ottimizzazione delle geometrie, il centellinare delle masse, l'aumento degli ovali, le profilature, i grommet che smorzano le vibrazioni, particolarità dei pattern, etc...il bello è che se le cose fossero andate diversamente, ci sarebbero ora le stesse ottimizzazioni, ma con la qualità di una gran grafite!
Invece si sfornano oggi telai sempre più leggeri, e per compensare un impatto sempre più plasticoso, si progettano sistemi di grommet che ammorbidiscono appunto l'impatto (non facendo però "sentire" bene la palla...), o monofilo sempre più morbidi e che lavorano meglio a basse tensioni...sempre per compensare...e risparmiare (loro).
Negli anni '80, '90 ed un piccolo pezzo dei 2000, i telai top dei vari marchi ( e ce n'erano un'infinità di più...) costavano mediamente dalle 300.000 alle 600.000 lire, che attualizzati ad oggi ed in euro, corrispondono a prezzi ben superiori ai soliti 150/160 euro di street price scontato di un telaio made in China...siamo più o meno sull'ordine dei prezzi delle Pro-Stock...perché quelli di una volta ERANO telai Pro Stock, ai quali il giocatore pro aggiungeva al massimo piombo o silicone, nulla più.
I giocatori veramente top hanno la possibilità di farsi fare su misura telai che pesano GIA' 330 grammi di tutta grafite di alta qualità (cotta nei forni ad una più alta temperatura), ai quali applicano alla bisogna solo un pò di custom.
Per gli altri giocatori di fascia un pò più bassa ci sono i telai da 250/260 grammi, da appesantire con quintali di silicone e piombo per portarli al tipico range 345/370 grammi...però se voi doveste scegliere, a parità di bilanciamento e swing-weight, tra 330 grammi di grafite e 260 di grafite + 45 di silicone + 25 di piombo, cosa scegliereste?
Io di sicuro la prima opzione, senza neanche pensarci!
Attualmente ho circa 130 telai, ne ho posseduti più di 400 nei soli 7 anni in cui li ho accumulati, praticamente tutti orientati alla performance pura, nulla di valore SOLO collezionistico...in questi anni ho integrato lo stile "moderno" con quello "classico", ho perfezionato quello che c'era da migliorare (ma non si finisce mai...), ora ho più limiti fisici che tecnici (e i primi purtroppo rimangono...anzi peggiorano), ed ho constatato personalmente, sulla mia pelle, lo scadimento qualitativo medio dei materiali, dell'impatto, del feeling, della precisione, etc.
Ora, nonostante innumerevoli "tentativi" di voler dare fiducia al "nuovo che avanza", nel mio borsone ho solo telai non più in produzione da tantissimo tempo (unica eccezione una RF97 selezionata però in modo un pò "controcorrente", come scritto in un altro post dedicato).
A questo punto qualcuno potrà dire "ma non avevi detto che anche una volta uscivano telai sbagliati?"...Certo, ma quando trovi scovando nel passato telai costruiti con una grafite fantastica, del peso giusto per te, ed ANCHE progettati come Dio comanda...allora ti si apre veramente il paradiso.
Occhio però, ce ne sono pochissimi in giro, veramente giusti per ognuno di noi.
Comunque è importante rilevare che non sto parlando di telai da mezzo chilo, ma di attrezzi che pesano dai 320 ai 340 grammi senza corde, quindi in linea con i pesi spesso utilizzati dei pro per fare un gioco MODERNO.
Qui non si sta parlando di roba antidiluviana non adatta ad oggi, ma di roba di qualità pazzesca, che è già pronta così, non ha bisogno quasi mai di alcun custom.
Questo è fondamentale chiarirlo, a scanso di equivoci.
6 aneddoti per concludere, visto che vi sarete già addormentati:
1) Convegno relativo all'evoluzione tecnologica delle racchette, tenutosi a Carpi il Maggio: 2 giorni di prove a go-go di racchette Zus, Wilson, Solinco, Mantis, Volkl: conosco un 2° categoria italiano, ma che vive a Miami ed ha allenato tra
l'altro la Zvonareva, lui gioca con una ZuS da 370 grammi circa fattagli da Sven Goth.
Provo la sua e la trovo ottima veramente, poi lui prova una delle mie "vecchie", oltretutto pesante 345 grammi...risultato:
ci palleggia non 5/10 minuti come il solito, ma ben 1 ora, sorridendo tutto il tempo...non me la voleva ridare più!
2) Maestro di tennis ex-A, mio amico: gli faccio provare qualche mio telaio, impazzisce e gode come un riccio.
3) Allievo del maestro sopracitato, 2° categoria forte, lui gioca abitualmente con Blade 98 18x20 (serie precedente, tutta nera
con scritte argento): gliene faccio provare alcune, impazzisce pure lui, tirava ancora più forte, più preciso, la metteva dove
voleva...alla fine mi chiede dove le può trovare, gli rispondo che prima devono inventare la macchina del tempo, e che è
meglio che non ci pensi più e si concentri sulle sue Blade...
4) Altro maestro di tennis, 2° categoria forte, tornato di recente 2° categoria come in passato (partecipando a 10 tornei di 3°
cat., vincendone 9 e perdendo la finale in 1, solo perché incappato in una giornata nera): tiro fuori dal borsone una Yamaha
delle mie, gli si illuminano gli occhi, se la ricordava perché, pur relativamente giovane (poco oltre i 30) lui gioca da quando
aveva 8 anni e l'aveva "assaggiata" quando passò come una meteora sul mercato italiano.
5) Ancora altro maestro di tennis, 2° categoria anche lui ; ne prova 2 e rimane basito, alla fine della lezione non mi ascoltava
mica quando parlavo, guardava fisso le rakke che avevo in mano, come ipnotizzato...
6) Innumerevoli amici/conoscenti di circoli e non, mediamente 4° e 3° categoria, equamente distribuiti tra giovani e "vecchi",
ai quali ho fatto provare decine dei miei telai, tutti rimasti entusiasti (e parlo di gente che complessivamente rappresenta
tutti gli stili di gioco immaginabili, arrotini compresi (i pallettari però no, mi rifiuto!).
Alcuni si sono perfino un pò incazzati nel riscontrare le evidenti differenze prestazionali, probabilmente fino a quel momento pensavano che l'ultimo modello fosse e comunque sempre il migliore...
Questi aneddoti non per dire "quanto sono bello, quanto sono bravo, quanto ce l'ho grosso...", non avevo certo bisogno di conferme altrui per apprezzare ancor di più questi telai, ho voluto provare a sentire "altre campane", le impressioni di gioco di gente ben più titolata ed autorevole di me nel tennis giocato, e le ho avute.
Un'ultima riflessione, ma per me forse la più importante di tutte: mio nipote ha 20 anni, fino a circa 2 anni fa ascoltava musica, come tutti i ragazzini, con il solito compattone, o con il pc, o con le cuffiette sullo smartphone...era lo specchio sputato della generazione di oggi.
Mi è bastato solo fargli ascoltare 1 volta il mio impianto Hi-End, ed il suo approccio alla qualità è radicalmente cambiato: ora ha smesso di ascoltare Tekno e cagate varie, e ascolta invece Jazz, Fusion, Funky-Disco fine anni '70, rock di qualità, etc.
In pratica non ho fatto altro che fargli conoscere un mondo che ancora non aveva scoperto (e che la società odierna tende a non farti conoscere...), e lui da solo ha ricostruito il tempo perduto, compiendo un'evoluzione musicale di 20 anni in soli 2!
Questo cosa c'entra con il tennis? C'entra eccome, con questo esempio voglio solo dire che la maggior parte della gente sarà anche rintronata dalle mode, accecata ed illusa dal marketing più spregiudicato e dal consumismo usa e getta, MA NON E' CERTO STUPIDA, e una volta assaggiata la qualità non si è più capaci di tornare indietro, perché semplicemente non si accetta di tornare indietro, e si fa quello che si può, finanze e situazione personale permettendo, per continuare ad assaggiarla.
E' bello (magari qualche volta un pò meno, ma ci sta...) discutere tra di noi, confrontarci e talvolta scontrarci, ma queste informazioni (giuste o sbagliate che siano) di cui siamo in possesso, LE DOVREMMO PER DOVERE MORALE DIVULGARE ANCHE E SOPRATTUTTO AI PIU' GIOVANI, perché data l'età di molti di noi, noi purtroppo siamo il passato ed il futuro sono loro.
Non sottovalutiamo quindi il potere della divulgazione: quando vediamo al circolo un ragazzino di talento, parliamo con lui, confrontiamoci con lui, facciamogli provare i nostri telai preferiti che lui quasi sicuramente non conosce, facciamogli assaggiare ciò che per noi è la qualità: gli potrà piacere o meno, ma almeno potrà decidere più consapevolmente, sapendo di aver altre strade alternative da percorrere.
Spesso ho come l'impressione, e spero vivamente di sbagliarmi, che ci stiamo un pò chiudendo nel bozzolo di questo o altri forum specialistici, come "carbonari" che si incontrano più o meno in segreto, e parlano delle cose del tennis solo tra di loro.
Quando arriva un nuovo iscritto, giovane, e posta la sua prima domanda (molto spesso una cavolata "acerba"), spesso viene un pò "snobbato", o al più "liquidato" con una risposta frettolosa, altre volte non gli viene nemmeno risposto (e comunque mi ci metto anch'io nel mucchio...).
Lo so che abbiamo tutti la propria vita, i propri problemi e casini vari, e non possiamo stare giornate intere a scrivere di tutto a tutti, ma almeno possiamo dare al neo-arrivato qualche spunto di riflessione in più, giusto perché da qui parta il suo personale processo di costruzione di una coscienza autocritica.
Dal canto mio, voglio impegnarmi maggiormente, se mi imbatterò in uno di questi post, di cercare di fornire un minimo di supporto, per quello che credo di poter dare.
Ricordo bene che anch'io, e penso tutti noi, siamo stati un tempo nella stessa "acerba" situazione, ed abbiamo dovuto fare tante domande...saremmo qui, ora, se nessuno allora ci avesse risposto?
Ok, molti di noi "si sono arrangiati da soli"...vero...ma avete capito cosa intendo, no?
Un saluto affettuoso.