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Allenarsi col metronomo!

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kingkongy
andrea scimiterna
dan73
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Ieri durante la lezione di tennis il maestro a un certo punto ha tirato fuori un metronomo digitale, l'ha fissato a un margine della rete e l'ha attivato... il metronomo emetteva un suono che quasi rimbombava nel pallone con questa cadenza toc-toc-tic.....toc-toc-tic..... impostando una frequenza/velocità che corrispondeva ad un palleggio rilassato..
Poi mi ha spiegato che avremmo palleggiato con quello, cercando di colpire entrambi sul tic...
Abbiamo iniziato ed io non ho più sbagliato una palla, fin dal primo tentativo, tant'è che lui dopo i primi 5 minuti ha aumentato la frequenza portando così il palleggio ad un ritmo più sostenuto ed io ho continuato a non sbagliare una palla, praticamente il palleggio finiva perché al trentesimo scambio io ero cotto di fiato...
Purtroppo la lezione è proseguita veloce e io non gli ho più chiesto il perché di questo tentativo, ma glielo chiederò la prossima volta... E' possibile che lo abbia fatto per verificare quanto realmente il mio difetto all'occhio sinistro (dal quale non vedo bene neanche con le lenti per un principio di maculopatia), mi pregiudichi nello scambio? La considerazione che mi viene da fare è questa: se il senso della vista non funziona bene il corpo potrebbe sviluppare o affidarsi ad altre abilità traendo i riferimenti per il movimento e la coordinazione da altri sensi come l'udito e il senso del ritmo (che tra le altre cose ho sempre avuto molto sviluppato avendo studiato e praticato musica per tanti anni)? 
A voi è mai capitato di allenarvi col metronomo?

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mai successo, ma mi viene spontanea una considerazione: se hai un problema di vista come è possibile che basta un metronomo per farti visualizzare esattamente la palla ? chi vede male dovrebbe comunque avere problemi di decentraggio.

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Non sono ceco, ho problemi nella visione stereoscopica che mi portano, specie nel dritto, a non cercare bene la palla sia come tempo sulla palla che come spazio, in pratica se non sto attento, me la ritrovo spesso in pancia... comunque qui non vorrei parlare del mio difetto, ma di questo tipo di approccio in particolare.

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e questo??? http://www.preparazionefisicaeducation.com/blog/tennis/svta-training-linnovativo-allenamento-visivo-neurologico-motorio-per-sport.html

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dan73 ha scritto:
Non sono ceco, ho problemi nella visione stereoscopica che mi portano, specie nel dritto, a non cercare bene la palla sia come tempo sulla palla che come spazio, in pratica se non sto attento, me la ritrovo spesso in pancia... comunque qui non vorrei parlare del mio difetto, ma di questo tipo di approccio in particolare.

e mica t'ho detto che sei ceco !  di lezioni ne ho viste tante, ma metronomo mai. mi sembra strano che il tuo maestro abbia introdotto questo elemento senza dire una parola in merito. comunque, se si tratta della soluzione al tuo problema, hai fatto bingo, perchè ti basta riprodurre mentalmente la cosa e non dovresti avere problemi, se fila tutto liscio come sembra. scusa se il mio intervento ti sembrava fuori tema, ma a me non lo sembrava per niente

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anzi.....mi hai fatto venire in mente una cosa che potrebbe essere di natura simile (in fondo): l'approccio che si ha quando l'avversario ci tira palle di rovescio in slice che tendono ad avere un rimbalzo molto più lungo delle altre, soprattutto su superfici veloci; in quei casi, andando sulla palla con le stesse modalità delle altre palle si finisce sempre in ritardo, invece se si "preventiva" la traiettoria e ci si muove di conseguenza, si riesce ad arrivare bene anche su quelle palle. si tratta, se la mia interpretazione non è errata, di attribuire mentalmente la profondità del rimbalzo ad ogni palla e muoversi con la velocità relativa, con eventuali tagli in diagonale. chiaramente all'inizio troverai difficoltà perchè non è la palla che segue il ritmo scandito dal metronomo ma sarà il tuo metronomo mentale a dover seguire il ritmo scandito dalla palla

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dan73 ha scritto:
Non sono ceco, ho problemi nella visione stereoscopica che mi portano, specie nel dritto, a non cercare bene la palla sia come tempo sulla palla che come spazio, in pratica se non sto ATTENTO, me la ritrovo spesso in pancia... comunque qui non vorrei parlare del mio difetto, ma di questo tipo di approccio in particolare.

Penso che il trucco stia in questa parola, ok se un senso viene meno gli altri compensano ma ci vuole tempo, l'uso del metronomo può anche un metodo di insegnamento non lo so, ma di certo ha stimolato attenzione e concentrazione.

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Vandergraf, ok ok non c'è problema, è solo che mi piacerebbe sapere se a qualcuno è capitato o cosa ne pensa qualcuno che ha esperienza con le tecniche di allenamento..

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Ho trovato qualcosa sul web... [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

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Ops.... l'aveva già trovato Drichichi! mi sono accorto adesso...
però quello sembra una una cosa più complessa di quella che è stata proposta a me... comunque sabato prossimo aprofondisco il discorso col maestro...


x Andrea: sono d'accordo con te sulla sollecitazione dell'attenzione e della concentrazione.

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I problemi di retina e il metronomo non sono in relazione. 
Introdurre un ritmo scandito da un elemento esterno (il metronomo) ha fatto in modo di sincronizzare il tuo metronomo interno (timing dello swing). 
Credo che il maestro abbia impostato un 4/4. Vero? 
Col metronomo mi sono allenato parecchio io. Con la musica anche col maestro.

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dan73 ha scritto:
Vandergraf, ok ok non c'è problema, è solo che mi piacerebbe sapere se a qualcuno è capitato o cosa ne pensa qualcuno che ha esperienza con le tecniche di allenamento..

ho capito, ma ricorda che bisogna sempre evidenziare anche il tipo di problema, se io non ti avessi sollecitato non avresti chiarito che tipo di problema avevi con l'occhio. un conto è un problema di vista più tradizionale e un altro conto è quello che hai descritto tu. se devi ricevere informazioni complete e veramente utili è sempre una buona cosa spiegare da dove nasce l'esigenza di farlo, perchè altri potrebbero avere sperimentato quel tipo di allenamento, ma non relazionato al tuo identico problema. e quindi ti darebbero comunque una risposta non specifica al tuo caso. se non ricordo male avevi già spiegato il problema di vista in altri post, ma siccome non ci si può ricordare di tutto ogni volta, a mio avviso è stato utile, per te, o comunque me lo auguro, specificare che si tratta principalmente di un discorso di visione in prospettiva di profondità. ti ho fatto l'esempio della palla che schizza di più dopo il rimbalzo quando la ricevi da un rovescio in slice o back, ma non mi hai fatto capire se è un esempio calzante

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Sì King probabilmente è come dici tu, anche se leggendo l'articolo segnalato da me e Drichichi, sembrerebbe che la materia sia ancora tutta da esplorare..
Il tempo impostato dal maestro non era un 4/4, ma un 3/3.

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immagino che i due toc siano relativi rispettivamente all'impatto con la palla del tuo avversario e al rimbalzo, mentre il tic è relativo al tuo impatto. questo esercizio è utile anche per controllare in modo più regolare la profondità e la spinta che si danno alla palla, perchè variando anche di poco queste due cose, si va facilmente fuori tempo. in un palleggio normale è molto difficile che ci sia un ritmo così regolare e costante, soprattutto a livelli tecnici medio-bassi. quindi complimenti al maestro e agli allievi che riescono ad adeguarsi a questa impostazione

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Per Vandergraf: sì il tuo esempio calza almeno in parte, nel senso che spesso durante lo scambio, ed in particolare quando l'avversario "spezza" il ritmo dello scambio dobbiamo fare affidamento, oltre che sulla vista, anche sulla memoria e sulla capacità di prevedere il comportamento di un determinato tipo di palla.
Nel mio caso in particolare ho bisogno a maggior ragione di trovare un ritmo nello scambio, non potendomi fidare al 100% della vista.

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I due toc contano il tempo che passa tra i rispettivi colpi (il "tic" per chi colpisca la palla)...
Lui ha detto che normalmente gli allievi impiegano un po' di tempo per capire e adattarsi all'esercizio, e si è stupito un po' per il fatto che io da subito lo abbia fatto al meglio, anzi, migliorando la qualità che normalmente tengo in uno scambio..

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quindi un tempo dispari, anche insolita come scelta, ma lo dico senza aver mai provato, magari è più facile di quello che ipotizzo. mi sfugge la collocazione dei due toc, in genere si considera momento fondamentale quello in cui la palla tocca terra per rimbalzare, l'altro dovrebbe corrispondere pressapoco a quando la palla si trova ad altezza rete. quando ti capita prova a farlo senza metronomo, usando sempre un ritmo costante di scambio e provando sia quel sistema di conteggio che altri, magari elimando il toc della rete. fammi sapere come va, mi sembra una soluzione interessante per risolvere problemi di questo tipo

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dan73 ha scritto:
Vandergraf, ok ok non c'è problema, è solo che mi piacerebbe sapere se a qualcuno è capitato o cosa ne pensa qualcuno che ha esperienza con le tecniche di allenamento..


Lo sto facendo anch'io senza metronomo, ovvero cerco di "andare a tempo" con la palla ovviamente creandomi prima lo spazio.
Se ti riesce bene di là arrivano bordate incredibili e senza fare fatica!
Imperative tensioni molto bassedelle corde altrimenti non riesci a "sentire" la palla e racchetta leggera almeno fino a quando non riuscirai ad anticipare l'apertura.
Complimenti al tuo maestro!

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Esattamente il maestro mette la palla in gioco ad un tic, poi ci sono i due toc, dei quali il secondo corrisponde al rimbalzo prima che io colpisca al secondo tic, e così via...
Spesso mi sono accorto che per rimanere a tempo occorre colpire la palla in fase ascendente, cosa che a me è sempre venuta abbastanza naturale, forse è per questo che mi sono trovato bene..

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Quindi colpisci a tempo di valzer... fantastico! cheers

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Esatto la cadenza è proprio quella, mi hai rubato la battuta!!

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Dimenticavo una piccola nota musicale: il tempo 3/3 non esiste, nel pentagramma al denominatore ci vanno solo multipli di 2, che esprimono la durata delle note di riferimento. Nel 99% delle partiture il tempo è espresso in quarti/semiminime (2/4, 3/4 o 4/4).

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Hai ragione, ho scritto 3/3 sapendo di scrivere una castroneria al 99%, ma mi sembrava il modo migliore per spiegarmi, e poi non sono neanche sicuro che si tratti di un 3/4..

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Quello non è definito dal metronomo Wink

Un ritmo ternario potrebbe corrispondere, nel pentagramma, a tanti tempi diversi, come ad esempio 3/8...

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dan73 ha scritto:
Ieri durante la lezione di tennis il maestro a un certo punto ha tirato fuori un metronomo digitale, l'ha fissato a un margine della rete e l'ha attivato... il metronomo emetteva un suono che quasi rimbombava nel pallone con questa cadenza toc-toc-tic.....toc-toc-tic..... impostando una frequenza/velocità che corrispondeva ad un palleggio rilassato..
Poi mi ha spiegato che avremmo palleggiato con quello, cercando di colpire entrambi sul tic...
Abbiamo iniziato ed io non ho più sbagliato una palla, fin dal primo tentativo, tant'è che lui dopo i primi 5 minuti ha aumentato la frequenza portando così il palleggio ad un ritmo più sostenuto ed io ho continuato a non sbagliare una palla, praticamente il palleggio finiva perché al trentesimo scambio io ero cotto di fiato...
Purtroppo la lezione è proseguita veloce e io non gli ho più chiesto il perché di questo tentativo, ma glielo chiederò la prossima volta... E' possibile che lo abbia fatto per verificare quanto realmente il mio difetto all'occhio sinistro (dal quale non vedo bene neanche con le lenti per un principio di maculopatia), mi pregiudichi nello scambio? La considerazione che mi viene da fare è questa: se il senso della vista non funziona bene il corpo potrebbe sviluppare o affidarsi ad altre abilità traendo i riferimenti per il movimento e la coordinazione da altri sensi come l'udito e il senso del ritmo (che tra le altre cose ho sempre avuto molto sviluppato avendo studiato e praticato musica per tanti anni)? 
A voi è mai capitato di allenarvi col metronomo?

Ci sono anche altri metodi che si ispirano al ritmo come supporto nell'ottenere buone performance nella tenuta da fondocampo, come quelle che sfruttano la respirazione. Il giocare sotto ritmo è notoriamente una delle tecniche più seguite da chi gioca a fondo campo. Personalmente non ci sono mai andato molto d'accordo, ma è anche vero che quando ho incominciato a leggere qualcosa in tali termini avevo già consolidato un mio modo di giocare ed il cercare di cambiare metodo, si sa, richiede tempo e disponibilità a perdere quello che si sa fare in attesa di acquisire quanto di nuovo si deve imparare; troppo  oneroso e dopo qualche fievole e poco convinto tentativo ho sempre lasciato perdere. Mi sono sempre chiesto, però, cosa succede in partita se l'avversario non si allinea al medesimo ritmo. Insomma, io avrei cercato proprio di fare così, cioè modulare da fondo colpi con ritmo ed effetti sempre diversi per non offrire al mio avversario un abitat ideale. Abituarsi a colpire con ritmi così cadenzati ed innaturali non può essere controproducente?
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