WTA Open de France - Roland GarrosUbiT 3 giugno 2010 (n.d.r.)
...il giorno di Francesca... 2Una semifinale di un torneo dello slam non è soltanto un risultato storico per il tennis italiano, è anche e soprattutto un'opportunità per il rilancio di uno sport sempre più in crisi. Un'opportunità da non lasciarsi scappare. A sentire le sue parole si direbbe che Francesca Schiavone non si renda conto dell'effetto che la sua cavalcata parigina potrebbe avere sul tennis in Italia.
E forse è meglio così, lei fa il suo lavoro non curandosi dell'impatto che questo ha negli altri settori. Per noi però è impossibile non sottolineare come la sua impresa possa essere un'occasione unica per il rilancio del tennis nel nostro paese.
L'ultimo italiano (uomo o donna) in una semifinale di un torneo dello slam è stato Corrado Barazzutti, proprio qui a Parigi, nel 1978. Ne è passato di tempo. Dopo di allora i nostri rappresentanti non hanno raggiunto che pochi quarti di finale, in tempi recenti soprattutto grazie alle ragazze. Mai una gioia, come è solito ripetere qualche cronista ormai da troppo avvezzo alle sconfitte.
E finalmente, invece, ecco una gioia, giunta inaspettata da una tennista il cui apice si credeva passato e che invece sta vivendo, a 29 anni, la stagione più fruttuosa.
La semifinale raggiunta da Francesca Schiavone è una gioia sì, ma non è una gioia nata spontanea nel deserto, è una gioia che si inserisce in un contesto.
La semifinale di Francesca Schiavone infatti è solo il culmine di un lento movimento di progresso del tennis femminile che è partito molti anni fa (con Raffaella Reggi e Sandra Cecchini) ed ha raggiunto recentemente la maturità, con la prima vittoria in Fed Cup, passando poi per le fanfare a seguito dell'ingresso di Flavia Pennetta nelle top 10, risultato che le è valso apparizioni televisive e pagine su riviste non specializzate, e che infine è stato consolidato con la seconda vittoria in Fed Cup. Si può dire che il movimento femminile del tennis italico goda oggi della sua stagione più fortunata.
La ciliegina sulla torta verrà con la classifica che da lunedì vedrà ben due nostre rappresentanti tra le prime dieci: Schiavone e Pennetta, con la milanese addirittura al numero 9 (se non meglio). Ancora più importante della classifica (e della Fed Cup) però è questo raggiungimento della semifinale al Roland Garros, senza dimeticare che oggi Francesca si gioca l'ingresso in finale, impresa mai riuscita ad un'italiana nella storia.
Si può dire che la semifinale raggiunta dalla Schiavone ed il contesto in cui è maturata (di cui fa parte l'ingresso delle nostre atlete nell'elite del tennis mondiale) stanno dando al tennis una notorietà che il nostro sport non aveva da tempo.
Che cosa sarà di questa notorietà? Che cosa sarà di questi risultati una volta che il torneo sarà concluso e le classifiche superate da nuove graduatorie più recenti? Oltre a finire nei libri di storia i risultati delle ragazze ed in particolare lo strepitoso torneo di Francesca Schiavone sono l'occasione ideale per capitalizzare e coltivare uno sport che in Italia sta lentamente andando alla deriva da molti anni.
Questa è un'occasione da non perdere.
Le responsabilità di questa deriva sono molteplici e sono state analizzate più volte da penne ben più esperte. Ci basterà qui ricordare che dopo i fasti dei vari Panatta e Barazzutti e durante la stagione di grandi campioni quali Lendl, Connors, McEnroe i praticanti in italia erano oltre 2 milioni e mezzo (fonte archivio del Corriere della Sera). Dopo di allora, complice l'assenza di campioni di italiche orgini, complice una gestione federale discutibile, complice la sparizione dello sport della racchetta dai palinsesti delle tv 'generaliste', il numero di praticanti è sceso inesorabilmente. All'inizio del nuovo millennio i praticanti erano circa un milione e trecentomila (fonte istat 2000). Quasi la metà. Nel 2007 poco più di un milione (fonte istat 2007), di cui la maggior parte di età compresa tra i 35 ed i 40 anni, a scapito di pochissimi giovani.
Negli ultimi anni una lieve ripresa di interesse si è avuta grazie alla rivalità di Federer e Nadal. Ma i due campioni, per quanto carismatici ed antitetici non possono accendere gli animi quanto un campione nostrano.
Non siamo una nazione abituata a vincere negli slam, nè siamo una nazione abituata ad exploit di alto livello.
Per questo motivo un risultato come quello di Francesca questa settimana potrebbe avere conseguenze importanti, se sfruttato con intelligenza. Per questo motivo una semifinale al Roland Garros è un'occasione da non perdere.
Cosa succede quando un'italiana (o un italiano) arriva in fondo ad uno slam?
Succede che improvvisamente il tennis acquista spazio in tv e nei giornali.
Tempo e spazio vengono dedicati a raccontare 'l'impresa' e così immagini di tennis arrivano nelle case e sulle retine di milioni di persone che fino a quel momento del tennis a mala pena conoscevano l'esistenza.
E' vero che il tennis oggi è relegato alle pay tv, ma è vero anche che i mezzi di informazione si sono moltiplicati. C'è internet e ci sono molteplici fonti da cui attingere l'informazione (non dimentichiamo che la finale di Davis in Cile nel 1976 fu trasmessa dalla rai solo in sintesi e con commento in studio da Roma). Quindi di Francesca si parla eccome ed il suo tennis in questo momento in italia si sta vedendo, eccome. Poi si sa, l'italia è paese di allenatori dicalcio, ed allora ecco che in quattro e quattr'otto gli esperti si moltiplicano. Le discussioni al bar si accendono:
"Si ma Francesca sa variare di più."
"E' vero ma Flavia quando è al top è più forte."
Ed allora, complice anche un giorno di riposo tra quarti e semifinale, si parla di tennis dove prima non si parlava, si vede tennis dove prima non si vedeva (si potrebbe chiamarlo l'effetto Luna Rossa o effetto Tomba. Chi ricorda quanti di noi non si perdevano una gara di Alberto Tomba? E quanto ne beneficiò lo sci. Sì, lo sci, che allora tutti seguivamo con passione mentre oggi... bè).
Ebbene, oggi quanti ragazzini correranno a casa per vedere il match di Francesca?
Domenica il Roland Garros finirà e non è lontano il giorno in cui anche lo straordinario momento delle nostre ragazze finirà (anche perchè sia la Schiavone che la Pennetta non sono proprio giovanissime tennisticamente parlando), ma fino ad allora chi il tennis lo conosce e lo promuove avrà il dovere di far si che questo fuoco non si spenga.
Che il ragazzino che ha seguito le partite di Francesca in tv non si dimentichi del tennis e che, quando deciderà di chiedere al papà di portarlo a giocare a tennis, trovi una struttura in grado di accoglierlo, farlo divertire e crescere. Una struttura insomma che lo invogli a continuare.Il ragazzino che seguendo le gesta di Panatta chiese al papà di comprargli una racchetta è uno di quegli over 35 che compaiono nei dati istat di oggi. Il ragazzino che vedendo le gesta della Schiavone oggi chiederà al papà di portarlo a giocare a tennis potrebbe contribuire ad allargare la base, favorire il movimento, mettendo uno dei presupposti necessari per invertire la tendenza e magari per l'ascesa di altri campioni (perchè è vero che il campione è un dono ma è anche vero che senza una base di praticanti abbastanza larga è più difficile che questo 'dono' venga fuori).
La FIT ha gratificato Francesca Schiavone con un regalo a cinque zeri per l'impresa di Parigi.
Nobile gesto senza dubbio ma che, si potrebbe dire, esula dai suoi compiti. Lungi da noi criticare tale benevolenza, la speranza è che tale munifica disponibilità verso la campionessa milanese sia accompagnata da un altrettanto grande sforzo a sostenere lo sviluppo che questa impresa potrebbe portare.
Perchè queste gesta vanno non solo valorizzate ma anche coltivate ed una federazione accorta deve essere capace di trarre benefici a lungo termine dall'esposizione che il tennis sta avendo, negli ultimi mesi in generale e negli ultimi giorni in particolare.