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Roland Garros 2010: Grazie Francesca!

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Promemoria primo messaggio :

Roland Garros 2010: Grazie Francesca! - Pagina 7 Rg_sma11 WTA Open de France

RD/Wikipedia 14 maggio 2010

... un po' di storia...

parlare dell' Open de France - Roland Garros - significa parlare di uno dei miti della storia del tennis, tornare indietro nel tempo, entrare nella "storia" , parlarne per ore, giorni...

Mi affidero' pertanto ad alcune note tratte da Wikipedia (n.d.r.), lasciando a chi e' interessato, l' approfondimento dei vari argomenti specifici

L'Open di Francia di tennis, ufficialmente Torneo di tennis del Roland Garros, si tiene normalmente dopo la metà di maggio agli inizi di giugno a Parigi.
È il secondo dei tornei del Grande Slam in ordine cronologico.
La prima edizione si svolse nel 1891 e da allora si tiene con cadenza annuale.
È comunemente chiamato anche solamente Roland Garros prendendo il nome dallo stadio, intitolato ad un pilota dell'aeronautica francese nella Prima Guerra Mondiale.

Superficie di gioco

Il Roland Garros si gioca sulla terra rossa, superficie di gioco caratterizzata da rimbalzi più alti e quindi più lenti rispetto ai campi in erba, cemento e sintetico.

L'Open di Francia ha impedito finora uno Slam in carriera a Martina Hingis e Lindsay Davenport.

Organizzazione e curiosità

Le partite del torneo si svolgono al meglio dei 3 set per le donne, in asenza di tie-break.

Lo stadio centrale della struttura tennistica può ospitare 16.000 spettatori tutti seduti.

Albo d' oro (ultimi 10 anni)

2009 Swetlana Kutznezowa
2008 Ana Ivanovic
2007 Justine Henin
2006 Justine Henin-Hardenne
2005 Justine Henin-Hardenne
2004 Anastazja Myskina
2003 Justine Henin-Hardenne
2002 Serena Williams
2001 Jennifer Capriati
2000 Mary Pierce
e via via... tra le "tante", Steffi Graf, Iva Majoli, Arantxa Sanchez, Monica Seles, Chris Evert, Martina Navratilova, Margareth Smith Court, Billie Jane King, Evonne Goolagong...fino alla mitica Suzanne Langlen

Roland Garros 2010: Grazie Francesca! - Pagina 7 622327

Ultima modifica di errex2008 il Ven 22 Apr 2011 - 12:01 - modificato 1 volta.

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Roland Garros 2010: Grazie Francesca! - Pagina 7 Rd_410 WTA Open de France - Roland Garros

5 giugno 2010 (n.d. Stefano Benzi - Direttore della piattaforma italiana di Eurosport)

Quanti miracoli, cara Francesca...

Avrei voluto esserci anche io a Parigi a vedere Francesca vincere il Roland Garros, prima italiana nella storia. Perché Francesca Schiavone nel tennis dell'apparenza e del marketing a tutto campo, è soprattutto una persona di sostanza. Quando ho avuto modo di intervistarla a Roma tre settimane fa, dopo una sconfitta e una brutta partita, avevo avuto l'impressione di una persona molto schietta, diretta, senza fronzoli. Incapace di nascondersi, sempre pronta ad ammettere limiti e responsabilità, ma pronta a rimbalzare via qualsiasi domanda per spiazzarti con una sferzante risposta. Proprio come il suo tennis...
Francesca non ha mai guadagnato le prime pagine dei giornali, non ha mai illuminato le copertine delle riviste, non si è mai offerta per servizi fotografici patinati, così come non le hanno mai chiesto di disegnare un vestito, né di firmare un profumo.

In compenso Francesca gioca a tennis perché questo ha imparato a fare da ragazzina a Milano, quando si allenava vicino a casa sua al Gratosoglio, e ha continuato a giocare a tennis e a migliorarsi scoprendo i suoi limiti, cavalcandoli, e affrontandoli senza paura. In questo il soprannome Leonessa mi è sempre piaciuto, perché Francesca Schiavone offre proprio questa immagine, quella di una gran lottatrice.

Una che si è sempre limitata a giocare a tennis, sempre e comunque, tra alti e bassi, in condizioni più o meno buone, arrivando costantemente a buon livello per sfiorare l'eccellenza di chi era arrivata molto presto a risultati straordinari. Ma che ai suoi 30 anni era una ex tennista da un pezzo.

Posso garantire che convincere i francesi a stare dalla parte di un italiano è molto difficile: vedere il Roland Garros tutto dalla parte di Francesca mi ha davvero emozionato. Ma è successo perché lei, la Leonessa, non si è limitata a lottare, ma ha giocato un buon tennis e un'ottima finale contro una tennista più quotata di lei, sicuramente favorita, e che arrivava da uno stato di grazia invidiabile che le aveva consentito di asfaltare una dopo l'altra tutte le grandi favorite del torneo: Justine Henin, Serena Williams e Jelena Jankovic.

Senza strafare, in modo pragmatico, con i suoi colpi e i suoi cambi di ritmo, la Schiavone ha vinto bene giocando bene.

E poi, in un colpo solo è riuscita in parecchi miracoli: è la prima tennista italiana che vince uno slam, riporta il tennis italiano al vertice mondiale 34 anni dopo Panatta, è la seconda giocatrice più "anziana" a vincere nella storia del Roland Garros ma soprattutto è incredibilmente riuscita a riportare il tennis in chiaro sulla Rai, che disgraziatamente ha dovuto posticipare i telefilm "Giardini e Misteri" e "Kate & Emma, indagine per due". Per fortuna avremo l'opportunità di vedere le repliche.

Francesca non è riuscita invece in un altro miracolo: zittire chi, in breve, ha messo il cappello su una vittoria che credo sia stata soprattutto sua e di chi l'ha allenata in tutti questi anni. I primi lanci d'agenzia dopo le foto di lei, in lacrime, aggrappata alla coppa, o sdraiata sulla terra rossa di Parigi, sono quelli di politici, portavoce, presidenti, vicepresidenti che si beano del trionfo del tennis italiano. L'orgoglio italiano, l'ottimo lavoro, l'acuta pianificazione, la lungimiranza... al quarto elogio ho la nausea.

Magari, conoscendo la sua schiettezza, anche Francesca ne avrà un po' in questi giorni: si prepari, sarà circondata da tanti amici. Le offriranno di fare pubblicità, di partecipare all'Isola dei Famosi e di scattare foto con i bambini in braccio e racchetta in pugno. Speriamo che continui a preoccuparsi solo di giocare a tennis, e che quando smetterà sia messa nelle condizioni di insegnare a qualcun altro di farlo con il suo stesso temperamento e la sua stessa dedizione. I tanti amici che si farà oggi, o che da oggi si ricorderanno di lei, magari le spiegheranno anche come mai al posto di molti campi da tennis oggi ci sono dei campi di calcetto (compresi quelli dove si allenava lei a Milano) e perché arrivare al tennis agonistico per i nostri giocatori è ancora così difficile. D'altronde erano domande che la stessa Francesca si poneva durante un'intervista non molto tempo fa.

Vabbé. Meglio i messaggi dei nostri utenti: uno in particolare... che ho trovato a commentare nel LIVE con queste parole... "non sono un appassionato di tennis. Ma sono davvero felice in un momento come questo, così opaco per il tennis e per il nostro sport in genere, questa ragazza vinca in questa maniera. Vivo in Francia e oggi grazie a Francesca vado a testa alta".


Valutazione personale dell' articolo: come direbbe qualcuno " da 1 @ 10... 20 "

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Roland Garros 2010: Grazie Francesca! - Pagina 7 Rd_410 WTA Open de France - Roland Garros

Tit 5 giugno 2010 (stralcio di n.d.r.)


Francesca...oltre i limiti...

...

“Era chiaro cosa fare per vincere”.
Al termine del match Francesca si lascerà scappare questa sincerissima frase. E chi ha visto il match sa quanto questo fosse vero. Se all’ingresso in campo le due giocatrici apparivano entrambe compassate, quasi schiacciate dalla grandezza dell’evento, l’inizio delle ostilità ne ha separato i destini. La solita Francesca, carica e lucida, esplosiva e razionale si fronteggiava ad una Stosur più nervosa, quasi offesa dalla straordinaria presenza in campo dell’avversaria. Temiamo che l’australiana si sentisse già campionessa, come le lacrime finali e lo sguardo perso durante l’incontro han lasciato intendere. La Schiavone invece sapeva cosa fare, variare molto, non dare ritmo, e soprattutto attaccare. Missione compiuta a perfezione.

Le mani sul match.
Inizio teso e poco romanzesco, le due tengono il servizio facendo affidamento ai loro colpi migliori, e il match avanza verso le sua fasi decisive. Sul 4-4 il game più importante del match. Francesca riesce ad essere aggressiva sul servizio dell’australiana, e coglie un break di importanza capitale che le permette di prendere il controllo del match dal punto di vista mentale. Vantaggio che non perderà più anche nei momenti meno semplici.
Chiuso il primo set senza tremare, la Schiavone ha in mano il pallino. La Stosur accusa il colpo, e palesa una smania di recuperare che la porta ad affrettare le conclusioni. Ottiene anche dei risultati effimeri, ma poi scivola lentamente nelle maglie del gioco di Francesca, che nel frattempo non ha mai smesso di mettere pressione attaccando anche in controtempo e variando il gioco il più possibile. Samantha riesce infatti a salire sul 4-1, ma cede presto il break di vantaggio e si arriva al tie-break, nel quale la nostra conquista gli ultimi 5 punti con due discese a rete, un dritto vincente e due scelleratezze dell’avversaria.

Oltre i limiti.
Questo è il titolo che Francesca vorrebbe leggere sui giornali per celebrare la sua vittoria, e la lezione che vorrebbe lasciare agli sportivi italiani.
Questo è quello che ha fatto ogni giorno di queste due incredibili settimane.
Spostare ogni giorno il limite.
Alcuni giorni piccoli spostamenti, altri giorni grandi salti in avanti.
Ogni volta cercando di capire cosa fare per raggiungere il proprio obiettivo, individuando la strada giusta e percorrendola con decisione.
Non andrà sempre così, a volte i pezzi del puzzle non si incastreranno a perfezione, a volte commetterà degli errori, ma nessuno potrà mai cancellare la perfezione di questi giorni.
Cuore, passione, intensità, ma tutto al servizio di un tennis lucido e micidiale, splendido e implacabile.
Oltre i limiti, o almeno oltre ai vecchi limiti.
I nuovi limiti ancora non li conosciamo, ma sappiamo che Francesca farà di tutto per superarli.

Roland Garros 2010: Grazie Francesca! - Pagina 7 Schiav36

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UbiT 5 giugno 2010 (n.di Ubaldo Scannagatta)

FRANCESCA, UNA GIOIA IMMENSA

Dopo 34 anni dalla finale di Adriano Panatta, la Schiavone regala all'Italia una delle più grandi soddisfazioni del tennis italiano. Bellissima perché inaspettata. E pensare che la vittoria dell'azzurra alla viglia del torneo, per alcune agenzie di scommesse, era quotata a 300. Una partita perfetta che ha entusiasmato anche la più grande tennista di tutti i tempi Martina Navratilova.
All’inizio del Roland Garros c’era chi su Betfair ti offriva 300 volte la tua puntata se volevi scommettere su Francesca Schiavone campionessa del torneo. Eppure credo che quella scommessa non l’abbia fatta nessuno. E forse, non l’avrebbe fatta nemmeno lei, che pure fin da bambina sognava di vincere proprio questo torneo e quattro anni fa l’aveva anche detto: “Penso di avere il potenziale per vincere uno Slam”. Pochi l’avevano presa sul serio. Molti le avevano dato della sognatrice, alcuni della presuntuosa.

Ieri Francesca ha dimostrato sul campo che aveva ragione lei e anche se avesse scommesso su se stessa non avrebbe probabilmente guadagnato un milione e 520.000 euro come invece, fra il premio del Roland Garros e i 400.000 della Federtennis, ha messo nelle sue tasche.

Una gioia immensa per tutti quelli che amano il tennis. E una sorpresa da stropicciarsi gli occhi! Anche per le lacrime che ho visto sgorgare su parecchi visi di anziani colleghi che, come il vostro cronista, non avevano più provato una simile gioia dal 1976, quando a trionfare al Roland Garros fu Adriano Panatta. Dopo 35 anni di piccole grandi delusioni non ci credeva più nessuno.

Va ricordato che Adriano un paio di settimane prima aveva vinto gli Internazionali d’Italia e a Parigi era testa di serie n.5, non la n.17 come Francesca Schiavone, una tennista che in carriera aveva vinto solo 3 tornei, due minori (Bad Gastein e Barcellona) e uno buono, a Mosca, ma su una semisconosciuta Govortsova.

Il suo è stato un crescendo capace di far invidia a Gioacchino Rossini. Match dopo match Francesca Schiavone ha giocato sempre meglio. Dopo il primo set perso (5-7) con la russa Koulikova, al primo turno, ha vinto 13 set di fila. Una cavalcata trionfale: 6-3,6-4 il secondo e il terzo set alla Koulikova, 6-2,6-2 all’australiana Ferguson, 6-4,6-2 alla cinese Na Li n.11 del mondo, 6-4,6-4 alla russa Kirilenko, 6-2,6-3 alla danese Wozniacki n.3, 7-6 alla terza russa Dementieva n.5 prima del suo ritiro, 6-4,7-6 all’australiana Stosur in finale dopo un’ora e 38 minuti di tennis condotto sempre all’attacco, con sette volee vincenti su sette. Tali da entusiasmare la miglior tennista di tutti i tempi Martina Navratilova: “Francesca ha giocato come una campionessa, anzi lei è una campionessa. Lo ha fatto nel momento più giusto. Sentiva il match e lo ha giocato al meglio sul più grande palcoscenico del mondo. Voleva vincere e sembrava pronta a morire in quel campo…Un po’ sono sorpresa, perché le è riuscito tutto, in quei dritti in top-spin, con quel kick di servizio, e anche il rovescio ad una mano nel quale di solito è più vulnerabile è stato fantastico. Ha giocato davvero un gran tennis e sono contenta per lei. Ha giocato un tennis aggressivo, è stata bella finale e forse Francesca ha giocato il miglior match della sua vita. E’ solo il suo quarto torneo vinto _ dice Martina che di Slam ne ha vinti 18! _ beh, però ha scelto quello buono!”

Le fa eco Corrado Barazzutti: “Ha giocato un match perfetto!”. E Francesca come l’ha visto gli ha detto: “Io sono n.6 del mondo, ti ho battuto!” Il capitano di Fed Cup era stato al massimo n.7 (1978).

Papà e mamma Schiavone non sono venuti a vedere Francesca, sono rimasti nella loro casetta di Milano, hanno messo il fax al posto del telefono per starsene in santa pace a guardare il match in tv. Per telefonargli dopo la vittoria Francesca ha dovuot chiamarli al cellulare, pochi minuti prima che la raggiungesse al telefono nientemeno che il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. “Che onore, il Presidente che si congratula con me!”

Ma 32 amici di Francesca hanno invece lasciato di notte la Lombardia per dividersi in otto macchine alla volta di Parigi. “Trovare un aereo per tutti era impossibile, ci siamo messi in macchina per 10 ore, dopo che ieri avevamo fatto fare una t-shirt nera con la scritta “Schiavo, nothing is impossibile” ha raccontato Laura Dell’Angelo ex promessa del tennis (cominciò con Francesca) e grande amica della “Schiavo”.

Sono arrivati ieri mattina al Roland Garros con bandiere tricolori, tanto entusiasmo e ancor più fiato per gridare “Franci! Franci!” e ribattere agli “Aussies Aussies Aussies, Ohi, ohi, ohi”, il grido di guerra dei fans della Stosur.

Fino al 4 pari le finaliste hanno tenuto agevolmente il loro servizio. Ma lì i nervi hanno tradito l’australiana che ha commesso un paio di errori e la volee vincente di Francesca non l’ha certo tranquillizzata: un doppio fallo finale sulla palla-game. 5-4 Francesca che però va sotto 0-30, ma la Stosur sbaglia tre dritti, poi un rovescio con l’italiana che serve con grande intelligenza. 40 minuti e il primo set è finito 6-4. Nel secondo il momento più difficile. Sull’1-2 Francesca concede le prime palle break, la Stosur salirà 4-1, però sul 4-2 perde a sua volta il servizio, con Francesca bravissima ad aggredirla anticipando le risposte (“Se a una che serve bene come lei _ anche 196 km orari togli il servizio _ il match diventa alla pari. E alla apri posso vincere io”). La “Schiavo pareggia, 4 pari, si arriva al tiebreak. Che Francesca interpreta alla perfezione, attaccando sempre. Passa avanti 4 punti a due con la sesta volee vincente su sette. E sale sul 6-2, 4 matchpoint consecutivi dopo un’altra straordinaria volee fatta attaccando in controtempo.
Sette punti su sette a rete.
Percentuale punti a 100 per 100!
Mai visto in una finale.
Roba da Navratilova!
Sul matchpoint la Stosur stecca l’ultimo rovescio.
Francesca è la campionessa.
Con pieno merito.

Schiavone b.Stosur 6-4,7-6 (7-2) in 1h e 38m.

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Il Giornale 6 giugno 2010 (n.d.r.)


Francesca, il trionfo della perdente perfetta


«Non mi piace promettere, perché poi questo ti mette pressione addosso. Io voglio vivere il presente».
Francesca è questa, ti guarda negli occhi e prende una pausa prima di parlare, perché non vuole sbagliare nulla, neppure una parola.
Francesca non sapeva come avrebbe festeggiato il suo trentesimo compleanno, cade giusto il 23 giugno, e anche farsi un regalo diventava un esercizio della mente, perché «anche la mente è un muscolo, e va allenato ogni giorno, con il dritto e il rovescio».
Ecco allora perché niente è impossibile, come recitavano le magliette della sua curva nel giorno in cui un’italiana fa diventare il Roland Garros terra rosa, tutto si può quando al talento ci si aggiunge il cervello. Anche farsi un regalo così.
Per questo a Francesca non piace che la chiamino Leonessa, sembra solo forza bruta, c’è molto di più in un tennis - quello delle donne - di solito diviso tra le lolite e le Williams.
Quando poi però si crea il vuoto bisogna approfittarne, e Francesca l’ha fatto, con intelligenza, costanza, rabbia, nessuno glielo avrebbe tolto quel sogno che faceva da bambina, perché era il momento: «Ne ho viste così tante in tv di finali del Roland Garros...».
Questa volta invece in tv c’era lei e il cerchio si è chiuso.
Perché Francesca era in fondo predestinata, fin dai primi passi nel tennis delle grandi, lei unica capace di tenere i ritmi di certe marziane con la racchetta.
Mancava sempre un particolare, però, perché a un centimetro dal traguardo c’era sempre meno fiato in gola, tanto che la sua stava per diventare la carriera di una perfetta perdente.
Otto finali Wta, ovvero del grande Barnum delle tenniste, sempre perse, e gli anni passavano, la Leonessa schiumava con tutti, giornalisti compresi, con i quali ingaggiava delle furibonde conferenze stampa per spiegare loro che la Schiavone un giorno avrebbe fatto vedere chi era Francesca.
Poi, il 29 luglio 2007 a Bad Gastein, un’anonima località austriaca, il primo grande successo in singolare, il posto in cui si è sempre trovata più a disagio. Perché Francesca era davvero Leonessa da leader di una squadra, quella di Fed Cup, la Davis femminile, che oggi conta due titoli mondiali (2006 e 2009) e una finale ancora da giocare contro gli Usa, perché lei con Flavia Pennetta - la notte e il giorno del nostro tennis - erano e sono la combinazione perfetta. Ma da sola no: dopo quel 2007 è stato ancora buio e Francesca sembrava persa per sempre, troppo difficile allenare quel muscolo pieno di troppi pensieri.
Ma si sa, il cervello è uno strumento difficile e meraviglioso, e quello di Francesca ancora di più: sei mesi da sconosciuta nel 2009, poi i quarti a Wimbledon e la vita è cambiata, di nuovo, davvero.
La vita può cambiare sempre, figuriamo a 30 anni, la vecchiaia del tennis che è ancora il fiore della gioventù.
Bastano le persone giuste, l’idea che ce la si può fare, quei pensieri positivi che a volte nascono all’improvviso dopo aver colpito una pallina.

Così è nata la nuova Francesca Schiavone, che non sarà mai una star dello sport per come il mondo le cerca, ma forse per questo è adesso la più grande di tutte.

Francesca veste sempre sportivo, legge molto, frequenta poco: ha un giro di amici che sono sempre gli stessi, non ha un fidanzato ma già sa che un giorno avrà un figlio e non litiga più con i giornalisti, perché adesso sa sempre cosa dire.
E se non lo sa, ci pensa un po’ e ti guarda negli occhi.
Così è capitato anche ieri sul capo del Roland Garros vicino a quello dedicato a Susanne Lenglen, la Divina del tennis.
E Francesca sembrava più bella che mai, anche se non sarà mai una top girl: la sua bellezza era tutto nel suo sorriso un po’ malinconico e in quegli occhi che non fuggono mai, ormai non fuggono più.

Francesca ha sudato, ha lavorato, ha vinto, proprio sul campo in cui di solito giocano le marziane.

Ma ieri l’extraterreste era lei e noi della generazione orfana di Panatta che non pensava di avere più una gioia come questa, adesso possiamo dire di aver visto tutto nella vita.
Anche una marziana italiana.

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Il Giornale 6 giugno 2010 (n.d.r.)


Ambrogino d’oro e Rosa Camuna
Comune e Regione premiano Francesca


Comune e Regione fanno festa per il trionfo parigino di Francesca Schiavone. «Siamo felici ed orgogliosi per la straordinaria e storica vittoria della nostra concittadina Francesca Schiavone che con grinta e carattere ha conquistato il prestigioso torneo parigino del Roland Garros. Fino ad oggi nessuna tennista era riuscita nell’impresa di portare l’Italia e Milano così in alto nel tennis mondiale. Attendiamo Francesca a Milano, a Palazzo Marino, per conferirle l’Ambrogino d’oro e festeggiare nella sua città, con i suoi sostenitori, questo grandioso risultato». Commentano così il sindaco Letizia Moratti e l’assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi la vittoria della Schiavone, nata a Milano il 23 giugno del 1980 e cresciuta in via Cilea. E anche la Regione Lombardia darà un riconoscimento ufficiale a Francesca Schiavone. L’assessore allo Sport, Monica Rizzi, ha voluto farle i complimenti per il risultato «storico che rende orgogliosi in particolare tutti i tifosi lombardi». «Una vittoria - ha sottolineato in un comunicato in cui annuncia anche l’arrivo del riconoscimento ufficiale della Regione - che il nostro tennis nazionale attendeva da sempre: per la prima volta la regina del Roland Garros è finalmente italiana». Un messaggio di complimenti anche da Cristina Stancari, assessore allo Sport della Provincia.

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6 giugno 2010


Francesca Schiavone - Tribute



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grandissima francesca, un onore per tutti noi

sotto certi spetti mi ricorda la fantastica vittoria della Danimarca ai campionati europei di qualche anno fa
da ripescata, con i giocatori già in spiaggia, riuscì in una impresa impossibile mai più ripetibile (come ovviamente fu)

ecco, l'unico piccolo rammarico è proprio questo che non abbiamo trovato una giovane campionessa che potrebbe stabilmente tenersi tra le prime dieci del mondo e portare a casa svariati importanti trofei per una decina di anni
cosa che avrebbe un valore immenso per il movimento

comunque, grande impresa e grande francesca

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e' una gara ...ad occuparsi di tennis... Wink

RAI 1




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RAI 2


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la mitica CNN


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...e non poteva mancare il video della conferenza stampa...


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ma noi, appassionati italiani, al di la' degli articoli, delle foto, dei video e dei fiumi di parole - versati e ancora da versare - preferiamo ricordare Francesca e la sua gioia, la nostra gioia, con queste foto che la ritraggono nella semplicita' con cui siamo abituati a vederla...in campo e fuori, senza fronzoli, in jeans e maglietta, o in tuta...semplice e sorridente...
...ma conspevole di aver regalato all' Italia un' emozione indimenticabile!!


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Grazie, Francesca!!

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... si spengono i riflettori sullo Slam femminile...


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UBITennis 7 giugno 2010 (n.d.r.)


La pagella finale

Schiavone: 10 e lode

“Anche per chi naviga da una vita arriva un'età in cui deve sbarcare”. Non sono un letterato, tutt'altro. Ma proprio pochi giorni fa m'è capitato di leggere questa bellissima frase attribuita a Italo Calvino e ho pensato che sarebbe stata perfetta per Francesca. Per il suo Roland Garros, per la sua carriera. Aveva appena battuto la Wozniacki nei quarti di finale e tutti noi cominciavamo a crederci davvero. Quella frase ha riempito i miei pensieri per alcuni giorni e ora finalmente ho potuto scriverla. Il destino di Francesca era finalmente compiuto. Un sofferto primo turno (con l'unico set perso del torneo) e poi una cavalcata trionfale. Na Li, Kirilienko, Wozniacki, Dementieva e Stosur: Rossini le fa un baffo. È entrata in campo da sfavorita (almeno per il computer) in quattro di queste cinque partite, le ha fatte sue con una sicurezza impressionante. E con un tennis meraviglioso. Speriamo la sua impresa serva da esempio per tutto il tennis femminile: un altro modo di giocare (e di vincere) è possibile. Francesca lo ha appena dimostrato. La sua non è stata una vittoria qualsiasi, del “corri e tira”. Ogni suo quindici è stato un piccolo capolavoro, pensato ed eseguito alla perfezione. In finale, alcuni suoi chip and charge sono stati da manuale. Per non parlare del colpo simbolo di questo suo Roland Garros: l'attacco in controtempo, colpo ormai quasi clandestino a livello Wta (il punto del 6-2 nel tiebreak occuperà per sempre un posto speciale nelle nostre menti). Insomma, c'è modo e modo di vincere e lei ha scelto il più bello: giocando a tennis. Non finiremo mai di ringraziarla.

Stosur: 9

Henin, Serena, Jankovic. E stop. Per fortuna! Per comprendere appieno la grandezza della prestazione della Schiavone in finale, basta leggere i nomi delle tre numero uno infilzate una dopo l'altra dalla sua avversaria. Già bravissima contro una Henin apparsa però sottotono, il suo capolavoro l'ha compiuto nei quarti contro Serena. Non avesse tremato al momento di servire per il match sul 5-3 del secondo, avrebbe potuto chiudere anche più facilmente. Ancora più brava poi a non crollare nel terzo, come tante altre avevano fatto prima di lei in analoghe circostanze contro la medesima avversaria. Ha avuto quel pizzico di fortuna che sempre serve quando Serena non ha convertito per un soffio un matchpoint sul 5-4, ma sulla sua vittoria assolutamente nulla da dire. Perfettamente impietoso poi, il modo in cui ha brutalizzato la vera “imbucata” di queste semifinali, Jelena Jankovic (a mio modestissimo avviso, le altre tre le erano di una spanna superiore). M'aveva talmente spaventato che temevo la nostra Francesca potesse fare una fine simile. Alle volte, non c'è niente di più bello che toppare in pieno.

Serena Williams: 5

A forza di giocare col fuoco, s'è scottata. Vi ricordate di Melbourne e della rimonta con l'Azarenka? Stavolta le è andata male. Eppure c'è andata vicina ancora una volta. Sotto 6-2, 5-3 e servizio Stosur, ha reagito da leonessa (minuscolo) ferita. Ma proprio quando sembrava fatta (matchpoint sul 5-4 nel terzo) l'implacabile legge del contrappasso gli si è rovesciata contro con tutta la sua spietata puntualità. Diciamocela tutta: non avrebbe meritato di vincerla quella partita. L'altra aveva giocato infinitamente meglio ed avrebbe potuto chiudere in due set se un filino d'umanissima fifa non avesse fatto cuccù tra i suoi mille pensieri. Peccato. Perché questo poteva essere – 22 anni dopo Steffi Graf – l'anno buono per il Grande Slam. Con la specialista Henin già a casa, la Kuznetsova ombra di se stessa, la Ivanovic e la Safina non pervenute e la Cljisters addirittura fuori gioco, chissà quando le si ripresenterà un'occasione così ghiotta. Pronostico personale: mai.

Dementieva: 7 ½

Poveraccia. Rischia di restare la più grande giocatrice di sempre a non aver mai vinto uno Slam. Pur con tutta la gioia per il trionfo della nostra Schiavone, il pensiero non può non andare a questa ragazza, ottima giocatrice e splendida persona, che sembra aver un conto aperto con la fortuna. Ce l'ha messa tutta per cercare di coronare il suo sogno. Ha giocato dal terzo turno con uno stiramento al polpaccio, ma proprio in semifinale l'infortunio s'è aggravato e addio sogni di gloria. Gli anni passano anche per lei e le sarà sempre più difficile aggiudicarsi finalmente un major, ma proprio l'esempio di Francesca dovrebbe incoraggiarla e spingerla a non perdere la speranza: davai Elena!

Petrova: 8 ½

Più iellata ancora della Dementieva! Stava forse giocando il miglior tennis della sua vita: aveva vinto una partita tiratissima (forse la migliore del torneo) contro la Rezai; aveva impartito una memorabile lezione ad una presuntuosa Venus; stava giocando una partita magistrale anche nei quarti contro la Dementieva, quando il suo fisico ha fatto crac. Una maledizione. Insieme a Schiavone e Stosur è quella che ha espresso il miglior tennis del torneo. Riprovaci Nadia.

Jankovic: 6

Ma come, arriva in semifinale e strappa una sufficienza striminzita? Esatto. Un 6 di stima più che altro. Perché, diciamocelo chiaramente, non è che il suo tennis incanti. Tutt'altro. Se consideriamo poi che ha beneficiato d'un tabellone che sembrava fatto dalla sua onnipresente mamma (manco l'ombra d'una testa di serie sul suo cammino) e che al primo vero ostacolo è stata spazzata dal campo come una foglia secca dal marciapiede, beh, a ripensarci la sufficienza è fin troppo generosa. Meglio chiudere qui prima che ci ripensi!

Henin: 5

Già con la Sharapova non m'era piaciuta. Aveva vinto anche grazie alla generosa collaborazione della sua avversaria (0-2, 0-40 nel terzo set). Contro la Stosur i nodi sono puntualmente venuti al pettine. Quel giorno, avrebbe potuto giocare per altre dieci ore: non avrebbe vinto un set. Il suo obiettivo dichiarato al rientro era quello di vincere Wimbledon (unico trofero Slam ancora assente nel suo palmares), ma se neanche sulla terra è riuscita a fare la differenza, cosa gli racconta alle Williams sui prati inglesi?

Venus Williams: 4

A un certo punto del match contro la Petrova le si leggeva in faccia “tanto prima o poi cala e mi regala la partita”. Errore. Non è calata. Se ti chiami Venus Williams, la partita devi prendertela, non puoi aspettare che te la regalino. D'accordo, il rosso non è mai stato il suo terreno preferito. Ma qualcosina in più era lecito attendersela, soprattutto dal punto di vista dell'approccio al match. In ogni caso, può ora sorridere: Wimbledon è alle porte.

Pennetta: 6 ½

La copertina, com'è giusto che sia, è toccata stavolta alla Schiavone.
Ma noi non ci scordiamo certo della “Piccola Penna”.
Che ha giocato un signor torneo, perdendo di misura in ottavi contro una tennista troppo simile a lei, solo un po' più giovane e potente. Peccato. Ci sarebbe stato proprio bene un bel derby nei quarti con Francesca.

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