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Australian Open - A Melbourne la regina è sempre Serenada Eurosport (n.d.r.)
La Williams batte in finale Justine Henin e vince gli Australian Open, il suo 12esimo slam. 6-4, 3-6, 6-2 è il risultato dei parziali a favore della statunitense, brava a non perdere la testa nei momenti più difficili. La belga è mancata soprattutto con il servizio ma ha mostrato grande tennis
Sembrava che anche per lei potesse realizzarsi la favola della sua connazionale Kim Clijsters che, al suo rientro dopo due anni di assenza, aveva subito trionfato in un torneo del Grande Slam, gli Australian Open. E invece, il sogno di Justine Henin s'infrange in finale contro la potenza di Serena Williams. La numero 1 del mondo, detentrice del titolo, infatti, pur non senza faticare, s'impone in tre set sulla belga, ex numero 1 del mondo. A dirla tutta non è stato un match particolarmente esaltante dal punto di vista tecnico, entrambe hanno sbagliato molto, Serena non appariva certo in gran forma, ma l'agonismo messo in campo dalle due campionesse non aveva nulla da invidiare a certi match maschili.
La Rod Laver Arena è gremita e sugli spalti il tifo è tutto per Justine. La minore delle sorelle Williams, però, non si fa intimorire e combatte su ogni punto. I primi giochi sembrano interminabili, nessuna delle due concede nulla. La Henin si procura immediatamente due palle break nel primo gioco e una nel terzo, ma Serenona è brava ad annullarle, complice anche una buona prima di servizio che, al contrario, durante il match manca a Justine. Avanti 2-1, è la statunitense che, con un gran rovescio, si procura tre palle break. Ne basta solamente una, però, alla Williams per strappare il servizio e volare sul 3-1. Partita in discesa per Serena? La risposta è no, d'altronde davanti a sè c'è la Henin, non una qualunque, ma la vincitrice di sette slama. La belga si procura due palle del controbreak, ma non riesce a concretizzarla. Poco importa perchè deve attendere poco: sul 4-2 per Serena, Justine conquista l'ennesima palla break e questa volta non sbaglia. Da 4-1, la belga rimonta 4-4 e tutti si aspettano chissà quale battaglia negli ultimi giochi del primo set. Nulla da fare, però, perchè la statunitense mantiene la battuta, si porta sul 5-4 e complice una Henin particolarmente fallosa porta a casa il primo parziale.
Sull'onda dell'entusiasmo la Williams parte alla grande nel secondo set, vincendo il primo gioco e procurandosi due palle break nel secondo. Ma è in queste occasioni che esce fuori la tempra della vera campionessa e Justine lo è. Mantiene il servizio ed è lei a brekkare l'avversaria. Ma la minore delle Williams procede immediatamente con il controbreak e il set sembra proseguire all'insegna dell'equilibrio. Il punto di svolta avviene, però, sul 3-2 per la Williams, quando Serena fallisce una succulente occasione di strappare il servizio alla belga. Con un bel rovescio lungolinea Justine mantiene il servizio, si porta in pari e inanella tre giochi consecutivi che le permettono di chiudere il secondo set.
La numero 1 del mondo sembra aver perso la testa, appare annebbiata e, sotto 1-0 concede due palle break. La prima, però, in questo caso, l'aiuta e anche molto, permettendole di evitare quello che avrebbe potuto essere il colpo del ko. Il match è altalenante come non mai e il break sull'1-1 di Serena, seguito dal successivo controbreak della belga lo dimostra. Sul 2-2, però, il match si chiude, o meglio, Justine spegne la luce. Sbaglia tanto, concludendo il match con ben 6 doppi falli, contro i soli 3 di Serena, la prima di servizio è troppo poco incisiva e la risposta sulla seconda, non certo irresistibile, della Williams non è perfetta. Conclusione? Serena chiude il terzo set 6-2 e si conferma regina degli Australian Open vincendo il suo 12esimo slam e raggiungendo Billy Jean King. Sembrava che anche per lei potesse realizzarsi la favola della sua connazionale Kim Clijsters che, al suo rientro dopo due anni di assenza, aveva subito trionfato in un torneo del Grande Slam, gli Australian Open. E invece, il sogno di Justine Henin s'infrange in finale contro la potenza di Serena Williams. La numero 1 del mondo, detentrice del titolo, infatti, pur non senza faticare, s'impone in tre set sulla belga, ex numero 1 del mondo. A dirla tutta non è stato un match particolarmente esaltante dal punto di vista tecnico, entrambe hanno sbagliato molto, Serena non appariva certo in gran forma, ma l'agonismo messo in campo dalle due campionesse non aveva nulla da invidiare a certi match maschili.
La Rod Laver Arena è gremita e sugli spalti il tifo è tutto per Justine. La minore delle sorelle Williams, però, non si fa intimorire e combatte su ogni punto. I primi giochi sembrano interminabili, nessuna delle due concede nulla. La Henin si procura immediatamente due palle break nel primo gioco e una nel terzo, ma Serenona è brava ad annullarle, complice anche una buona prima di servizio che, al contrario, durante il match manca a Justine. Avanti 2-1, è la statunitense che, con un gran rovescio, si procura tre palle break. Ne basta solamente una, però, alla Williams per strappare il servizio e volare sul 3-1. Partita in discesa per Serena? La risposta è no, d'altronde davanti a sè c'è la Henin, non una qualunque, ma la vincitrice di sette slama. La belga si procura due palle del controbreak, ma non riesce a concretizzarla. Poco importa perchè deve attendere poco: sul 4-2 per Serena, Justine conquista l'ennesima palla break e questa volta non sbaglia. Da 4-1, la belga rimonta 4-4 e tutti si aspettano chissà quale battaglia negli ultimi giochi del primo set. Nulla da fare, però, perchè la statunitense mantiene la battuta, si porta sul 5-4 e complice una Henin particolarmente fallosa porta a casa il primo parziale.
Sull'onda dell'entusiasmo la Williams parte alla grande nel secondo set, vincendo il primo gioco e procurandosi due palle break nel secondo. Ma è in queste occasioni che esce fuori la tempra della vera campionessa e Justine lo è. Mantiene il servizio ed è lei a brekkare l'avversaria. Ma la minore delle Williams procede immediatamente con il controbreak e il set sembra proseguire all'insegna dell'equilibrio. Il punto di svolta avviene, però, sul 3-2 per la Williams, quando Serena fallisce una succulente occasione di strappare il servizio alla belga. Con un bel rovescio lungolinea Justine mantiene il servizio, si porta in pari e inanella tre giochi consecutivi che le permettono di chiudere il secondo set.
La numero 1 del mondo sembra aver perso la testa, appare annebbiata e, sotto 1-0 concede due palle break. La prima, però, in questo caso, l'aiuta e anche molto, permettendole di evitare quello che avrebbe potuto essere il colpo del ko. Il match è all'insegna dell'equilibrio, come dimostrano il break di Serena e il successivo controbreak della Henin. Questo, però, fino al 2-2. A quel punto Justine si risveglia dal sogno che stava vivendo e si scontra con la terribile realtà: sbaglia in continuazione (saranno sei i doppi falli al termine del match, contro i soli 3 dell'avversaria, la prima di servizio è troppo poco incisiva e la risposta sulla seconda, non certo irresistibile della Williams, lascia a desiderare. Conclusione? Serena chiude 6-2 il parziale e si conferma regina di Melbourne.
La minore delle Williams, dopo il successo in doppio con la sorella Venus, trionfa anche nel singolare e vince il suo 12esimo slam, uguagliando Billie Jean King che, presente, alla premiazione, ride quando Serena esclama: "Ho pareggiato i conti con te". Si tratta di una vittoria speciale per la statunitense, un successo che ha anche un sapore speciale, forse perchè ottenuto contro la rivale di sempre, colei che per molti era la vera numero 1 e che se non si fosse ritirata, probabilmente, non avrebbe lasciato posto a Serena al vertice del ranking. Ora la Williams si è presa la sua rivincita e ha zittito tutti, la regina è lei, ma dovrà, comunque, fare attenzione, perchè Justine è tornata.