Nuove intercettazioni: Bergamo milanista e le bugie sulla Juve 06.04.2010 14.15 di
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Nuova intercettazione pubblicata questa mattina da "La Stampa": risale
al 17 maggio 2005, nove giorni dopo il big match che assegnò lo
Scudetto 2005 alla Juventus, che battè a San Siro il Milan con gol di
Trezeguet. I protagonisti sono Paolo Bergamo ed Adriano Galliani: è
l'amministratore delegato rossonero ad interpellare il designatore: non
si parla di arbitri né di designazioni però, ma della simpatia (o vera
e propria fede) di Bergamo e della sua famiglia.
Bergamo: «Pronto?».
Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».
Bergamo: «Buongiorno dottore come va?».
Galliani: «L'ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».
Bergamo:«Non mi sono ancora ripreso dall'altra domenica (8 maggio 2005
Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un
trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto...».
Galliani: «Anche noi, anche noi».
Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».
Galliani: «E
pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo
mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa
alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era
abbordabile».
Bergamo: «Ma può darsi che
Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che
Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».
Galliani: «Da oggi parte l'operazione Istanbul... domenica brutto».
Bergamo:«Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si
permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze
dei tifosi e le reazioni dei giocatori».
Galliani:«Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell'intervallo una vergogna
(nell'intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».
Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».
Intanto emergono delle palesi incongruenze nelle informative sviluppate dal tenente colonnello Auricchio: la prima riguarda
un'ammonizione, definita «dolosa», a Simone Inzaghi in Sampdoria-Siena del 30-01-2005, 1 a 1. Il giocatore viene squalificato per Juventus-Sampdoria:
per i carabinieri questa partita finì 1 a 0 per la Juventus ed è parte
di un capo d'imputazione, ma la Juve invece perse 0 a 1, con gol di
Diana. Il secondo errore, riguarda Udinese-Brescia, 1 a 2 per
le Rondinelle: l'arbitro Dattilo avrebbe ammonito Muntari, Pinzi, Di
Michele, teoricamente in diffida, ed espulso Jankulovski per favorire
la Juventus. La domenica successiva la Juve vince 1-0, ma solo
Jankulovski non giocò:
gli altri tre giocarono regolarmente e dunque non erano davvero in diffida.