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Progetto campi veloci

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Promemoria primo messaggio :

Bella la pubblicità della federazione sui campi veloci!
90% terra...e come al solito scopriamo l'acqua calda!!!

per fortuna che al circolo dove gioco ne hanno messi giù 2 in Paly-it

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Una cosa che non capisco: ho letto recentemente di interviste su giovani talenti italiani che si allenano in sud america e sulle tecniche di allenamento deli giovani in USA: in entrambi ho letto, se non erro, che fanno allenare tanto i ragazzi sulla terra perchè si impara meglio a giocare i colpi, la tattica e a tecnica.......almeno, questo è il nuovo trend. Ed allora mi chiedo......come al solito noi facciamo il contrario?? Very Happy

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qui in Sardegna nn ci sono molti campi in rosso... sono quasi tutti in cemento o mateco (anche il centrale di Arzachena che ha ospitato la Davis era cemento, fino a tre mesi fa Smile ) eppure io di Federer, Djokovic o Nadal sardi non ne vedo Sad Evil or Very Mad il vantaggio principale del veloce non sta certo nel gioco, ma nella manutenzione e nei costi... qui è il gioco degli straccioni Very Happy

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bella la pubblicità ma solo quella,
sono il presidente di un nuovo circolo, stimo facendo 4 campi e 4 beach tennis,
ho chiesto del progetto fit, in sostanza i 4 produttori pubblicizzati sul sito FIT ti scontano il 10% del listino, capirai che sforzo rispetto alla pubblicità che gli fanno,

cmq noi facciamo 2 terra, 1 erba, 1 sintetico.

buon tennis a tutti
pure sulla sabbia

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Io non capisco perchè dite che il tennis è più bello sulla terra. Io n tv preferisco vedere molto di più una partita su hard che su terra. Il problema è che noi italiani nn ci sappiamo giocare, sia a livello atp sia a livello quarta categoria.

Sul discorso articolazioni non sono molto d'accordo, i professionisti ci giocano tutti i giorni e nn vedo molte ginocchia e caviglie rotte in giro. E' chiaro che per giocare a tennis nn basta tenere la racchetta in mano , ma bisogna avere un minimo di preparazione fisica. l'hard è 'unica superficie in cui il rimbazo è sempre omogeneo e il campo nn ha imperfezioni: sulla terra ci sono le righe, le buche , i dossi. Non dico che la terra vada eliminata, ma i campi in sintetico sono in benvenuti per quanto mi riguarda. E ci vorrebbero anche i tappeti indoor, visto che l'inverno in italia è ingiocabile, tra vento, pioggia e ghiaccio, i giorni in cui è davvero piacevole giocare sono pochi. D'estate il vento mi rovina parecchie partite

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Il tennis, come qualsiasi altra disciplina sportiva, richiede tempo, allenamento e sacrificio.
Ora, restando nei luoghi comuni, non sono queste le prime cose che vengono in mente per descrivere un italiano Wink
Concordo con Drd, il tennis va giocato su qualsiasi superficie, non a caso (anche se ora si stanno omologando un po' tutti) i 4 tornei dello slam erano su 4 superfici diverse e i "più grandi" vincevano ovunque.
Da quello che vedo sui campi oggi, si cerca di far arrivare i ragazzini al top nel più breve tempo possibile a scapito dei fondamentali, dell'autodisciplina e della creazione di una solida mentalità agonistica.
Ma forse le mie sono solo considerazioni di un "vecchio" giocatore e pure N.C. Progetto campi veloci - Pagina 2 113898

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archery57 ha scritto:
Il tennis, come qualsiasi altra disciplina sportiva, richiede tempo, allenamento e sacrificio.
Ora, restando nei luoghi comuni, non sono queste le prime cose che vengono in mente per descrivere un italiano Wink
Concordo con Drd, il tennis va giocato su qualsiasi superficie, non a caso (anche se ora si stanno omologando un po' tutti) i 4 tornei dello slam erano su 4 superfici diverse e i "più grandi" vincevano ovunque.
Da quello che vedo sui campi oggi, si cerca di far arrivare i ragazzini al top nel più breve tempo possibile a scapito dei fondamentali, dell'autodisciplina e della creazione di una solida mentalità agonistica.
Ma forse le mie sono solo considerazioni di un "vecchio" giocatore e pure N.C. Progetto campi veloci - Pagina 2 113898


QUoto! Bell'intervento! cheers

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archery57 ha scritto:
Il tennis, come qualsiasi altra disciplina sportiva, richiede tempo, allenamento e sacrificio.
Ora, restando nei luoghi comuni, non sono queste le prime cose che vengono in mente per descrivere un italiano Wink
Concordo con Drd, il tennis va giocato su qualsiasi superficie, non a caso (anche se ora si stanno omologando un po' tutti) i 4 tornei dello slam erano su 4 superfici diverse e i "più grandi" vincevano ovunque.
Da quello che vedo sui campi oggi, si cerca di far arrivare i ragazzini al top nel più breve tempo possibile a scapito dei fondamentali, dell'autodisciplina e della creazione di una solida mentalità agonistica.
Ma forse le mie sono solo considerazioni di un "vecchio" giocatore e pure N.C. Progetto campi veloci - Pagina 2 113898


Quello degli italiani che non hanno voglia è forse (senza offesa) davvero un luogo comune. Per entrare nei primi 50 ma anche 100 del mondo a mio parere è necessario avere fatto grandi sacrifici e avere un carattere di ferro...certo alcuni top 10 portano i maroni sopra i pantaloncini da tanto che sono incaxxati e tosti (cito, con qualche adattamento, dalla biografia di un noto ex-manager FIAT) ma non tutti sono così "portati". Ciao!

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Progetto campi veloci. A che punto siamo?

aggiornamento da TWI (n.d.r.) - 9 agosto 2011

La Federazione Italiana Tennis ha deciso, qualche tempo fa (maggio 2010), di lanciare l'iniziativa "Campi Veloci". La base è frutto di una analisi relativa al circuito maggiore del tennis: solo il 27% dei punti nasce dalla terra rossa, ma nonostante ciò quasi tutti i nostri giocatori costruiscono la loro classifica puntando su questa superficie in maniera quasi esclusiva. L'esempio, neanche a farlo apposta, nasce dalla Spagna, dove in 10 anni sono sorti 7mila campi veloci, sette volte più di quelli italiani.

Con tale progetto si punta quindi a favorire la creazione di tali campi, puntando su una via preferenziale per i future, concessa ai circoli dotati di tali campi; sul marketing, e accordi che porteranno a sconti fino al 20% per la loro costruzione; sulla diffusione di nuove ricerche, che confermano come non necessariamente giocare sul duro accorci la vita agonistica.

Che sia la fine della tradizione terraiola azzurra?
Filippo Volandri, forse il nostro migliore rappresentante negli ultimi anni (quarto turno al Roland Garros 2007, semifinale a Roma nel 2007, oltre ad altri importanti piazzamenti, tutti sul rosso) non ha troppi dubbi, come ci ha confessato recentemente: "Non credo ci riusciremo mai, staccarsi da questa superficie vorrebbe dire dimenticare una nostra tradizione. Anche negli USA iniziano a far giocare i ragazzini sul rosso, segno che comunque questa impostazione non è sbagliata. Comunque la FIT fa bene ad insistere, il 70% dei punti si gioca sul veloce, crescere sul duro farebbe bene a tutto il movimento".

Fabio Fognini, eroe del recente Roland Garros con i quarti di finale conquistati, elogia invece la campagna: "E' un'ottima iniziativa, sono d'accordissimo con questa scelta. In Italia il peso della tradizione terraiola è ancora molto elevato: credo che se fossi nato negli USA, per esempio, forse avrei privilegiato molto di più i tornei sul cemento!".

Uno che invece in carriera ha giocato molto bene sul veloce, oltre che sulla terra, è Daniele Bracciali, che ci rivela quale per lui è il problema di fondo: "Nei circoli i soci preferiscono giocare sulla terra rossa, per ragioni legate alla minore probabilità di traumi articolari. Un campo in cemento dovrebbe essere costruito ex novo, invece che al posto di uno in terra rossa, come ora accade. Perciò si incontrano resistenze molto forti nei circoli. Sarebbe sicuramente un vantaggio per il movimento tutto lavorare sin da giovani sul cemento e sui campi veloci, anche perché buona parte dei punti ATP si conquista là".

A giudicare però dai pareri dei medici, le nuove tecnologie fanno sì che non sia più tanto vero che giocare sul duro arrechi danni concreti alle articolazioni dei giocatori.

Nel giro di 1 anno, la situazione in Italia è migliorata leggermente, ma comunque lontani dalla situazione degli altri paesi:

Germania: campi 48.000 di cui in veloce 10.000 (21%);

Francia: campi 33.000 di cui in veloce 15.000 (45%)

Spagna: campi 18.000 di cui in veloce 7.000 (39%)

Italia: campi 10.000 di cui in veloce circa 1.120 (11,2%).

In 12 mesi, sono stati costruiti 120 campi in Play-It, Greenset o in Mantoflex (le superfici più usate), sommati ai circa 1.000 già esistenti.

Mentre la campagna continua, tra mille difficoltà e con risultati ancora non così rilevanti, rimane ancora aperto il dibattito tra appassionati e addetti ai lavori: ha senso impostare la crescita di un giocatore sul duro, o meglio continuare nel solco della tradizione della terra rossa?



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ha senso impostare la crescita di un giocatore sul duro, o meglio continuare nel solco della tradizione della terra rossa?


Qui l'importante è che il tennis trovi le strutture in cui praticarlo!!!! Che sia in cemento, che sia in terra quello dipende dalle scelte del circolo/propieatario, ma chi vuole giocare a tennis in Italia lo deve fare in poche strutture a volte gestite male.

Campi liberi non ce ne sono, campi comunali sono lasciati allo sbando se ci sono: chi vuole investire nel tennis, lo deve fare con i suoi soldini, e poi ci lamentiamo che il tennis in Italia è uno sport per pochi...

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Sman ha scritto:
Secondo me siamo rimasti con una mentalità anni 70, dove tutto ciò che non era terra non era figo e non era moderno ecc ecc. Svegliamoci. Basta pallettari.


Quoto , siamo rimasti ancora a :

Sintetico ? Ma no , il tennis vero è sulla terra !

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Ehheeh quella frase me la sono sentita dire da un signore che gestisce due campi in terra nella provincia piacentina (vermanete basso lodigiano, o magozia... Smile)...



Peccato che il campo in terra sia pieno di buche, e credo proprio per questo non proprio frequentato...

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Non ho un bagaglio tecnico e sono distante dai campi da tantissimo tempo.
Come penso molti della mia generazione ho iniziato a giocare sul cemento (costava meno) poi sono passato sulla terra rossa continuando però a fare qualche ora sulle superfici che iniziavano ad apparire (erba sintetica, moquette, simil tartan, ecc.)

Parlando solo della mia attuale situazione fisica Progetto campi veloci - Pagina 2 113898 penso che senza la terra rossa sarei costretto a rinunciare a giocare né credo che anche allenandomi molto di più, potrei ora tornare a giocare sul cemento.

Perciò vedo corretto un ampliamento delle superfici su cui sia possibile giocare con particolare attenzione a quelle diverse dalla terra rossa dato che in Italia è già molto presente.
Per quanto riguarda invece i "talenti", penso anch'io che o si allarga la base inserendo lo sport anche a livello scolastico oppure, dovremmo accontentarci di avere un Pietrangeli, un Panatta ogni paio di decenni Suspect

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archery57 ha scritto:


Parlando solo della mia attuale situazione fisica Progetto campi veloci - Pagina 2 113898 penso che senza la terra rossa sarei costretto a rinunciare a giocare né credo che anche allenandomi molto di più, potrei ora tornare a giocare sul cemento.



Il cemento è estremo , un campo sintetico in materiale "gommoso" è confortevole .

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Io il sintetico lo trovo ingiocabile per me la classifica è terra, erba , cemento.
Secondo me il discorso è un altro:
La terra è preferita dalla stragrande maggioranza dei giocatori italiani ma va detto che se non faccio campi in veloce e voglio allenare degli agonisti che puntano ad un livello alto non posso e non voglio farli giocare solo ed esclusivamente su terra battuta o meglio posso anche ma saranno buoni giocatori non top ten e mai top five, top 100-50-20 anche ma non numeri 1. Quindi siamo ad un bivio, il guadagno (i campi in terra che fanno giocare molta più gente qui in italia e ricordiamoci che una bella fetta dei "circolisti" sono over 65 e mai giocheranno sul cemento poroso) o la crescita agonistica ( un equa divisione tra campi in terra e veloci) che magari porterebbe ad una perdita ora ma in futuro con un N1,2,3 o 4 italiano porterebbe molti ad avvicinarsi al nostro meraviglioso sport.

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Il problema sta nella federazione, non nella superficie, invece di dare agevolazioni e incentivi ai circoli, cerca di succhiare più soldi possibili!

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ad esempio?!?
IvanKing ha scritto:
Il problema sta nella federazione, non nella superficie, invece di dare agevolazioni e incentivi ai circoli, cerca di succhiare più soldi possibili!

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soldi tessera socio, soldi tessera atleta, soldi torneo, soldi campionati a squadre, soldi scuola tennis, quota annuale affiliazione, quota trasferimento atleta da circolo a circolo, quota iscrizione ai tornei, persino quota omologazione campi...

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aggiornamento
(rif mex 9/8 - Hrs 15:27)

da TWI (n.d.r.)

Riceviamo e pubblichiamo un prezioso intervento di Roberto Commentucci sul progetto "campi veloci" della FIT, ringraziandolo per la disponibilità.

Cari signori,
mi riferisco all’articolo “Progetto Campi Veloci FIT, a che punto siamo?” apparso sul vostro sito, lo scorso 9 agosto..
Vorrei innanzitutto ringraziare TWI per la visibilità che ha dato al Progetto, e farvi in generale i complimenti per il vostro lavoro, con cui contribuite alla diffusione del tennis in Italia. Personalmente ho trovato l’articolo ben scritto e ben documentato. Quanto ai commenti lasciati dai lettori, invece, mi sono reso conto che non tutti i dettagli e tutte le implicazioni del progetto sono stati chiaramente percepiti, e quindi vorrei fornire qualche piccola precisazione.

Iniziamo dall’aspetto economico. Ho notato che nei commenti si oscilla dal “ma i soldi della Federazione dovrebbero essere spesi diversamente” al “la Federazione ha lanciato il progetto per prendere la stecca dalle ditte che costruiscono i campi”. Quindi c’è chi considera il progetto un investimento inutile, e chi lo considera un centro di profitto.
Ebbene, come spesso accade, sbagliano sia gli uni, sia gli altri. Il Progetto è a costo zero per la Federazione, che d’altra parte non incassa alcuna “stecca” dalle ditte partner. La FIT intende perseguire un obiettivo tecnico/impiantistico di politica sportiva, non fare cassa. La Federazione ha lanciato il Progetto curandone la diffusione e la strategia di comunicazione con l’utilizzo dei suoi media (sito web, canale televisivo, rivista) e mediante la propria organizzazione territoriale (comitati regionali). Le ditte selezionate come partner, in cambio della visibilità ottenuta, si sono impegnate a praticare sconti sostanziosi (fino al 20% sul prezzo di listino della posa delle resine sintetiche) ai Circoli affiliati. questi sconti vanno nell’interesse ultimo del movimento, della base. In pratica, è come se la Federazione si accollasse il 20% del costo dei campi. Completano il progetto gli accordi con l’Istituto per il Credito Sportivo, che eroga ai Circoli finanziamenti a tassi agevolati. In questo modo, i Circoli possono riconvertire i campi dalla terra al veloce, o installarne di nuovi, senza tirare fuori un solo euro di anticipo, per poi rimborsare il debito contratto con il Credito Sportivo con i proventi generati dai nuovi campi.

Andiamo poi all’aspetto medico. Ho letto con piacere l’intervento di un preparatore fisico che tranquillizzava sulla bassa pericolosità dei campi veloci di ultima generazione. In effetti, che i campi sintetici siano dannosi è ormai un luogo comune, basato sulle superfici di oltre 30 anni fa. Qualche tempo fa ho intervistato il prof. Giovanni Di Giacomo, uno dei migliori ortopedici italiani (potete trovare l’intervista sulla rivista “Supertennis Magazine” di luglio, scaricabile dal sito Federtennis.it a questo link: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ). Il prof. Di Giacomo, un luminare, e grande esperto di tennis (é medico ufficiale di Atp e Wta per l’Europa), ha dichiarato quanto segue:
“Mi sento di lanciare un messaggio pienamente rassicurante, ma vanno fatti dei distinguo: le vecchie superfici dure erano in effetti piuttosto impegnative per le articolazioni. Ma negli ultimi anni sono stati compiuti grandi progressi. I campi sintetici oggi hanno uno strato di materiale gommoso, detto “cushion” che consente di eliminare gran parte delle sollecitazioni a carico di caviglie, ginocchia e colonna vertebrale. E quindi molti allarmi mi paiono ormai non più giustificati. E poi, ripeto, anche qui gioca un ruolo importante la tecnica: il modo di spostarsi sui campi veloci è diverso da quello che si usa sulla terra rossa, e si deve imparare a muoversi nel modo giusto, esattamente come si impara il servizio. Infine, va anche detto che molti problemi nascono da una scelta superficiale dell’attrezzatura. Il sintetico è una superficie bloccante, se ci si gioca sopra con scarpe da terra rossa, che sono costruite per scivolare, poi non si può dare la colpa al campo. Scegliamo le scarpe corrette.”

Sulla effettiva utilità tecnica del progetto: il progetto si basa sull’osservazione delle esperienze agonistiche dei tre paesi che producono il maggior numero di top 100 nel settore maschile: Spagna, Francia, Germania. Sono i tre paesi al mondo (assieme alla Repubblica Ceka, altra grande scuola) dove l’attività giovanile è maggiormente diversificata per superficie, nel senso che là i giovani giocano e si allenano sia sulla terra, sia sul veloce. E’ per questo, infatti, che i paesi a cultura di sintetico (Stati Uniti e Australia in primis) stanno costruendo campi in terra. Perché alla base del successo c’è la diversificazione per superficie delle esperienze agonistiche fatte dai giovani durante la loro formazione.

Infine: siamo consapevoli che fare i campi veloci non è sufficiente: bisogna disputarci sopra i tornei, e bisogna avere maestri che sappiano insegnare bene il gioco sul veloce. Per questo, nell’ambito del Progetto, è stata aumentata decisamente la percentuale di gare giovanili organizzate sul veloce (questa settimana ad esempio si stanno svolgendo i campionati italiani under 13, che si giocano sul sintetico) e soprattutto, sempre nell’ambito del Progetto, l’Istituto di formazione Roberto Lombardi ha rivisto i programmi didattici dei corsi per Istruttore e Maestro, nonché quelli dei corsi di aggiornamento, per includere sessioni tecniche dedicate al gioco sul veloce: tecnica di spostamento, anticipazione motoria, servizio e risposta aggressiva, e via elencando.

Siamo consapevoli che la strada è lunga, e che c’è ancora molto da fare, specie con questa difficile congiuntura economica, che certamente non incoraggia gli investimenti. Ma dateci fiducia, e vi prego, non pensate sempre che dietro ogni progetto o iniziativa ci sia sotto qualcosa di losco. Spesso la spiegazione più semplice, è anche la più vera.
Buon tennis a tutti.

Roberto Commentucci
Commissione Impianti
Federazione Italiana Tennis

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Per esempio un circolo italiano ha organizzato per 2 anni di fila i campionati italiani under, ora ha un debito di cento mila euro, e la federazione fornisce 0 aiuto, è una vergogna!

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Per me la pubblicità è... ingannevole. Io sono un 40 enne... quando ho iniziato a "giocare" io, nella frazione dove abitavo c'era 1 capo in mateco. Il paese che faceva comune, aveva 2 campi in mateco ed 1 in terra.

Su tutto il territorio esistevano esattamente tanti campi in mateco e tanti in terra. Giocare sul mateco, costava meno... e noi ragazzini, giocavamo sul mateco. Di ragazzi con del talento ne ho visti... ma... dove sono finiti?!?!?
Quindi non credo che si arriverà ad avere un top ten italico, solo quando avremo le percentuali di campi in voloce che hanno gli altri stati.
Io credo che sia solo una pubblicità... e cioè Marketing puro... atto a vendere un prodotto, semplicemente facendo leva anche sul: "... per garantire un futuro vincente ai nostri giovani"...

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marco.tazzioli ha scritto:
Per me la pubblicità è... ingannevole. Io sono un 40 enne... quando ho iniziato a "giocare" io, nella frazione dove abitavo c'era 1 capo in mateco. Il paese che faceva comune, aveva 2 campi in mateco ed 1 in terra.

Su tutto il territorio esistevano esattamente tanti campi in mateco e tanti in terra. Giocare sul mateco, costava meno... e noi ragazzini, giocavamo sul mateco. Di ragazzi con del talento ne ho visti... ma... dove sono finiti?!?!?
Quindi non credo che si arriverà ad avere un top ten italico, solo quando avremo le percentuali di campi in voloce che hanno gli altri stati.
Io credo che sia solo una pubblicità... e cioè Marketing puro... atto a vendere un prodotto, semplicemente facendo leva anche sul: "... per garantire un futuro vincente ai nostri giovani"...


è vero che da noi in italia ci sono prevalentemente campi in terra...

ma nei circoli dove si pretica agonistica è sempre presente qualche campo in cemento!!!

il discorso "creiamo un futuro vincente" e che il 75% ddei punti atp e wta si vincono giocando sul veloce sarà anche vero, ma sembra solo un modo per pubblicizzare. la vedo come te!

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in italia non è un discorso di campi in terra...vedi la spagna che sulla terra ha creato nadal verdasco lopez ferrer....in italia ci sono solo chiacchiere e scuse...la verità è che mancano le accademie poichè non sono stati investiti soldi nel tennis e per diventare un tennista o almeno provarci in italia devi spendere 200 mila euro l anno...e quanti hanno questa possibiltà??? quasi nessuno!!! è una vergogna!!!

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Io non amo per nulla la terra rossa e per questo cerco di giocarvi sopra il più possibile.

Nel senso, quando comincia la stagione dei tornei FIT 2012 voglio essere dignitosamente competitivo sia sul sintetico/veloce (che prediligo) sia sulla terra (che aborrisco).

E poi non so, sbaglierò ma allenarsi a fare le cose più difficili ho idea faccia un gran bene!

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Ma la FIT più che spingere i circoli a fare più campi veloci, non potrebbe semplicemente suggerire ai suoi maestri a fare più lezioni sul cemento?
A quel punto basterebbe un campo veloce per circolo; mi sembra anche molto più semplice come soluzione.

I circoli continuerebbero a mantenere i campi per i quali hanno maggiori richieste e maggiori introiti, i giocatori di club continuerebbero a giocare sulla superficie preferita, meno dannosa ecc., e i "baby campioni del futuro Wink " crescerebbero col maestro sul veloce.
Non mi sembra così complicato.

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Acdc puoi dirmi in che circolo giochi?vorrei prenotare un oretta oggi su un campo veloce!

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Andras ha scritto:
Io non amo per nulla la terra rossa e per questo cerco di giocarvi sopra il più possibile.

Nel senso, quando comincia la stagione dei tornei FIT 2012 voglio essere dignitosamente competitivo sia sul sintetico/veloce (che prediligo) sia sulla terra (che aborrisco).

E poi non so, sbaglierò ma allenarsi a fare le cose più difficili ho idea faccia un gran bene!


E' esattamente quello che sto facendo anch'io. Comincio un po' a prendere confidenza sulla scivolata e questo mi aiuta a gestirla un po' meglio vista la lentezza di spostamenti e visto che sulla terra per cercare bene la palla serve un passo in più.
Anche perché il cemento è per puro divertimento, visto che i tornei si svolgono tutti sulla terra. Uno solo sull'erba sintetica e NESSUNO su cemento.
Ecco per progetto campi veloci dovrebbero dedicare una % della stagione anche su tale superficie o no Question Progetto campi veloci - Pagina 2 432574
Troppe chiacchiere e pochi fatti come al solito Progetto campi veloci - Pagina 2 432574
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