articolo apparso su "la Repubblica" , riportato da UBI Tennis
Gianni Clerici su Francesca Schiavone
"Fin qui, sicuramente mal-tradotta, la testimonianza dell'ottimo Philippe Bouin. Riprendo la mia modesta attività per sottolineare un ingresso ai quarti meno sorprendente, ancorché privo di malori e di falli di piedi. Quello di Francesca Schiavone sempre più virile nonostante la «rouche» della sottanella. La sua avversaria, Jelena Jankovic, era certo impressionante per l'abito di vivissimo fucsia, oltre che per la regolarità: la stessa che le aveva consentito nel passato di appropriarsi di un titolo sempre sfuggito aFrancesca, quello degli internazionali romani. Dopo un inizio più autorevole della Schiavone (5-1) qualche errore di troppo (eccessi nelle smorzate) equilibrava il match. Ma l'aria di Parigi non finisce di ispirare la Leonessa. Ed eccola chiudere l'ultimo game con ripetute discese a rete, un genere ormai quasi sconosciuto tra le esponenti dell'ex sesso debole. Eccola, alla fine, abbandonata a baciare le terra, così come accadde nella gloriosa finale del 2010. Pare giusto ricordare, oltre a ciò, la sconfitta della sua prevista avversaria nei quarti, la russa Zvonareva, sostituita dalla meno esperta Pavlyiuchenkova. Giornata, in fondo, memorabile. Era dal 1949 che due italiani, l'uno nato a Fiume, l'altra a Dresda, Kucel e la Ulstein-Bossi, non raggiungevano i quarti.
L'Italia s'è desta."