Come posso gestire il "Braccino"?

Promemoria primo messaggio :

Ciao a tutti, vi scrivo per raccontare un psicodramma accaduto in un secondo turno giocato domenica scorsa, che non ho ancora elaborato del tutto e ha a che fare con la mia - scarsa - tenuta psicologica.

Primo set vinco 6-2 giocando bene e in controllo; il secondo set l'avversario gioca meglio e andiamo avanti game su game finché faccio break e mi porto 5-4 al servizio. E qui iniziano i problemi, il corto circuito mentale. Non chiedetemi come... subisco il contro break, il set si trascina al tie break e perdo 6-7 (5-7).

Dunque si va al terzo set, che come sapete nei tornei di quarta consiste in un tie break. Qui arriva il vero psicodramma. Sono avanti 9-8 e sto servendo per chiudere la partita, ma sostanzalmente succede questo:

9-9
10-9
10-10
11-10
11-11
12-11
12-12

E alla fine perdo 12-14. Non per meriti dell'avversario, ma perché il mio braccio è andato in vacanza. Ora, so che è una domanda da milioni di dollari, ma sono certo che qui c'è qualche tennista molto più esperto di me perciò mi appello a voi per capire come gestire questi momenti e dialogare con quella vocina nella testa che ti dice continuamente: "stai tranquillo, questa partita non la vinci".

Consigli?

Zeus ha scritto:

Zeus ha scritto:

proprio ieri (vincevo 5/2) 30/0 l'avversario mi chiama fuori un servizio (da sinistra) slice sulla t ad uscire che in tutta la mia vita non sono mai riuscito a fare così, ha girato in maniera assurda...
bhè, sulla seconda lui entra in campo ma io che sono testa di c...o batto una seconda piatta e forte al corpo che quasi lo centro (è stato bravo a spostarsi) e mi fa "ma che ti sei rincogli....o per poco non mi prendevi ", e io che gli dico "quello è il karma, la prima era buona"

piccola correzione, eravamo 40/0 anche perchè sul 30/0 si batte da destra...
come dice  [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mai scrivere/rispondere a stomaco vuoto  

andreaforrest ha scritto:

Se posso portare la mia piccola esperienza, terza stagione agonistica. Credo che perdere 13-11 puó capitare sempre, anche se si gioca da 30 anni. Nel tennis ci sono tantissime variabili, sfaccettature e cambimenti di condizione, fisica mentale. Ed inoltre si gioca contro due avversari. Il primo è te stesso, il secondo il tuo avversario.  Capita spesso anche a me, calo fisico, calo di intensità e il braccio diventa meno fluido. A me aiuta pensare cosa mi dice il mio maestro:
- se sei pigro sei poco intenso in tutto , gambe testa e braccio
- meglio fuori che in rete
- nel professionismo sbagliano diverse palle su 10 tirate. Bhe tu puoi permetterti anche più errori.
- guarda sempre avanti

Poi penso al libro letto du djoker - nole . Lui aveva paura da piccolo, perché si allenava e doveva rifugiarsi dai bombardamenti.

Questo è quello che penso, ma per pochissimo. Dopo si gioca. E bisogna divertirsi.

concordo in tutto, tranne che nella parte in grassetto, meglio fuori che a rete va va bene solo quando si è da fondo e si gioca con traiettoria e profondità, ma in caso di attacco con i piedi dentro il campo o addirittura a metà campo è meglio sbagliare andando a rete perchè in questo caso la traiettoria si deve abbassare per far passare la palla più vicina alla rete, altrimenti se attacchi con traiettoria alta per passare la rete da dentro il campo è sicuro che vai lungo perchè il campo si accorcia

si si
io ho scelto la par condicio
prendo piu nastri che farfalle (entrambi a livelli altissimi....)
me ne passa uno su 20
giuro sulle mie 27 racchette....

il miei amico bravi dicono dagli piu rotazione...ma credo mi venga piu facile parlare con il nastro e cercare di convincerlo
a parte gli scherzi
se la pallae corta e pure bassa una bella uncinata stile mancino
e uno dei colpi che provo troppo poco
quando arriva una palla cosi, se e sul dritto vado in chop e vengo a rete ma mentirei se dicessi che e sempre efficace
suö rovescio meglio, e piu facile modulare il colpo

Detospecial ha scritto:

Ciao a tutti, vi scrivo per raccontare un psicodramma accaduto in un secondo turno giocato domenica scorsa, che non ho ancora elaborato del tutto e ha a che fare con la mia - scarsa - tenuta psicologica.

Primo set vinco 6-2 giocando bene e in controllo; il secondo set l'avversario gioca meglio e andiamo avanti game su game finché faccio break e mi porto 5-4 al servizio. E qui iniziano i problemi, il corto circuito mentale. Non chiedetemi come... subisco il contro break, il set si trascina al tie break e perdo 6-7 (5-7).

Dunque si va al terzo set, che come sapete nei tornei di quarta consiste in un tie break. Qui arriva il vero psicodramma. Sono avanti 9-8 e sto servendo per chiudere la partita, ma sostanzalmente succede questo:

9-9
10-9
10-10
11-10
11-11
12-11
12-12

E alla fine perdo 12-14. Non per meriti dell'avversario, ma perché il mio braccio è andato in vacanza. Ora, so che è una domanda da milioni di dollari, ma sono certo che qui c'è qualche tennista molto più esperto di me perciò mi appello a voi per capire come gestire questi momenti e dialogare con quella vocina nella testa che ti dice continuamente: "stai tranquillo, questa partita non la vinci".

Consigli?

Ciao, la nikephobia è la più grande nemica del tennista. Cadere in questi blocchi è veramente semplice oltre che usuale. Non è un problema tennistico in senso stretto, per capirci ne sono stati "vittima" giocatori del circuito ATP e per uscirne hanno dovuto faticare tanto. Non posso entrare nel tuo caso specifico ma ritengo utile un piccolo accorgimento per così dire mentale oltre che banale. Pratichi il GIOCO più bello del mondo, una perfetta riproduzione bellica, una guerra per tempo e spazio e come in tutte le guerre i pensieri corrono veloci ed in un batter d'occhi passi dall'eccitazione alla frustrazione: i soldati combattono con la testa i guerrieri con il cuore.

Detospecial ha scritto:

Grazie a tutti per le risposte! Purtroppo questo weekend, non contento, mi sono ripetuto.

Terzo set, tie break perso 13-11.

Prima o poi capirò come gestirlo... più poi che prima.
P.s. per chi me l'ha chiesto: gioco da 2 anni.

Soprattutto nel tie-break bisogna giocare punto a punto il che vuole dire che il margine di rischio deve essere ridotto a zero. Risposte al servizio centrali e profonde ma lontano dalle righe (mezzo metro dentro). Evitare il S&V stile o la va o la spacca.
Se il tuo avversario gioca punto a punto vincerà il più forte, se gioca random vinci tu.