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Gestire la rabbia

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Ciao ragazzi sono qua ad esporvi un problema che ho da quando ero bambino: la rabbia

Spesso, quando perdo contro avversari del mio livello o di poco superiori al è al 90% colpa della rabbia. Vi spiego: appena inizio gioco bene, ma appena sbaglio anche un solo punto mi arrabbio tantissimo, ho spaccato diverse racchette, ho lanciato via (e perso) almeno 100 palle (infatti ne compro molte), e molte volte il proprietario del circolo mi dice di calmarmi e di smetterla perchè sto disturbando tutti. E' una cosa che non riesco a controllare, ma la cosa strana è che fuori dal campo sono un tipo calmissimo...mentre in campo tutt'altro. Vorrei strasformare questa rabbia contro me stesso ad una rabbia agonistica, ma l'unica conseguenza che ne ho è perdere ogni punto...anche apposta.

Risultato? Sconfitte e nervosismo altissimo...e spesso anche mal di testa. Cosa potrei fare?

P.S. non ditemi che lo faccio per imitare Agassi perchè lui era un tipo calmo.

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io non mi arrabbio mai neanche se perdo non ho mai lanciato una racchetta anchio mi arrabbio un po ma tutti si arrabbiano però dovresti controllare la rabbia

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sergio gatti ha scritto:
io non mi arrabbio mai neanche se perdo non ho mai lanciato una racchetta anchio mi arrabbio un po ma tutti si arrabbiano però dovresti controllare la rabbia


Il problema è come... Rolling Eyes

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potresti usare la rabbia a tuo favore non lanciare racchette o palline quando sbagli cerca di capire il perchè hai sbagliato quel punto

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Rudy Kirk Agassi ha scritto:
Ciao ragazzi sono qua ad esporvi un problema che ho da quando ero bambino: la rabbia

Spesso, quando perdo contro avversari del mio livello o di poco superiori al è al 90% colpa della rabbia. Vi spiego: appena inizio gioco bene, ma appena sbaglio anche un solo punto mi arrabbio tantissimo, ho spaccato diverse racchette, ho lanciato via (e perso) almeno 100 palle (infatti ne compro molte), e molte volte il proprietario del circolo mi dice di calmarmi e di smetterla perchè sto disturbando tutti. E' una cosa che non riesco a controllare, ma la cosa strana è che fuori dal campo sono un tipo calmissimo...mentre in campo tutt'altro. Vorrei strasformare questa rabbia contro me stesso ad una rabbia agonistica, ma l'unica conseguenza che ne ho è perdere ogni punto...anche apposta.

Risultato? Sconfitte e nervosismo altissimo...e spesso anche mal di testa. Cosa potrei fare?

P.S. non ditemi che lo faccio per imitare Agassi perchè lui era un tipo calmo.

Scusa se te lo chiedo, ma le racchette che rompi chi le ha pagate? Per calmarti forse dovresti pensare che quelle racchette o le palline sono state acquistate con dei sacrifici, magari, quando la prossima volta avrai degli scatti d'ira, lascia la racchetta e datti un pizzicotto con tutta la forza che hai, quando vedrai il livido, forse la rabbia ti passera'!

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zitto e gioca, più parli più sbagli

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Rudy Kirk Agassi ha scritto:
sergio gatti ha scritto:
io non mi arrabbio mai neanche se perdo non ho mai lanciato una racchetta anchio mi arrabbio un po ma tutti si arrabbiano però dovresti controllare la rabbia


Il problema è come... Rolling Eyes




Smettendola di fare e dire caxxate e pensando a crescere e maturare un po'...No

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con tutto il rispetto io con uno in campo che si comporta così saluto e me ne vado Wink

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superteo ha scritto:
con tutto il rispetto io con uno in campo che si comporta così saluto e me ne vado Wink


Quoto al 100%!!!!!!!

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Prova a contare fino a 10 prima di spaccare ogni racchetta, e pensa che da OGNI sbaglio c'è qualcosa da imparare... think positive! Cool

In alternativa, quando spacchi la racchetta, fallo sulla fronte, o sulla rotula... dopo la seconda vedrai che ti passa la voglia! lol! (ovviamente era una battuta)

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otello69 ha scritto:
Rudy Kirk Agassi ha scritto:
sergio gatti ha scritto:
io non mi arrabbio mai neanche se perdo non ho mai lanciato una racchetta anchio mi arrabbio un po ma tutti si arrabbiano però dovresti controllare la rabbia


Il problema è come... Rolling Eyes




Smettendola di fare e dire caxxate e pensando a crescere e maturare un po'...No


Come al solito vengo "aggredito" ma non ne trovo il motivo. Capita anche ai pro di "incaxxarsi" e loro hanno 20-30 anni. Ognuno è fatto a modo suo e io non dico caxxate per fare il figo perchè potrebbe fregarmene di meno di sembrare un tipo anormale, anzi. Naturalmente non spacco una racchetta a partita, ne avrò spaccate 3 in 8 anni di tennis.

gianlugi1978 ha scritto:
Rudy Kirk Agassi ha scritto:
Ciao ragazzi sono qua ad esporvi un problema che ho da quando ero bambino: la rabbia

Spesso, quando perdo contro avversari del mio livello o di poco superiori al è al 90% colpa della rabbia. Vi spiego: appena inizio gioco bene, ma appena sbaglio anche un solo punto mi arrabbio tantissimo, ho spaccato diverse racchette, ho lanciato via (e perso) almeno 100 palle (infatti ne compro molte), e molte volte il proprietario del circolo mi dice di calmarmi e di smetterla perchè sto disturbando tutti. E' una cosa che non riesco a controllare, ma la cosa strana è che fuori dal campo sono un tipo calmissimo...mentre in campo tutt'altro. Vorrei strasformare questa rabbia contro me stesso ad una rabbia agonistica, ma l'unica conseguenza che ne ho è perdere ogni punto...anche apposta.

Risultato? Sconfitte e nervosismo altissimo...e spesso anche mal di testa. Cosa potrei fare?

P.S. non ditemi che lo faccio per imitare Agassi perchè lui era un tipo calmo.

Scusa se te lo chiedo, ma le racchette che rompi chi le ha pagate? Per calmarti forse dovresti pensare che quelle racchette o le palline sono state acquistate con dei sacrifici, magari, quando la prossima volta avrai degli scatti d'ira, lascia la racchetta e datti un pizzicotto con tutta la forza che hai, quando vedrai il livido, forse la rabbia ti passera'!


Le racchette (alla fine spaccate 3 in 8 anni) e anche le palline le ho pagate coi miei soldi risparmiati grazie ai soldi donati per cresima, natale e robe varie. Comunque ora questa non la spacco perchè ci tengo troppo per spaccarla.

Comunque come ogni mio topic, voi lo intendete come un topic dove fare il "figo" e non rispondete quasi mai alle mie domande. Se voi siete calmi non vuol dire che lo siano tutti, e chi dice di non esserlo allora è solo uno che vuole sembrare un tipo "figo"

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Naturalmente io non mi spacco le racchette in testa o non ne rompo 1 partita....questo video era solo per dimostrare a "qualcuno" che anche i pro, che sono maturi come persone ormai (alcuni hanno anche 30 anni) hanno degli scatti d'ira...nel video c'è pure Federer...

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La rabbia non porta da nessuna parte.
Se ogni volta che sbagli ti arrabbi non riesci a capire dove hai sbagliato e quindi non riesci a correggerti e ripeterai gli stessi errori ciclicamente.
La rabbia consuma energie sia fisiche ma soprattutto mentali. Quando sbagli il colpo, sia tecnicamente che tatticamente, devi capire dove sta l'errore se perdi tempo a far sceneggiate per il campo perdi un'ottima occasione per crescere. Se ti fai prendre dalla rabbia perdi la bussola perdi letteralmente te stesso e ti consegni all'avversario.
Insomma la rabbia è sintomo di insicurezza significa che non hai le risposte da darti per progredire, viaggi a vista non vedi la via d'uscita. Se ti fai vedere arrabbiato (comunque la terminologia giusta per un essere mano è inquietato) l'avversario sa che sei insicuro e che hai un evidente punto debole su cui può contare e su cui colpire. Se sei insicuro non sarai mai forte (relativamente al proprio livello).
Ci può stare la piccola incazzatura e lo gridata rivolta a noi stessi per attivarci ma se diventa un'abitudine significa che il nostro gioco è basato su fondamenta poco solide.

Lascia stare i Pro, non so prendibili come riferimento.
Primo si incavolano di meno rispetto a quello che potrebbe sembrare.
Secondo giocano tornei importanti tutto l'anno, settimana dopo settimana, a ritmi per i più insostenibili. Terzo loro giocano per professione, il tennis è il loro mestiere ci si guadagnano il pane, sono sottoposti a tensioni inimmaginabili sia verso se stessi sia verso chi gli gira attorno (famiglie, sponsor e vari investitori).

Per ultimo considera che dall'altra parte c'è anche l'avversario che non è un arredo del campo ma sta lì per cercar di vincere e non ti regala nulla. Il tennis si gioca un punto alla volta se l'avversario ha vinto il 15 precedente non è scontato che vinca quello successivo, un bravo tennista sa che c' è sempre possibilità di vincere il punto. Per aumentare le probabilità di vincere i punti bisogna crescere tecnicamente, fisicamente e tatticamente e per far ciò ci vuole applicazione e concentrazione quindi per raggiungere questi obiettivi non c'è spazio per la rabbia.

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seneca85 ha scritto:
La rabbia non porta da nessuna parte.
Se ogni volta che sbagli ti arrabbi non riesci a capire dove hai sbagliato e quindi non riesci a correggerti e ripeterai gli stessi errori ciclicamente.
La rabbia consuma energie sia fisiche ma soprattutto mentali. Quando sbagli il colpo, sia tecnicamente che tatticamente, devi capire dove sta l'errore se perdi tempo a far sceneggiate per il campo perdi un'ottima occasione per crescere. Se ti fai prendre dalla rabbia perdi la bussola perdi letteralmente te stesso e ti consegni all'avversario.
Insomma la rabbia è sintomo di insicurezza significa che non hai le risposte da darti per progredire, viaggi a vista non vedi la via d'uscita. Se ti fai vedere arrabbiato (comunque la terminologia giusta per un essere mano è inquietato) l'avversario sa che sei insicuro e che hai un evidente punto debole su cui può contare e su cui colpire. Se sei insicuro non sarai mai forte (relativamente al proprio livello).
Ci può stare la piccola incazzatura e lo gridata rivolta a noi stessi per attivarci ma se diventa un'abitudine significa che il nostro gioco è basato su fondamenta poco solide.

Lascia stare i Pro, non so prendibili come riferimento.
Primo si incavolano di meno rispetto a quello che potrebbe sembrare.
Secondo giocano tornei importanti tutto l'anno, settimana dopo settimana, a ritmi per i più insostenibili. Terzo loro giocano per professione, il tennis è il loro mestiere ci si guadagnano il pane, sono sottoposti a tensioni inimmaginabili sia verso se stessi sia verso chi gli gira attorno (famiglie, sponsor e vari investitori).

Per ultimo considera che dall'altra parte c'è anche l'avversario che non è un arredo del campo ma sta lì per cercar di vincere e non ti regala nulla. Il tennis si gioca un punto alla volta se l'avversario ha vinto il 15 precedente non è scontato che vinca quello successivo, un bravo tennista sa che c' è sempre possibilità di vincere il punto. Per aumentare le probabilità di vincere i punti bisogna crescere tecnicamente, fisicamente e tatticamente e per far ciò ci vuole applicazione e concentrazione quindi per raggiungere questi obiettivi non c'è spazio per la rabbia.



Questa è una risposta! Wink

Grazie mille Seneca

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La rabbia è una passione e non va demonizzata, come dici tu va "indirizzata".
Certo non è una cosa che si possa fare da soli, se ti interessa l'argomento, puoi trovare informazioni sul training autogeno.
Io l'ho praticato parecchi anni fa per affrontare l'ansia da prestazione (per i burloni del forum specifico che non si trattava di quella sessuale Wink) e devo dire di aver appreso tecniche ed esercizi utilissimi.

Se invece sei più "in sintonia" con l'aspetto animico rispetto a quello tecnico, mi permetto di suggerirti la pratica dello Hata Yoga o del Tai Chi Chuan, entrambe le discipline aiutano a comprendere le emozioni e, tramite l'equilibrio, a trasformarle in energia positiva.
Forza Rudy, crescere è difficile per tutti e a tutte le età, perché, a meno di rinunciare, si può crescere fino all'ultimo giorno della nostra vita Wink

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archery57 ha scritto:
La rabbia è una passione e non va demonizzata, come dici tu va "indirizzata".
Certo non è una cosa che si possa fare da soli, se ti interessa l'argomento, puoi trovare informazioni sul training autogeno.
Io l'ho praticato parecchi anni fa per affrontare l'ansia da prestazione (per i burloni del forum specifico che non si trattava di quella sessuale Wink) e devo dire di aver appreso tecniche ed esercizi utilissimi.

Se invece sei più "in sintonia" con l'aspetto animico rispetto a quello tecnico, mi permetto di suggerirti la pratica dello Hata Yoga o del Tai Chi Chuan, entrambe le discipline aiutano a comprendere le emozioni e, tramite l'equilibrio, a trasformarle in energia positiva.
Forza Rudy, crescere è difficile per tutti e a tutte le età, perché, a meno di rinunciare, si può crescere fino all'ultimo giorno della nostra vita Wink


Grazie Archery Wink

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Rudy Kirk Agassi ha scritto:

Naturalmente io non mi spacco le racchette in testa o non ne rompo 1 partita....questo video era solo per dimostrare a "qualcuno" che anche i pro, che sono maturi come persone ormai (alcuni hanno anche 30 anni) hanno degli scatti d'ira...nel video c'è pure Federer...


Hehe la "racchetta in testa" era una battuta, tipo terapia d'urto geek

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Rudy Kirk Agassi ha scritto:

Come al solito vengo "aggredito" ma non ne trovo il motivo. Capita anche ai pro di "incaxxarsi" e loro hanno 20-30 anni. Ognuno è fatto a modo suo e io non dico caxxate per fare il figo perchè potrebbe fregarmene di meno di sembrare un tipo anormale, anzi. Naturalmente non spacco una racchetta a partita, ne avrò spaccate 3 in 8 anni di tennis.


Intanto, guarda un attimo come esponi le cose. Rileggi il tuo primo messaggio.

Rudy Kirk Agassi ha scritto:

Spesso, quando perdo contro avversari del mio livello o di poco superiori al è al 90% colpa della rabbia. Vi spiego: appena inizio gioco bene, ma appena sbaglio anche un solo punto mi arrabbio tantissimo, ho spaccato diverse racchette, ho lanciato via (e perso) almeno 100 palle (infatti ne compro molte), e molte volte il proprietario del circolo mi dice di calmarmi e di smetterla perchè sto disturbando tutti.


Quanto leggo frasi del tipo "appena sbaglio anche un solo punto", "ho spaccato diverse racchette", " ho lanciato via (e perso) almeno 100 palle", "molte volte il proprietario del circolo mi dice di calmarmi e di smetterla perchè sto disturbando tutti" non penso che hai rotto 3 racchette in 8 anni, penso che ne rompi almeno una ogni due incontri, che al primo errore dai in escandescenze e lanci palline in giro e soprattutto che è ovvio che perdi.
Tu all'inizio dici una cosa, poi, quando la gente ti dice quello che pensa e giustamente ti dà addosso perché un comportamento come quello del primo post è assurdo, la ridimensioni ("ho rotto 3 racchette in 8 anni").
Allora, qual'è la verità? Che qualche volta perdi il controllo o che quasi sempre, al primo errore dai di matto?

In ogni caso, se anche una sola volta arrivi al punto che il proprietario del circolo deve richiamarti, dovresti pensarci e darti una calmata. E non dirmi che non sai come fare. Hai 16 anni. Non sei un bambino. È una cosa che tutti dobbiamo imparare e a dire il vero, in tanti anni, ho visto raramente scene del genere, segno che quasi tutti impariamo a farlo. Fa parte del crescere.

E lascia stare i pro. Loro hanno addosso una pressione notevole perché quella è la loro vita, giocano tutti i giorni e a parte i top, devono portare a casa dei soldi. E in ogni caso, dire "anche i pro lo fanno" è una giustificazione idiota, è come suonare in una band di periferia e farsi perché anche le top band lo fanno.
E comunque, a parte qualche caso patologico, la maggior parte dei pro ha rotto sì e no una racchetta, il che significa che ha perso il controllo una volta su 1000 match.

Tutti ci incazziamo per gli errori, ma dobbiamo capire che l'errore ha una ragione che può essere utile per migliorare.
Io (e penso molti qui) cerco di capire cosa ho sbagliato per trasformare l'errore in una regola positiva. Il dritto è andato lungo, perché? Non ho completato il movimento, perché? Perché ho aperto tardi ed ero in ritardo sulla palla quindi devo aprire subito. Se anche così non ci riesco, significa che lui gioca troppo forte per me, quindi mi tocca stare un po' più indietro e perdere campo...

Non è difficile, prova. Ma hai 16 anni, dovresti pensarci da solo...

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[quote="mgraz"]
Rudy Kirk Agassi ha scritto:

Come al solito vengo "aggredito" ma non ne trovo il motivo. Capita anche ai pro di "incaxxarsi" e loro hanno 20-30 anni. Ognuno è fatto a modo suo e io non dico caxxate per fare il figo perchè potrebbe fregarmene di meno di sembrare un tipo anormale, anzi. Naturalmente non spacco una racchetta a partita, ne avrò spaccate 3 in 8 anni di tennis.


Intanto, guarda un attimo come esponi le cose. Rileggi il tuo primo messaggio.

Rudy Kirk Agassi ha scritto:

Spesso, quando perdo contro avversari del mio livello o di poco superiori al è al 90% colpa della rabbia. Vi spiego: appena inizio gioco bene, ma appena sbaglio anche un solo punto mi arrabbio tantissimo, ho spaccato diverse racchette, ho lanciato via (e perso) almeno 100 palle (infatti ne compro molte), e molte volte il proprietario del circolo mi dice di calmarmi e di smetterla perchè sto disturbando tutti.


Quanto leggo frasi del tipo "appena sbaglio anche un solo punto", "ho spaccato diverse racchette", " ho lanciato via (e perso) almeno 100 palle", "molte volte il proprietario del circolo mi dice di calmarmi e di smetterla perchè sto disturbando tutti" non penso che hai rotto 3 racchette in 8 anni, penso che ne rompi almeno una ogni due incontri, che al primo errore dai in escandescenze e lanci palline in giro e soprattutto che è ovvio che perdi.
Tu all'inizio dici una cosa, poi, quando la gente ti dice quello che pensa e giustamente ti dà addosso perché un comportamento come quello del primo post è assurdo, la ridimensioni ("ho rotto 3 racchette in 8 anni").
Allora, qual'è la verità? Che qualche volta perdi il controllo o che quasi sempre, al primo errore dai di matto?

/quote]



Esatto...è questo che lascia molto "perplessi" e che fa dire "Rudy, cresci, matura...poi torna!"

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archery57 ha scritto:
La rabbia è una passione e non va demonizzata, come dici tu va "indirizzata".
Certo non è una cosa che si possa fare da soli, se ti interessa l'argomento, puoi trovare informazioni sul training autogeno.
Io l'ho praticato parecchi anni fa per affrontare l'ansia da prestazione (per i burloni del forum specifico che non si trattava di quella sessuale Wink) e devo dire di aver appreso tecniche ed esercizi utilissimi.

Se invece sei più "in sintonia" con l'aspetto animico rispetto a quello tecnico, mi permetto di suggerirti la pratica dello Hata Yoga o del Tai Chi Chuan, entrambe le discipline aiutano a comprendere le emozioni e, tramite l'equilibrio, a trasformarle in energia positiva.
Forza Rudy, crescere è difficile per tutti e a tutte le età, perché, a meno di rinunciare, si può crescere fino all'ultimo giorno della nostra vita Wink


Non conosco queste discipline quindi non posso entare nel merito.
Ma sfrutto questo intervento per esprimere una mia riflessione.
Rimanendo al tennis giocato, spesso si ricevono email con le quali vengono consigliate metodologie "psicolgiche" per controllare ed indirizzare le nostre emozioni in modo tale da poter giocare con più tranquillità e si spera anche meglio. Questi consigli li si possono leggere anche sui siti o riviste specializzate.
Ma cosa ci fa perdere il controllo durante una partita di tennis? Quando sbagliamo perché quando si sbaglia si perde il punto, più sbagliamo e più punti perdiamo, più punti perdiamo e più si avvicina la sconfitte o le sconfitte.
Ma il tennis nasce, è e rimarrà uno sport altamente tecnico. E per tecnico intendo un insieme di conoscenze: in questo termine va racchiuso sia il sapere puramente tecnico di come vanno giocati i colpi ma anche il sapere tattico cioè in che modo vanno giocati a seconda della situazione in cui mi trovo e del sapere fisico cioè di come posso giocare in modo più proficuo il colpo o meglio una serie di colpi senza essere stanco o aver poca forza dopo le prime palle colpite e sapere recuperare al meglio tra un punto e l'altro.
Qundi quando si sbaglia in campo ciò è dovuto perché a monte c'è stato un errore che può essere di natura puramente tecnica, o tattica o che evidenzia una lacuna fisica. Spesso l'errore nasconde non solo un profilo appena elencato ma più di essi messi assieme.
Quindi quando si sbaglia c'è sempre un motivo ed il compito di chi ha sbagliato è quello di far esperienza del proprio errore cioè ricercare la risposta, capire dove si è e perché si è sbagliato e apportare le correzioni. Spesso non è facile correggere l'errore in campo in una situazione agonistica e quindi ci viene dato uno stimolo a correggere gli errori durante gli allenamenti per tornare in campo ed evitarli.
Pertanto quando si sbaglia il poco tempo che si ha a disposizione tra un punto e l'altro lo si deve sfruttare solo per capire e cercare di correggere l'errore, non c'è tempo né di arrabbiarsi né di cercare di mantenere il controllo tipo Ned Flanders ("calmo, calmino, calmetto, calmuccio) perché così facendo non ricerchiamo la risposta tecnica che ci può salvare da evitare futuri errori.
Quello che voglio dire è che, all'interno del campo da tennis, la sicurezza e la calma la danno le conoscenze tecniche come sopra intese.
Se poi, faccio tutto bene e nonostante ciò il punto lo perdo..... beh bisogna riconoscere la bravura ed il merito dell'avversario che su quel singolo punto è stato più bravo di me. Ma c'è da giocare e pensare subito al punto ed ai punti successivi cercando di far tesoro dei propri errori e migliorare tecnicamente.
Quindi secondo me gli "aiuti psicologici" servono a quei giocatori che, pur sapendo e riconoscendo tecnicamente dove hanno sbagliato e quindi sanno darsi le risposte tecnicamente giuste, si lasciano prendere dalla rabbia cioè prefersicono l'irrazionalità alla razionalità.
Un modello (con le debite proporzioni) può essere preso in Safin che si incazzava e tanto. Safin sapeva dove aveva sbagliato e sapeva come correggersi ma spesso in partita si lasciava sopraffare dal suo lato irrazionale perchè il suo carattere era ed è particolare. Ma Safin aveva un jolly nella manica, il suo genio e talento non comune che lo aiutavano ad uscire dal buio della sua irrazionalità. Ma non tutti se lo possono permettere perché il genio e talento smisurato è un dono che in pochi hanno.

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E' vero Seneca, in questo forum si parla di tennis e tutto ciò che dici è sottoscrivibile.
Nella mia esperienza (quindi con tutti i limiti del caso) ho sempre verificato che quanto accade in campo, si tratti di tennis, di basket, di baseball, di pingpong, risente anche del nostro stato d'animo.
Mi spiego meglio, se la mattina prima di andare a giocare un'importante partita di baseball ho litigato furiosamente con la mia ragazza, anche se la mia tecnica è eccellente, sicuramente il mio gioco ne risentirà.
Ecco, in questi casi la capacità di "indirizzare" le proprie emozioni è indispensabile per non perdere la trebisonda (e l'incontro).
Dal mio punto di vista l'aspetto psicologico è importante quanto se non più della tecnica, soprattutto ai livelli a cui gioco io (ma non mi stupirei se anche tra i top player ci fosse chi ha nello staff un "motivatore" o comunque si chiami)
Spero di essere stato più chiaro.
Ciao Wink

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Quotissimo la risposta... filosofica di Seneca!!! Very Happy Infatti in parole MOLTO più povere l'avevo suggerito anch'io qualche post fa, bisogna imparare dai propri errori, pensare positivo e soprattutto DIVERTIRSI!!! Il giorno che uscirò arrabbiato dal campo da tennis per 2 partite consecutive, sarà il giorno che deciderò di prendermi una pausa, perchè lo sport è e sarà sempre un modo per svagarmi e passare qualche ora divertendomi, un po' come la Playstation (infatti non ho mai sopportato gli amici che scagliavano i controller contro il pavimento o litigavano per una partita di PES Suspect ).

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E' vero l'essere umano non è una macchina deve far i conti con la sua emotività e psicologia.
Ma seguendo il tuo esempio, ribaltiamolo: bellissima giornata, tutto va a gonfie vele con la moglie o con la ragazza, il lavoro è ottimo, il futuro è roseo, a casa tutti stanno bene....emotivamente sono un angelo sono il ritratto della tranquillità.
Questo stato di grazia interiore, a parità di conoscenze tecniche di quando ho vissuto una brutta giornata, mi aiuterà in campo?
Penso e sono convinto di no. Gli errori che farò sono gli stessi sia quando ho vissuto una gionata ottima sia quando ne ho vissuta una pessima.
Quando tutto fuori dal campo va bene riuscirò a prendere le cose in campo con più leggerezza ma gli errori staranno sempre lì.

Proprio perché l'umore è mutevole, non bisogna guardare alla singola partita o giornata (gli umori cambiano, cavolo non posso essere incazzato ogni giorno) ma nel lungo periodo.
Posso sapere come controllarmi a dovere ma se continuo a sbagliare e a perdere senza sapere perché e come evitare di sbagliare...... prima o poi sbotto, accumulo ed accumulo partita dopo partita, errore dopo errore, ma prima o poi erutto come un vulcano e faccio più danni di quelli che varei fatto incazzandomi di volta in volta.
Erutto se ci tengo a far bene, questo è scontato, altrimenti mi dico: "chi se ne frega, mica ci devo campare con il tennis!".
Il sapere tecnico, invece rispetto all'umore, è costante in riferimento al livello di ciascuno, se so giocare bene a tennis (sempre in base al mio livello) e so come correggre gli errori in campo posso farci sempre affidamento, anzi so che più ho conocenze e più divento bravo e più sono immune da condizonamenti esterni ed anche interni (mi posso arrabbiare in campo maledicendo la gionata che ho avuto ma so come uscirne fuori).
Esempio: gioco un diritto da dentro il campo per chidere il punto, lo mando 3 metri fuori e quello stesso giorno la mia ragazza mi ha lasciato; ma se so dove ho sbagliato tecnicamente e so dove è l'errore sono nella possibilità di giocare il prossimo diritto simile al precedente con più sicurezza, tutto ciò perché so come corregermi non perché sto calmo, anche se sto calmo se quel diritto non lo so giocare sempre 3 metri lo mando fuori e comunque la mia ragazza se ne è andata.

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Quanto alle racchette, visto che guardi i pro, ricordo che un giorno lo zio di Nadal disse a Rafa "se ti vedo gettare una racchetta ti prendo a calci nel sedere, ricordati che nel mondo ci sono milioni di ragazzi che non possono neanche permettersi una racchetta".

Quanto al nervosismo è un fattore mentale. Se non ragioni più sei debole. E la debolezza è una colpa. Non ti sto criticando, visto che pure io ho perso partite per colpa della poca lucidità. Ma dopo 2-3 sconfitte così ho capito che il tennis non è il ciclismo, o la canoa, dove ti puoi incazzare e spingi con tutta la forza che hai, finchè ne hai.

Anzi diciamo che è l'opposto. Quindi devi fare autocritica (solo aprendo sto topic dimostri di farne), e devi essere più forte di te stesso. Imponiti la calma, ogni incazzatura è una sconfitta.

Spero di esserti stato utile. Wink

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E' bello confrontare pareri dissimili Smile
Sono d'accordo con quanto dici per la parte tecnica mentre dissento sul fatto che la "gestione" della parte psicologica non influisca sul rendimento.
Restando al tuo esempio di apertura:
"Questo stato di grazia interiore, a parità di conoscenze tecniche di quando ho vissuto una brutta giornata, mi aiuterà in campo?"
La mia risposta è sì, proprio perché hai precisato "a parità di conoscenze tecniche".
Dal mio punto di vista (opinabile ovviamente) il raggiungimento di un risultato sia sportivo che di altro genere passa attraverso lo studio (la tecnica) e attraverso la ricerca di un equilibrio interiore.
La brutta giornata così come la bella saranno allora sì meno influenti sulla prestazione e sul risultato. Wink
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