Differenza tra Graphene 360+ Prestige Pro 2019, Prestige Tour Auxetic 1.0 2021, Prestige Tour Auxetic 2.0 2023. Stesso mold, peso 315 grammi, ovale 95, pattern 16x19, beam 22mm.
Partirei col dire che l'auxetic, inteso come materiale, non è uno strato elastomerico continuo, ma una speciale maglia fatta simile ad un origami, con degli intagli che, a seconda che subisca trazione o compressione, si allargano formando triangoli equilateri (trazione), o si compattano (compressione e bending). L'effetto, secondo Head, dovrebbe essere tra le varie cose una maggior stabilità del telaio in gioco.
Personalmente, sono molto scettico a tal proposito, e cerco di spiegare il perché: il modello 2019 (quella rossa per intenderci) non aveva l'auxetic, aveva ra 65. Nel modello 2021 hanno aggiunto l'auxetic solo nel ponte, per questo motivo l'ra era rimasto 65, perché sul diagnostic il rullo su cui il telaio viene piegato appoggia sugli steli, per cui il ponte non contribuisce all'ammorbidimento dell'ra. Tuttavia, l'auxetic 1.0 inserito sul ponte come rivestimento, ha come effetto la sostituzione di un certo quantitativo (minimo) di grafite nel ponte stesso, determinando una certa diminuzione dell'uscita di palla/reattività del telaio (avete mai notato che quando il ponte è più sottile dello spessore delle spalle del telaio, la pallina viene accolta più a lungo nel piatto corde, ma si perde qualcosa in reattività?). Allora, per compensare sia questo calo in "cattiveria", sia un possibile impatto ancor più "muto" (dato dallo smorzamento dell'auxetic), si è pensato di aumentare il dato di inerzia, supporrei mediante leggera variazione della distribuzione delle masse, e/o con l'introduzione di un cap di colore nero se non più pesante, forse più duro e rigido. In aggiunta a ciò, l'abbandono di quella verniciatura semi-plastica del modello 2019, a favore di una più tradizionale verniciatura smaltata lucida, che dovrebbe far recuperare un pò di "secchezza" al telaio.
Il problema è che il modello 2021, fatto così, aveva un'inerzia sensibilmente superiore a quella del modello rosso 2019 (che già era buona di suo), rendendo ancora meno "commerciale" la racchetta, divenuta destinata ad un gruppo ancora più ristretto di potenziali utilizzatori.
Head è allora corsa ai ripari con il modello attuale auxetic 2.0 2023, che mantiene la verniciatura smaltata. L'aggiunta del materiale auxetic anche negli steli (auxetic 2.0 non è un miglioramento tecnologico del precedente auxetic, ma semplicemente un'accresciuta implementazione del medesimo materiale) ha come effetto una diminuzione dell'ra da 65 a 62, perché ora l'auxetic è stato aggiunto anche nel punto in cui il telaio viene flesso sul diagnostic (la parte alta degli steli). Il telaio perde così ancora un pò più di reattività, aumentando il tempo (in millisecondi) che il telaio impiega a ritornare in posizione retta durante l'impatto. Aumenterà la sensazione apparente di controllo, perché il dwell time della pallina sul piatto corde sarà più elevato. Sembrerà quindi esserci un vantaggio in comfort ed in fruibilità dello sweet-spot, ma in realtà, nelle fasi di gioco, ci sarà una penalizzazione in velocità di palla, reattività nei recuperi, passanti in corsa di pura frustata di polso/avambraccio, potenza del servizio, nettezza delle volee, ed in generale in tutti quei colpi "strappati" in cui si è fuori equilibrio o in ritardo di gambe, e si ha bisogno di un telaio che faccia viaggiare bene la palla anche quando il colpo non è perfetto e non caricato con il giusto peso. In pratica, il "sale" di un match agonistico.
Per questi motivi, che restano sempre e comunque mie personali opinioni, bisognerà stare molto attenti a corde (calibro, rigidità e reattività) ed incordatura, se si vorrà recuperare parte delle prestazioni del modello 2019 rosso.
Il setup delle mie Graphene 360+ Prestige Pro 2019 (partendo da telai in specifica) è: grip in cuoio + overgrip bianco, 2,4 grammi di piombo a bassa densità per ciascun lato dei telai (12+12+12+12 cm), applicato partendo in alto dal grommet dell'ultima corda verticale e andando giù fino a coprire un totale di 10 grommet. Niente dampener. Peso totale: 344 grammi. Corde: String Project Sirius 1,25 mm 4 nodi 22 kg vert. e 21 kg orizz. Il telaio così settato si comporta benissimo sia sul veloce, che su terra battuta.
Le mie sensazioni sono di flex ottimale e distribuito in modo omogeneo e progressivo, perfetto equilibrio tra controllo e potenza, nessuna preclusione verso qualsiasi tipo di esecuzione del colpo, supporto totale del telaio a qualsiasi accelerazione, stabilità perfetta.
Rimane quindi la bella sensazione (per me, per altri meno...
), che ci si trovi in una situazione di "end game", dove da questo momento in poi, è solo questione di scelta delle corde, tensioni, qualità dell'incordatura...e qualità del proprio tennis.
Mie considerazioni "di mercato" e di varia natura:
1) la mia sensazione è che Head, dopo aver sfruttato ed esaurito il "filone commerciale del graphene", sia già passata al "filone commerciale dell'auxetic".
2) le supposte "novità" servono, più spesso che non, soprattutto a giustificare commercialmente i ritocchi verso l'alto del listino (ora giunto se non erro, per il modello corrente, a € 300).
3) la linea "Prestige" stava commercialmente morendo, per cui Head si è impegnata "qualitativamente" con la linea 2019 Graphene 360+...ma evidentemente ora bisogna cambiare direzione, magari variando anche i nomi dei modelli (Pro, Tour, Mp), così la gente si confonde ancor di più. Ciclicamente i produttori, anche quando azzeccano un modello, forse non essendoci più sensibili margini di miglioramento, decidono di cambiar strada: o cambiano solo il paintjob (tipo le colorazioni "reverse", o le "limited edition"), o sembra che peggiorino il modello successivo, per poi ri-migliorare (ma non troppo) quello ancora dopo, per dare sempre all'acquirente l'impressione di una continua evoluzione, di un miglioramento, che spesso non è altro che un ritorno al punto di partenza, o al passato.
Ad esempio, hanno tolto un gioiello di midsize "modernizzato" (93 pollici - finalmente 16x19 - Graphene 360+ Prestige Mid) per far posto all'operazione commerciale di "revival nostalgico" (Prestige Classic 2.0). Poi nelle prove dicono che la Classic 2.0 è un pò più reattiva dell'originale Classic 600...può anche essere data l'assenza del twaron, ma magari un pensierino anche al fatto che si confronta un modello nuovo con uno che ha 30 anni sulle spalle, che la grafite di quest'ultimo potrebbe aver perso nel tempo un pò di reattività, e che non ci si ricorda come giocasse il vecchio modello da nuovo...quello no?
4) salvo rari casi, a parità di peso la grafite, o più correttamente il carbonio, costa più di un elastomero di sintesi.
5) sarebbe utile chiedersi: dopo tot incordature ed ore di gioco, si sfibra prima un telaio con 10 grammi in più di grafite, o uno con 10 grammi in meno sostituiti da un elastomero?
6) telai rigidi + tecnica di esecuzione dei colpi non corretta portano ad infortuni, infortuni portano gli appassionati prima o poi a smettere, da ciò ne consegue che più infortuni = meno racchette vendute. Da questo assunto deriva secondo me la recente tendenza ad offrire telai più "morbidi", e non dal fatto che l'industria "ci vuole bene". Lasciate stare il paragone con i tennisti professionisti Atp, atleti di altra categoria (e comunque anche loro pieni di acciacchi, che non vengono certo a raccontare a noi...). Analogia commerciale: casualmente in Italia ed in tantissimi altri paesi, nei circoli c'è una nettissima superiorità numerica dei campi in terra battuta...perchè gli iscritti devono poter continuare a giocare (e pagare) fino a 70 anni e a volte anche oltre. E visto che in Italia abbiamo la seconda età media più alta al mondo (dopo il Giappone)...the show must go on.
7) Se la totale dedizione che impieghiamo nell'analizzare, valutare e scrivere di telai (e mi ci metto ovviamente anch'io che lo sto facendo proprio ora) la utilizzassimo con medesima intensità nel miglioramento dei nostri colpi e della nostra tecnica, smetteremmo di fare affidamento unicamente sul "nuovissimo modello super-turbo" di racchetta, nella vana speranza che risolva d'un colpo tutti i nostri problemi tecnici.
Ma in fondo di questo ne siamo consci un pò tutti, specialmente quando vediamo uno che fa faville in campo con modelli "vecchi", e ce la raccontiamo dicendo "pensa cosa farebbe con l'ultimo modello". Il fatto è che il tennis, oltre che essere uno sport meraviglioso, è individualistico per sua natura, tende a mettere noi stessi (e la nostra autostima) davanti ad uno specchio, e a volte non vogliamo guardare. Allora entra in gioco questo affascinante meccanismo mentale, quello di volerci, ciclicamente e con variabile/personale frequenza, gratificare con l'acquisto di un nuovo telaio, che ci possa illudere di "enormi miglioramenti", che ci possa dare qualche ora di felicità, quel dolce brivido della "novità", facendoci dimenticare le fatiche lavorative quotidiane, i vari problemi personali e familiari, e più in generale le brutture sempre crescenti di questo mondo in cui viviamo. A volte è necessario, anzi, DOBBIAMO crearci la nostra piccola oasi privata di felicità, seppur effimera...perché la vita è breve.
Ma io dovrei essere il primo a stare zitto, avendo avuto centinaia e centinaia di telai...diciamo che sto facendo auto-terapia!
Ad ogni modo, spero che le mie considerazioni sulle 3 evoluzioni dello stesso modello, magari non condivisibili, siano comunque uno spunto costruttivo per ulteriori vostre riflessioni.
Un saluto e buon tennis a tutti.
Davide