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Il tennis dei 4 colpi.

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Promemoria primo messaggio :

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Bueno posto il video dei punti salienti della finale degli AO per dare un idea di cosa sto parlando.
Come da titolo il tennis dei quattro colpi, e da quello che  si puo' vedere dal video gli scambi che durano almeno 5-6 colpi cada uno sono pochissimi per non parlare di quelli che superano i 10.
Purtroppo il tennis moderno sta' andando sempre di piu' verso questo modello di gioco,e specialmente nel tennis femminile gli scambi con piu' di 10 colpi cada uno sono pochissimi.
Da una statistica che ho visto poco tempo fa la percentuale degli scambi di piu' di 4 colpi cada giocatore e' del 3,8% in quasi tutte le superfici.
Percio' la riflessione come allenatore di giocatori di alta competizione e di magari qualche professionista (con un po di fortuna...) e quella di dire: ma serve ancora mettersi li a palleggiare sulle diagonali per 20 minuti senza sbagliare se poi gli scambi si concludono in due o tre colpi ?.
Cioe' serve ancora ad una ragazzina di 13-14 anni che vuole fare sul serio a tennis mettersi li a farsi il mazzo per tenere la palla in campo con scambi di 10 e piu' colpi quando poi le partite pro si chiudono con 3- 4 colpi.
E secondo voi per un agonista di club di buon livello e' giusto prendere come esempio il tennis professionale?
Mi piacerebbe sapere il vostro pensiero a riguardo,e anche se trovate  divertente guardare questo tipo di partite.
Buon tennis a tutti.

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Veterano ha scritto:
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Bueno posto il video dei punti salienti della finale degli AO per dare un idea di cosa sto parlando.
Come da titolo il tennis dei quattro colpi, e da quello che  si puo' vedere dal video gli scambi che durano almeno 5-6 colpi cada uno sono pochissimi per non parlare di quelli che superano i 10.
Purtroppo il tennis moderno sta' andando sempre di piu' verso questo modello di gioco,e specialmente nel tennis femminile gli scambi con piu' di 10 colpi cada uno sono pochissimi.
Da una statistica che ho visto poco tempo fa la percentuale degli scambi di piu' di 4 colpi cada giocatore e' del 3,8% in quasi tutte le superfici.
Percio' la riflessione come allenatore di giocatori di alta competizione e di magari qualche professionista (con un po di fortuna...) e quella di dire: ma serve ancora mettersi li a palleggiare sulle diagonali per 20 minuti senza sbagliare se poi gli scambi si concludono in due o tre colpi ?.
Cioe' serve ancora ad una ragazzina di 13-14 anni che vuole fare sul serio a tennis mettersi li a farsi il mazzo per tenere la palla in campo con scambi di 10 e piu' colpi quando poi le partite pro si chiudono con 3- 4 colpi.
E secondo voi per un agonista di club di buon livello e' giusto prendere come esempio il tennis professionale?
Mi piacerebbe sapere il vostro pensiero a riguardo,e anche se trovate  divertente guardare questo tipo di partite.
Buon tennis a tutti.



Per gli amatori non serve perchè non è una condizione reale in una partita,  di fatto impari a colpire una palla (pulita tra l'altro, cosa che in partita non è mai) ma non a giocare a tennis... solo che per un maestro è nettamente più semplice farti palleggiare in diagonale e morta la, e anche l'allievo (penso ai tanti che giocano post lavoro) si diverte di più che non a fare ore di cesto.
Insomma, si accettano dei compromessi e il risultato di solito si vede - o meglio non si vede perchè non c'è  Very Happy

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piccolit ha scritto:
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Come da titolo il tennis dei quattro colpi, e da quello che  si puo' vedere dal video gli scambi che durano almeno 5-6 colpi cada uno sono pochissimi per non parlare di quelli che superano i 10.
Purtroppo il tennis moderno sta' andando sempre di piu' verso questo modello di gioco,e specialmente nel tennis femminile gli scambi con piu' di 10 colpi cada uno sono pochissimi.
Da una statistica che ho visto poco tempo fa la percentuale degli scambi di piu' di 4 colpi cada giocatore e' del 3,8% in quasi tutte le superfici.
Percio' la riflessione come allenatore di giocatori di alta competizione e di magari qualche professionista (con un po di fortuna...) e quella di dire: ma serve ancora mettersi li a palleggiare sulle diagonali per 20 minuti senza sbagliare se poi gli scambi si concludono in due o tre colpi ?.
Cioe' serve ancora ad una ragazzina di 13-14 anni che vuole fare sul serio a tennis mettersi li a farsi il mazzo per tenere la palla in campo con scambi di 10 e piu' colpi quando poi le partite pro si chiudono con 3- 4 colpi.
E secondo voi per un agonista di club di buon livello e' giusto prendere come esempio il tennis professionale?
Mi piacerebbe sapere il vostro pensiero a riguardo,e anche se trovate  divertente guardare questo tipo di partite.
Buon tennis a tutti.



Per gli amatori non serve perchè non è una condizione reale in una partita,  di fatto impari a colpire una palla (pulita tra l'altro, cosa che in partita non è mai) ma non a giocare a tennis... solo che per un maestro è nettamente più semplice farti palleggiare in diagonale e morta la, e anche l'allievo (penso ai tanti che giocano post lavoro) si diverte di più che non a fare ore di cesto.
Insomma, si accettano dei compromessi e il risultato di solito si vede - o meglio non si vede perchè non c'è  Very Happy

Spesso si confonde il tennis amatoriale con quello agonistico.
Alla fine a nessuno piace perdere che  sia la partita del torneo del parroco o la partita di un torneo FIT.
Percio' il tutto si traduce in risultati.
A basso livello il risultato che magari ti fa dominare la quarta in terza se non ce una base di gioco logica,"diagonali" non ti serve piu'.
A livelli piu' bassi di tattica e strategia ce ben poco o perlomeno non e' cosi importante.
Ce il risultato fine a se stesso, per esempio vedo che  il mio avversario ha un rovescio debole  lo martello su quel colpo,oppure si muove male o e' un po lento, e lo faccio correre a destra e sinistra che  prima o poi sbagliera'.
Ma ad un gradino piu' in alto dove i giocatori stanno meglio fisicamente e dove e' gia' difficile vedere delle problematiche su un colpo rispetto che  ad  un altro le dinamiche e le geometrie di gioco sono fondamentali 
Ma se parliamo di voler migliorare ed a cominciare a giocare a tennis per come dovrebbe essere, il risultato fine a se stesso non serve piu' perche' i giocatori che  incontrero' incominceranno a muoversi bene e sbaglieranno meno,percio' se non si ha dietro una base logica  di gioco che  e' indispensabile per fare un salto di qualita',non si va da nessuna parte.
Ora qual' e' il punto vuoi vincere oggi  ma rimanere li dove sei,oppure vuoi migliorare per vincere domani ed in futuro.

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Veterano ha scritto:
Spesso si confonde il tennis amatoriale con quello agonistico.
Alla fine a nessuno piace perdere che  sia la partita del torneo del parroco o la partita di un torneo FIT.
Percio' il tutto si traduce in risultati.
A basso livello il risultato che magari ti fa dominare la quarta in terza se non ce una base di gioco logica,"diagonali" non ti serve piu'.
A livelli piu' bassi di tattica e strategia ce ben poco o perlomeno non e' cosi importante.
Ce il risultato fine a se stesso, per esempio vedo che  il mio avversario ha un rovescio debole  lo martello su quel colpo,oppure si muove male o e' un po lento, e lo faccio correre a destra e sinistra che  prima o poi sbagliera'.
Su questa premessa che hai scritto penso che tutti ci erano arrivati...vediamo cosa scrivono x il "quesito" della parte sotto  Smile


Ma ad un gradino piu' in alto dove i giocatori stanno meglio fisicamente e dove e' gia' difficile vedere delle problematiche su un colpo rispetto che  ad  un altro le dinamiche e le geometrie di gioco sono fondamentali 
Ma se parliamo di voler migliorare ed a cominciare a giocare a tennis per come dovrebbe essere, il risultato fine a se stesso non serve piu' perche' i giocatori che  incontrero' incominceranno a muoversi bene e sbaglieranno meno,percio' se non si ha dietro una base logica  di gioco che  e' indispensabile per fare un salto di qualita',non si va da nessuna parte.
Ora qual' e' il punto vuoi vincere oggi  ma rimanere li dove sei,oppure vuoi migliorare per vincere domani ed in futuro.

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Veterano ha scritto:
piccolit ha scritto:
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Purtroppo il tennis moderno sta' andando sempre di piu' verso questo modello di gioco,e specialmente nel tennis femminile gli scambi con piu' di 10 colpi cada uno sono pochissimi.
Da una statistica che ho visto poco tempo fa la percentuale degli scambi di piu' di 4 colpi cada giocatore e' del 3,8% in quasi tutte le superfici.
Percio' la riflessione come allenatore di giocatori di alta competizione e di magari qualche professionista (con un po di fortuna...) e quella di dire: ma serve ancora mettersi li a palleggiare sulle diagonali per 20 minuti senza sbagliare se poi gli scambi si concludono in due o tre colpi ?.
Cioe' serve ancora ad una ragazzina di 13-14 anni che vuole fare sul serio a tennis mettersi li a farsi il mazzo per tenere la palla in campo con scambi di 10 e piu' colpi quando poi le partite pro si chiudono con 3- 4 colpi.
E secondo voi per un agonista di club di buon livello e' giusto prendere come esempio il tennis professionale?
Mi piacerebbe sapere il vostro pensiero a riguardo,e anche se trovate  divertente guardare questo tipo di partite.
Buon tennis a tutti.



Per gli amatori non serve perchè non è una condizione reale in una partita,  di fatto impari a colpire una palla (pulita tra l'altro, cosa che in partita non è mai) ma non a giocare a tennis... solo che per un maestro è nettamente più semplice farti palleggiare in diagonale e morta la, e anche l'allievo (penso ai tanti che giocano post lavoro) si diverte di più che non a fare ore di cesto.
Insomma, si accettano dei compromessi e il risultato di solito si vede - o meglio non si vede perchè non c'è  Very Happy

Spesso si confonde il tennis amatoriale con quello agonistico.
Alla fine a nessuno piace perdere che  sia la partita del torneo del parroco o la partita di un torneo FIT.
Percio' il tutto si traduce in risultati.
A basso livello il risultato che magari ti fa dominare la quarta in terza se non ce una base di gioco logica,"diagonali" non ti serve piu'.
A livelli piu' bassi di tattica e strategia ce ben poco o perlomeno non e' cosi importante.
Ce il risultato fine a se stesso, per esempio vedo che  il mio avversario ha un rovescio debole  lo martello su quel colpo,oppure si muove male o e' un po lento, e lo faccio correre a destra e sinistra che  prima o poi sbagliera'.
Ma ad un gradino piu' in alto dove i giocatori stanno meglio fisicamente e dove e' gia' difficile vedere delle problematiche su un colpo rispetto che  ad  un altro le dinamiche e le geometrie di gioco sono fondamentali 
Ma se parliamo di voler migliorare ed a cominciare a giocare a tennis per come dovrebbe essere, il risultato fine a se stesso non serve piu' perche' i giocatori che  incontrero' incominceranno a muoversi bene e sbaglieranno meno,percio' se non si ha dietro una base logica  di gioco che  e' indispensabile per fare un salto di qualita',non si va da nessuna parte.
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Sono un quarta alta, dal mio punto di vista il quarta e terza bassa non può eseguire uno schema tattico o non cel'ha semplicemente per il fatto che non ha una capacità tecnica tale da renderlo profittevole. Ho notato che come incontro un giocatore un pò più scarso, dopo una serie di partite a livello più alto, automaticamente individuo i punti deboli, e mi accorgo delle lacune tecniche, e da lì vengono errori gratuiti, viceversa con giocatori più forti, ma penso che sia la stessa cosa che succede a livello più alto

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Che il giocatore amatoriale se ne possa fregare di eseguire una lezione di un'ora nel palleggio sul dritto o rovescio incrociato o lungolinea lo posso capire, arrivati ad una certa età ed avendo ambizioni amatoriale tutto va bene, però ancora rimane valido per chi cerca di migliorare a tutti i livelli di agonismo, perché senza una buona base non si va da nessuna parte. Altro discorso è la tattica, se si parla di quarta categoria, il discorso è troppo generalizzato, ci sono anche dei terza che non riescono a capire il punto debole dell'avversario invece ci sono dei giocatori con spiccate attitudini alla tattica che sin dal palleggio riescono a capire il punto debole, o comunque cerca di capire

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Purtroppo il tennis moderno sta' andando sempre di piu' verso questo modello di gioco,e specialmente nel tennis femminile gli scambi con piu' di 10 colpi cada uno sono pochissimi.
Da una statistica che ho visto poco tempo fa la percentuale degli scambi di piu' di 4 colpi cada giocatore e' del 3,8% in quasi tutte le superfici.
Percio' la riflessione come allenatore di giocatori di alta competizione e di magari qualche professionista (con un po di fortuna...) e quella di dire: ma serve ancora mettersi li a palleggiare sulle diagonali per 20 minuti senza sbagliare se poi gli scambi si concludono in due o tre colpi ?.
Cioe' serve ancora ad una ragazzina di 13-14 anni che vuole fare sul serio a tennis mettersi li a farsi il mazzo per tenere la palla in campo con scambi di 10 e piu' colpi quando poi le partite pro si chiudono con 3- 4 colpi.
E secondo voi per un agonista di club di buon livello e' giusto prendere come esempio il tennis professionale?
Mi piacerebbe sapere il vostro pensiero a riguardo,e anche se trovate  divertente guardare questo tipo di partite.
Buon tennis a tutti.



Per gli amatori non serve perchè non è una condizione reale in una partita,  di fatto impari a colpire una palla (pulita tra l'altro, cosa che in partita non è mai) ma non a giocare a tennis... solo che per un maestro è nettamente più semplice farti palleggiare in diagonale e morta la, e anche l'allievo (penso ai tanti che giocano post lavoro) si diverte di più che non a fare ore di cesto.
Insomma, si accettano dei compromessi e il risultato di solito si vede - o meglio non si vede perchè non c'è  Very Happy

Spesso si confonde il tennis amatoriale con quello agonistico.
Alla fine a nessuno piace perdere che  sia la partita del torneo del parroco o la partita di un torneo FIT.
Percio' il tutto si traduce in risultati.
A basso livello il risultato che magari ti fa dominare la quarta in terza se non ce una base di gioco logica,"diagonali" non ti serve piu'.
A livelli piu' bassi di tattica e strategia ce ben poco o perlomeno non e' cosi importante.
Ce il risultato fine a se stesso, per esempio vedo che  il mio avversario ha un rovescio debole  lo martello su quel colpo,oppure si muove male o e' un po lento, e lo faccio correre a destra e sinistra che  prima o poi sbagliera'.
Ma ad un gradino piu' in alto dove i giocatori stanno meglio fisicamente e dove e' gia' difficile vedere delle problematiche su un colpo rispetto che  ad  un altro le dinamiche e le geometrie di gioco sono fondamentali 
Ma se parliamo di voler migliorare ed a cominciare a giocare a tennis per come dovrebbe essere, il risultato fine a se stesso non serve piu' perche' i giocatori che  incontrero' incominceranno a muoversi bene e sbaglieranno meno,percio' se non si ha dietro una base logica  di gioco che  e' indispensabile per fare un salto di qualita',non si va da nessuna parte.
Ora qual' e' il punto vuoi vincere oggi  ma rimanere li dove sei,oppure vuoi migliorare per vincere domani ed in futuro.


Il discorso che fai è logico e ha senso, e alla base del discorso che faccio ci sono proprio i risultati, che non sono importanti, sono l'unica cosa che conta.
Cioè l'allenamento serve o non serve in base ai risultati che ottengo - direi che è un sillogismo banale.
premetto che io ho imparato a giocare a tennis in età adulta quindi il discorso che faccio può valere per un amatore (come ho scritto sopra) mentre per un bimbo agonista "vero" il discorso è diverso.
Inoltre capisco che quello che vale per un 2.1 non vale per un NC ma l'insegnamento è proprio questo, portare tutti a crescere.

il fatto che ai livelli bassi non ci sia tattica , che è una componente fondamentale del gioco, a me turba.
Secondo me ci dev'essere di tutto un po e far crescere questo di tutto un po in maniera organica, altrimenti il castello non sta in piedi. Una formazione iper settoriale per me non funziona, in nessun campo, e l'iper semplificazione (come appunto è il palleggio ossessivo in diagonale col maestro) può essere controproducente.
Facendo un paragone con la musica, uno può suonare la chitarra come un boyscout o come jimi hendrix, ma se io ti insegno sempre e solo scale, la chitarra tu non la sai suonare, sai eseguire una scala e la rimani. E tutte le scale del mondo ti porteranno solo a saper suonare le scale.
Paradossalmente ammazzarsi di scale serve quando sai già suonare, non prima. 
Ora a me va benissimo che il miglioramento richieda tempo, ma siccome ho N esempi di gente che va dal maestro e non migliora nemmeno in 10 anni (veleggiano sereni tra 4.3 e 4.4), qualche dubbio me lo pongo, tutto li. 
Non è che non vinci oggi per vincere domani, non vinci ne oggi ne domani  Very Happy
Siccome i maestri li conosco (ci andavo anche io) e il loro allenamento tipo è diagonali a sfinimento, mi sono sentito di rispondere così al quesito originale ma questa è la mia esperienza personale , mica il vangelo Smile
Però mi piacerebbe sapere cosa ne pensi Vet.
Grazie

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Non capisco perché dici purtroppo nel primo post di apertura. La bellezza non è data dalla quantità di colpi di uno scambio ma dalla qualità. Di solito si tende a considerare noiosa una cosa che dura a lungo, non quella breve

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Secondo me il tennis è tutta una questione di "aprirsi il campo". Io intendo questa espressione in senso molto ampio; per me aprirsi il campo non è soltanto palleggiare in diagonale e poi, quando l'avversario accorcia, tirare il lungolinea a chiudere.
Per me "aprirsi il campo" significa mandare la palla in un punto in cui l'avversario non riesce a rimandartela indietro.
Nel caso del giocatore di club è sufficiente farlo muovere anche di un metro, specie sul rovescio, perchè c'è tantissima gente che va in difficoltà quando in uno scambio lo fai colpire due/tre volte non da fermo ma con uno spostamento anche minimo.
Via via che però il livello cresce è sempre più difficile "aprirsi il campo" e semplicemente muovere l'avversario non è sufficiente; iniziano allora a diventare sempre più importanti le diagonali, perchè il problema poi non è solo quello di mettere in difficoltà l'avversario, ma anche di evitare che l'avversario metta noi in difficoltà; ecco allora l'importanza delle diagonali, che è il modo percentualmente migliore per difendersi.
Perciò per me è importante allenarsi tanto sulle diagonali e non si può prescinderne.
Ora è verissimo che ci sono dei giocatori che da anni si allenano con il maestro sulle diagonali e oltre il livello di quarta media non vanno. Bisogna però vedere come si allenano sulle diagonali, se cioè lo fanno con impegno e se il maestro li allena con criterio.
Bisogna vedere anche poi il talento e l'atletismo delle persone.
Insomma le diagonali sono la base, che tutti devono fare; alle diagonali bisogna poi aggiungere la partita ed il resto è genetica!

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A tennis conta l'intensità dei colpi (velocità e forza), quando ti tolgono tempo x colpire.

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malconcio ha scritto:
Secondo me il tennis è tutta una questione di "aprirsi il campo". Io intendo questa espressione in senso molto ampio; per me aprirsi il campo non è soltanto palleggiare in diagonale e poi, quando l'avversario accorcia, tirare il lungolinea a chiudere.
Per me "aprirsi il campo" significa mandare la palla in un punto in cui l'avversario non riesce a rimandartela indietro.
Nel caso del giocatore di club è sufficiente farlo muovere anche di un metro, specie sul rovescio, perchè c'è tantissima gente che va in difficoltà quando in uno scambio lo fai colpire due/tre volte non da fermo ma con uno spostamento anche minimo.
Via via che però il livello cresce è sempre più difficile "aprirsi il campo" e semplicemente muovere l'avversario non è sufficiente; iniziano allora a diventare sempre più importanti le diagonali, perchè il problema poi non è solo quello di mettere in difficoltà l'avversario, ma anche di evitare che l'avversario metta noi in difficoltà; ecco allora l'importanza delle diagonali, che è il modo percentualmente migliore per difendersi.
Perciò per me è importante allenarsi tanto sulle diagonali e non si può prescinderne.
Ora è verissimo che ci sono dei giocatori che da anni si allenano con il maestro sulle diagonali e oltre il livello di quarta media non vanno. Bisogna però vedere come si allenano sulle diagonali, se cioè lo fanno con impegno e se il maestro li allena con criterio.
Bisogna vedere anche poi il talento e l'atletismo delle persone.
Insomma le diagonali sono la base, che tutti devono fare; alle diagonali bisogna poi aggiungere la partita ed il resto è genetica!

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Temo che le statistiche spesso vengano usate con troppa semplicità. 
Per vincere bisogna essere solidi sulle diagonali e quindi si, ha senso insegnare ad una ragazzina di 13 anni a tenere e a farsi il mazzo. Quando giocherà contro quelle più forti riuscirà a tenere di più lo scambio e quindi sarà per lei allenante e crescendo riuscirà a ribaltare prima le situazioni difensive in momenti di attacco. le statistiche non dicono quali sono gli scambi in cui si gioca per più di 4 colpi ed è un peccato perchè si vedrebbe che i punti decisivi, dove sopraggiunge la paura di vincere o di perdere e quindi la velocità della palla cala ecco che serve la "garra" e l'attitudine a stare lì.

Prendere ad esempio i pro serve sempre. In fondo anche da amatori si cercano le stesse soluzioni, tirando più adagio e correndo più lentamente e con meno resistenza. Anche in 4 c'è chi gioca a 3-4 colpi. Quelli che vincono però non perdono gli scambi dove di colpi ce ne vogliono 15.

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Anche perchè x chiudere nei 4 colpi di tecnica, forza e PADRONANZA DEI COLPI insieme ne devi avere a bizzeffe....

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In sintesi il discorso e' basato su i due ultimi interventi di taglia e di Luca.
Cioe' per chiudere in 4 colpi dietro ce una base di 20 colpi.
I pro hanno di base una velocita' di palla di crociera molto alta che riescono a tenere per scambi lunghi.
Ma riescono anche a spingere un po di piu' nei primi scambi per essere piu' aggressivi.
Intensita' che si perde per forza di cose quando gli scambi si prolungano.
Cosa che  come dice Taglia si puo' realizzare anche a livello amatoriale.
Ma in termini diversi.
Il problema e' che  a piu' basso livello si passano un po i limiti.
Nel senso che al posto di spingere un po di piu' restando dentro certi limiti,si tirano bordate su tutte le palle per cercare di chiudere il punto,accorciando per forza di cose gli scambi non sempre in modo positivo.

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Ciao. Vedo che negli interventi di oggi, a partire dal primo di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], si sono dette tutte cose giuste, in pratica è stato descritto il tennis.....
Mi permetto di aggiungere sul discorso apertura del campo, che un'altra modalità per fare ciò è la palla corta, molto più in voga ultimamente di quanto si facesse negli anni precedenti..... spezza il ritmo e costringe l'avversario ad andare a giocare in una zona poco frequentata ed a lasciare tutto il campo aperto dietro di se.....ovvio che bisogna farla bene ( vedi Rune o Alcaraz ), se no sono uccelli senza zucchero  Razz Razz

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C'è una componente importante a mio avviso che non viene citata, @piccolilt gente che fa allenamento con un maestro anche per anni, e che vagheggia in una classifica che può essere irrisoria non è che sia colpa di un maestro o di eventuali allenamenti sul lungolinea piuttosto che sull'incrociato, tali allenamenti tecnici dovrebbero andare di pari passo con allenamento fisico, palestra, corsa, ecc ecc, se uno mangia mezzo chilo di pappardelle poi va a giocare, be il maestro credo che sia limitato e limitante. Se uno vede il tennis SOLO come passatempo a qualsiasi età, non serve nemmeno allenarsi, se uno lo prende un PO' seriamente allora vale la pena, a qualsiasi età e a qualsiasi risultato porti.

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malconcio ha scritto:
Secondo me il tennis è tutta una questione di "aprirsi il campo". Io intendo questa espressione in senso molto ampio; per me aprirsi il campo non è soltanto palleggiare in diagonale e poi, quando l'avversario accorcia, tirare il lungolinea a chiudere.
Per me "aprirsi il campo" significa mandare la palla in un punto in cui l'avversario non riesce a rimandartela indietro.
Nel caso del giocatore di club è sufficiente farlo muovere anche di un metro, specie sul rovescio, perchè c'è tantissima gente che va in difficoltà quando in uno scambio lo fai colpire due/tre volte non da fermo ma con uno spostamento anche minimo.
Via via che però il livello cresce è sempre più difficile "aprirsi il campo" e semplicemente muovere l'avversario non è sufficiente; iniziano allora a diventare sempre più importanti le diagonali, perchè il problema poi non è solo quello di mettere in difficoltà l'avversario, ma anche di evitare che l'avversario metta noi in difficoltà; ecco allora l'importanza delle diagonali, che è il modo percentualmente migliore per difendersi.
Perciò per me è importante allenarsi tanto sulle diagonali e non si può prescinderne.
Ora è verissimo che ci sono dei giocatori che da anni si allenano con il maestro sulle diagonali e oltre il livello di quarta media non vanno. Bisogna però vedere come si allenano sulle diagonali, se cioè lo fanno con impegno e se il maestro li allena con criterio.
Bisogna vedere anche poi il talento e l'atletismo delle persone.
Insomma le diagonali sono la base, che tutti devono fare; alle diagonali bisogna poi aggiungere la partita ed il resto è genetica!

Aprirsi il campo è una componente tecnico/tattica, cioè bisogna capire i punti deboli dell'avversario e poi mandarlo destra e sinistra tipo tergicristallo oppure servire in kick o slice e poi saper eseguire il colpo definitivo sull lato opposto di campo dell'avversario, qui si parla gia di terze, seconda categoria, non credo che a livello di club o di quarta categoria si eseguono questi colpi, o si imposta a priori questa tecnica

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Leggo solo ora questa interessante discussione, complimenti @Vetarano per l'ottimo spunto.

Al club dove gioco ci sono ottimi giocatori amatoriali e parecchi junior semi professionisti. Come scritto, i semi pro hanno una velocita' di palla che di media e' molto superiore. Anche i colpi di chiusura sono decisamente piu' veloci. Di sicuro conta che sono tutti fisicamente ben preparati, arrivano sempre meglio sulle palle e riscono a gestirle pur tirando forte. Pero' io credo che il lavoro di base sia sempre la chiave, perche' solo colpendo tante volte senza sbagliare si memorizzano situazioni di gioco per posizione, altezza, spin, angoli che poi consentono di tirare forte sempre, avendo le loro gambe...
Li vedo poi lavorare molto anche sui colpi con i piedi nel campo, da dove loro, con la potenza che sviluppano, tirano sassate.

A livello di club la differenza e', credo, la potenza disponible con continuita'. C'e' che arriva ai picchi dei semi pro ma viaggiano sul limite, appena cala la fiducia fioccano gli errori. I piu' forti, tra gli amatoriali, sono tutti giocatori da alta intesita' ma senza picchi, quindi gioco basato sull'errore indotto dell'avversario. C'e' chi prova a fare un gioco da pro, sui 3/4 colpi, ma alla fine un buon atleta amatoriale la manda sempre indietro.

Cosa che ho notato e' come pero' alcuni scambi, quelli piu' lunghi, hanno alle volta un impatto notevole sulla percezione di gioco a livello di club. Chi si sente inferiore sullo scambio in diagonale cerca soluzioni diverse, non sempre valide, anche si tratta solo di pochi punti.

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Come da titolo il tennis dei quattro colpi, e da quello che  si puo' vedere dal video gli scambi che durano almeno 5-6 colpi cada uno sono pochissimi per non parlare di quelli che superano i 10.
Purtroppo il tennis moderno sta' andando sempre di piu' verso questo modello di gioco,e specialmente nel tennis femminile gli scambi con piu' di 10 colpi cada uno sono pochissimi.
Da una statistica che ho visto poco tempo fa la percentuale degli scambi di piu' di 4 colpi cada giocatore e' del 3,8% in quasi tutte le superfici.
Percio' la riflessione come allenatore di giocatori di alta competizione e di magari qualche professionista (con un po di fortuna...) e quella di dire: ma serve ancora mettersi li a palleggiare sulle diagonali per 20 minuti senza sbagliare se poi gli scambi si concludono in due o tre colpi ?.
Cioe' serve ancora ad una ragazzina di 13-14 anni che vuole fare sul serio a tennis mettersi li a farsi il mazzo per tenere la palla in campo con scambi di 10 e piu' colpi quando poi le partite pro si chiudono con 3- 4 colpi.
E secondo voi per un agonista di club di buon livello e' giusto prendere come esempio il tennis professionale?
Mi piacerebbe sapere il vostro pensiero a riguardo,e anche se trovate  divertente guardare questo tipo di partite.
Buon tennis a tutti.



Per gli amatori non serve perchè non è una condizione reale in una partita,  di fatto impari a colpire una palla (pulita tra l'altro, cosa che in partita non è mai) ma non a giocare a tennis... solo che per un maestro è nettamente più semplice farti palleggiare in diagonale e morta la, e anche l'allievo (penso ai tanti che giocano post lavoro) si diverte di più che non a fare ore di cesto.
Insomma, si accettano dei compromessi e il risultato di solito si vede - o meglio non si vede perchè non c'è  Very Happy

Spesso si confonde il tennis amatoriale con quello agonistico.
Alla fine a nessuno piace perdere che  sia la partita del torneo del parroco o la partita di un torneo FIT.
Percio' il tutto si traduce in risultati.
A basso livello il risultato che magari ti fa dominare la quarta in terza se non ce una base di gioco logica,"diagonali" non ti serve piu'.
A livelli piu' bassi di tattica e strategia ce ben poco o perlomeno non e' cosi importante.
Ce il risultato fine a se stesso, per esempio vedo che  il mio avversario ha un rovescio debole  lo martello su quel colpo,oppure si muove male o e' un po lento, e lo faccio correre a destra e sinistra che  prima o poi sbagliera'.
Ma ad un gradino piu' in alto dove i giocatori stanno meglio fisicamente e dove e' gia' difficile vedere delle problematiche su un colpo rispetto che  ad  un altro le dinamiche e le geometrie di gioco sono fondamentali 
Ma se parliamo di voler migliorare ed a cominciare a giocare a tennis per come dovrebbe essere, il risultato fine a se stesso non serve piu' perche' i giocatori che  incontrero' incominceranno a muoversi bene e sbaglieranno meno,percio' se non si ha dietro una base logica  di gioco che  e' indispensabile per fare un salto di qualita',non si va da nessuna parte.
Ora qual' e' il punto vuoi vincere oggi  ma rimanere li dove sei,oppure vuoi migliorare per vincere domani ed in futuro.


Il discorso che fai è logico e ha senso, e alla base del discorso che faccio ci sono proprio i risultati, che non sono importanti, sono l'unica cosa che conta.
Cioè l'allenamento serve o non serve in base ai risultati che ottengo - direi che è un sillogismo banale.
premetto che io ho imparato a giocare a tennis in età adulta quindi il discorso che faccio può valere per un amatore (come ho scritto sopra) mentre per un bimbo agonista "vero" il discorso è diverso.
Inoltre capisco che quello che vale per un 2.1 non vale per un NC ma l'insegnamento è proprio questo, portare tutti a crescere.

il fatto che ai livelli bassi non ci sia tattica , che è una componente fondamentale del gioco, a me turba.
Secondo me ci dev'essere di tutto un po e far crescere questo di tutto un po in maniera organica, altrimenti il castello non sta in piedi. Una formazione iper settoriale per me non funziona, in nessun campo, e l'iper semplificazione (come appunto è il palleggio ossessivo in diagonale col maestro) può essere controproducente.
Facendo un paragone con la musica, uno può suonare la chitarra come un boyscout o come jimi hendrix, ma se io ti insegno sempre e solo scale, la chitarra tu non la sai suonare, sai eseguire una scala e la rimani. E tutte le scale del mondo ti porteranno solo a saper suonare le scale.
Paradossalmente ammazzarsi di scale serve quando sai già suonare, non prima. 
Ora a me va benissimo che il miglioramento richieda tempo, ma siccome ho N esempi di gente che va dal maestro e non migliora nemmeno in 10 anni (veleggiano sereni tra 4.3 e 4.4), qualche dubbio me lo pongo, tutto li. 
Non è che non vinci oggi per vincere domani, non vinci ne oggi ne domani  Very Happy
Siccome i maestri li conosco (ci andavo anche io) e il loro allenamento tipo è diagonali a sfinimento, mi sono sentito di rispondere così al quesito originale ma questa è la mia esperienza personale , mica il vangelo Smile
Però mi piacerebbe sapere cosa ne pensi Vet.
Grazie

Tutto giusto piccolit.
La crescita deve essere totale.
Nel senso che serve il palleggio con il maestro per tenere la diagonale,ma senza giocare partite il solo palleggio non serve a un tubo.
Ce gente che  e' ben impostata tecnicamente ma tatticamente non sa giocare.
Cioe' che tipo di giocatore sei,che armi hai in mano per poter sviluppare un certo tipo di tattica e strategia che vadano bene per te.
E questo lo scopri solo giocando.
A me sarebbe piaciuto giocare tutta la partita serve and volley ma in campo non ci riuscivo.
Percio' in base a quello che  sai fare ti dovrai adattare o migliorare certi aspetti per riuscire a realizzare il tuo gioco preferito, che per la maggior parte delle volte si allontana molto dalle tue possibilita'.
Insomma che  ci piaccia o meno bisogna adattarsi.
La tattica e la strategia vanno di pari passo ai tuoi colpi.
Se non ho un servizio che  mette in difficolta e dei colpi al volo decenti per andare a rete, e' inutile che ci vada,per non parlare dei tempi per andarci e del sapere dove andare a mettersi per coprire il campo.
Come imposti il tuo gioco???
Il servizio fa la differenza oppure e' una semplice rimessa???
Come rispondi???
Tanto per fare alcuni esempi.
Un altro parametro molto importante e' tenere sempre a mente il punteggio.
Perche' non tutti i punti si giocano allo stesso modo.
Che  puo sembrare una cosa banale detta cosi ma che in una partita fa la differenza.
Cioe' avere ben chiaro in testa come giocare sul 40-0 e servizio a favore che sul 40 pari sempre al servizio.
Stessa cosa in risposta.
Tutto e' importante per la crescita.

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Aggiungo che il nostro miglioramento e la nostra bravura e dovuta anche all'avversario, se noi giochiamo con avversari più deboli, non serve nemmeno spremersi le meningi per vincere, invece i miglioramenti dovuti dalle lezioni tecnico/tattiche fatte con il maestro si vedono quando si incontrano avversari più ostici, e qui il tennis dei quattro colpì non è eseguibile

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Faccio il rompimaroni anche stamattina  Very Happy Very Happy

Se ci riferiamo al livello 4a categoria (grosso se) e non stiamo parlando di 3.1 che sono più formati..

Il discorso di "aprirsi il campo" vale, ma con un grosso ma.
Come mi ha spiegato un mio amico maestro che allena vari seconda...non racchettomani della domenica come il sottoscritto...
Aprirsi l'angolo va bene quando stai facendo un gioco "di attacco" , cioè ti stai costruendo il punto per chiuderlo. 
Quando tu apri l'angolo, anche l'avversario ha più angolo a disposizione a meno che non sia un palo della luce, per cui, la palla deve essere angolata ma anche "problematica" da gestire per lui.... altrimenti basta che la tocchi, e tu ti trovi con l'angolo aperto ma in una situazione di difesa, cioè il peggio del peggio.
Non basta dire mi apro l'angolo, geometricamente è una scelta tattica corretta se vai ad attaccare ma se la tua palla non fa male gioca profondo al centro che è meglio. Perchè nessuno dice gioca profondo al centro e vedrai che l'altro sbarella? Perchè sempre "bisogna aprirsi gli angoli"? Altra semplificazione del tennis reale secondo me, e qui mi ricollego al discorso di @Vet quando dice "che tipo di colpi hai?" Che armi hai? (e anche...come gioca l'altro?)
Se non hai armi non aprire l'angolo è la cosa migliore. 
Eh ma lui accorcia e io chiudo il punto...
Quante volte lui accorcia e.....lunga/larga/rete/telone? 
Chiaro che se uno ha pardonanza dei colpi in tutte le zone del campo e lucidità tattica cristallina allora se l'altro accorcia tu chiudi, ma non stiamo parlando di 4a ... e soprattutto non stiamo parlando di uno che fa sempre e solo incrociati da fondo col maestro, per tornare al mio discorso sopra...

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In generale non mi piace contraddire ma a volte è necessario.
Dimentichiamo il tennis vero e anche il livello agonistico. 
Consideriamo un livello da NC che palleggia senza patemi e senza particolare pesantezza di palla, ovviamente.
Se anche a basso livello il mio avversario mi gioca esterno sul dritto o sul rovescio e io restituisco una palla al centro rischio di iniziare a fare la "farfalla". E' chiaro che se sono un attendista non sarò il primo ad "aprirsi il campo" ma una volta innescato il diagonale devo restituire in diagonale altrimenti inizio a correre e probabilmente se il mio avversario è paziente sbaglierò prima io. Le diagonali servono per difendersi poi è vero che chi spinge di più sulle diagonali riesce a costruirsi l'occasione per chiudere il punto, di certo se mi difendo da uno che spinge sulla diagonale giocando in centro, duro poco.

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taglia1964 ha scritto:
In generale non mi piace contraddire ma a volte è necessario.
Dimentichiamo il tennis vero e anche il livello agonistico. 
Consideriamo un livello da NC che palleggia senza patemi e senza particolare pesantezza di palla, ovviamente.
Se anche a basso livello il mio avversario mi gioca esterno sul dritto o sul rovescio e io restituisco una palla al centro rischio di iniziare a fare la "farfalla". E' chiaro che se sono un attendista non sarò il primo ad "aprirsi il campo" ma una volta innescato il diagonale devo restituire in diagonale altrimenti inizio a correre e probabilmente se il mio avversario è paziente sbaglierò prima io. Le diagonali servono per difendersi poi è vero che chi spinge di più sulle diagonali riesce a costruirsi l'occasione per chiudere il punto, di certo se mi difendo da uno che spinge sulla diagonale giocando in centro, duro poco.


Ma taglia non ti preoccupare di dire le cose come stanno, non è questione di contraddire  Very Happy
E' tutto corretto quando la diagonale è innescata la scelta più corretta è mantenerla, intendevo però dire che se giocare sulla diagonale contro l'avversario è un po come tirare la moneta, una volta va bene una va male, non è così obbligatorio farlo. Non è sbagliato essere attendista come dici
Se devo giocare a 50-50 preferisco farlo centralmente dove il cono di luce dell'avversario è ridotto.
Poi certo quando la diagonale si innesca bisogna giocare in quel modo li

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Cioè a me capita di giocare spesso con un amico che è 3.4 (oltre ad avere 20 anni meno di me) e so che se apro la diagonale per primo vengo fulminato con facilità se la mia palla non è come deve essere...
Se invece do meno angolo, siccome la mia palla non viaggia male ed è profonda, anche lui deve faticare di più per rompermi le scatole
Anche perchè lui con più angolo può spingere più forte 
Non so se ha senso come discorso...?

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Faccio il rompi balline anche io  Razz Razz e dico che, è vero che tenere la diagonale è importantissimo se non fondamentale, ma a mio parere ( anzi, è proprio una mia fissazione ) a tennis vince di più chi sa uscire prima dalla diagonale....il lungo linea per me, è il colpo più micidiale che esista e allenarsi su questo colpo, oltre che sul tenere la diagonale, può risultare la mossa vincente....ovviamente, più facile a dirsi che a farsi.....

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Secondo me è anche una questione di fiato: se giochi sempre al centro e l'avversario ti risponde al centro perchè per entrambi è più facile, vince chi ha più gambe.
Se giochi in diagonale hai bisogno di meno gambe ma di più tecnica; per me, dati gli oramai 53 anni suonati, è più semplice!
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