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Da Terra a Cemento: cercasi consigli

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framan
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Promemoria primo messaggio :

Ciao,
Devo iniziare un torneo su cemento ma sono un terrariolo nato, qualcuno può darmi qualche dritta su come affrontare il cambio di superficie?
Identikit: 4.3, rovescio a una mano con ampia sbracciata, dritto in semiwestern quasi piatto, pochi vincenti, molta manovra, vado spesso a chiudere il punto a rete, buonissime gambe.

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Se hai la possibilità di imparare a giocare sul cemento...avrai solo VANTAGGI a giocare, successivamente, su altre superfici.
Perché?
1) Perché avrai un timing sulla palla più veloce: è più facile rallentare che accelerare. Accelerare, spesso, significa andare in overswing e non è una cosa simpatica.
2) Perché avrai una maggiore velocità di piedi e di footwork in generale (spostamenti, recuperi, uscita dal colpo).
3) Perché impari a giocare con maggiore anticipo (quindi più angoli).
4) Perché rischi anche di imparare a giocare qualche colpo a volo.
5) Perché tu sarai nella fascia del 20% di italiani che sanno giocare sul sintetico mentre il restante 80% no.
6) Perché non è vero che chi gioca sul cemento non sa spinnare: i materiali attuali dicono il contrario.
7) Perché se tiri la racchetta a terra, questa si scrosta o si sfascia: ovvero impari a non fare il pirla.
Cool Perché il rivenditore di attrezzatura ti guarderà con piacere e affetto: compri un paio di scarpe nuove a stagione (o anche due)!

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kingkongy ha scritto:
Se hai la possibilità di imparare a giocare sul cemento...avrai solo VANTAGGI a giocare, successivamente, su altre superfici.
3) Perché impari a giocare con maggiore anticipo 

Son d'accordo, e la n.3 è quella che ancora oggi mi "serve" di più. Io agli inizi (racche di legno anni 80) giocavo dalle 6 alle 8 ore a settimana sul cemento
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Sono d'accordo con Framan. Ho giocato,d'adolescente, sempre sul cemento.....e sulla terra ho problemi a spingere e nella ricerca della palla.

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Tonico ha scritto:
Sono d'accordo con Framan. Ho giocato,d'adolescente, sempre sul cemento.....e sulla terra ho problemi a spingere e nella ricerca della palla.

X quello la superfice come "colpa" non ne ha...ricerca palla e spinta (gambe, tronco e swing di braccio) è PURA tecnica tennistica di BASE
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Se sai giocare BENE a tennis la palla la trovi sempre anche se giochi in bosco....

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Beh, l'Usta promuove la terra battuta per l'evviamento e, al tempo stesso, per una migliore tutela fisica degli atleti. Se uno vuole mettere alla prova le proprie articolazioni, gioca di sicuro sul cemento, possibilmente un po' scivoloso.
La Fit, da parte sua, promuove la costruzioni di campi in sintetico visto che, dal punto di vista numerico, i tornei, nel circuito ATP, si giocano prevalentemente sul sintetico. E i nostri promettenti campioncini prendono delle grandi sberle sul cemento & Co.

Diciamo che, come al solito, la flessibilità, l'adattabilità, la varietà sono la ricchezza dell'evoluzione. Quando 40 anni fa ho giocato per la prima volta sull'erba credevo di essere diventato cretino, cieco, fisicamente inadatto a qualsiasi attività sportiva al di fuori del tresette e delle bolle di sapone*. Ogni tanto una bella Jacuzzi di umiltà fa tanto bene.

* N.B. Oggigiorno ne sono convinto...

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Nw-t dice: Se sai giocare BENE a tennis la palla la trovi sempre anche se giochi in bosco.... 
Personalmente condivido, magari nel bosco proprio no, con tutte quelle felci, quando la trovi più la palla Very Happy , ma comunque il cambio di superficie dovrebbe essere un fatto di mera gestione dei primi momenti di adattamento, però ...


Io ho mosso i primi e primissimi passi nel tennis su campi in mateco, materiale innovativo in quegli anni (metà degli anni '70), dalla superficie ruvida, ma anche di relativa + morbidezza rispetto al più classico cemento, attualmente poco usato e quei pochi che sono rimasti si sono induriti come i fossili del paleolitico.
Ebbene, il rimbalzo della palla risultava meno scivoloso del cemento e, quindi, più alto, ma comunque veloce permettendo ottimi anticipi con minore difficoltà di quanto abitualmente accada anche sulla terra dove o il rimbalzo risulta più lento, o più basso, suggerendo più spesso impatti con palla a scendere.
Ormai sono passati tanti anni e le tante ore giocate sul rosso mi hanno, via, via, fatto assuaefare a questa superficie dove gioco più spesso per mera comodità, ma quando mi capita di rigiocare sul veloce e, magari proprio su un mateco, ritrovo istantaneamente e con naturalezza quegli anticipi ai quali mi abituai in quei primi anni di tennis.
Tra l'altro, il colpire la palla ancora in fase ascendente, oltre che risultare meno naturale, sul rosso risulta meno efficace, nel senso che un buon anticipo sul veloce da quasi sempre ottimi risultati rimandando palle la cui maggior velocità viene maggiormente avvertita dall'avversario, aspetto stemperato dalla terra che frenando maggiormente il rimbalzo offre maggio tempo di reazione svilendo buona parte l'efficacia del gioco d'anticipo.
Una cosa è certa, raramente mi capita di cercare la scivolata sul rosso abituato ad arrivare sempre e comunque per tempo sulla palla senza poterne fare conto, come avviene appunto sui campi veloci. Poi vuoi mettere ... calzoncini bianchi sempre puliti  Laughing
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framan ha scritto:
kingkongy ha scritto:
Beh, l'Usta promuove la terra battuta per l'evviamento e, al tempo stesso, per una migliore tutela fisica degli atleti. Se uno vuole mettere alla prova le proprie articolazioni, gioca di sicuro sul cemento, possibilmente un po' scivoloso.
La Fit, da parte sua, promuove la costruzioni di campi in sintetico visto che, dal punto di vista numerico, i tornei, nel circuito ATP, si giocano prevalentemente sul sintetico. E i nostri promettenti campioncini prendono delle grandi sberle sul cemento & Co.

Diciamo che, come al solito, la flessibilità, l'adattabilità, la varietà sono la ricchezza dell'evoluzione. Quando 40 anni fa ho giocato per la prima volta sull'erba credevo di essere diventato cretino, cieco, fisicamente inadatto a qualsiasi attività sportiva al di fuori del tresette e delle bolle di sapone*. Ogni tanto una bella Jacuzzi di umiltà fa tanto bene.

* N.B. Oggigiorno ne sono convinto...


Anni fa cominció la crisi del tennis americano e ne cercarono le ragioni, una delle conclusioni a cui arrivarono è la mancanza di campi in terra negli USA. Non è certo la sola
Quello che si accorsero è di come non mancasse qualità dei giocatori, ma mancasse spinta rispetto ai giocatori cresciuti in Spagna, all'epoca l'altro polo tennistico mondiale.
La cosa fu approfondita e scoprirono, ma più che scoprire fu una comferma, di come se cresci sul lento impari a spingere mentre sul veloce impari ad incontrare la palla sfruttando la velocitá di quella avversaria. Son due modi di giocare ben diversi ed è necessario saperli usare entrambi 
In passato piú remoto esisteva il problema opposto, gli europei, escluso il nord europa, erano impreparati ai campi veloci semplicemente perché non ci si allenavano sopra, e in Europa corsero ai ripari iniziando a costruire campi veloci o ad emigrare per periodi verso la Florida.
Nelle grandi accademie americane i campi in har-tru non sono mai mancati, perché ovvio che i giocatori di livello hanno bisogno di entrambe le superfici per allenarsi, ma nel resto degli States erano praticamente scomparsi.
Quello che peró non funzionava bene era portare il giocatore ben cresciuto sul veloce, e tentare di fargli spingere le palle lente su terra, il contrario invece funziona, apprendere a spingere palle lente e poi imparare ad incontrare.
In pratica, se nel tuo chip imprimi prima uno swing lungo e la capacitá di prendere dal terreno la forza necessaria per fare andare una palla poi passare ad apprendere ad incontrare la palla con uno swing piú corto e sfruttare il peso della palla dell'avversario è non facile, occorre tempo, ma ci riesce abbastanza naturalmente. Il contrario no, è ben più ostico e dev'essere costruito con pazienza e molta difficoltá, come ci fosse una sorta di magia nera che lo impedisce.
Mentre nel tennis per emergere é sempre stato imprescindibile saper incontrare l'evoluzione del tennis moderno non permette più di essere carente anche in spinta propria.
Se osservi bene nei fab four, i due che son cresciuti sul rapido Djoko è Murray fanno molta più fatica a spingere di suo, e lo vedi bene sulle palle lente, dei due cresciuti su terra, Fed e Nadal che peró hanno ben imparato a incontrare la palla.

Tutto ció non significa che non si può, significa che il percorso più affidabile è quello terra-cemento e non il contrario

Intervento interessante...

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dovrebbe essere vietato scrivere più di 150 parole...

a parte questa battuta io trovo che, a 50 anni e con la vista che è quella che è, sul cemento sia più facile giocare perchè si vede meglio la palla e perchè la palla rimbalza meglio

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Federer non è esattamente cresciuto sulla terra rossa. Diciamo che uno dei suoi punti di forza da giovanotto era proprio la sua capacità di adattarsi a rimbalzi differenti e strategie di gioco conseguenti.
La critica principale come indet 18 era proprio “quel rovescino leggero in back da cemento”...

Ultima modifica di kingkongy il Lun 26 Feb 2018 - 13:50 - modificato 2 volte.

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Poi non ho capito USTA che vuole campi in terra... come da "noi" è il contrario e vogliano i campi veloci... perchè 80% dei punti ATP vengono dati su superfici veloci. In più gli ultimi  n. 1 al mondo era moderna USA non erano proprio e veri terraioli...Courier, Sampras, Agassi e Roddick...e non credo neppure si siano formati in Spagna sul rosso... Smile Cool
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Mmmm ne sei sicuro? Io all Old Boys di Allschwil ci sono stato e faceva un freddo becco anche a primavera. Ci sono campi in terra coperti ma quello che troneggia è quell’hangarone centrale con campi in cemento dove si allenava il pestifero è isterico Roger. Se non sbaglio Federer è pure stato campione indoor under 16. E già allora in Svizzera si andava di sintetico. 
Il rovescio in back di Federino nasce lì. 
Però posso sbagliarmi.
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Boh, a 8 anni è partito dalla terra. Ci mancherebbe. Mica dico che non abbia mai visto la terra rossa! Ma non è mai stato un "solo terra" all'italiana o alla spagnola!
Quando è andato alla Scuola nazionale (National Center) di Losanna, per esempio,...i campi in sintetico sono indoor e su questo accetto scommesse. Saper giocare sul cemento da Under 16 è un privilegio che davvero pochi hanno.
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Framan, non mi fraintendere. Io sostengo che Federer ha avuto solo grandi vantaggi ad avere una preparazione completa. E sostengo che per un principiante imparare a gestire il cemento e i sintetici in generale è un "dono". Il perché è presto detto: il movimento in campo, il footwork, la necessità di saper giocare "avanti" (in anticipo) generando una intensità di gioco che ora vedi ai vertici del rank mondiale.
Ma la domanda iniziale, ovvero se è "grave" crescere sul cemento...io proprio non lo considero tale.
Se fai agonismo internazionale devi mettere in conto che giocherai all'80% NON sulla terra. Scusami se è poco.
Se fai agonismo nazionale...un campo in sintetico ti capiterà sempre più spesso.
Se fai agonismo ricreativo...almeno il footwork lo sai un po' meglio dell'avversario.
Se fai cazzegging...per lo meno hai un'idea geometrica del campo e degli scambi.

Il problema è che sul cemento non impari a spingere la palla? Oddio, mi sembra un po' restrittivo, anche perché, con la bella stagione, il bipede "scoprirà" la terra battuta e il piacere di scivolare per recuperare una palla. Per "iniziare" va benissimo il cortile in asfalto e la porta del garage come per Borg...o lo stesso Rogerino.
Mi sembra un compromesso onorevole!

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Non ho capito poi perché c'è tutta questa epidemia di palle lente. Dove sono 'ste palle lente in ATP??!!! Se oggi come oggi giochi una palla lenta sei un uomo morto. Punto. Lo sei sulla terra, sull'erba e sul cemento.
L'unica palla lenta del circuito è il back di rovescio di Federer...solo che la sua si alza di 5 cm da terra.
Nonostante questo, è un colpo che sulla terra battuta gli ha fatto prendere in faccia delle gran botte da Nadal e da Djoko. Mentre sul cemento e sull'erba gli permette di prendere per il naso chiunque si metta in testa di sostenere la sua diagonale.

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Va anche detto che se il campo veloce, diciamo in cemento e similari, perchè quell'erbetta sintetica tanto di moda al giorno d'oggi e, tanto più l'erba vera (e chi ci gioca mai Very Happy, ovviamente) sono un po' altra cosa, agevola il colpire la palla in ascesa, quindi con un certo anticipo, non è che è obbligatorio farlo e non è che ci si possa riuscire sempre, tra l'altro le scivolate sul cemento le lascerei fare ai PRO, qualche pallaccia si sarà anche costretti a giocarla un po' in ritardo e quindi in fase discendente e in queste circostanze la spinta deve essere tua se si vuole giocare un colpo sufficientemente profondo.
Insomma, proprio inconsistenti nel giocare la palla senza contare sul suo peso mi sembra eccessivo.
Forse un tema caro alle diverse superfici è, semmai, l'efficacia dell'uso estremo del top che se sulla terra ottiene il suo massimo risultato nello spingere l'avversario fuori campo, sul cemento  la spinta rimane un po' stemperata dallo scivolare tipico della palla sulla superficie liscia del cemento.
In questo, la scuola spagnola, ma anche quella sudamericana, argentini su tutti (Del Potro è un'eccezzione, se vogliamo),  caratterizzata dal forte uso del rosso, permette di acquistare una sensibilità che formandosi sul duro è più difficile raggiungere rimanendo, quindi, un po' indietro e, quindi, meno abituati una volta che ci si gioca.
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...e sì che si sta fraintendendo. Me ne son accorto sì, anche perché l'incipit è di JessieMalone, class 4.3, che non credo sia Under 12.
Vabbé, la morale è: giocate ovunque, spingete sempre e fatevi i fatti vostri che tanto Federer non è un esempio per nessuno.
Very Happy Very Happy Very Happy

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Tanto conta solo QUANTA tecnica hai di base...con quella spingi la palla su ogni superfice.
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