kingkongy ha scritto: Beh, l'Usta promuove la terra battuta per l'evviamento e, al tempo stesso, per una migliore tutela fisica degli atleti. Se uno vuole mettere alla prova le proprie articolazioni, gioca di sicuro sul cemento, possibilmente un po' scivoloso.
La Fit, da parte sua, promuove la costruzioni di campi in sintetico visto che, dal punto di vista numerico, i tornei, nel circuito ATP, si giocano prevalentemente sul sintetico. E i nostri promettenti campioncini prendono delle grandi sberle sul cemento & Co.
Diciamo che, come al solito, la flessibilità, l'adattabilità, la varietà sono la ricchezza dell'evoluzione. Quando 40 anni fa ho giocato per la prima volta sull'erba credevo di essere diventato cretino, cieco, fisicamente inadatto a qualsiasi attività sportiva al di fuori del tresette e delle bolle di sapone*. Ogni tanto una bella Jacuzzi di umiltà fa tanto bene.
* N.B. Oggigiorno ne sono convinto...
Anni fa cominció la crisi del tennis americano e ne cercarono le ragioni, una delle conclusioni a cui arrivarono è la mancanza di campi in terra negli USA. Non è certo la sola
Quello che si accorsero è di come non mancasse qualità dei giocatori, ma mancasse spinta rispetto ai giocatori cresciuti in Spagna, all'epoca l'altro polo tennistico mondiale.
La cosa fu approfondita e scoprirono, ma più che scoprire fu una comferma, di come se cresci sul lento impari a spingere mentre sul veloce impari ad incontrare la palla sfruttando la velocitá di quella avversaria. Son due modi di giocare ben diversi ed è necessario saperli usare entrambi
In passato piú remoto esisteva il problema opposto, gli europei, escluso il nord europa, erano impreparati ai campi veloci semplicemente perché non ci si allenavano sopra, e in Europa corsero ai ripari iniziando a costruire campi veloci o ad emigrare per periodi verso la Florida.
Nelle grandi accademie americane i campi in har-tru non sono mai mancati, perché ovvio che i giocatori di livello hanno bisogno di entrambe le superfici per allenarsi, ma nel resto degli States erano praticamente scomparsi.
Quello che peró non funzionava bene era portare il giocatore ben cresciuto sul veloce, e tentare di fargli spingere le palle lente su terra, il contrario invece funziona, apprendere a spingere palle lente e poi imparare ad incontrare.
In pratica, se nel tuo chip imprimi prima uno swing lungo e la capacitá di prendere dal terreno la forza necessaria per fare andare una palla poi passare ad apprendere ad incontrare la palla con uno swing piú corto e sfruttare il peso della palla dell'avversario è non facile, occorre tempo, ma ci riesce abbastanza naturalmente. Il contrario no, è ben più ostico e dev'essere costruito con pazienza e molta difficoltá, come ci fosse una sorta di magia nera che lo impedisce.
Mentre nel tennis per emergere é sempre stato imprescindibile saper incontrare l'evoluzione del tennis moderno non permette più di essere carente anche in spinta propria.
Se osservi bene nei fab four, i due che son cresciuti sul rapido Djoko è Murray fanno molta più fatica a spingere di suo, e lo vedi bene sulle palle lente, dei due cresciuti su terra, Fed e Nadal che peró hanno ben imparato a incontrare la palla.
Tutto ció non significa che non si può, significa che il percorso più affidabile è quello terra-cemento e non il contrario