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Istinto o ragione

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Ciao a tutti, ho il grande difetto di essere rigido con il dritto, ho grosse difficoltà a "mollare il polso", sto cercando di mollare un po' la presa e di giocare con le famose tre dita sull'impugnatura ma faccio molta fatica. In particolare, non riesco a far scendere e scorrere il polso sotto la palla. Quando Il maestro mi mette delle palle "facili" a metà campo riesco ad essere più sciolto con il polso ma quando gioco una partita d'allenamento o di torneo non ci riesco. Cerco di mettere in pratica l'insegnamento (in questa fase mi interessa più migliorare che vincere) ma, quando mi trovo la palla a 5cm dalla riga oppure in risposta ad un servizio potente, gioco d'istinto (non ho il tempo di pensare e mi viene automaticamente di mettere tensione al colpo). Ora mi chiedo se cambiare modo di giocare (fatto principalmente per avere meno infortuni) possa giovare visto che è molto difficile cambiare in corsa (i movimenti sono "meccanizzati" negli anni). Grazie in anticipo per le risposte.

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Cambiare modo di giocare da adulti, IMHO, non è una buona scelta.

Si può pensare di riuscirci in allenamento, ma quando la tensione sale, in partita, si TORNA SEMPRE al "vecchio movimento", finendo in confusione totale.

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buon giorno
concordo con quanto scritto da Giovanni...
la strada percorribile potrebbe essere: investire del tempo con il  maestro e lasciare perdere i tornei finchè non si hanno automatismi consolidati.
buon tennis

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Concordo con i vostri consigli, però sarebbe giusto alternare le lezioni con il maestro con l'allenamento tra agonisti e non si può sempre rifiutare di fare una partita.

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mattiaajduetre ha scritto:
buon giorno
concordo con quanto scritto da Giovanni...
la strada percorribile potrebbe essere: investire del tempo con il  maestro e lasciare perdere i tornei finchè non si hanno automatismi consolidati.
buon tennis


Giustissimo 
No tornei in fase di cambiamento 
E, se possibile, partite poco impegnative

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Sonny Liston ha scritto:
Cambiare modo di giocare da adulti, IMHO, non è una buona scelta.

Si può pensare di riuscirci in allenamento, ma quando la tensione sale, in partita, si TORNA SEMPRE al "vecchio movimento", finendo in confusione totale.

Prendo spunto dal tuo suggerimento per chiederti come migliorare partendo da una tecnica discreta ma migliorabile. Dando per scontato che non avrò mai una tecnica perfetta perché non l'ho collaudata negli anni, vedo certi tennisti con una tecnica "artigianale" produrre un ottimo tennis con pochi errori. Negli anni si capiscono i propri errori ed automaticamente si trova una specie di "compensazione" sul colpo? Non parlo dei pallettari che corrono come dei maratoneti ma di giocatori che riescono ad esprimere un buon tennis con una tecnica "imperfetta".

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Tutto normale: quando sei in partita esce natuaralmente quello che hai davvero interiorizzato, e finchè quello che stai imparando non va a sostituire la vecchia abitudine , ti dovrai rassegnare ad affrontare i vecchi fantasmi.

Quello che a te deve interessare è però continuare ad insistere con impegno nelle fasi di apprendimento e di allenamento, per far si che i nuovi movimenti diventino prima o poi la nuova abitudine.

Adulto o bambino non cambia niente, quello che conta è la predisposizione personale all'apprendimento. Ci sono bambini negati e adulti che imparano al volo.

Oltre alla tecnica cerca di porre molta attenzione  a come arrivi sulla palla (quindi footwork corretto) che è forse più importante della tecnica in se. Molti ex giocatori di calcio/calcetto infatti sono ottimi tennisti in erba perché hanno una buonissima capacità di ricercare la palla, ereditata dal precedente sport.

Sl piano del gioco devi puntare prima di tutto a sviluppare la consistenza, che non è essere pallettari, ma essere consci che il tennis è un gioco di percentuali, dove prendersi rischi inutili, ovvero giocare colpi che o non si conoscono o ad una velocità che non si controlla, equivale a sconfitta certa.

E perseverare sempre, in barba a tutti quelli che cercheranno in tutti i modi di placare il tuo entusiasmo. Perderai moltissime partite cercando di applicare gli insegnamenti del maestro , ma devi ricordarti che è un investimento a lungo termine.
I circoli sono pieni di gente fondamentalmente incapace ed invidiosa a cui brucia vedere qualcuno che si impegna ed ottiene qualcosa, quando loro giocano allo stesso modo(male) da 40 anni.

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dani81 ha scritto:
Sonny Liston ha scritto:
Cambiare modo di giocare da adulti, IMHO, non è una buona scelta.

Si può pensare di riuscirci in allenamento, ma quando la tensione sale, in partita, si TORNA SEMPRE al "vecchio movimento", finendo in confusione totale.

Prendo spunto dal tuo suggerimento per chiederti come migliorare partendo da una tecnica discreta ma migliorabile. Dando per scontato che non avrò mai una tecnica perfetta perché non l'ho collaudata negli anni, vedo certi tennisti con una tecnica "artigianale" produrre un ottimo tennis con pochi errori. Negli anni si capiscono i propri errori ed automaticamente si trova una specie di "compensazione" sul colpo? Non parlo dei pallettari che corrono come dei maratoneti ma di giocatori che riescono ad esprimere un buon tennis con una tecnica "imperfetta".


Considera che i circoli pullulano di mega pippe che pensano di essere "tecnicamente bravi"...
Quelli che analizzano il coseno dell'angolo del piede sx mentre fanno un dritto.
Li riconosci perché spendono una fortuna in lezioni, non vincono una partita neanche a morire, e continuano a trovare improbabili giustificazioni alle loro sconfitte.
Li ritroverai tra 10 anni, a continuare a perdere.

Innanzi tutto, sempre a parere mio (chiaro che non sono un maestro-tecnico) è importante migliorare la ricerca della palla, il gioco di piedi e anticipare l'apertura.

Poi, partite partite e ancora partite.

Inframezzate da qualche cesto con maestro pragmatico che badi al sodo e non ti riempia la testa di cazzate (credimi: ce ne sono molti)...

Se la tua tecnica è decente, devi migliorare la tua solidità senza snaturare i tuoi colpi.

Ripeto: gioco da molto tempo e non ho mai conosciuto nessun adulto che sia riuscito a modificare la meccanica di colpi consolidati... per la ragione che dicevo sopra.

Diverso il discorso del principiante assoluto, dove il maestro lo può impostare "ab initio".

Riassumendo: gioca molte partite, molti tornei, cambia avversario (cerca anche i pallettari)... in altre parole, diventa "giocatore".

I risultati e le soddisfazioni arriveranno sicuramente.

Un saluto.

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Albs condivido il tuo punto di vista anche se fare delle lezioni da adulto dopo svariati anni d'inattivita` è molto difficile...Il maestro deve togliere gli errori vecchi ed inserire dei concetti nuovi... e` molto più semplice insegnare ad un bambino cominciando da zero. Certe volte mi sembra di "fare il gambero"...un giorno vado bene e poi ritorno ai miei soliti errori. Ci vuole molta pazienza e costanza...capisco l'amatore che non vuole sacrificare tempo e soldi per dei concetti difficili da assimilare.

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Sempre a parere mio (personalissimo e magari fallace)...

Il motivo per cui un adulto CON COLPI CONSOLIDATI molto difficilmente riuscirà a modificarli (in situazione di stress) è perché avrebbe bisogno di MESI di allenamento intensivo...

Tipo due ore al giorno TUTTI i giorni, per mesi.
In modo da automatizzare un NUOVO pattern motorio.

Chi ha il tempo/denaro per fare questo?

Nessuno! (Lavoro, famiglia, budget).

Fare due lezioni da un'ora a settimana non modificherà mai un pattern motorio consolidato, probabilmente lo peggiora.

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E quello che ti dico non è farina del mio sacco (anche se ne sono sempre stato convinto)...

Ma di un Maestro Federale con i controcazzi, ex Prima Categoria, numero 16 in Italia...

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albs77 ha scritto:
Tutto normale: quando sei in partita esce natuaralmente quello che hai davvero interiorizzato, e finchè quello che stai imparando non va a sostituire la vecchia abitudine , ti dovrai rassegnare ad affrontare i vecchi fantasmi.

Quello che a te deve interessare è però continuare ad insistere con impegno nelle fasi di apprendimento e di allenamento, per far si che i nuovi movimenti diventino prima o poi la nuova abitudine.

Adulto o bambino non cambia niente, quello che conta è la predisposizione personale all'apprendimento. Ci sono bambini negati e adulti che imparano al volo.

Oltre alla tecnica cerca di porre molta attenzione  a come arrivi sulla palla (quindi footwork corretto) che è forse più importante della tecnica in se. Molti ex giocatori di calcio/calcetto infatti sono ottimi tennisti in erba perché hanno una buonissima capacità di ricercare la palla, ereditata dal precedente sport.

Sl piano del gioco devi puntare prima di tutto a sviluppare la consistenza, che non è essere pallettari, ma essere consci che il tennis è un gioco di percentuali, dove prendersi rischi inutili, ovvero giocare colpi che o non si conoscono o ad una velocità che non si controlla, equivale a sconfitta certa.

E perseverare sempre, in barba a tutti quelli che cercheranno in tutti i modi di placare il tuo entusiasmo. Perderai moltissime partite cercando di applicare gli insegnamenti del maestro , ma devi ricordarti che è un investimento a lungo termine.
I circoli sono pieni di gente fondamentalmente incapace ed invidiosa a cui brucia vedere qualcuno che si impegna ed ottiene qualcosa, quando loro giocano allo stesso modo(male) da 40 anni.


Condivido tutto al 100%.Bravo.

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Sonny Liston ha scritto:
Sempre a parere mio (personalissimo e magari fallace)...

Il motivo per cui un adulto CON COLPI CONSOLIDATI molto difficilmente riuscirà a modificarli (in situazione di stress) è perché avrebbe bisogno di MESI di allenamento intensivo...

Tipo due ore al giorno TUTTI i giorni, per mesi.
In modo da automatizzare un NUOVO pattern motorio.

Chi ha il tempo/denaro per fare questo?

Nessuno! (Lavoro, famiglia, budget).

Fare due lezioni da un'ora a settimana non modificherà mai un pattern motorio consolidato, probabilmente lo peggio

Il discorso è corretto, non sai quante volte mi sono arrabbiato con me stesso Evil or Very Mad per non riuscire ad eseguire il movimento nuovo (anche se ero concentrato al massimo). Siccome non riuscivo più a giocare con costanza per problemi al braccio e dopo aver provato diverse racchette e corde  sono andato dal maestro per cercare di modificare alcuni movimenti strappati sul dritto e sul servizio che non mi consentivano di giocare tranquillo. Ora, se devo essere sincero, i problemi al braccio sono (per il momento) spariti (abbiamo lavorato molto sul tenere il polso morbido e sul stringere meno l'impugnatura) ma il livello è rimasto lo stesso. Quindi, anche se il mio livello è rimasto lo stesso (concordo con il tuo discorso) ho avuto un beneficio (ho meno tensione sul braccio).

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secondo me è spesso un problema di approccio "globale", ossia si tende a far partite abbinando il concetto di vittoria a quello di buon tennis, senza preoccuparsi quasi mai di focalizzare il tempo e la concentrazione sugli aspetti da migliorare a livello fisico-tecnico. il risultato di questo approccio omologato è che difficilmente troverai un partner in grado di collaborare con te per far crescere il tuo tennis e automaticamente anche il suo. faccio un esempio pratico: se si ha un rovescio in top a una mano carente si tende a farlo in back o slice oppure si cerca di posizionarsi sempre sul dritto, questo ci porta a pensare che in quel modo nascondiamo una carenza e possiamo giocare più agevolmente. invece dovremmo pensare ad affrontare quella carenza senza timore di sbagliare troppo, perchè può dipendere spesso proprio dal fatto che la nostra testa e il nostro corpo sono stati mal abituati in quella determinata situazione

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dani81 ha scritto:
Albs condivido il tuo punto di vista anche se fare delle lezioni da adulto dopo svariati anni d'inattivita` è molto difficile...Il maestro deve togliere gli errori vecchi ed inserire dei concetti nuovi... e` molto più semplice insegnare ad un bambino cominciando da zero. Certe volte mi sembra di "fare il gambero"...un giorno vado bene e poi ritorno ai miei soliti errori. Ci vuole molta pazienza e costanza...capisco l'amatore che non vuole sacrificare tempo e soldi per dei concetti difficili da assimilare.

Se parti già così lascia perdere. È evidente che non vuoi fare la fatica di imparare. imparare qualcosa significa creare una nuova abitudine. Non dimenticare la vecchia. Fare il gambero fa parte del processo di apprendimento ma non é un ostacolo. Io ho fatto lezione con gente che non era fisicamente in grado di provare qualcosa di nuovo. Ma nn è un problema di età ma di mancanza di capacità di apprendimento. Perche invece che partire da zero seguendo quello che gli dice il maestro partono da quel che sanno fare e cercano di correggerlo. Impossibile imparare se pensi che si tratti di cambiare una abitudine. Le abitudini nn si cambiano,si sostituiscono con una nuova e migliore abitudine. La fatica sta tutta nel porsi senza pregiudizi e con l'umiltà di imparare.chi nn impara nn è umile o non è capace,altro che età.

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albs77 ha scritto:
dani81 ha scritto:
Albs condivido il tuo punto di vista anche se fare delle lezioni da adulto dopo svariati anni d'inattivita` è molto difficile...Il maestro deve togliere gli errori vecchi ed inserire dei concetti nuovi... e` molto più semplice insegnare ad un bambino cominciando da zero. Certe volte mi sembra di "fare il gambero"...un giorno vado bene e poi ritorno ai miei soliti errori. Ci vuole molta pazienza e costanza...capisco l'amatore che non vuole sacrificare tempo e soldi per dei concetti difficili da assimilare.

Se parti già così lascia perdere. È evidente che non vuoi fare la fatica di imparare. imparare qualcosa significa creare una nuova abitudine. Non dimenticare la vecchia. Fare il gambero fa parte del processo di apprendimento ma non é un ostacolo. Io ho fatto lezione con gente che non era fisicamente in grado di provare qualcosa di nuovo. Ma nn è un problema di età ma di mancanza di capacità di apprendimento. Perche invece che partire da zero seguendo quello che gli dice il maestro partono da quel che sanno fare e cercano di correggerlo. Impossibile imparare se pensi che si tratti di cambiare una abitudine. Le abitudini nn si cambiano,si sostituiscono con una nuova e migliore abitudine. La fatica sta tutta nel porsi senza pregiudizi e con l'umiltà di imparare.chi nn impara nn è umile o non è capace,altro che età.

condivido il discorso su umiltà, spirito di sacrificio e compagnia bella, ma nella sostanza creare una nuova e migliore abitudine per sostituirne una vecchia peggiore, equivale a cambiare abitudine. un conto è se non hai mai fatto un rovescio a una mano in top, allora in quel caso devi creare l'abitudine di farlo; un altro conto è se devi migliorarlo, perchè ogni volta che ti si ripresenta quel colpo avrai inevitabilmente degli input istintivi che ti ostacolano, legati al solito modo di eseguirlo. ovviamente è auspicabile che questa fase sia transitoria, ma è a tutti gli effetti un cambiamento di abitudine.

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VANDERGRAF ha scritto:
albs77 ha scritto:
dani81 ha scritto:
Albs condivido il tuo punto di vista anche se fare delle lezioni da adulto dopo svariati anni d'inattivita` è molto difficile...Il maestro deve togliere gli errori vecchi ed inserire dei concetti nuovi... e` molto più semplice insegnare ad un bambino cominciando da zero. Certe volte mi sembra di "fare il gambero"...un giorno vado bene e poi ritorno ai miei soliti errori. Ci vuole molta pazienza e costanza...capisco l'amatore che non vuole sacrificare tempo e soldi per dei concetti difficili da assimilare.

Se parti già così lascia perdere. È evidente che non vuoi fare la fatica di imparare. imparare qualcosa significa creare una nuova abitudine. Non dimenticare la vecchia. Fare il gambero fa parte del processo di apprendimento ma non é un ostacolo. Io ho fatto lezione con gente che non era fisicamente in grado di provare qualcosa di nuovo. Ma nn è un problema di età ma di mancanza di capacità di apprendimento. Perche invece che partire da zero seguendo quello che gli dice il maestro partono da quel che sanno fare e cercano di correggerlo. Impossibile imparare se pensi che si tratti di cambiare una abitudine. Le abitudini nn si cambiano,si sostituiscono con una nuova e migliore abitudine. La fatica sta tutta nel porsi senza pregiudizi e con l'umiltà di imparare.chi nn impara nn è umile o non è capace,altro che età.

condivido il discorso su umiltà, spirito di sacrificio e compagnia bella, ma nella sostanza creare una nuova e migliore abitudine per sostituirne una vecchia peggiore, equivale a cambiare abitudine. un conto è se non hai mai fatto un rovescio a una mano in top, allora in quel caso devi creare l'abitudine di farlo; un altro conto è se devi migliorarlo, perchè ogni volta che ti si ripresenta quel colpo avrai inevitabilmente degli input istintivi che ti ostacolano, legati al solito modo di eseguirlo. ovviamente è auspicabile che questa fase sia transitoria, ma è a tutti gli effetti un cambiamento di abitudine.


Modificare un abitudine è solo un modo di dire. Un abitudine è un gesto o un insieme di gesti che orami sono stati interiorizzati. E non si cambiano. Si possono solo perdere perché subentra una nuova abitudine.
L'apprendimento mira a creare l'abitudine nuova.

Quello che servirebbe e che manca, che è il vero limite all'apprendimento in un adulto, è la dedizione totale alla nuova routine.
Il fatto che escano i gesti vecchi non è dovuto al fatto che non si è ancora persa la vecchia abitudine, è solo una scusa, ma che la maggior parte delle persone non vuole , e ripeto vuole, usare il nuovo gesto perché non essendo ancora interiorizzato ha paura di sentirsi incapace, ha paura del confronto con i colleghi del circolo, ha paura di perdere partitine senza alcun senso perché teme il giudizio degli altri.
Questa è la verità, la paura di essere giudicati.

Ad esempio nel mio club c'è un giocatore sui 35 ,mi pare 4.2 o 4.1, che ha deciso ,perchè non più soddisfatto del suo dritto, di cambiare impugnatura in maniera drastica, da western esasperata ad una eastern. E' un cambio molto radicale , devi praticamente reimparare a colpire la palla.
Ovviamente all'inizio non ne buttava una di la e tutti nel club a dargli addosso: "non è più capace, guarda come gioca era meglio prima, ma cosa si è messo in testa, non è più capace a giocare".
Sti quattro inetti , non sono nemmeno in grado di scorgere il coraggio che dimostra quel ragazzo di dedicarsi totalmente alla nuova routine.

Lui ha deciso di giocare il dritto in eastern e lo fa, sia che sia allenamento, che partitina, che partita ufficiale.

Perde? e chissenefrega!  L'obiettivo che si è posto è interiorizzare la nuova routine ed è felice di ogni passo in avanti che fa. E non ha alcun problema del gambero, perché semplicemente basta imporsi di non usare la vecchia routine. E' come smettere di fumare: o smetti o non smetti.
Quando avrà terminato il processo e avrà interiorizzato completamente la nuova routine tornerà a vincere come e meglio di prima e sarà un giocatore migliore, ma soprattutto avrà vinto la sfida con se stesso.

Questo è imparare. Sei disposto? Se si, allora impari, altrimenti resti dove sei.

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Come dice Sonny e' molto difficile lavorare su un gesto gia' consolidato,ci va tempo voglia e soldi,ma certe volte bastano pochi accorgimenti per far migliorare un gesto,senza aver bisogno di stravolgere tutto......il discorso tuo albs avolte funziona ma a volte no,specialmente quando si tratta di un cambio impugnatura drastico,per quanto impegno ci si mettta sia da parte del maestro che dell allievo,non e' detto che poi si ottengano dei buoni risultati,anzi a volte si fanno danni......

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Veterano ha scritto:
Come dice Sonny e' molto difficile lavorare su un gesto gia' consolidato,ci va tempo voglia e soldi,ma certe volte bastano pochi accorgimenti per far migliorare un gesto,senza aver bisogno di stravolgere tutto......il discorso tuo albs avolte funziona ma a volte no,specialmente quando si tratta di un cambio impugnatura drastico,per quanto impegno ci si mettta sia da parte del maestro che dell allievo,non e' detto che poi si ottengano dei buoni risultati,anzi a volte si fanno danni......


Quod  erat demonstrandum

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Premesso che le eccezioni ci sono sempre, io penso che si possano fare solo piccole correzioni del gesto, ma non si può stravolgere completamente un colpo.
Il mio maestro, quando ha un nuovo allievo adulto, analizza i difetti dell'impostazione e cerca di correggerli, ma non cambia completamente impostazione del colpo.
Ad es. dal momento che io non so giocare benissimo il rovescio in top ma solo quello in back, sono andato dal maestro del circolo e gli ho chiesto di insegnarmi il rovescio bimane. Mi ha guardato come se fossi un alieno e ora mi fa fare tanti cesti di rovescio a una mano in top, chiedendomi di terminare il movimento del colpo un pò più alto rispetto a quello che sono solito fare. In teoria andrebbero corrette tante cose nel mio rovescio ma lui mi ha detto che andrei solo in confusione e che se già riesco a metabolizzare un finale più alto, ho risolto l'80 per cento dei miei problemi.

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Io ero nella tua stessa situazione un anno fa, ed ora ho posso dire di aver davvero un bel rovescio in top, per un quarta. E fidati che se speri di ottenerlo facendo solo piccole correzioni e curando solo il finale.. tanti auguri.
Io ho passato ore a casa a fare shadow swing per sentire la testa della racchetta, ore su internet a leggere qualsiasi articolo che parlasse del rovescio, ore a guardare e riguardare replay, ore ad osservare i giocatori migliori del mio circolo, ore col maestro a cercare il problema.

Ora non mi voglio certo sostituire al maestro e lui saprà sicuramente quello che fa , però per la mia esperienza se non ti viene un tal colpo ,vuol dire che di base "non sai come si fa", punto.

Il cesto non serve un granchè se non sai bene neanche tu cosa ottenere: non è che se fai 1 milione di volte una cosa sbagliata magicamente alla milionesima volta ti viene giusta.

C'è qualcosa che evidentemente non hai colto o a cui non hai dato la giusta attenzione o che magari non ti è stato insegnato.
Ma non lo troverai mai se ci giri intorno e ti preoccupi solo di tamponare qua e la lasciando tutto com'è. Devi ripercorrere tutto il processo e trovare l'anello debole.

Curare la chiusura è certamente corretto ma se fai solo quello è come prendere il moment se hai mal di testa: domani avrai ancora mal di testa, se non capisci perché ti viene.

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albs stai facendo dei ragionamenti in base alle tue esperienze dandogli una valenz a universale, che nel tennis non è mai esistita. io sono la prova vivente del contrario di quello che hai scritto: non faccio partite e non me ne frega niente di sbagliare, sto provando da tre anni, tutte le settimane, a fare un rovescio in top a una mano di cui conosco in teoria morte, vita e miracoli, ma non riesco quasi mai a farlo come vorrei, perchè ad esempio, pur ficcandomi in testa ogni volta che devo aprire il braccio dietro per dare equilibrio, non lo apro quasi mai e spesso vado col peso del corpo all'indietro. conosco alla perfezione quello che sbaglio e mi dedico più che posso ad evitarlo, ma non basta, perchè  entrano in gioco meccanismi complessi. quello che per te è realizzabile non è detto che lo sia per tutti e con le stesse modalità e tempistiche

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Si albs,se il gesto non funziona probabilmente "bisogna" stravolgerlo,ma a volte magari anche se il gesto tecnicamente non e' perfetto,ma si gioca cosi da 20 anni ed e' un gesto diciamo solido,con tutte le sue pecche, un cambio drastico poterbbe far piu danni che altro,e li bisogna vedere cosa ce per poter fare delle piccole correzzioni,ma non piu di tanto,se funziona anche se il gesto e' viziato a volte e meglio non stravolgere piu' di tanto.... poi il tutto dipende come dicevo dalla voglia dal tempo e dai soldi che vuole investire il cliente,ma non si puo' promettere nulla.....e' un po come dire quando cambiarono ad Edberg e a Sampras il rovescio portandolo da due mani ad una nessuno sarebbe stato in grado di sapere se il cambio sarebbe stato vincente o meno,ma proprio nessuno.....a volte ci va anche una bella botta di cu..

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coccodrillo ha scritto:

Il mio maestro, quando ha un nuovo allievo adulto, analizza i difetti dell'impostazione e cerca di correggerli, ma non cambia completamente impostazione del colpo.
 In teoria andrebbero corrette tante cose nel mio rovescio ma lui mi ha detto che andrei solo in confusione e che se già riesco a metabolizzare un finale più alto, ho risolto l'80 per cento dei miei problemi.


Croc: il tuo maestro è uno "vero".

Tienilo stretto!   cheers

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albs77 ha scritto:
dani81 ha scritto:
Albs condivido il tuo punto di vista anche se fare delle lezioni da adulto dopo svariati anni d'inattivita` è molto difficile...Il maestro deve togliere gli errori vecchi ed inserire dei concetti nuovi... e` molto più semplice insegnare ad un bambino cominciando da zero. Certe volte mi sembra di "fare il gambero"...un giorno vado bene e poi ritorno ai miei soliti errori. Ci vuole molta pazienza e costanza...capisco l'amatore che non vuole sacrificare tempo e soldi per dei concetti difficili da assimilare.

Se parti già così lascia perdere. È evidente che non vuoi fare la fatica di imparare. imparare qualcosa significa creare una nuova abitudine. Non dimenticare la vecchia. Fare il gambero fa parte del processo di apprendimento ma non é un ostacolo. Io ho fatto lezione con gente che non era fisicamente in grado di provare qualcosa di nuovo. Ma nn è un problema di età ma di mancanza di capacità di apprendimento. Perche invece che partire da zero seguendo quello che gli dice il maestro partono da quel che sanno fare e cercano di correggerlo. Impossibile imparare se pensi che si tratti di cambiare una abitudine. Le abitudini nn si cambiano,si sostituiscono con una nuova e migliore abitudine. La fatica sta tutta nel porsi senza pregiudizi e con l'umiltà di imparare.chi nn impara nn è umile o non è capace,altro che età.

Non sono d'accordo con il tuo ragionamento. Ho detto che sono andato dal maestro per cercare di risolvere un problema tecnico che mi procurava dei fastidi articolari e l'ho risolto con successo (ovviamente ho delle "ricadute tecniche" ma già scendere in campo senza problemi è un successo). Affermi che non voglio far fatica ad imparare ma ho investito tempo, soldi ed ore di filmati per curare questo aspetto. Il mio discorso era: visto il sacrificio che costa impegnare fisico e mente nell'imparare dei concetti nuovi, capisco certi tennisti che preferiscono solo divertirsi (in linea generale). Inoltre, sono contrario al maestro depositario di "verità assolute"...secondo me, deve fare dei tentativi con l'allievo per trovare una sintonia (non può fornire una garanzia del suo successo). Mi ricordo di un giovane tennista promettente che cambiò il rovescio da due mani ad una mano su consiglio del maestro. All'inizio il rovescio ad una mano non andava bene ma il maestro (giustamente) insistette per tanti mesi finché (non vedendo i risultati) tornò a far giocare il rovescio a due mani all'allievo. Ecco, considero questo maestro un grande esempio di umiltà e dedizione perché è ritornato sui suoi passi, ha messo in discussione il rovescio ed ha fatto la scelta corretta. Non ha dato la colpa all'allievo di scarsa dedizione...anche se faceva ore ed ore di rovescio ad una mano non aveva lo stesso risultato, non riguardava solo la dedizione ed il lavoro.
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