Leggo le discussioni sulla testa, quanto c'entri e quanto no, provo a portare un punto di vista un po' diverso. Qualche annetto fa, per celebrare i 40, avevo deciso di regalarmi un ritorno al tennis in grande stile: tessera fit, qualche cesto di servizi e via. Del resto avendo osservato qualche torneo in zona avevo giudicato la 4a categoria come un obiettivo facilmente praticabile. Fino ai 4.3/4.2 non mi sentivo per niente impensierito, sono in forma, in quanto a tecnica non difetto, e poi francamente mi chiedevo come alcuni di quei giocatori facessero ad essere classificati.
Esordisco contro un triathleta 25enne nc che non mi fa vedere la palla. Decido immediatamente per il ritiro dal tennis giocato, ma questo due settimane dopo vince il torneo e dopo due mesi è tipo 3.4. Vabbè sfiga.
Allora ci riprovo, nuovo torneo, 20enne principiante un po' preparato. Un ragazzo simpatico e che si impegnava molto, ci teneva e si vedeva. Sulla carta una carneficina. Faccio io il gioco, nel bene e nel male. Più nel male (certi vizi non si perdono). Fatto sta che termina 75 per lui. Al cambio campo mi guardo intorno, il pubblico commenta "beh comunque non gioca male il signore". Ragazzini...
Penso che fa caldo, che sono lì da un'ora e mezza, che se devo giocare così che senso ha e che a casa potrei giocare coi bambini.
Finita lì. La partita era finita lì, ero ... annoiato.
Francamente una sensazione assai spiacevole da provare giocando a questo sport che amo tanto...
Gioco sempre, ma da quell'anno avrò servito forse una 50ina di palle.. si palleggia a tutta, si corre, si resta nella dimensione dello sport e del gioco.
Ecco. Qui volevo arrivare. Alla motivazione.
Senza motivazione non c'è storia. Vale in 4a (e sotto evidentemente), vale per i professionisti.
Per me come per Djokovic.