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Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-)

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L’atra sera, giocavo la mia partitella settimanale, dopo l’ennesima volè giocata seguendo a rete il servizio, al mio socio è sfuggita un’esternazione di biasimo alludendo al mio vezzoso tennis d’antan, quasi fosse uno sport minore, non rappresentativo dell'atletico tennis moderno, un escamotage per evitare quella che riteneva, evidentemente, una più macha sfida da fondo campo.
Poco male, ho pensato, gioco come ho imparato, me l’hanno insegnato da bambino, ho continuato da adulto,  con gli inevitabili sviluppi/inviluppi che il passare degli anni comportano e non posso certo cambiare dopo il mio ½ secolo.
Poi, però, mi sono chiesto, l’esplosione del gioco caratterizzato da esclusivi scambi da fondo campo è davvero la conseguenza dell’evoluzione tecnologica dei materiali via, via impiegati  nella produzione di racchette, corde e palline o è, piuttosto, frutto di diverse metodologie didattiche impiegate sempre più tra gli anni ‘70/’80, scalzando i precedenti approcci stilistici, per reale convinzione della loro efficacia o più per desiderio emulativo dei grandi interpreti di questo gioco che spazziavano nel circuito di quegli anni?
In fondo Borg che tutti hanno ammirato come grande interprete di questo innovativo, ai tempi,  stile di gioco, adottava una racchetta di legno, nonché corde e palline dell’epoca.
Ad un certo punto, come per magia, esplose la mania di giocare il rovescio a due mani, quando in precedenza quasi si biasimava chi si dimostrasse fragile nel giocarlo con una sola, ritenuti acerbi, inadeguati, forse anche poco machi Embarassed .
Tutto d’un tratto, giocare il rovescio con una mano non sembrava più un must, le impugnature suggerite incominciarono a moltiplicarsi, da usarsi una per il servizio, una per il dritto, una per il rovescio, un’altra, ancora, per le volè Shocked (all’inizio di questa avventura evolutiva non ci si spingeva ancora all’idea di non considerare proprio questa variante tattica). Poi gli spagnoli ed i sudamericani, già tradizionalmente più avvezzi a questo stile di gioco, incominciarono a dettare legge a livello di coocing, la chiusura delle impugnature suggerite divenne sempre più esasperata e il gioco da fondo (quello che una volta si associava al pallettaro, così chiamato a mo di sfregio Very Happy ) divenne l’unico modo di giocare a tennis, divenne, forse, anche una moda.
Ricordo ancora il mio maestro quando, nel suggerirci l’impugnatura da utilizzare - una continental o  martello - ci disse: “Usando solo questa impugnatura potrete concentrarvi solo sul colpire la palla, un problema in meno”.
Alcuni ragazzini con la racchetta in mano, oggi, sembrano impugnare delle padelle per fare la frittata da quanto è chiuso il piatto corde, assolutamente parallelo al pavimento.   Nel frattempo, però, il tennis d’alto livello sembrerebbe virare un po’ tendenza Pallettaro, questa gramigna da estirpare :-) 622327 . Sempre più spesso si vedono giocatori bimani utilizzare il rovescio ad una mano per giocare il back, ogni tanto si intravvede il serve and volley come occasionale soluzione tattica e l’altro giorno su Supertennis ho assistito ad una recente finale ATP americana dove un ancora giovane Herbert incantava con un gioco anni ’60 che il suo avversario faticava ad arginare nonostante i missili che esplodeva da fondo campo ed al servizio.
Mi sono interrogato, dunque il gioco a rete esiste ancora, si può comunque giocare ad alti livelli un efficace e vincente serve and volley, la graffite ed il piatto corde maggiorato non c’entrano nulla con questa apparente involuzione nel tennis da maratoneta della racchetta, ma allora tutto è solo frutto di una banale e volgare tendenza degli ultimi vent’anni (Bollettieri docet)?
Che ne pensate?  

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tra poco super tennis lancierà in tv tipo reality con Gene Gnocchi che si chiama proprio "pallettaro"

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Sarebbe bellismo "Pallettaro" ahahhahahaa

Come dicevo nell'altro post e diceva Michele, sto cercando di essere solido e chiudere a rete.. ma l'idea sarebbe di incentivare un minimo le mie scese spericolate a rete, se non serve e volley, non servo così bene, almeno serve, dritto e volley! Smile

Secondo me dopo una saturazione (vincente) di arrotini babolattiani adesso c'è un minimo di spazio/possibilità anche per altre idee di tennis! Dalla Vinci alla Giorgi, da Federer a Del Potro a Dustin Ziggy Brown!

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La realtà dei fatti è che il tennis è uno sport basato sui punti, ovvero sulle percentuali di riuscita nello scambio. Considerati gli attrezzi (palle, corde, telai), considerate le superfici sempre più lente (e in ogni caso in Europa la superficie che va per la maggiore è la terra rossa), considerato l'atletismo ormai esasperato all'inverosimile, il gioco più efficace per conquistare il punto è quello basato sullo scambio da fondo campo. Più si scende di livello poi, e maggiore è la possibilità di conquistare un punto con un gioco da fondo solido: sia perché le volee in quarta categoria non le sa fare come si deve quasi nessuno (per non parlare della velocità piuttosto contenuta delle battute), sia perché rimandare la palla dall'altra parte è un'occasione in più per guadagnare il 15 grazie all'errore altrui.
L'ultimo torneo a cui ho partecipato l'ha vinto uno che giocava il dritto con impugnatura hawaaian, il rovescio a due mani e una prima di servizio che era più una seconda che altro, da quanto era lavorata: tanto noioso quanto efficace nell'intrappolare nel suo gioco fatto di batti e ribatti tutti gli avversari. L'altro finalista, che aveva un gioco più tradizionale, che spingeva quando poteva e che ogni tanto scendeva pure a rete, ha fatto i punti più belli ma non ci ha capito nulla e le ha prese.

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ciao, spazziavano e graffite sono nettamente due rafforzativi, visto che non richiedono la doppia. comunque la grafite esisteva già negli anni 80, semmai è la dimensione del piatto corde che è cambiata di parecchio, insieme al peso del telaio che è diminuito. considera che ogni stagione ha i suoi talenti, derivanti anche dalle impostazioni scolastiche, che derivano a loro volta dalle presunte tendenze più redditizie a livello di classifica. negli anni 80 c'erano moltissimi giocatori che usavano vari tipi di tattiche e primeggiavano, poi sono arrivati giocatori più muscolari che hanno preso il largo ma nonostante questo sono stati agassi, federer e sampras a dettare spesso legge e non si possono di certo annoverare tra i giocatori noiosi e regolaristi. ossia, se si ha la fortuna di avere un talento e poterlo sviluppare senza costrizioni dettate da quello che va per la maggiore, si riesce ugualmente ad ottenere risultati; in tutti gli altri casi, si deve necessariamente costruire un gioco basato più sulla capacità di sbagliare poco e di riuscire a mantenere costante la tenuta fisica e mentale, tralasciando il lato più fantasioso e spettacolare. sulle superfici tipo erba si possono ancora vedere personaggi come dustin brown che se beccano la giornata giusta danno del filo da torcere a chiunque, ma sulla terra è difficile togliere il podio ai giocatori più regolaristi. e comunque spesso si tratta di un condizionamento psicologico che deriva un pò dal classico "quelli sì che erano tempi" , perchè ci sono tuttora partite dove i vari murray, wawrinka, o se preferisci a livelli più discontinui fognini o anche seppi riescono a dare spettacolo, a prescindere dal fatto se vadano a rete oppure no. il bello del tennis per fortuna non sta solo nei pressi della rete, ma anche in altre zone del campo e nell'evolversi degli scambi

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Come già detto... Bel servizio, magari a buttare fuori l'avversario e dritto dove vuoi: pure in contropiede e ti attacchi a rete....

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babolat94 ha scritto:
tra poco super tennis lancierà in tv tipo reality con Gene Gnocchi che si chiama proprio "pallettaro"

tristeee Sad , tra l'altro Gnocchi non mi sembra proprio il prototipo tipico del pallettaro, ma forse mi sbaglio.

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VANDERGRAF ha scritto:
ciao, spazziavano e graffite sono nettamente due rafforzativi, visto che non richiedono la doppia. comunque la grafite esisteva già negli anni 80, semmai è la dimensione del piatto corde che è cambiata di parecchio, insieme al peso del telaio che è diminuito. considera che ogni stagione ha i suoi talenti, derivanti anche dalle impostazioni scolastiche, che derivano a loro volta dalle presunte tendenze più redditizie a livello di classifica. negli anni 80 c'erano moltissimi giocatori che usavano vari tipi di tattiche e primeggiavano, poi sono arrivati giocatori più muscolari che hanno preso il largo ma nonostante questo sono stati agassi, federer e sampras a dettare spesso legge e non si possono di certo annoverare tra i giocatori noiosi e regolaristi. ossia, se si ha la fortuna di avere un talento e poterlo sviluppare senza costrizioni dettate da quello che va per la maggiore, si riesce ugualmente ad ottenere risultati; in tutti gli altri casi, si deve necessariamente costruire un gioco basato più sulla capacità di sbagliare poco e di riuscire a mantenere costante la tenuta fisica e mentale, tralasciando il lato più fantasioso e spettacolare. sulle superfici tipo erba si possono ancora vedere personaggi come dustin brown che se beccano la giornata giusta danno del filo da torcere a chiunque, ma sulla terra è difficile togliere il podio ai giocatori più regolaristi. e comunque spesso si tratta di un condizionamento psicologico che deriva un pò dal classico "quelli sì che erano tempi" , perchè ci sono tuttora partite dove i vari murray, wawrinka, o se preferisci a livelli più discontinui fognini o anche seppi riescono a dare spettacolo, a prescindere dal fatto se vadano a rete oppure no. il bello del tennis per fortuna non sta solo nei pressi della rete, ma anche in altre zone del campo e nell'evolversi degli scambi

Sarà anche come dici tu, il tennis per chi gioca a tennis è sempre bello, ma se non l'hai fatto di recente, ti inviterei ad andare a vedere qualche spezzone di partita su youtube tra Rosewall e Laver, piuttosto che tra Ashe e Smith, ma anche Nastase e Kodes e chi l'ha detto che giocassero solo a rete. Un certo Rod Laver ha introdotto ai tempi proprio l'uso del topspin, sia di dritto, sia di rovescio, e da fondo campo era un cattivo cliente per tutti. Vogliamo, poi, parlare di come Ashe a fatto fuori in 3 set un certo Connors nella finale di Wimbledon vinta dall'afroamericano, accademia pura e classe cristallina, anche da fondo campo con colpi di una leggerezza infinita, guardare per credere. Un modello di tattica a cui ispirarsi! Il fatto di venire a rete non rappresentava un vezzo, era quello che si riteneva più efficace per chiudere il punto, il primo che riusciva a conquistare la rete si riteneva avesse maggiori probabilità di vincere il punto, anche perchè ribatteva la palla all'avversario con un tempo di risposta dimezzato, essendo ridotta anche la distanza che la palla doveva percorrere. Comunque, anche più verso la fine del 2° millennio ci sono stati molti interpreti di un tennis creativo e , se vogliamo, romantico, quasi d'antan, nonostante utilizzassero i nuovi materiali, cito tra i tanti Mc Enroe, Cash, Becker, Edberg, Sampras, Leconte, Noah, poi sono arrivati i giocatori alla Currier, alla Chang, quelli di scuola sudamericana e, ovviamente, spagnola, gli svedesi e tutti gli altri, molti di loro ne ho dimenticato anche il nome da quanto li adoravo Rolling Eyes, che hanno messo un bel tappo sopra il vaso magico della fantasia e per quasi un ventennio successivo non ne è uscito più nessuno con pochissime eccezioni.

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Dagoberto ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
ciao, spazziavano e graffite sono nettamente due rafforzativi, visto che non richiedono la doppia. comunque la grafite esisteva già negli anni 80, semmai è la dimensione del piatto corde che è cambiata di parecchio, insieme al peso del telaio che è diminuito. considera che ogni stagione ha i suoi talenti, derivanti anche dalle impostazioni scolastiche, che derivano a loro volta dalle presunte tendenze più redditizie a livello di classifica. negli anni 80 c'erano moltissimi giocatori che usavano vari tipi di tattiche e primeggiavano, poi sono arrivati giocatori più muscolari che hanno preso il largo ma nonostante questo sono stati agassi, federer e sampras a dettare spesso legge e non si possono di certo annoverare tra i giocatori noiosi e regolaristi. ossia, se si ha la fortuna di avere un talento e poterlo sviluppare senza costrizioni dettate da quello che va per la maggiore, si riesce ugualmente ad ottenere risultati; in tutti gli altri casi, si deve necessariamente costruire un gioco basato più sulla capacità di sbagliare poco e di riuscire a mantenere costante la tenuta fisica e mentale, tralasciando il lato più fantasioso e spettacolare. sulle superfici tipo erba si possono ancora vedere personaggi come dustin brown che se beccano la giornata giusta danno del filo da torcere a chiunque, ma sulla terra è difficile togliere il podio ai giocatori più regolaristi. e comunque spesso si tratta di un condizionamento psicologico che deriva un pò dal classico "quelli sì che erano tempi" , perchè ci sono tuttora partite dove i vari murray, wawrinka, o se preferisci a livelli più discontinui fognini o anche seppi riescono a dare spettacolo, a prescindere dal fatto se vadano a rete oppure no. il bello del tennis per fortuna non sta solo nei pressi della rete, ma anche in altre zone del campo e nell'evolversi degli scambi

Sarà anche come dici tu, il tennis per chi gioca a tennis è sempre bello, ma se non l'hai fatto di recente, ti inviterei ad andare a vedere qualche spezzone di partita su youtube tra Rosewall e Laver, piuttosto che tra Ashe e Smith, ma anche Nastase e Kodes e chi l'ha detto che giocassero solo a rete. Un certo Rod Laver ha introdotto ai tempi proprio l'uso del topspin, sia di dritto, sia di rovescio, e da fondo campo era un cattivo cliente per tutti. Vogliamo, poi, parlare di come Ashe a fatto fuori in 3 set un certo Connors nella finale di Wimbledon vinta dall'afroamericano, accademia pura e classe cristallina, anche da fondo campo con colpi di una leggerezza infinita, guardare per credere. Un modello di tattica a cui ispirarsi! Il fatto di venire a rete non rappresentava un vezzo, era quello che si riteneva più efficace per chiudere il punto, il primo che riusciva a conquistare la rete si riteneva avesse maggiori probabilità di vincere il punto, anche perchè ribatteva la palla all'avversario con un tempo di risposta dimezzato, essendo ridotta anche la distanza che la palla doveva percorrere. Comunque, anche più verso la fine del 2° millennio ci sono stati molti interpreti di un tennis creativo e , se vogliamo, romantico, quasi d'antan, nonostante utilizzassero i nuovi materiali, cito tra i tanti Mc Enroe, Cash, Becker, Edberg, Sampras, Leconte, Noah, poi sono arrivati i giocatori alla Currier, alla Chang, quelli di scuola sudamericana e, ovviamente, spagnola, gli svedesi e tutti gli altri, molti di loro ne ho dimenticato anche il nome da quanto li adoravo Rolling Eyes, che hanno messo un bel tappo sopra il vaso magico della fantasia e per quasi un ventennio successivo non ne è uscito più nessuno con pochissime eccezioni.

Per quanto concerne il peso del telaio, l'alleggerimento è più un vezzo dettato dall'industria sportiva che da esigenze tecniche. Intanto, i PRO giocano quasi tutti con attrezzi superiori ai 330/340 gr. Federer sembra giochi con telai addirittura di 365 gr. incordati. La moda del telaio leggero cominciò con la fatidica hammer che coniugava un basso peso con uno spostamento in avanti del bilanciamento, verso la testa, quindi. Il resto, secondo me, deriva dalle caratteristiche tecnologiche proprie della racchetta moderna che con i materiali impiegati è forzatamente leggera a meno di non zavorrarla artificiosamente con inevitabile aumento dei costi di produzione, modesti magari, ma presenti; meglio evitarli convincendo il mercato dell'utilità di usare un telaio leggero e via, andare, con infiammazioni, epicondeliti e dolori articolari di varia natura, ma medesima origine. Uso esasperato di attrezzi troppo leggeri e, quindi, spinti a sollecitazioni superiori al proprio allenamento muscolare. Un vecchio detto suggeriva di comprare la racchetta più pesante che la tua muscolatura poteva sopportare, ma erano altri tempi Laughing

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non ho mai detto che andare a rete fosse un vezzo, dove lo hai letto ? uno dei miei preferiti era boris becker che era completo in tutte le zone del campo, tuffi compresi, senza dover per forza andare molto indietro nel tempo. i filmati che dici tu li ho visti e non posso che avere ammirazione per quei campioni e per come giocavano. ho parlato di talento, merce rara allo stato puro, quindi non capisco cosa c'entra quello che mi stai scrivendo in risposta. il peso è senza dubbio diminuito rispetto a prima. il fatto che i pro giochino con attrezzi superiori a 330 grammi non significa che sia rimasto come allora. il mio idolo era mc enroe, figurati se posso avere qualcosa contro il gioco a rete. ti ho citato federer, altro esempio da ammirare infinitamente. ma in sostanza volevo dirti che in mancanza di tanti talenti che possano indirizzare un intero movimento esistono altre metodiche che si basano su regolarità e tenuta fisica e mentale al posto della fantasia e del tocco. non tutti hanno la fluidità di un federer o la genialità che poteva avere leconte o il servizio esplosivo di ivanisevic, ogni stagione ha i suoi eroi. ma di belle partite se ne possono vedere ancora se ci si riesce a emozionarsi senza pregiudizi, basti pensare recentemente ai seppi-federer o ai murray-robredo per non parlare del miglior wawrinka. non scendono a rete ? pazienza..... evidentemente hanno fatto i loro calcoli e non gli conviene....

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e comunque i pallettari sono un'altra cosa. sono quelli che alzano la palla a campanile non sapendo quali altre soluzioni adottare o sperando che sia il modo più sicuro per vincere. non mi sembra che ci siano giocatori del genere tra i primi cento del mondo. quindi semmai è un discorso che riguarda più gli amatori di quarta categoria. in quel caso che c'entra rod laver ? poi abbiamo trascurato le corde, che forse sono la parte di attrezzattura che è più cambiata rispetto a prima. oggi si gioca con poliestere, nylon, incordature ibride, corde sagomate, prima si giocava con il budello naturale. a livello di complessità di rotazioni è tutto un altro mondo.

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VANDERGRAF ha scritto:
non ho mai detto che andare a rete fosse un vezzo, dove lo hai letto ? uno dei miei preferiti era boris becker che era completo in tutte le zone del campo, tuffi compresi, senza dover per forza andare molto indietro nel tempo. i filmati che dici tu li ho visti e non posso che avere ammirazione per quei campioni e per come giocavano. ho parlato di talento, merce rara allo stato puro, quindi non capisco cosa c'entra quello che mi stai scrivendo in risposta. il peso è senza dubbio diminuito rispetto a prima. il fatto che i pro giochino con attrezzi superiori a 330 grammi non significa che sia rimasto come allora. il mio idolo era mc enroe, figurati se posso avere qualcosa contro il gioco a rete. ti ho citato federer, altro esempio da ammirare infinitamente. ma in sostanza volevo dirti che in mancanza di tanti talenti che possano indirizzare un intero movimento esistono altre metodiche che si basano su regolarità e tenuta fisica e mentale al posto della fantasia e del tocco. non tutti hanno la fluidità di un federer o la genialità che poteva avere leconte o il servizio esplosivo di ivanisevic, ogni stagione ha i suoi eroi. ma di belle partite se ne possono vedere ancora se ci si riesce a emozionarsi senza pregiudizi, basti pensare recentemente ai seppi-federer o ai murray-robredo per non parlare del miglior wawrinka. non scendono a rete ? pazienza..... evidentemente hanno fatto i loro calcoli e non gli conviene....

tranqui vandergraf, non metterti sulla difensiva, si fa per parlare Laughing .
forse non è stato capito bene lo spirito di quello che intendevo dire, non sono riuscito a trasmettere fino in fondo la possibile radice della questione. il fatto che non ci siano talenti non è il punto, a mio avviso. Giocare come gioca un Wawrinka, un Murray, un Robredo, un Seppi, per citare gli stessi citati da te, è sicuramente talentuoso e non da tutti. Il punto è che ad un certo punto non ci sono stati più gli insegnanti di un tempo, i maestri hanno cominciato ad ispirarsi a stili di gioco più affini a caratteristiche atletiche piuttosto che funamboliche. Mi spiego meglio, una volta le discipline sportive e, quindi, anche il tennis, erano l'occasione per sfidare l'impossibile, si era affascinati dalla spettacolarità dei gesti e dalla capacità di eseguirli, anche nel tennis, quindi, più un colpo risultava difficile da eseguirsi e più si era attirati dal riuscirci; lo sport come puro show. Ad un certo punto, evidentemente, ha cominciato a primeggiare nelle convinzioni dei coach e dei maestri di tennis la semplicità esecutiva e tattica, coniugato da un elevato atletismo (il giocatore quale muro di gomma), quale approccio più congruo per il raggiungimento dell'obiettivo finale, il risultato, la vittoria. Un esempio su tutti proprio il rovescio a due mani, brutto, ma efficace.  Così facendo, però, il gusto della sfida fine a se stessa che spesso caraterizzava una match di tennis, la sfrontatezza nel cercare ciò che poteva anche sembrare inutile o eccessivamente rischioso, via, via, abbandonò il gioco dei tennisti, sempre più alla ricerca dell'affidabilità ed ecco fatto il tennis più da manovale che da artista della racchetta a cui spesso assistiamo, agevolato, probabilmente, da un'evoluzione tecnologica che si è meglio coniugata con l'aumentata ricerca della potenza fisica, piuttosto che della genialità.

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Dagoberto ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
non ho mai detto che andare a rete fosse un vezzo, dove lo hai letto ? uno dei miei preferiti era boris becker che era completo in tutte le zone del campo, tuffi compresi, senza dover per forza andare molto indietro nel tempo. i filmati che dici tu li ho visti e non posso che avere ammirazione per quei campioni e per come giocavano. ho parlato di talento, merce rara allo stato puro, quindi non capisco cosa c'entra quello che mi stai scrivendo in risposta. il peso è senza dubbio diminuito rispetto a prima. il fatto che i pro giochino con attrezzi superiori a 330 grammi non significa che sia rimasto come allora. il mio idolo era mc enroe, figurati se posso avere qualcosa contro il gioco a rete. ti ho citato federer, altro esempio da ammirare infinitamente. ma in sostanza volevo dirti che in mancanza di tanti talenti che possano indirizzare un intero movimento esistono altre metodiche che si basano su regolarità e tenuta fisica e mentale al posto della fantasia e del tocco. non tutti hanno la fluidità di un federer o la genialità che poteva avere leconte o il servizio esplosivo di ivanisevic, ogni stagione ha i suoi eroi. ma di belle partite se ne possono vedere ancora se ci si riesce a emozionarsi senza pregiudizi, basti pensare recentemente ai seppi-federer o ai murray-robredo per non parlare del miglior wawrinka. non scendono a rete ? pazienza..... evidentemente hanno fatto i loro calcoli e non gli conviene....

tranqui vandergraf, non metterti sulla difensiva, si fa per parlare Laughing .
forse non è stato capito bene lo spirito di quello che intendevo dire, non sono riuscito a trasmettere fino in fondo la possibile radice della questione. il fatto che non ci siano talenti non è il punto, a mio avviso. Giocare come gioca un Wawrinka, un Murray, un Robredo, un Seppi, per citare gli stessi citati da te, è sicuramente talentuoso e non da tutti. Il punto è che ad un certo punto non ci sono stati più gli insegnanti di un tempo, i maestri hanno cominciato ad ispirarsi a stili di gioco più affini a caratteristiche atletiche piuttosto che funamboliche. Mi spiego meglio, una volta le discipline sportive e, quindi, anche il tennis, erano l'occasione per sfidare l'impossibile, si era affascinati dalla spettacolarità dei gesti e dalla capacità di eseguirli, anche nel tennis, quindi, più un colpo risultava difficile da eseguirsi e più si era attirati dal riuscirci; lo sport come puro show. Ad un certo punto, evidentemente, ha cominciato a primeggiare nelle convinzioni dei coach e dei maestri di tennis la semplicità esecutiva e tattica, coniugato da un elevato atletismo (il giocatore quale muro di gomma), quale approccio più congruo per il raggiungimento dell'obiettivo finale, il risultato, la vittoria. Un esempio su tutti proprio il rovescio a due mani, brutto, ma efficace.  Così facendo, però, il gusto della sfida fine a se stessa che spesso caraterizzava una match di tennis, la sfrontatezza nel cercare ciò che poteva anche sembrare inutile o eccessivamente rischioso, via, via, abbandonò il gioco dei tennisti, sempre più alla ricerca dell'affidabilità ed ecco fatto il tennis più da manovale che da artista della racchetta a cui spesso assistiamo, agevolato, probabilmente, da un'evoluzione tecnologica che si è meglio coniugata con l'aumentata ricerca della potenza fisica, piuttosto che della genialità.

in sintesi, se esiste una colpa non è dei giocatori, ma, semmai, dei loro maestri Twisted Evil

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Il telaio leggero, invece, va benissimo al nostro livello. E te lo dice uno che di solito gioca con telai da 3 etti e mezzo incordati. Un conto è se devi rispondere a servizi sparati a 230 all'ora e hai bisogno che la racchetta non voli via, un conto è se giochi contro gente "normale" dopo una giornata di lavoro. A quel punto, se ti ci trovi bene, un telaio leggero ti permette di far viaggiare la testa della racchetta più velocemente, stanca meno e può essere tanto efficace quanto uno pesante. Per quanto riguarda Federer e soci: quelli praticano tutto un altro sport. Rispetto a noi hanno abilità innate diverse, fisici diversi, età diverse, velocità di palla diverse e un monte ore di allenamento diverso. Inutile far paragoni, non stanno in piedi.

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secondo me non hanno colpa nè i giocatori e nè i maestri, si tratta soltanto di tendenze da seguire o meno in base alle proprie attitudini. di lezioni di tennis ne vedo a frequenza settimanale e sono spesso collegate, come in molte altre cose della vita, alla personalità di chi insegna e di chi apprende. mi spiego meglio: è vero che spesso si vedono maestri persino rimproverare se qualcuno prova ad esempio a fronteggiare una palla in back o slice piuttosto che in topspin, ma è anche vero che sono pochi gli allievi che mettono in discussione queste scelte evidenziando il loro desiderio di avere un repertorio più vario e completo. evidentemente perchè hanno poca "cultura retroattiva" verso lo sport che stanno praticando e sicuramente molta pigrizia nel loro modo di voler far progressi. lo stesso si può riscontrare persino in chi le lezioni non le ha mai prese o le ha prese molto tempo prima, a qualsiasi età, tanto è vero che di almeno venti persone con cui ho giocato non ho mai trovato nessuno che provasse a fare serve and volley o comunque a scendere a rete. chiedendogli il motivo, la risposta non era che oggi si gioca così o che è meglio fare così per vincere più punti, ma era che non si azzardavano a farlo perchè non lo avevano mai fatto prima e temevano di fare brutta figura nelle modalità di trovare e impattare la palla. e ti parlo di persone che non avevano e non hanno nessuna esigenza di classifica, ma giocano solo per il gusto di farlo. in questo caso come fa a essere colpa dei maestri se per queste persone la figura del maestro non è proprio esistita o ha avuto un ruolo marginale ? si tratta più semplicemente di un approccio poco completo e privo di curiosità e voglia di sperimentare, a prescindere dal punteggio, che spesso neanche c'era perchè si trattava di palleggi intensivi finalizzati proprio al miglioramento e al divertimento. questo per dirti che possiamo parlare anche mesi interi ma una risposta univoca e certamente esatta non esiste, dipende da tante cose, oggettive e soggettive insieme. e, come ti dicevo, quando nascono giocatori che hanno determinate caratteristiche e le sviluppano al meglio, non ci sono pallettari che tengano, se così proprio vogliamo chiamarli. a prescindere dall'epoca e dalle tendenze. poi chiaramente, visto che il tennis è diventato sempre più fonte di guadagni a certi livelli, cosa impensabile fino agli anni 60, si è sviluppata anche una certa tendenza a meccanizzare tutta la parte più creativa per relegarla in schemi consolidati e più solidi. ma anche lì ci sono ancora varie eccezioni, perchè a volte la voglia di esprimersi liberamente prevale sulla consapevolezza di dover fare di meglio in termini di risultati. attrezzature più idonee per certi tipi di gioco e per supportare eventuali carenze fisiche soprattutto legate alle carenze fisiologiche connesse all'avanzare dell'età, ma anche e secondo me soprattutto, un nuovo modo di vedere il tennis, che non dipende dai maestri, che tra l'altro sono stati anche loro giocatori, ma proprio dalle mutate esigenze che devono accompagnare il giocatore-tipo.

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poi per tornare al tuo post iniziale, ma non è una difensiva la mia, ma solo voglia passionale di approfondire, il fatto che le impugnature siano diventate sempre più estreme è da ricollegarsi alle aumentate dimensioni del piatto corde, che offrendo una superficie maggiore utile di impatto, consente di generare rotazioni maggiori, soprattutto in presenza di schemi corde aperti. e queste rotazioni, in topspin, vengono esaltate da quelle impugnature, rese possibili a vari livelli tecnici dalla grandezza del piatto corde. ben più difficile sarebbe stato attuarle in presenza di ovali da 80 o 90 pollici, che sono votati più al gioco piatto. ma poi ci sono giocatori che francamente se ne fregano e fanno bene (perchè se non c'è libertà nello sport non vedo dove possa esserci) e scelgono tranquillamente di giocare con la presa continental e/o con racchette vintage che sono tuttora considerate tra le migliori mai prodotte, chiaramente in relazione al peso massimo che riescono a gestire. e scelgono pure di scendere a rete, perchè solo facendolo e ripetendolo come si fa per i colpi da fondo, si può acquisire confidenza e sicurezza. poi se il tuo avversario ti biasima per questo, senza offesa per lui, ma è nettamente poco aperto a livello mentale; è in qualche modo succube del gioco cosiddetto moderno e anche poco affascinato da un tipo di gioco che spesso sembra poesia. sarebbe come a dire che un dritto di djokovic è più affascinante di una voleè di edberg, che con tutto il rispetto per la diversità dei gusti, mi sembra una cavolata pazzesca. io resto dell'avviso che se si può, quindi soprattutto a livello amatoriale, è sempre preferibile, anche ai fini del divertimento, avere un repertorio vario e versatile, piuttosto che un gioco regolare e monotono

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ThirdEye_ ha scritto:
Il telaio leggero, invece, va benissimo al nostro livello. E te lo dice uno che di solito gioca con telai da 3 etti e mezzo incordati. Un conto è se devi rispondere a servizi sparati a 230 all'ora e hai bisogno che la racchetta non voli via, un conto è se giochi contro gente "normale" dopo una giornata di lavoro. A quel punto, se ti ci trovi bene, un telaio leggero ti permette di far viaggiare la testa della racchetta più velocemente, stanca meno e può essere tanto efficace quanto uno pesante. Per quanto riguarda Federer e soci: quelli praticano tutto un altro sport. Rispetto a noi hanno abilità innate diverse, fisici diversi, età diverse, velocità di palla diverse e un monte ore di allenamento diverso. Inutile far paragoni, non stanno in piedi.

Ti posto alcuni link cercati velocemente dove potrai trovare considerazioni di segno opposto, ma con un po' di pazienza ne troverai anche più articolati e scientificamente confortati, poi, ovviamente, ognuno rimane della propria idea Smile

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dagoberto, thirdeye ha parlato di telai da 350 grammi incordati, che equivalgono a 330/335 grammi senza corde. e ti sembrano leggeri ? o hai un braccio tipo incredibile hulk o probabilmente non hai mai provato a giocare in modo continuativo con telai di quel peso. sono almeno dieci anni che per telai leggeri si intendono quelli fino a 300 grammi. ti sei mai chiesto come mai i telai sopra ai 310 grammi hanno tutti bilanciamento da 31 a 31.5 mentre quelli fino a 300 grammi hanno bilanciamento più avanzato ? proprio per evitare quello di cui parlavi in precedenza, ossia lo stress eccessivo del braccio, perchè un peso alto abbinato a bilanciamenti avanzati, inerzie alte e rigidità alta, genera comunque stress in tutte quelle persone che non hanno la voglia e/o il tempo per allenare costantemente il fisico a gestire determinati parametri e prevenire infortuni. i pericoli non esistono solo in una direzione ma in entrambe, sia che ti orienti su un peso troppo basso, sia che ti orienti su un peso troppo alto. peso massimo gestibile significa proprio questo, perchè esiste un limite anche nel peso in salita. superare quel limite significa perdere anche in termini di resa di gioco, perchè perdi in fluidità e maneggevolezza. leggere di tutto e di più non va a modificare quelle che sono le reazioni fisiologiche su un campo di gioco. la cosa principale da fare è informarsi ma soprattutto rispettare le risposte del nostro corpo, dopo aver sperimentato sullo stimolo delle nozioni apprese. una racchetta di 340 grammi senza corde, rigida, abbinata a corde rigide a tensioni medio alte e con swingweight alto può far più danni di una da 300 grammi, morbida, con inerzia bassa e corde morbide a tensione bassa. ogni racchetta è una combinazione di parametri, molto più del peso da bilancia conta la percezione del peso e il modo in cui la combinazione dei parametri va a interagire con le corde e con le attitudini tecnico-fisiche di ogni giocatore

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che me ne faccio della scienza se poi vado a fare il servizio con una racchetta per me troppo pesante e mi ritrovo con la spalla a pezzi ? non è che tutto quello che hanno introdotto sul mercato è solo frutto di marketing, come in precedenza avevi scritto (se non ricordo male), ci sono anche fior di progettisti che hanno creato ottime racchette fruibili da tutti. come già ti hanno fatto notare bisogna sempre separare il mondo professionistico da quello dei comuni mortali, perchè la preparazione tecnica e fisica è completamente diversa e in uno sport complesso come il tennis questa diversità genera esigenze totalmente diverse

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VANDERGRAF ha scritto:
che me ne faccio della scienza se poi vado a fare il servizio con una racchetta per me troppo pesante e mi ritrovo con la spalla a pezzi ? non è che tutto quello che hanno introdotto sul mercato è solo frutto di marketing, come in precedenza avevi scritto (se non ricordo male), ci sono anche fior di progettisti che hanno creato ottime racchette fruibili da tutti. come già ti hanno fatto notare bisogna sempre separare il mondo professionistico da quello dei comuni mortali, perchè la preparazione tecnica e fisica è completamente diversa e in uno sport complesso come il tennis questa diversità genera esigenze totalmente diverse

Comprendo questa reazione, sono consapevole di apparire strumentalmente controcorrente o forse, più semplicemente, lo snob sborone di turno, ciò che affermo va contro i principi enunciati da almeno 15 anni dal mercato delle racchette da tennis con alcune marche (babolat su tutte) che hanno fatto di questi principi il loro business vincente e io chi sono per poter affermare il contrario Embarassed ? Eppure sono fermamente convinto, supportato  anche da esperienza diretta, che ci siano connessioni tra la troppa leggerezza dei telai moderni e le numerosi infiammazioni tendinee ed articolari registrate sempre più spesso tra i tennisti amatoriali, perché è proprio a loro che mi riferisco in quanto i PRO non hanno di questi problemi con una preparazione atletica ben superiore potrebbero giocare con quello che vogliono.

Qualche anno fa ho subito il furto della mia borsa da tennis con delle vecchie yonex che usavo sin dalla fine degli anni '90. Non volendo cambiare tipologia di racchetta per le note problematiche connesse, ho cercato inutilmente su internet qualche usato. Finalmente, tra le tante offerte, ho trovato un modello di racchetta che sembrava simile alle mie. Consegnatemi dal corriere, ho scoperto che invece pesavano solo 275 gr. contro le precedenti che si aggiravano accordate appena sotto i 340 gr.. Le ho un po' customizzate con del piombo, portandole a poco più di 300 gr incordate. Bene, ci ho giocato per 6 mesetti, fino a quando ho cominciato ad accusare qualche dolore pungente al gomito che aumentava gradatamente ogni volta che giocavo. Presi subito la mia decisione, spinto anche dalla fortuna che il web mi aveva riservato trovando un paio di yonex rq 180 di metà degli anni '90, una pure completamente intonsa, telai che incordati risultavano pesare 350 gr.. Ci gioco da 3 anni, dolore sparito nel giro di un niente. Non contento, da circa un anno gioco regolarmente con delle Wilson Jack Kramer in legno da 370 grammi incordate. Nessun dolore, nessuna particolare fatica avvertita alla fine dell'abituale oretta settimanale che gioco. Che dire, la mia esperienza mi spinge a dare credito alle tesi che sempre più spesso si leggono anche sul web, evidentemente qualche cosa di vero ci dovrà pur essere; il telaio più pesante lo spingi per quello che il tuo fisico riesce a fare e trasferisce meno vibrazioni alle articolazioni più delicate, uno leggero, invece, lo puoi spingere e spesso lo spingi nella trans agonistica, anche oltre le tue capacità atletiche e muscolari, ergo le infiammazioni incombono Twisted Evil ! Certo, conta molto anche la tensione delle corde (io le tendo comunque molto blande), il bilanciamento (anche se un telaio pesante difficilmente potrà essere bilanciato verso la testa, più probabile neutro o, addirittura sul manico), ma il peso è il peso e la massa che produce nell'impatto con la palla e la stabilità conseguente di una racchetta più pesante rimangono. Daltro canto, il mio primo maestro avrà avuto , a memoria, una sessantina d'anni quando mi dava lezioni ed usava un'ordinaria racchetta in legno da non meno, credo, di 380/400 gr., come tutti gli amatori della medesima età che giocavano a tennis a quei tempi quando l'epicondelite era una patologia solo dei pro.

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forse non mi sono spiegato bene: l'eccessiva leggerezza dei telai moderni è sicuramente all'origine di molte epicondiliti, ma i telai leggeri sono quelli sotto ai 310 grammi, non quelli sopra ! esiste una grossa differenza tra un telaio da 280 grammi e uno da 310 anche se 30 grammi possono sembrare nulla. hai parlato di racchette leggere riferito a racchette da 330 grammi (senza corde). non c'entra niente il mercato con il mio discorso. gioco a tennis dal 1978 e ho iniziato con racchette in legno in perfetta media con i parametri di peso di quell'epoca, quindi conosco tutto il percorso, non avendo mai smesso di giocare. quello che è successo a te, è successo a TE, non puoi tradurlo in un principio di meccanica biologica o cose del genere. senza contare che il peso che hai aggiunto a quella racchetta potrebbe anche aver aumentato troppo l'inerzia e quindi staremmo a parlare di patate quando invece sono pomodori. partire da pochi casi per farne una regola generale da consigliare a tutti è sempre sbagliato, perchè non tiene conto del fatto che tra milioni di persone esistono pochissime persone uguali a noi in tutto e per tutto nel giocare a tennis e nelle caratteristiche fisiche, ma non quelle statiche, quelle che entrano in funzione durante il gioco e persino durante l'eventuale preparazione atletica. è risaputo che una massa maggiore filtra meglio le vibrazioni, ma io ti sto dicendo che esiste un limite anche al troppo peso e ognuno può rendersene conto giocando. se tu ti sei trovato bene con un peso alto fai benissimo a giocare con quel peso, altri non lo hanno mai provato e farebbero bene a provarlo, io l'ho provato e ti ho risposto in base alle mie esperienze e a quelle di molti miei amici che hanno avuto esperienze simili. poi se pensi che una tendenza di mercato possa plasmare le sensazioni mi sembra un pò esagerato. è vero che prima si giocava sin da piccoli con racchette più pesanti ma c'erano solo quelle e l'abitudine faceva la differenza. oggi si possono provare racchette di cento tipi diversi e si sceglie quella che ci dà le sensazioni migliori. secondo te io mi diverto a non farmi piacere una racchetta da 340 o 350 grammi ? no, semplicemente l'ho provata e non mi dà nè la resa, nè il comfort di racchette da 310 o 330 grammi. se poi devo giocare con una racchetta solo perchè devo pensare che quella racchetta è l'unica in grado di garantirmi zero patologie al braccio, preferisco cambiare sport

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e come ti ho specificato, ma puoi verificarlo anche questo facilmente da altre fonti attendibili che approfondiscono l'argomento, non si tratta solo di peso. il peso alto non è l'unica protezione contro l'epicondilite. si tratta anche di rigidità del telaio, bilanciamento, inerzia o swingweight, natura delle corde, calibro delle stesse e tensione. un telaio customizzato viene spesso snaturato e se il custom non è fatto col dovuto rispetto di quel telaio e nelle giuste proporzioni, otterrai uno strumento potenzialmente pericoloso. le frequenze vibranti sono principalmente quelle date dall'interazione tra la rigidità delle corde e quella del telaio. chi incorre nell'epicondilite è spesso per causa delle corde, a volte si trascura il fatto che le corde monofilo, ad esempio, andrebbero sostituite massimo ogni 10/15 ore. altra causa è il gesto tecnico errato, soprattutto nel rovescio a una mano. oppure la misura errata del manico, che induce a sforzare troppo i tendini dell'avambraccio. senza contare che il livello prestazionale dei muscoli e dei tendini di una persona di 40 o 60 anni è quasi sempre inferiore a quello di una persona di 15 o 30 anni. che quella stessa persona potrebbe avere situazioni a rischio anche al di fuori del tennis, come ad esempio l'uso del mouse (io ad esempio ebbi l'epicondilite in un periodo in cui non giocavo a tennis). ci sono persino cause collegate allo stile di vita e ad eventuali situazioni di salute, ad esempio il fumo, il bere poca acqua e l'uso di antibiotici peggiora lo stato di salute dei tendini. tantissime persone hanno poi il vizio di non fare alcun riscaldamento prima di giocare, sarebbe buona norma fare stretching anche subito dopo aver giocato. parli di yonex che incordate pesavano 350 grammi ma se poi thirdeye dice che usa racchette da tre etti e mezzo gli propini tre link che secondo te andrebbero in controtendenza con le sue valutazioni. scusa ma tre etti e mezzo e 350 grammi non sono la stessa cosa ? se li usi tu proteggono il braccio e se li usa lui sono pericolosi ? boh.....mi sembrano interventi piuttosto superficiali e distratti, senza malizia, ma sarebbe meglio leggere bene prima di scrivere, perchè spesso si ha la tendenza a sostenere una tesi ad oltranza senza nemmeno rendersi conto di quanto quella tesi sia vicina a quello che dicono anche gli altri. tendenza spesso tipica dei forum, della serie bastian contrario a tutti i costi, a mio avviso molto peggiore della tendenza che hai attribuito alla recente produzione babolat

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] se giochi un'ora a settimana puoi usare pure la racchetta di Bill Tilden. Il problema sorge quando devi giocare magari 2-3 ore filate contro il ragazzino sparatutto di turno armato di Pure Drive e Tour Bite.

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VANDERGRAF ha scritto:
e come ti ho specificato, ma puoi verificarlo anche questo facilmente da altre fonti attendibili che approfondiscono l'argomento, non si tratta solo di peso. il peso alto non è l'unica protezione contro l'epicondilite. si tratta anche di rigidità del telaio, bilanciamento, inerzia o swingweight, natura delle corde, calibro delle stesse e tensione. un telaio customizzato viene spesso snaturato e se il custom non è fatto col dovuto rispetto di quel telaio e nelle giuste proporzioni, otterrai uno strumento potenzialmente pericoloso. le frequenze vibranti sono principalmente quelle date dall'interazione tra la rigidità delle corde e quella del telaio. chi incorre nell'epicondilite è spesso per causa delle corde, a volte si trascura il fatto che le corde monofilo, ad esempio, andrebbero sostituite massimo ogni 10/15 ore. altra causa è il gesto tecnico errato, soprattutto nel rovescio a una mano. oppure la misura errata del manico, che induce a sforzare troppo i tendini dell'avambraccio. senza contare che il livello prestazionale dei muscoli e dei tendini di una persona di 40 o 60 anni è quasi sempre inferiore a quello di una persona di 15 o 30 anni. che quella stessa persona potrebbe avere situazioni a rischio anche al di fuori del tennis, come ad esempio l'uso del mouse (io ad esempio ebbi l'epicondilite in un periodo in cui non giocavo a tennis). ci sono persino cause collegate allo stile di vita e ad eventuali situazioni di salute, ad esempio il fumo, il bere poca acqua e l'uso di antibiotici peggiora lo stato di salute dei tendini. tantissime persone hanno poi il vizio di non fare alcun riscaldamento prima di giocare, sarebbe buona norma fare stretching anche subito dopo aver giocato. parli di yonex che incordate pesavano 350 grammi ma se poi thirdeye dice che usa racchette da tre etti e mezzo gli propini tre link che secondo te andrebbero in controtendenza con le sue valutazioni. scusa ma tre etti e mezzo e 350 grammi non sono la stessa cosa ? se li usi tu proteggono il braccio e se li usa lui sono pericolosi ? boh.....mi sembrano interventi piuttosto superficiali e distratti, senza malizia, ma sarebbe meglio leggere bene prima di scrivere, perchè spesso si ha la tendenza a sostenere una tesi ad oltranza senza nemmeno rendersi conto di quanto quella tesi sia vicina a quello che dicono anche gli altri. tendenza spesso tipica dei forum, della serie bastian contrario a tutti i costi, a mio avviso molto peggiore della tendenza che hai attribuito alla recente produzione babolat

Wow, quanto livore VANDERGRAF , mi sembri un indemoniato! Cosa avrò mai detto da provocare tanta adrenalina. Tra l'altro mi sembra ti sia un po' perso nei complicati rivoli della diagnostica più generale dell'epicondelite, ma questo è un sito di tennis, non di medicina  Very Happy . Comunque io non ho mai pensato di rappresentare un modello da seguire, desideravo solo evidenziare come una mia esperienza personale coincidesse con la tesi, sempre da più fonti sostenuta, circa il nesso tra l'uso di telai ultraleggeri di ultima ed ultimissima generazione, ancor più se coincidenti  con loro alte rigidità, determinate anche dall'impiego di corde monofilamento tese ad alte tensioni, e l'aumento statisticamente registrato di infiammazioni tendinee ed articolari nella pratica amatoriale del tennis.
Su tutto quello che hai scritto commento solo un paio di passaggi che mi sembrano esemplificativi:
- " ... pensi che una tendenza di mercato possa plasmare le sensazioni mi sembra un pò esagerato."
Facendo un po' mente locale sulla vita di tutti i giorni, ci si può rendere conto di come le scelte che facciamo, le abitudini consolidate, i gusti a cui ci ispiriamo nella vita di tutti i giorni, siano fortemente condizionate dalle politiche commerciali e l'acquisto di una racchetta non è aspetto diverso.
- " ... è vero che prima si giocava sin da piccoli con racchette più pesanti ma c'erano solo quelle e l'abitudine faceva la differenza."
Lo dici tu, l'abitudine faceva la differenza, quindi nessun controindicazione aprioristica, tanto meno clinica, esisteva allora, perchè dovrebbe esistere oggi quando la vita in generale è migliorata sotto il profilo salutistico, anche l'attesa di vita si è alzata, oltre l'età pensionabile  Sad.

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ho capito, mollo tutto, tanto è come parlare al vento. hai perfettamente ragione su tutto, ti si può dire qualsiasi cosa tanto non serve a nulla. prenditi pure la ragione, non saprei cosa farmene. io scrivo sempre in questo modo, non ho nessun livore, mi dispiace solo che esistano così tante persone che mettono l'orgoglio al primo posto in un dialogo. questo non è approfondire qualcosa, questo è solo un anticonfronto che non serve a nessuno. ciao e buon tennis
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