Qui entriamo chiaramente nel campo di
Tennis & Psiche:
"Abbiamo visto, idolatrato financo, personaggi umanamente riprovevoli come Connors, McEnroe, Nastase (anche attualmente, come capitano Fed Cup), che in quanto a sboccata maleducazione potevano dare al nostro discolo mignon dotte lectio magistralis. Però ci sono alcune infinitesimali differenza. Quelli erano fenomeni veri, campioni di razza, che con una giocata ti facevano dimenticare tutto, anche certe scenate da buzzurri. Il nostro è da anni un mediocre tennista come ce ne sono altri cento. E ancora, i Nastase e Supermac, se dovevano insultare qualcuno lo facevano a muso duro, occhi negli occhi, da uomini, consapevoli di potersi prendere warning e squalifiche, perché erano (detestabili quanto si vuole) scatti d'ira improvvisi. Gli ominicchi lo fanno girati di spalle, a mezza voce, nelle propria lingua. Suona tutto in modo pateticamente costruito, anche nella maleducazione. Perde, sa che perderà, la butta in vacca con questi teatrini di terz'ordine che fanno passare in secondo piano l'unica verità: è un tennista mediocre, che può perdere da travaglia e altri 100 top 100.
Altro ancora si potrebbe dire. Come le puerili scuse, mai complete ma sempre mascherate da giustificazione ("se pur secondo me avendo avuto ragione" è da Nobel). Di certo il nostro ha ormai scavallato, dagli insulti razzisti ("zingaro di merda...") al più becero sessimo da adolescenti tonti. Perché, a ben pensarci, anche io a 14 anni consideravo poco di buono le donne che fanno certe cose, a 15 già avevo cambiato idea. Chissà cosa ne penserà la consorte. Pietà, direte voi. Pur'io."