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"WTA News 2010"
UbiTennis 9 giugno 2010
Russia, dov'è finito il dominio?
Negli ultimi anni la Russia ha potuto contare sempre su una o più rappresentati nei tornei che contano. Ultimamente le cose sono cambiate: le tenniste della vecchia guardia hanno subito un calo, mentre le nuove leve non sono all'altezza. Dopo un anno di digiuno si può parlare di crisi.
C'è stato un tempo in cui il vento dell'est soffiava forte, c'è stato un lustro durante il quale la Russia schierava una truppa ben nutrita di tenniste che affollavano i tabelloni, capaci di conquistare tornei importanti e imperversare in massa nelle classifiche. Quel tempo sembra ormai finito, o meglio, la super potenza russa non riesce più a confermare quello status. Non tanto nella quantità ma nella qualità, come dimostra il numero di top 10 e top 100 confrontati con gli anni precedenti.
GIGANTE DI CRISTALLO
Nell'ultimo anno, tra le russe, vincono gli inforuni. Maria Sharapova, la punta di diamante, da un paio di anni è martoriata dai guai fisici. Prima la spalla, che l'ha tenuta lontana per quasi 10 mesi, poi un rientro zoppicante e un nuovo infortunio al gomito che l'ha costretta a saltare più di due mesi in questo 2010.
Elena Dementieva ha subìto un vistoso caso dopo essere partita in quarta, forse troppo in forma per essere solo gennaio. Va dato però atto alla moscovita che nonostante uno strappo muscolare al polpaccio sinistro, e un aiuto consistente dal tabellone, è riuscita ad arrivare in semifinale al Roland Garros, dove però si è dovuta arrendere dopo un set.
Svetlana Kuznetsova, dopo la vittoria di Parigi di 12 mesi fa, non ne ha più infilata mezza. Qui i malanni fisici c'entrano poco, l'unico torneo esente è Miami, quando si è ritirata contro Marion Bartoli per un dolore alla spalla destra. Tutti gli altri (scarsi) risultati raccolti quest'anno sono solo frutto della sua poca forma. Nel 2009 sulla terra rossa aveva fatto sfaceli, quest'anno a malapena è riuscita a vincere due partite di fila, l'uscita dalle top 15 era inevitabile.
Dall'agosto scorso Dinara Safina continua a lottare con un infortunio alla schiena da cui non si è ancora del tutto liberata. In campo è nervosissima, e mancando le vittorie manca inevitabilmente la fiducia. Anche lei, come Svetlana, dopo il Roland Garros è crollata in classifica fino alle 20esima posizione.
Vera Zvonareva è stata vittima di vari infortuni che non le hanno permesso di allenarsi con continuità e riprendere la forma, inoltre la testa è quella che è, insomma non è mai stata un mostro di solidità mentale, e per lei la ripresa sembra davvero lenta e macchinosa.
L'unica che sembrava essere in forma era Nadia Petrova, che quest'anno si era già tolta qualche soddisfazione. Allo slam parigino aveva a portata di mano il rientro nella top ten, se avesse superato la Dementieva, ma anche lei è rimasta vittima di un infortunio che l'ha costretta a finire il quarto di finale praticamente giocando da ferma.
Inoltre mancano i ricambi. Si nutrivano speranze in Alisa Kleybanova e ancora di più in Anastasia Pavlychenkova. Entrambe quest'anno hanno vinto il loro primo titolo nel tour maggiore, Kuala Lumpur e Monterrey, ma ai grandi appuntamenti non hanno ancora colto nessun risultato degno di nota. Ci sono tante giovanissime alle soglie delle prime 100, ma sembra esserci proprio un salto generazionale tra quelle della vecchia guardia e le nuove leve.
COM'E' CAMBIATO LO SCENARIO
Nel 2009 la premiata ditta Kuznetsova-Safina si era spartita quasi l'intera torta dei tornei sul rosso. Quest'anno le vincitrici sono state Henin (Stoccarda), Martinez Sanchez (Roma), Rezai (Madrid), Schiavone (Roland Garros): di una russa nessuna traccia. Inoltre non c'è più la nazione dominante, ma le giocatrici ad aver vinto torneo arrivano da tutte le parti del mondo: Australia, Spagna, Belgio, Romania, Danimarca, Italia, Cina. Niente più bipolarismo USA-Russia, ma un'eterogeneità di tenniste che fa capire come questo sport si sia rapidamente diffuso.
LE CAUSE DELLA CRISI
Sostanzialmente i motivi potrebbero essere due.
La concomitanza di infortuni per la quasi totalità delle top player russe potrebbe essere un caso, oppure no. C'è chi sostiene che le nuove regole Wta non agevolino il compito alle giocatrici, un nuovo calendario propinato dalla Alister come una boccata d'ossigeno è risultato in realtà massacrante. Abbiamo visto tutti come le tenniste siano arrivate quasi tutte mezze rotte al Master di Doha 2009, in questa stagione la situazione è pressoché analoga con l'unica differenza che siamo ancora a metà tragitto. Regole che costringono le giocatrici a giocare tutti i tornei a cui si sono iscritte, pena uno zero in classifica. La regola applicata negli slam, che prevede zero punti per chi lo salta anche con un certificato medico, è stata estesa anche ai tornei mandatory. La stessa Dementieva, quando le è stato chiesto perché avesse scelto il torneo di Roma, non ha dato la solita risposta di elogi alla città che tutti si aspettavano, ma è arrivato un lapidaro: “Siamo obbligate a giocare questi tornei”. Sì, perchè le regole wta prevedono almeno 7 top 10 in un torneo Premier. In poche parole, il calendario è stato alleggerito solo per le giocatrici di seconda fascia, ma per le primissime è più tosto di prima.
Non ci sono più baby campionesse. Il tennis ormai è diventato molto più fisico, e le tenniste sono grandi atlete prima che giocatrici quindi il fisico ha bisogno di più tempo per svilupparsi pienamente. Inoltre la crescita costante del livello medio delle tenniste non permette più nessun calo di tensione o motivazione. Bisogna essere sempre affamate e centrate al 100% per raggiungere certi obiettivi, perché appena si molla la presa subito le avversarie ne approfittano, anche se non sono di primissima fascia. Per reggere la pressione che inevitabilmente grava sulle spalle delle top player, e poterla sostenere a lungo, si ha bisogno di qualche anno per maturare e acquisire sicurezza e consapevolezza per rimanere di più ai vertici.
L'ultimo torneo del grande slam vinto risale al Roland Garros 2009, vinto dalla Kuznetsova in finale sulla Safina. Dal Roland Garros 2004 a Wimbledon 2009 la Russia ha collezionato 5 titoli (3 Sharapova e 2 Kuznetsova), tre finali, e molte semifinali.
Il punto più basso negli slam è stato raggiunto agli Us Open 2009: nessuna russa nei quarti di finale, non accadeva dal Roland Garros 2002 (29 major consecutivi) e questo 2010 non pare ben avviato, ad ora l'unica, magra, soddisfazione è stata la semifinale raggiunta dalla Dementieva a Parigi.
Nelle ultime classifiche (07 giugno 2010) si conta solo una top ten, Elena Dementieva, due top 15 (Petrova) e cinque top 20 (Sharapova, Kuznetsova e Safina).
Se si guardano le classifiche degli ultimi 2 anni, i numeri rimangono costanti nella top 100, ma diminuiscono man mano che ci avvicina alle top player.
A fine 2008 le top 10 russe erano cinque, le top 15 sei e le top 20 sette, le top 50 undici, le top 100 quindici. A fine 2009 le top 10 erano quattro, le top 15 cinque, le top 20 sei, le top 50 dieci, le top 100 quindici.
Insomma, numeri e risultati alla mano, questo è il momento più nero del tennis russo degli ultimi anni, e le prospettive non sembrano rosee.
"WTA News 2010"
UbiTennis 9 giugno 2010
Russia, dov'è finito il dominio?
Negli ultimi anni la Russia ha potuto contare sempre su una o più rappresentati nei tornei che contano. Ultimamente le cose sono cambiate: le tenniste della vecchia guardia hanno subito un calo, mentre le nuove leve non sono all'altezza. Dopo un anno di digiuno si può parlare di crisi.
C'è stato un tempo in cui il vento dell'est soffiava forte, c'è stato un lustro durante il quale la Russia schierava una truppa ben nutrita di tenniste che affollavano i tabelloni, capaci di conquistare tornei importanti e imperversare in massa nelle classifiche. Quel tempo sembra ormai finito, o meglio, la super potenza russa non riesce più a confermare quello status. Non tanto nella quantità ma nella qualità, come dimostra il numero di top 10 e top 100 confrontati con gli anni precedenti.
GIGANTE DI CRISTALLO
Nell'ultimo anno, tra le russe, vincono gli inforuni. Maria Sharapova, la punta di diamante, da un paio di anni è martoriata dai guai fisici. Prima la spalla, che l'ha tenuta lontana per quasi 10 mesi, poi un rientro zoppicante e un nuovo infortunio al gomito che l'ha costretta a saltare più di due mesi in questo 2010.
Elena Dementieva ha subìto un vistoso caso dopo essere partita in quarta, forse troppo in forma per essere solo gennaio. Va dato però atto alla moscovita che nonostante uno strappo muscolare al polpaccio sinistro, e un aiuto consistente dal tabellone, è riuscita ad arrivare in semifinale al Roland Garros, dove però si è dovuta arrendere dopo un set.
Svetlana Kuznetsova, dopo la vittoria di Parigi di 12 mesi fa, non ne ha più infilata mezza. Qui i malanni fisici c'entrano poco, l'unico torneo esente è Miami, quando si è ritirata contro Marion Bartoli per un dolore alla spalla destra. Tutti gli altri (scarsi) risultati raccolti quest'anno sono solo frutto della sua poca forma. Nel 2009 sulla terra rossa aveva fatto sfaceli, quest'anno a malapena è riuscita a vincere due partite di fila, l'uscita dalle top 15 era inevitabile.
Dall'agosto scorso Dinara Safina continua a lottare con un infortunio alla schiena da cui non si è ancora del tutto liberata. In campo è nervosissima, e mancando le vittorie manca inevitabilmente la fiducia. Anche lei, come Svetlana, dopo il Roland Garros è crollata in classifica fino alle 20esima posizione.
Vera Zvonareva è stata vittima di vari infortuni che non le hanno permesso di allenarsi con continuità e riprendere la forma, inoltre la testa è quella che è, insomma non è mai stata un mostro di solidità mentale, e per lei la ripresa sembra davvero lenta e macchinosa.
L'unica che sembrava essere in forma era Nadia Petrova, che quest'anno si era già tolta qualche soddisfazione. Allo slam parigino aveva a portata di mano il rientro nella top ten, se avesse superato la Dementieva, ma anche lei è rimasta vittima di un infortunio che l'ha costretta a finire il quarto di finale praticamente giocando da ferma.
Inoltre mancano i ricambi. Si nutrivano speranze in Alisa Kleybanova e ancora di più in Anastasia Pavlychenkova. Entrambe quest'anno hanno vinto il loro primo titolo nel tour maggiore, Kuala Lumpur e Monterrey, ma ai grandi appuntamenti non hanno ancora colto nessun risultato degno di nota. Ci sono tante giovanissime alle soglie delle prime 100, ma sembra esserci proprio un salto generazionale tra quelle della vecchia guardia e le nuove leve.
COM'E' CAMBIATO LO SCENARIO
Nel 2009 la premiata ditta Kuznetsova-Safina si era spartita quasi l'intera torta dei tornei sul rosso. Quest'anno le vincitrici sono state Henin (Stoccarda), Martinez Sanchez (Roma), Rezai (Madrid), Schiavone (Roland Garros): di una russa nessuna traccia. Inoltre non c'è più la nazione dominante, ma le giocatrici ad aver vinto torneo arrivano da tutte le parti del mondo: Australia, Spagna, Belgio, Romania, Danimarca, Italia, Cina. Niente più bipolarismo USA-Russia, ma un'eterogeneità di tenniste che fa capire come questo sport si sia rapidamente diffuso.
LE CAUSE DELLA CRISI
Sostanzialmente i motivi potrebbero essere due.
La concomitanza di infortuni per la quasi totalità delle top player russe potrebbe essere un caso, oppure no. C'è chi sostiene che le nuove regole Wta non agevolino il compito alle giocatrici, un nuovo calendario propinato dalla Alister come una boccata d'ossigeno è risultato in realtà massacrante. Abbiamo visto tutti come le tenniste siano arrivate quasi tutte mezze rotte al Master di Doha 2009, in questa stagione la situazione è pressoché analoga con l'unica differenza che siamo ancora a metà tragitto. Regole che costringono le giocatrici a giocare tutti i tornei a cui si sono iscritte, pena uno zero in classifica. La regola applicata negli slam, che prevede zero punti per chi lo salta anche con un certificato medico, è stata estesa anche ai tornei mandatory. La stessa Dementieva, quando le è stato chiesto perché avesse scelto il torneo di Roma, non ha dato la solita risposta di elogi alla città che tutti si aspettavano, ma è arrivato un lapidaro: “Siamo obbligate a giocare questi tornei”. Sì, perchè le regole wta prevedono almeno 7 top 10 in un torneo Premier. In poche parole, il calendario è stato alleggerito solo per le giocatrici di seconda fascia, ma per le primissime è più tosto di prima.
Non ci sono più baby campionesse. Il tennis ormai è diventato molto più fisico, e le tenniste sono grandi atlete prima che giocatrici quindi il fisico ha bisogno di più tempo per svilupparsi pienamente. Inoltre la crescita costante del livello medio delle tenniste non permette più nessun calo di tensione o motivazione. Bisogna essere sempre affamate e centrate al 100% per raggiungere certi obiettivi, perché appena si molla la presa subito le avversarie ne approfittano, anche se non sono di primissima fascia. Per reggere la pressione che inevitabilmente grava sulle spalle delle top player, e poterla sostenere a lungo, si ha bisogno di qualche anno per maturare e acquisire sicurezza e consapevolezza per rimanere di più ai vertici.
L'ultimo torneo del grande slam vinto risale al Roland Garros 2009, vinto dalla Kuznetsova in finale sulla Safina. Dal Roland Garros 2004 a Wimbledon 2009 la Russia ha collezionato 5 titoli (3 Sharapova e 2 Kuznetsova), tre finali, e molte semifinali.
Il punto più basso negli slam è stato raggiunto agli Us Open 2009: nessuna russa nei quarti di finale, non accadeva dal Roland Garros 2002 (29 major consecutivi) e questo 2010 non pare ben avviato, ad ora l'unica, magra, soddisfazione è stata la semifinale raggiunta dalla Dementieva a Parigi.
Nelle ultime classifiche (07 giugno 2010) si conta solo una top ten, Elena Dementieva, due top 15 (Petrova) e cinque top 20 (Sharapova, Kuznetsova e Safina).
Se si guardano le classifiche degli ultimi 2 anni, i numeri rimangono costanti nella top 100, ma diminuiscono man mano che ci avvicina alle top player.
A fine 2008 le top 10 russe erano cinque, le top 15 sei e le top 20 sette, le top 50 undici, le top 100 quindici. A fine 2009 le top 10 erano quattro, le top 15 cinque, le top 20 sei, le top 50 dieci, le top 100 quindici.
Insomma, numeri e risultati alla mano, questo è il momento più nero del tennis russo degli ultimi anni, e le prospettive non sembrano rosee.