"Speriamo che i farmaci allunghino la carriera di Nadal"
TENNIS - Jonathan Mahler ha pubblicato un articolo su Bloomberg dal titolo, forse volutamente, ambiguo: "Let's Hope Drugs Prolong Rafael Nadal's Great Career". Drug, infatti, indica sia i farmaci, sia le sostanze dopanti.
"Rafael Nadal è tornato a vincere gli Us Open" scrive Jonathan Mahler, celebre giornalista Usa, su Bloomberg. "E questo vuol dire una cosa sola:
He's on drugs!". Facile l'associazione con le droghe, con le sostanze dopanti. Ma attenzione:
drug è anche il termine inglese per indicare i farmaci, le cure mediche (un'associazione lessicale che ricorda l'etimo greco, Pharmakon, che vuol dire sia rimedio, sia veleno).
"Per anni, scrive, si è associato Nadal agli steroidi. Per i suoi bicipiti gonfi, per la potenza, la velocità, la resistenza straordinaria. C'è anche la colpa per associazione: un paio di anni fa, in una memorabile dimostrazione di irresponsabilità giornalistica, Le Monde ha pubblicato l'opinione di Yannick Noah che ha
accusato di doping tutti gli atleti spagnoli". Poi, sempre dalla Francia, sono arrivati gli sketch di Les Guignols, su Canal+, che hanno accusato in maniera nemmeno troppo velata Nadal, Casillas, Contador di doping:
la federazione spagnola e
il governo hanno minacciato di far causa alla rete.
"Soprattutto", prosegue Mahler, "c'è la storia del suo rientro dall'infortunio, troppo bella per essere vera. Dopo aver perso al secondo turno a Wimbledon 2012 dal numero 100 del mondo, Nadal è sparito per curarsi il
ginocchio sinistro che gli dà problemi da anni".
La storia è nota. Nadal rinuncia alle Olimpiadi e ad agosto annuncia di
soffrire della sindrome di Hoffa, un'infiammazione al corpo di Hoffa, una specie di cuscinetto posto nella regione anteriore del ginocchio, che ha lo scopo di ridurre gli urti tra tendine e rotula. Quando va incontro ad un processo infiammatorio tende ad ispessirsi e provocare dolore. Quest'anno rientra a Vina del Mar, vince 10 tornei, non perde una partita sul duro, e le insinuazioni continuano.
"Sicuramente, nessun mortale potrebbe raggiungere questi risultati senza aiuto farmaceutico, nel tennis moderno". E Nadal non ha mai nascosto di aver fatto ricorso a
iniezioni di plasma arricchito di piastrine (PRP), somministrategli dal dottor Mikel Sanchez, nella clinica Esperanza di Vitoria.
Nadal, Kobe Bryant e Tiger Woods sono i casi più recenti e più rilevanti di atleti che hanno fatto ricorso al plasma arricchito. Nel 2009 il medico di Tiger Woods,
il dottor Galea, è stato indagato con l’accusa di somministrare ai suoi pazienti ormone della crescita e Actovegin, un estratto di sangue di vitello deproteinizzato che migliora l’assorbimento di ossigeno e accelera il recupero delle lesioni. L’Actovegin è la sostanza trovata nei sacchetti della US Postal,
la squadra di Lance Armstrong, al Tour de France del 2000.
Non ci sono prove che il PRP costituisca una pratica dopante. La WADA nel 2010 ha permesso questa pratica solo a livello intra-articolare eliminando però questa restrizione nel 2011.
Il PRP non contiene ormone della crescita, che è una sostanza proibita dalla WADA. Però
nel plasma ricco di piastrine c’è il fattore di crescita insulino simile (IGF-1), conosciuto anche con il nome di somatomedina,
sostanza vietata. Questo trattamento, però, utilizza piastrine autologhe, cioè già presenti nell’organismo del paziente, e agisce solo a livello locale.
"Per quello che conta, Nadal non ha mai fallito un test antidoping.
E' una prova di innocenza, o dell'inadeguatezza del regime antidoping nel tennis?". Questa è la domande delle 100 pistole, la domanda da cento milioni di dollari. Nadal è stato il giocatore più controllato fuori dalle competizioni nel 2012, ma è anche il giocatore che è stato più tempo fuori dalle competizioni. Ha chiesto maggiore trasparenza anche nella
comunicazione dei controlli e dei risultati di ogni test, ma il tennis ha risposto solo con il passaporto biologico, che è un deterrente importante ma non può essere l'
unica arma a disposizione dell'ITF. Il caso Armstrong, poi, ha insegnato che non fallire i test può non essere sinonimo di innocenza. In più, l'Operacion Galgo e l'Operacion Puerto, con il processo al dottor Del Moral e l'indicazione della giudice Santamaria di distruggere le sacche di sangue sequestrategli una volta raggiunta la sentenza definitiva, non sono indizi di trasparenza, che sarebbe tanto più necessaria
quando in gioco c'è la credibilità di un'intera disciplina sportiva.
La conclusione di Mahler è spiazzante. "Che ne dite dell'opzione 3: a chi importa? Se ci fosse un ormone sintetico che potrebbe rinforzare il tendine del ginocchio cronicamente tenero di Nadal e alleggerire un po' della pressione che la rotazione del suo violento rovescio bimane mette sul suo ginocchio sinistro -be', ci sarebbe là fuori uno scienziato che meriterebbe i nostri ringraziamenti e i nostri complimenti. Chi non vorrebbe vedere altri 10 anni aggiunti "artificialmente" alla carriera di Nadal? Per quel che vale, c'è un farmaco sicuro (
safe drug) là fuori che può aiutare a rallentare il processo di invecchiamento di Roger Federer?. Non fermiamo l'epoca d'oro del tennis".