ATP MadridUBITennis 15 maggio 2010 (n.d.r.)
David Ferrer d. Andy Murray 75 63
Roger Federer d. Ernest Gulbis 36 61 64Di nuovo
Federer - Gulbis, dopo l’exploit del lettone a Roma due settimane or sono.
Come al solito Federer parte favorito, confortato dalle prestazioni convincenti – anche se forse non completamente attendibili – contro Wawrinka agli ottavi e contro Becker (Benjamin) al primo turno.
Federer sceglie, secondo costume, di rispondere, confidando nel braccio non ancora bollente dell’avversario il cui servizio, per ammissione dello svizzero, è tra i più temibili del circuito per forza e precisione.
Gulbis è reduce da un torneo eccellente, specialmente nell’incontro degli ottavi contro un ottimo Feliciano Lopez, ma anche contro Youzhny e Montanes, giustiziere di Federer e vincitore all’Estoril.
Pronti via e Gulbis è protagonista, prima con un turno di servizio molto deciso e poi strappando con autorità - e un passante di rovescio ai piedi - il numero uno del mondo, che cerca la via della rete per evitare di subire la veemenza dell’avversario. La partita si gioca a gran ritmo, con entrambi i giocatori che tentano di mettere per primi i piedi dentro al campo per giocare il vincente. Federer tenta la reazione, ma il suo avversario non si fa sorprendere, grazie anche a una palla corta in contropiede di grande livello.
In un attimo siamo sul tre a zero. Federer riesce ad ottenere il primo gioco della partita con fatica e grandi colpi, mentre Gulbis, aiutato dalla sua poderosa prima palla, procede spedito e si porta sul 4 a 1. I giochi successivi seguono il servizio, con Federer incapace di imporre il proprio gioco, o anche solo di variarlo, sui turni di battuta del lettone, che continua imperterrito ad attaccare alternando colpi violenti a millimetrici dropshot, giustificando la sua risposta, solo apparentemente presuntuosa, alla domanda su quale fosse il suo colpo migliore da fondocampo: “Entrambi, naturalmente”, aveva detto. E con la stessa naturalezza arrivano i tre setpoint, ma lì per un attimo smarrisce la battuta e si va in parità: nessun problema, due prime palle – la seconda è un ace – e si porta a casa il primo set.
Partita molto bella, 11 a 9 e 10 a 6 il bilancio tra colpi vincenti ed errori giocati rispettivamente da Federer e Gulbis.
Il secondo set inizia con un altro break, conseguenza di tre errori di dritto di Federer, che sembra consegnare la partita a Gulbis; ma lo Svizzero reagisce, strappando a sua volta il servizio del Lettone e concedendosi il lusso, sul proprio turno di battuta, di un chop di dritto d’altri tempi. Si cambia sul 2 a 1, con Federer apparentemente in ascesa e Gulbis un po’ più falloso. La conferma arriva immediatamente, con il secondo break consecutivo di Federer, finalmente capace di allungare gli scambi e di avvalersi della grande varietà di soluzioni di cui dispone. La fuga potrebbe finire subito, ma annulla le tre palle break con un gran dritto lungolinea dal lato sinistro e uno schiaffo al volo. 4 a 1 Federer e inerzia della partita invertita. Sul 30-15 del gioco seguente arriva il punto più bello del match, con una serie di smorzate dagli angoli strettissimi che terminano con un dritto “no look” di Federer che spiazza Gulbis. Il lettone accusa e in un attimo si va sul 5 a 1. Il set si chiude 61 con una spettacolare volée di rovescio del numero uno del mondo.
Gulbis pare alle corde, ma riesce a tenere il servizio e ad issarsi alla palla break nel game successivo: ace di Federer che poi tiene la battuta. Il break arriva subito dopo, ma lo fa lo svizzero, bravo a rispondere con straordinaria profondità ai violentissimi servizi di Gulbis e ad essere sempre propositivo: chiude il gioco con un bel pallonetto accarezzato di rovescio. Ora il numero uno sembra volare e, tra discese a rete e colpi vincenti in serie, conferma il break a zero. Anche i giochi successivi vedono comandare il servizio e ci si ritrova sul 54 Federer e servizio, ma inizia a piovere piuttosto forte. La partita non viene interrotta, il pubblico rumoreggia, e Federer serve, con palle nuove, tutte prime di servizio: l’incontro si chiude con il punteggio di 64.
Ottima prestazione per il numero uno del mondo, solido al servizio e capace di non farsi travolgere da un Gulbis che, nel primo set, è apparso quasi ingiocabile. Gulbis conferma di essere un giocatore di grandi qualità ma ancora privo della costanza necessaria per sconfiggere un Federer sempre più vicino a quello degli Slam.
Rivincita degli ottavi di Roma, dove lo spagnolo aveva battuto un
Murray ancora in stato confusionale dopo la finale persa agli Australian Open e il torneo di Montecarlo in cui era uscito dal campo tra i fischi, avendo raccolto la miseria di tre giochi contro Kohlschreiber. La stagione europea sulla terra rossa ha riportato
Ferrer a ridosso dei primi dieci del mondo in virtù di due semifinali (Montecarlo e Barcellona) e una finale (Roma). Nei tornei sulla terra quest’anno ha perso solo contro connazionali, ossia contro Nadal (due volte), Verdasco e Ferrero.
L’inizio è di Ferrer, che strappa il servizio a Murray nel secondo gioco: palle corte, dritti a sventaglio e maggiore attenzione i principali ingredienti del vantaggio dello spagnolo. Lo scozzese non sembra essere a proprio agio di fronte ad un avversario che non regala niente e ribatte colpo su colpo tanto sulla diagonale del diritto che – sorprendentemente - su quella del rovescio; a questo si aggiunge un atteggiamento piuttosto remissivo, che non è una novità, e qualche errore di troppo. La situazione cambia già dal settimo gioco, quando Ferrer deve annullare due palle break, ma al momento di servire per il set sul 53 commette troppi errori e Murray ne approfitta per riequilibrare l’incontro.
Sul 5 pari potrebbe addirittura portarsi avanti, ma Ferrer è bravo ad annullare la chance e a portarsi sul 65. Qui Murray prima gioca una palla corta suicida e inutile, poi si vede rallentare dal nastro un rovescio d’attacco e viene passato: set point. Annulla il primo grazie a un buon lungolinea, ma poi non sfrutta l’opportunità per andare al tiebreak e Ferrer si porta nuovamente ad un punto dal set e con coraggio chiude il primo parziale 75.
Per Murray, data l’ora tarda, non c’è tempo da perdere, ma non trasforma due palle break, rompe le corde per la seconda volta nella partita e si presenta al servizio furibondo: capitola, al termine di un gioco lunghissimo, dopo avere imprecato in maniera plateale ad ogni punto perso. Tre giochi più tardi la situazione si capovolge, con Ferrer che regala il break ad un avversario che appariva alle corde e si lascia sfuggire anche lui una parolaccia. Cambio campo e Murray vince un game-fiume che vale il 3 pari. Sul 4 a 3 in proprio favore Ferrer si procura due palle break che profumano di match point, ma Murray, che fino a quel momento aveva giocato quasi senza la prima di servizio, trova un ace centrale che sembra toglierlo dai guai; ma una serie di errori, tra cui due volée sciagurate, portano Ferrer a servire per il match e Murray a monologhi sempre più frequenti con cui polemizza col proprio angolo. Lo spagnolo gioca l’ultimo game senza paura e conquista meritatamente la semifinale contro Federer.
I precedenti, 9 a 0 per lo svizzero, non sono incoraggianti.