Ecco cosa scrive, in proposito, UBITENNIS:
TENNIS - Il medical timeout concesso a Azarenka contro Sloane Stephens riaccende i dubbi su una regola fumosa. [b]Vika è stata fuori 10 minuti perché non riusciva a respirare: attacco di panico, ha detto a caldo, poi ha parlato di una costola bloccata. Ma il problema resta: si può chiedere l'MTO praticamente per tutto. E approfittarne è troppo facile. Alessandro Mastroluca
Attacco di panico. Choking of the year. No, è che non riuscivo a respirare perché avevo una costola bloccata. E' stato un MTO solo, ma lungo. No, sono due (costola e ginocchio).
I 10 minuti che Victoria Azarenka trascorre fuori del campo per un medical timeout prima dell'ultimo game della semifinale contro Sloane Stephens restano avvolti in una nuvola non chiarita di dubbi. E tornano ad alimentare aspettative, non del tutto ingiustificate, di cambiamenti regolamentari che riducano i margini di discrezionalità per il trainer, adesso davvero troppo ampi. Ma andiamo con ordine, e iniziamo con la ricostruzione di quello che è successo sul 5-4 Azarenka, secondo set. La bielorussa ha mancato cinque match point nel nono game e al cambio campo chiede un medical timeout. Il trainer entra e dopo un po' porta Vika fuori dal campo. Ci resta dieci minuti. Qui la Stephens mostra tutta l'inesperienza dei suoi 20 anni ancora da compiere, della sua prima semifinale Slam: resta seduta lì, per tutto il tempo, mentre potrebbe protestare, chiedere spiegazioni, oppure entrare in campo, provare qualche servizio, saltellare per non raffreddarsi troppo.
Al rientro Azarenka chiude 61 64. Nell'intervista a caldo le chiedono: "Cosa è successo? Come stai?". E Vika risponde parlando delle occasioni mancate, dei match point non sfruttati, senza fare alcun riferimento a problemi di natura fisica. Anche quando, qualche minuto più in là, viene intercettata in mix zone da Tom Rinaldi di ESPN parla sì di "attacco di panico", dice "non riuscivo a respirare" ma nemmeno adesso spiega le ragioni, non parla di alcun infortunio.
Prima della conferenza stampa, dunque, quello che emerge è: Vika ha avuto un attacco di panico.
E' una condizione sufficiente per chiedere l'MTO? Per Pam Shriver e Chris Evert, che commentano per ESPN, e per chiunque altro, no.
Ma è anche vero che se una giocatrice dice al medico che entra in campo "non riesco a respirare", il medico non può liquidare la faccenda a cuor leggero. E "non riesco a respirare" è un sintomo di una condizione che richiede trattamento immediato. Un altro degli aspetti controversi, al di là della situazione di punteggio, è che la pausa è arrivata prima di un turno di battuta di Stephens.
Poi Azarenka si presenta in conferenza stampa, in cui praticamente non si parla d'altro. Ed emergono nuovi dettagli, nuove spiegazioni, emergono infortuni alla schiena, a una costola, di cui però a caldo, ancora a bordo campo, e con ESPN non aveva fatto alcun cenno, né diretto né indiretto. Se, come diceva Mike Bongiorno ai concorrenti dei suoi telequiz, la prima risposta è quella che conta, la versione in conferenza stampa che cos'è? Come andrebbe presa? Intanto, ecco cosa ha detto.
"Avevo problemi alla schiena per tutto il secondo set, avrei dovuto chiamarlo prima di arrivare al punto da non riuscire a respirare e dover essere portata fuori dal campo. Mi si era bloccata una costola, e non potevo continuare così: dovevo prendere quel medical timeout. Il trainer mi ha detto che doveva sbloccarmela, ma per far quello era meglio uscire dal campo: non volevo spogliarmi sul campo".
Le chiedono perché nell'intervista a caldo non abbia detto nulla al riguardo: "Non ho capito la domanda. Mi hanno chiesto perché avevo avuto queste difficoltà e io ho capito che volevano sapere perché non avessi chiuso la partita. Colpa mia, si è trattato solo di un misunderstanding".
Le fanno notare ulteriormente questa discrasia tra la versione iniziale, in cui il malessere era collegato più ai match point non sfruttati, e quella data ora, a freddo, di tono molto diverso. "Che potevo dirvi pochi secondo dopo la fine del match? Adesso vi sto dicendo onestamente quello che è successo, che avevo dolore alla schiena, che ho aspettato troppo a chiedere l'intervento del trainer. Ero arrivato al punto da non riuscire a respirare e poi il medico mi ha detto che era la costola che bloccava tutto". Anche l'attacco di panico, adesso, si inserisce in una nuova cornice: "E' vero, sono entrata nel panico, ma perché non riuscivo a respirare e non capivo che stesse succedendo, non per i match point mancati".
Un altro aspetto non chiarito riguarda il numero dei timeout. La ESPN a caldo parla di due MTO consecutivi. Doug Robson di Usa Today lo conferma su twitter, dicendo di aver parlato anche con i responsabili del torneo: gli MTO, scrive, sono stati due, per problemi alla costola e a un ginocchio. Azarenka conferma in conferenza stampa di aver sentito anche dei dolori al ginocchio, anche se fino alla domanda specifica anche di questi non aveva mai parlato, ma insiste su un punto: "E' stato un solo MTO, che è durato di più perché il trainer ha impiegato più tempo per capire cosa fare. Loro volevano concedermene due, ma ho voluto che fosse solo uno perché desideravo tornare in campo".
In tutto questo l'unica costante è il panico, il respiro corto. Ora, quello che viene definito "choking" (cioè avere il "braccino" nei momenti decisivi) non è una condizione sufficiente per chiedere l'MTO. Ma "non riesco a respirare", qualunque ne sia la motivazione di fondo, lo è: non lo sarebbe solo se il giocatore mentisse sapendo di mentire, ma in questo caso il trainer, una volta entrato, potrebbe rimandare il giocatore in campo al massimo nei 3 minuti consentiti, invece dei 10 concessi a Azarenka.
Ultima modifica di Sonny Liston il Gio 24 Gen 2013 - 15:52 - modificato 1 volta.