Gli Usa di Isner e dei Bryan giocheranno in terra spagnola. Altra impresa o semaforo rosso? Dall'altra parte gli indemoniati argentini ospiteranno le furie ceche di Berdych e Stepanek. Si prevede una bolgia biancoazzurra.
Dopo il weekend pasquale in cui il tennis ha vissuto e respirato l’atmosfera della Coppa Davis, è giunta l’ora di analizzare e presentare le 2 semifinali che si terranno nel fine settimana appena dopo gli US Open. Nella parte alta del tabellone si affronteranno Spagna e USA. Giocando in casa dei campioni in carica, è assai probabile che la superficie scelta sia la terra rossa da cui le “furie rosse” non si separerebbero mai. L’ultima sconfitta su questa superficie risale addirittura al vecchio millennio, nel 1999, dal Brasile di Kuerten, Meligeni, Carlsson e Oncis.
Se si considera il luogo comune del “tennis americano in crisi”, si potrebbe benissimo già stabilire il nome della prima finalista. Invece no. La nazionale guidata da Jim Courier è approdata in semifinale grazie a 2 vittorie contro pronostico ottenute a discapito della Svizzera di Federer e Wawrinka e della Francia di Tsonga e Simon. 2 vittorie sulla terra, in trasferta, che valgono oro per la formazione a stelle e strisce, capace di fare quadrato attorno a sé e a trovare un proprio leader in John Isner, il vincitore del match più lungo di sempre, l’unico umano ad essere riuscito a costringere Nadal fino al 5 set a Parigi, il giustiziere di Federer e Djokovic in questo primo quarto di stagione..vari appellativi potrebbero essere dati a questo ragazzo di 26 anni ancora “tennisticamente” giovane, in grado di migliorarsi in maniera esponenziale e sfondare il muro della top10 qualche settimana fa grazie all’exploit di Indian Wells. Di certo è lui la punta di diamante della nazionale statunitense. Una volta accortosi di poter ampliare il suo gioco oltre al canonico schema servizio-dritto, ha scoperto di poter reggere il confronto con i più forti anche sulla superficie poco avvezza a molti suoi connazionali. Una crescita anche mentale per un giocatore che potrebbe davvero diventare un nuovo Zoncolan per i migliori del lotto, gruppo nel quale John freme per entrarci.
La sfida per gli spagnoli quindi potrebbe nascondere più di una difficoltà, se si tiene conto poi della coppia di doppio statunitense: i gemelli Bryan hanno collezionato insieme 20 vittorie su 22 incontri, presi singolarmente invece ci sono 24 vittorie su 28 per Bob e 21 su 24 per Mike. Numeri con un peso specifico non indifferente. La scelta del quarto singolarista invece sarà presa a momento debito. Fish è alle prese con un infortunio che gli ha impedito di volare fino al principato di Monaco per prendere parte alla sfida, al suo posto è stato convocato il giovane Harrison che non ha affatto sfigurato contro Tsonga, tenendo bene il campo e cedendo solo per 6-2 al quarto. Il suo problema è soprattutto nella costanza di rendimento: sono troppi gli errori in cui spesso incorre. Il dato è dimostrato dal severo 6-2 6-3 rimediato, a risultato acquisito, contro un regolarista come Gilles Simon. Per gli spagnoli invece non dovrebbero esserci grosse sorprese, l’unica incognita è posta su Rafael Nadal. Ad inizio anno il maiorchino dichiarò di voler prendersi un anno sabbatico perché troppo impegnato su altri fronti (ranking e Olimpiade), ad inizio Marzo però si era sparsa la voce di un suo possibile inserimento nel quartetto che avrebbe affrontato l’Austria, l’infortunio di Miami ha poi fatto saltare per l’ennesima volta i piani spagnoli. La squadra non ne ha risentito, vista anche la pochezza degli avversari con un Melzer a giornate alterne e i soli Marach e Peya a tenere alto il vessillo della propria nazionale. Probabile quindi che il capitano decida di puntare ancora una volta su Ferrer, Almagro, Granollers e Marc Lopez. I precedenti tra le 2 formazioni parlano di 5 vittorie a testa, con gli iberici vittoriosi nell’ultima sfida di Austin lo scorso Luglio. L’ultima vittoria a stelle e strisce risale invece al netto 4-1 nel quarto di finale del 2007. Spagna e Stati Uniti sono stati protagonisti di sfide importanti, quali la finale del 2004 vinta dalle “furie rosse” per 3-2 a cui prese parte anche l’allora diciottenne Nadal, il quale fu in grado di conquistare il punto del 2-0 battendo in 4 set Roddick con punteggio di 6-7 6-2 7-6 6-2. Quella di Settembre sarà poi la terza semifinale tra le 2 nazioni. Nelle 2 precedenti sfide hanno sempre avuto la meglio gli spagnoli: nel 2000 con un netto 5-0 (unica volta che si è registrato un punteggio tale) e nel 2008 con il successo per 4-1 di Nadal, Ferrer, Verdasco e Feliciano Lopez su Roddick, Querrey, Fish e Mike Bryan. La seconda semifinale vedrà di fronte Argentina e Repubblica Ceca. La sfida avrà luogo in Sud America e quindi c’è la possibilità che si ripresenti la stessa finale dello scorso anno. La squadra capitanata da Jaroslav Navratil andrà a caccia di una finale che manca dal 2009 e dovrà fare affidamento sempre sulla coppia costituita da Berdych e Stepanek, le colonne portanti di questa squadra che fa fatica a trovare valide alternative. La possibile assenza di uno dei due, in particolar modo del top10 , potrebbe essere decisiva ai fini dell’esito della sfida. La scelta degli altri 2 giocatori potrebbe ricadere su Rosol e Cermak, come è avvenuto per la sfida appena conclusa contro la Serbia. Gli argentini, finalisti uscenti, vogliono riconquistare il pass per l’ultimo atto, soprattutto perché, qualunque sia il nome della nazione sfidante, avranno il grande vantaggio di poter disputare la sfida a domicilio. Dopo la grande vittoria ottenuta contro la Croazia, gli animi sono alle stelle: Nalbandian è stato il solito trascinatore, e dopo la sconfitta in 5 set (e altrettante ore) subita da Cilic, ha restituito pan per focaccia nel doppio quando grazie ad alcune sue risposte di rovescio ha portato il punto decisivo alla formazione dell’albiceleste nell’8-6 del set decisivo al sabato contro Zovko e lo stesso Cilic. Poco importa se la firma sul 3-1 sia stata messa da Del Potro, il vincitore degli Open americani nel 2009 ha demolito in 3 rapidi set quello che rimaneva del povero Cilic, distrutto fisicamente dopo oltre 10 ore di partita in 2 giorni. Se la Repubblica Ceca propone Berdych e Stepanek, l’Argentina quindi risponde con Nalbandian e Del Potro come punte di diamante. A completare lo schieramento ci potrebbe essere Monaco, di recente semifinalista a Miami e posizionato al n16 del ranking, e uno tra Schwank (utilissimo per il doppio) o Chela. I precedenti tra le 2 nazioni parlano di una prevalenza della squadra europea per 3-1, seppure da quando ha preso il nome di Repubblica Ceca il bilancio è in parità, 1-1. L’ultima sfida risale al 2009, a livello di quarti di finale, dove prevalse la squadra di Berdych per 3-2, mentre nel 2005 ci fu l’ultimo successo argentino con un roboante 5-0.