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Invito i vecchi tennisti come me a trasmettere la propria esperienza ai giovani

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Promemoria primo messaggio :

Cari amici tennisti,

io, con i miei 66 anni, non sono un tennista vecchio a parole, sono un tennista vecchio per davvero.

Ho cominciato a giocare in modo continuo sui trent'anni e sono praticamente un autodidatta. So per esperienza quanto sia difficile migliorare il livello di gioco a cui ci si stabilizza dopo qualche anno che si gioca. Io ci ho provato per tutta la mia vita e ci provo tuttora, perchè la passione per il tennis, la costanza e la curiosità non mi sono mai mancate. Ai tempi sono stato un discreto NC e con le nuove classifiche ero 4.3 fino a quando, tre nni fa, la mia anca destra ha cominciato a fare i capricci.

Non pretendo di dare consigli a nessuno, tanto meno a chi è nelle mani un bravo maestro o a chi ha un innato talento. Di esperienze e sperimentazioni però ne ho fatte tante e qualcuna potrebbe essere utile a qualcuno.

In ogni caso ritengo che nel tennis, come in tutti gli altri aspetti della vita, i vecchi abbiano il dovere di trasmettere le proprie conoscenze -se utili- ai giovani o meno vecchi che desiderino apprenderle.

Per questo mi picerebbe lanciare un appello ad altri vecchi o quasi vecchi, affinchè non si tengano per sè i trucchi del mestiere ma li trasmettano a chi viene dopo di loro.

Fine del noioso sermone introduttivo

Primo contributo, relativo al servizio kick

La primissima cosa da capire del servizio kick (poi purtroppo ce ne sono molte altre) è la sensazione che si deve provare all'impatto. Anni fa me lo spiegò un bravo istruttore di Ischia, del quale non ricordo il nome e che non ho mai ringraziato abbastanza (si faccia vivo, se legge questo post!). Lui mi disse: devi immaginare di dover piantare un chiodo nel soffitto. Con tutte le approssimazioni del caso (per esempio il chiodo va piantato un po' verso l'avanti, poi non bisogna cadere per terra, ecc ecc) a me è sempre sembrata una buona visualizzazione del punto chiave del kick.

Spero che qualche altro vecchio appassionato dia dei contributi

ciao a tutti

Mario

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nanobabbo8672 ha scritto:
alcuni lo fanno, i bombardieri tirano a tenerla dentro, gli altri cercano di giocarla sul rovescio dell'avversario, ma in quarta, diciamo da 4.2 in giù, non c'è tutta questa precisione tecnica!
anche perchè la maggior parte risponde comunque al centro, quindi in singolo non è così fondamentale!
io ho smesso di chiedere ai miei compagni di doppio (ragazzi al mio livello) di servire al centro per farmi entrare più facilmente quando sono a rete!!! Shocked Invito i vecchi tennisti come me a trasmettere la propria esperienza ai giovani - Pagina 3 939115
secondo me, almeno!


Mah, sarà che io spesso gioco con quelle 2-3 persone over di esperienza e tocco e anche se non sono dei lancia missili, devo fare di tutto per difendermi da lungolinea in risposta al servizio ed angoli inarrivabili. Poi se mi arriva una risposta lungolinea in back basso vicino alla riga sono rovinata Laughing Comunque gioco molto anche con delle ragazze senza tessera fit e con non molta esperienza ma spesso mi rispondono in lungoliea o cercano angoli corti nello scambio. E di mio in risposta cerco molto i lungolinea (spesso anche vincenti puri) o se servono corto e anche un po' a uscire cerco angoli stretti. Se è una risposta incrociata o centrale ai piedi deve pesare almeno un quintale e col rovescio mi riesce meglio, poi a volte si risponde come si può Laughing

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Sono un amante della battuta, ci dedico molta attenzione e le mie prestazioni in partita sono molto legate ai servizi... normalmente mi comporto così: nel 90% dei casi scelgo in anticipo dove (provare a) dirigere il servizio, perchè ho già in testa cosa voglio fare dopo... quindi dall'altra parte può anche ballare la samba ma non mi distrae più di tanto... poi ovviamente se vedo un angolo palesemente scoperto, o un possibile punto debolissimo (ma deve essere proprio clamoroso) ci provo! Smile

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Anch'io molte volte ho le idee di cosa fare dopo la risposta avversaria - se la sua ribattuta rientra nei colpi previsti bene, altrimenti faccio quel che viene.

Invece avendo una buona % di messa in campo e avendo sempre battuto piano non mi faccio condizionare dalla posizione avanzata e faccio quel che posso con la solita regolarità e rimanendo sempre calma. Se non ho un mostro dall'altra parte della rete il mio gioco non viene condizionato o penalizzato da questo punto di vista.

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Aggiungo alcune precisazioni sul contributo 8.2

1.Per "risposta volè" si intende una volè profonda fatta esattamente come se si fosse già a rete e arrivasse un missile da intercettare. Bisogna gettarsi sulla palla in avanti a destra o in avanti a sinistra, e ci vogliono riflessi buoni. La palla in arrivo è tipicamente di media altezza o decisamente alta, perchè ha rimbalzato nel rettangolo del servizio e poi ha percorso un paio di metri per arrivare alla zona del ribattitore. E' quasi impossibile che arrivi una palla così bassa da poter parlare di demivolè. Se la palla è alta, tipicamente un kick, ed è anche veloce, controllarla con la risposta volè è molto difficile; se la palla è di media altezza si può fare, ovviamente con percentuali variabili da giocatore a giocatore.

2.La posizione di attesa va scelta in base alle proprie caratteristiche e a quelle del battitore. E' la posizione più avanzata possibile che permetta ancora di intercettare una buona percentuale di servizi.

3.La risposta volè non può essere di pura opposizione perchè si è troppo lontani dalla rete; bisogna aggiungere una componente di "taglio di sotto" col polso.

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Ah sììì Mario - tu che giochi con degli uomini anche bravi il kick in risposta ti capita.
Ma la mia premessa era in ambito femminile. Tra le donne di 4ª medio-bassa (quella alta non l'ho ancora sperimentata 4.2 e 4.1) non lo sanno fare così lavorato e quindi il 1° servizio tendenzialmente è piatto e non si alza per più di 50-60 cm nell'apice di salita attorno 1m-50cm dalla riga di fondo e se più profondo anche all'altezza della stessa. Questo ammesso che siano bravissime battitrici. Altrimenti si entra bene anche senza dover anticipare così mostruosamente.

Quindi stando 2m dentro mi troverei a giocare un controbalzo alto 20-30cm.

Poi sulla 2ª in molte fanno un pallonetto vergognoso sul quale si entra molto bene, anche se rimbalza più alto.

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Contributo n.9

Diritto semiwestern

Quando, in età tennisticamente già molto avanzata, ho deciso di imparare a giocare anche topspin, ho fatto molta fatica soprattutto a capire da che parte cominciare: troppe cose da tenere a mente tutte insieme. Qui di seguito trovate un paio di suggerimenti che molti troveranno banali, ma che forse possono essere utili a chi, come me allora, voglia imparare il topspin sapendo già giocare a tennis e decida di farlo da solo.

Ecco le due cose dalle quali suggerisco di partire

1. L'impugnatura, ovviamente. Per trovarla fare quanto segue: immaginare che racchetta sia una padella piena d'acqua fino all'orlo e che di questa padella si debba impugnare il manico in modo da poterla sostenere facilmente senza versare l'acqua (provare con una padella vera). Posare la racchetta per terra e sollevarla come se fosse una padella: questa procedura genera il grip semiwestern, che è quello che io sto usando. Controllare comunque che la nocca dell'indice sia in corrispondenza dello smusso del manico e controllare frequentemente di non avere perso la posizione.

2. Colpire la palla di sotto in su: anche questa è una banalità, ma come si fa ad imparare a farlo? Secondo me è fondamentale guardare la palla in arrivo (guardarla per davvero, mangiarsela con gli occhi) e in particolare, della palla in arrivo, bisogna VEDERE la parte di sotto e colpire di striscio, di sotto in su, solo quella. Agli altri aspetti ci si può dedicare in seguito

Per agevolare l'apprendimento del contatto racchetta-pallina e mettere da parte, per il momento, le altre variabili può essere utile ispirarsi al gancio di Nadal. Si tratta di disporsi in posizione aperta (pancia verso la rete), aspettare che la pallina arrivi praticamente di fianco e, solo a quel punto, colpirla di sotto in su con un movimento che deve essere quasi verticale e stare nel piano del torace. Una volta posseduto questo movimento si può pensare al peso del corpo, alla torsione del torace, al finish, all'apertura, ecc, e in più si capito qualcosa del gancio di Nadal, il che non è male.

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Contributo n.10

Due cosette per la gestione del rapporto con l'avversario

10.1 Ad inizio match dire all'avversario che si ha l'abitudine di tracciare un cerchietto intorno alle palle che possono sollevare dubbi e che si è disponibili per fare dei controlli congiunti. Questa cosa può far scocciare qualcuno, ma in genere aiuta.

10.2 Urlare il punteggio del game corrente ad ogni 15 e urlare il punteggio del set ad ogni inizio gioco. Se si teme che urlare porti a distrarsi, insistere comunque: col tempo ci si abitua ed è molto più spiacevole perdere dei punti per errori di conteggio.

10.3 Crearsi una procedura fissa da seguire quando si è costretti ad una pausa tra la prima e la seconda di servizio, ad esempio a causa della necessità di raccogliere una pallina che disturba. E' importante che ci sia una routine automatica, in modo da non indispettirsi troppo per l'interruzione; ad esempio si può fare un pò' di iper-ossigenazione o qualche piegamento, l'importante è che in quella situazione si faccia sempre la stessa cosa.

10.4 Se l'avversario risponde sempre e comunque a servizi platealmente fuori e costringe a raccattare certe sue "palle di risposta" che ci finiscono tra i piedi, chiedegli di smettere. Se non lo fa comiciare a fare la stessa cosa quandi batte lui, cercando di dargli il più fastidio possibile.

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mario_lorenzi ha scritto:
10.4 Se l'avversario risponde sempre e comunque a servizi platealmente fuori e costringe a raccattare certe sue "palle di risposta" che ci finiscono tra i piedi, chiedegli di smettere. Se non lo fa comiciare a fare la stessa cosa quandi batte lui, cercando di dargli il più fastidio possibile.


Ho notato che quasi tutti i miei compagni di gioco hanno questa pessima abitudine, è una reazione automatica. La cosa che più mi infastidisce è che non chiamano le palle fuori con il classico NO per cui, rispondendo a tutto, spesso ti obbligano a rincorrere una risposta che tu, nel dubbio, ritieni giocata, salvo poi, magari su una tua palla vincente dirti: "guarda che il servizio era fuori" Evil or Very Mad

Concordo, chiamare sempre a volce alta i punti e, a maggior ragione, chiamare sempre e comunque la palle che escono con un chiaro NO, anche se la palla è fuori di 20cm. chi è dall'altra parte del campo non la vede bene...

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mario_lorenzi ha scritto:
10.1 Ad inizio match dire all'avversario che si ha l'abitudine di tracciare un cerchietto intorno alle palle che possono sollevare dubbi e che si è disponibili per fare dei controlli congiunti. Questa cosa può far scocciare qualcuno, ma in genere aiuta.

il problema del cerchietto è che farlo con il piede non viene bene, farlo con la racchetta... affraid il cuore me lo impedisce, non riesco proprio a strisciarla la racchetta per terra!!!
comunque ho visto cerchiare segni 1 metro lontani da quello corretto... Evil or Very Mad

mario_lorenzi ha scritto:
10.2 Urlare il punteggio del game corrente ad ogni 15 e urlare il punteggio del set ad ogni inizio gioco. Se si teme che urlare porti a distrarsi, insistere comunque: col tempo ci si abitua ed è molto più spiacevole perdere dei punti per errori di conteggio.

lo faccio sempre, mi sono abituato fin da piccolo.. a volte però non basta e mi perdo comunque dei punti, sia a mio favore che a mio sfavore... sarà l'età!
dovrebbero farlo tutti, anzi, dirò di più, è obbligatorio da regolamento:
REGOLAMENTO TECNICO SPORTIVO
CODICE DI ARBITRAGGIO SENZA ARBITRO
Regola 4 - Punteggio
1. Il battitore deve annunciare il conto dei giochi prima della sua prima battuta ed il conto dei punti prima di ogni battuta;
in caso di disaccordo, si tira a sorte per determinare quale punteggio si deve applicare.
2. Iniziare a giocare un punto significa essere d'accordo con il punteggio annunciato e con le decisioni precedentemente
assunte.


mario_lorenzi ha scritto:
10.3 Crearsi una procedura fissa da seguire quando si è costretti ad una pausa tra la prima e la seconda di servizio, ad esempio a causa della necessità di raccogliere una pallina che disturba. E' importante che ci sia una routine automatica, in modo da non indispettirsi troppo per l'interruzione; ad esempio si può fare un pò' di iper-ossigenazione o qualche piegamento, l'importante è che in quella situazione si faccia sempre la stessa cosa.

ottimo suggerimento, lo scorso anno ho iniziato a giocare a golf ed ho imparato cos'è la routine, lì è fondamentale... ora lo faccio anche io, però la utilizzo sia sulla prima, che sulla seconda, cioè su ogni servizio, così ho creato una routine per il servizio in generale, valida in ogni condizione...

mario_lorenzi ha scritto:
10.4 Se l'avversario risponde sempre e comunque a servizi platealmente fuori e costringe a raccattare certe sue "palle di risposta" che ci finiscono tra i piedi, chiedegli di smettere. Se non lo fa comiciare a fare la stessa cosa quandi batte lui, cercando di dargli il più fastidio possibile.

anche a me è capitato qualche volta di chiedere all'aavversario di non rispondere se la palla è palesemente fuori e di chiamare sempre la palla quando è no, altrimenti avrei considerato, da regolamento, la palla buona!!!

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Contributo n.11
Ancora sulla gestione del rapporto con l'avversario
11.1 Se giocate contro uno di quei giovanotti che picchiano delle gran botte piatte e profonde, ricordatevi che questi tennisti fanno spesso doppio fallo, altrimenti non sarebbero in quarta categoria.
In tali circostanze bisogna avere cura di pulire coi piedi la riga di battuta ad ogni turno di risposta, in modo da poter giudicare in modo inequivocabile i servizi che sono la limite tra dentro e fuori.
11.2 Tutti i giocatori dovrebbero essere resi consapevoli (dai maestri) che esistono situazioni in cui un giocatore vede sbiancarsi la riga su un suo colpo che atterra in zona riga dall'altra parte del campo, e invece l'avversario chiama la palla fuori, perchè il segno E' FUORI.
Il caso tipico è la rasoiata di rovescio back che sfiora la riga e atterra subito dopo. Mentre sfiora la riga la palla sposta l'aria e questa fa volare via dalla riga la polvere rossa che poca o tanta c'è sempre. Questo è il motivo per cui il giocatore che ha tirato è convinto che la palla sia buona, mentre il segno può essere fuori, di poco ma fuori. Questa situazione è causa di infiniti litigi che si possono evitare con la solita regola di pulire le righe e segnare le palle.
In tal modo anche i giocatori più refrattari al buon senso possono essere convinti del fatto che hanno torto.

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grandissimi consigli...soprattutto quelli delle situazioni che si possono verificare...;-)

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Contributo n.12
Palleggio con pallonetto
Questo è un suggerimento soprattutto per quei giovani che detestano chi gioca alzando continuamente pallonetti profondi a palla morta.
Invece di incavolarsi e magari esprimere disprezzo per questo tipo di avversario, vale la pena essere umili e imporsi di imparare anche questo schema di gioco. Non si tratta di utilizzarlo con continuità, ma di servirsene per rallentare il gioco quando è necessario.
Rallentare il gioco può essere necessario quando l'avversario attraversa un periodo di trance agonistica in cui tutto gli riesce a meraviglia, oppure quando siamo noi che ci sentiamo poco lucidi e sbagliamo troppo (e sappiamo che è un momentaccio che poi passa); in questi casi è importante far sì che si giochi il minor numero di punti possibile, finchè dura la serie negativa.
Il pallonetto moscio, colpo lento per antonomasia, è un ottimo sistema per questo scopo, sempre che l'avversario non sia in grado di applicare all'istante le contromisure necessarie (tipicamente entrare in campo e colpire al volo).

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consiglio molto utile... ma normalmente chi soffre questo tipo di gioco non è capace di mettersi a palleggiare con palle alte e lente, io suggerirei piuttosto di rallentare e usare palle si alte ma con più rotazione, migliorando la possibilità di tenere la palla in campo e tenendo l'avversario più lontano dalla riga di fondo!
insomma io non sono capace di mettermi a palleggiare lento e alto, sbaglierei al secondo tentativo... sono però in grado di utilizzare palle simili al lob liftato!!!

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nanobabbo8672 ha scritto:
consiglio molto utile... ma normalmente chi soffre questo tipo di gioco non è capace di mettersi a palleggiare con palle alte e lente, io suggerirei piuttosto di rallentare e usare palle si alte ma con più rotazione, migliorando la possibilità di tenere la palla in campo e tenendo l'avversario più lontano dalla riga di fondo!
insomma io non sono capace di mettermi a palleggiare lento e alto, sbaglierei al secondo tentativo... sono però in grado di utilizzare palle simili al lob liftato!!!


Hai ragione, le palle alte e arrotate sono ancora meglio

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Contributo n.13

Giocare col vento forte

Io sono uno di quei giocatori che patiscono molto il vento forte, come quello che c'è oggi in molte zone d'Italia. Non sono mai stato capace di adattare il mio gioco al vento, apportando le necessarie variazioni alla direzione dei colpi, anche perchè ciò richiede un livello di concentrazione che io non riuscirei a tenere, proprio a causa del nervosismo che mi provoca il vento.

Mi sono tornate alla mente le uniche due partite che ho vinto in condizioni di vento forte, su un totale di una decina. Ebbene in quelle occasioni ho vinto perchè ho semplicemente cercato di usare il vento per divertirmi. Alzavo pallonetti che in condizioni normali sarebbero atterrati in zona sicura e poi stavo a guardare quel che capitava. Capitava di tutto (palle lunghe, corte, a destra, a sinistra, ecc), perchè più la palla è lenta più essa è in balia del vento. L'avversario invece si incazzava e io facevo più punti di quanti ne perdessi.

Non è grande consiglio, me ne rendo conto, ma in mancanza di alternative...

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mario_lorenzi ha scritto:
Contributo n.13

Giocare col vento forte

Io sono uno di quei giocatori che patiscono molto il vento forte, come quello che c'è oggi in molte zone d'Italia. Non sono mai stato capace di adattare il mio gioco al vento, apportando le necessarie variazioni alla direzione dei colpi, anche perchè ciò richiede un livello di concentrazione che io non riuscirei a tenere, proprio a causa del nervosismo che mi provoca il vento.

Non è grande consiglio, me ne rendo conto, ma in mancanza di alternative...


io invece non mi sono mai trovato molto a disagio col vento, forse perchè mi è sempre capitato di giocare col vento contro avversari che usavano meno di me il top spin, che in questi casi aiuta molto a controllare la palla... molti problemi invece ho avuto nel tirare su la pallina nel servizio, visto la tiro parecchio alta... e se non sei abituato a tirarla bassa può essere un problema!!!

nel doppio invece è davvero difficile, concentrazione altissima, poco margine di errore, pallonetti sempre strani... però è molto complicato anche lo smash, quindi le cose si riequilibrano molto!!! affraid

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contributo n.14
Situazione disperata
L'avversario è riuscito a farci tirare una palla corta e ora lui si trova a tre quarti campo o anche più avanti e noi siamo dietro la linea di fondo.
E' la classica situazione in cui si può solo sperare che l'avversario non chiuda il punto, cosa molto rara se l'avversario è bravo.
Comunque qualcosa si può fare per aiutarlo a sbagliare.
1.fintare uno scatto verso il lato più scoperto e poi arrestarsi immediatamente: può darsi che l'avversario, che con la coda dell'occhio ci vede muovere, opti per il contropiede e ci mandi perciò la palla in bocca
2.correre alla disperata verso la rete in direzione dell'avversario: può capitare che lui rimanga sorpreso da un gesto così autolesionista e che, invece di spararci un missile addosso, si incasini, e non chiuda il punto.
Correre come pazzi per coprire il lato scoperto può servire, ma soltanto se si è dei piccoli Nadal o se l'avversario non è granchè, altrimenti è solo un inutile spreco di energia.

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In particolare il 14.1 se lo si pratica adeguatamente puo' essere efficace soprattutto se si e' molto rapidi e l'avversario sa' che potenzialmente possiamo eseguire recuperi notevoli e quindi sara' "tentato dal contropiede"Invito i vecchi tennisti come me a trasmettere la propria esperienza ai giovani - Pagina 3 622327

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3.cominciare a pregare nelle divinità del tennis (sempre se le avete gratificate in precedenza con sacrificio di telai...) lol!

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Contributo n.15
Gli infortuni
Giocando a tennis con continuità per molti anni, ho fatto esperienza di quasi tutti i tipi di infortunio.
La reazione naturale è quella di arrabbiarsi o deprimersi per la sosta forzata, che magari capita nel bel mezzo della stagione agonistica.
Però arrabbiarsi non serve a niente e deprimersi è peggio ancora. Ovviamente bisogna fare di tutto per guarire presto e bene, ma per quanto possibile bisogna anche cercare di masticare un po' di tennis durante il periodo di stop.

Qualche esempio.
Stop per problemi al gomito
Approfittarne per migliorare il proprio lancio palla, spesso insicuro; se si vuole il massimo, porsi l'obiettivo di riuscire a lanciare la palla correttamente anche tenendo gli occhi completamente chiusi (a questo scopo appendere al soffitto un piccolo canestro).
Stop per stiramento gamba SX (dopo la fase acuta)
Fare del muro da fermo esercitando i colpi che richiedono di dare un pestone con la gamba DX (rovescio a una mano, rovescio a due mani in posizione chiusa,...)
In mancanza del muro fare dello shadow tennis (senza pallina) eseguendo i colpi dopo aver ricoperto il piatto corde con una custodia, per aumentare la resistenza dell'aria.
Ci sono poi esercizi per migliorare il finish e il see the ball.

E poi c'è la ginnastica a carico delle parti del corpo non doloranti

Insomma lavorando di fantasia si possono rendere tennisticamente proficui anche periodi di forzata inattività.

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purtroppo la scritta sulla pallina qui da me 8 volte su 10 non c'è.

Però nei restanti 2 casi funziona Invito i vecchi tennisti come me a trasmettere la propria esperienza ai giovani - Pagina 3 97171

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Contributo 16

Rovescio a due mani

E' possibile migliorare il proprio rovescio a due mani migliorando la padronanza della mano non dominante. Bisogna avere la pazienza di esercitare tale mano a compiere movimenti precisi di qualunque genere. Il sistema migliore, a parer mio, è quello di imparare a scrivere con la mano non dominante, nel mio caso la sinistra.

Garantisco, per esperienza personale, che meno di cinque minuti al giorno per un anno consentono di raggiungere un livello decente di scrittura e certamente un maggior controllo della sinistra nel rovescio a due mani. Il crossino stretto ad esempio riesce meglio. Condizione fondamentale è tenere duro per i primi due mesi, quando i progressi sembra che non ci siano mai.

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allora quando dicono che siamo malati di tennis, non hanno tutti i torti!!! lol!

mario_lorenzi ha scritto:
Contributo 16

Rovescio a due mani

E' possibile migliorare il proprio rovescio a due mani migliorando la padronanza della mano non dominante. Bisogna avere la pazienza di esercitare tale mano a compiere movimenti precisi di qualunque genere. Il sistema migliore, a parer mio, è quello di imparare a scrivere con la mano non dominante, nel mio caso la sinistra.

Garantisco, per esperienza personale, che meno di cinque minuti al giorno per un anno consentono di raggiungere un livello decente di scrittura e certamente un maggior controllo della sinistra nel rovescio a due mani. Il crossino stretto ad esempio riesce meglio. Condizione fondamentale è tenere duro per i primi due mesi, quando i progressi sembra che non ci siano mai.

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io ho seguito il consiglio n°16...adesso scrivo benissimo impugnando la penna a ... due maniInvito i vecchi tennisti come me a trasmettere la propria esperienza ai giovani - Pagina 3 97171

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Kmore ha scritto:
io ho seguito il consiglio n°16...adesso scrivo benissimo impugnando la penna a ... due maniInvito i vecchi tennisti come me a trasmettere la propria esperienza ai giovani - Pagina 3 97171


Very Happy Very Happy Fantastica Very Happy Very Happy

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Addendum al contributo n.16

Chiarisco un paio di cose perchè si capisca che dietro questo suggerimento non c'è soltanto la mia tennismania, dalla quale riconosco di essere affetto in maniera incurabile, ma anche qualcosa di più sostanzioso.

1.Scrivere con la mano non dominante, cioè controllarla bene, significa anche essere in grado di compiere con tale mano altre operazioni della vita quotidiana: radersi, lavarsi i denti, usare un martello, le forbici, potare dei rami senza dover spostare la scala, ecc; nella vita non si sa mai...

2.Utilizzare la mano non dominante impone al cervello un'attività che stimola il cervello stesso ad operare meglio nella totalità delle situazioni

3.E qui torna la mia tennismania: scrivere con la mano non dominante apre la strada (a chi ha le palle per provarci) a quello che è il sogno di tutti i tennisti destri, cioè poter sparare un bel passante lungolinea di diritto mancino. E poi ve la immaginate la maledetta volè alta di rovescio che diventa una "normale" volè alta di diritto mancino? E dopo la gran corsa per prendere una smorzata angolata sul rovescio, ve lo immaginate poter distendere il braccio sinistro ed infilare l'avversario con un bel crossino stretto mancino che scavalca la rete al centro, proprio dove è più bassa?

Non è un obiettivo a portata di tutti, ma secondo me vale la pena di provarci.

Personalmente suggerirei caldamente un'attività di scrittura con la mano non dominante almeno ai ragazzi più dotati. Ricordiamoci di Agassi e di Maria Sharapova, capaci di arrangiarsi più che bene con la mano sinistra e fortissimi nel rovescio a due mani
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