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WTA US Open - Grand Slam (45)

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4 partecipanti

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Promemoria primo messaggio :

WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 2_us_o10 Flushing Meadows – NY - , USA

29/8 - 11/9 . 2011



Tier: Grand Slam
Prize Money: $1,700,000
Surface: Hard/Outdoors

Campionessa uscente: Kim Clijsters


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( pics by US Open off site )




Ultima modifica di errex il Lun 8 Ago 2011 - 17:00 - modificato 1 volta.

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Day 6

nuovo successo del doppio piu' bello del mondo


F. Pennetta / G. Dulko

WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Images48
(foto di repertorio)
d. S. Arvidsson / V. Dushevina 64 – 61

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Day 6


Italiane: 3 - 1 - Out Roberta Vinci


...chi va agli ottavi ...e chi no
(seconda giornata)


C. Suarez Navarro (Esp) d. S. Soler Espinosa (Esp) 60 – 64
C. Wozniacki (Den) d. V. King (Usa) 62 – 64
A. Pavlyuchenkova (Rus) J. Jankovic (Srb) 64 - 64
F. Schiavone (Ita) d. C. Scheepers (Rsa) 57 – 76(75) - 63
A. Petkovic (Ger) d. R. Vinci (Ita) 64 – 60
S. Kuznetsova (Rus) A. Amanmuradova (Uzb) 64 – 62
A. Ivanovic (Srb) d. S. Stephens (Usa) 53 – 64
S. Williams (Usa) V. Azarenka (Blr) 61 – 76 (75)

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(photo by Getty Images through WTA off site)

da TWI (n.d.r.)
Schiavone agli ottavi, ma quanta paura!
Francesca Schiavone ha raggiunto agli ottavi di finale Flavia Pennetta grazie ad una vera e propria maratona vincente su Chanelle Scheepers, arresasi soltanto dopo quasi 3 ore di gioco.
Partenza pessima di Francesca, che ha subito il break a 0 nel primo gioco a seguito di un rovescio in rete, una risposta avversaria aggressiva, un doppio fallo ed un diritto che si è infranto sul nastro. La Scheepers non è tuttavia stata da meno e a fronte di un turno di servizio altrettanto pessimo ecco arrivare l'immediato controbreak. Sulle ali dell'entusiasmo l'azzurra è poi passata comodamente dall'1/1 al 3/1 salvo smarrirsi nuovamente concedendo l'inatteso controbreak. Le due tenniste hanno a questo punto perfezionato il tiro e senza troppe sbavature si sono issate sino al 5/5, con una sudafricana perfetta a non concedere assolutamente nulla e a sbagliare pochissimo, dominando spesso e volentieri gli scambi. Nell'undicesimo gioco la svolta: Francesca si è lasciata breccare per la terza volta e complice un game seguente pieno di errori gratuiti ha regalato la vittoria per 7/5 alla rivale.
Non è certamente cominciato nel modo migliore per l'azzurra anche il secondo set, visto che nel primo game è rapidamente scivolata sullo 0/40 per poi concedere un break comodo comodo alla sudafricana, che non ha tuttavia approfittato dell'invitante situazione di punteggio donando l'immediato controbreak, ai vantaggi, alla nostra Leonessa. Da questo momento girandola di emozioni a partire da un quinto game lottatissimo e portato fortunatamente a casa dalla nostra rappresentante, nonostante un inizio ad handicap con lo 0/40 in favore di Chanelle, che è apparsa poi decisamente più propositiva nel settimo game. Scelta ampiamente premiata con il break, ottenuto a 30. Sul 3/4 l'allieva di Corrado Barazzutti non ha mollato e ha evitato il tracollo, impattando sul 4/4 dopo aver anche annullato una palla del 3/5. Copione praticamente analogo anche nei due games seguenti con la Scheepers di nuovo abile ad avvantaggiarsi nel punteggio e a servire per il match, salvo subire ancora il ritorno della lombarda sul 5/5, con tanto di palla match annullata.
La frazione, senza dubbio poco consona ai deboli di cuore, ha poi visto la giocatrice africana annullare all'azzurra ben tre setpoints di fila, sul 5*/6 0/40, e costringerla al tiebreak. Nonostante un convincente avvio ed il relativo 2-0 la Schiavone si è trovata al cambio di campo sul punteggio di 3/3. A questo punto l'esperienza della top ten è venuta fuori e con tre punti di fila sono giunte anche tre palle set di fila, con la terza finalmente buona.
Il set decisivo ha visto l'italiana rompere gli indugi nel quinto game, strappando ai vantaggi la battuta della rivale, grazie a un lob finito ampiamente out sul breakpoint. Tanto per cambiare le incertezze alla battuta della nostra giocatrice hanno però avuto caro prezzo, con il puntualissimo controbreak della Scheepers, a 30, valsole il 3/3. Il settimo gioco è tuttavia stato fatale alla tennista di Harrismith, che ha smarrito il servizio per scivolare in seguito sul 3/5 grazie finalmente ad un game maestoso di Francesca, che ha tenuto a 0 la battuta. Nel nono game il definitivo crollo sudafricano e il relativo epilogo gioioso per il tennis nostrano.
Adesso per la milanese ottavo di finale con Anastasia Pavlyuchenkova


da UBIT (n.d.r.)
Troppa la differenza in termini di categorie di peso tra le due giocatrici, troppo più pesante la palla della Petkovic per consentire a Robertina Vinci di sfoderare le sue variazioni. Eppure la nostra portacolori ha provato a mischiare le carte e, sfoderando anticipi e volée che hanno deliziato i presenti sugli sparti, tra cui i genitori di Andrea Petkovic, è riuscita a mantenere il punteggio in equilibrio per quasi tutto il primo set. Tradita da un servizio troppo morbido e troppo falloso per questi livelli (solo il 63% di prime palle in campo, con il quale ha vinto meno della metà dei punti nel corso del primo parziale) si è trovata due volte sotto di un break, prima sul 2-0 e poi sul 5-2, ed entrambe le volte era riuscita a strappare il servizio all’avversaria per rimanere in scia. “In quel gioco sul 4-5 io ho giocato maluccio – ci ha poi confermato Roberta dopo il match – lei spinge sempre moltissimo, tiene il ritmo molto alto, e per giocare con giocatrici di quel livello bisogna sempre andare ‘a palla’, mentre oggi io ‘a palla non sono riuscita ad andare”.
Dopo il primo set il match della tedesca si è fatto totalmente in discesa, dato che la Vinci, per sua stessa ammissione, si è demoralizzata ed ha iniziato a vedere il traguardo allontanarsi lentamente ma inesorabilmente: “dopo aver perso il primo set non ho mai avuto la sensazione che avrei potuto girare la partita. Se fossi arrivata 5-5, chissà, forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Oggi ero molto nervosa, mi dava fastidio tutto, sentivo molto la tensione della partita. E’ in vero peccato che sia accaduto in un match così importante di un torneo dello Slam, ma a volte le cose vanno così”. I 25 minuti del secondo set sono stati un monologo della Petkovic che ha così chiuso la pratica terzo turno in poco più di un’ora
.

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Un'altra partita thriller vinta da Flavia! Grandissima! WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 953229 WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 953229 WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 953229

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Mi associo per Flavia cheers cheers cheers
Ora si fa dura !

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Quel tie-break vinto da 5-0 è stato eccezionale!!!
Sul 6-5 30-0 per Flavia, stava quasi vomitando....ha dato tutto!!!
Applausi per te...bella e brava!!!!

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Day 7

Ed e’ di nuovo Flavia Day


WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Fravia10
(photo by Getty Images through WTA off site)


Qualifiche ai quarti
(prima giornata )

A. Kerber (Ger) d. M. Niculescu (Rou) 64 - 63
F. Pennetta (Ita) d. S. Peng (Chn) 64 – 76(86)

TWI (n.d.r.)
Flavia Pennetta non ha fallito l'accesso ai quarti di finale degli Us Open grazie alla bella vittoria portata a casa sulla cinese Shuai Peng, maturata in 2 ore e 30 minuti di gioco.
La tennista allenata da Gabriel Urpi ha cominciato il match conscia dei propri mezzi e rinfrancata dalla bella prestazione ottenuta su Maria Sharapova al terzo turno e ne ha subito dato dimostrazione, piazzando già al terzo gioco, alla prima occasione, il break. Nel sesto gioco Flavia, sul 3/2 e servizio, è stata per la prima volta in difficoltà ma è riuscita ad annullare ben tre breakpoints, non consecutivi, alla Peng. Da notare tra l'altro come la pugliese abbia splendidamente annullato la seconda palla break con una smorzata e la terza con un ace. Demoralizzata da quanto accaduto Shuai ha smarrito nuovamente la battuta, scivolando sul 2/5. Nel momento di archiviare la pratica la brindisina è però crollata, concedendo due games di fila alla rivale prima di imporsi per 6/4, ma soltanto dopo un decimo gioco a dir poco emozionante, con tre palle del controbreak annullate e due setpoints falliti.
Pazzesco anche l'avvio di seconda frazione, costellato addirittura da quattro breaks consecutivi per colpa, anche, di una Pennetta sprecona e poco abile a chiudere una sfida alla portata. Sia nel primo che nel terzo game l'azzurra è infatti passata a condurre salvo smarrire in entrambe le circostanze puntualmente il break ottenuto. Nell'ottavo game, dopo una fase di moderato equilibrio, la Peng è stata bravissima a strappare di nuovo un turno di servizio alla rivale, che è stata avanti 40/15, e a salire sul 5/3. Ancora una volta però è giunto puntuale l'ennesimo break, fortunatamente ad appannaggio dei nostri colori, seguito poi dal meritato 5/5.
Serratissimo è stato l'undicesimo gioco con la cinese che, alla battuta, è passata a condurre comodamente per 40/15 prima di patire due punti (uno più bello dell'altro) da parte dell'azzurra, che si è anche aggiudicata un breakpoint a seguito di un doppio fallo. Senza tremare la Peng ha però attaccato benissimo annullando l'occasione. Dopo una seconda chance malamente gettata all'aria, la terza, grazie al nastro, è risultata quella buona. Nel game seguente è però successo di tutto con la Pennetta avanti 30/0 e colpita da alcuni conati di vomito (penalizzato con un time warning e quindi con un footfault!), che comunque non le hanno impedito di portarsi sul 40/30 seppure a fatica. Il momento difficile dell'azzurra è apparso tuttavia evidente e la Peng, ringraziando la buona sorte, ha piazzato l'immeritato controbreak. Al tiebreak l'inerzia della contesa è stata tutta dalla parte della cinese, che rapidamente si è portata avanti per 5-0 e 6-2. Ferita nell'orgoglio Flavia ha tirato fuori le unghie e con un parziale mirabolante di 6 punti di fila ha fatto suo tiebreak e incontro, per la gioia del pubblico statunitense, che l'ha sostenuta dall'inizio alla fine.

Il malore di Flavia
"Non si respirava oggi, era molto umido, poi il caldo opprimente. Soffrivo a recuperare tra uno scambio e l'altro". Spiega così Flavia Pennetta il malore accusato sul finire del secondo set contro la Peng. "Lei era in buona forma, mi faceva correre per tutto il campo. Scambi lunghissimi, era veramente dura. Se fossi andata al terzo, non sarebbe stato facile per me restare ancora in campo in quelle condizioni, ero davvero stanca. Ho avuto fortuna sul punto del 6-6, ma la fortuna va cercata: nel tennis una pallina può cambiare un torneo".
Ancora sul malore: "Sul 5-4 30-0 del secondo set mi sono sentita davvero male, mi veniva da vomitare, il problema è che non avevo niente dentro. Cosa ho detto all’arbitro? Nulla, che stavo per vomitare… Inutile protestare, tanto aveva già deciso. Meritavo il warning? Ovviamente no!”


S. Stosur (Aus) d. M. Kirilenko (Rus) 62 – 67(15/17) - 63

V. Zvonareva (Rus) d. S. Lisiki (Ger) 62 - 63

da T.it (n.d.r.)
Spostato dall’Arthur Ashe al Grandstand, nella notte italiana Samantha Stosur (n.9 del seeding) e Maria Kirilenko (n.25) si sono scontrate nel penultimo incontro degli ottavi di finale della parte bassa del tabellone femminile degli Us Open. Si è imposta la quartofinalista della scorsa edizione dello Slam a stelle e strisce, vincente sulla moscovita per 62 67(15) 63. Dopo un primo set totalmente dominato dall’australiana, nel secondo la Kirilenko ha capito come reagire (attacando sul rovescio della Stosur), fino ad imporsi 17 15 in un tie break che per intensità, emozioni, colpi vincenti, errori, gioie e drammi si avvicina al memorabile miniset giocato da McEnroe e Borg nella finale di Wimbledon 1980. Rispetto all’epico scontro fra i due campioni del passato, la differenza l’ha fatta l’occhio di falco, che ha negato per due volte nello stesso match point il grido di gioia alla Stosur. Nel parziale decisivo Samantha è però stata più centrata e meno fallosa, al contrario della Kirilenko, ancora coraggiosa ma ormai senza più benzina.
Al sesto match in carriera (ora l’australiana comanda 4-2), le due sono state protagoniste di un incontro tipico del torneo femminile di questa edizione del Major americano. E cioè senza un briciolo di filo logico. Nella prima parte gara in campo c’è stata solo una giocatrice, la Stosur. In meno di 20′ l’australiana, picchiando con il dritto anomalo e caricando la palla con il suo “kickkone” (entrambi specialità della casa), ha inanellato una serie mostruosa di 20 punti a 3, difficilmente registrabile in un incontro di tennis professionistico. Risultato, 5 a 0 per Sam, e tanti sbadigli in tribuna per un match che sembrava già archiviato. La Kirilenko è stata però brava in due cose. Intanto sul suo volto non è trasparso l’imbarazzo per l’anomala situazione in cui si è ritrovata. E poi ha sporcato il suo tabellino, breakkando addirittura la troppo più forte rivale, senza però poter costruire ulteriormente una valida alternativa allo scontato esito del set.
Fortuna che nel tennis la sorte può girare ad ogni “15″, e nel secondo parziale la bionda moscovita ha preso a picchiare, a tenere la palla in campo e a prendersi il punto a rete. Lo stupore del pubblico è aumentato punto dopo punto, perché finalmente si è vista partita vera. Oltre ai meriti di una rinata Kirilenko vanno però ricordati anche i demeriti di Sam, che ha continuato a fare quallo che aveva fatto nel primo set, ma senza più mettere la palla in campo. Maria è andata sopra 2 a 0, ed ha avuto anche tre chance per il 3 a 0, senza però centrare il secondo break. Salvatasi dalla complicata situazione, la Stosur ha recuperato, anche per la stanchezza che aveva attanagliato le gambe della russa, ma è stata ancora sotto di un break sul 4-3. Rimessasi parzialmente in carreggiata, la numero 10 del mondo ha dovuto faticare ancora per scrollarsi di dosso la rivale, che l’ha costretta al tie-break.
Il tie break dell’anno.Il miniset è stato qualcosa difficilmente paragonabile. E di difficile cronaca, dal momento che nei 32 punti giocati se ne sono viste di tutti i colori. Dal punto di vista tattico, la Kirilenko ha trovato più variazioni (spesso a rete) e ha capito di dover spingere sul rovescio avversario, tallone d’Achille nel bagaglio tecnico della Stosur. Samantha ha nascosto il gap celandolo dietro i suoi servizi arrotati e il dritto-bazooka, ma alla lunga l’handicap dalla parte sinistra le è costato davvero tanto. Nei momenti salienti invece, è sembrato che Maria avesse stretto un patto di sangue con l’occhio di falco, che le ha prima regalato uno dei sei set point, e poi l’ha salvata per ben due volte nello stesso match point (situazione mai vista prima). La Stosur invece, quel maledetto aggeggio elettronico lo maledirà per tanto tempo, perché dopo essersele inventate di tutti i tipi, alla fine ha ceduto nel braccio di ferro, perdendo per 15 punti a 17 un tie break durato quasi quanto un set. E così, dopo quasi due ore di partita (ricordiamo che il primo set era durato solo 30′), le due si sono giocate la qualificazione al terzo set. Giusto coronamento di una partita as-sur-da.
Il parziale decisivo è ovviamente cominciato con la Kirilenko in zona magica e la Stosur frastornata per la clamorosa chance fallita. Ma è stata comunque lei a mettere per prima il naso davanti, con il break del quinto gioco che l’ha portata sul 3-2, poi confortato da un buon turno al servizio (4-2). Figurarsi se la Kirilenko si è data per vinta, lei che aveva ripreso per i capelli una situazione da thriller. Nel settimo gioco la moscovita ha spinto come un’ossessa, trovando però dall’altra parte della rete una tennista ancora (con)centrata. Col braccio ormai sciolto, e con l’adrenalina che ricaricava la stamina, le due si sono esaltate giocando solo di vincenti. Pur mantenendo il successivo turno di battuta, sul 3-5 Maria ha commesso troppi errori di misura, e la Stosur ha finalmente potuto alzare le braccia al cielo (non prima di aver fallito, tanto per non farsi mancar nulla, il sesto e il settimo match point). Gli applausi a scena aperta però le due protagoniste se li sono divisi equamente, perché questo match batte, per intensità e colpi di scena, anche la partita fra Williams e Azarenka, fino a ieri la migliore partita degli Us Open 2011.

WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Stosur13

All’alba Vera fa poker con la Lisicki. Al sorgere del sole italiano, Vera Zvonareva ha chiuso il programma della settima giornata di Us Open battendo Sabine Lisicki (n.22) con lo score di 62 63 in 1h e 17′ di tennis. E’ stata la quarta vittoria volta in altrettante gare, dopo Us Open 2010, Roland Garros 2011 (con la Lisicki che chiuse in lacrime dopo essersi infortunata sul 5-2 e match point in suo favore nel terzo set) e Carlsbad 2011.
Rispetto all’odissea del Grandstand fra Stosur e Kirilenko, sull’Artuh Ashe si è assistito ad una partita decisamente più “normale”. La numero 2 del tabellone è partita forte, strappando due volte il servizio alla tedesca. Tanti errori per la semifinalista di Wimbledon (il servizio non ha funzionato per tutto l’arco del match) e tanta solidità per la russa che, in 29′ ha archiviato la pratica primo set.
Nel secondo parziale è arrivata l’attesa riscossa di Sabine che ha alzato il ritmo dello scambio, ha spinto di più con il suo ottimo dritto e ha approfittato del classico momento d’appannamento della Zvonareva (già palesatosi con Bondarenko e Medina Garrigues). Ma rispetto alla disastrosa versione Championships, sul cemento americano Vera sembra aver ritrovato il bandolo della matassa. Nel recente passato infatti la russa non avrebbe resistito all’ottima performance della Lisicki, e non avrebbe trovato il break della tranquillità nel momento del massimo sforzo della rivale. Nel nono game poi la Lisicki, ormai sfiduciata, ha concesso per la terza volta il servizio, e dunque la partita, alla numero 2 del tabellone.

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Day 8


Doppio ... a sorpresa


WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Errani10

Roberta Vinci / Sara Errani
hanno eliminato dal torneo G.Dulko/ F. Pennetta 46 - 75 - 62

TWI (n.d.r.)
Con grande cuore e determinazione Sara Errani e Roberta Vinci eliminano in tre tiratissimi set le teste di serie numero due del torneo, Flavia Pennetta e Gisela Dulko.
Le due azzurre iniziano ad esprimere il loro miglior tennis nel secondo parziale, dove regalano agli spettatori del Grandstand innumerovoli emozioni: dapprima sotto 2-4 riescono ad agguantare la parità sul 4-4, per poi perdere il turno di servizio e consentire a Pennetta/Dulko di andare a servire per il match. Ma Sara e Roberta salgono in cattedra e vincono tre giochi consecutivi, due breaks inclusi e chiudono a loro favore il parziale. Non meno avaro il terzo set con Pennetta Dulko che dopo aver conquistato il primo gioco crollano alla distanza spianando la strada ad una meritata vittoria per 6-2 della consolidata coppia azzurra.
Da sottolineare la richiesta nel terzo set del fisioterapista per la Pennetta, sperando che le condizioni fisiche non ottimali non pregiudichino l'ottimo torneo da singolarista finora disputato.
Per la nostra si prospetta ora un interessante incontro dei quarti contro Hantuchova/Radwanska che eliminano in tre set Makarova/ Kudtryavtseva, per 6-3,4-6,6-2.

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Day 8


Le Italiane: 2 - 1 - Out Schiavone


Qualifiche ai quarti
(seconda giornata )


WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 L5426310 A. Pavlyuchenkova (Rus)

d. F. Schiavone (Ita) 57 – 63 – 64
La Schiavone saluta New York e lo fa a testa alta, ma con tanti rimpianti, forse troppi, perchè i quarti di finale erano un obiettivo realmente alla sua portata. Tecnicamente superiore ad Anastasya Pavlyuchenkova, la sua avversaria agli ottavi a Flushing Meadows, più mobile e con una maggiore varietà di colpi, ma troppo discontinua e, alal fine, paga pegno.
Il primo set non è entusiasmante, troppi errori da entrambe le parti. La battuta, in particolare, spesso crea qualche problema alla nostra portacolori, costretta ad affidarsi alla seconda di servizio. Nonostante un iniziale vantaggio, la Schiavo, avanti 2-0, si fa recuperare permettendo all'avversaria di inanellare tre game consecutivi e di strapparle il servizio per due volte di fila. Ma davanti non c'è una giocatrice irresistibile per Francesca che recupera il break nel sesto game e pur perdendo nuovamente il servizio nel nono gioco, non si scoraggia e strappa a sua volta la battuta alla russa proprio quando quest'ultima va a servire per il primo set. E' il punto di svolta per la leonessa che sul 6-5 brekka nuovamente la Pavlyuchenkova e conquista il primo set.
Basterebbe concentrazione, una prima che non fa cilecca e una strategia basta sul movimento dell'avversaria per portare a casa il match contro una Pavlyuchenkova non irresistibile, poco reattiva ma soprattutto poco efficace sotto rete. Tante le volè sbagliate e i tentativi di smorzate non andati a segno. Eppure l'azzurra non ne approfitta e si ritrova in men che non si dica sotto 4-1 nei confronti della russa. Recupera un break di svantaggio e c'è chi immagina un film già visto. Avete presente il match di quarti del Roland Garros di qualche mese fa quando Francesca si trovava sotto 6-1, 4-1 al cospetto della Pavlyuchenkova salvo poi rimontare e vincere l'incontro? Purtroppo per la numero 1 d'Italia il film ha un'altra fine: nel nono game la Schiavone cede il servizio e anche il parziale.
Si va al terzo, con la nostra azzurra che prova ad essere più aggressiva. Questo non le impedisce di subire il break a inizio frazione, ma anche di recuperare immediatamente il servizio. Il livello del gioco si alza. Il match si snoda regolare fino al decimo gioco quando, sul 5-4 in favore della russa e servizio Schiavone, la leonessa milanese concede due match point. Con cuore, grinta e grazie agli errori dell'avversaria che spedisce a rete una volè e risponde male a una seconda non particolarmente fastidiosa della nostra portacolori, Francesca li annulla ma, non contenta, concede una terza occasione di chiudere i giochi alla Pavlyuchenkova. Ci pensa sempre la numero 8 del mondo con un doppio fallo a regalare il match e il pass per i quarti di finale alla russa.
Migliora lo score negativo della Pavlyuchenkova nei confronti della Schiavone. I precedenti sorridevano a Francesca, avanti 3-1 negli scontri diretti; tra i match passati si annovera un ottavo agli US Open 2010 terminato 6-3, 6-0 in favore della leonessa italica. Altri tempi. Oggi si cambia pagina e si scrive una nuova storia che, purtroppo per la milanese non termina con un lieto fine. Peccato, l'avversaria era abbordabile, ma con 49 errori non forzati, il 67% dei punti con la prima e appena il 31% con la seconda, difficilmente si porta a casa una partita. Non che le percentuali della numero 17 del seeding oggi fossero migliori, alla fine i punti vinti dalla Pvlyuchenkova a fine match sono 113 contro i 105 della Schiavone, ma quei punti hanno fatto la differenza.



WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 B6b11b10 S. Williams (Usa)

d. A. Ivanovic (Srb) 63 – 64
L'esito era praticamente scontato e come da pronostico non ci sono sorprese. Serena Williams si qualifica per i quarti di finale degli US Open, Ana Ivanovic saluta New York. Nello scontro tra ex n°1 è la minore delle Sisters ad avere la meglio e senza faticare più di tanto. Primo set all'insegna della Williams che scappa subito sul 3-0 salvo poi farsi riagganciare dalla bella serba che riconquista il servizio e impatta sul 3-3. La corsa della Ivanovic nel primo set, però, si ferma qui, perchè pur mostrando un buon gioco e una ritrovata fiduci, nulla può contro il muro eretto da Serena che alla fine chiude la frazione per 6-3.
Nel secondo set la Williams inizia nel migliore dei modi strappando il servizio all'avversaria. Break fondamentale che conserverà fino al termine del match. Chiude 6-3, 6-4 e approda ai quarti di finale dove affronterà Anastasya Pavlyuchenkova, vincente sulla nostra Francesca Schiavone (per il report cliccate sul primo link sotto la foto). Non ha ancora perso un set la più piccola delle Williams che si conferma la principale candidata al trono di New York.


Fonte: Yahoo/Eurosport (n.d.r.)

A. Petkovic (Ger) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Ap_110

d. C. Suarez (Esp) 61 – 64
Si è qualificata per i quarti di finale anche Andrea Petkovic (n.10 del tabellone). E non è una novità, dato che la tedesca di origini bosniache quest’anno ha centrato il traguardo sia agli Austrialian Open sia al Roland Garros (terzo turno invece a Wimbledon). Per arrivare nelle prime otto, Andrea si è sbarazzata di Carla Suarez Navarro, ex numero 22 del ranking, con lo score di 61 64 in 1h e 22′ di gioco. Punteggio bugiardo per il primo set, nel quale la spagnola ha tenuto testa negli scambi da fondo, ma la sua palla è stata sempre troppo più debole rispetto a quella della rivale, che si è sempre aggiudicata i piunti importanti.
Anche nel secondo parziale la Petkovic ha fatto la partita, portandosi sul 5-1, ma quando sembrava concluso, il match ha riacquistato vitalità grazie all’orgoglio della Suarez Navarro, che ha recuperato fino al 4-5. Anche nel decimo game l’iberica ha fatto sudare Andrea, prima in uno scambio durato 47 colpi (il più lungo del match) e poi sui due match point della rivale. Ma sul 40-30 ha dovuto cedere alla maggiore solidità della tedesca, volto nuovo e convincente del circuito Wta. Nonostante il buon risultato conquistato però la Petkovic dovrà ancora limare qualche piccola sbavatura, soprattutto negli scambi prolungati dove ogni tanto, più per disattenzione che per limiti tecnici, perde la misura dei colpi. Contro la Wozniacki, Petkorazzi non potrà conderersi tali distrazioni.


C. Wozniacki (Den) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Carol10

d. S. Kuznetsova (Rus) 67(68) – 75 - 61
Non è un fenomeno nel consueto significato del termine, Caroline Wozniacki. Non ha un tennis spumeggiante, aggressivo e spettacolare. E’ giovane, e potrà migliorare ancora, specie sul dritto e sul servizio, mentre con il rovescio già fa quello che vuole. Insomma, non è la miglior numero 1 della storia del tennis femminile. Ma a 21 anni, la danese ha fatto sua la massima più vera dello sport della racchetta: finchè non stringi la mano all’avversaria, la partita non è finita.
Esempio lampante di quanto abbia assimilato questo modo di interpretare la disciplina (correre, lottare, non darsi mai per vinti) Caroline l’ha mostrato nel match (il settimo in carriera, ora è avanti 5-2) contro Svetlana Kuznetsova, sconfitta in 3 oredi gioco.
Se l’è vista davvero brutta la regina del ranking, sotto di un set, 2-4 nel secondo parziale e con 2 palle per il 2-5 Kuznetsova. Fallite le occasioni, per la russa vincitrice degli Us Open nel 2004 si è però spenta la luce. Le sue accelerazioni non hanno fatto più male e il suo servizio non andava più dall’altra parte, mentre nella metà campo opposta, la “Wallziacki” saltellava come un grillo. Risolto al dodicesimo game il parziale, nel set decisivo Svetlana non ha più retto l’onda d’urto della rivale, ma almeno si è tolta la soddisfazione di annullare 4 match point prima di capitolare, stremata.
Si salva dunque la numero 1 del tabellone, che ha rischiato di far diventare della urla fragorose gli squittii che le ronzano da un anno dentro l’orecchio e che le chiedono quando vincerà il primo Slam. Rimarrà in gioco (prossimo round contro la Petkovic) per l’ultima chance dell’anno. Chiudiamo come abbiamo cominciato, riferendoci alla Kuznetsova. Il tracollo fisico di fine secondo set, determinante al fine del risultato, non può toccare una ragazza nel fiore degli anni (26). A questo punto le alternative sono due: o la russa non era in perfette condizioni; o ha smesso di credere nel lavoro atletico. Nel secondo caso – e qui sta la massima – dovrebbero ricordare a Svetlana che a tennis si gioca prima di tutto con le gambe, quella regione anatomica che, almeno oggi, ha smesso di funzionare troppo presto…

Fonte: T.it (n.d.r.)

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...e' ufficiale...

Alle 13.45 locali, le 19.45 in Italia, gli organizzatori hanno annunciato che l’intero programma della nona giornata degli US Open, compresa la sessione serale, è stata cancellata a causa della pioggia che cade da questa mattina su New York.
Le previsioni meteo sono pessime anche per mercoledì.



Ultima modifica di errex il Lun 12 Set 2011 - 14:27 - modificato 1 volta.

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Day 10

Una giornata convulsa! Si poteva evitare?

E’ stata una giornata frenetica pur con soli pochi minuti giocati. Comunicati, smentite, giocatori furibondi, trasmissioni di approfondimento ma di tennis non si è visto nulla. La pioggia ha continuato a condizionare il programma del torneo. Match spostati da un campo all’altro, giornalisti impegnati a parlare con le proprie redazioni per cercare di trovare qualche pezzo nuovo da mettere nelle pagine di domani. Gli enormi spazzoloni passano e ripassano sui campi ma dopo pochi minuti ritornano inesorabilmente le prime gocce di pioggia.

L'impianto è semideserto in attesa di una schiarita in una giornata condizionata dalla pioggia che non accenna a smettere. Gli spettatori più fiduciosi cercano ripari di fortuna sotto i bar di Flushing Meadows. L’orario d’inizio è slittato più volte. Sull'Ashe provano a togliere l'acqua in eccesso ma continua a piovere in maniera incessante. In sala stampa trasmettono le immagini di Serena-Clijsters del 2009 e su Espn 2 c'è sempre Serena Williams nel suo match di 3° turno con Ana Ivanovic.

Anche i responsabili Atp e quelli della Wta sono tutti a loro posto e rispondono alle solite domande dei giornalisti: "ma quando si riprenderà a giocare, quando farete l'annuncio, per domani il programma rimarrà lo stesso?" La risposta è sempre la stessa:"non lo sappiamo. Dobbiamo aspettare." Dopo aver giocato solo alcuni minuti, il numero 2 del mondo si presenta furibondo ai microfoni di Pam Shriver: "non siamo protetti dal torneo. E' un momento difficile. Non ci potete far scendere in campo 15 minuti. Poco importa lo show. Nella locker room sono tutti nervosi." Dagli studi di Espn, Mary J. Fernandez e C. Evert si interrogano sulle conseguenze nella programmazione dell’evento: "le donne potrebbero giocare un giorno dopo l'altro. Per gli uomini è una follia 4 giorni di fila." Roddick un pò più moribido nelle sue dichiarazioni: "siamo in ansia ma capisco le esigenze televisive".

Un'indiscrezione vuole che alle 15:30 venga dato l'annuncio della sospensione definitiva per il secondo giorno consecutivo. In realtà dopo alcuni minuti vengono cancellati i match dei quarti di Federer e Djokovic.
Patrick McEnroe sempre su Espn: "Forse è arrivato finalmente il momento che i giocatori decidano di mettersi insieme e pronunciarsi. Negli anni 80 volevano farci giocare tutte le settimane. Ci facemmo avanti. Chi ha più responsabilità fra i giocatori dovrebbe intervenire...Federer ad esempio, se vince 16 Sam o 18 o 20...che cosa gli cambia? Lui dovrebbe muoversi...più ancora degli altri che possono temere di restare al vertice per poco tempo, uno o due anni"

Alle 21:24 italiane entrano sul'Ashe le macchine asciugatrici. Ci sono anche alcuni scontri tra gli addetti per affrettarsi ad entrare in campo. Il pubblico rientra sul centrale. Forse c'è qualche speranza che si riprenda. Dopo aver asciugato tutto il campo .... la pioggia ha ripreso il suo corso. Gli spettatori hanno riaperto gli ombrelli. Non c'è tregua. Justine ( spettatrice e dipendente delle poste) chiede all'ingresso della Media Room qualche informazione ... è disperata perchè ha preso un giorno di ferie per essere oggi a Flushing Meadows!

Dopo le dichiarazioni forti di Nadal arriva l’annuncio della Usta: “tutti vogliono far riprendere il gioco. Alle ore 12, le migliori informazioni a nostra disposizione indicavano la possibilità di una finestra di due ore senza pioggia. Sfortunatamente non tutte le pioggerelline leggere compaiono sui radar. Abbiamo arbitri esperti, saranno loro a decidere se i campi sono praticabili. Certo, le condizioni non sono ideali, ma possono essere comunque sicure. Tuttavia se uno o più giocatori lamenteranno che le condizioni non sono sicure, li ascolteremo come abbiamo sempre fatto e l'arbitro userà quell'informazione come parte della sua decisione sull'eventuale ripresa del gioco."

La player lounge è quasi vuota ...Tsonga ha pensato di abbandonare l'impianto e tornare a casa perchè non c'è nessuna possibilità di allenarsi. Anche il numero 1 del mondo Djokovic parla con Pam Shriver: "Siamo stati fortunati ad aver finito gli ottavi della parte alta. Ma qui è stato così negli ultimi due anni...ho giocato due finali di lunedì. Lo US open dovrebbe considerare l'ipotesi del tetto. Sono d'accordo con chi dice che i giocatori dovrebbero essere considerati di più. Io e la mia famiglia organizziamo un torneo e ho capito anche la situazione di chi è dall’altra parte. E' difficile combattere contro il tempo, non possiamo cambiare le regole, ora i giocatori dovranno forse giocare tutti i giorni...mi spiace per gli altri, quanto a me al di là del problema del ginocchio dovrò gestire anche l'aspetto mentale, è dura stare qui tutto il giorno ad aspettare se si scende in campo oppure no..."

Papà Nadal fuma nervosamente nel giardino fuori la player room, chiacchierando con Barbadillo. Del figlio e di Zio Tony non c'è traccia. Anche papà Wozniacki è fuori a scrutare il cielo. Il match della figlia è addirittura il terzo sull'Armstrong. Per ammazzare il tempo conversa con M.Wilander che vorrebbe fare con lui un servizio per Europsort.

I giornalisti americani sono i primi a sapere da alcune giocatrici che la priorità sarebbero i match maschili e che loro verrebbero cancellate perchè possono giocare quattro giorni di fila. Invece cambia il programma e Murray è il primo ad informare tutti su Twitter: “tutto cancellato per oggi, sarà vero?“ L’annuncio in sala stampa: le partite degli uomini cancellate mentre i quarti delle donne confermati. Pennetta viene messa sul campo 17 prima alle 18:30, poi alle 19:00 infine alle 19:30.

Finalmente Serena "si riscalda" sotto la leggera pioggerellina con la Pavlyuchenkova sull'Ashe. Il direttore del torneo le ferma dopo solo cinque minuti. Arrivano altre dichiarazioni al veleno di Nadal e alle 20:20 americane (2:20 italiane) l'annuncio definitivo della cancellazione anche dei quarti femminili. Serena rilascia una brevissima intervista su Espn all'uscita dall'Ashe: "E' una decisione difficile, molto più di quanto sembri. C'era sicuramente della pioggia leggera, e con la mia fortuna, probabilmente sarei scivolata e mi sarei rotta il collo, quindi forse è stato giusto così. Sono molto stanca, è stato un giorno lungo, stasera andrò in albergo e guarderò la TV". Ma non potevano dirglielo prima?


da UBITennis (n.d.r.)

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Day 11


Samantha, Serena,Caroline, Angelique...alle SFs


S. Stosur (Aus) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Stosur14

d. V. Zvonareva (Rus) 63 - 63

Nel match odierno contro la n.2 del mondo Vera Zvonareva, l’australiana, (n.otto), conferma la sua ottima predisposizione nei match contro la russa, visto che prima di oggi aveva vinto 7 precedenti 8. Anche oggi i tentativi della Zvonareva vanno a vuoto, mentre la Stosur si dimostra sin da subito più solida e potente. Dopo un rapido 2-2, infatti, l’australiana mette la freccia, sfondando appena può grazie al dritto. Vera, attaccata solo al servizio, paga a carissimo prezzo questa distrazione, non trovando mai sulla sua strada nessuna palla del controbreak per rimettersi in scia. La Stosur non perdona, e chiude 6-3 dopo 31 minuti. Scambi veloci e rapidi uno/due, caratterizzano tutto il match. Ma se gli errori sono abbastanza simili, a fare la differenza sono i vincenti, con la Stosur sempre capace a chiudere e affondare. Lo è ancora nel secondo, dove mette le cose in chiaro già primo gioco, piazzando il break decisivo per il 2-0. Al servizio l’australiana è praticamente una sentenza, e per Vera è gia dura rimanere in scia. Le palle break sono già di un miraggio per la russa, che si trascina in un vano inseguimento. Costanza di rendimento e soluzioni spesso vincenti, caratterizzano la giornata perfetta di Samantha, che regge benissimo anche mentalmente, e sul 5-3 trova anche il break conclusivo per un doppio 6-3 in 1 ora esatta e 7 minuti di gioco. T.it (n.d.r.)

S. Williams (Usa) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Serena14

d. A. Pavlyuchenkova (Rus) 75 - 61

Vittoria doveva essere e vittoria è stata per Serena Williams, che vince il secondo confronto diretto su altrettante sfide. L’errore forse troppo marchiano di affibbiarle “solo” la testa di serie n.28, non pregiudica minimamente il cammino di una atleta che quando gioca al meglio mette tutte in fila. Eppure oggi Anastasia Pavlyuchenkova riesce a tenere testa all’americana, almeno nel primo parziale. C’è però un pò di demerito di Serena in tutto ciò, che ci mette qualche game di troppo prima di prendere in pugno la situazione. Servizio insufficiente ed errori banali, caratterizzano i primi giochi della Williams, che dopo 6 break consecutivi si ritrova in perfetta parità sul 3-3. Anche la russa punge poco al servizio, riprendendosi solo nel finale, quando regge bene il cambio di passo dell’americana e tiene botta fino al 5-5. Serena inizia però a prendere maggior confidenza con il suo rovescio, macinando gioco e pressando la sua avversaria sulla diagonale sinistra. In un amen la Williams gira 6-5, per poi piazzare la zampata finale ai vantaggi, chiudendo 7-5 dopo una volèe maldestra della russa.
Costretta a giocare ad un livello fin troppo elevato, la Pavlyuchenkova accusa il trend positivo dell’americana, che ad inizio secondo set mette subito le cose in chiaro. Un rapido break per il 2-0, è più di allarme “russo”, con Anastasia che crolla su tutta linea, lasciando troppo campo alle accelerazioni devastanti della sua avversaria, che non concede alcuna palla break. Il game della bandiera rendo meno amaro il 6-1 finale per la russa, e lancia Serena alla sua 6° semifinale nello slam di casa. T.it (n.d.r.)


C. Wozniacki [/b] (Den) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Caroli12

d. A.Petkovic (Ger) 61 - 76(75)

da TWI (n.d.r.)
Finisce il cammino, e la danza, di Andrea Petkovic, che vede sfumare il sogno della prima semifinale slam della carriera. Sono invece 3 quelle consecutive a New York per Caroline Wozniacki. Il match odierno parte la meglio per la danese, a cui basta poco nel primo set per fare il punto. Andrea Petkovic va subito in crisi sulla splendida difesa avversaria, costringendo la tedesca a giocarsi sempre il punto due volte. Al 3° game la danese centra il primo break, allungando rapidamente. Andrea fallisce la palla del 2-3 con un doppio fallo, lanciando di fatto la danese. Gioco corto e difficoltà in risposta, fanno il resto, segnando di fatto un primo set che la Wozniacki porta a casa per 6-1 in 27 minuti. Nel secondo set sale il livello agonistico del match, anche se rimangono alcuni errori, che adesso però si bilanciano. Dopo sue game fiume si rimane sull’1-1, per poi breakkarsi a vicenda fino a girare campo sul 3-2 per la danese. La tedesca la mette sul piano fisico, e dopo aver riagganciato la sua avversaria sul 3-3, va in crisi, permettendo alla danese di andare a servire per il match sul 5-3. Sul più bello Caroline Wozniacki si spegne, e con un doppio fallo da il via ad un parziale di 8 punti a 1 per la tedesca, che impatta sul 5-5. Gli errori sono quasi il doppio dei vincenti, e questo di fatto annulla il nuovo break della tedesca, che avanti 6-5 e servizio crolla cedendolo malamente a 0. Si va così al tiè-break, dove la tedesca regge fino al 3-3, per commettere 3 errori in serie d. A nulla vale la parziale rimonta fino al 6-4, perché un nuovo dritto sparato lungo da alla danese il pass verso una semifiale da favorita contro Angelique Kerber. T.it (n.d.r.)


A. Kerber (Ger) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Ak13

d. F. Pennetta (Ita) 64 - 46 - 63

Una semifinale slam che sfugge sotto al naso alla nostra Flavia, autrice di una partita molto altalenante, ma segnata da una seconda palla di servizio troppo poco efficace e una condizione fisica a tratti veramente precaria: l'incontro di doppio, durato oltre 2 ore e mezzo di domenica si è fatto sentire, visto che la brindisina si è più volte toccata il quadricipite, proprio dove aveva accusato un piccolo infortunio.
Le giocatrici iniziavano con un scambio di break in apertura, e facevano vedere una certa tensione, specie al servizio, sicuramente dettata dai due giorni di attesa causa pioggia. Flavia era brava nel terzo game a risalire da 0-40, aggrappandosi ad una prima palla che poi lentamente scomparirà. Sul 4-3, 2 palle break non sono sfruttate dalla Pennetta, che si trova di fronte una Kerber che tira forte sia col dritto che col rovescio, ma tira una seconda incredibilmente debole. Tenuto a fatica questo servizio, la tedesca riesce però a sorpresa a strappare la battuta a Flavia, e a chiudere la contesa sul proprio servizio, con un set point emblematico di questa prima partita: Flavia manca per 2 volte lo smash in chiusura e viene infilata da un velenoso passante.
Nel secondo set il break è ancora indiscusso protagonista: ben 5 quelli in apertura, che sorridono alla Kerber. La teutonica va sul 4-2, e vede la semifinale veramente ad un passo. Ma dall'altra parte c'è una Flavia Pennetta versione combattente, sicuramente più esperta a questi livelli. Gioca un ottimo gioco di servizio, va sul 3-4 e mette la pressione necessaria per far andare fuori giri la giovane tedesca. Due i break consecutivi messi a segno dall'italiana, aiutata dagli errori della Kerber ( 1 doppio fallo per game), che portano la contesa al terzo set, nel tripudio dei tifosi della penisola presenti sul campetto.
I giochi consecutivi di Flavia si arrestano a quota sei: Pennetta vola infatti sul 2-0 anche nel terzo parziale, perde la battuta ma strappa nuovamente il servizio alla Kerber, per il 3-1. Ma proprio ora che il match sembra in mano alla più esperta giocatrice, cambia (e purtroppo per noi definitivamen) padrone. Pennetta si rilassa, e permette alla Kerber di rientrare alla grande. Ancora un filotto di game, Flavia si ritrova ancora sotto di un break (3-4). Non sfrutterà ancora 4 palle break, prima di cedere al primo match point, mandando in corridoio una stop volley.
Peccato davvero, perchè la semifinale era veramente ad un passo, e sarebbe stata anche meritata per come si era evoluto il torneo, e anche il match odierno. Rimane il rammarico, alla luce anche di un doppio che ha portato via energie preziose, e che forse doveva essere evitato. TWI (n.d.r.)


WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Penna_11
(photos by USO2011 off site)


Doppio

D. Hantuchova / A. Radwanska
d. S. Errani / R. Vinci 63 – 76(73)

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Peccato davvero per Flavia, che aveva un'occasione d'oro, però, come diceva qualcuno, "mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco"...

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Day 13


SFs Day


Caroline Wozniacki vs Serena Williams (0 – 2)
Secondo la WTA ci sono solo dieci chili (di muscoli) di differenza tra Caroline e Serena. A vederle non sembra. Una è numero uno per il computer, l’altra è la numero uno per tutti, purtroppo (o per fortuna delle altre), non gioca molto.
Dopo Wimbledon la Williams ha solo vinto. Prima in California poi in Canada, a Cincinnati si è ritirata senza giocare. Qui è partita fortissimo. Il primo set con Vika Azarenka è stato favoloso. Mentre con Ivanovic e Pavlyuchenkova non è apparsa pimpante. Forse sta provando a risparmiare energie.
In un certo senso la Wozniacki il suo torneo lo ha già vinto. Il refrain sulla ventunenne danese è sempre lo stesso: ‘E’ la numero uno, ma non ha mai vinto una prova dello Slam’.
E’ arrivata in semifinale giocando bene, ieri ha eliminato la tedesca Petkovic, da cui aveva perso a Miami, dovesse perdere con l’americana difficilmente potrebbe ricevere delle critiche, perché oggi nessuna è superiore alla minore delle sorelle Williams. I precedenti sono datati 2009. Ha sempre vinto Serena. Al torneo di Sydney il match fu lottatissimo (6-7, 6-3, 7-6), mentre nel Masters Caroline si ritirò dopo aver perso il primo set (6-4, 0-1 ritiro).


Angelique Kerber vs Samantha Stosur (0 – 0)
Nessuno, nemmeno i suoi genitori, il suo allenatore, probabilmente nemmeno lei stessa alla vigilia del torneo poteva pensare che oggi sabato 10 settembre sarebbe stata in campo nelle semifinali dell’Open degli Stati Uniti. Stiamo parlando della Kerber che aveva vinto appena sette partite nei tornei dello Slam, in quindici partecipazioni. La mancina di Brema era già felice una settimana fa quando si apprestava a giocare i sedicesimi di finale. Come lei stessa ha detto dopo la vittoria su Flavia: ‘Venendo qui avevo come obiettivo il raggiungimento del secondo o del terzo turno.’ Invece, Angelique da Brema, muovendosi nell’ombra, ha conquistato le semifinali, nel suo cammino ha trovata la polacca Radwanska e la nostra Flavia Pennetta, a loro ha lasciato gli unici due set persi nel torneo.
Per la prima volta incrocerà le racchette con Sammy dagli occhi blu, che è nettamente favorita. L’australiana sta giocando bene, ha sconfitto per l’ottava volta consecutiva Vera Zvonareva, finalista nel 2010.
In precedenza aveva eliminato, soffrendo (e lottando) di più, altre due giocatrici russe: Petrova e Kirilenko, con cui ha perso un set.
La Stosur, numero dieci del mondo, è in forma, ha giocato la finale all’Open del Canada, perdendo da Serena Williams; come è stato detto per la Pennetta, ha una chance unica. Trovare la Kerber in semifinale è il massimo. Per lei sarebbe la seconda finale Slam, dopo quella persa con la Schiavone a Parigi.


Fonte: UBITennis (n.d.r.)

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Day 13


Sara' finale tra Samantha e Serena


WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Samant11

Samantha Stosur (Aus)

d. A. Kerber (Ger) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 A_kerb10 63 – 26 – 62

Ci sono voluti tre set, per quanto non eccessivamente combattuti, per regalare a Samantha Stosur la prima finale in singolare agli U.S. Open, la seconda Slam in carriera. Si infrange contro il dritto della 27enne australiana il sogno di gloria di Angelique Kerber, 92esima giocatrice al mondo stando al ranking mondiale, che ad un certo punto sembrava l’indiziata principale per l’approdo all’atto conclusivo della manifestazione che si tiene a Flushing Meadows. Ma procediamo con ordine.
Un match inedito, come questo, lascia aperto ogni possibile spiraglio di pronostico, perchè ormai, quando arrivi alla semifinale di un torneo dello Slam, guardare la classifica non ha davvero più alcun significato, dal momento che il gioco mancino della tedesca poco ha da condividere con quello che potrebbe scaturire da una giocatrice che si aggira attorno alla 100esima posizione mondiale. Ci si meraviglia fino ad un certo punto, però, che l’inizio migliore sia dell’atleta di Gold Coast, più abituata a giocare a questi livelli e che dispone di alcune armi, prima tra tutte il famigerato servizio in kick, indigeste soprattutto a chi, come Kerber, mai ci si era trovata di fronte. L’attitudine alla ricerca del punto di entrambe le atlete ha consentito alla partita di scorrere via veloce, e tanto rapidamente Samantha si portava sul 3-0, quanto velocemente la stessa giocatrice australiana archiviava la prima frazione per 6-3. Angelique, tuttavia, dopo un inizio poco produttivo cominciava ad entrare in partita.
E questo si evinceva in maniera particolare valutando lo score al servizio delle due atlete al termine del primo set: se entrambe avevano servito circa 7 prime su 10, Stosur vantava un leggero vantaggio nei punti conquistati con la prima palla (79% vs 70%), ma con la seconda aveva raccolto la miseria del 33% dei punti giocati. Un campanellino d’allarme che diveniva una sirena assordante quando, nel quarto gioco della seconda frazione, Samantha cedeva tutto d’un tratto la battuta a zero (non aveva ancora concesso alcuna palla break) e lasciava campo aperto a Kerber, che vestiva i panni preferiti della martellatrice mancina da fondo campo. Certo, c’è da dire che la tedesca, ancora una volta, nel corso dell’incontro ha mostrato una discreta capacità nel saper leggere il gioco avversario, perchè il servizio dell’australiana, apparso inviso nei primi giochi, nel secondo set veniva letto con continuità: la seconda frazione, infatti, si chiudeva per 6-2 con un nuovo break della tedesca nell’ottavo gioco. Le percentuali con la seconda di Stosur diventavano sempre più sconfortanti.
Serviva un cambio di marcia, serviva una nuova Stosur, per impedire che le gesta di Kerber venissero raccontate anche nella finalissima e l’australiana, anche complice un po’ di distrazione della tedesca, quasi soddisfatta del gioco fin lì espresso, tornava a guidare la contesa a furia di drittoni ben assestati. In un quarto d’ora scarso lo score recitava 5-0 e servizio in favore di Sam, con un parziale punti di 20-5, che nella maggior parte dei casi sarebbe stato sufficiente per decretare la fine delle danze. In questo torneo, però, Samantha ha già saputo stupire per la capacità di non chiudere partite (vedi Kirilenko) oppure di allungare gli incontri (vedi Petrova) ed anche in semifinale non ha lesinato di regalarsi qualche minuto di sofferenza extra. Così, facendo del fast forward, Kerber si ritrovava sotto 2-5, dove falliva ben 4 palle break, di cui 2 consecutive, per riaprire una partita in maniera clamorosa e commettendo invece un’ingenuità sulla seconda palla-match di Stosur, che con una volèe di rovescio strappava il suo pass per la finale. Dove non sarà favorita, ma dove sarà comunque della partita.
da T.it (n.d.r.)

"Serena outpowers n° 1 "


WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Xxx17
(pic by Getty Images through WTA off site)

Serena Williams (Usa)

d. C. Wozniacki (Den) WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 Caroli13 62 – 64

Serena Williams torna in finale agli Us Open dopo la fortunata edizione del 2008, che le consegnò il terzo titolo dello Slam americano. La quasi trentenne statunitense (compirà gli anni il 26 settembre) ha raggiunto l’ultimo round, dove incontrerà Samantha Stosur, demolendo Caroline Wozniacki, n.1 del ranking.
E’ stato un massacro sportivo il terzo match in carriera fra l’ex regina della classifica e la leader Wta, mai vincente contro la Williams. Almeno fino a tutto il mese di settembre la Wozniacki resterà la prima del mondo, ma la lezione subita è davvero molto dura. Di positivo, dopo una prestazione del genere, c’è la consapevolezza che la vittoria di uno Slam, sfumata anche questa volta, non si può pretendere solo per l’effetto di un predominio aritmetico, ma la si deve conquistare battendo una ad una le avversarie. E quando ci si trova di fronte una Williams, l’affare diventa molto complicato.
Assente dal Major di casa dalla semifinale 2009, Serena è tornata a New York con poche certezze e tante speranze. Dopo l’annus horribilis trascorso, non si poteva pretendere un ritmo partita accettabile, nè concrete chance di vittoria. E per completare l’impresa, c’è ancora una rivale da superare. Ma Serena Williams alla finale ci arriva da strafavorita, perché ci arriva dopo aver battuto nell’ordine Victoria Azarenka (n.4 del tabellone), Ana Ivanovic (n.16 ed ex n.1 del mondo) e proprio Caroline Wozniacki, senza perdere un set e proponendo un tennis di livello superiore.
Serena ha dominato. Nella battuta, con la quale ha infilato 11 ace e il 78% di punti vinti con la prima di servizio. Negli scambi prolungati, dove non ha quasi mai subito la costanza e la regolarità di “Wallziacki”. Nelle variazioni tattiche, pecca questa su cui la danese ha ancora molto da imparare. Rovescio a parte, la bionda di Odense non ha fatto mai male alla rivale, e ne è riprova la miseria di 5 vincenti segnati nell’arco dell’incontro. La chance poteva venire solo se lo scambio si fosse protratto il più a lungo possibile, e se Serena fosse calata nella lunga distanza. Ma niente di tutto questo è avvenuto, e la poche alternative di Caroline si sono infrante al cospetto dell’americana dalla palla dura come il granito.
L’unica scossa al match la n.1 del mondo l’ha data solo a partita ormai finita, e cioè quando ha firmato una piccola rimonta, dal 2-5 al 4-5, che ha avuto solo il merito di rendere meno imbarazzante lo score rifilato dalla n.28 del seeding alla testa di serie più alta della manifestazione. Tit (n.d.r.)

(all other pics by USO2011 off site)

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US Open - il mio 11 settembre

Tributo di Roberto Riccardi - T.it (n.d.r.)

E’ il decimo anniversario dell’attacco alle torri gemelle. Riviviamo quel giorno insieme a Sam Stosur, Serena Williams, Vera Zvonareva e Caroline Wozniacki

New York. La data è indimenticabile, ma per ricordare meglio l’11 settembre 2001, gli organizzatori degli US Open Tennis Championships hanno stampato la data sul campo del centrale Arthur Ashe di Flushing Meadows, in favore delle telecamere affinché tutto il mondo veda e ricordi in occasione del decimo avversario.
Se gli americani non dimenticano gli attacchi terroristici e l’infamia di una azione vigliacca contro il cuore inerme di una città, lo stesso è per i tennisti e le tenniste impegnate negli US Open. Tutti sono acutamente consapevoli di come gli eventi di quel giorno devastante abbiano cambiato il mondo civile.

Sam Stosur, Vera Zvonareva, Serena Williams e Caroline Wozniacki hanno avuto il tempo di condividere con noi i loro ricordi di quel giorno: dove erano quando è successo e ciò che ha rappresentato per loro l’esperienza.

Sam Stosur
“Stavo giocando un torneo da 10.000 dollari in Giappone. Sono stata svegliata dal televisore. Una delle altre ragazze australiane mi ha telefonato dicendo: “Accendi la TV e guarda cosa sta succedendo.”
Ovviamente è stato incredibile. Avevo solo 17 anni allora. Eravamo quattro o cinque ragazze che viaggiavano insieme in gruppo e non avevamo idea di cosa stesse per accadere. Pensavamo che gli aerei non avrebbero mai più volato.
Ovviamente guardando quelle immagini, il fatto di essere lì per giocare un torneo da 10.000 dollari ad un tratto è diventato abbastanza irrilevante. E guardare oggi la tv che ripropone i filmati e le inchieste sui fatti dell’11 settembre ti riporta indietro. È strano essere di nuovo qui a New York il 10° anniversario.
E’ bello vedere come le persone abbiano saputo reagire. E’ stato un momento veramente triste, ma per fortuna è superato.”

Serena Williams
“Credo che chiunque viva in America sia stato colpito dall’11 settembre. Ero a Washington, in quel momento, e ricordo di aver visto un sacco di camion dell’esercito. E’ stato quello che è stato. E’ difficile credere che siano passati 10 anni, ma la cosa bella è che c’è stata solidarietà e gli abitanti di New York e la stessa città sono stati così forti “.

Vera Zvonareva
“L’11 settembre è stata una tragedia terribile per tutti in tutto il mondo. Stavo giocando un torneo junior qui agli US Open e sono partita in aereo proprio il giorno prima. Appena atterrata, ho visto il disastro trasmesso dalla tv. Mi sentivo come se fossi ancora qui agli US Open. Ero appena partita e c’erano un sacco di giocatori che stavano ancora lì. E’ terribile quello che è successo. Penso che tutti lo ricordino. Tutti ancora pensano a quelli che sono morti.”.

Caroline Wozniacki
Ero in Danimarca ed avevo appena finito di allenarmi; tornata a casa sono andata in camera di mio fratello che stava guardando la televisione. Gli ho chiesto: cosa stai guardando? Che film è? Mi ha risposto: Non è un film. E sta succedendo ora. Io e mio padre gli abbiamo detto: No, forza, smetti di scherzare. Non è divertente. Poi abbiamo iniziato a cambiare canale, ma le stesse immagini erano su tutti i canali. Eravamo scioccati per quello che stava accadendo. Abbiamo alcuni amici a New York, così li abbiamo chiamati per sapere se stavano bene. Per fortuna erano tutti al sicuro. Ma in molti sono morti quell’11 settembre e sono già passati 10 anni. Il tempo è passato così velocemente”


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Serena vs Samantha

Sono sei in totale i precedenti fra le due finaliste, senza contare il secondo turno di Cincinnati con il walkover di Serena, in vantaggio 4-2 negli h2h. Il quarto di Parigi è anche l’unico disputato su una superficie diversa dal duro, superficie sulla quale la Stosur ha vinto solo nel 2009, nei quarti a Stanford. Qualche mese prima, a Sydney, non aveva sfruttato 4 match point prima di cedere 7-5 al terzo.

2008 BEIJING OLYMPICS HARD O R32 WILLIAMS 62 60
2009 SYDNEY HARD O R32 WILLIAMS 63 67(4) 75
2009 STANFORD HARD O QF STOSUR 62 36 62
2010 AUSTRALIAN OPEN HARD O R16 WILLIAMS 64 62
2010 ROLAND GARROS CLAY O QF STOSUR 62 67(2) 86
2011 TORONTO HARD O F WILLIAMS 64 62
2011 CINCINNATI HARD O R32 STOSUR w/o (not included in H2H record)

La rock-star del tennis. E non solo per le sere passate a sgolarsi al karaoke imitando Rihanna. Serena Williams ha quel qualcosa in più che solo le stelle possiedono, e non c’è classifica, non c’è computer, non c’è prova aritmetica che possa smentirlo. Tanto ammaliante fuori dal campo quanto muscolare, potente, quasi invincibile tra i 24 angoli che delimitano il suo universo agonistico.
A 15 giorni dal 30mo compleanno, Serena Williams è a un passo dal 14mo Slam in carriera. Ma, come insegna la storia recente dei major, l’età non conta. Negli ultimi nove Slam, infatti, c’è stata solo una vincitrice under-25: Petra Kvitova a Wimbledon.
Questa sarà la seconda finale più “old” a Flushing Meadows nell’era Open dopo il title-match del 1984, quando Martina Navratilova (27 anni, 327 giorni) vinse su Chris Evert (29 anni, 254 giorni).
Proprio al Roland Garros dell’anno scorso risale il secondo e ultimo precedente fra Sam e Serena nei tornei dello Slam. Qualche mese prima, Serena aveva lasciato appena sei game all’australiana “padrona di casa” a Melbourne. Sulla terra parigina, nei quarti di finale, la Stosur gioca probabilmente una delle migliori partite dell’intero torneo: vince 6-2 6-7 8-6 dopo aver servito invano per il match sul 5-3 nel secondo set e aver annullato un match point sul 5-4 30-40 nel terzo.
Serena arriva in finale avendo giocato, complessivamente, 4 ore meno della sua avversaria e senza aver perso nemmeno un set. In quattro occasioni, due agli Us Open (2002 e 2002), e due a Wimbledon (2002 e 2010) ha vinto il titolo con un record di 14-0 nei set vinti.
Insegue il quarto titolo su cinque finali disputate a New York e potrebbe migliorare il suo straordinario record nelle finali Slam: 13-3 (ha perso due volte da Venus e una da Maria Sharapova, nel 2004 a Wimbledon), il secondo migliore dell’era Open, considerando le giocatrici che hanno vinto più di 5 titoli Slam, dietro solo a Margaret Court (11-1).
Serena, che è numero 27 del ranking, ma con la finale è certa di rientrare tra le top-15, sarà 14 dovesse perdere e 12 in caso di vittoria, è la 15ma giocatrice fuori dalle top-25 in finale in uno Slam. Dal 1975, quando sono state introdotte le classifiche computerizzate, solo in sei sono riuscite a vincere il titolo. Venus (n.31, Wimbledon 2007), Barbara Jordan (n.68, Australian Open 1979), la stessa Serena (n.81, Australian Open 2007), Chris O’Neill (n.111, Australian Open 1978), Evonne Goolagong (senza classifica, Australian Open 1977) e Kim Clijsters (senza classifica), a Flushing Meadows due anni fa, quando Serena si preoccupò, in semifinale, più di “ficcare la pallina giù per la gola” (o meglio, di minacciare di farlo) alla giudice di linea che di salvare il match point alla belga.

Sam Stosur, che salirà al numero 7 sia in caso di successo che di sconfitta in finale, ha vissuto uno Us Open tutt’altro che “normale”. Ha giocato, e perso, il tiebreak più lungo nella storia degli Slam in un match di singolare femminile (contro Maria Kirilenko), ed è stata protagonista dell’incontro femminile più lungo mai giocato agli Us Open dall’introduzione del tiebreak, contro Nadia Petrova (3 ore e 16 minuti).
Segno di un’accresciuta tenuta mentale di Sam, che da due anni lavora con lo psicologo dello sport Ruth Anderson, dell’Istituto per lo Sport australiano.
In caso di vittoria, Sam Stosur diventerebbe la seconda australiana a vincere gli Us Open dopo i 5 trionfi di Margaret Court e la 40ma giocatrice ad alzare un trofeo dello Slam: dovesse vincere, questo diventerebbe il terzo Slam consecutivo vinto da una giocatrice al primo titolo in carriera in un major. Non succede dal 2004.
Un’ultima curiosità: quattro volte la testa di serie numero 9 è arrivata in finale a Flushing Meadows. Il bilancio è di una sola vittoria, quella di Svetlana Kuznetsova nel 2004, e tre sconfitte (Reid, 1972; Mandlikova, 1980 e Wozniacki, 2009).
UbiTennis (n.d.r.)

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" Great Sam "

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Il primo Slam di Samantha



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Samantha Stosur (Aus)

d. S. Williams (Usa) 62 - 63


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(pics by USO2011 off site)


Samantha Stosur trionfa allo US Open. L'australiana è riuscita nell'impresa di dominare in finale contro Serena Williams, da molti giudicata vera favorita del torneo già prima dell'inizio della competizione. La Stosur ha invece messo a tacere tutte le voci che giravano riguardo l'imbattibilità della Williams, che non perdeva una finale di uno Slam dal 2008 contro la sorella Venus. Alla vigilia, erano appunto soltanto 3 le finali perse in carriera da Serena, e se le paragoniamo ai 13 trionfi possiamo rendere l'idea dell'entità del successo di Sam, al primo sigillo nei tornei del Grande Slam in carriera.
Samantha ha chiuso con una vittoria schiacciante, terminata 6-2 6-3 dopo un'ora e 13 minuti di gioco. Molti credevano di assistere ad un match senza storia, con una sola protagonista: bene, è stato così, ma il lato non era quello di Serena, bensì l'opposto. Soltanto ad inizio secondo set abbiamo visto una finale combattuta, tutto il resto è Stosur.

Il match, già dall'inizio non conferma le aspettative della vigilia. Serena è tutt'altro che aggressiva, sbaglia troppo anche con il servizio (percentuale di prime palle bassissima, che nei primi tre turni di battuta oscilla tra il 20 e il 25%). Questo permette a una Stosur variabile, profonda nei colpi e soprattutto più precisa, di essere la vera protagonista del primo set. La Williams, con tutto il pubblico dell'Arthur Ashe a favore, nel primo set riesce a competere con l'avversaria soltanto nel game di apertura. Dopo di che, un break della Stosur nel terzo e nel settimo gioco (intervallati da una palla break annullata sempre all'australiana nel quinto), costringono la statunitense ad arrendersi, almeno per quanto riguarda il primo set.

Nel secondo parziale, Serena con il servizio va subito sotto 30-40 e qui accade un episodio alquanto inedito: Serena sfodera una gran sventagliata di dritto, dove la Stosur riesce a malapena a toccare la sfera. Nel frattempo, però, mentre la pallina toccava terra per la prima volta, l'americana aveva già urlato a piena voce "Come on!".
La Asderaki (giudice di sedia) se ne accorge, dando il punto che vale il break alla Stosur (che, per la cronaca, non aveva protestato minimamente, andando a servire sul 40-40). Serena va su tutte le furie e, a causa delle continue proteste, si becca anche un warning.



Dopo l'episodio, la Williams, invece di buttarsi giù, si sveglia improvvisamente, mettendo in campo più cattiveria e controbreakando immediatamente la Stosur. Quest'ultima però non molla, e ne esce un secondo set gradevole, con le due contendenti che esprimono un tennis di pari livello: la potenza di Serena contro l'intelligenza della Stosur. Sembra quest'ultima a far la differenza, quando, nel settimo gioco, l'australiana mette a segno il quarto break del match, portandosi sul 4-3. Non c'è più nulla da fare per l'ex numero uno del mondo, che sul 3-5 cede nuovamente il servizio: con un dritto incrociato magistrale (terzo match point), Samantha Stosur mette ko Serena Williams.
E' lei la regina dello US Open 2011.
da TWI (n.d.r.)

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Immagini di un trionfo inaspettato


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(photo by USO2011 off site)


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(pic by Getty Images through WTA official site)


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(photo by USO2011 off site)


...e di una campionessa ritrovata...


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(photo by USO2011 off site)


Ultima modifica di errex il Lun 12 Set 2011 - 11:49 - modificato 2 volte.

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Doppio Vincente



WTA US Open - Grand Slam  (45)  - Pagina 2 B_091114
(photo by USO2011 off site)


Liziel Huber / Lisa Raymond (Usa)

d. V. King / Y Shvedova 46 – 76(75) – 76(73)

Con la vittoria nella finale del doppio femminile, Liezel Huber diventa la nuova numero 1 nel doppio femminile. La sudafricana di passaporto statunitense, in coppia con Lisa Raymond, ha sconfitto l'altra americana in campo Vania King e la kazaka Yaroslava Shvedova. Per le campionesse del 2010, sconfitte in tre set, il rammarico di non aver sfruttato un match point sul 5-4 del secondo set.
Per Huber è la quinta affermazione in uno Slam, per Raymond la sesta ma è il primo Major che vincono in coppia. Grazie al suo terzo trionfo agli US Open Lisa Raymond diviene, all'età di 38 anni, la più anziana vincitrice di un titolo dello Slam nel doppio femminile superando Billie Jean King, campionessa nel 1980 quando aveva 36 anni. Liezel Huber può invece festeggiare il ritorno al numero 1 del ranking di doppio. Liezel aveva raggiunto la prima posizione del ranking il 12 dicembre 2007 e aveva mantenuto quella posizione fino al 6 giugno 2010 per poi riprenderla ad agosto per altri due mesi. Sarà numero 1 per la 148ma settimana ed ora punta alla seconda posizione di sempre in questa speciale classifica, occupata dalla sua ex compagna di doppio Cara Black (a quota 163 settimane).
Fonte: UBITennis (n.d.r.)
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