ciao, voglio contribuire anch'io alla discussione.
premetto che da ragazzo (diciamo una ventina di anni fa...) andavo a giocare a tennis con nel fodero due racchette: la prestige rossa (piatto 93) e la pro staff di sampras (piatto 85) - sono un po' le capostiti, per così dire, dei due telai messi a confronto.
allora non avrei saputo dire bene perché, ma sulla terra rossa mi sembrava di giocare meglio con la prestige (un po' più morbida, un filino più permissiva, mi aiutava se la palla non era centrata alla perfezione, soprattutto come punto di impatto rispetto al corpo o se le gambe non avevano lavorato a dovere); sul veloce (erba o sintentici), preferivo la pro staff: precisa, potente, grande nel gioco a rete, caratterisitica basilare, che me la faceva amare, una sincerità assoluta: restituisce esattamente, nel bene e nel male, ciò che metti nel colpo.
alla fine, poiché giocavo a tennis per divertirmi, più che per fare risultati (sebbene giochi tornei, prevalentemente a squadre, anche a buon livello - 3.5/4.1, ma ho battuto anche 3.4 e 3.1), ho scelto la wilson e poiché la mia vecchia pro staff avevo perso molto in più di venti anni di onorato servizio, dopo vari tentativi ho capito che l'erede naturale era la Federer (ho usato, nel tempo, i vari modelli usciti, dalla 90tour pro staff sino alla six tour BLX di oggi, ma la mia preferita resta, a tutt'oggi, la versione mod. Ncode 90: così ho venduto le mie BLX e ho faticato un po' a trovare 4 NCode).
poi, per divertirmi, mi è capitata tra le mani una pro staff 85 e... è stata una sopresa! la credevo desueta, certo è molto tosta e difficile, e nei giorni ventosi o di scarsa ispirazione è quasi impossibile giocarci, ma quando sei in palla è come un bisturi, persino più precisa e solida della Ncode (perde però, senz'altro, nelle rotazioni).
così alla fine, il compromesso è che spesso mi alleno con la pro staff 85 (che è come un maestro, ti capire immediatamente quando sbagli qualcosa e non perdona ritardi, inesattezze, imprecisioni teniche); per giocare in torneo e in particolare in doppio (spesso punto decisivo nelle competizioni a squadre, preferisco di solito la NCode); ma sull'erba, se mi sento in giornata, oso talvolta la PS 85.
tornando al paragone (e traendo le fila del ragionamento):
prestige 93 e six one tour
sono due racchette, a modo loro, eccellenti;
entrambe profili sottili (io non potrei farne a meno...)
entrambe richiedono un livello di gioco elevato e buone doti tecniche (fatto salvo il giocarci per il puro piacere di gioco, cosa che personalmente condivido in pieno e sento a me vicino: da questo punto di vista, a mio avviso non hanno eguali!);
la tour ha il piatto più piccolo, ma uno schema di corde più aperto,16x19, che anche grazie alla massa dà maggiore "peso" e cattiveria alla palla, restando però estremamente precisa;
la prestige ha il piatto un pochino più comodo, perdona qualcosina in più, è un telaio più elastico, flessibile, che anche grazie al bilanciaento un po' più spostato sulla testa, aiuta in particolare nelle rotazioni e nella velocità di esecuzione del finale dei colpi (come dimenticare il mitico fischio che la prestige produce nell'aria??), ma lo schema di incordatura più fitto, 18x20, richiede un braccio allenato agli sforzi e dà meno spinta alla palla, sebbene consenta un controllo ottimale e la possibilità di imprimere notevoli rotazioni; quindi un po' più "maneggevole", certo, ma per far viaggiare la palla alla stessa velocità della six one, occorre imprimere maggiore forza, oppure lavorare di più sulla rotazione (la pallina restituisce allora la forza in modo diverso, dopo il rimbalzo);
sono due regine, a mio avviso assolute e ineguagliate, nel panorama delle racchette. forse la six one si sposa meglio con un gioco classico e predisposizione alla rete; la prestige mi sembra che dia il meglio di sè con un gioco di attacco da fondo, fatto di veloci rotazioni e angoli ad aprirsi il campo. entrambe molto buone sul servizio (forse persino più veloce quello con la prestige), sui colpi a rete meglio la six one.
ciao, spero di esserti stato utile (e scusa le divagazioni)
vittorio