Salve a tutti,
Premessa, a mo' di presentazione: Ho sempre praticato tennis e altri sport fin da piccolo, e per molti anni ho avuto una predilezione per il tennis, nel quale ho ottenuto ottimi risultati da agonista che non mi dilungo qui a scrivere.
Non sono vecchio, ho poco più di trent'anni, ma di tennis ne ho fatti tanti davvero e reputo lontani gli anni del vero agonismo, e non credo torneranno mai anche a causa di altre priorità e di un lavoro per il quale ho una grandissima passione e non c'entra niente con lo sport.
Almeno fino a qualche anno fa mi sono sempre tesserato come agonista e ho sempre fatto almeno i tornei sociali e i campionati a squadre della FIT, che ora so che si chiama chiama FITP, con compagni di allenamento e amici nei vari circoli che ho frequentato.
La riflessione di questo mio topic nasce dall'aver scoperto che, da qualche anno, anche per una semplice tessera non agonistica o per un' iscrizione in palestra, serve fare un elettrocardiogramma.
Mi chiedo se la cosa abbia un senso e quale o quali possano essere le motivazioni alla base di questa novità.
Qui molti di voi diranno che la visita è "cosa buona e giusta", che è una sicurezza in più per noi atleti e che avete sentito dire o letto da qualche parte sui titoloni dei giornali che qualche atleta ha avuto un malore durante una gara o un allenamento.
Però... statistiche alla mano le morti improvvise sono molto più frequenti tra i non sportivi che tra gli sportivi, per cui se ci può essere un atleta morto durante una maratona, c'è un numero di persone ( in proporzione molto più alto ) che muoiono dello stesso malore tra la popolazione generale... solo che non vanno sui giornali e non frequentano un circolo di tennis della vostra zona quindi non ne sapete nulla.
Inoltre all'estero (almeno fino a qualche tempo fa ma credo ancora oggi...mi correggano se sbaglio, non sono più aggiornatissimo) nemmeno gli agonisti sono obbligati a fare la visita medica, proprio per le motivazioni che espongo in questa mia riflessione....
e quindi che cos'è questa prassi solo italiana? all'estero - paesi Europei - sono pazzi incoscienti e noi italiani siamo bravi e prudenti...?
Difficile crederlo, intanto perché questo obbligo per gli agonisti e, ultimamente, anche per i non agonisti, non impedisce ad atleti improvvisati o dichiarati non idonei di praticare comunque dell' attività sportiva incontrollata e quindi di mettersi a rischio... ad esempio mi vengono in mente quelli che praticano corsa o ginnastica a corpo libero nel parco o a chi ha una palestra in casa. E nei vari sport che ho praticato mi è capitato di incontrare alcuni che non avevano ricevuto l'idoneità buttarsi ancor più ossessivamente e ciecamente nella pratica di quello sport...
Ma soprattutto [l'obbligo della visita] non impedisce a nessuno di fare la cosa più pericolosa di tutte ossia non praticare alcuno sport e condurre una vita sedentaria, stando sul divano a mangiare cibo spazzatura...
Cioè, non mi risulta che chiedano l'ECG in un pub se ordini tre birre o in un fast food o al supermercato se compri fritti e dolciumi... quindi bizzarro che lo chiedano a una persona per svolgere un'attività che va a vantaggio della sua salute.
L'obbligo della visita diventa, secondo me, un deterrente... ad esempio per chi non può permettersela... e la visita diventa un esame inutile che ingolfa inutilmente la sanità pubblica, qualora si decida di ricorrervi. E mi sembra bizzarro che tali obblighi arrivino dopo una pandemia, nello stato in cui è la sanità oggi.
Io ho sempre fatto malvolentieri le visite agonistiche, specialmente quando non navigavo nell'oro e dovevo rinunciare a qualcosa - magari anche a qualcosa di sanitario, come un controllo da un dentista - per poter avere il certificato e praticare sport. Ma anche quando ero studente e dipendevo dai genitori totalmente o in parte, quando riuscivo a trovare qualche lavoretto... e trovavo abbastanza inutile ogni anno rifare la stessa visita a 22, 23 anni...
E un anno ebbi anche una brutta esperienza con un medico dello sport che mi fece fare accertamenti inutili alla vista basati su sue convinzioni del tutto errate. (in breve: vedevo meglio da un occhio e peggio dall'altro, mai portati occhiali né niente... il medico dello sport era convinto che dovessi fare accertamenti perché secondo lui sarei peggiorato... invece l'oculista mi disse che era una cazzata e che non dovevo far nulla...)
Avete mai riflettuto sull'argomento e che ne pensate?
Io, in sintesi, penso che sia un mix di burocrazia e di ignoranza... oserei dire quasi fobia dello sport, che indubbiamente in Italia esiste ed è forte perché abbiamo sì movimenti sportivi agonistici ottimi in varie discipline, ma manchiamo totalmente di una vera cultura sportiva nella popolazione generale. E non so se ci sia altro, oltre a questo.
Grazie.
Premessa, a mo' di presentazione: Ho sempre praticato tennis e altri sport fin da piccolo, e per molti anni ho avuto una predilezione per il tennis, nel quale ho ottenuto ottimi risultati da agonista che non mi dilungo qui a scrivere.
Non sono vecchio, ho poco più di trent'anni, ma di tennis ne ho fatti tanti davvero e reputo lontani gli anni del vero agonismo, e non credo torneranno mai anche a causa di altre priorità e di un lavoro per il quale ho una grandissima passione e non c'entra niente con lo sport.
Almeno fino a qualche anno fa mi sono sempre tesserato come agonista e ho sempre fatto almeno i tornei sociali e i campionati a squadre della FIT, che ora so che si chiama chiama FITP, con compagni di allenamento e amici nei vari circoli che ho frequentato.
La riflessione di questo mio topic nasce dall'aver scoperto che, da qualche anno, anche per una semplice tessera non agonistica o per un' iscrizione in palestra, serve fare un elettrocardiogramma.
Mi chiedo se la cosa abbia un senso e quale o quali possano essere le motivazioni alla base di questa novità.
Qui molti di voi diranno che la visita è "cosa buona e giusta", che è una sicurezza in più per noi atleti e che avete sentito dire o letto da qualche parte sui titoloni dei giornali che qualche atleta ha avuto un malore durante una gara o un allenamento.
Però... statistiche alla mano le morti improvvise sono molto più frequenti tra i non sportivi che tra gli sportivi, per cui se ci può essere un atleta morto durante una maratona, c'è un numero di persone ( in proporzione molto più alto ) che muoiono dello stesso malore tra la popolazione generale... solo che non vanno sui giornali e non frequentano un circolo di tennis della vostra zona quindi non ne sapete nulla.
Inoltre all'estero (almeno fino a qualche tempo fa ma credo ancora oggi...mi correggano se sbaglio, non sono più aggiornatissimo) nemmeno gli agonisti sono obbligati a fare la visita medica, proprio per le motivazioni che espongo in questa mia riflessione....
e quindi che cos'è questa prassi solo italiana? all'estero - paesi Europei - sono pazzi incoscienti e noi italiani siamo bravi e prudenti...?
Difficile crederlo, intanto perché questo obbligo per gli agonisti e, ultimamente, anche per i non agonisti, non impedisce ad atleti improvvisati o dichiarati non idonei di praticare comunque dell' attività sportiva incontrollata e quindi di mettersi a rischio... ad esempio mi vengono in mente quelli che praticano corsa o ginnastica a corpo libero nel parco o a chi ha una palestra in casa. E nei vari sport che ho praticato mi è capitato di incontrare alcuni che non avevano ricevuto l'idoneità buttarsi ancor più ossessivamente e ciecamente nella pratica di quello sport...
Ma soprattutto [l'obbligo della visita] non impedisce a nessuno di fare la cosa più pericolosa di tutte ossia non praticare alcuno sport e condurre una vita sedentaria, stando sul divano a mangiare cibo spazzatura...
Cioè, non mi risulta che chiedano l'ECG in un pub se ordini tre birre o in un fast food o al supermercato se compri fritti e dolciumi... quindi bizzarro che lo chiedano a una persona per svolgere un'attività che va a vantaggio della sua salute.
L'obbligo della visita diventa, secondo me, un deterrente... ad esempio per chi non può permettersela... e la visita diventa un esame inutile che ingolfa inutilmente la sanità pubblica, qualora si decida di ricorrervi. E mi sembra bizzarro che tali obblighi arrivino dopo una pandemia, nello stato in cui è la sanità oggi.
Io ho sempre fatto malvolentieri le visite agonistiche, specialmente quando non navigavo nell'oro e dovevo rinunciare a qualcosa - magari anche a qualcosa di sanitario, come un controllo da un dentista - per poter avere il certificato e praticare sport. Ma anche quando ero studente e dipendevo dai genitori totalmente o in parte, quando riuscivo a trovare qualche lavoretto... e trovavo abbastanza inutile ogni anno rifare la stessa visita a 22, 23 anni...
E un anno ebbi anche una brutta esperienza con un medico dello sport che mi fece fare accertamenti inutili alla vista basati su sue convinzioni del tutto errate. (in breve: vedevo meglio da un occhio e peggio dall'altro, mai portati occhiali né niente... il medico dello sport era convinto che dovessi fare accertamenti perché secondo lui sarei peggiorato... invece l'oculista mi disse che era una cazzata e che non dovevo far nulla...)
Avete mai riflettuto sull'argomento e che ne pensate?
Io, in sintesi, penso che sia un mix di burocrazia e di ignoranza... oserei dire quasi fobia dello sport, che indubbiamente in Italia esiste ed è forte perché abbiamo sì movimenti sportivi agonistici ottimi in varie discipline, ma manchiamo totalmente di una vera cultura sportiva nella popolazione generale. E non so se ci sia altro, oltre a questo.
Grazie.